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martedì 7 gennaio 2020

Teoria degli atti linguistici: Appunti vari

atti linguistici secondo Searle

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 Ripartire dagli atti linguistici di John Searle

 La prospettiva degli atti linguistici parte dal postulato che il linguaggio sia uno strumento di comunicazione. Pertanto capire il linguaggio significa capire una teoria dell'azione, vale a dire parlare e' compiere una serie di atti linguistici.
Il nostro parlare rappresenta una forma di comportamento e l'analisi di tale comportamento linguistico deve consentire di capire le regole sottostanti a questa competenza.
Gli atti linguistici sono governati da regole e sono suddivisi in tre momenti: l'atto di locuzione, perlocuzione e illocuzione. 
Le condizioni delle illocuzioni sono fondate sulle intenzioni del parlante, il quale ha una sua capacita' di rappresentarsi il mondo, vale a dire una "semantica" del reale. Tale intenzionalità e' un fenomeno peculiare del parlante e del mondo.
L'analisi delle illocuzioni avviene nei confronti di due enunciati proferiti ma con una " forza" differente:
ad esempio " ti chiedo di avvisare il portiere e potresti avvisare il portiere posseggono lo stesso contenuto proposizionale ma hanno una "forza" differente di incidere nel contesto. Il contesto mi permette di calibrare i miei atti linguistici. Pertanto la percezione e' un elemento importante per capire le implicazioni del contesto.
Searle, nei suoi lavori sugli atti linguistici, ha proposto una tassonomia:

- verdettivi
- espositivi
- comportativi
- commissivi 

Ad esempio le asserzioni sono atti linguistici che intendono adattare il mondo alle parole. La stessa cosa compie una richiesta ma cambia la forza dell'enunciato. La " forza" illocutoria determina la relazione con il mondo. Tale differenze si ritrova relativa agli stati psicologici:
a0 esprimere una credenza (asserire, spiegare, sostenere)
b) esprimere una intenzione ( promettere di studiare, garantire di studiare, giurare di studiare, fare voto di studiare) sono enunciati che dicono la stessa cosa ma con forza locutoria molto differente.
c) esprimere un desiderio ( ordino che/ comando che/ voglio che

Nell'eseguire un atto illocutorio il parlante esprime un atteggiamento, uno stato psicologico verso il contenuto proposizionale.
Infatti le credenze sono delle asserzioni, affermazioni, rilievi, spiegazioni, dichiarazioni, deduzioni, argomentazioni.
Le intenzioni sono delle promesse, voti, minacce, impegni.
Il volere e' fatto da richieste, ordini, comandi, suppliche, istanze.

Risulta differente affermare: propongo di andare in piscina o insisto di andare di andare in piscina
Giuro l'ho vista o credo di averla vista

La differenza di forza dell'atto linguistico dipende dallo status del parlante e dell'interlocutore. Il capo ufficio chiede qualcosa all'impiegato o l'impiegato chiede qualcosa al capo ufficio sono due enunciati con lo stesso contenuto proposizionale ma il primo esempio può essere inteso come un ordine mentre il secondo un suggerimento. Questo viene inferito dalla nostra semantica del mondo dove lo status del parlante modifica la percezione dell'atto linguistico in questione. 



The perspective of linguistic acts starts from the postulate that language is a communication tool. Therefore understanding language means understanding a theory of action, that is to say speaking and performing a series of linguistic acts.

Our speaking represents a form of behavior and the analysis of this linguistic behavior must allow us to understand the rules underlying this competence.

The linguistic acts are governed by rules and are divided into three moments: the act of locution, perlocution and illocuzione.

The conditions of illocutions are based on the intentions of the speaker, who has his own ability to represent the world, that is to say a "semantics" of reality. This intentionality is a peculiar phenomenon of the speaker and the world.

The analysis of illocutions takes place against two uttered statements but with a different "strength":

for example "I ask you to notify the goalkeeper and you could notify the goalkeeper. They have the same propositional content but have a different" strength "to affect the context. The context allows me to calibrate my linguistic acts. Therefore perception is an important element to understand the implications of the context.

Searle, in his works on linguistic acts, proposed a taxonomy:


verdictive
expositive,  
behabitive, 
 commissive


For example, assertions are linguistic acts that intend to adapt the world to words. The same thing makes a request but changes the strength of the statement. The illocutionary "force" determines the relationship with the world. This difference is found relative to the psychological states:

a0 express a belief (assert, explain, support)

b) expressing an intention (promising to study, guaranteeing to study, swearing to study, vowing to study) are statements that say the same thing but with very different locutory force.

c) make a wish (I order / command that / I want that


In performing an illocutionary act the speaker expresses an attitude, a psychological state towards the propositional content.

In fact, beliefs are assertions, statements, findings, explanations, declarations, deductions, arguments.

Intentions are promises, vows, threats, commitments.

The will is made up of requests, orders, commands, petitions, requests.


It is different to say: I propose to go to the swimming pool or I insist to go to the swimming pool

I swear I saw it or I think I saw it


The difference in strength of the language act depends on the status of the speaker and the interlocutor. The head of office asks the clerk for something or the clerk asks for something to the head of the office are two sentences with the same propositional content but the first example can be understood as an order while the second is a suggestion. This is inferred from our world semantics where the speaker's status changes the perception of the linguistic act in question.

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