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martedì 20 febbraio 2018

Due di due romanzo Andrea De Carlo

TITOLO: Due di due
AUTORE: Andrea De Carlo
GENERE: romanzo
TRAMA: E’ la storia dell’amicizia nata tra i banchi di un liceo milanese tra Mario, il narratore, e Guido. Superate le resistenze iniziali, i due si frequentano assiduamente e, da lì a poco, diventano inseparabili. Pur presentando caratteri completamente diversi, hanno in comune la precarietà del loro futuro e ciò li spinge ad avere bisogno l’uno dell’altro per completarsi, andare avanti ed essere se stessi.
Mario è un tipo frustrato, privo di iniziativa. Si trascina nelle sue giornate vuote e prive di senso. Non ci sa fare con le ragazze; incapace di suscitare emozioni, è quindi costretto ad accontentarsi degli scarti di Guido.
Il suo ruolo è limitato ad aiutare Guido a mantenere la traiettoria scelta, considerata la volubilità dell’amico nel passare da un obiettivo ad un altro. Infatti Guido possiede un vero e proprio carisma: ha talento nel cogliere i particolari, manipolare le situazioni, amplificare i dettagli, ma non vuole sentirsi oppresso dalle circostanze. Il suo comportamento è davvero imprevedibile. Ciò gli garantisce il successo con le ragazze ma suscita l’invidia dei compagni di classe. Un giorno Guido, di fronte all’ennesima incertezza dell’amico, gli dice: “Lo so come ti senti. E’ come essere dietro un vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi. Ho passato tre quarti della mia vita chiuso fuori, finché ho capito che l’unico modo è romperlo. E se hai paura di farti male, prova ad immaginarti di essere già vecchio e quasi morto, pieno di rimpianti”.
Vivere senza rimpianti è l’imperativo di Guido e non perde occasione per mettere in luce il suo spirito da trascinatore: partecipa in prima linea a tutte le manifestazioni studentesche, cambia regolarmente ragazza, tiene testa ai professori, diventa attivista in politica, partecipa alle risse, legge libri di storia per trovare nuovi stimoli da mettere in atto. Odia la routine, il grigiore di Milano, la civiltà industriale in cui è costretto a vivere. Si stanca di stare troppo tempo fermo nello stesso posto, di parlare a lungo di un solo argomento; ama l’improvvisazione e il divertimento.
Quando Guido decide di lasciare gli studi e di non partecipare più alle assemblee scolastiche, si avverte il vuoto nell’aria. Trova lavori saltuari e riesce a eludere il servizio militare fingendosi pazzo e dando il meglio di sé nel test sulle macchie.
Successivamente Mario e Guido decidono per una vacanza insieme in Grecia. Anche questa si trasforma in un’occasione di amicizia, di incontri, di sensazioni forti, di scelte, di incontri e di addii. Poi Guido si trasferisce a Londra e Mario, che soffre dell’assenza dell’amico, si lascia trascinare da un compagno di università in un’avventura allucinante a base di hashish. Ricoverato in una clinica privata, Mario non ha più le forze per affrontare la vita fino a quando un lutto in famiglia lo smuove e finalmente per la prima volta nella sua vita, trova la voglia di reagire, di far parte del mondo.
Finisce così la prima parte del libro in cui le debolezze e le incertezze di Mario vengono colmate dalla sicurezza e dalla spregiudicatezza di Guido.
La sorpresa incredibile è che nella seconda parte si assiste ad un capovolgimento dei ruoli: Mario diventa artefice del proprio destino mentre Guido è in balia degli eventi. Ma procediamo con ordine. Mario perde di vista Guido e scopre un angolo di paradiso vicino Gubbio; quindi acquista due vecchie case di pietra e un bel po’ di terreno, deciso ad intraprendere la sua nuova attività di agricoltore. Quando incontra Martina, decide di applicare la tecnica del “vetro” e il risultato è garantito: vanno a vivere insieme in campagna, lontano dalle comodità della città. Ora Mario può prendersi finalmente cura di qualcuno. Finalmente Guido si fa vivo e va a trovare l’amico. Gli racconta dei suoi viaggi a Londra, Boston, New York e Oslo, sempre con ragazze diverse: un infinito peregrinare senza mettere mai radici. Allora Mario gli propone di rimanere lì nella seconda casa, disponibile per lui, ma Guido è già proiettato verso l’Australia. In realtà, però, non sa veramente cosa vuole dalla vita e non riesce più a trovare alcuna ispirazione nel paesaggio.
Nel frattempo la famiglia di Guido si allarga; nascono due gemelli e lì si trasferisce anche Chiara, la sorella di Martina.
Dallo scambio epistolare con Guido, Mario comprende che il suo amico è in preda alla depressione e, tra l’altro, le droghe che assume lo stanno trascinando inevitabilmente nell’abisso. Quando si rincontrano, Guido è ridotto davvero male: gli sembra che niente abbia più il minimo significato. Prima di ripartire, Guido affida a Mario un manoscritto di 200 pagine in cui ha sfogato tutta la sua rabbia contro Milano e contro la civiltà industriale. Grazie a Mario, Martina e Chiara, il libro viene pubblicato, Guido recupera un po’ del suo sguardo vigile e trova anche l’amore di Chiara. Diventa persino padre, ma purtroppo non si tratta di una rinascita, bensì di una brevissima parentesi positiva. In breve tempo Guido diventa schiavo dell’alcool, lascia Chiara e vive nella più totale apatia. L’ultimo tentativo per vincere la malinconia e riaffacciarsi alla vita è scrivere un altro libro. Poi un giorno giunge la notizia della morte di Guido in un incidente stradale e Mario si sente completamente svuotato, come se una parte di sé se ne fosse andata per sempre. Allora Mario, in preda alla disperazione, ha un impulso da piromane e dà fuoco alla seconda casa: lo scopo è di vedere una casa sola, là dove ce n’erano state due.
Mario e Guido sono “due di due”, come dice il titolo, e in termini matematici dire “2 di 2” vuol dire considerare l’intero. Quindi, loro due insieme sono complementari.

