giovedì 7 aprile 2011

LA NOZIONE DI PERSONA PER DURANTI, 2007

Il concetto di persona di Duranti si rifà a qualcosa degno di “rispetto” per riprendere i termini provenienti da Goffman (1959, 1967), Levinas (1980, 1982) e si ricollega all'idea di fiducia verso l'altro, da qui l'ipotesi di Duranti (2007) dove la nostra stessa rappresentazione della fiducia può variare tra le comunità linguistiche, vale a dire che il nostro “essere con e per” la persona varia a secondo delle norme comunicative presenti in una data comunità di parlanti.

CULTURAL SCRIPT DA ANNA WIERZBICKA

Il cultural script è da intendersi nella prospettiva di Anna Wierzbicka (1991) come una descrizione di presupposti di base sul come le “persone pensano” localmente durante certe interazioni sociali. Le persone portano con sé questi presupposti di base nelle loro interazioni quotidiane. Il cultural script non determina le interazioni individuali ma rappresenta piuttosto un dispositivo d'interpretazione e di valutazione del comportamento linguistico degli altri e di se stesso. Il cultural script è un retroterra di interpretazioni condivise da parte di un gruppo di parlanti e questi stessi parlanti possono aderire fedelmente al cultural script, manipolarlo, sfidarlo, sovvertirlo o adoperarlo in maniera creativa.

ETHOS FROM BROWN E LEVINSON Universals in language use: Politeness phenomena (1978: 248):

Ethos”, in our sense, is a label for the quality of interaction characterizing groups, or social categories of persons, in a particular society [ ....] In some societies ethos is generally warm, easy-going, friendly; in others it is stiff, formal, deferential; in others it is characterized by displays of self-importance, bragging and showing off [ ....] ; in still others it is distant, hostile, suspicious”.

LA CULTURA PER SPENCER-OATEY E JIANG

Il termine “cultura” secondo Spencer-Oatey (2005:108) rinvia ad un insieme di attitudini, credenze, convenzioni comportamentali, supposizioni di base e valori che sono condivisi da un dato gruppo di persone e che influenza il comportamento di ogni membro, così come l'interpretazione del comportamento di altri gruppi di persone.
Spencer-Oatey afferma che la cultura si occupa delle regolarità all'interno di un gruppo di persone e tali regolarità vanno di pari passo con la presenza di variabilità, pertanto le regolarità che costituiscono la cultura di un gruppo secondo Spencer-Oatey (2001, 2003, 2005) possono variare e vengono identificate dai seguenti elementi:

- supposizioni di base e i valori
- credenze, attitudini e ideologie
- leggi, regole, regolamenti
- scopi e missione
- obiettivi e strategie
- percezione del proprio ruolo nell'interazione, includendo i diritti e doveri collegati al proprio ruolo
- riti comportamentali, le convenzioni, le routine (linguistiche e non linguistiche), la loro comprensione e interpretazione
- artefatti e prodotti

ABSTRACT

La presente ricerca delinea un'analisi dell'atto linguistico del disaccordo, in una prospettiva sociopragmatica, con la finalità di stabilire delle differenze culturali tra parlanti italofoni e francofoni. Si è privilegiato il disaccordo come tratto saliente perché permette di analizzare la cortesia linguistica presente all'interno di un corpus di interviste televisive italiane e francesi. La ricerca è composta da una prima parte incentrata sulla ricognizione di vari modelli metodologici utili per l'indagine del fenomeno linguistico del disaccordo, mentre la seconda parte riguarda l'analisi del disaccordo segnalato all'interno del corpus analizzato. L'analisi, condotta in base ai principi sociopragmatici di Spencer-Oatey e Jiang, con l'utilizzo del modello della cortesia linguistica di Brown e Levinson, con gli innesti di Kebrat-Orecchioni, all'interno di un approccio etnopragmatico con i lavori di Duranti, mette in luce alcune diversità nella realizzazione del disaccordo tra parlanti francofoni ed italofoni. Queste differenze sono riconducibili, secondo la prospettiva adottata in questa ricerca, ad un ethos differente nelle due comunità di parlanti.
L'ethos francese permetterebbe una realizzazione più severa o aggravata del disaccordo in quanto vengono usate delle strutture linguistiche che non vengono percepite come lesive per la faccia positiva dell'altro parlante, mentre nei parlanti italofoni la produzione del disaccordo rappresenta quasi sempre una minaccia per la faccia positiva, soprattutto per le proprie capacità professionali e\o psicologiche. Questi risultati sembrano aderire ad una nozione dell'ethos fondato sulla considerazione o non-considerazione da parte dei parlanti italofoni, in cui viene prediletto il rispetto o non rispetto per il rapporto interpersonale tramite il riconoscimento o il diniego della realtà interpersonale dell'altro parlante. Invece l'ethos francese sembra volere mostrare una tendenza alla franchezza e all”engagement” attraverso il coinvolgimento emotivo dell'altro parlante durante lo scambio verbale dimostrando una maggiore disponibilità in termini di diritti interazionali tra i parlanti.