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venerdì 16 novembre 2012

corso di spagnolo




Un albero genealógico? Y tu conoces la historia de tu familia?


en mi familia hay mi padre, mi madre, mi abuelo, mi abuela, mio tío, mi tía,  mi primo, mi prima?


Por ejemplo: quien eres el padre de mi padre?




Y 9 Español

Me gusta  tengo que  puedo  quiero   voy a   ( después  necesitamos poner un verbo en infinitivo)

en cual ocasiones de tu vida tu podría emplear estos verbos? quien son las cosas que te gusta?
yo pienso que a Helena le gusta ir al cinema? le gustaría vivir al extranjero? Le gustaría bailar? rezar? creer?

Tengo un problema

Mirando la fotografía como puede entender que hay un problema?

estamos de acuerdo con los consejos?

son verdaderos o falso los consejos? estoy de acuerdo o en desacuerdo con Tatiana? 

lunedì 29 ottobre 2012

TRADUCTION DE L'ITALIEN AU FRANCAIS: DOMAINE PETROL ET GAS

Il est important dans ce sens également rappeler qu'il existe un fonds commun parmi les vigiles, basés sur les contributions versées par chaque opérateur dans la mesure du 5% de ce qui est reçu. La somme récoltée est principalement utilisée pour couvrir les coûts en communs; tout excédents, si consistant, sont redistribués en parties égales aux acteurs concernés à la fin de l'année, tandis que, dans le cas contraire, ils sont maintenus par la communauté et ajoutée au fonds de l'année suivante.

Les zones sont assignées chaque année par tirage au sort; le caractère aléatoire du système est modérée cependant par une subdivision des vigiles mêmes en trois groupes selon le montant des propres versements.

L'assignation casuelle est suivie d'une autre délibération qui modifies des résultats éventuellement considérés déséquilibrés, événement qui cependant ne s'est jamais vérifié; il est en outre possible soit de fixer des procédures d'échange entre les sujets différents, ( la négociation reste absolument personnelle) mais aussi de demander la réaffectation de la zone précédente en payant au fonds une part cinq fois plus élevée du chiffre déjà payer; sur telle option l'assemblée délibère avec participation limité à ceux qui ont acquis les autres zones du même groupe.
Essentiels à la compréhension du mécanisme, c'est également d'observer comment les mêmes zones sont situées dans les trois groupes sur la base des résultats obtenus au cours des deux dernières années; cela implique l'insertion d'une autre variable d'importance absolue dans les procédures de sélection.




È importante in tale senso ricordare anche che esiste un fondo comune fra i vigilantes, basato sui contributi versati da
ciascun operatore nella misura del 5% di quanto ricevuto. La somma raccolta viene usata principalmente per coprire le
spese comuni; eventuali eccedenze, se consistenti, sono ridistribuite in parti uguali ai soggetti coinvolti alla fine dell'anno
mentre, in caso contrario, vengono mantenute dalla comunità ed aggiunte al fondo dell'anno successivo.
Le aree sono assegnate per un anno mediante estrazione; l'aleatorietà del sistema è però contemperata da una
suddivisione dei vigilantes stessi in tre gruppi a seconda dell'entità dei propri versamenti.
L'assegnazione casuale viene seguita da una successiva deliberazione che modifichi eventuali risultati considerati sbilanciati
(evento che però non si è mai verificato); è possibile sia concordare procedure di scambio fra i vari soggetti (la cui
trattativa risulta assolutamente personale) che richiedere la riassegnazione dell'area precedente pagando al fondo una
quota pari a cinque volte la cifra già versata; su tale opzione delibera l'assemblea con partecipazione limitata a chi ha
acquisito le altre aree dello stesso gruppo.
Fondamentale, per comprendere il meccanismo, è anche osservare come le stesse aree siano collocate nei tre gruppi in
base ai risultati ottenuti nell'ultimo biennio; questo comporta l'inserimento di un'ulteriore variabile di assoluto rilievo
nelle procedure di selezione.

giovedì 25 ottobre 2012

PRIVATE TEACHER IN ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE

                                                               Benvenuti!


Mi chiamo Edoardo Natale, classe 1978. Campano di origine, dal 2002 vivo tra Salerno e Modena.

Se siete interessati alla mia attività come insegnante e formatore, date un'occhiata alle pagine del mio blog Icebergitaliano.

Se volete sapere ciò che ho fatto in ambito della comunicazione interculturale prendete pure contatto con me.

Per contattarmi, potete scrivere a edona54@hotmail.com

CHE PARTITA GIOCA IL QATAR

L'emiro del Qatar, Sceicco Khalifa Ebbene Hamad Al Thani, è arrivato ieri nella Striscia di Gaza ed è il primo capo di stato arabo in funzione a recarsi in questa parte dei territori palestinesi dai tempi della sua occupazione da parte d'Israele nel 1967.

L'emiro è accompagnato dalla sua moglie Cheikha Moza, e da una numerosa delegazione. Ufficialmente, l'Emiro viene per lanciare un'operazione di ricostruzione della Striscia di Ghaza, la quale ha subito degli enormi danni durante l'operazione militare israeliana denominata "Piombo indurito" durante l'inverno 2008-2009, causando più di 1400 morti e 5000 feriti, in maggioranza dei civili. Il Qatar spenderà tra i 250 e  400 milioni di dollari in progetti come quelli del rifacimento della strada Salah Eddine, la quale è la strada principale nella Striscia di Ghaza con i suoi quaranta di chilometri che collegano il nord al sud dell'enclave palestinese. Sono previsti anche progetti nel campo dell'agricoltura e della costruzione edile.

