Archivio blog

mercoledì 29 novembre 2017

Analisi delle dimensioni culturali presenti nel dialogo come produzione orale per lo studente d'italiano L2

In questo dialogo concentrato sugli atti linguistici utili per richiedere delle informazioni nell'ambito di una vista turistica si cercherà di stabilire quali dimensioni culturali sono coinvolte durante lo scambio interazionale tra l'impiegato e il cliente.
Il dialogo inizia con un saluto come “ Buongiorno” che potrebbe essere inteso come una forma di adesione alla dimensione culturale con un orientamento temporale a breve termine perché essere al servizio degli altri è un dato importante. La replica sarà incentrata sul bisogno di ottenere delle informazioni tramite una domanda, la quale può essere una forma di adesione ad un debole evitamento dell'incertezza perché è accettato il principio di non conoscere le risposte. La domanda nasce in una dimensione di tipo debole evitamento dell'incertezza per raggiungere in seguito una dimensione di “ forte evitamento dell'incertezza” perché l'obiettivo è quello di ottenere chiarezza nel proprio agire.
La capacità di rispondere dell'impiegato implica un'adesione reciproca al bisogno di forte evitamento dell'incertezza con il principio che l'impiegato conosca tutte le risposte.
La replica del cliente è quella di una maggiore adesione ad una dimensione di forte evitamento dell'incertezza con la domanda “ quali isole?” perché si vuole avere maggiore chiarezza nella propria azione quotidiana. L'impiegato, offrendo una maggiore completezza alle sue risposte, farà intendere di aderire ad un basso indice di distanza sociale perché la spiegazione è una forma di legittimità del proprio ruolo di detentore di potere in questa data situazione.
Il cliente risponderà con un “ Ah che bello” per dimostrare la sua adesione ad una dimensione di tipo “ soddisfatti” con la tendenza nel dare importanza alle proprie emozioni positive così come al ruolo del tempo libero nella propria vita. Tuttavia chiedendo se fosse possibile visitare tutto in un giorno si rimane ancorato alla dimensione di forte evitamento dell'incertezza e allo stesso tempo ad una dimensione temporale a breve termine perché i fatti devono avvenire quanto prima possibile.
Il cliente prosegue sulla dimensione di forte evitamento dell'incertezza con la domanda “ quanto costa?” come atto linguistico portatore di un bisogno di chiarezza e di lottare contro l'ambiguità.
La capacità dell'impiegato di rispondere colloca il suo agire linguistico nella dimensione culturale di tipo forte evitamento dell'incertezza in linea con il parametro che indica la capacità di fornire tutte le risposte come un tratto rilevante di questa dimensione culturale.
Il cliente pronunciando un “ benissimo” significa accettazione una dimensione di tipo “ soddisfatti” mettendo in rilievo la rilevanza del tempo libero così come una sensazione di ricordare le emozioni positive. Inoltre possiamo annotare la presenza della dimensione culturale con un orientamento temporale a breve termine con il principio che è cosa buona spendere dei soldi per la vita sociale e il consumo.
In conclusione, il cliente pronuncia “ è stata molto gentile” come modalità per riconoscere la sua adesione ad una dimensione di tipo “ individualismo” perché i compiti sono più importanti delle relazioni durante lo svolgimento delle mansioni.



Dialogo " Ed ora si parte!"



i Impiegato  c cliente



I Buongiorno.
C Buongiorno. Vorrei alcune informazioni, per piacere, sulle gite da fare sul lago Maggiore.
I Bene, questo è un depliant con gli orari del traghetti per le isole.
c Ma quali isole ci sono?
i Da Stresa si possono visitare le tre isole Borromee: l'isola Bella, l'isola Madre e l'isola dei Pescatori.
c E cosa c'è da vedere sulle isole?
Dunque: sull'isola Bella c'è un bellissimo palazzo Barocco del 1600 e uno splendido giardino all'italiana. Sull'isola Madre c'è un giardino botanico con piante esotiche e animali in libertà.
L'isola dei Pescatori è l'unica ad essere abitata: si può visitare il borgo, con le vie strette e le case caratteristiche dei pescatori.
c Ah, che bello! Ed è possibile vederle tutte e tre in un giorno?
I Certamente. C'è un traghetto che collega le isole velocemente, in pochi minuti. Potete partire qui da Stresa, la mattina.
C Quanto costa il biglietto?
I Il biglietto costa dodici euro e collega tutte e tre le isole.
c Benissimo, grazie per i consigli, allora. E' stato molto gentile. Arrivederci.
i Arrivederci e buon divertimento.

Monologo C'era tutto, tranne la fine - La leggenda del pianista sull'oceano


Tutta quella città… non si riusciva a vederne la fine…
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?
Era tutto molto bello, su quella scaletta… e io ero grande con quel bel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c’era problema.
Non è quello che vidi che mi fermò, Max
È quello che non vidi.
Puoi capirlo? Quello che non vidi… In tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine.
C’era tutto.
Ma non c’era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita.
Questo a me piace. In questo posso vivere.
Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai… Quella tastiera è infinita.
Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.
Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche soltanto le strade, ce n’erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voialtri laggiù a sceglierne una.
A scegliere una donna. Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, e quanto ce n’è.
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla…
Io ci sono nato su questa nave. E vedi, anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano, ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato a vivere in questo modo.
La Terra… è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.
Non scenderò dalla nave.
Al massimo, posso scendere dalla mia vita. In fin dei conti, è come se non fossi mai nato.”
Novecento

Analisi delle dimensioni culturali all'interno di un dialogo per apprendenti di lingua italiana per stranieri

Il dialogo sarà svolto tra Monica, Chiara e Paolo



M: Ragazzi, vi va di andare al cinema domenica sera?
P: Sì dai, è da un po' che vorrei vedere Io non ho paura, tratto dal romanzo di Ammaniti.
C: E' molto bello, ma io l'ho già visto.
P Ma peccato, allora è meglio vederne un altro.
C Che ne dite di Caos Calmo di Moretti?
M E di cosa parla?
C Aspettate... vi leggo la trama: il protagonista affronta il dramma della perdita della moglie con una insolita calma. Lo fa non solo per aiutare la figlia, ma anche per una serie di imprevedibili coincidenze della vita.
M Ma sì, per me va bene. E per te, Paolo?
P Boh non so. Certo che dev'essere un po' triste.
M Paolo sei sempre il solito!
P Lo so, ma che cosa posso farci se mi piacciono i film divertenti, ma vabbè vengo lo stesso! Quando inizia lo spettacolo?
C Allora vediamo un po'. Inizia alle 8 e mezza.
M E dove lo danno?
C Al Moderno. E qui vicino, ci possiamo andare a piedi.
P Eh magari, dopo il cinema possiamo andare a casa mia. Ho comprato un nuovo gioco, un quiz con tante domande.



- Analisi delle dimensioni presenti nel dialogo " Dove andiamo stasera?"



