Archivio blog

venerdì 31 gennaio 2020

SIMPATIA, ANTIPATIA: UN MODO SPONTANEO DI ESSERE DEGLI ITALIANI

SIMPATIA, ANTIPATIA: UN MODO SPONTANEO DI RIFERIRCI AGLI ALTRI.

Il nostro modo di rapportarci con gli altri corrisponde probabilmente al numero di persone con cui abbiamo avuto qualcosa a che fare nel corso della nostra vita. Ciò vuol dire che con ogni singolo interlocutore abbiamo avuto un rapporto diverso. Quindi la grande varietà dei sentimenti che di volta in volta abbiamo messo in campo ci ha portato a dei comportamenti relazionali diversi. Ma se volessimo dare un ordine e una classificazione a quello che opera nella nostra mente quando entriamo in rapporto con gli altri, potremmo dire che per una persona possiamo provare simpatia, antipatia o indifferenza. Le sfumature quasi infinite che si possono verificare sono riconducibili sempre a questi sentimenti principali.
La simpatia e l'antipatia sembrano nascere fin dal primo contatto, senza una vera consapevolezza delle ragioni da parte nostra. La successiva frequentazione spesso non fa che rinsaldare la primitiva impressione. Nel caso della simpatia, allora, cominciamo a sentirci attratti da quella persona perché troviamo tante affinità con noi stessi. Tante volte si tratta di affinità ideali o idealizzate, che coinvolgono insieme al come siamo il come vorremmo essere. La condivisione del modo di vestire, del tipo di educazione, della cultura, dello status sociale, delle opinioni, delle convinzioni politiche e religiose non fanno che catalizzare in positivo la simpatia.
Tutti noi riconosciamo teoricamente il diritto di libertà di opinione agli altri ma di fatto ci risultano simpatiche solo le persone che la pensano più o meno alla nostra maniera. In ogni parte del mondo, in ogni cultura le persone provano simpatia esclusivamente per chi ha sostanziali affinità con loro stesse.
Un altro elemento che polarizza molto la simpatia è il sapere che l'altro ha dimostrato tale sentimento nei nostri confronti. Quindi in questo senso non facciamo che restituire quello che ci viene dato. In tal modo è facile amare chi ci ama, trovare gradevole chi a sua volta ci trova gradevole, riconoscere intelligenza e sensibilità a chi ha mostrato di fare in qualche modo la stessa cosa con noi.
Nel restituire la simpatia normalmente siamo più generosi verso coloro che ci hanno mostrato simpatia con il tempo, magari conoscendoci meglio. E siamo implacabili con l'antipatia con quelli a cui inizialmente eravamo simpatici e che poi hanno mutato orientamento nei nostri confronti.
Il vero meccanismo della simpatia risiede nel piacere enorme di essere riconosciuti e valutati per quello che siamo. Per ottenere questo siamo disposti ad aspettare che l'altro si decida a "riconoscerci", e forse gli diamo anche il tempo di ravvedersi da qualche fraintendimento iniziale. Poi, siccome nessuno pensa realmente di essere antipatico, se a lungo andare non otteniamo "consenso" applichiamo duramente la regola della reciprocità, e ripaghiamo l'altro con franca antipatia.
Alla nascita della simpatia e al suo grado di intensità, contribuisce molto quello che siamo venuti a sapere di quella data persona prima di incontrarla. Se un amico ce l'ha descritta con entusiasmo siamo praticamente già entrati nel campo della simpatia e il nostro giudizio già pende in tal senso. La prima impressione dopo il primo incontro risente delle informazioni iniziali e forse un ribaltamento di atteggiamento a causa di oggettive situazioni "distoniche" avrà bisogno di più tempo ed elementi di peso.
L'aspetto fisico costituisce un cospicuo elemento predittivo della simpatia. Una persona fisicamente attraente ha buone possibilità di riscuotere sentimenti positivi in ogni contesto e in ogni ambiente. L'essere belli costituisce fin da piccoli un lasciapassare per un maggior successo sociale. Tale caratteristica è capace a volte di far passare inosservati altri aspetti meno positivi. Così il bambino bello riceve dalla maestra un voto relativamente migliore del bambino meno avvenente. Spesse volte un aspetto fisico poco accattivante può mettere in ombra fattori molto importanti come la personalità e l'intelligenza. C'è da dire che la persona bella, di tutti gli indubbi vantaggi che può avere, potrebbe avere lo svantaggio di presumere troppo dal suo aspetto fisico e trascurare la cura di altre componenti comportamentali. Una ragazza bella, per esempio, potrebbe orientarsi più sull'apparire che sull'essere correndo qualche rischio in più di fallimento. Oltre che a cercare di arrivare a Salsomaggiore per la finale di Miss Italia, potrebbe incongruamente alimentare i sogni di diventare una nuova Claudia Schiffer o una nuova Claudia Gerini. Questa ragazza potrebbe mettere nel proprio carniere solo qualche servizio fotografico in cui appare senza veli, che peraltro passeranno inosservati agli occhi di Tinto Brass.
Nonostante il fatto che tutti dicano che nella scelta del partner badano molto al carattere e all'interiorità (è questo il termine usato) la verità è che l'avvenenza risulta spesso l'unico elemento sul quale si effettua l'opzione. Quello che davvero può essere decisivo per l'insorgere di una reciproca simpatia è un muso e un corpo attraenti. Per un muso e un corpo attraenti ognuno di noi è disposto a chiudere uno o tutt'e due gli occhi su difetti sostanziali. Fino a quando non si è costretti ad aprire gli occhi! Infatti superata la fase iniziale del rapporto perché questo diventi stabile si richiedono altri fattori oltre all'attrattiva fisica. Comunque nel gioco delle parti l'equivoco e il fraintendimento la fanno da padrone e spesso solo dopo molti anni gli ultimi veli dell'illusione cadono lasciando nuda e cruda la verità di una persona molto distante da quella che si credeva.
