I segnali discorsivi in italiano
I segnali discorsivi in italiano sono stati oggetto di numerosi studi (oltre
a Bazzanella 1995 e i lavori successivi, si veda Andorno
2007;Waltereit
2006; Bonvino et al., 2008,tra
molti altri). In questo lavoro ci concentreremo
principalmente sulla classificazione generale dei segnali discorsivi in italiano offerta da
Bazzanella (1994,
1995, 2006), che è generalmente riconosciuta come un lavoro cruciale e basilare
per gli studi successivi svolti sull’argomento. Come menzionato sopra, i segnali
discorsivi possono appartenere a categorie diverse, per esempio in italiano si
hanno congiunzioni, come ma, avverbi, come
bene, verbi, come
sai, sintagmi, come
diciamo così.
Oltre alle caratteristiche generali dei segnali discorsivi illustrate nell’Introduzione, Bazzanella
(1995) raggruppa i segnali discorsivi italiani in due
macro-categorie:
i segnali discorsivi interazionali, ossia considerati dal punto di vista del parlante e dal punto di vista dell’interlocutore, e quelli metatestuali. La
differenza tra la funzione interazionale e quella metatestuale consiste soprattutto nel
tipo di discorso. Gli usi interazionali, infatti, sono più frequenti nel parlato dialogico, mentre quelli metatestuali caratterizzano
maggiormente lo scritto. Inoltre, Bazzanella (1994:151)
nota che nella loro funzione interazionale, i segnali discorsivi sottolineano
la costruzione del messaggio e lo sviluppo delle interazioni. Nella loro funzione
metatestuale,
invece, essi organizzano la struttura
informazionale
del testo indicandone i punti principali, le
riformulazioni ed i cambiamenti dell’argomento.
Una prima funzione interattiva è quella di presa di turno, si vedano per esempio
ecco,
allora,
dunque,
beh,
bo he
ma(h)
che servono a stabilire il contatto e a prendere la parola. Un altro tipo di segnali discorsivi con funzione interattiva sono i riempitivi,
che vengono generalmente utilizzati per mantenere la parola, per esempio
come dire e
diciamo. Sono spesso usati insieme a pause
indicando che il parlante non riesce a trovare le parole appropriate.I segnali
discorsivi possono essere usati come richiesta d’attenzione. In questo caso, si tratta di forme
imperative come
senti,
guarda e
dimmi.
Gli elementi di questo tipo possono svolgere anche un’altra funzione,
cioè quella di cambiare argomento e dunque di spostare l’attenzione da un argomento ad un altro.Un’altra
funzione è quella fàtica. I marcatori che assumono tale funzione sono gli allocutivi, e i marcatori che
evidenziano la conoscenza condivisa come
(come) sai.
I segnali discorsivi vengono usati anche come modalizzatori sia con funzione attenuativa,
sia con funzione rafforzativa. Per ridurre la precisione di un enunciato, per esempio, si usa
praticamente,
diciamo,
per così
dire e
in qualche modo. Indicatori che rafforzano l’enunciato, invece, sono
davvero,
appunto e proprio.
Tra i segnali discorsivi che funzionano come meccanismi di modulazione, troviamo anche quelli che
diminuiscono o aumentano il potere e l’autorità del parlante, come
secondo me,se non sbaglio,
se mi
consente e
per conto mio. Esistono inoltre modalizzatori,come
direi, che vengono usati per evitare conflitti.
Per quanto riguarda le funzioni metatestuali, i demarcativi vengono usati dal parlante per strutturare il testo,
più specificamente per segnalare l’apertura, il proseguimento e la chiusura dell’enunciato.
Possono essere classificati in tre tipi: iniziatori, come
per primo
e
allora, proseguitori, come
poi, e finalizzatori, come
finalmente
e
dopo tutto.
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