In questo dialogo appare da subito l'allocutivo " ragazzi" come indice di adesione ad una dimensione di tipo " collettivismo" attraverso il principio di un "noi coscienzioso" presente in questo dialogo. Allo stesso tempo il dato di collettivismo è associato con la dimensione culturale di "debole evitamento dell'incertezza" presente in modo implicito nel chiedere una pianificazione ancora vaga del fine settimana insieme ad altri amici.  Questo inizio di dialogo si colloca ampiamente nella dimensione di bassa distanza sociale tra gli interlocutori. Infatti, l'atto linguistico " sì dai" rappresenta una forma di riconoscimento e di enfatizzazione della mia adesione a questo gruppo umano ma allo stesso tempo appare nel dialogo una proposta più dettagliata come forma di dato di individualismo con l'idea che le opinioni personali sono ricercate e affermate. L'atto linguistico " è molto bello" è una forma di riconoscimento della mia adesione alla legittimità della tua richiesta in sintonia con la dimensione di bassa distanza sociale. Allo stesso tempo appare il mio diritto di aderire ad una dimensione di " collettivismo" perché si contempla il parlare per sé come parametro positivo. La presenza di una replica con l'atto linguistico " ma peccato" con la successiva proposta di cambiare film come atto non problematico significa aderire ad una dimensione di debole evitamento dell'incertezza e allo stesso tempo collocare il proprio gruppo d'amici in una dimensione temporale a lungo termine perché ci si mostra capaci di adattarsi alle circostanze per mantenere l'armonia del proprio " in-group" di riferimento. In questo caso si vede come il collettivismo vada bene con la dimensione culturale di un orientamento temporale a lungo termine.
Nella successiva proposta enunciata con " che ne dite di Moretti?" si ritorna ad una dimensione di debole evitamento dell'incertezza perché si convive con il parametro di agio e benessere nell'incertezza della risposta. Nella replica " e di cosa parla?" invece si rappresenta una marca di forte evitamento dell'incertezza tramite il principio di bisogno di sicurezza.
Nella successiva replica " vi leggo la trama" si può notare un tentativo esplicativo come forma di orientamento temporale a breve termine traducibile come forma di comportamento di tipo universale da adoperare di fronte al bisogno di chiarezza. Tuttavia fornire un atto linguistico di tipo esplicativo rientra nella dimensione culturale di tipo " soddisfatti" con una piacevole sensazione di controllo della propria vita e la capacità di fornire delle risposte in sintonia con la dimensione di forte evitamento dell'incertezza. La risposta sarà " per me va bene" rappresenta una conferma di adesione ad una dimensione di tipo " soddisfatti" ponendo in rilievo l'importanza di mettere in avanti le emozioni positive e dare importanza al tempo libero. Continuando ci sarà un'iniziale presa di posizione più articolata da parte di un altro membro del gruppo con un atto del tipo " boh non lo so sembra... triste". Questo atto linguistico sembra un tentativo di aderire ad una dimensione di tipo " individualismo" con il principio che parlare per sé rappresenta una cosa buona.
Un membro tra gli amici sostiene che un altro amico sia " il solito" come modo per mantenere l'armonia come tratto fondamentale e come forma di enfatizzazione dell'appartenenza in ampia sintonia con la dimensione di tipo " collettivismo".
Nel dialogo Paolo tenta di passare dalla dimensione di tipo "individualismo" verso una dimensione di tipo " collettivismo" con un noi di tipo coscienzioso presente con l'accettazione della proposta degli altri per rimanere insieme.
La richiesta di conoscere gli orari di inizio dello spettacolo rientrano nella dimensione di "forte evitamento dell'incertezza" perché emerge un bisogno emotivo di regole e di chiarezza come parametro di questa dimensione culturale.  Con la successiva replica " inizia alle 8h30" si intende aderire ad un orientamento temporale a breve termine perché rendersi utile per gli altri è un tratto importante del comportamento di alcune persone.
Proseguendo nel dialogo si osserverà la presenza della dimensione di forte evitamento dell'incertezza con " dove lo danno?" perché occorre una certa chiarezza e possibilità di disambiguare la situazione.
La successiva replica" è qui vicino" rappresenta una forma di adesione ad una dimensione di tipo " soddisfatti" perché si nota una sensazione di controllo della propria vita e consente di avere in mente un ricordo positivo. La dimensione di "debole evitamento dell'incertezza", invece, si ritrova con la presenza di poco stress e la sensazione di controllo della propria vita.
La fine del dialogo propone il proseguimento delle attività a casa di un altro amico per accrescere la dimensione di tipo " soddisfatti" mettendo in rilievo l'importanza del tempo libero e la sensazione di un controllo della propria vita.




Monologo sulla vita – da “Il curioso caso di Benjamin Button”




"Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso
troppo presto,
per essere quello che vuoi essere.
Non c’è limite
di tempo, comincia quando vuoi.

Puoi cambiare o rimanere come sei,
non esiste una regola in questo.

Possiamo vivere ogni cosa al meglio o
al peggio.

Spero che tu viva tutto al meglio.
Spero che tu possa
vedere cose sorprendenti.

Spero che tu possa avere emozioni sempre
nuove.

Spero che tu possa incontrare gente con punti di vista
diversi.

Spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita.
E se
ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare
da zero."


Ho trovato per caso queso monologo e ho pensato di inserirlo… spero che ci sia sempre qualcuno che ci dia o ci aiuti a trovare quella forza per ricominciare…

Gassman Legge... Il menu -



primi piatti pasta rigatoni con pagliata lire 7000 pasta e fagioli lire 5000 secondi piatti rognone riffolato lire 6000  spigola arrosta secondo quantità dessert  frutta fresca di stagione torta della nonna tiramisù  servizio incluso in aggiunta al menu giovedì gnocchi  sabato trippa


Gassman legge l'etichetta di un capo delicato

 seta 30% cotone% 40% acrilico lavare a 40 gradi non strizzare non stirare capodelicato fare asciugare lontano da fonti di calore made in corea

martedì 28 novembre 2017

danze del sud

tammurriata




Alda Merini - io non ho bisogno di denaro


 Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti….
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

lunedì 27 novembre 2017

Junior 1. Episodio 4



Riscrivere il dialogo in classe


Quiz junior





Fra' Martino, campanaro,



Fra' Martino, campanaro,
cosa fai? Non dormir!
Suona il mattutino, suona il mattutino,
din, don, dan, din, don, dan,
suona il mattutino, din, don, dan!

Fra' Martino, campanaro,
è di già mezzodì!
Suona allegramente, suona allegramente,
din, don, dan, din, don, dan,
suona allegramente, din, don, dan!

Fra' Martino, quand'è sera,
dove sei? dove sei?
Suona piano piano, è l'Ave Maria,
din, don, dan, din, don, dan,
è l'Ave Maria, din, don, dan!

Fra' Martino, stai sognando,
di suonar, di suonar!
Tutte le campane, tutte le campane,
din, don, dan, din, don, dan,
tutte le campane, din, don, dan!

Fra' Martino, campanaro,
dormi tu? dormi tu?
Suona le campane, suona le campane,
din, don, dan, din, don, dan,
suona le campane, din, don, dan!

indovinelli




Dialogo 1 Faccio un sacco di cose con analisi culturale


Dialogo 1 Faccio un sacco di cose

Intervistatrice  intervistato ( repliche)

I Allora, so che lei si dedica allo sport da una vita!
R  Esatto, in pratica ho fatto di tutto. Ho iniziato con sport tradizionali, come il tennis e il nuoto, per poi passare all'arrampicata e al sup.
I Scusa l'ignoranza, ma che cos'è il SUP?
R  E' il surf, ma ci si aiuta con un remo, per avere maggiore stabilità ed equilibrio.
I Ho capito. Quindi lei fa sport di mare e terra. diciamo.
R Sì mi piace anche la roccia e mi arrampico spesso, ma faccio anche dell'altro.
I Ah sì? E cosa ancora?
R Ho provato qualche volta la discesa con una tavola da surf lungo i vulcani o le dune dei deserti.
I Caspita che coraggio! E poi si dice che gli italiani siano pigri!
R Infatti lo sono! Le statistiche dicono che il 41% degli italiani non fa nessuna attività sportiva e che lo sport preferito è il calcio, ma davanti alla tv! Ma chi fa sport, poi fa di tutto!
I Come lei! Insomma, quando pensa di andare in pensione?
R Dallo sport? Mai! Penso che ci sia uno sport giusto per ogni età!