Il Primo ministro del governo Hamas, Ismail Haniyeh, aveva richiesto in un comunicato, pubblicato la scorsa domenica, agli abitanti della Striscia di Ghaza "a manifestare il loro senso di ospitalità accogliendo a Ghaza questo grande visitatore." La sicurezza è già stata rinforzata nei luoghi dove deve rendersi l'emiro del Qatar. Le bandiere del Qatar sono presenti oramai in tutte le vie, dove si possono vedere anche numerosi pannelli dove leggiamo "Grazie al Qatar che tiene le sue promesse." Se i dirigenti del Hamas al potere da giugno 2007 nella striscia di Ghaza sono molto felici di questa visita che, secondo loro, metterà definitivamente un termine al blocco israeliano, non si può certo dire la stessa cosa nel campo del movimento Fatah.

L'influenza del partito di Mahmoud Abbas è quasi inesistente oggigiorno nella striscia di Gaza. Probabilmente preoccupato nel preservare la sua relazione con Hamad, il presidente dell'autorità palestinese e con il Fatah, Mahmoud Abbas, ha confermato in un comunicato aver ricevuto un comunicato da parte dell'emiro del Qatar, informandolo della sua intenzione di visitare la banda di Ghaza e dei progetti di sviluppo qatarioti in questa parte dei territori palestinesi.

Abbas applaude nonostante tutto

 In un comunicato pubblicato dall'agenzia ufficiale palestinese Wafa, il presidente palestinese ha salutato gli sforzi dello Stato del Qatar in favore della banda di Ghaza, sottolineando la necessità di preservare l'unità del territorio palestinese e di mettere fine alla divisione. All'interno del comitato centrale del Fatah, il discorso era più critico. Jamal Mehissene, membro del comitato centrale, ha affermato ieri che il suo movimento "rifiuta ogni visita di capo di stato arabo o straniero nella banda di Ghaza senza coordinamento preliminare col presidente palestinese Mahmoud Abbas", sostenendo che "lo scopo di ogni visita non organizzata è di rafforzare la divisione." Israele, da parte sua, in qualità di forza occupante che impone un blocco marittimo totale ed un altro terrestre parziale sin dal 2006, tramite il suo portavoce del Ministero degli Esteri, Yigal Palmor, ha criticato la visita dell'Emiro del Qatar poiché vede in questa visita un sostegno ad Hamas a discapito degli altri palestinesi.

"Troviamo bizzarro che l'emiro non sostenga i palestinesi nel loro insieme, ma che si schieri col Hamas contro l'Autorità Palestinese a cui non ha mai reso visita" in Cisgiordania, ha detto Yigal Palmor. "L'emiro ha scelto  in tal modo il suo campo e non è cosa buona", ha aggiunto, omettendo di dire che è stato lo stato ebreo a fomentare con tutte le sue energie le divisioni tra palestinesi, indebolendo il presidente Abbas e l'Autorità Palestinese per via del loro rifiuto della politica colonialista ed espansionista israeliana.









UN ANNO DOPO LE ELEZIONI DEL 23 OTTOBRE 2012 IN TUNISIA

La speranza nata dalla caduta del regime dittatoriale di Ben Ali e l'entusiasmo emerso dal successo delle elezioni del 23 ottobre 2011 non smettono di cedere il passo al dubbio, a causa dell'assenza di miglioramenti percettibili nella vita quotidiana delle fasce povere e marginalizzate della popolazione.

La rivoluzione tunisina del 17 dicembre-14 gennaio è il risultato della convergenza delle contestazioni popolari provenienti dalle zone povere e marginalizzate da troppi anni del paese e con le rivendicazioni democratiche dei sindacalisti ed altri intellettuali. Il popolo tunisino si è sollevato per la libertà e la dignità. Un anno dopo le elezioni felicemente riuscite del 23 ottobre 2011, il bilancio della transizione sociale e democratica passa tramite una valutazione della situazione politica, economica e sociale.


Piano politico: lo spettro di Nida' Tounes

La nuova classe politica tunisina non potrebbe che avere come missione quella della rottura col regime precedente caduto e con l'instaurazione della democrazia. "Non si tratta per niente di una caccia alle streghe, ma di una restituzione dei soldi presi  necessaria affinché la corruzione politica non venga banalizzata dopo la rivoluzione", spiega Samir Rabhi, portavoce dell'istanza superiore della realizzazione degli obiettivi della rivoluzione. "Soltanto la giustizia può giocare questo ruolo contro quelli che ha fatto del torto alla nazione, mentre la giustizia di questo governo transitivo innalza le norme necessarie per gettare la spugna", aggiunge Samir Rabhi.

Questa di Samir sembra essere la via della ragione, altre voci spingono per l'esclusione delle persone, avendo fatto parte delle strutture del  partito RCD di Ben Alì, durante il periodo dal 7 novembre 1987 al 14 gennaio 2011, così come quella della vita politica per un periodo di almeno cinque anni. Tutto ciò è stato possibile tramite l'articolo 15 della legge elettorale di 2011 che ha vietato ai membri del RCD di partecipare alle urne elettorali del 23 ottobre2011. Tuttavia, numerosi sono i politici dche hanno fatto ricorso alla  giustizia contro questo provvedimento di esclusione, basato sull'articolo 15, ottenendo spesso la ragione dei giudici.
"Solo la giustizia ha il diritto di privare qualcuno di un diritto fondamentale, come la partecipazione alla vita politica", insorgono i militanti di Nida' Tounes, poiché una tale legge rischierebbe di allontanare dalla scena politica il loro leader Béji Caïed Essebsi. Ciò non viene condiviso dai militanti di Ennahda perché pensano che "di fronte al rischio del ritorno dei membri del RCD sotto altre forme, è da ritenersi possibile considerare una procedura di esclusione." "Nida' Tounes è più pericoloso dei salafistes jihadistes", ha dichiarato ultimamente il presidente di Ennahda Rached Ghannouchi, il quale ha spiegato una tale avversità per il fatto che "Nida' Tounes sfrutterà la rete di conoscenze del RCD, mentre i jihadisti sono un dei prodotti della rivoluzione."

