venerdì 2 luglio 2010

code switching

La commutazione di codice come strategia interlinguistica di gestione della conversazione

Tra le funzioni più rilevanti dal punto di vista discorsivo da parte del code–switching vi è senz’altro la segnalazione di un cambiamento del numero dei partecipanti all’interazione; detto in altro modo, il passaggio da un sistema linguistico ad un altro rappresenta l’espediente più classico per segnalare la volontà di parlare con un altro interlocutore, diverso da quel con il quale si è parlato sin ora. Tale pratica è facilmente interpretabile, anche per parlanti con poche risorse linguistiche.
Per esempio, nel prossimo frammento di conversazione, la commutazione verso l’italiano indica un allargamento dei partecipanti anche alla intervistatrice, diventando lei la nuova destinatario del messaggio. Il code–switching è un meccanismo linguistico molto variabile che serve per allargare oppure restringere il numero dei partecipanti all’atto comunicativo. Tuttavia, sembra emergere nel corpus raccolto, una prevalenza per il cambio di destinatario del messaggio. Sarà sempre l’intervistatrice ad essere esclusa con l’uso della lingua twi, codice condiviso da parte di tutti gli altri partecipanti all’interazione. Quindi, la lingua twi riveste il ruolo di we–code, vale a dire di codice da impiegare per le relazioni interne alla comunità.(Gumpertz, 1982:66). L’italiano viene adoperato in modo ricorrente per comunicare con la cittadinanza bergamasca, e in tale situazione l’italiano serve per allargare la costellazioni dei partecipanti. Nel corpus, l’italiano sarà utilizzato per rendere diretta destinataria del messaggio la nostra intervistatrice, abbandonando in tal modo il suo ruolo di bystander. Avvolte, la commutazione di codice serve per evidenziare un commento, una sequenza secondaria da quelle più significative, rivelando un suo ruolo di organizzatrice della conversazione. Nel parlato monolingue si è soliti segnalare la presenza di sequenze secondarie per mezzo dell’intonazione o di altri tratti prosodici, ma presso il parlante plurilingue la possibilità di sfruttare l’effetto contrastivo derivante dall’accostamento di sistemi linguistici diversi rappresenta una strategia efficace ed accessibile. Il passaggio da un topic all’altro rientra spesso nella pratica del code–switching, rendendo più fluida il procedere dell’interazione. Spesso prevale nelle comunicazioni plurilingue, una commutazione in senso contrastivo rispetto all’andamento della conversazione. Per esempio, i temi afferenti l’arrivo in Italia e le pratiche per ottenere il permesso di soggiorno sono stati stipulati in lingua italiana, in quanto i nostri partecipanti hanno dovuto sviluppare una certa domestichezza con l’italiano, nell’assolvere a questi problemi. Per tutto ciò che riguarda lo stile di vita del paese originario, si riscontra un utilizzo del twi.
Anche se i nostri dati non ci permettono di determinare i topic tramite la lingua, sembra che l’inglese venga impiegato in modo neutro, vale a dire impiegato per quei argomenti che vengono vissuti come privi di coinvolgimenti emotivi.
Nell’ambito dei contesti, sembra che la commutazione di codice sia molto ricorrente sia all’inizio che alla fine degli episodi interattivi, il tutto durante i saluti di incontro o di commiato.
In questi casi, la lingua prescelta è il twi, la quale marca la differenza tra il momento della conversazione e quello del rituale dei saluti , momento decisivo nel definire i rapporti tra gli interlocutori; sembra che l’uso del twi accorci le distanze tra di loro, dimostrando che entrambi appartengono alla comunità ghanese o ne condividono gli stessi valori, e di conseguenza favorisce un rapporto di solidarietà.
Una delle coppie adiacenti che ritroviamo con molta frequenza sarà la domanda in twi “wo ho te sen? ( come stai?). letteralmente il tuo corpo come sta? Tale domanda rappresenta una formula di entrata ( Goffman, 1971; 1988), un saluto d’incontro per mezzo del quale due interlocutori confermano la reciproca disponibilità a dare inizio ad un’interazione una funzione che ha svuotato di significato il significato primo della domanda. Altro campo d’applicazione del code–switching è rappresentato dalla riproduzione di precedenti frammenti di conversazione in senso narrativo, vale a dire in modo da esplicitare la sequenza dei vari enunciati prodotti. Questo tratto permette di evidenziare la polifonia presente in ogni testo narrativo. ( Bachtin 1979).
La commutazione rende possibile il padroneggiare la conversazione, aggiungendosi già all’ampia scelta di strategie presenti per il monolingue e quindi diventa un asso nella manica del parlante plurilingue.

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