giovedì 7 aprile 2011

ABSTRACT

La presente ricerca delinea un'analisi dell'atto linguistico del disaccordo, in una prospettiva sociopragmatica, con la finalità di stabilire delle differenze culturali tra parlanti italofoni e francofoni. Si è privilegiato il disaccordo come tratto saliente perché permette di analizzare la cortesia linguistica presente all'interno di un corpus di interviste televisive italiane e francesi. La ricerca è composta da una prima parte incentrata sulla ricognizione di vari modelli metodologici utili per l'indagine del fenomeno linguistico del disaccordo, mentre la seconda parte riguarda l'analisi del disaccordo segnalato all'interno del corpus analizzato. L'analisi, condotta in base ai principi sociopragmatici di Spencer-Oatey e Jiang, con l'utilizzo del modello della cortesia linguistica di Brown e Levinson, con gli innesti di Kebrat-Orecchioni, all'interno di un approccio etnopragmatico con i lavori di Duranti, mette in luce alcune diversità nella realizzazione del disaccordo tra parlanti francofoni ed italofoni. Queste differenze sono riconducibili, secondo la prospettiva adottata in questa ricerca, ad un ethos differente nelle due comunità di parlanti.
L'ethos francese permetterebbe una realizzazione più severa o aggravata del disaccordo in quanto vengono usate delle strutture linguistiche che non vengono percepite come lesive per la faccia positiva dell'altro parlante, mentre nei parlanti italofoni la produzione del disaccordo rappresenta quasi sempre una minaccia per la faccia positiva, soprattutto per le proprie capacità professionali e\o psicologiche. Questi risultati sembrano aderire ad una nozione dell'ethos fondato sulla considerazione o non-considerazione da parte dei parlanti italofoni, in cui viene prediletto il rispetto o non rispetto per il rapporto interpersonale tramite il riconoscimento o il diniego della realtà interpersonale dell'altro parlante. Invece l'ethos francese sembra volere mostrare una tendenza alla franchezza e all”engagement” attraverso il coinvolgimento emotivo dell'altro parlante durante lo scambio verbale dimostrando una maggiore disponibilità in termini di diritti interazionali tra i parlanti.

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