Cercando di analizzare questo dialogo possiamo cominciare con la prima affermazione dell'intervistatrice mettendo in risalto inizialmente l'adesione ad un forte evitamento dell'incertezza con un bisogno di confermare le proprie idee o regole in riferimento alla forte adesione di tipo " soddisfatti" presente nella vita dell'intervistata ( R). Nell'atto linguistico " ho fatto di tutto" si può implicare una presenza di un debole evitamento dell'incertezza perché cambiare sport non è un problema con la presenza di un orientamento temporale a lungo termine perché una persona brava si adatta alle varie e nuove circostanze. Inoltre è presente la dimensione di tipo " soddisfatti" perché risulta molto importante il proprio tempo libero. Gli sport iniziali dell'intervistata sono da intendersi come una forma di adesione ad una dimensione di forte evitamento dell'incertezza per poi spostare la propria adesione verso quella di debole evitamento dell'incertezza.
La replica della giornalista sarà " scusi l'ignoranza" come indicatore di un'adesione ad un debole evitamento dell'incertezza accettando di vivere con un certo controllo di se stesso. Allo stesso tempo si potrebbe individuare un elemento di adesione ad una dimensione di alto indice di distanza sociale perché l'intervistatrice non sente il bisogno di legittimare il proprio ruolo perché si può intendere l'intervista incentrata sul ruolo dell'intervistatrice.
L'intervistata replica con una spiegazione come atto linguistico in linea con un basso indice di distanza sociale perché l'atto di spiegare rappresenta un modo di legittimare la propria posizione. La spiegazione comporta anche un forte evitamento dell'incertezza perché si cerca di fornire tutte le risposte.
L'intervistatrice mette in risalto nell'intervistata la sua adesione ad una dimensione di tipo " soddisfatti" con la tendenza a ricordare le emozioni positive e con un debole evitamento dell'incertezza con un controllo di sé, bassa ansietà e con una tendenza al benessere e allo star bene.
L'intervistata mette in avanti nella sua risposta l'adesione ad una dimensione di tipo " soddisfatti" con una tendenza a ricordare le emozioni positive e nel dirsi felice. Nell'atto linguistico " faccio altro" è un indice di individualismo perché l'io è di tipo coscienzioso. Inoltre mette in avanti il fatto che i compiti sono più importanti delle relazioni.
La domanda dell'intervistatrice " cosa ancora" indica una domanda in sintonia con la dimensione di tipo " vincolati" perché non è importante il tempo libero. Inoltre possiamo osservare un forte evitamento dell'incertezza con una forma di intolleranza verso questa differenza intesa come pericolosa.
Nella replica dell'intervistata si menziona " altri sport" indicando la presenza di un certo agio nell'ambiguità e caos, cambiare sport non è un problema in sintonia con il debole evitamento dell'incertezza. Questo quadro di debole evitamento dell'incertezza conduce ad un ricordarsi le emozioni positive come indicato nella dimensione di tipo " soddisfatti". L'intervistata utilizza il verbo " provare" come portatore della dimensione di tipo " debole evitamento dell'incertezza" ma anche di un'adesione ad una dimensione di orientamento temporale a lungo termine perché si ha la capacità di adattarsi alle nuove circostanze.
Nella risposta dell'intervista " caspita che coraggio" è un indicatore di riconoscimento del debole evitamento dell'incertezza vedendo nella tua differenza è un comportamento da tollerare positivamente. Inoltre è un riconoscimento dell'adesione dell'intervistata ad una dimensione culturale di tipo " soddisfatti" mentre l'intervistatrice sembra aderire ad una dimensione di tipo " vincolata" forse per assenza del ruolo del tempo libero nel proprio agire quotidiano. Si prosegue con l'atto linguistico " E poi si dice che gli italiani siano pigri" come valutazione che va nella dimensione di tipo " collettivismo" perché la realtà è percepita con l'enfatizzazione dell'appartenenza alla visione del mondo divisa in " in-group" o " out-group".
Anche l'intervistata rispondendo " infatti lo sono" indica un'adesione alla dimensione di tipo "collettivismo" con questo rimarcare l'enfatizzazione dell'appartenenza e l'adesione ad una visione di tipo " in-group" o " out-group" collocandosi nel gruppo di coloro che fanno molto sport ed escludendo coloro che fanno come unico sport quello di guardare il calcio alla tv come tratto di debole evitamento dell'incertezza con una tendenza alla tranquillità e bassa ansietà.
Le persone che fanno molto sport sono in adesione alla dimensione di debole evitamento dell'incertezza perché sono in agio con l'idea di cambiare sport.
L'intervistatrice interviene dicendo " come lei insomma" come forma di riconoscimento dell'adesione dell'altro ad un debole evitamento dell'incertezza e con la dimensione di tipo " soddisfatti" per giungere ad una dimensione di orientamento temporale a lungo termine perché una persona brava si adatta in funzione delle circostanze.
La giornalista chiedendo"quando andrà in pensione" indica un modo per invitare l'interlocutore ad una dimensione di orientamento temporale a breve termine tramite delle linee universali di comportamento nelle situazioni della vita. Allo stesso tempo questa domanda spinge verso una dimensione di tipo " vincolati" con una scarsa propensione a ricordare le emozioni positive.
Per l'interlocutrice lo sport rappresenta un elemento della dimensione di tipo " soddisfatti" e quindi da difendere tramite una forte adesione ad una dimensione di forte evitamento dell'incertezza perché l'idea dell'intervistatrice è pericolosa e intollerabile per il proprio benessere.
Nel parlare dello " sport giusto" si indica la capacità di essere una persona con un orientamento temporale a lungo termine perché si è capaci di adattarsi alle circostanze della vita.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Dialogo " Ed ora si parte!"

i Impiegato  c cliente

I Buongiorno.
C Buongiorno. Vorrei alcune informazioni, per piacere, sulle gite da fare sul lago Maggiore.
I Bene, questo è un depliant con gli orari del traghetti per le isole.
c Ma quali isole ci sono?
i Da Stresa si possono visitare le tre isole Borromee: l'isola Bella, l'isola Madre e l'isola dei Pescatori.
c E cosa c'è da vedere sulle isole?
Dunque: sull'isola Bella c'è un bellissimo palazzo Barocco del 1600 e uno splendido giardino all'italiana. Sull'isola Madre c'è un giardino botanico con piante esotiche e animali in libertà.
L'isola dei Pescatori è l'unica ad essere abitata: si può visitare il borgo, con le vie strette e le case caratteristiche dei pescatori.
c Ah, che bello! Ed è possibile vederle tutte e tre in un giorno?
I Certamente. C'è un traghetto che collega le isole velocemente, in pochi minuti. Potete partire qui da Stresa, la mattina.
C Quanto costa il biglietto?
I Il biglietto costa dodici euro e collega tutte e tre le isole.
c Benissimo, grazie per i consigli, allora. E' stato molto gentile. Arrivederci.
i Arrivederci e buon divertimento.


dialogo " Buon viaggio!"
m Marina  e Elisa

m Che giornataccia ieri!
e Perché? Che cosa ti è successo?
m Sono andata all'aeroporto per prendere l'aereo.
e Si?
m All'accettazione ho presentato i documenti e l'hostess mi ha dato la carta d'imbarco. Fino a qui tutto bene. Mentre aspettavo sono entrata in un duty free e ho comprato una rivista. Ho fatto un giro e poi sono andata all'uscita. Ero in perfetto orario come non mai.
e Ma cosa è successo poi?
m Nessuno lo riuscirebbe ad immaginare! Arrivata all'uscita ho cercato la mia carta d'imbarca e non ce l'avevo più?
c Veramente?
e Non ricordavo più dove l'avevo messa e intanto i passeggeri salivano sull'aereo. Ho chiesto  aiuto all'hostess e lei è stata molto gentile. Ha telefonato all'accettazione e, per fortuna, sono riuscita ad avere una nuova carta d'imbarco. Tutti erano già nell'aereo e aspettavano solo me!
m Oh no poverina!
e Quando sono salita sull'aereo mi hanno fatto un applauso di benvenuto! Non auguro a nessuno un'esperienza così.


Dialogo " In città"

g Giorgio  f Signora Falchi


g ah... buongiorno signora Falchi, ha un momento?
f Certo Giorgio, di che cosa si tratta?
g  Monica ed io abbiamo deciso di passare il prossimo fine settimana nella sua città d'origine e volevamo essere ben preparati. Che cosa ci consiglia di vedere?
f Ah che bello! Sono certa che Torino vi piacerà. Sicuramente, dovete andare a vedere la Mole Antonelliana. La Mole è anche il simbolo della città. Poi potreste visitare visitare il centro, a partire da Piazza Castello con Palazzo Madama, Palazzo Reale, il Teatro Regio. E' tutto lì vicino.
g Abbiamo anche letto che nella sua città c'è un importante museo Egizio. E' vero? Dov'è?
f Non è lontano da Piazza Castello, sempre in centro città.
g. E per fare un giro per i negozi, dove si può andare?
f Beh, in via Roma. E la via dei negozi di lusso. Via Roma collega anche Piazza Castello alla stazione di Torino Porta Nuova passando attraverso Piazza San Carlo. Oppure potete andare anche in via Garibaldi che è anche in zona pedonale.
g Mamma, quante cose! Spero di ricordarmi tutto.
f Beh, potete sempre rivolgervi ai Centri di informazioni turistica. Ci sono in tutto il centro città.
g Va bene allora. Grazie dei consigli e buona giornata.
f Di niente. Allora, buon viaggio e buon fine settimana.


Dialogo " Per strada"

m Michele  g Gianni

m Pronto?
g Pronto Michele. Sono Gianni.
m Ciao Gianni come stai?
g bene bene e tu?
m  bene grazie.
g Allora Michele, che cosa facciamo questo fine settimana. Hai qualche idea?
m Sì ho letto che questo fine settimana c'è il Tocati a Verona. Potremmo andare lì domenica.
g Ah! E che cosa è? Non ne ho mai sentito parlare.
m E' il festival internazionale dei giochi in strada. L'associazione Giochi antichi e il comune di Verona lo organizzano già da tre anni. Noi ci siamo stati l'anno scorso e ci siamo divertiti tantissimo.
g Ah e che cosa si fa?
m Praticamente presentano dei giochi che si giocavano una volta e li fanno provare.
g Ah l'idea di fare rivivere dei giochi che adesso abbiamo quasi dimenticato è davvero interessante.
m Sì è un modo per fare tornare bambini anche gli adulti e insegnare ai bambini che ci si diverte anche senza la playstation. Insomma, un divertimento per grandi e piccini.
g Hai ragione, ma l'idea di prendere la macchina anche di domenica e andare in città.....
m Ma dai, per la manifestazione le strade e le piazze saranno chiuse al traffico e si può davvero giocare in strada come si faceva una volta. E poi Verona non è lontana da noi.
g Allora va bene! E quanto costa?
m Niente, è completamente gratuito!
g E' perfetto! E per sabato... hai un'altra buona idea come questa? Che cosa possiamo fare?
m Eh no caro Gianni, per sabato tocca a te trovare qualcosa di divertente da fare. Anzi come si dice a Verona toca a ti!


