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mercoledì 15 gennaio 2020

Espressione dell'esagerazione nella lingua italiana

 Analisi lessicale e semantica dell'espressione dell'esagerazione in italiano.

In questo lavoro si intende riprendere i lavori compiuti da Farese ( 2019) per osservare la prassi linguistica dell'esagerazione come forma di preferenza semantica e culturale del parlante italofono nella piena espressioni dei suoi sentimenti all'interno di alcuni contesti di vita quotidiana.
Questo articolo nasce con l'intento di fare conoscere maggiormente i lavori compiuti in ambito della pragmatica cross-culturale da parte di Farese ( 2019) con il suo articolo " Ethnopragmatics of English understatement and Italian exageration". La ripresa di questo articolo intende rifarsi soltanto alla parte italiana in quanto i lettori di questo articolo sono principalmente interessati ad una maggiore conoscenza culturale dell'Italia tramite lo strumento della lingua italiana.
In questo articolo di Farese ( 2019) si mette in rilievo come il parlante italiano quando parli a proposito di qualcosa cerchi spesso in modo deliberato di esagerare le proprie affermazioni con l'espressione di un pensiero traducibile in questa maniera " voglio dire di più, penso a proposito di questo in questo modo; questo e' qualcosa di molto buono/bello/brutto/grande/piccolo.
L'occorrenza di questi termini di " esagerazione" all'interno dei discorsi quotidiani ci consente di pensare che nella linguacultura italiana siano dei termini rilevanti e vengano incoraggiati in alcuni contesti interazionali. L'ampio uso dell'esagerazione può essere collegato all'assunto culturale che e' qualcosa di buono di esprimere i propri sentimenti all'interno di un discorso in maniera del tutto libera e senza restrizioni. Al contrario del concetto di " understatement" di cultura britannica, l'esagerazione consiste nel dire molto di più di quanto si intende dire in realtà; l'interpretazione di un'affermazione di tipo iperbolica e' possibile tramite le implicazioni del contesto e le competenze dell'interlocutore nel capire il significato implicito. Nel discorso in italiano, l'esagerazione viene realizzata morfologicamente e lessicalmente, ad esempio la realizzazione morfologica dell'esagerazione può avvenire con : l'uso del superlativo assoluto - issimo/a, cosi come con i morfermi derivazionali con riferimento a " grande, molto grande".
Alcuni esempi sono bellissimo, grandissimo, carissimo, gentilissimo, negli avverbi come pianissimo, fortissimo, prestissimo. Alcuni sostantivi possono essere usati in tal modo come ad esempio: offertissima, amicissimi. Da un punto di vista pragmatico, l'esagerazione può compiere due funzioni:
- l'intento di enfatizzare un'affermazione e il sentimento del parlante.
- confermare e correggere un'affermazione precedente rendendola più precisa e più enfatica.

Ad esempio in queste due frasi possiamo vedere nella pratica il loro utilizzo:

1. Sei contenta? altro che ! Sono contentissima.
2. Tu sei guarito? Sono guaritissimo.
In questi esempi si nota come nel caso 1 si poteva affermare di essere " contenta" ma ho voglia di dire molto di più di me dicendo " contentissima". Dicendo le cose in questo modo mi sento in questo modo.

Tale espressioni dell'esagerazione accompagna anche il sentimento del parlante nella cultura italiana. Come ha sostenuto Wierzbicka ( 2003: 275), il superlativo assoluto nella grammatica italiana rappresenta uno strumento che consente ai parlanti di realizzare un'espressione con maggiore enfasi in qualsiasi momento. Ad esempio si potrebbe tradurre con i termini del NSM ( natural semantica metalanguage) l'espressione sei bellissima:

- voglio dire qualcosa a te a tuo proposito adesso e non voglio usare la parola bella.
-allo stesso tempo, voglio affermare qualcosa in più, molto di più
-voglio dire qualcosa di questo genere:

-nessuno e' come te
- quando penso a te, non posso non pensare a qualcosa di buono
-non posso non dirtelo

Con i morfermi derivazionali per esprimere " grande" o " molto grande" vengono inclusi i prefissi  " stra-, maxi-, iper, super e i suffissi discussi precedentemente con -one. Questi morfemi possono essere aggiunti agli aggettivi nomi e qualche volta ai verbi.
Prendiamo i seguenti esempi:

- Scoppia maxirissa tra parenti.
- ci fa discutere la stravittoria di Tony Blair
-parla e straparla di se stesso.