D'altra parte il criterio dell'attrattiva fisica va traguardato nell'ottica dell'autostima che si aveva al momento della scelta. Un abissale sentimento di inferiorità può produrre scelte che un giorno, colmato in qualche modo l'iniziale "abisso", ci possono apparire in tutta la loro incomprensibilità, provocando la stessa sorpresa e lo stesso stupore che provava Fantozzi al mattino quando scorgeva la moglie che gli dormiva accanto. Nella scelta di un compagno per la vita dunque tendiamo a preferirne uno la cui bellezza soddisfa l'autostima e l'immagine estetica che abbiamo di noi stessi. Nel concetto di autostima entrano tanti elementi: oltre a quelli ovvi di natura psicologica hanno un grosso peso la famiglia d'origine, il ruolo lavorativo, la posizione economica. Le donne in particolare tengono d'occhio oltre all'avvenenza, il potere. La storia politica recente del nostro Paese ci dice che il potere, in tutte le sue forme, è un grande meccanismo generatore di simpatia.
Quando proviamo simpatia per qualcuno tendiamo ad attribuirgli quello che di positivo gli compete, ma anche molti pregi che in realtà non gli appartengono. Chi ci piace diviene perciò stesso intelligente, capace, bravo, competente ecc. E' quello che in psicologia sociale viene definito "effetto alone". Se sei daccordo con me su un punto, allora sei valido e intelligente sotto tanti altri aspetti. Se sei del mio stesso partito politico sei una persona affidabile e degna di considerazione. Se sei un bravo attore sicuramente la tua visione del mondo è degna di un pensatore. L'effetto alone è uno dei più diffusi meccanismi che producono errori di giudizio e anche disastrose scelte del partner. "Mi sono innamorato della sua voce... dell'attaccatura dei suoi capelli... del suo modo disinvolto di indossare la minigonna... del suo carattere metodico e preciso... della sua gentilezza e delle sue attenzioni...".
A volte bastano pochi secondi dal primo impatto e immediata scatta l'antipatia. Il perché non è facile da racchiudere in una definizione. A volte non riusciamo a ravvisare nulla che giustifichi l'antipatia; non una scortesia, non una parola "rivelatrice", non qualcosa di poco lunsinghiero che sappiamo di lui. Ma una ragione c'è sempre. Le cause dell'antipatia a prima vista possono essere ricondotte a tre categorie.
Spesso quella persona ci ricorda qualcuno che ci è antipatico. Basta una vaga somiglianza o un elemento insignificante come il tono della voce o un'inflessione dialettale. E' molto facile che ci sia una trasfusione di antipatia da una persona "colpevole" a una "innocente", attraverso complessi meccanismi della memoria. La statura, la barba, il sorriso possono richiamare esperienze antipatiche patite in passato. Tante volte è semplicemente il nome. "Piacere, Alfredo...". Alfredo, esattamente come quel farabutto che approfittò della mia amicizia. Certo, dopo il primo negativo impatto altri elementi positivi possono ribaltare la primitiva impressione, ma ciò non toglie che quella conoscenza parte un po' svantaggiata.
Altra situazione frequente è quando quella persona ci ricorda qualche cosa che non approviamo in noi stessi. Un signore che è continuamente alle prese con una sigaretta accesa, ci potrebbe ricordare il vizio che ci ha afflitto per tanti anni e da cui solo recentemente e con fatica siamo usciti. Quella signora che dice che è molto amica di una nostra parente con cui da molti anni non corre buon sangue, ci ricorda periodi non lusinghieri della nostra vita. Quello che nel passato ha costituito fatica, angoscia, trauma giustamente lo vogliamo dimenticare e ovviamente non ci fa piacere che qualcuno con la sua stessa presenza ce lo ricordi.
Ci risulta antipatico chi in qualche modo può costituire una minaccia per la nostra stabilità e per la nostra sicurezza. Forse ci è capitato la prima volta alla scuola elementare quando abbiamo avvertito antipatia per quel compagno così bravo e corretto che ci ha rubato il primo posto nella stima della maestra. Ugualmente sul posto di lavoro quel collega così efficiente ci sta proprio sullo stomaco poiché rischia di insidiare il nostro ruolo e il nostro prestigio faticosamente conquistati. La nuova vicina di casa così prestante e appariscente ci appare subito odiosa e civetta poiché temiamo che nostro marito possa metterle gli occhi sopra. A quella festa ci è risultato insopportabile e pieno di arie quel ragazzo così brillante e spiritoso che ha catalizzato l'attenzione delle ragazze che con fatica cercavamo di convogliare su di noi. Può darsi che l'antipatia iniziale si stemperi e diventi addirittura simpatia una volta rassicurato il nostro io concorrente, ma sta di fatto che tante personalità insicure ed ombrose dividono l'umanità in simpatici e antipatici sulla base di quest'unico e perdurante criterio. Il timore di essere soppiantati, sminuiti, sottovalutati, trascurati, traditi, derubati della nostra posizione conquistata a duro prezzo, è tale da poter togliere la pace alla nostra esistenza. Gli altri talvolta ci appaiono come possibili usurpatori capaci di mangiare il nostro cibo, di dormire nel nostro letto, di copulare con il nostro consorte, di fare carriera al nostro posto. All'apparire dell'usurpatore (perlopiù immaginario) scatta l'antipatia a prima vista, e da questa (non si sa mai!) può derivare anche il delitto contro la vita.
Sarebbe davvero auspicabile se al risveglio di una antipatia improvvisa riuscissimo a inquadrarla nella sua vera dinamica. Ciò ci consentirebbe di far evaporare buona parte di quel sentimento che non sempre ci fa onore. Capendo i nostri sentimenti ci metteremmo sulla buona strada per capire di più noi stessi e dunque per trovare le chiavi giuste per accedere a una più autentica comunicazione con il nostro prossimo.