Dialogo " Qui trovi di tutto"
l Laura  g Grazia

l Sai Grazia, quest'estate a casa dei miei amici in Toscana ho provato una nuova ricetta semplicissima da preparare. Il pinzimonio.
g Il pinzimonio? E cos'è?
l E' un antipasto. Sì, proprio così. Non l'avrei mai immaginato. Ho visto servirmi a tavola delle verdure di stagione crude e vicino una piccola scodella con olio, pepe e sale. All'inizio non sapevo cosa fare ma, poi, la mia amica Maria mi ha spiegato che dovevo intingere le verdure in questo liquido e poi mangiarle. Mhh! Che delizia!
g Beh, ti credo! in estate le verdure fresche sono gustosissime!
l Sì e la cosa più interessante è che si può preparare sempre in qualsiasi stagione: basta avere della verdura fresca di stagione e del buon olio d'oliva. Maria mi ha spiegato, inoltre, che si può servire anche con un buon aperitivo, magari con delle carote, dei peperoni, dei ravanelli, del finocchio... Insomma si può sempre fare e ti assicuro è proprio appetitoso!
g Allora lo proviamo subito!

 
Segui il gusto

e Enologo r Renato g Gabriella

e Buongiorno! I signori desiderano?
Rr Sì buongiorno! Volevamo assaggiare qualche vino della zona. È possibile?
E e Una degustazione? Ma certo! Accomodatevi pure qui, a questo tavolo. Preferite i vini rossi o quelli bianchi?
R r Noi amiamo molto i vini rossi, dal gusto secco.
E bene, bene, allora siete proprio nel posto giusto!
In Piemonte abbiamo diversi vini rossi: il Barbera, il Barolo, il Dolcetto. Attendete un attimo, ritorno subito da voi. Eccomi qui, vi faccio assaggiare due vini tipici della nostra zona: un Grignolino, e un Barbera del Monferrato. Ecco qui c'è il Grignolino, un vino rosso chiaro, che si abbina bene con gli antipasti.
R Hm assaggiamolo!
G mhh Ha un gusto molto delicato, vero?
R sì, direi di sì. Delicato, ma non certo amabile!
E Ah signori prendete pure. Il salame e i formaggi sono per voi e si accompagnano bene con questo vino!
G Oh grazie
e ora signori miei vi faccio provare il Barbera. Questo vino è forte, raggiunge i 14 gradi e si abbina spesso con carni rosse, arrosti...
r Ah,questo ha un colore rosso rubino e un gusto piuttosto abboccato direi


Ami la buona tavola?

Paolo p Luca l Valeria v Silvia s

p Allora il prossimo sabato sera si va a mangiare fuori?
L Sì, sì dai volentieri, ma dobbiamo ancora decidere dove.
V vi va di andare “ Al cantinone” ? La cucina è semplice, ma tradizionale, i prezzi sono buoni e ci sono degli ottimi vini.
Ma dai...! Sempre “ Al cantinone”! C'è poca scelta. Sì la cucina è anche buona, ma tutta a base di carne.
L Valeria ha ragione forse è meglio andare all'Osteria del Gallo. Lì ci sono menu per tutti i gusti, anche menu vegetariani. L'unico problema è che c'è sempre tanta gente, figuratevi al sabato sera.
V Vabbè si prenota!
P L'osteria del Gallo? Ma lo sai quanto ci vuole in macchina fino a là? Minimo tre quarti d'ora!
L Ma no, non esagerare! Prendendo la tangenziale ci siamo in una mezz'oretta.
S e perché non torniamo una volta al Vecchio Mulino? In quel ristorante avevamo mangiato del pesce spada alla griglia eccellente. E poi è vicino e non ci sono menu solo a base di carne.
V Questa sì che è una buona idea! È da tempo che non ci andiamo! Mi hanno detto che con la nuova gestione la cucina è ancora migliore!
P Però il Vecchio Mulino è piuttosto caro.
L Dai Paolo, per una volta non fare l'avaro.
P Eh, va bene allora! Se voi siete tutti d'accordo si va al Vecchio Mulino. Allora prenoto un tavolo per quattro per le otto e mezza e vi veniamo a prendere alle otto.




Vivere l'arte

Produttore p Signore s Signora sa signora sa2

p Buongiorno a tutti....
s sa Buongiorno
p e benvenuti nel nostro laboratorio di ceramica. Mi chiamo Salvatore Torsi e vi mostrerò quello che fanno qui i nostri artigiani e quello che produciamo. Se avete delle domande potete interrompermi in qualsiasi momento. Allora, ci sono diverse fasi di lavorazione. La prima, che vedete qui, è la preparazione a mano del modello in argilla, che può essere un piatto, un vaso, una tazza o altro. Quando questo modello è ancora fresco, l'artigiano fa le incisioni, sempre a mano, e poi lo lascia seccare.
S Scusi, per quanto tempo si deve fare seccare?
P ma normalmente dipende dalle dalle dimensioni dell'oggetto. Lavoriamo una materia prima dell'oggetto. Lavoriamo una materia prima naturale e quindi ha bisogno di tempi di riposo
sa E poi cosa succede quando il modello è secco?
P Poi lo si mette in un forno di questo tipo. La prima volta a poco meno di 1000 gradi. Poi lo si immerge in un liquido bianco, che rappresenta la base di colore neutro, su cui i nostri artigiani realizzano le decorazioni a mano.
Sa2 Come si fissano queste decorazioni?
P Prima con uno spray specifico e poi con un secondo passaggio in forno a circa 920\950 gradi. Dopo quest'oggetto in ceramica è pronto per essere commercializzato.
Sa Che bello il piatto che sta decorando quell'artigiano! Eh, ma si possono acquistare i vostri prodotti direttamente nel laboratorio?
P sì certo abbiamo un punto vendita interno per i visitatori. Se volete, dopo vi accompagno.


Amor per l'arte

Davide d Claudia c un signore s una signora sa

d Claudia, non vedo l'ora di arrivare a Castel Sant'Angelo.
C Sì Davide, anch'io, ma.... Non so dove siamo. Non capisco qual è il nome di questa via.
D Fammi vedere un po' la piantina. Aspetta che chiedo ancora. Scusi, per caso mi sa dire dov'è il Castel Sant'Angelo?
S Ah mi dispiace, non sono di qui.
D ah scusi!
C Oh Davide è davvero difficile trovare in giro qualcuno di Roma!
D Già! Guarda, proviamo con quella signora là, ha dei sacchetti in mano e sembra andare di fretta.
C Mah! Ci provo! Scusi, lei è di Roma?
Sa Beh sì.
D ah bene, è difficile trovare una persona del posto. Noi vorremmo andare a Castel Sant'Angelo, ma non sappiamo orientarci con la mappa.
Sa Allora guardate! Noi siamo qui in Via dell'Orso. Voi dovete arrivare alla fine di questa via e girare a destra. Poi andate verso il Tevere e girate a sinistra sul Lungotevere Tor di Nona e poi andate diritto. Dovete arrivare a Ponte Sant'Angelo e attraversarlo. A questo punto vedrete subito il castello.
C ah grazie! Ma quanto tempo ci vuole?
Sa circa 15 minuti a piedi.
C meno male, è vicino!
Sa sentite, ma l'avete fatta la prenotazione via internet per il museo?
D no perché?
Sa allora avrete da fare una bella fila!
C beh ci armeremo di santa pazienza.
Sa allora buon divertimento.
D grazie. Arrivederci!


Nuovo spazi d'arte

Fabio f Gabriele g

f Gabriele ciao!
G Oh chi si rivede! Ciao Fabio!
F sei tornato allora? Ma quanto tempo sei stato via?
G mah,sono stato via solo tre settimane. Ho fatto un piccolo “ giro d'Italia”. Sai per quello studio sull'architetto Renzo Piano e le sue opere.
F Ah interessante! Allora lavori ancora a quel progetto-studio per l'università?
G Sì si tu conosci Renzo Piano? L'architetto italiano che ha progettato la Weltstadhaus a Colonia e ha fatto la ristrutturazione di Potsdamer Platz a Berlino?
F Sì sì non ha fatto anche la facciata del Centro Pompidou a Parigi?
G Bravo bravo proprio lui! Sono stato a Genova per studiare la struttura in acciaio e vetro, cosiddetta Bolla progettata da lui appunto, costruita proprio sul mare. Nel porto antico di Genova.
F E che cosa c'è dentro questa Bolla?
G Mah, c'è una piccola foresta tropicale! Un ambiente naturale con piante, ma anche piccoli animali, farfalle, uccelli dell'Amazzonia.
F Bello sicuramente interessante! Ma hai solo lavorato?
G Mah per dirti la verità ho prolungato le mie vacanze e l'ultima settimana sono stato sul mare. Sul Gargano.
F Ahh, vita da spiaggia allora!
G Sì ma non solo. Sai che ho scoperto che a San Giovanni Rotondo, un piccolo paese nei dintorni di San Severo, c'è la grande chiesa di Padre Pio, anche questa progettata da Renzo Piano.
F l'hai visitata?
G Certo! È impressionante! Lo sai che l'arco principale è il più grande arco di pietra mai realizzato nel mondo?
F Allora anche sul Gargano ti sei occupato dei tuoi studi.
G sì ma solo per un giorno. Per il resto della settimana ho fatto delle belle nuotate e ho preso molto sole.



