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sabato 25 aprile 2020

ANALISI DELLE DIMENSIONI CULTURALI NELL'ARTICOLO " NON LASCIARE INDIETRO NESSUNO" DI ROBERTO SAVIANO

ANALISI DELLE DIMENSIONI CULTURALI NELL'ARTICOLO " NON LASCIARE INDIETRO NESSUNO" DI ROBERTO SAVIANO

" Non lasciare indietro nessuno" è il titolo di un articolo di Roberto Saviano apparso nella rubrica " l'antitaliano" della rivista Espresso del 20 Aprile 2020.
Con questo titolo lo scrittore Saviano compie un atto di richiesta come tentativo di potenziamento della " faccia collettiva" del paese Italia in una direzione di tipo più inclusiva per essere maggiormente in sintonia con la dimensione di tipo " collettivismo" con un " noi veramente coscienzioso e inclusivo" per tutti coloro che vivono in Italia. Saviano chiede che tale " noi" sia veritiero in questo periodo drammatico del paese in modo da enfatizzare l'appartenenza al destino di uno stesso paese, riducendo drasticamente in questo momento di crisi la distinzione tra membri " in-group" e " out-group" presente in modo deleterio nella società italiana. In pratica si chiede all'Italia di allargare la sua concessione di famiglia " nazionale" in un senso più allargato per potere potenziare maggiormente il suo bisogno di valorizzazione della propria faccia positiva di tipo " collettivo".
In questo articolo, le domande poste da Saviano sono tutte forme di minacce alla volontà di protezione della sua faccia negativa da parte del governo, il quale compie la scelta di parlare di alcuni temi e non di altri. Queste domande hanno la funzione di potenziare la ricerca di tutela della faccia negativa di tipo " collettiva" di tanti italiani quando il confinamento sarà ultimato. Saviano chiede nel suo articolo al governo, inteso come faccia collettiva istituzionale del paese, se ha un piano per difendere il nostro diritto di aderire ad una dimensione culturale di " forte evitamento dell'incertezza" in quanto l'incertezza della "sicurezza della salute pubblica" è una grossa minaccia poiché crea ansietà, stress e nervosismo. Un elemento da menzionare è quello del sottotitolo dell'articolo in cui l'ordine gerarchico delle domande rappresenta una forma di minaccia per la faccia collettiva degli italiani perché mettere per primo la richiesta di sicurezza dei braccianti stranieri e poi quella del reparto di sanità non aiuta la causa per una maggiore inclusione degli stranieri in Italia. In questo momento, l'ordine va rovesciato per non avere sempre quell'assenza di riconoscimento che ha spinto molte persone nel vivere senza valorizzazione della loro faccia positiva e sono state costrette ad aderire dentro una dimensione culturale di tipo " vincolati" dove continua a prevalere un forte sentimento di abbandono perché sento di non incidere sul reale ( vedi globalizzazione economica e gestione flussi migranti) e pertanto diventa difficile ricordare le emozioni positive quando i mezzi di sostentamento diventano sempre più ridotti per fasce di popolazioni più ampie.
Lo scrittore Saviano compie un "appello" che si potrebbe tradurre come " sono disposto a perdere la tutela della mia faccia negativa ( bisogno di autonomia e di non essere ostacolato nel proprio spazio intimo di vita) per cercare di ottenere qualche elemento in più di faccia collettiva per queste categorie sociali e per un aumento della dimensione di tipo " collettivismo" nel paese. Inoltre, in questo modo si cerca di ottenere una riduzione dell'incertezza nello spazio sociale italiano per fornire una speranza in questo periodo di crisi sanitaria per un'adesione ad un "orientamento temporale a lungo termine" in modo da essere "preparati" nel bene o nel male nelle prossime circostanze.
L'articolo di Saviano prende forma con questa asserzione iniziale: " È il momento di chiedere a gran voce a chi ci governa di governarci con giustizia e di non lasciare indietro nessuno."