 http://www.studioiannetti.it/it/scheda-articoli.php?id=352

Giuseppe Prezzolini: "Gli italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi"

Nel 1921 Giuseppe Prezzolini pubblicò il "Codice della vita italiana", una raccolta di aforismi divenuti celebri per lo stile mordace con cui veniva rappresentata l'indole degli italiani. Proponiamo la versione integrale del primo capitolo che ritrae le due fondamentali categorie in cui, secondo Prezzolini, si possono suddividere i cittadini italiani:  i furbi e i fessi.
Giuseppe Prezzolini, giornalista e scrittore, pubblicò nel 1921 il "Codice della vita italiana", una raccolta di aforismi divenuti celebri per lo stile sardonico e mordace con cui veniva rappresentata l'indole degli italiani. Proponiamo la versione integrale del primo capitolo che ritrae le due fondamentali categorie in cui, secondo Prezzolini, si possono suddividere i cittadini italiani:  i furbi e i fessi.

Codice della vita italiana, 1921
La Voce, 1921 - Capitolo I - Dei furbi e dei fessi

1. I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi.

2. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.

3. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.

4. Non bisogna confondere il furbo con l'intelligente. L'intelligente è spesso un fesso anche lui.

5. Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.

6. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.

7. Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.

8. I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.

9. Dovere: è quella parola che si trova nelle orazioni solenni dei furbi quando vogliono che i fessi marcino per loro.

10. L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono.

11. Il fesso, in generale, è stupido. Se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo.

12. Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.

13. Ci sono fessi intelligenti e colti, che vorrebbero mandar via i furbi. Ma non possono: 1) perché sono fessi; 2) perché gli altri fessi sono stupidi e incolti, e non li capiscono.

14. Per andare avanti ci sono due sistemi. Uno è buono, ma l'altro è migliore. Il primo è leccare i furbi. Ma riesce meglio il secondo che consiste nel far loro paura: 1) perché non c'è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere; 2) perché non c'è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e la associazione con altri briganti alla guerra contro questi.

15. Il fesso si interessa al problema della produzione della ricchezza. Il furbo soprattutto a quello della distribuzione.

16. L'Italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.

Piangersi addosso come comportamento sociale

Smettila di lamentarti!

Il traffico, il lavoro, la casa, le rughe, la cellulite....Quante volte ti è capitato di sentirti insoddisfatta e di lamentarti senza però fare nulla di concreto per cambiare in meglio le cose, ma anzi lasciandoti andare a una sterile autocommiserazione che non porta alcun beneficio? Ecco allora i 5 consigli del personal life coach per dare una svolta alla tua vita e smettere di lamentarti

Perché in ognuno di noi c’è questa tendenza a lamentarsi e a piangersi addosso?
“È una dinamica che abbiamo appreso da bambini. Quando ci lagniamo chiediamo ascolto,riconoscimento, conferma, partecipazione, assistenza, supporto, coccole… in una parola, amore. Un po’ come fanno i piccoli, che piangono se hanno fame o sete o se il loro pannolino richiede attenzione, vorremmo che qualcuno ci ascoltasse e ponesse rimedio al nostro malessere. Visto che tale strategia ha funzionato perfettamente quando eravamo degli infanti, il nostro cervello l’ha memorizzata e ancora ritiene, inconsciamente, che risulterà vincente anche adesso che siamo adulti, autonomi e indipendenti”.

Di solito di chi ci lamentiamo e perché?
“Apparentemente, degli altri. In realtà di noi stessi. Nella stragrande maggioranza dei casi, puntiamo sempre il dito contro il prossimo, dimenticandoci che, mentre lo facciamo, tre dita sono puntate contro di noi. Gli altri sono e fanno cose che non ci piacciono, ma in realtà gli altri sono solo specchi che riflettono e ci rimandano ciò che è in noi e che noi ripudiamo, occultiamo, reprimiamo e che non oseremmo mai lasciar emergere o trasparire”.

E le cose che ci scatenano maggiori piagnistei?
“La maggior parte di noi si lamenta praticamente di tutto ciò che non è come vorrebbe che fosse. Il governo, il meteo, il traffico, la casa, il lavoro, le rughe, la cellulite… e chi più ne ha più ne metta. L’incapacità di accettare le cose per quello che sono, si unisce alla testardaggine di voler per forza cambiare ciò che non dipende da noi o alla pigrizia del non voler agire per trasformare quello che è in nostro potere, creando così la miscela ideale per la lamentela perfetta”.

Farlo che tipo di appagamento dà? 
“È una sorta di valvola di sfogo, ci sentiamo alleggeriti, soprattutto se il nostro interlocutore ci dà manforte. Occorre però fare un po’ di chiarezza e sottolineare che c’è una bella differenza tra il lamentarsi inteso come sinonimo di lagnarsi e il lamentarsi come sinonimo di dolersi. Nel primo caso si tratta di un’esibizione infantile della propria scontentezza che non di rado mira, più o meno inconsapevolmente, a manipolare il prossimo per avere le sue attenzioni. Nel secondo caso, invece, si tratta di una condivisione di un vero sentimento di sofferenza, causato da eventi traumatici e dolorosi. Lagnarsi ha effetti sempre negativi, perché mette in moto una serie di comportamenti da vittima che non tarderanno a essere dannosi, tanto per sé quanto per le relazioni con gli altri. Dolersi è invece l’irreprensibile modalità per esprimere la propria sofferenza ed è parte fondamentale di quel percorso di recupero, che tutti siamo chiamati ad affrontare prima o poi nella vita per superare un dolore traumatico. È in questo caso, infatti, che piangere fa bene”.

Quanto serve lamentarsi?
“Limitarsi a parlare di qualcosa di negativo non produce alcun cambiamento sostanziale. Lamentarsi di un problema può anche essere un buon punto di partenza, ma rischia di appesantire e ingigantire la realtà dei fatti se non si fa nulla di concreto per porvi rimedio. Se non si agisce, se non si cambia prospettiva e atteggiamento, se si resta fermi e immobili aspettando che le cose cambino da sole, non si va da nessuna parte. Anzi, questo atteggiamento continua a rafforzare l’immagine di vittima che si ha di sé, lasciandoci ancora più impotenti. Agire comporta uno sforzo e la cosa non a tutti piace”.

Perché è deleterio piangersi sempre addosso?
“Perché apparentemente è la soluzione più facile, più comoda e veloce, ma in realtà non funziona. L’essere umano è costantemente chiamato a scegliere tra ciò che lo rende felice e ciò che gli è comodo. Paradossalmente, sceglie spesso la seconda opzione, anche se non sempre in maniera consapevole. I meccanismi psicologici che s’innescano sono spesso simili a quelli di un bambino. Si tende a credere di non essere forti abbastanza da attuare quel cambiamento che ci renderà pienamente felici, pertanto si 'chiede aiuto' a qualcuno che si ritiene più forte, 'più grande', come un bimbo che chiama la mamma o il papà per soddisfare un suo bisogno. L’errore più comunemente commesso è proprio offrire quell’aiuto a chi potrebbe tranquillamente farcela da solo. Più aiuti qualcuno che crede di non essere abbastanza abile, più alimenti la sua convinzione di essere incapace. Più dai ascolto a chi si lamenta per niente, più questi continuerà a lamentarsi per tutto. Ecco che si crea un’abitudine disfunzionale e altamente dannosa, che sarà difficile interrompere soprattutto perché, apparentemente, gode di un grandissimo vantaggio: fa estremamente comodo. Ci si chiude quindi in una zona che in psicologia viene definita 'zona di comfort' che però, a conti fatti, di confortevole ha ben poco, perché è come una gabbia dove è impossibile volare liberamente”.