Il dirigente di Nida' Tounes, Mohsen Marzouk, ha affermato in risposta a questa accusa che "non è Nida' Tounes che ha attaccato il 14 settembre l'ambasciata degli Stati Uniti e ha rovinato l'immagine della Tunisia." Ritornando sulla sua esclusione, il Primo ministro del governo di transizione e presidente di Nida' Tounes, Béji Caïed Essebsi, ha fatto notare che verificando l'elenco degli eletti di Nida' Tounes, era l'unica persona coinvolta in questa esclusione. "Tuttavia, io, ho rotto con Ben Ali nel 1990, quando ho constatato che le cose non andavano bene ed io non ho mai detto che Dio era in Alto ed Ben Ali era in terra", ricordando al presidente di Ennahda, Rached Ghannouchi, i suoi propositi quando il presidente Ben Ali gli aveva accordato una grazia presidenziale. Béji Caïed Essebsi ha ricordato allo stesso tempo a quelli che pretendono la " purezza rivoluzionaria" che " Noureddine Bhiri ha siglato un patto nazionale inerente il progetto di Ben Ali del 1992 per conto di Ennahda".Quindi non dovrebbe porsi come il primo della classe" ha fatto notare al cronista.
Parlando dell'esclusione politica di Nida' Tounes, il politologo Hamadi Redissi stima che è chiaro che i calcoli politici sono dietro questo tentativo di Ennahda e del CPR di spodestare Béji Caïed Essebsi, pretendendo di attaccare le fondamenta del RCD". "L'anziano Primo ministro incarna l'unica forza capace di tenere di testa al movimento di Ennahda ed i suoi alleati", puntualizza Hamadi Redissi.

Missioni politiche

Rievocando la rottura col regime deposto, si constata che il governo della troica non è diventato niente in modo istituzionale. La resa del conti anticipo molto lentamente al livello della giustizia. I "simboli" del regime decaduto, i due fantastico-ministri della presidenza: Abdelaziz Ebbene Dhia ed Abdelwahab Abdallah, il presidente della Camera dei consiglieri, Abdallah Kallel, l'ultimo segretario generale della segreteria generale del RCD, il ministro del Trasporto, Abderrahim Zouari, ecc.) sono agli arresti da vicino a venti mesi negli schienali qualificati di "vuoti" per i loro avvocati e stesso per gli osservatori neutri. Per la sua parte, la giustizia di transizione non avanza, secondo gli osservatori della Lega tunisina dei diritti dell'uomo (LTDH).
"Non è normale che sia un qualsiasi ministero a mettere i bastoni tra le ruote ad un percorso di giustizia di transizione." "Questa istanza dovrebbe sfuggire al controllo dell'amministrazione. Invece, Ennahda vuole mettere la mano su tutto", insorge Abdessattar Ben Moussa, presidente del LTDH.

Peraltro, il Dottore Ben Moussa ricorda che "l'allontanamento di certe personalità del RCD si è compiuto finora in maniera populista tramite manifestazioni spontanee, o manipolate, contro i responsabili, in modo particolare durante i primi mesi della rivoluzione." Il presidente del LTDH nota tuttavia che dei “ noti membri del RCD continuano ad esercitare nella presidenza del governo e nei gabinetti di parecchi ministri." "Basta passare in rassegna la squadra che circonda il capo del governo, Hamadi Jebali, e di rievocare l'ultima nomina di Chedly Ayari alla Banca centrale per concludere che il trattamento dei membri del RCD si fa su misura e secondo gli interessi partigiani della troica", prosegue Ben Moussa. Per ciò che concerne le missioni attribuite dal popolo all'assemblea nazionale riguardano la scrittura di una nuova costituzione e l'introduzione di tre commissioni indipendenti per le elezioni, la magistratura e i media.

"I tre partiti della troica hanno aspettato un anno per proporci la bozza di un accordo politico", ironizza il politologo Hamadi Redissi che rimprovera loro "un accertato dilettantismo politico". "Dato che nessun partito politico dispone di una maggioranza all'assemblea, e poichè la troica è composta da un partito islamico e da due partiti laici, dei compromessi sono necessari per fare proseguire sui temi controversi, come ad esempio la forma politica, la legge elettorale o il modo di gestire la magistratura", puntualizza. "Ma, non è normale che la troica venga, dopo un anno, annunciare un accordo su un regime parlamentare pianificato senza dare fornire nessuna spiegazione supplementare.
L'elezione del presidente con il suffragio universale non risolverà tutti i problemi. Rimane da ripartire le funzioni di ogni istituzione all'interno del potere esecutivo e questo non è cosa facile, senza parlare della legge elettorale, o della Corte costituzionale. Ennahda preferisce una legge proporzionale con requisiti percentuali elevati e non è contenta dell'installazione di una qualsiasi istanza di controllo sull'assemblea. Ettakattol ed il CPR sono favorevoli alle proporzionali in maniera convinta e per una Corte costituzionale", afferma il professore Redissi. Conclude affermando che "la strada è ancora lunga."