COMMENTO:
Tutto il romanzo ruota intorno alla profonda amicizia fra Guido e Mario. E’ un rapporto profondo, sincero, tra due personalità molto diverse: al carisma eccezionale di Guido, si contrappone l’insicurezza di Mario; alla sua voglia di evasione dagli schemi e dalle scelte obbligate, si contrappone la ricerca di stabilità da parte di Mario.
Sinceramente sono rimasto affascinato da tutti e due: obiettivamente mi riconosco nel carattere impenetrabile di Guido, nella sua capacità di essere efficace con poche parole dette al momento opportuno e nei suoi momenti di totale chiusura verso il mondo.
Non condivido la scelta iniziale di Mario di limitarsi ad essere l’ombra di Guido solo perché molto sicuro di sé e dal temperamento vulcanico: non ci si può annullare così, non è giusto. Credo che ognuno di noi abbia delle attitudini, una vocazione, un sogno nel cassetto e reputo giusto che esca allo scoperto e trovi un proprio equilibrio.
Secondo me è stato molto bravo l’autore nel non far prevalere un personaggio sull’altro; infatti, di solito, quando si legge un libro, ci si innamora di un personaggio in particolare e tutti gli altri fanno da sfondo. In questo caso, invece, si rimane affascinati sia dall’imprevedibilità di Guido che dall’atteggiamento metodico di Mario, sia dalla vita alternativa dell’uno che dalla ricerca di stabilità dell’altro. A tale proposito, rende bene la frase di Mario: "Pensavo a quanto le nostre vite erano state diverse in questi anni, e anche simili in fondo, due di due possibili percorsi iniziati dallo stesso bivio...".
Questo libro mi ha portato a riflettere sulle infinite occasioni che si presentano nella vita e che, a volte, vanno colte al volo, mentre altre volte, con le dovute considerazioni. Inoltre mi ha insegnato che le cose non sono mai quello che sembrano. Infatti Guido sembrerebbe un vero e proprio modello di ragazzo vincente, mentre Mario un perdente. In realtà, io credo che non si nasca vincenti o perdenti, ma che ognuno di noi sia un po’ dell’uno e un po’ dell’altro e che ciò dipenda dallo stato d’animo del momento e dalla situazione che si sta vivendo. E questo libro ne è l’esempio.

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