Farlo sui social, sembra essere diventata un’abitudine purtroppo molto diffusa. Perché ci si sfoga così pubblicamente e senza remore?
“Chi si lamenta ha necessariamente bisogno di qualcuno che ascolti. Internet offre quel qualcuno 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gratis. In più, gli schermi di smartphone, pc e tablet in un certo senso 'schermano', proteggono quindi dal confronto reale, lasciando tutto nel mondo virtuale, o almeno ci si illude che sia così. Ma non lo è. Diversamente dalle generazioni precedenti, oggi è largamente diffusa (e accettata) l’idea che si possa dire ciò che si pensa sempre e comunque. Questa inviolabile libertà personale si è trasformata in forme di libertinaggio violente, egocentriche e irrispettose, che vanno a ledere quell’intimità che ciascuno di noi dovrebbe riservare solo ed esclusivamente a se stesso, proteggere dalla pubblica divulgazione e mantenere inaccessibile alla massa. A ben guardare, però, si scopre che dietro quei commenti al vetriolo c’è sempre una richiesta (fin troppo velata e inefficacemente espressa) di attenzioni, di amore. Ci troviamo davanti a vere e proprie guerre social, dove vince chi si lamenta, chi offende, chi insulta meglio e di più, tanto puoi dire ciò che vuoi, sempre e comunque, perché non ci sono regole né controllori. Ma così si finisce col sentirsi sempre più soli, col 'pubblicare' sempre più apertamente il proprio malcontento causato dalla propria solitudine, lasciando sempre più spazio all’odio in tutte le sue forme”.

Nel tempo questo autocommiserarsi che disagi può portare?
“La mancanza di autostima e di autoconsapevolezza, insieme alla solitudine, è la causa principale e allo stesso tempo l’effetto di tali comportamenti largamente diffusi. Nel lamentarsi è insita la convinzione che prima o poi qualcuno verrà a salvarci. Più ci lamentiamo, più alimentiamo la convinzione di non essere forti e capaci abbastanza da vivere una vita serena autonomamente, delegando così il compito di attuare un cambiamento migliorativo nella nostra vita a qualcun altro che presto o tardi si accorgerà di noi, si renderà conto che abbiamo bisogno del suo aiuto, e ci salverà la vita. Il punto è che questo qualcuno non arriva mai. Ma allora noi, anziché cambiare, insistiamo nella nostra strategia perché inconsciamente la riteniamo valida, efficace e funzionale, e quindi reiteriamo questo comportamento con più forza e veemenza, creando un circolo vizioso”.

E se a lagnarsi sono gli altri?
“Il più delle volte tendiamo a sminuire il loro dolore e, in maniera più o meno coperta, sbuffiamo annoiati. Dedicare il nostro tempo al prossimo è il gesto più generoso che si possa fare. È comunque imprescindibile saper distinguere il lamento per un dolore vero da un piagnisteo sterile e infantile. Nel primo caso, se siamo uniti da un legame importante, ci sentiamo automaticamente vicini all’altro per la sua pena. Si chiama empatia e ci permette di renderci subito conto che un nostro sostegno può alleggerire quel dolore così pesante. Nel secondo caso, invece, occorre interrompere il piagnisteo immediatamente e chiedere qual è il vero problema di fondo, che la puerile lamentela sta cercando di occultare. È oltremodo importante non lasciarsi trascinare in un turbinio di lamentele sterili che, come hanno dimostrato numerose ricerche scientifiche, risultano altamente dannose per la salute di chi le ascolta, arrivando addirittura a 'spegnere' una considerevole parte di neuroni, pregiudicando così l’attività cerebrale del povero malcapitato di turno”.

5 soluzioni per smettere di lamentarsi
Se farlo finora non ha prodotto alcun risultato, prova a cambiare atteggiamento seguendo questi step pensati per te dal personal life coach.

1. Cambia prospettiva
Guardare la vita, le persone, le cose e gli eventi da diverse angolazioni, ci permette di avere un quadro più completo della realtà. Anche quando il mondo sembra crollarci addosso, c’è sempre una via d’uscita, ma spesso non riusciamo a vederla perché siamo immersi personalmente e non abbiamo una percezione obiettiva della realtà. Immagina che ciò di cui ti stai lamentando ti venga esposto da una tua amica. Cosa le diresti per aiutarla a trovare una soluzione?

2. Sostituisci la lamentela con la gratitudine
Tendiamo sempre a soffermarci su ciò che non c’è, su ciò che non funziona, su ciò che manca, dimenticandoci di tutto il resto che va alla grande. Sposta i riflettori su ciò che nella tua vita ti riempie di gioia, qualunque cosa sia, e dimostra gratitudine per questo. Ora prova ad approcciare il problema di cui ti lamenti, concentrandoti sulla soluzione con lo stesso spirito di gratitudine. Sei proprio sicura che quell’ostacolo di cui ti lagni oggi non sia l’opportunità per cui essere grata domani?

3. Agisci per risolvere il problema
Nessun problema al mondo è stato mai risolto semplicemente avanzando critiche e lamentele a riguardo. Occorre agire, sporcarsi le mani, sudare per raggiungere risultati che cambiano la vita. Cosa sei veramente disposta a fare (non solo a parole) per risolvere il problema che ti tormenta?

4. Evita pensieri e parole negativi
I pensieri e le parole sono energia e l’energia, si sa, o è positiva o è negativa. Inoltre, quello che pensiamo e quello che diciamo, al pari delle azioni, plasmano la nostra realtà. Più pensi a cose belle, più ti esprimi con parole gentili, più bella e gentile sarà la tua realtà. Che ne pensi di impegnarti con te stessa e prometterti di pensare e pronunciare solo cose positive?