Situazione socio-economica: non va più niente

Dal 14 gennaio 2011, le cifre reali della disoccupazione hanno ripreso il loro posto nelle statistiche, così come quelle sulla povertà. I dati dicono che sono circa il 18% a non avere un impiego, tra cui 150 000 laureati. La povertà tocca più del 10% della popolazione. Le difficoltà innescate dalla caduta del regime e la transizione in corso, si ripercuotono sul vita socioeconomica del paese.
Si tratta essenzialmente di quei segmenti della popolazione alla ricerca di un miglioramento delle loro condizioni di vita. Purtroppo, la domanda non è tanto sistematica, perché la ripresa economica e le offerte di lavoro necessitano di condizioni obiettive che non sono ancora riunite. Ma nessuno dice questa verità, da qui nasce l'impazienza delle persone. I politici, particolarmente durante la campagna elettorale del 23 Ottobre 2011 hanno promesso mare e monti alle popolazioni più deboli del paese.
Oggi, nell'assenza di risultati concreti e rapidi, la tensione sociale è al suo culmine, ciò non permette di creare le condizioni migliori per un ritorno degli investimenti. Non bisogna neanche trascurare il fatto che il nostro primo partner economico, vale a dire l'Europa, sta attraversando una forte crisi. Difatti, la Francia ha avuto una crescita pari a zero nel 2011, mentre la Germania ha registrato una crescita del 0,3%, senza parlare della situazione in Grecia ed in Spagna. È già cosa buona che l'Europa abbia messo mano alla tasca per sostenere la transizione e che stia operando attualmente per negoziare un accordo di libero scambio completo ed approfondito (Aleca). La transizione in Tunisia è confrontata a problemi interni, a sapere il forte tasso di disoccupazione e le disparità regionali, così come a difficoltà esterne come ad esempio la crisi del proprio debito in zona euro e la situazione del vicino libico.
Questa instabilità macro-economica ha condotto alla recessione dell'economia tunisina così come all'aggravamento degli squilibri commerciali, di bilancio e finanziari. La crescita economica, promessa per il 2012, non potrà raggiungere i 3,5%, mentre il deficit di bilancio rischia di aggravarsi e di raggiungere i 10%, se non si recuperano i soldi che provengono dalla vendita dei beni presi appartenenti ai simboli del regime caduto. Questo contesto politico incerto e questa tensione socio-economica ha spinto le agenzie di rating internazionali, Standard and Poor's e Moody's hanno ad abbassare il rating della Tunisia. La situazione dunque non è facile e l'imperativo è di lavorare duro per raddrizzare la situazione, affinché la popolazione non perda speranza nella sua rivoluzione.









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martedì 23 ottobre 2012

RAGIONI PER CREDERE NELLA NUOVA LIBIA


La nostra comprensione limitata della Libia continua fino a questo giorno. I media stranieri si concentrano soltanto sui vari filoni in comune con gli altri paesi del mondo arabo come ad esempio: la primavera araba,  lotte intestine, governi instabili, estremisti, in particolare gli estremisti islamici, e la grande incertezza circa  il futuro.Queste sono preoccupazioni molto reali e sono presenti in maniera centrale nella Libia odierna. L'attacco al consolato americano a Bengasi dimostra in maniera chiara che tutti questi problemi sono molto reali.

Tuttavia, non tutti i paesi arabi vanno visti come simili, e quello che ho visto con i miei occhi in Libia suggerisce che ci sia qualcosa di speciale in questo paese, qualcosa che mi fa credere nel futuro della nazione.

I libici che ho incontrato hanno il forte desiderio di uscire dal loro isolamento e dalla lunga oppressione del regime di Qaddafi. Vogliono dare valore alle loro lotte e alle numerose difficoltà sopportate nel corso degli ultimi 40 anni con la costruzione di uno stato indipendente e prospero.

Dieci anni di esperienza con la ricostruzione post-bellica in Iraq e in Afghanistan mi hanno insegnato che la realizzazione di questo sogno sarà un processo lento e difficile. Tuttavia, nei miei incontri con i ministri del governo e leader civili, è diventato chiaro che i libici condividono un obiettivo di progresso nazionale, e il desiderio di farlo in modo serio e ponderato.

Piuttosto che andare di fretta con la ricostruzione sporadica e con l'avviamento di nuove attività di sviluppo, il governo ha cercato di imporre dei piani strategici che corrispondono ai singoli progetti in una serie di obiettivi a lungo termine.

E ' estremamente difficile mantenere questo approccio di fronte al malcontento generale e al desiderio post-rivoluzionaria del popolo libico per il progresso. Sarebbe molto più facile investire dei soldi nelle diverse tribù e nel miglioramento delle regioni esigenti.

Tuttavia, il governo transitivo ed ora il nuovo primo ministro Mustafa Abushagur stanno mettendo le basi in ogni settore nevralgico della società libica come la salute,  il lavoro e l'occupazione giovanile.

I ministri e il personale più anziano che ho incontrato voglio sapere come specifica attività di inserirsi in esercizi di pianificazione più ampie, come contribuiscono ai bisogni immediati, mentre plasmare il futuro della Libia. Per esempio, come potrebbe sostenere nuove strutture della gioventù opportunità economiche per le future generazioni di libici in tutti i 46 distretti?

Questa attenzione a lungo termine è sostenere lo sforzo del governo di mantenere l'identità fortemente diviso tra fazioni libico uniti sotto un'unica bandiera nazionale. La gestione delle elezioni, la distribuzione di nuovi progetti e lo sforzo lungo e lento a portare milizie sotto il controllo unificato sono sfide incredibilmente difficili, in particolare quando Gheddafi ha lasciato poche istituzioni forti nel governo per svolgere questo lavoro.

A differenza di Iraq, che ha avuto una lunga storia di governo centrale forte, il nuovo governo libico deve plasmare un'identità con un patrimonio molto più frammentato. La capacità del nuovo governo si potrà vedere nella sua capacità di soddisfare le esigenze delle persone così come nel capire se i libici vorranno vivere e credere in uno stato unitario con un suo governo nazionale oppure tornare alle identità settarie o tribali. La sfida è veramente ardua per il nuovo governo libico e i suoi alleati sono veramenti pochi in questo periodo storico dove i paesi del golfo come il Qatar da una parte finanziano la ricostruzione ma allo stesso tempo finanziano la presenza o il mantenimento di organizzazione salafiste.