Il lavoro di ieri, di oggi e di domani

Marta m Claudio c

m Ehi, Claudio, ciao!
c Ah ciao Marta! Scusa, non ti avevo visto! Ma da quanto tempo non ci vediamo?
m Eh, da un bel pezzo. Allora come stai?
c Ma, io bene grazie, e tu?
m Abbastanza bene. Ma sai, sto pensando di cambiare lavoro.
c Veramente! Un lavoro nuovo? E come mai?
m Sai, ultimamente penso a quanto è cambiato il mio lavoro!
c Ah guarda Marta, il mio di sicuro in meglio!
m Sì, per un certo aspetto anche il mio. Ora è tutto più veloce. Con il computer posso fare un progetto in poche ore. Una volta invece sulla carta ci mettevo tre giorni, ma era più creativo.
c Vabbè vuol dire che preferiresti tornare al tempo della preistoria?
m Ma no, che c'entra. Vorrei solo poter disegnare ancora, almeno qualche volta, invece di usare sempre il computer.
c Mah, per me invece non c'è paragone. Prima dovevo smontare tutta la macchina per capire che problema aveva. adesso invece è il computer che mi dice dove devo ripararla.
m Sì, ma prima non ti dava soddisfazione quando capivi tu dove era il problema?
c Ma sì, forse hai ragione. Ma ora è tutto più semplice e veloce. Guadagno anche di più perché in un giorno riparo tre macchine, mentre prima ne riparavo una sola.
m Quindi la tua filosofia è: lavorare meno e guadagnare di più!
c Eh sì. E sentiamo quale sarebbe la tua?
Poter dire: il mio lavoro è il mio hobby.


Alla moda

Romina r Francesco f

r Ah, che bello non vedo l'ora di arrivare in questo paradiso dello shopping per vedere com'è! Da un bel po' che volevo andare visto che tutti ne hanno parlato.
f Ti piacerà sicuramente!
r Sì, ne sono sicura. A me piace moltissimo andare in giro per negozi in cerca di cose belle.
f Beh, sai, non è detto che ci siano solo cose belle. Negli outlet ci sono sempre tante cose, a volte belle e a volte meno belle. L'importante è sapere quello che si vuole e non lasciarsi disorientare.
r Sì hai ragione. Io so esattamente quello che voglio: una borsa di Coccinelle, degli occhiali da sole di Prada, un abito elegante per il matrimonio della mia amica, delle scarpe di Ferragamo...
f Eh fermati! Guarda che non ci staremo un mese intero nell'outlet e poi anch'io vorrei comprare qualche cosa.
r Sì sì lo so.
f Veramente! Mi serve una nuova giacca e poi non ci dobbiamo dimenticare di comprare un regalo per Roberto.
r Per Roberto?
f Ma sì, siamo invitati al suo compleanno, ti ricordi?
r Ah sì, è vero. Ma è semplice gli prendiamo una borsa per l'allenamento?
f Bene, almeno abbiamo un'idea!
r Non ti preoccupare! A che ora chiudono i negozi?
f Alle 19h00 perché oggi è giovedì, ma sabato e domenica chiudono alle 20h.
r Allora abbiamo tempo, adesso sono solo le 11h e siamo quasi arrivati.
f Sì ma ricordati che io voglio fare una pausa pranzo, ho già fame adesso.
r E dove si può mangiare?
f Dentro al centro commerciale ci sono diversi bar e ristoranti.


Il mondo intorno a me

Moderatore m Giulia g

m Buongiorno a tutti e ben ritrovati alla nostra rubrica settimanale- Scelte di vita. Oggi insieme a noi c'è Giulia. Ci racconterà del suo mondo, quello di ieri e quello di oggi e dei cambiamenti di vita dovuti alle scelte che ha fatto. Giulia tu dove vivevi quando eri piccola?
g Ho sempre vissuto in campagnia. I miei possedevano un'azienda agricola, quindi era chiaro che si doveva rimanere lì. Eravamo completamente isolati. Da piccola era molto bello vivere in campagna, avevamo gli animali: cani, gatti, galline, conigli...Avevo molta libertà!
m E poi quando sei cresciuta?
g Poi ho cominciato la scuola elementare e dovevo raggiungere un paese vicino. Per andarci prendevo tutti i giorni la bicicletta con qualunque tempo: pioggia, sole, neve... Anche per andare a trovare le mie amiche che abitavano in città, più tardi, dovevo sempre dipendere dai miei, perché non c'erano mezzi pubblici. A 19 anni però, ho deciso di trasferirmi in città, per studiare all'università.
m E dove sei andata ad abitare?
g In un piccolo alloggio in affitto che condividevo con altre studentesse, ragazze che non conoscevo prima.
m E' stato difficile per te lasciare la famiglia, la casa dove sei nata, le amicizie?
g Eh sì, ma la voglia di fare nuove esperienze era troppo forte! La mia migliore amica d'allora si è arrabbiata molto con me, tanto che per anni non mi ha più parlato. Si sentiva profondamente ferita. Beh accettare questa sua reazione è stato molto, molto duro per me!
m Giulia, ora hai finito gli studi. Lavori, hai una famiglia, tre bambini... e vivi sempre in città. Non hai mai pensato di ritornare a vivere in campagna?
g No. Veramente mai. In campagna ci vado spesso sì, con la famiglia, il fine settimana. Ai bambini piace andare a trovare i nonni, ma io non saprei più rinunciare alla città! Da anni ho un abbonamento a teatro, poi vado in palestra e quando c'è un film che mi piace vado al cinema spontaneamente. E per i bambini ci sono tantissime offerte: scuole di ogni tipo, piscine, strutture sportive, conservatorio.




















domenica 26 novembre 2017

Il concetto di vita e di morte nel pensiero di natura binaria dello spirito italiano.

Il concetto di vita e di morte nel pensiero di natura binaria dello spirito italiano.

Ricostruire il concetto di vita e morte come i due poli estremi che caratterizzano il modo di essere profondo dello spirito italiano. Il bisogno di ricercare la vita intesa come elemento di vitalità, energia, simpatia, desiderio delle cose è profondamente presente nel modo di star al mondo di questa comunità di parlanti. Il vivere è inteso come tutto ciò che offre un senso di presenza alla proprio modo di vivere e per presenza si intende la possibilità di incidere per se stesso e per gli altri nel vivere il momento presente. Questa assenza di " presenza" rappresenta un momento di allontanamento da questa dimensione essenziale per sentire il vivere dentro di sé. Oggi questi tratti sono quasi del tutto scomparso e pertanto la conseguenza è la morte di questo spirito stesso in via di estinzione.
Occorre averlo a mente in modo da tenere chiaramente a mente lo scopo di ridare un quadro di riferimento ad una popolazione spogliata dalla propria identità più naturale e spontanea.
Questi tratti sono molto distanti dall'idea che ci facciamo oggi dell'identità intesa come un recinto in cui chiudersi e non far entrare gli altri per paura dell'incontro con l'altro. Qui si parla delle radici del modo di intendere la vita originariamente all'interno di un dato spazio culturale. La vita era quel senso presente nella stessa parola, nella richiesta di entrare nella vita degli altri con le parole, i gesti, lo sguardo. Tutto questo armamentario utile per dare e conferire la vita.
Il timore oggi del ridicolo con l'esposizione delle proprie richieste nello spazio pubblico ha creato uno spirito mortifero all'interno della penisola la quale ha bisogno di ritrovare per sé e non per uno sguardo voyeuristico da parte dei turisti del modo di vivere degli Italiani come se fosse il luogo della vita possibile. Il concetto centrale resta la vita e la sua scomparsa sembra palese in questo momento per coloro che hanno occhi per guardare e orecchie per ascoltare il degrado culturale di questo paese.
Il sentimento di vita nasceva dalla facilità di accesso alla vita degli altri come forma di scambio comunicativo semplice e luogo di ritrovo della propria persona tramite l'incontro con l'altro.
L'altro per eccellenza è stato sempre la ricerca dell'amore tramite la conquista della donna.
Il tratto essenziale è quello dello scambio interazionale come il luogo di sviluppo della propria identità nello spazio. La perdita di questa attitudine comporta il blocco o una forma di anoressia dello spirito di un paese incapace di ritrovare la sua carica energica perché chiuso nella prigione del tutto " economico" che spinge le persone verso la deriva del cinismo machiavellico utile per sopravvivere in tempi di " vacche magre". La morte è il sentimento più diffuso quando coloro che hanno il paese in mano sono tutte destinate a breve a raggiungere questo spazio esistenziale dell'aldilà. Pertanto hanno creato questo spirito in terra per abituare i giovani allo stesso orizzonte presente in coloro che sono anziani alla vita. Questo modo di star al mondo è stato possibile perché c'è stato un blocco costituito da queste persone anziane per evitare l'entrata di qualsiasi energia nuova con l'eccesso di burocratizzazione del vivere quotidiano. Questa burocratizzazione del vivere quotidiano ha aumentato in dismisura il senso di vivere in una società in cui le cose non dipendono dal tuo volere aumentando di fatto il senso di vivere in un paese di tipo " vincolati" dove non può ottenere le cose che vorresti. L'egoismo sociale sempre presente in un paese incentrato sugli interessi particolari del proprio orizzonte famigliare non consente una radicale ricostruzione sociale, morale e culturale del paese. Questi sono solo alcuni dei problemi centrali del vivere italiano in questo eterno tramonto che non trova mai una sua decorosa conclusione con una " caporetto" politica e non solo calcistica.  


