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giovedì 9 gennaio 2020

I segnali discorsivi in italiano

I segnali discorsivi in italiano

I segnali discorsivi in italiano sono stati oggetto di numerosi studi (oltre a Bazzanella 1995 e i lavori successivi, si veda Andorno 2007;Waltereit 2006; Bonvino et al., 2008,tra molti altri). In questo lavoro ci concentreremo principalmente sulla classificazione generale dei segnali discorsivi in italiano offerta da Bazzanella (1994, 1995, 2006), che è generalmente riconosciuta come un lavoro cruciale e basilare per gli studi successivi svolti sull’argomento. Come menzionato sopra, i segnali discorsivi possono appartenere a categorie diverse, per esempio in italiano si hanno congiunzioni, come ma, avverbi, come bene, verbi, come sai, sintagmi, come diciamo così. Oltre alle caratteristiche generali dei segnali discorsivi illustrate nell’Introduzione, Bazzanella (1995) raggruppa i segnali discorsivi italiani in due macro-categorie: i segnali discorsivi interazionali, ossia considerati dal punto di vista del parlante e dal punto di vista dell’interlocutore, e quelli metatestuali. La differenza tra la funzione interazionale e quella metatestuale consiste soprattutto nel tipo di discorso. Gli usi interazionali, infatti, sono più frequenti nel parlato dialogico, mentre quelli metatestuali caratterizzano maggiormente lo scritto. Inoltre, Bazzanella (1994:151) nota che nella loro funzione interazionale, i segnali discorsivi sottolineano la costruzione del messaggio e lo sviluppo delle interazioni. Nella loro funzione metatestuale, invece, essi organizzano la struttura informazionale del testo indicandone i punti principali, le riformulazioni ed i cambiamenti dell’argomento. Una prima funzione interattiva è quella di presa di turno, si vedano per esempio ecco, allora, dunque, beh, bo he ma(h) che servono a stabilire il contatto e a prendere la parola. Un altro tipo di segnali discorsivi con funzione interattiva sono i riempitivi, che vengono generalmente utilizzati per mantenere la parola, per esempio come dire e diciamo. Sono spesso usati insieme a pause indicando che il parlante non riesce a trovare le parole appropriate.I segnali discorsivi possono essere usati come richiesta d’attenzione. In questo caso, si tratta di forme imperative come senti, guarda e dimmi. Gli elementi di questo tipo possono svolgere anche un’altra funzione, cioè quella di cambiare argomento e dunque di spostare l’attenzione da un argomento ad un altro.Un’altra funzione è quella fàtica. I marcatori che assumono tale funzione sono gli allocutivi, e i marcatori che evidenziano la conoscenza condivisa come (come) sai. I segnali discorsivi vengono usati anche come modalizzatori sia con funzione attenuativa, sia con funzione rafforzativa. Per ridurre la precisione di un enunciato, per esempio, si usa praticamente, diciamo, per così dire e in qualche modo. Indicatori che rafforzano l’enunciato, invece, sono davvero, appunto e proprio. Tra i segnali discorsivi che funzionano come meccanismi di modulazione, troviamo anche quelli che diminuiscono o aumentano il potere e l’autorità del parlante, come secondo me,se non sbaglio, se mi consente e per conto mio. Esistono inoltre modalizzatori,come direi, che vengono usati per evitare conflitti. Per quanto riguarda le funzioni metatestuali, i demarcativi vengono usati dal parlante per strutturare il testo, più specificamente per segnalare l’apertura, il proseguimento e la chiusura dell’enunciato. Possono essere classificati in tre tipi: iniziatori, come per primo e allora, proseguitori, come poi, e finalizzatori, come finalmente e dopo tutto.

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