La Libia non dovrà seguire un modello specifico, né quello dell'Iraq, della Turchia o degligli Emirati ma dovrà compiere un percorso specificamente libico cercando di ottenere nella comunità internazionali degli esempi di " building State" validi alle idee del popolo libico.

Le contro-proteste a Bengasi dopo la morte dell'ambasciatore degli Stati Uniti mi sono sembrate essere l'unico esempio di questo tipo di anti-estremismo presente nella città di Bengasi. La comunità internazionale, composta da una pluralità di interessi non sempre convergenti dovrà provare ad aiutare quei libici che vogliono uno stato moderno, unitario e rappresentativo. Sostenere una tale visione è una ragione sufficiente per me per continuare a tornare nella Libia libera.

Articolo tratto dal Libya Herald del 29 Settembre 2012 e scritto da
Andy Griminger , Vice Presidente della Management Systems International (MSI) e Direttore di MSI Libya.

lunedì 13 agosto 2012

pubblicazioni scientifiche

 Pubblicazioni

http://venus.unive.it/italslab/modules.php?op=modload&name=ezcms&file=index&menu=79&page_id=683
http://venus.unive.it/italslab/modules.php?op=modload&name=ezcms&file=index&menu=79&page_id=694
http://trickster.lettere.unipd.it/doku.php?id=seconde_generazioni:natale_migrante
http://www.researchgate.net/publication/41141105_Giuseppe_Ungaretti_una_poetica_della_migrazione

Articoli in rubrica
http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/578

Presenza sul web


 http://qui.uniud.it/notizieEventi/studio/articolo.2011-07-05.9645312522
http://qui.uniud.it/notizieEventi/studio/da-15-paesi-di-3-continenti-allateneo-di

lunedì 2 luglio 2012

Cultura e sistemi discorsivi


Cultura e sistemi discorsivi



Partendo dalle parole di Scollon ( 1995) in merito alla nozione di cultura e sistema discorsivi possiamo citare il seguente passo:  in che modo possiamo affermare che le persone cinesi, americani, australiani, francesi personalmente rappresentano i valori culturali del proprio contesto culturale e come tali valori possano rappresentare una significante differenza nella loro capacità di comunicazione?
Quali sono gli aspetti culturali importanti per il sistema discorsivi:
ideologia dominante in quel dato contesto; il sistema di faccia: la parentela, il concetto di sé; essere membri in-group oppure out-group; persone appartenente a società di diritto o società di relazione. Gemeinschaft ( società di diritto) e gesellschaft ( società di relazioni).



Le forme del discorso sono collegate alle funzioni del linguaggio in quanto con le parole non si svolgono le stesse azioni. La comunicazione non verbale ( cinesica, prossemica, concetto di tempo).
La socializzazione delle persone può avvenire con procedure retoriche differenti tra le persone: esiste molte divergenze tra persone con stile retorico di tipo deduttivo e persone con stile retorico di tipo induttivo.
Quali sono i valori sottostanti da queste scelte retoriche all'interno di quelle culture?
Questo rappresenta l'argomento di maggiore rilevanza nello studiare le interconnessioni presenti tra cultura e sistema discorsivi.

domenica 1 luglio 2012

titolo Modi di dire: Non essere un pozzo di scienza





I modi di dire sono delle finestre per guardare all'interno di una data comunità di parlanti.
Se prendo ad esempio, l'espressione “ non essere un pozzo di scienza” possiamo intuire il ruolo di profondità correlato alla nozione di sapere. In questo caso la nozione di scienza è intesa come capacità astratta di sapere fare e di detenzione di conoscenze specifiche.
Nella cultura popolare italiana, il pozzo è inteso come il luogo fisico dove difficilmente si può rinvenire la materia più importante del contadino ossia l'acqua.
Quindi il parallelismo tra l'acqua e la scienza fa capire la necessità di raggiungere la profondità del pozzo per raggiungere difficilmente questa profondità del sapere.
La scienza nell'immaginario collettivo viene rappresentata in maniera astratta perché non fa parte della vita quotidiana della stragrande maggioranza della popolazione.
Ulteriore aspetto da tenere in considerazione nell'espressione “ non essere un pozzo di scienza” è la presenza della figura retorica della litote ossia la capacità di dire mitigando l'atto di minaccia per la faccia di chi riceve questa espressione. Questo procedimento di de-enfatizzazione è molto presente nello stile interazionale italiano, il quale tende a gravitare tra la considerazione e la non-considerazione per il suo interlocutore.