In questa affermazione dello scrittore si concentra una richiesta di giustizia con la richiesta di non lasciare indietro nessuno. In tal modo vediamo come il concetto di giustizia rientra nella difesa dell'autonomia delle persone in termini di protezione del loro spazio intimo ( faccia negativa), la giustizia implica fare emergere sempre e comunque gli aspetti distorsivi e corruttivi della società in sintonia con una dimensione di bassa distanza sociale: in sostanza si enfatizza l'uguaglianza dei cittadini come orizzonte culturale del paese perché la giustizia rappresenta un modo per creare un sentimento di adesione con la dimensione culturale di tipo " forte evitamento dell'incertezza" perché si offre una risposta al bisogno di chiarezza e struttura creando un bisogno emotivo di regole (anche se non sempre rispettate). Il concetto di giustizia rappresenta anche un modo per essere in sintonia con la dimensione di tipo " individualismo" perché si ha un " io coscienzioso" e la trasgressione delle norme deve creare un sentimento di colpevolezza e non come avviene sovente in Italia di tipo "vergognati". Questo è un modo per creare un sentimento di maggiore controllo della propria vita in sintonia con la dimensione di tipo " soddisfatti". La giustizia rafforza la nostra tutela e autonomia in termini di faccia negativa mentre il concetto di " non lasciare indietro nessuno" contiene l'intenzione di potenziare il bisogno di faccia collettiva dell'intera nazione senza nessun incluso. In pratica, la richiesta dello scrittore Saviano è quella di implementare un " collettivismo" coscienzioso.
L'articolo di Saviano incomincia con una descrizione del contesto odierno come forma di "agentività" sulla situazione storica in modo da ricreare le migliori condizioni per lo scrivente per implementare la sua visione del reale. Infatti viene descritta tale situazione " l'Italia è in lockdown da tanto tempo e, nella maggior parte delle regioni, lo è senza risposte e senza prospettive". Questo confinamento non offre risposte e non ha prospettive per molte regioni e quindi diventa una forma di minaccia al bisogno di tutelare la faccia negativa di tanti italiani che non vogliono perdere la faccia per l'incompetenza del governo.  Questa assenza di prospettiva costringe le persone a vivere nella dimensione culturale di tipo " vincolati" perché le cose non dipendono da noi e pertanto configge con la necessità delle persone di aderire ad una dimensione di forte evitamento dell'incertezza mentre le istituzioni sono molto più al loro agio nella dimensione di tipo " debole evitamento dell'incertezza" perché vivono con poco stress l'ambiguità delle sue decisioni. In sostanza il potere aumenta e potenzia la sua faccia positiva quando non offre soluzioni in tal modo diventa essenziale per la risoluzione del problema l'intervento del mondo politico conferendo in tal modo notevoli benefici alla faccia positiva collettiva di questa categoria a discapito dei costi subiti per la faccia negativa di alcune fasce di popolazioni. Saviano mette in luce come " L'Italia cerca risposte e non litigi", ossia il paese cerca di ritrovare una forma di potenziamento per il suo bisogno di faccia positiva tramite delle risposte e non litigi che sono una riduzione di costi subiti mentre i litigi sono costi insostenibili per la faccia negativa del paese. Si può sostenere che coloro che " litigano" ora in Italia sono al proprio agio nel caos e ambiguità ( vedi la Lega) in totale sintonia con la dimensione di debole evitamento dell'incertezza. Questi litigi sono un modo per valorizzare la faccia positiva dei propri elettori che non credono più alle narrazioni ufficiali. Il discorso mediatico si concentra soltanto sui numeri dei tamponi fatti, i ricoverati, i positivi, deceduti creando soltanto un sentimento di confusione e di panico perché i media sono in sintonia con la dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" con la loro adesione all'ambiguità e caos, in cui i cittadini sono percepiti come incompetenti, il mondo è fatto di "out-group" e " in-group" con un "noi" nel mondo dei media di tipo quasi " incosciente" e visto che hanno il potere vero in mano aderiscono ad una dimensione culturale di tipo " orientamento a lungo termine" perché ciò che è bene o male dipende dalle circostanze creando de facto in molte fasce di popolazione un sentimento di impotenza e dove tutti sono costretti ad aderire ad una dimensione di tipo " vincolati" rendendo sempre più difficile la possibilità di ricordare delle emozioni positive. Per Saviano manca un discorso chiaro su che cosa il governo sta facendo ora per consentire una messa in sicurezza della salute pubblica. In altri termini è una richiesta per una tutela della faccia negativa " collettiva" del paese che viene richiesta da Saviano per offrire un'adesione cruciale ad un " forte evitamento dell'incertezza". I quesiti mossi dallo scrittore riguardano sul " come cambierà la sanità; come proteggere il corpo sanitario e i pazienti nel caso di una prossima emergenza? Come tranquillizzare coloro che hanno bisogno di cure ospedaliere non