Possiamo sostenere che in alcuni contesti, il prefisso stra- può competere con il suffisso -issimo come possiamo vedere in questi due esempi:

. il cinema Odeon e' pienissimo
. Il cinema Raffaello martedì era strapieno.

In generale questi due morfemi non sono proprio equivalenti nella lingua italiana perché pulitissimo e facilissimo non sono uguali a strapulito o strafacile dove il prefisso stra- indica un grado maggiore di " eccesso" se comparato ad -issimo.
In aggiunta possiamo notare un'altra differenza tra " stra" e " issimo" in termini di essenza di espressione di sentimenti con l'uso del prefisso " stra". Questa ipotesi menzionata da farese ( 2019) si fonda sul fatto che " stra" si ritrova soltanto in aggiunta di nomi che denotano oggettivamente dei fatti, non sono aggettivi valutativi come " bello", il quale include un'espressione di sentimento nel suo significato. E' possibile formare parole derivate come strapotere, stravittoria, stragrande, strafamoso dove il prefisso " stra" in "strapieno" consente di osservare un parlante di fronte al fatto di una sala piena come dato di fatto.  Dicendo e' " pienissimo" viene messo in luce l'aspetto di sorpresa per il parlante nel ritrovarsi di fronte ad una sala piena.
All'interno delle forme lessicali per esprimere l'esagerazione in italiano abbiamo una serie di aggettivi come " orrendo, schifoso, stupendo, molto assolutamente, decisamente, eccessivamente, eccezionalmente, estremamente, incredibilmente, completamente, del tutto.
Un altro modo per lessicalizzare l'espressione dell'esagerazione e' l'uso di numeri simbolici per indicare un ampio raggio o una piccola quantità come ad esempio " dire un milione di volte, fare due chiacchiere, quattro passi, aspettare un secondo, volerci tre ore, costare una vita, e' una vita che ti aspetto".
Ci sono anche delle espressioni per esprimere un'ampia quantità come per esempio " c'era un casino di gente, pagare una cifra, un sacco di soldi". Tutte queste espressioni significano a vario titolo" molto molto" e sono pronunciate con un tono enfatico che esprime in entrambi i casi il sentimento del parlante e l'idea che non posso non dirlo.
Le stesse metafore sono adoperate per esagerare come ad esempio nelle espressioni: e' una tragedia, e' la fine del mondo. Queste espressioni sono molto comune in Italia. Nella stessa Divina Commedia si ritrovano molte metafore iperboliche, come ad esempio " essere al settimo cielo, salire alle stelle".
Un altro modo molto comune di realizzare delle metafore e' legato al concetto di morte poiché non e' troppo complicato capire che non ci sia niente di più estremo della morte come stato irreversibile.
Infatti esistono espressioni come " da morire" come " ti amo da morire, morire di caldo/freddo, morire di fame/sete, morire dal ridere/sonno, essere stanco morto.

Tutti questi strumenti a disposizione del parlante per compiere l'esagerazione in termini lessicali e grammaticali sono molto diffusi e incoraggiati tra amici o in situazioni più informali con l'intento di esprimere sentimenti o opinioni personali. Tutte queste espressioni linguistiche indicano che in Italia ritroviamo un peculiare tratto culturale quando " per dire di più e' cosa buona o molto di più di quello che vogliamo dire come forma strategica di migliorare la credibilità di un enunciato e di esprimere dei sentimenti nella discussione. Queste implicazioni culturali possono essere descritti come un " cultural script" ( in italiano canovaccio culturale). in cui nel " cultural script" italiano si spinge ad un uso di forme di esagerazione durante le interazioni di tipo informale.

In Italia usando il metodo NSM si potrebbe affermare tale " cultural script":

- penso a tale proposito in questo modo: questo e' qualcosa di grande

- e' buono se posso dire molto di più. e' buono se posso dire a qualcuno qualcosa di questo genere.
- so che se dico questo a qualcuno, questo qualcuno può pensare a tal proposito in questo modo:

- questo non e' vero, non e' qualcosa di molto grande
- so questo
- allo stesso tempo, questo qualcuno può sapere che quando dico questo mi sento bene per questo motivo e voglio questo per quella persona. E' buono se le persone possano dire cose delle altre persone in questo modo.