sabato 30 giugno 2012

individualismo oppure collettivismo all'italiana


Il mio intento è di analizzare la società italiana con l'utilizzo del metodo di Trompenaars. Il punto di partenza è partire dalla nozione di individualismo o collettivismo all'interno del contesto culturale italiano. Inizialmente intendo definire per contesto culturale italiano le preferenze maggiormente riscontrate tra i comportamenti dei cittadini italiani nel perseguire un obiettivo. alla luce del mio sguardo fenomenologico posso sostenere che l'individualismo è molto presente nella comunità italiana. Ovviamente stiamo parlando di un individualismo all'italiana ovverosia un individualismo collocato all'interno di un bisogno atavico di stare in gruppo con altre persone. Ricordiamo che la definizione di individualismo è la capacità di affrontare i propri problemi in maniera autonoma ed indipendente e di fare ricorso soltanto alle proprie forze. Nel contesto italiano, la nozione di individualismo prende la connotazione di perseguire i propri interessi anche a detrimento delle persone con le quali intrattengo rapporti di gruppo. Questa situazione è tollerata per il bisogno antropologico di stare con gli altri. Questo bisogno è molto sentito nel contesto italiano dove l'individualismo come viene inteso nella cultura anglosassone viene percepito come spirito di pionierismo e di solitudine esistenziale. In linea di linea posso sostenere quindi una forte presenza di individualismo all'interno di un gruppo. Ad esempio, mi riferisco alla situazione di "uscita in comitiva" dove alcune persone decidono per altri i luoghi da frequentare nella serata oppure decidono di condividere la loro conversazione con alcuni elementi della comitiva senza mostrare interesse per tutti i partecipanti della serata. In pratica sono tante persone sole che decidono di perseguire i propri interessi in maniera egoista ossia pensando soltanto al proprio soddisfacimento personale. I momenti di collettivismo italiano forse si possono intravedere durante i momenti di vita studenteschi dove vige il principio di “fare una colletta” per ottenere la diminuzione dei costi di un prodotto o servizio usufruito da più persone. Il collettivismo, all'interno di un paese dove vige il concetto di famiglia ristretto, è da ricercare nel mondo operaio e degli studenti in quanto sono organizzazione più ampie e quindi le persone cercano forme di solidarietà diretta per eliminare la sensazione di freddezza insita nelle organizzazioni di grosse dimensioni.

Universalismo oppure particolarismo.

Fatta la legge trovato l'inganno è il modo giusto per rappresentare il bisogno di particolarismo presente nella comunità italiana. Questo sentimento di non accettazione di regolamentazione esterna dal proprio orizzonte di vita sembra essere un tratto permanente del vivere italico.
Le regole vengono scritte in modo complicato in modo da individuare delle soluzioni sempre ad hoc per le varie persone in funzione di convenienza e status ascritto delle persone.
Come esempio si può fare ricorso sia alla burocrazia italiana così come ai tanti regolamenti presenti nei vari uffici. Questi sono alcuni esempi dell'impossibilità di rispettare un comportamento di tipo universalista.

venerdì 23 marzo 2012

Esercizi di traduzione dal francese all'italiano

Les points de vue et approches interculturels (ou le « savoir être ») :
curiosité et ouverture, aptitude à réviser sa méfiance vis-à-vis des autres
cultures et sa foi dans sa propre culture.
Il s’agit, en d’autres termes, d’une volonté de relativiser ses propres valeurs,
ses propres croyances et comportements, d’accepter que ce ne sont pas
forcément les seuls possibles et les seuls manifestement valables, et
d’apprendre à les considérer du point de vue d’une personne extérieure, ayant
un ensemble de valeurs, de croyances et de comportements différent. On
pourrait également appeler cela l’aptitude à « décentrer ».

Il sapere esistenziale presente nell'interculturalità.

I punti di vista e vari approcci interculturali sono raffigurati nella curiosità, nell'apertura, nell'atteggiamento di revisione della propria diffidenza nei confronti delle altre culture così come il proprio credo nella propria cultura.
Si tratta, in altre parole, della volontà di relativizzare i propri valori, le proprie credenze e comportamenti, di accettare il fatto che i propri valori non sono necessariamente gli unici possibili e veritieri. Inoltre occorre anche imparare a considerarla secondo la prospettiva di una persona straniera con la sua diversità valoriale, di credenze e di comportamenti. In poche parole occorre sviluppare questa attitudine al "decentramento" culturale.

La connaissance (ou les savoirs) : connaissance des groupes sociaux, de
leurs produits et de leurs pratiques, à la fois dans son propre pays et dans celui
de l’interlocuteur ; connaissance, également, des interactions générales entre
les sociétés et les individus.
Ainsi, le concept de « connaissance » peut être défini comme une double
entité : d’une part, la connaissance des processus sociaux, et, de l’autre, la
connaissance des éléments qui sont la traduction concrète de ces processus et
produits - cette deuxième composante englobant la connaissance de la vision
que les autres ont probablement de vous, et une certaine connaissance des
autres.

La conoscenza ( o i saperi): la conoscenza dei gruppi sociali con le loro produzioni e pratiche sociali all'interno della propria società così come all'estero. Il sapere delle interazioni presenti tra gli individui e la società in quella data comunità. In questo modo, il concetto di "conoscenza o sapere" può essere definito come una doppia entità: da una parte, la conoscenza di pratiche sociali, dall'altra parte, abbiamo la conoscenza di quei elementi che sono la traduzione concreta dei procedimenti sociali e dei suoi prodotti- questo secondo elemento racchiude la conoscenza della visione che gli altri hanno verosimilmente di noi e nello stesso tempo una certa conoscenza degli altri.

Esercizi di traduzione dal francese all'italiano

En résumé, développer la dimension interculturelle de l’enseignement
des langues, c’est reconnaître les objectifs suivants : faire acquérir à
l’apprenant une compétence aussi bien interculturelle que linguistique ;
le préparer à des relations avec des personnes appartenant à d’autres
cultures ; permettre à l’apprenant de comprendre et d’accepter ces
personnes « autres » en tant qu’individus ayant des points de vue, des
valeurs et des comportements différents ; enfin, aider l’apprenant à
saisir le caractère enrichissant de ce type d’expériences et de relations.