Questi tratti sono molto presenti ad esempio in un film come " Made in Italy" di Nanni Loy del 1965 dove si può sicuramente notare inizialmente un tono "etico" nella costruzione dell'identità italiana

Socializzazione e consumo del cibo tra amici in spazi privati.

La possibilità di consumare i propri acquisti, realizzati in altri posti, all'interno del bar in cui si intende passare il proprio tempo con gli amici mi pare una pratica molto più diffusa in Francia che in Italia. Con questo enunciato di partenza intendo dire che talea prassi mi pare un modo pregnante per osservare la vita sociale in Bretagne. La presenza di questi acquisti compiuti all'esterno da elencare nella formula delle pietanze da antipasto sono come delle forme alimentari leggere da consumare insieme al pasto di parole tra amici. Questo atto di portare del cibo significa enfatizzare l'appartenenza ad un dato gruppo di amici in uno spazio ben delimitato come il bar in sintonia con la dimensione culturale di breve orientamento temporale con il fatto che compiere degli acquisti per la vita sociale è un dato positivo. Inoltre si può aggiungere la dimensione di tipo " collettivismo" con un " noi di tipo coscienzioso" e un'enfatizzazione dell'appartenenza come tratto dominante di questa dimensione. Questi due elementi coniugati insieme mi sembrano conferire un senso di " presenza" all'interno della comunità dei parlanti bretoni. Questi dati sono utili perché fanno capire come esistono solo pochi luoghi capaci di creare questa parentesi di ottenimento di un insieme di dimensioni culturali quali ad esempio un debole evitamento dell'incertezza, unito ad una dimensione di breve orientamento temporale con un senso di tipo " vincolati" da intendere come tratti positivi.
Questo raggruppamento di dimensioni potrebbe essere il connubio per la ricostruzione del concetto di persona " presente" in un dato evento comunicativo.

la nozione di mercato come luogo di presenza per una comunità

In questo breve articolo vorrei parlare della mia interpretazione in chiave culturale del mercato domenicale nella città di Brest. Il mercato domenicale mi pare rientrare nella categoria delle attività " utili e dilettevoli" perché gli acquisti di prodotti alimentari rientrano nelle attività utili per la gente ma allo stesso tempo si evince in quel dato contesto il pretesto o il bisogno d'incontrare gli amici di sempre dopo aver svolto le proprie attività domenicali con le provviste di cibo utile per sé o per gli amici. Questo è un elemento molto interessante perché unisce l'idea dell'utile al dilettevole nel proprio agire inteso come una doppia adesione ad una dimensione di forte evitamento dell'incertezza ma collocando insieme la dimensione di tipo " soddisfatti" con un sentimento di controllo della mia propria vita. La ricerca del cibo sarebbe un modo di vivere in aderenza con un forte evitamento dell'incertezza nel proprio agire quotidiano e allo stesso tempo con la presenza di un orientamento temporale a breve termine. Di fatto il cibo si può trovare ogni giorno mentre il cibo del mercato, inteso in chiave ludica e conviviale, si può trovare solo di domenica. Non è neutro il fatto di aver il mercato di domenica altrimenti soffrirebbe della presenza dei negozi come luoghi per l'ottenimento del cibo. A mio modo di vedere il mercato sarebbe un'attività umana delle persone in sintonia con la dimensione culturale di tipo " vincolati" dato che il mio tempo libero non è così importante apparentemente, mentre in secondo momento si riesce a spostare questa dimensione con un'adesione ad un basso evitamento dell'incertezza con un modo di trascorrere il tempo con scarsa ansietà. In aggiunta e in contemporaneo notiamo spesso l'incontro con gli amici mettendo in risalto il bisogno di appartenenza in un momento di tipo rituale come il mercato domenicale in sintonia con la dimensione di tipo " collettivista". A mio modo di interpretare il reale il mercato sarebbe il luogo sempre uguale a se stesso e sempre lo stesso giorno con la funzione di capire l'andamento generale dei propri amici. In pratica il mercato sarebbe il luogo utile per riconciliare l'individualismo di colui che bada a se stesso facendo la spesa di domenica ma non intende rinunciare ad una sua dimensione di tipo " collettivismo" con un'enfatizzazione di un noi coscienzioso del proprio " giro di amici". Sicuramente la nozione di acquisti nel mercato ricopre un'altra natura data la possibilità di ricercare dei prodotti più complicati da ritrovare negli altri esercizi commerciali. Insomma l'acquisto domenicale potrebbe essere quell'elemento di acquisto scarsamente presente durante la settimana in sintonia con una dimensione di tipo " soddisfatti" e di basso evitamento dell'incertezza.

sabato 25 novembre 2017

Che taglia porta ? dialoghi vari




O bella ciao, bella ciao canzone



Una mattina mi son svegliato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
 una mattina mi son svegliato e ho trovato l'invasor. 
O partigiano portami via
 O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
 o partigiano portami via che mi sento di morir.
 E se io muoio da partigiano
 O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
 e se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir
 Seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior 
E le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno mi diranno
 che bel fior  Questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
 questo è il fiore del partigiano morto per la libertà

Finché la Barca va - un gatto nero- il caffè della peppina canzone

Finchè la barca va di Orietta Berti
(PanzeriPilatPace) Il grillo
disse un giorno alla
formica “il pane per
l’inverno tu ce l’hai,
perche’ protesti sempre
per il vino, aspetta la
vendemmia e ce l’avrai”
Mi sembra di sentire
mio fratello
che aveva un grattacielo
nel Peru’, voleva
arrivare fino al cielo
e il grattacielo adesso
non l’ha piu’. Fin che
la barca va
lasciala andare,
fin che la barca va,
tu non remare,
fin che la barca va,
stai a guardare.
Quando l’amore viene il
campanello suonera’,
quando l’amore viene il
campanello suonera’.
E tu che vivi sempre
sotto il sole tra pile
di ginestre e di lilla’
al tuo paese c’e’ chi ti
vuol bene, perche’ sogni
le donne di citta’.
Mi sembra di vedere mia
sorella che aveva un
fidanzato di Cantu’,
voleva averne uno
anche in Cina e il
fidanzato adesso
non l’ha piu’.
Fin che’ la barca va,
lasciala andare,
fin che la barca va,
tu non remare,
fin che la barca va,
stai a guardare.
Quando l’amore viene il
campanello suonera’,
quando l’amore viene il
campanello suonera’.
Stasera mi e’ suonato il
campanello, e’ strano,
io l’amore ce l’ho gia’,
vorrei aprire in
fretta il mio cancello,
mi fa morire la
curiosita’. Ma il grillo
disse un giorno alla
formica “il pane per
l’inverno tu ce l’hai”
vorrei aprire in
fretta il mio cancello,
ma quel cancello io
non l’apro mai.
Fin che la barca va,
lasciala andare,
fin che la barca va,
tu non remare,
fin che la barca va,
stai a guardare.
Quando l’amore viene il
campanello suonera’,
quando l’amore viene il
campanello suonera’.
Fin che la barca va,
lasciala andare,
fin che la barca va,
tu non remare,
fin che la barca va,
stai a guardare.
Quando l’amore viene il
campanello suonera’,
quando l’amore viene il
campanello suonera’
Fin che la barca va,
lasciala andare,
fin che la barca va,
tu non remare,
fin che la barca va,
stai a guardare.
Quando l’amore viene il
campanello suonera’,
quando l’amore viene il
campanello suonera’.



