lunedì 13 luglio 2015

The good greek and the bad european: the faults are local, regional, national and finally European

Esiste una leggenda in questi giorni di clamore mediatico dove la Grecia viene definita come buona e l'Europeo ( sottintendendo di essere un cittadino del nord Europa) cattivo. Il tema non è la natura del carattere delle popolazioni anche se questo tema merita una riflessione molto attenta tra universalismo romano fatto di eccezioni e particolarismi e volontà luterana e riformista del nord europeo fondato sulla validità delle regole. In questo dato momento, il tema europeo è di natura politica, vale a dire il modo migliore di gestire gli affari del proprio continente-cortile e per rimanere all'interno di una comunità che ritiene importante un certo grado di appartenenza. Ovvio che questo punto è molto controverso dal punto di vista culturale perché il concetto di appartenenza sembra molto diverso tra questi due poli culturali perché da una parte il nord europeo vede nel badare a se stesso e alle persone vicine il suo modo di stare in famiglia mentre i popoli del sud europeo hanno una visione della famiglia di tipo più allargata in cambio di protezione e lealtà nei suoi riguardi. Questo tratto implica di fatto una rinuncia alla libertà di parola che sembra invece molto più importante nelle popolazioni nord europee. In questo momento si deve chiedere alla Grecia una lealtà alle riforme senza colpire le fasce deboli del proprio paese ed assicurare una certa prosperità economica per fare ripartire la propria economia per risolvere i propri problemi interni che sono la disoccupazione, la povertà, la scarsa mobilità sociale e la scarsa copertura sociale. Adesso il compito dell'Europa è quello di aderire ad una visione temporale a lungo termine per creare un quadro accettabile delle riforme piuttosto che chiedere delle riforme ardue da attuare per risolvere solo problemi legati ad un "orientamento temporale a breve termine".  Il tema per la Grecia è quello di un'adesione ad un orientamento temporale a lungo termine per adattarsi alle circostanze del futuro, bisogna modificare le tradizioni, bisogna volere imparare dagli altri paesi, risparmiare e perseverare sono degli obiettivi importanti da tenere a mente per il proprio paese. Allo stesso tempo, la Germania e i paesi del nord Europa devono accettare di aver un'adesione ad una dimensione di debole evitamento dell'incertezza sul piano economico con la Grecia in concordanza con la realizzazioni di riforme che diano un maggiore senso di giustizia tra i gruppi sociali in Grecia. Insomma un approccio dove c'è poco stress e bassa ansietà nei riguardi di un paese che non ha un grosso impatto sull'economia del continente europeo. Allo stesso aver maggiore tolleranza verso modelli di società differenti ma non inferiori potrebbe esser un elemento di forza per il futuro dell'Europa.
Oggi per mantenere la visione unicamente economica e quindi di forte evitamento dell'incertezza perché i numeri possono essere difficilmente interpretabili notiamo una forte intolleranza per idee divergenti sulla politica economica, forte bisogno emotivo di rispettare le regole dei trattati, di fondo si vede come incompetente il cittadino greco che ha votato per un governo incapace di poter mantenere le sue promesse. Questa architettura risulta possibile tramite una forte burocrazia e cancellerie perché di fondo l'Europa nasce come un'istituzione per proteggere l'Europa dai governi populisti e pericolosi per la pace del continente.  Questo con il tempo ha consentito all'Europa di diventare semplicemente una area economica detta "eurozona" senza una vera responsabilità per la qualità della vita dei suoi cittadini. In modo particolare questa assenza di cittadinanza sociale e culturale dell'Europa si sente soprattutto nei paesi del sud europa dove la debolezza dei dirigenti è tale da non fare sentire il cittadino rappresentato da queste persone mentre nelle popolazioni del nord europa questo sentimento di sfilamento è molto più debole perché la differenza sociale tra dirigenti e popolazione è meno importante di quella presente nelle popolazioni del sud europa. Questo dato rimane un dato molto importante per capire il futuro del continente. Non dimentichiamoci che tale differenza sociale in termini di ineguaglianza non è più accettabile in un periodo storico dominato dai social network e quindi da un certo grado di orizzontalità nella vita pubblica delle persone. La conseguenza delle non scelte di modernizzare in senso più egualitario il paese ha portato al governo Tsipras il quale si trova a rappresentare una volontà popolare contro l'austerità mentre l'Europa o meglio l'eurozona si fonda su altri presupposti.  Sia chiaro che la colpa è inizialmente tutta locale, regionale e nazionale ma quando non si risolvono i problemi locali e tocca sul piano continentale con tutte le conseguenze in termini economici e geopolitici.  L'Europa di oggi non può fornire delle risposte pratiche al sentimento di risentimento presente in molti strati della popolazione europea perché di fondo l'Europa dovrebbe essere chiamata soltanto eurozona. Purtroppo e per fortuna l'eurozona si colloca in un spazio culturale e sociale ricco di fermenti culturali e di idee sullo " stare al mondo" che non contemplano soltanto la possibilità di un mondo misurabile in termini economici. Di fondo le popolazioni del sud europeo vivono con risentimento questa forma di ingiustizia esistenziale nata solamente per motivi economici e per incapacità dei propri governanti di prendere delle risoluzioni a lungo termine per l'occupazione della propria popolazione nella sua interezza.
Il messaggio chiaro è quello di un popolo greco che ha detto " no" all'austerità mentre l'eurozona per funzionare ha bisogno soltanto di austerità perché le economie sono molto variegate. Solo un continente con economie con pieno impiego e a pieno regime nella loro capacità di produzione sarebbe il modo ideale per compiere dei finanziamenti per la crescita del continente europeo.
Solo una Eurozona che diventi uno stato federale europeo e con una BCE come garante europeo della stabilità economica permetterebbe di fermare sul nascere queste crisi all'interno dell'eurozona perché i paesi in Europa sono tutti indebitati ma la differenza tra di loro è tutta concentrata nella loro possibilità di crescita economica.

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