Teoria del " cultural script" come strumento pedagogico delle differenze culturali

L'ambito dell'etnopragmatica ( Goddard, 2006, Goddard e Yu, 2015) investiga le connessioni tra pratiche discorsive e valori culturali in una prospettiva cross-linguistica e cross-culturale.
Partendo dall'assioma che " le persone parlano diversamente perché pensano diversamente, sentono diversamente e si rifanno agli altri diversamente ( Goddard 2006:3). Questo approccio ha l'obiettivo di individuare diversi valori culturali all'interno di diverse società con l'intento di comprendere le differenze cross-linguistiche presenti nelle pratiche discorsive. Le connessioni sono individuate tramite delle rappresentazioni semantiche chiamati " cultural script" ( Goddard, Wierzbicka, 2004, 2007) con lo scopo di avere accesso ad una prospettiva " interna" per formulare descrizioni di pratiche discorsive pronunciate con termini che vengono riconosciuti come appartenenti alla comunità linguistica messa sotto indagine dal ricercatore.
Questi (Cultural Script) sono ottenuti tramite una precisa struttura, ossia cominciano con una formula del tipo " in un paese X, molta gente pensa in questo modo" come modo di rendere valido una pratica discorsiva condivisa e riconosciuta come importante all'interno di una data comunità di parlanti.
Il seguente elemento del NSM raccoglie il modo condiviso di pensare e la sua formulazione e' tipicamente incentrata sulla valutazione morale " e' bello/brutto se qualcuno fa/dice questo" oppure e' ( im) possibile di fare qualcosa ( quando le cose sono cosi, le persone possono/ non possono fare questo. Lo " script" vengono suddivisi in due livelli di generalizzazione: il " livello alto" o " padronanza" dove il canovaccio culturale raccoglie i valori principali o il modo di pensare di una società, mentre sul piano " livello basso", lo script raccoglie le implicazioni di questo valore sul modo di parlare. Nel caso dell'esagerazione in italiano come modo di parlare ci troviamo nell'ambito di analisi del livello " basso" del NSM.
Il canovaccio culturale non e' pensato come strumento di proscrizione di un comportamento linguistico ma rappresenta un tentativo di " afferrare" le regole tacite della pratica linguistica, le quali sono fino ad un certo grado di tipo ritualizzate e diffuse all'interno di una data comunità.  Infatti anche coloro che non sentono di aderire ad un tale " cultural script" sono famigliari con il concetto analizzato in quanto elemento linguistico o culturale facente parte del discorso e del comportamento sociale in un dato contesto culturale ( Goddard, Wierzbicka, 2004: 157).
In sintonia con tale approccio, il " cultural script" viene presentato non come " regole per il parlante" ma come una rappresentazione semantica di punti lessicali rilevanti dal punto di vista culturale sul modo di parlare per agevolare lo studio delle lingue in termini contrastivi.
Nell'ambito del cultural script ritroviamo quattro ragioni principali per il suo utilizzo:
-1 i Cultural script non si limitano solo alla descrizione di una pratica discorsiva ma cercano di cogliere o " afferrare" le ragioni per cui le persone parlano in questo modo, rendendo forse più facile la comprensione della pratica linguistica in questione.
2. l'uso della terminologia del NSM come strumento facile da tradurre e utilizzare per l'apprendimento di una lingua e cultura straniera.
3. Lo script per due lingue diverse rende più facile la comparazione alla luce delle categorie del NSM.
4. La quarta risiede nel fatto che quando si legge un canovaccio culturale per l'apprendimento di un'altra cultura si diventa allo stesso tempo più consapevoli dei propri " cultural script" rendendo in questo modo più facile cogliere le differenze e apprezzare le somiglianze tra il proprio mondo culturale e quello della lingua che si sta studiando.

Questo lavoro compiuto da Farese mette in luce il grosso potenziale presente nell'analisi della lingua italiana come strumento di indagine privilegiato per accedere alle regole tacite presenti nel vivere all'italiana.





Bibliografia

Farese ( 2019) " Ethnopragmatics of English understatement and Italian exageration".

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