 Il caffè della Peppina
non si beve alla mattina
né col latte, né col thè
ma perché, perché, perché

La Peppina fa il caffè
fa il caffè con la cioccolata
poi ci mette la marmellata
mezzo chilo di cipolle
quattro o cinque caramelle
sette ali di farfalle
e poi dice: «Che caffè!»

Il caffè della Peppina
non si beve alla mattina
né col latte, né col thè
ma perché, perché, perché

La Peppina fa il caffè
fa il caffè col rosmarino
mette qualche formaggino
una zampa di tacchino
una penna di pulcino
cinque sacchi di farina
e poi dice: «Che caffè!»

Il caffè della Peppina
non si beve alla mattina
né col latte, né col thè
ma perché, perché, perché

La Peppina fa il caffè
fa il caffè con pepe e sale
l’aglio no, perché fa male
l’acqua sì, ma col petrolio
insalata, aceto e olio
quando prova col tritolo
salta in aria col caffè

Il caffè della Peppina
non si beve alla mattina
né col latte, né col thè
ma perché, perché, perché

Il caffè della Peppina
non si beve alla mattina
né col latte, né col thè
ma perché, perché, perché



 VOLEVO UN GATTO NERO - TESTO
Lallallalallallà.
Un coccodrillo vero,
un vero alligatore
ti ho detto che l'avevo
e l'avrei dato a te,
ma i patti erano chiari:
il coccodrillo a te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
e io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.
Lallallalallallà.

Non era una giraffa
di plastica o di stoffa
ma una in carne ed ossa
e l'avrei data a te,
ma i patti erano chiari:
una giraffa a te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
e io non ci sto piu'.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.
Lallallalallallà.

Un elefante indiano con tutto il baldacchino
l'avevo nel giardino e l'avrei dato a te,
ma i patti erano chiari: un elefante a te
e tu dovevi dare un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.

I patti erano chiari: l'intero zoo per te
e tu dovevi dare un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
invece è un gatto bianco
quello che hai dato a me.
Volevo un gatto nero, insomma nero o bianco,
il gatto me lo tengo
e non do niente a te...
e non do niente a te!
Lallallalallallà

venerdì 24 novembre 2017

Il volo con testo



Il Mondo

No, stanotte amore
Non ho più pensato a te
Ho aperto gli occhi
Per guardare intorno a me
E intorno a me
Girava il mondo come sempre
Gira, il mondo gira
Nello spazio senza fine
Con gli amori appena nati
Con gli amori già finiti
Con la gioia e col dolore
Della gente come me
O mondo
Soltanto adesso, io ti guardo
Nel tuo silenzio io mi perdo
E sono niente accanto a te
Il mondo
Non si é fermato mai un momento
La notte insegue sempre il giorno
Ed il giorno verrà
O mondo
Il mondo
Non si é fermato mai un momento
La notte insegue sempre il giorno
Ed il giorno verrà

test di logica


attenzione alle doppie canzone


ma l'amore non ARISA



Può scoppiare in un attimo il sole
Tutto quanto potrebbe finire
Ma l’amore, ma l’amore no
Marzo del 2087
Nuvole pesanti dentro un cielo assente
Il mio pronipote è sulla luna
Emigrato per cercar la sua fortuna
Sulla terra resta solo chi non ce la fa
Ascoltando tante finte verità

Può scoppiare in un attimo il sole
Tutto quanto potrebbe finire
Ma l’amore, ma l’amore no
Anche i prati rinunciano ai fiori
Perché i fiori hanno perso i colori
Ma l’amore, ma l’amore no

Resta la speranza di cambiare
Come la paura di dover restare
Mio marito è sempre qui vicino
Dice che ritornerà di nuovo il cielo
Poi la notte prega per paura che anche Dio
Scappi e lasci tutto quanto nell’oblio

Può scoppiare in un attimo il sole
Tutto quanto potrebbe finire
Ma l’amore, ma l’amore no
Anche i prati rinunciano ai fiori
Perché i fiori hanno perso i colori
Ma l’amore, ma l’amore no

E a volte basta che sei qui vicino
A volte basta che ci sei
Perché a me basta che sei qui vicino
Perché a me basta che ci sei
Il dolore può farci cadere
La speranza potrebbe sparire
Ma l’amore, ma l’amore può
Far a sorridere ancora
Imboccare una strada sicura
Sì l’amore, sì l’amore può

Può scoppiare in un attimo il sole
Tutto quanto potrebbe finire
Ma l’amore, ma l’amore no
Anche i prati rinunciano ai fiori
Perché i fiori hanno perso i colori
Ma l’amore, ma l’amore no
Ma l’amore, ma l’amore...

vagabondo dei Nomadi


Io, un giorno crescer
E nel cielo della vita voler
Ma un bimbo che ne sa
Sempre azzurra non può essere l'età
Poi,
Una notte di settembre mi svegliai
Il vento sulla pelle
Sul mio corpo il chiarore delle stelle
Chissà dov'era casa mia

E quel bambino che giocava in un cortile
Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro
Soldi in tasca non ne ho

Ma lassù mi è rimasto Dio
Sì, la strada è ancora là
Un deserto mi sembrava la citt
Ma un bimbo che ne sa
Sempre azzurra non può essere l'età
Una notte di settembre, me ne andai
Il fuoco di un camino
Non è caldo come il sole del mattino
Chissà dov'era casa mia

E quel bambino che giocava in un cortile
Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro
Soldi in tasca non ne ho
Ma lassù mi è rimasto Dio
Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro...

volevo un gatto nero con il testo

Volevo un gatto nero

Il testo di questa canzone mi è stato inviato da Alma (14 novembre 2000).

Un coccodrillo vero,
un vero alligatore
ti ho detto che l'avevo
e l'avrei dato e te.
Ma i patti erano chiari:
il coccodrillo a te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.

Non era una giraffa
di plastica o di stoffa:
ma una in carne ed ossa
e l'avrei data e te.
Ma i patti erano chiari:
una giraffa a te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.

Un elefante indiano
con tutto il baldacchino:
l'avevo nel giardino
e l'avrei dato e te.
Ma i patti erano chiari:
un elefante a te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco
ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo
con te non gioco più.

I patti erano chiari:
l'intero zoo per te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
invece è un gatto bianco
quello che hai dato a me.
Volevo un gatto nero,
ma insomma nero o bianco
il gatto me lo tengo
e non do niente a te.

linguaggio giovanissimi dialoghi



Dialogo incompleto da completare

chi è ? noi salite secondo piano   su andiamo   ciao  ciao chiara entra pure benvenuta sono proprio contenta che ci sei anche tu grazie scusami il ritardo   dino  aspettiamo un po e non risponde. io ho qualche idea  sei sempre il solito   allora tocca a noi  tira il dado  cinque 1 2345 domanda di tecnlogia  domanda di tecnologia dove fa i suoi primi esperimenti marconi  italia inghilterra francia   l'invenzione importante è quella del frigo

mercoledì 22 novembre 2017

Discorso sulla felicità di Benigni


“[La felicità] Cercatela, tutti i giorni, continuamente. Chiunque mi ascolta ora si metta in cerca della felicità. Ora, in questo momento stesso, perché è lì. Ce l’avete. Ce l’abbiamo. Perché l’hanno data a tutti noi. Ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli. Ce l’hanno data in regalo, in dote. Ed era un regalo così bello che l’abbiamo nascosto come fanno i cani l’osso, che lo nascondono. E molti di noi lo fanno così bene che non si ricordano dove l’hanno messo. Ma ce l’abbiamo, ce l’avete. Guardate in tutti i ripostigli, gli scaffali, gli scomparti della vostra anima. Buttate tutto all’aria. I cassetti, i comodini che c’avete dentro. Vedrete che esce fuori. C’è la felicità. […] E anche se lei si dimentica di noi, non ci dobbiamo mai dimenticare di lei. […] Non bisogna mai aver paura di morire ma di non cominciare mai a vivere davvero.”

la bellezza testo in Cento passi

PEPPINO: Sai cosa penso?
SALVO : Cosa?
PEPPINO: Che questa pista in fondo non è brutta. Anzi
SALVO [ride]: Ma che dici?!
PEPPINO: Vista così, dall’alto … [guardandosi intorno sale qua e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre … che è ancora più forte dell’uomo. Invece non è così. .. in fondo le cose, anche le peggiori, una volta fatte … poi trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere! Fanno ‘ste case schifose, con le finestre di alluminio, i balconcini … mI segui?
SALVO: Ti sto seguendo
PEPPINO:… Senza intonaco, i muri di mattoni vivi … la gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la biancheria appesa, la televisione … e dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste … nessuno si ricorda più di com’era prima. Non ci vuole niente a distruggerla la bellezza …
SALVO: E allora?
PEPPINO: E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie … bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci?
SALVO: ( perplesso) La bellezza…
PEPPINO: Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto.
SALVO: Oh, ti sei innamorato anche tu, come tuo fratello?
A conclusione del dialogo:
PEPPINO: Io la invidio questa normalità. Io non ci riuscirei ad essere così…

Non è mai troppo tardi

Risultati immagini per Non è mai troppo tardi per essere quello che vuoi essere...

i gesti in italiano di Caon


Samarcanda Testo

Samarcanda

Roberto Vecchioni
C'era una grande festa nella capitale
perché la guerra era finita.
I soldati erano tornati tutti a casa e avevano gettato le divise.
Per la strada si ballava e si beveva vino,
i musicanti suonavano senza interruzione.
Era primavera e le donne potevano, dopo tanti anni,
riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò
e fu proprio allora che tra la folla,
per un momento, a un soldato parve di vedere
una donna vestita di nero
che lo guardava con occhi cattivi.