In sintesi, sviluppare la dimensione interculturale nell'insegnamento delle lingue moderne significa il riconoscimento dei seguenti obiettivi: acquisizione da parte dell'apprendente di una competenza non soltanto linguistica ma anche interculturale; preparare lo studente a relazioni umane con persone appartenenti ad altri gruppi culturali; preparare lo studente a capire ed accettare le persone "straniere" in qualità di individui portatori di punti di vista, di valori e di comportamenti diversi; infine, aiutare l'apprendente nel cogliere il carattere di ricchezza insito all'interno di tali esperienze e relazioni.

giovedì 22 marzo 2012

Utilizzo di Moodle nell’insegnamento dell’italiano lingua seconda

1.0 Introduzione

Non c’è nessuno che si occupi di insegnamento di una lingua seconda che neghi oggi la necessità di inserire i contenuti linguistici in un più ampio quadro di tipo tecnologico, avvicinando l’apprendente alla lingua e cultura del paese tramite gli strumenti innovativi delle telecomunicazioni. Da più parti si sostiene infatti l’importanza del principio della comunicazione didattica online per creare “un rapporto concreto e facilitato tra il docente-discente”e per facilitare l’accesso alle risorse pedagogiche necessarie per il proprio percorso di studio. La scelta del programma “Moodle” è avvenuta in quanto rappresenta un sistema di somministrazione di corsi in maniera gratuita adoperando dei principi pedagogici per aiutare gli insegnanti a stimolare la nascita di comunità di apprendimento attraverso l’utilizzo della rete telematica. Questa modalità di lavoro permette il proseguimento della lezione frontale in aula al mondo della rete attraverso un sito web da condividere con altri studenti e con i vari docenti di riferimento. Tale rapporto diretto tra l’apprendente e il docente può rappresentare un punto di forza nell’apprendimento delle lingue in quanto mette in avanti un approccio più spontaneo, immediato ed autonomo nell’utilizzo della lingua di studio.
La piattaforma Moodle permette di sviluppare corsi, suddivisi in argomenti che possono essere organizzati in lezioni. Le lezioni sono definite nel software “attività”, la tipologia delle attività comprende compiti, glossario, quiz, forum, ed altre cose. Accanto alle “attività” ci sono le “risorse”, che permettono il collegamento con file, siti, ecc., cioè consentono di introdurre documenti, immagini, filmati, per approfondimenti.

1.1 Illustrazione di un esempio per la didattica dell’italiano L2

L’utilizzo di Moodle permette di individuare come “attività” l’individuazione di materiale didattico tratto direttamente dalla rete come può essere il caso per testi letterari, giornalistici, diplomatici, commerciali, artistici o religiosi. Tali testi possono ottenere tramite Moodle un’aggiunta di materiale audio e video. Tale scelta può rappresentare un incentivo di motivazione tra gli studenti invogliati a scegliere il materiale più appropriato per la definizione dei lavori autonomi di approfondimento. Inoltre, all’interno della rete sono fruibili vari dizionari della lingua italiana on-line e con vari glossari molto utili per un lavoro di tipo contrastivo sviluppato tramite un’interazione di tipo “forum” o “chat” tra studenti o studenti-docente. Queste attività didattiche possono portare alla nascita di un blog didattico o di tipo “blog evento” quando si tratta di un’attività limitata nel tempo.


1.2 Quali sono i punti forte di moodle?

I punti che possiamo citare come elementi di forza di “Moodle”sono i seguenti secondo i lavori svolti da Wikipedia:
la familiarità delle nuove generazioni con le tecnologie della comunicazione e dell’informazione,
la possibilità di “collocare” in un luogo virtuale ma accessibile anche da casa materiali didattici usati in classe, riducendo o eliminando le fotocopie,
la possibilità di allargare le fonti a cui attingere, introducendo accanto ai libri di testo, agli appunti, ecc., altre risorse messe a punto dall’insegnante e dagli alunni o reperibili in Internet,
l’educazione ad un uso corretto e a fini di studio delle risorse presenti sul web,
la possibilità di aggiornamento continuo dei materiali.
Integrazione delle attività in aula con altre modalità di studio

1.3 Le ipotesi da verificare nell’utilizzo di Moodle?

Le ipotesi che pongo in esame sono da verificare dopo un concreto utilizzo di un corso di lingua tramite la piattaforma di Moodle. Le ipotesi che sottopongo alla vostra attenzione sono le seguenti:
Quali sono le possibilità di offrire percorsi individualizzati, in particolare per quello che riguarda tempi e ritmi di lettura dei documenti e di svolgimento degli esercizi, l’autocorrezione e l’uso dei forum e della posta elettronica;
Quali possibilità abbiamo di instaurare nuove modalità di relazione con il docente;
Come sollecitare una maggiore operatività degli alunni;
Come potenziare le capacità di accedere e reperire le risorse informative come motore all’accrescimento della motivazione allo studio;
1.4 Conclusioni
Come già dichiarato, tale percorso non è in alcun modo sostitutivo dell’attività in aula, dei libri e delle biblioteche come mediatori delle conoscenze, della comunicazione interpersonale con la sua ricchezza e i suoi imprevisti. La piattaforma Moodle, tuttavia, presenta i vantaggi di essere accessibile e facilmente aggiornabile, consente maggiore libertà di organizzazione dello studio e risulta una spinta motivazionale forte per gli studenti. Dal punto di vista del docente, offre la possibilità di gettare uno sguardo sullo studio domestico dell’alunno, controllando se effettivamente ha consultato la lezione e si è esercitato.

giovedì 2 febbraio 2012

LEARNING ITALIAN FOR CHINESE SPEAKER

http://article.yeeyan.org/view/159203/111721

http://www.tvprato.it/archives/16375 ( ITALIAN LESSON WITH VIDEO)