5. Assumiti la piena responsabilità della tua (in)felicità
Quando ti lamenti, stai compiendo una scelta: quella di lagnarti. Chiediti quanto questa tua scelta ti renda felice o infelice. Un detto tibetano recita: “Se sei infelice, è colpa tua”. Ora che sei consapevole che l’infelicità è il più delle volte legata alle tue scelte, cosa scegli per essere felice?
 

giovedì 30 gennaio 2020

FRENCH OPEN COURSE

https://www.laits.utexas.edu/fi/html/toc/02.html

https://coerll.utexas.edu/ra/pdf/ra_01.pdf

http://web.archive.org/web/20071223223103/http://www.utas.edu.au/french/language/ventenpoupe/titres.htm#table

CORSI DI LINGUA ITALIANA CON DIALOGHI

corso d'italiano con dialoghi A2

http://www.educational.rai.it/ioparloitaliano/corso.htm

corso Rai di lingua italiana


Materiali didattici per l'italiano delle professioni

https://www.meet-the-need-project.eu/italiano/materiali-didattici/

italiano delle professioni

 https://fsi-languages.yojik.eu/languages/FSI/Italian/FAST/FSI%20-%20Italian%20Familiarization%20and%20Short%20term%20Training%20-%20Volume%201.pdf

mercoledì 29 gennaio 2020

RIPASSO DEL CONGIUNTIVO SEMINARIO


 Risultati immagini per uso e forme del congiuntivo in italiano


10 Completa il testo con il congiuntivo presente dei verbi dati all’infinito. Poi svolgi l’esercizio b).
allontanare    avere    diventare    essere    passare    potere    preferire    riuscire    vedere
I bambini vogliono gli ebook, i genitori no
Gli ebook, i libri elettronici, hanno aperto un acceso dibattito fra genitori e figli.
Uno studio condotto dall’editore americano “Scholastic” ha evidenziato la tendenza dei ragazzi nati nell’era digitale a preferire la lettura su dispositivi elettronici. È dunque molto probabile che le nuove generazioni ______________________ a diffondere l’uso degli ebook, cioè dei libri in formato digitale consultabili su computer, telefonini di ultima generazione e appositi lettori ebook. Sembra, infatti, che i ragazzi ______________________ la lettura su tecnologie di questo tipo, considerate più interattive e divertenti rispetto alla tradizionale impaginazione del libro.
Peccato però che non tutti i genitori ______________________ questa rivoluzione digitale come una cosa positiva: genitori e educatori temono che dispositivi come videogiochi e cellulari ______________________ i ragazzi dalla lettura, che la lettura ______________________ troppo superficiale e che i ragazzi ______________________ ancora più tempo sui dispositivi digitali. Alcuni esperti ritengono invece che proprio le nuove tecnologie ______________________ avvicinare i bambini alla lettura, attraverso i computer, i dispositivi mobili e infine gli ebook.
Pare comunque che i bambini nella fascia d’età tra i 9 e gli 11 anni ______________________ più probabilità di leggere, se i loro genitori mettono a loro disposizione dei libri e impongono dei limiti all’uso della tecnologia per il gioco. Infine, dal sondaggio è emerso un dato allarmante: il 39% dei bambini pensa che le fonti trovate su Internet ______________________ “sempre corrette”.     
    
soluzioni riescano, preferiscano, vedano, allontanino, diventi, passino, possano, abbiano, siano



11 Completa con il congiuntivo presente o con l’indicativo presente, come richiesto dalla frase.

1. Ci auguriamo che _____________________ (tornare) presto l’insegnante di educazione fisica perché _______________________ (essere) stanchi di restare in classe a fare esercizi di matematica. 2. Gli insegnanti pretendono che tutti gli alunni _________________ (studiare), ma ci sono alunni che ne _________________ (avere) poca voglia. 3. Secondo i genitori il registro online _____________________ (avere) molti vantaggi, ma gli studenti ritengono che ___________________ (trattarsi) di una violazione della privacy. 4. È importante che i ragazzi ___________________ (potere) usare il telefonino a scuola perché non ___________________ (avere) altra possibilità di comunicare con i genitori. 5. Molti ritengono che con la settimana corta la famiglia ___________________ (trovare) più tempo per stare insieme e che gli studenti ___________________ (avere) più tempo per riposarsi. 6. Secondo me si ___________________ (dovere) introdurre l’ora di yoga a scuola perché lo yoga ___________________ (sviluppare) l’armonia tra corpo e mente. 7. È disgustoso che alla tv _________________ (trasmettere) tanti cartoni animati violenti che _________________ (dare) cattivi esempi ai più piccoli. 8. Nessuno _________________ (dovere) pensare che a scuola non _________________ (esserci) anche momenti divertenti. 9. Sicuramente una verifica grammaticale non ___________________ (essere) il compito più gradito agli studenti i quali, invece, di sicuro ___________________ (preferire) parlare e discutere. 10. La vostra insegnante si augura che voi ___________________ (riuscire) tutti a svolgere con facilità gli esercizi e che nessuno ___________________ (prendere) un voto negativo. 11. Capita che con il tempo si ___________________ (cambiare) idea e si _________________ (fare) scelte diverse, ma in questo caso io non _________________ (cambiare) la mia opinione. 12. È meglio che tu e Rita non _______________ (pensare) troppo alla verifica d’italiano perché l’agitazione non vi ___________________ (aiutare).
soluzioni: 

11 1. torni, siamo 2. studino, hanno 3. ha, si tratti 4. possano, hanno 5. trovi, abbiano 6. deve, sviluppa 7. trasmettano, danno 8. deve, ci siano 9. è, preferiscono 10. riusciate, prenda 11. cambi, facciano, cambio 12. pensiate, aiuta

15
15 Completa i testi inserendo la voce verbale corretta tra quelle date.
1.
causi/causa è/sia inviano/inviino ottenga/ottiene

