Arlecchino e l'oste
(Arlecchino,
a cavallo del suo asino, viaggia da qualche ora lungo una strada di
campagna. Ha in tasca soltanto dieci soldi ed è affamato; trova
finalmente una osteria e vi entra).
L'oste: - Cosa volete?
Arlecchino: -Tre soldi di minestra, tre di pane: tre di salame e tre di vino. (L'oste gli mette in tavolo quanto ha ordinato).
Arlecchino: (dopo aver mangiato) - Se ho più fame di prima, devo pagare lo stesso il conto?
L'oste: - Ciò che si mangia si paga, poco o tanto che sia.
Arlecchino: - Giusto; quanto devo pagare?
L'oste: - Dodici soldi in tutto.
Arlecchino: - Ohibò, qui c'è un imbroglio.
L'oste: - Come sarebbe a dire?
Arlecchino: - Il conto è presto fatto: tre di minestra, tre di pane e tre di salamino; nove soldi in tutto.
L'oste: - E il vino?
Arlecchino: - Ah, dico bene: tre di minestra, tre di salamino e tre di vino.
L'oste: - E il pane?
Arlecchino: - Ah, dico bene: tre di pane, tre di minestra e tre di vino.
(L'oste comincia a perdere la testa e... continuando a tenere alzate tre dita della mano destra,
ripete sottovoce: tre di minestra, tre di pane... Arlecchino posa sul
tavolo nove soldi e si allontana col ciuco, lasciando l'oste immerso nei
suoi calcoli).
Arlecchino: (all'asino) - Vecchio mio, allegria! M'è rimasto un soldo per comprarti un po' di biada.
L'oste: (dalla bettola, facendosi portavoce con .la mano) - E il salamino?
Arlecchino: (gridando di lontano) - Se lo incontra me lo saluti tanto.
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