Ridere ridere ridere ancora
ora la guerra paura non fa,
brucian le divise dentro il fuoco la sera,
brucia nella gola vino a sazietà
musica di tamburelli fino all'aurora
il soldato che tutta la notte ballò
vide tra la folla quella nera Signora
vide che cercava lui e si spaventò.

"Salvami, salvami grande sovrano
fammi fuggire, fuggire di qua
alla parata lei mi stava vicino
e mi guardava con malignità"
"Dategli, dategli un animale,
figlio del lampo, degno di un re
presto, più presto perché possa scappare
dategli la bestia più veloce che c'è".

"Corri cavallo, corri ti prego
fino a Samarcanda io ti guiderò
non ti fermare, vola ti prego
corri come il vento che mi salverò...
oh oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo,
oh oh cavallo, oh oh".

Fiumi poi campi poi l'alba era viola,
bianche le torri che infine toccò,
ma c'era tra la folla quella nera Signora
e stanco di fuggire la sua testa chinò
"Eri tra la gente nella capitale
so che mi guardavi con malignità
son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale
son scappato via ma ti ritrovo qua!"

"Sbagli, ti inganni, ti sbagli soldato
io non ti guardavo con malignità,
era solamente uno sguardo stupito,
cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
eri lontanissimo due giorni fa,
ho temuto che per aspettar la banda
non facessi in tempo ad arrivare qua".

Non è poi così lontano Samarcanda,
corri cavallo, corri di là...
ho cantato insieme a te tutta la notte
corri come il vento che ci arriverà.
"Oh oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo,
oh oh cavallo, oh oh".

Il gatto e la volpe canzone



Quanta fretta, dove corri; dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai,
lui è il gatto, e io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidare....

Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai
i migliori in questo campo, siamo noi
è una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai
che non ti pentirai....

Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai
noi sapremo sfruttare le tue qualità
dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso
per le celebrità!....

Non vedi che è un vero affare
non perdere l’occasione
se no poi te ne pentirai
non capita tutti i giorni
di avere due consulenti
due impresari, che si fanno
in quattro per te!....

Avanti non perder tempo, firma qua
è un normale contratto è una formalità
tu ci cedi tutti i diritti
e noi faremo di te
un divo da hit parade!...

Non vedi che è un vero affare
non perdere l’occasione
se no poi te ne pentirai
non capita tutti i giorni
di avere due consulenti
due impresari, che si fanno
in quattro per te!....

Quanta fretta, dove corri, dove vai
che fortuna che hai avuto ad incontrare noi
lui è il gatto, e io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidare!.... di noi ti puoi fidar!

Alla fiera dell'est canzone



Alla Fiera Dell'est per due soldi
 un topolino mio padre comprò.
E venne il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
 E venne il cane che morse il gatto
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
 Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
 E venne il bastone che picchiò il cane
 che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
E venne il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane
 che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
 E venne l'acqua che spense il fuoco
che bruciò il bastone che picchiò il cane
che morse il gatto che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
E venne il toro che bevve l'acqua che spense il fuoco
 che bruciò il bastone che morse il gatto
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
 E venne il macellaio che uccise il toro che bevve l'acqua
che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse
il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
 Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
E l'Angelo della Morte sul macellaio
 che uccise il toro che bevve l'acqua che spense il fuoco
 che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.
 E infine il Signore sull'Angelo della Morte sul macellaio che uccise il toro che bevve l'acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò.

dialogo festa di compleanno ricostruire il dialogo e farlo insieme



martedì 21 novembre 2017

monologhi e dialoghi brillanti






Credo di Accorso in Radio Freccia





Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'INTER come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.

Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.

Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.

Credo che per credere, certi momenti, ti serva molta energia.




 Tratto dal film "La tigre e la neve" Su su.. svelti, veloci, piano, con calma... Poi non v'affrettate, non scrivete subito poesie d'amore, che sono le più difficili, aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni. Scrivetele su un altro argomento... che ne so... sul mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo... che non esiste una cosa più poetica di un'altra! Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro... Cos'è la poesia, non chiedermelo più, guardati nello specchio, la poesia sei tu... ..e vestitele bene le poesie, cercate bene le parole... dovete sceglierle! A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola! Sceglietele...che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere. Da Adamo ed Eva... lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta!!! "Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa.." ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre! Innamoratevi, se non vi innamorate è tutto morto... morto! Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto... dilapidate la gioia, sperperate l'allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza! Fate soffiare in faccia alla gente la FELICITÀ! E come si fa? ...fammi vedere gli appunti che mi sono scordato... questo è quello che dovete fare... non sono riuscito a leggerli! Per trasmettere la felicità, bisogna essere FELICI e per trasmettere il dolore, bisogna essere FELICI. Siate FELICI!!! Dovete patire, stare male, soffrire.. non abbiate paura di soffrire, tutto il mondo soffre! E se non avete i mezzi non vi preoccupate... tanto per fare poesie una sola cosa è necessaria... tutto. Avete capito? E non cercate la novità... la novità è la cosa più vecchia che ci sia... E se il verso non vi viene, da questa posizione, né da questa, ne da così, buttatevi in terra! Mettetevi così! Ecco... ohooo... è da distesi che si vede il cielo... guarda che bellezza...perché non mi ci sono messo prima... I poeti non guardano, vedono. Fatevi obbedire dalle parole... Se la parola 'muro' non vi da retta, non usatela più...per otto anni, così impara! Che è questo, bhooo non lo so! Questa è la bellezza, come quei versi là che voglio che rimangano scritti li per sempre... forza, cancellate tutto che dobbiamo cominciare! La lezione è finita. Ciao ragazzi ci vediamo mercoledì o giovedì...





 come accade che due sconosciuti si incontrino.

C'è una bellissima poesia di uno scrittore venezuelano che recita:
  La Terra girò per renderci più vicini, girò sul suo asse e su di noi finché finalmente ci ricongiunse in questo sogno.

molto bella

ne devono accadere di cose per che due persone entrino in contatto tra di loro...
 in conclusione la matematica  è tutto questo 




Tiziano Ferro - Non me lo so spiegare [con testo]



dal quinto minuti di questo video:


ragazze neoromantiche



Quali sono le affermazioni vere tra questi enunciati:

    Le ragazze neoromantiche italiane sognano di andare a Parigi
   Queste ragazze sono raffinate.
   Una ragazza intervistata ricorda con piacere the Woman in black.
   Le ragazze neoromantiche sono molto sdolcinate.

Sincerità Arisa con testo





Sincerità
Adesso è tutto così semplice
Con te che sei l’unico complice
Di questa storia magica
Sincerità
Un elemento imprescindibile
Per una relazione stabile
Che punti all’eternità

Adesso è un rapporto davvero
Ma siamo partiti da zero
All’inizio era poca ragione
Nel vortice della passione
E fare e rifare l’amore
Per ore, per ore, per ore
Aver poche cose da dirsi
Paura ed a volte pentirsi
Ed io coi miei sbalzi d’umore
E tu con le solite storie

Lasciarsi ogni due settimane
Bugie per non farmi soffrire
Ma a volte era meglio morire

Sincerità
Adesso è tutto così semplice
Con te che sei l’unico complice
Di questa storia magica
Sincerità
Un elemento imprescindibile
Per una relazione stabile
Che punti all’eternità

Adesso sembriamo due amici
Adesso noi siamo felici
Si litiga quello è normale
Ma poi si fa sempre l’amore
Parlando di tutto e di tutti
Facciamo duemila progetti
Tu a volte ritorni bambino
Ti stringo e ti tengo vicino

Sincerità
Scoprire tutti i lati deboli
Avere sogni come stimoli
Puntando all’eternità

Adesso tu sei mio
E ti appartengo anch’io
E mano ella mano dove andiamo si vedrà
Il sogno va da se, regina io e tu re
Di questa storia sempre a lieto fine

Sincerità
Adesso è tutto così semplice
Con te che sei l’unico complice
Di questa storia magica

Sincerità
Un elemento imprescindibile
Per una relazione stabile
Che punti all’eternità
Che punti all’eternità
Che punti all’eternità