Giovanni - Non critico affatto il linguaggio usato dai giovani per inviare gli SMS, anzi mi sembra che __________________ molto utile per coloro che ne __________________ tantissimi per velocizzare la scrittura. Considero positiva anche la creazione di nuovi linguaggi e non credo che __________________ un impoverimento dell'italiano. Detto questo, non condivido l'uso di questa modalità in altri contesti, perché penso che si __________________ solo il risultato di affaticare chi legge e magari anche di non farsi leggere.
2.
basti/basta continuano/continuino danneggi/danneggiano diventi/diventa devi/debba è/sia fa/faccia siano/sono
Carmela - Hai ragione, e lo dice una che __________________ un uso sfrenato di SMS e di abbreviazioni. L'abbreviazione serve per scrivere più cose spendendo meno. Se devi dire molte cose, non ti __________________ un solo SMS, ne __________________ mandare almeno 2 con il costo di 2 spedizioni; se invece accorci le parole, elimini la punteggiatura e gli spazi, riesci a dire tanto con un solo SMS. Peccato però che __________________ un'abitudine e specialmente i ragazzi __________________ a usare questo modo di comunicare pure in Facebook, anche se non ce n'è bisogno. Non sono d'accordo sul fatto che quest’abitudine non __________________ la nostra lingua. Si perde l'abitudine a saper parlare, scrivere, comporre frasi più complesse, con danno notevole per l'italiano che diventa sempre più povero e schematico. Credo che il discorso __________________ più complesso e che gli SMS __________________ solo la punta dell'iceberg.
3.
è/sia ha/abbia possa/può
Cristina - Io invece trovo che il linguaggio "giovanile" sintetico degli SMS __________________ estremamente affascinante, __________________ una sua dignità letteraria e __________________ diventare un linguaggio validissimo. Passato un po' di tempo e definita la nuova grammatica, non dovrebbero esserci più problemi di ambiguità.
4.
aiuti/aiuta c’è/ci sia
Laura - Io penso che non __________________ nulla di male nell'usare il linguaggio degli SMS. Quando si usa un cellulare o una chat, il linguaggio sintetico ci __________________ a scrivere più velocemente. Il problema sorge quando se ne abusa, per esempio quando si usa un "xké" in un tema.
5.
dà/dia infastidisca/infastidisce renda/rende
Luigi - Anche per me quando è troppo, è troppo! Non mi scandalizzo se sul forum o in chat vedo qualche “k” di troppo. Tuttavia, penso che l’uso eccessivo di abbreviazioni __________________ chi legge e spesso __________________ illeggibile il messaggio. Perciò ricordiamoci che spendere qualche minuto in più per scrivere una parola per intero di sicuro ci __________________ la certezza di essere capiti e, magari, di ricevere una risposta.

soluzioni: 
1. sia, inviano, causi, ottenga
2. fa, basta, devi, diventi, continuino, danneggi, sia, siano
3. sia, abbia, possa
4. ci sia, aiuta
5. infastidisca, renda, dà


21 Completa con il congiuntivo presente o imperfetto del verbo tra parentesi , in base al tempo dell’azione.

1. Credo che Marco ieri __________________ (essere) troppo stanco per uscire con noi. 2. I contadini sperano che finalmente __________________ (piovere). 3. Nessuno sa se a quel tempo Marcello _________________ (essere) fidanzato con Daria. 4. Non ne sono certa, ma credo che negli anni Ottanta Gaby _________________ (abitare) ancora in Toscana. 5. Ci piace l’idea che voi _____________________ (venire) in vacanza con noi la prossima estate. 6. Pare che da giovane Moira Orfei _____________________ (essere) bellissima. 7. È possibile che Tania non _____________________ (ascoltare) quello che diceva il relatore. 8. Abbiamo l’impressione che voi in questo momento ci ________________ (stare) prendendo in giro. 9. Si dice che Carlo un tempo _________________ (frequentare) una ragazza russa. 10. Il professore si augura che gli alunni ___________________ (capire) la regola che sta spiegando.
soluzioni: 

1. fosse 2. piova 3. fosse 4. abitasse 5. veniate 6. fosse 7. ascoltasse 8. stiate 9. frequentasse 10. capiscano



24  Completa i testi con il congiuntivo imperfetto dei verbi dati.
1. La scuola che vorrebbero i ragazzi.
Mi piacerebbe che la scuola ______________________ a rendere lo studio (anche se intenso) facile e divertente. Vorrei che si ______________________ solo le cose che veramente sono utili nella vita e che ______________________ più accentuato il collegamento con la realtà.
essere
insegnare
riuscire
Mi piacerebbe che ______________________ più ore di musica e di educazione fisica, perchè sono più divertenti, e sarebbe bello che ______________________ una piscina. Sarebbe bellissimo! Vorrei che si ______________________ tante gite in montagna, al mare e soprattutto all’estero. Mi piacerebbe che si ______________________ molti scambi scolastici e che si ______________________ con ragazzi della nostra età di stati diversi dal nostro.
comunicare
esserci
esserci
fare
organizzare
Vorrei che a scuola ______________________ tanti insegnanti stranieri, così potremmo imparare tante lingue. Vorrei che le classi ______________________ meno numerose.
essere
esserci
Mi piacerebbe che i miei genitori ______________________ di meno in modo da seguirmi di più negli studi, ma soprattutto che ______________________ il tempo di partecipare a tutto quello che li riguarda da vicino nella vita della scuola. E poi vorrei che le vacanze di Natale ____________________ il prima possibile e ______________________ magari il 19 Dicembre!
arrivare
avere
iniziare
lavorare
2. La scuola che piacerebbe ai genitori.
Vorrei che ______________________ una cosa straordinaria: la nascita della scuola dei miei sogni. Vorrei che a scuola tutti ______________________ esprimere le proprie capacità. Vorrei che i voti non ______________________ un giudizio sulla persona.
accadere
esprimere
potere
Vorrei tanto che la scuola ______________________ veramente bene ai ragazzi e che, senza entrare in contrasto con loro, li ______________________ a diventare gli uomini e le donne di domani, onesti, tolleranti, responsabili e felici e che ci ______________________ nel mestiere più difficile del mondo: fare i genitori. Chiedo troppo?
aiutare aiutare volere
A me piacerebbe una scuola che ______________________ dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.00, che non ______________________ compiti a casa e che il sabato e la domenica ______________________ per la famiglia, gli amici e gli hobby. Oltre alle materie tradizionali vorrei che _____________________ materie come cucina, pittura, giardinaggio, pronto soccorso. Infine vorrei una scuola che ______________________ a vivere e che ______________________ a mio figlio!
durare esserci, esserci, essere,
insegnare piacere
Ci piacerebbe che ________________________ più ore di educazione artistica, dove nostra figlia ________________________ esprimersi in modo spontaneo; ci piacerebbe che si ________________________ delle feste per far socializzare di più i ragazzi. 