Ciascuna delle dieci puntate corrisponde ad una lezione nella quale sarà riprodotta una situazione ricorrente nella realtà quotidiana. Il filo conduttore è la storia di un ragazzo cinese che arriva a Prato dove viene accolto da una ragazza della stessa etnia che vive a Prato e parla italiano e lo aiuta a conoscere la città e la nostra lingua in modo progressivo con difficoltà via via crescenti. I due giovani si trovano ad affrontare situazioni molto verosimili: si comincia con le presentazioni e si prosegue simulando una conversazione tipo alla fermata dell’autobus, alla posta, a colloquio con un professore, all’ospedale, a cena, nelle uscite con gli amici o nel fare una telefonata, cercare casa, chiedere indicazioni stradali.
“Il nostro obiettivo non è soltanto di insegnare la lingua italiana così complessa ma piuttosto aiutare la comunità cinese a familiarizzare con una società assai diversa dalla loro e con situazioni che ogni giorno devono affrontare”.
Ogni puntata della trasmissione si concluderà con il confronto fra due proverbi, uno cinese e uno italiano: servirà a mettere in evidenza che le due culture sono certamente diverse ma con curiosi punti in comune.

mercoledì 1 febbraio 2012

example of intercultural communication lesson plan

Developing Awareness:
An Intercultural Communication Lesson Plan
Asako Kajiura

Lesson Objectives:
Increase student's ability to interact with and understand aspects of other cultures such as body language, discourse patterns, male and female roles. The students use English during the whole process.
Student Levels:
This activity is appropriate for intermediate and advanced level students. Teachers can vary the difficulty of the language and tasks involved to fit their classes.
Prior to this lesson:
It is necessary to have pretaught the concept of body language, especially regarding greetings, leave takings, personal space. Of course, students must know vocabulary such as bowing, shaking hands, hugging, kissing touching palms together, etc...

For teaching these, it is useful to use sections from videos which show people from many cultures greeting, eating, starting conversations etc.. Students watch with the task of observing and recording how Italian, Saudi Arabian and Thai males and females interact with each other.
The Lesson:
Divide your class in half. Tell the students that each group is a new culture and each culture must create its own body language for greetings, leave takings, etc.. They must also decide what questions are asked and what topics are discussed when meeting strangers. They must also decide if and in what ways men and women in their cultures differ communicatively. Less imaginative students may require some funny or strange examples to inspire their creativity.

Place the students in two different rooms, so the groups cannot look at or overhear each other. In each room, they create their body language and other rules of social interaction. Then students within each group practice with each other, following their rules.

In the next stage, explorers from each culture travel to the other culture with instructions to interact and observe the foreign group's body language, conversation rules, sex roles, etc.. During this stage each group has foreign guests. Give them three to five minutes to interact. Then the foreigners return to their home cultures and report their observations to their partners. After this, a new group of explorers leaves for the foreign culture and the process is repeated until all students have spent time exploring and observing the foreign culture. Each group discusses how the two cultures differ and what they share in common.

In the last step, all members of the two cultures come together in one class. Representatives from each culture express their assumptions about the other culture. Each group tells the other group if the assumptions are correct. If the assumptions are incorrect, the groups teach their rules of social interaction.

Bibliography
Asako Kajiura http://iteslj.org/Lessons/Kajiura-Intercultural.html

ABSTRACT OF PHD THESIS, Author: Edoardo Natale

This study describes an analysis of the speech act of disagreement, in a sociopragmatics perspective, with the aim of establishing the cultural differences between Italian-speaking and French-speakers. I choose the disagreement as a prominent feature because it allows to analyze the linguistic politeness inside of a corpus of Italian and French television interviews.
The research is composed of a first part focuses on the exploration of various methodological models useful for the investigation of the linguistic phenomenon of disagreement, while the second part of the thesis concerns the analysis of the disagreement reported in the elected corpus. The analysis, conducted in accordance with the principles of sociopragmatics of Spencer-Oatey and Jiang, using the model of linguistic politeness by Brown and Levinson, with the grafts of Kebrat-Orecchioni, within an approach with the work of etnopragmatics (Duranti), highlights some differences in the realization of French and Italian speakers disagreement between speakers. These differences are attributable, according to the perspective adopted in this research, a different ethos in the two communities of speakers.
The ethos of the French would allow construction of more severe or aggravated disagreement is used as the linguistic structures that are not perceived as detrimental to the positive face of the speaker, in contrast Italian speakers in the production of the disagreement is almost always a threat to face upward, especially for their skills and \ or psychological identity. These results seem to adhere to a notion of ethos based on consideration and non-consideration by the Italian speakers, in which the linguistic politeness move from respect or no-respect for the interpersonal relationship with the approval or denial of interpersonal reality of the speaker. Instead, the ethos of the French seem to want to show a tendency to candor and to "engagement" through the emotional involvement of the speaker during the verbal exchange showing a greater willingness in terms of interactional rights between speakers.

Intercultural Sensitivity Inventory ICSI

In sintonia con il pensiero di Richard Brislin ( 2011) si afferma che la sensibilità interculturale proviene dalla capacità delle persone di modificare il loro comportamento abitudinale ( acquisito all'interno della propria cultura) quando si trovano ad interagire in modo duraturo con persone provenienti da un altro retroterra culturale. Brislin (2011) cita l'esempio degli impiegati che riescono più facilmente ad essere nella posizione di essere in disaccordo con i loro superiori in un ambito pubblico quando si trovano all'interno di una cultura di tipo individualistica e con scarsa distanza sociale tra i detentori del potere e i vari subordinati. Gli impiegati faranno molta più fatica se dovranno produrre il loro disaccordo in un contesto culturale caratterizzato da un alto indice di distanza sociale tra dirigenti e subordinati. Questi comportamenti spingono alla comprensione dei nostri comportamenti usuali e a tentare di capire le ragioni di questi comportamenti vengono valutati come efficaci nella realizzazione dei propri obiettivi nella propria cultura. La possibilità di modificare il proprio comportamento durante l'interazione con altre culture deve essere in linea con l'idea che modificare il proprio comportamento permette di realizzare i nostri obiettivi in modo più appropriato.

Bibliografia:

Brislin, R. (2000). Understanding culture's influence on behavior, 2nd ed. Fort Worth, TX:
Harcourt.