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domenica 19 novembre 2017

Il tema dell'esilio in Foscolo Dante e Manzoni in breve

manzoni
Il tema centrale del passo, lirico ed elegiaco, è certamente quello del difficile distacco dalla terra natìa e della delusione che sempre accompagna l'emigrante, il quale lascia ciò che ha di più caro per un futuro incerto, esattamente come Lucia, ma non mancano, naturalmente, riferimenti alla religione e alla Provvidenza, le quali permeano l'intero romanzo e ne sono due delle maggiori tematiche di fondo. Il concetto di Provvidenza fa capolino nella chiusa del passo, in cui si ricorda che Dio predispone le sofferenze degli uomini solo in vista di un bene e di una gioia "più certa e più grande", concetto che è il filo conduttore di tutta la trama dell'opera.



« E perché farci vedere e sentire la libertà, e poi ritorcela per sempre? e infamemente![21] »

Ugo Foscolo si trasferisce nel 1796 nella Villa delle Feriole nei Colli Euganei, per scappare alle persecuzioni dopo la cessione di Napoleone della Serenissima all’Austria, proprio come Jacopo Ortis. I Colli Euganei erano all’epoca luogo di residenza dei nobili veneziani, dove sorgevano meravigliose ville e parchi.
“Le ultime lettere di Jacopo Ortis” ci regala descrizioni dettagliate e suggestive del territorio euganeo e della meraviglia che provava Foscolo, attraverso il personaggio di Jacopo Ortis, durante le sue passeggiate nei Colli Euganei.
Leggendorara bellezza dei colli ondulati,colori d’autunnoriflesso del sole sulle nubiancora oggi, atmosfere uniche indimenticabili.

L'esilio di Dante (46-69)

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J. Flaxman, Esilio di Dante
Dante, profetizza l'avo, dovrà abbandonare Firenze allo stesso modo in cui Ippolito dovette partire da Atene per la malvagità della sua matrigna. Questo è voluto e cercato già nell'anno 1300 da papa Bonifacio VIII, nella Curia dove ogni giorno si mercanteggia Cristo: la colpa dell'esilio verrà imputata ai vinti, così come di solito avviene, ma ben presto la punizione verso i Fiorentini dimostrerà la verità dei fatti. Dante dovrà lasciare ogni cosa più amata, ciò che costituisce la prima pena dell'esilio, quindi proverà com'è duro accettare il pane altrui mettendosi al servizio di vari signori. Ciò che gli sarà più fastidioso sarà la compagnia di altri fuorusciti, sempre pronti a mettersi contro di lui, tuttavia saranno loro e non Dante ad avere le tempie rosse di sangue e di vergogna nella battaglia della Lastra. Le conseguenze del loro comportamento dimostreranno la loro follia, così che per Dante sarà stato molto meglio fare parte per se stesso.

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