a)
1. riuscisse, insegnassero, fosse
ci fossero, ci fosse, facessero, organizzassero, comunicasse
ci fossero, fossero
lavorassero, avessero, arrivassero, iniziassero
2. accadesse, potessero, esprimessero
volesse, aiutasse, aiutasse
durasse, ci fossero, fossero, ci fossero, insegnasse, piacesse
ci fossero, potesse, organizzassero



31 Completa il testo con il congiuntivo presente, imperfetto o passato, in base al tempo dell’azione.

Non accetto che mi _____________________________ (piacere) perché non è bello
Scrivo a questo sito probabilmente perché è più facile parlare con dei perfetti sconosciuti che con degli amici. Due anni fa conobbi in chat un ragazzo, fisicamente non bello. Siamo usciti alcune volte insieme e io ci stavo bene, però aspettavo sempre che mi _____________________________ (contattare) lui perché io me ne vergognavo. Più che altro avevo paura che lui mi _____________________________ (piacere). A dirla tutta non accettavo il fatto che mi _____________________________ (piacere) perché non era bello esteticamente. Forse avevo paura che gli altri _____________________________ (pensare) che ero così disperata da mettermi col primo arrivato. Anche mia madre pensa che non _____________________________ (dovere) mettermi con uno brutto solo per stare con qualcuno.
Davide risponde
Ci sono rimasto male a leggere la tua lettera. Apprezzo il fatto che tu _____________________________ (essere) sincera e questo è un punto a tuo favore. E anch’io voglio essere sincero. Dunque, hai conosciuto un ragazzo, hai scambiato messaggi con lui, ci sei uscita, ma aspettavi sempre che _________________________ (essere) lui a fare il primo passo perché ti vergogni. Ti piace, ma dentro di te non accetti il fatto che tu _____________________________ (innamorarsi) di lui perché esteticamente è brutto. Ti preoccupi di cosa __________________________ (potere) pensare gli altri. Se una ragazza mi __________________________ (venire) a dire una cosa del genere, non so come reagirei. Preferirei che una ragazza mi ____________________________ (dire) “non mi piaci, ti vedo come amico” o altre scuse, ma non che mi _____________________________ (venire) a dire “Sì mi piaci, ma mi vergogno di farmi vedere con te in giro. Non accetto il fatto che io stessa _____________________________ (innamorarsi) di uno brutto”. Io penso che le cose fondamentali _____________________________ (essere) la personalità e la bellezza interiore di una persona. Non la bellezza esteriore.
soluzioni piaccia, contattasse, piacesse, piacesse, pensassero, debba



33 Completa il testo con il congiuntivo presente, imperfetto o passato, in base al tempo dell’azione.

Il limite nascosto dei ragazzi: incapaci di concentrarsi
Pare che molti studenti non ___________________________ (essere) capaci di seguire una spiegazione o un ragionamento per più di dieci minuti e che inoltre non ___________________________ (riuscire) a collocare cronologicamente nel tempo i fatti storici, non sanno per esempio se Maometto ___________________________ (vivere) nel 600 avanti Cristo o nel 600 dopo Cristo. Per molto tempo il sociologo Francesco Alberoni ha pensato che queste difficoltà ___________________________ (dipendere) dal cattivo studio nelle scuole superiori. Adesso però è dell’idea che ___________________________ (dipendere) dal tipo di apprendimento già alla scuola elementare.
Prima di andare in queste scuole, quando stanno con i genitori, i bambini piccoli sono attenti, ascoltano, seguono affascinati le favole. Lo studioso ritiene che ___________________________ (cambiare) dopo essere stati qualche anno in classe. Se gli parli, loro si distraggono, spostano un libro, un giocattolo, non ascoltano. Ti fanno una domanda e poi vanno via, non aspettano la risposta. Alla televisione continuano a fare zapping da un programma all'altro. Alberoni ritiene che non ___________________________ (trattarsi) di mancanza d’interesse. Pensa invece che i ragazzi ___________________________ (perdere) la capacità di concentrazione e che, stando con gli altri e giocando con loro, _____________________________ (abituarsi) a passare, continuamente e caoticamente, da un'attività all'altra. Inoltre, non c'è nessuno che __________________________ (insegnare) ai ragazzi come stare attenti e li __________________________ (rimproverare) quando non lo fanno. Nessuno esige da loro che _____________________________ (imparare) a collocare nel tempo gli accadimenti sia storici sia quelli della propria vita.
Il sociologo fa notare come questo non ___________________________ (avvenire) in altri campi, per esempio nello sport. Nel calcio, nella scherma e nel tennis se l’atleta si distrae, l'allenatore lo rimprovera e i compagni protestano. Gli sportivi, inoltre, ricordano benissimo il succedersi cronologico dei campionati.
Nella scuola, invece, secondo il sociologo, ormai si è diffusa da anni l'opinione che non si _________________________ (dovere) più rimproverare nessuno, che non si __________________________ (dovere) più correggere con l'esercizio una tendenza sbagliata. Molti pedagogisti e molti psicologi pensano che non si __________________________ (dovere) rimproverare i ragazzi per non bloccare la loro libertà creativa. Il risultato è che molti non impareranno più a concentrarsi, ad applicarsi, a fare un ragionamento complesso.
soluzioni: 

siano, riescano, sia vissuto, dipendessero, dipendano, cambino, si tratti, abbiano perso, si siano abituati, insegni, rimproveri, imparino, avvenga, debba, debba, debbano,

sia, fosse, ti sia innamorata, possano, venisse, dicesse, venisse, mi sia innamorata, siano