legate al virus ma temono di recarsi in ospedale per paura del contagio? L'intento delle domande è quello di fare uscire la politica dalla sua dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" per andare verso un " orientamento temporale a lungo termine" dove i fatti devono collocarsi nel futuro, in cui modificare le abitudini sarà necessario di fronte ai cambiamenti imposti dal corona virus e sarà vitale compiere degli investimenti. Al contrario, il governo è riuscito a modificare ogni settimana una semplice autocertificazione per gli spostamenti degli italiani durante la quarantena. In sostanza le risposte del governo non sono affatto in sintonia con i bisogni di tutela della faccia negativa del cittadino che deve subire queste minacce in termini di assenza di tutela della sua faccia negativa perché il governo inteso come faccia collettiva delle istituzioni si ritrova ampiamente nella dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" perché a proprio agio nel caos. In seguito all'interno dell'articolo arriva il momento degli appelli di Saviano, i quali sono un momento in cui lo scrittore è pronto a perdere la sua faccia negativa e forse anche a fare subire dei costi alla sua faccia positiva per il semplice fatto che molto probabilmente non ci saranno risposte di fronte a questi quesiti che riguardano " la messa in sicurezza del personale medico, delle persone straniere che lavorano nei campi senza diritti". Inoltre, Saviano aggiunge un altro appello in merito alla concessione della cittadinanza italiana a tutti quelli che sono nati in Italia da genitori stranieri. In questi appelli realizzati da Saviano si cerca di ottenere dei benefici al bisogno di riconoscimento della faccia positiva dei braccianti stranieri tramite un ampliamento di benefici verso le categorie del personale sanitario. In pratica è un'operazione di ampliamento di benefici verso il nostro " in-group" di appartenenza che viene richiesto da Saviano anche con il suo appello al rilascio della cittadinanza italiana a tutti coloro che sono nati in Italia come modo per valorizzare il loro bisogno di ridurre i costi subiti sinora in termini di assenza di riconoscimento per la loro faccia positiva con la mancanza di una cittadinanza per tutte queste persone. Questa crisi è il momento giusto per Saviano per fare aumentare un sentimento di forte " in-group" all'interno del paese per eliminare i tanti anni di " out-group" come unica risposta offerta a questi "nuovi italiani". Per Saviano dove esistono cittadini più cittadini di altri, vale a dire con maggiore tutela del loro diritto di faccia sia negativa che positiva, la politica intesa come la faccia collettiva delle istituzioni, non contempla la possibilità di tutelare la faccia negativa dei più deboli o stranieri, non compie questa operazione per tutelare i penultimi ( gli italiani in difficoltà) ma solo per tutelare se stessa. In altri termini, la politica vuole rimanere nella valorizzazione della propria faccia positiva tramite il non riconoscimento di diritti o risposte per rimanere un attore centrale della scena sociale del paese. In definitiva, per la politica il conferimento di faccia negativa sia agli stranieri che ai più deboli significa una forte riduzione o costi da subire per il loro bisogno perenne di agentivare se stessi come portatori di "faccia positiva" per il bene degli altri. Invece fare pagare dei costi agli altri in termini di perdita di faccia negativa è un grosso problema per chi aderisce ad una dimensione culturale di debole evitamento dell'incertezza. La politica che non spiega ai cittadini italiani perché i braccianti stranieri sono "out-group" perché quasi schiavi, così come un medico straniero non può avere un documento sono il risultato della stessa politica, la quale non dirà mai ai cittadini italiani come tirarli fuori dal confinamento. La pandemia rivela che quando la politica non agisce per alcuni de facto non agisce per nessuno. In modo brutale si può sostenere che questa politica rappresenta una minaccia per la faccia collettiva di tutti gli italiani e non soltanto per quelli che si sentono come " out-group" della società italiana. Molti italiani continuano a pensare che tale separazione sia il modo migliore per tutelare il loro bisogno di faccia negativa di fronte ai quei costi notevoli pagati dalla popolazione senza una possibilità di ottenere una qualsiasi forma di riparazione per l'assenza di  protezione offerta al bisogno di " faccia negativa" degli italiani.