38 Completa le frasi con il congiuntivo imperfetto o trapassato, in base al tempo dell’azione.

1. Il nome di Afrodite, Venere per i romani, deriva da “aphrós” che significa spuma del mare: i greci immaginavano, infatti, che la dea _______________________________ (nascere) dalla spuma del mare. 2. I Maya credevano che il cacao _______________________________ (avere) il potere di liberare i desideri nascosti. 3. Gli Egizi veneravano i gatti perché credevano che _______________________________ (proteggere) i campi di grano dai topi e dalle devastazioni. 4. Il nome del Mar Tirreno risale agli Etruschi che, si diceva, _______________________________ (emigrare) dalla Lidia, l’attuale Turchia, guidati dal principe Tirreno. 5. Gli atleti dell'antica Grecia credevano che i velocisti _______________________________ (dovere) mangiare carni di animali veloci come lepri e gazelle. 6. In Sicilia un tempo si credeva che i crisantemi _______________________________ (tenere) lontane le streghe. 7. Si narra che il monaco Eisai, _______________________________ (portare) in Giappone i semi della pianta del tè dopo un viaggio in Cina e che _______________________________ (iniziare) a coltivarla nel giardino del suo monastero. 8. Una leggenda vuole che Ulisse, nel suo lungo viaggio per tornare a Itaca, _______________________________ (arrivare) nel luogo dove sorge Lisbona e _______________________________ (fondare) la città.
soluzioni: 

1. fosse nata 2. avesse 3. proteggessero 4. fossero emigrati 5. dovessero 6. tenessero 7. avesse portato, avesse iniziato 8. fosse arrivato, avesse fondato

39 Completa le frasi con il congiuntivo imperfetto o trapassato, in base al tempo dell’azione.

1. Sarebbe stato meglio che (noi) _______________________________ (andare) al cinema perché il film alla tv è veramente noioso. 2. Non avrei mai immaginato che tu ___________________________ (sapere) cantare così bene. 3. Mi ha telefonato Lucia, ma sarei più contento, se mi _________________________________ (telefonare) Chiara e non Lucia!. 4. Avrei preferito che il mio attuale collaboratore _________________________________ (essere) una persona più professionale e precisa. 5. Giada si comportava con Carlo come avrebbe voluto che lui _____________________________ (comportarsi) con lei. 6. Sarebbe stato meglio che _______________________________ (studiare), così ti saresti evitato un brutto voto. 7. La festa è allegra, anche se Marco avrebbe voluto che _____________________________ (esserci) tutti i suoi amici. 8. Se tu ci _____________________________ (dire) prima di avere un problema, forse avremmo potuto risolverlo insieme. 9. Faccio il musicista. A mio padre sarebbe piaciuto che _______________________________ (io-scegliere) di fare un lavoro più serio perché, secondo lui, la musica va bene solo come hobby. 10 Poiché non avevi mai fatto un compito così bene, avrei scommesso che qualcuno ti _______________________________ (aiutare) a farlo.


soluzioni: 1. fossimo andati 2. sapessi 3. avesse telefonato 4. fosse. 5. si comportasse 6. avessi studiato 7. ci fossero 8. avessi detto 9. avessi scelto 10 avesse aiutato 


Completa le frasi con la congiunzione adeguata tra quelle date.


55 2.
a condizione che      affinché      a meno che      di quanto non      come se      meno di quanto      perché       prima che      qualora       benché      senza che      tranne che
1. Spesso il mio ragazzo mi parla ______________________ stesse parlando con un suo amico! 2. All’esame ha preso un voto migliore ______________________ sperasse. 3. Bisogna uscire ______________________ Tommy ci veda, altrimenti si mette a piangere. 4. L’auto è ripartita subito, ______________________ fosse rimasta ferma in garage per mesi. 5. Le strade erano affollate ______________________ ci si aspettasse di sabato pomeriggio. 6. ______________________ la torta ti riesca bene, devi pesare tutti gli ingredienti. 7. Sarebbe meglio che tu gli dicessi la verità ______________________ lo venga a sapere da altri. 8. ____________________ il regalo non vi piacesse, potete andare a cambiarlo. 9. Ci aspettavamo tutto _____________________ Gianna e Leo si lasciassero. 10. Anna porta fuori il cane ______________________ smetta di abbaiare. 11. La mamma ha promesso di comprarmi una borsa Freitag ________________________ non costi troppo. 12. Dirò tutto a Francesco ______________________ non vogliate dirglielo voi.

soluzioni:
1. come se 2. di quanto non 3. senza che 4. benché 5. meno di quanto 6. Affinché/Perché 7. prima che 8. Qualora 9. tranne che 10. affinché/perché 11. a condizione che 12. a meno che
74 Completa le frasi scegliendo la congiunzione adeguata tra quelle indicate tra parentesi.

1.Avrei bisogno di trovare un ostello a Roma, in una zona anche non centralissima _____________________ (purché/ qualora) sia sicura, visto che sarò sola. 2. _____________________ (a condizione che/nel caso in cui) si voglia eliminare un tatuaggio, l'unico sistema in grado di fornire buoni risultati è la tecnica laser. 3. Possono partecipare al concorso cittadini italiani e stranieri _____________________ (purché/qualora) abbiano compiuto i 16 anni di età. 4. Prima di partire è meglio fare una copia dei documenti per evitare problemi _________________ (nel caso che/purché) si perda la patente o la carta d'identità. 5. ___________________ (nel caso che/a patto che) troviate un animale abbandonato, dovete verificare il suo stato di salute e, _____________________ (qualora/a patto che) fosse ferito, dovete telefonare al 118 e chiedere del medico veterinario di turno. 6. I bambini possono essere trasportati sui motocicli _____________________ (a condizione che/nel caso che) il conducente sia maggiorenne e il bambino indossi il casco. 7. _____________________ (nel caso che/purché) si verifichi un infortunio domestico, occorre rivolgersi a un ospedale o al proprio medico di famiglia. 8 _____________________ (a patto che/nel caso in cui) un cane aggredisca un estraneo, il padrone è responsabile e deve pagare i danni.
soluzioni:

1. purché 2. Nel caso in cui 3. purché/qualora 4. nel caso che 5. Nel caso che, qualora 6. a condizione che 7. Nel caso che 8 Nel caso in cui
 

 Trasformare

1. Mia sorella dice sempre la verità. (Mi auguro che) _______________________________________________________________________________________________________________________________ 2. Gli studenti americani escono da scuola tardi. (Penso che) ________________________________________________________________________________________________________________________________
3. I miei amici rimangono in casa ad aspettare Antonio. (Dubito che) ________________________________________________________________________________________________________________________________ 4. Quel ragazzo beveva troppo caffè. (Mi sembrava che) ______________________________________________________________________________________________________________________________
 5. Anna e Giulio si sposano a maggio (Credo che)
..................

esserci organizzare potere