https://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2020/04/20/news/non-lasciare-indietro-nessuno-1.347189

Non lasciare indietro nessuno

Il governo ha un piano per farci ripartire in sicurezza? Come difendere gli stranieri che lavorano nei campi? E quelli della sanità? Un appello

Non lasciare indietro nessuno

È il momento di chiedere a gran voce a chi ci governa di governarci con giustizia e di non lasciare indietro nessuno.

L’Italia è in lockdown da tanto tempo e, nella maggior parte delle regioni, lo è senza risposte e senza prospettive. L’idea di poter arrivare a contagi zero è una moderna favola cinese a cui non darei troppo credito, dunque servono risposte per la famosa fase 2, risposte e non litigi. Oggi sembra che il dibattito sul Covid-19 saturi ogni spazio, eppure manca forse la parte di informazione più importante ed è proprio quella che cerco e che non riesco a trovare nelle conferenze stampa quotidiane in cui si elencano numeri - i tamponi fatti, i positivi, i ricoverati, i deceduti - che peraltro offerti giorno per giorno dicono poco e confondono molto, gettando la popolazione nel panico dal momento che i dati sono in continua oscillazione e che non riescono a determinare una tendenza consolidata.

Quello che manca è un discorso chiaro su cosa si sta facendo per poter consentire la riapertura e non mi riferisco alle tempistiche sulle aperture di esercizi commerciali e realtà produttive, ma alla messa in sicurezza della salute pubblica. Posto che a contagi zero - dato che non siamo la Cina - non arriveremo mai, e posto che non si possono tenere chiusi in casa gli italiani per un anno, abbiamo capito come sta cambiando la sanità? Abbiamo capito quali risorse già adesso, mentre scrivo e mentre leggete, sono state stanziate per far fronte a una nuova emergenza senza dover mettere i medici in condizione, di nuovo, di scegliere chi ha maggiori possibilità di salvarsi e chi no? Sappiamo riconoscere situazioni in cui la politica deve prendere decisioni e pretendere che lo faccia - istituire zone rosse, ad esempio - senza aspettare il placet di Confindustria? Sappiamo se esiste una informazione chiara in grado di tranquillizzare coloro i quali necessitano di cure mediche non connesse alla pandemia e che non li dissuada dal recarsi in strutture ospedaliere per il timore del contagio?

Capisco che l’emergenza ci abbia colto di sorpresa, ma è pur vero che forse l’immagine che meglio descrive la disorganizzazione di queste ultime settimane, e ne restituisce il ridicolo oltre il dramma, è cristallizzata nelle continue modifiche alla famigerata autocertificazione che gli italiani sono tenuti a stampare e compilare. Ogni settimana un nuovo testo, senza tener conto che non tutti hanno stampanti in casa e che, magari, chi le ha preferirebbe conservare fogli e inchiostro per il lavoro scolastico degli oltre otto milioni di studenti che svolgono le attività da casa.

E quindi è questo il momento degli appelli, il primo è mio, personale, e la domanda è chiara: diteci non quando finirà la quarantena, ma come state preparando l’Italia per la fine della quarantena. Non ditemi quali attività riprenderanno e quando, ma cosa avrete fatto perché tutto questo possa avvenire in sicurezza, perché i medici non sono sereni e lo stanno comunicando alle regioni senza troppi giri di parole. Sono trascorse diverse settimane, credo sia giunto il momento di incalzare su questo. Accolgo poi due diversi appelli. Dobbiamo pretendere dalla politica che si occupi, sì proprio ora, delle condizioni dei braccianti stranieri senza diritti che lavorano nelle campagne italiane: il sindacalista Aboubakar Soumahoro ha lanciato un appello rivolto al Presidente del Consiglio perché si faccia carico di questa vergognosa moderna schiavitù. E dobbiamo pretendere che i cittadini italiani, nati in Italia da genitori stranieri abbiano la cittadinanza. Faccio mie le parole che Hamilton Dollaku, infermiere di origini albanesi, rivolge al Presidente della Repubblica perché il suo sguardo si posi sul personale medico, che oggi lavora senza sosta, la cui vita è una corsa a ostacoli solo per essere nati in Italia da genitori stranieri.

Dove esistono cittadini più cittadini di altri, dove la politica perde di vista gli ultimi (poniamo che siano gli stranieri), non lo fa per tutelare i penultimi (poniamo che siano gli italiani in difficoltà), ma solo per tutelare se stessa. La politica che non spiega ai cittadini italiani perché i braccianti stranieri possono essere trattati come schiavi e perché un medico nato in Italia da genitori stranieri deve penare per avere un docuemento, è la stessa politica che non dirà ai cittadini italiani come intende tirarli fuori dal lockdown in sicurezza. La pandemia è disvelatrice e ci mostra che quando la politica non funziona per alcuni, non funziona per nessuno.


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