Questo articolo intende rispondere alla domanda "Che cosa e la pragmatica?" riprendendo i concetti presenti nelle lezioni della prof. Nuzzo.
La pragmatica studia le relazioni presenti tra la lingua e il contesto poiché il contesto agisce sulla lingua e le parole influenzano il contesto. Il contesto può essere analizzato come contesto linguistico e contesto extralinguistico.
Per contesto linguistico si intende il pezzo di lingua che "circonda" l'enunciato su cui si concentra l'attenzione. Ad esempio se diciamo: Perché apri la porta? E' arrivata Claudia. Vediamo come la seconda parte dell'enunciato corrisponde ad una nuova informazione.
Il contesto extralinguistico può essere suddiviso in contesto macrolinguistico e microlinguistico. Per contesto macrolinguistico si intende la comunità di parlanti intesa come gruppo di parlanti che condividono lingua e norme d'uso della lingua.
L'evento comunicativo, vale a dire l'interazione specifica, come ad es l'acquisto di un prodotto in un negozio, la telefonata tra amici, il colloquio di lavoro, ecc.
Il contesto microlinguistico si raffigura come la specifica situazione comunicativa tra parlanti, i loro ruoli e la relazione che li lega.
La pragmatica studia i livelli di analisi della lingua è diventa pertanto una branca della linguistica. In breve diciamo che la pragmatica studia la relazione tra segni e parlanti, mentre la semantica studia la relazione tra segni e oggetti. Infine la grammatica studia la relazione dei segni tra di loro.
La pragmatica mette in evidenza come la conoscenza della grammatica o del lessico non assicura una partecipazione efficace ad uno scambio comunicativo.
Ad esempio se affermo:
Devo prendere il cappello?
E' il 3 Gennaio.
Se non sappiamo dove viene pronunciato questo scambio comunicativo non possiamo sapere che tale scambio si è tenuto sia a Bologna che a Sydney. Pertanto nel primo caso sicuramente la risposta sarà affermativa mentre a Sydney sarà fuori luogo volere portare il cappello in estate.
Quindi per partecipare efficacemente allo scambio risulta importante conoscere il contesto di enunciazione. La sola conoscenza della grammatica e del lessico non sono sufficienti quando si deve parlare perché ci sono anche presupposizioni.
Altri esempi:
Torno subito
domani si fa credito, oggi no.
da domani pizza a mezzogiorno
mettilo qui
è di mia cugina
ho scelto questo
Per analizzare questi enunciati bisogna prendere in considerazione la deissi temporale, la quale codifica gli intervalli di tempo relativi al momento in cui viene pronunciato un enunciato o è stato scritto un messaggio. Per analizzare gli elementi della deissi temporale in modo corretto occorre che sia identificabile il momento in cui il parlante produce l'enunciato, ossia il centro deittico.
Per capire la deissi temporale usiamo:
avverbi di tempo ( adesso, ora, oggi, domani)
ora sto piovendo
oggi ( intervallo diurno in cui avviene l'enunciazione) è vacanza.
Tempi verbali
sta piovendo
pioveva
La deissi spaziale codifica le collocazioni spaziali relative alla posizione dei partecipanti all'evento comunicativo. Affinché gli elementi della deissi spaziale siano interpretati correttamente occorre che sia identificabile la posizione del parlante, ossia il centro deittico.
Avverbi di luogo ( qui, qua, lì, là)
qui indica vicinanza, coincidenza con la posizione del parlante.
lì indica la lontananza dalla posizione del parlante.
verbi di movimento ( andare, venire) per capire vicinanza o lontananza dal parlante
Dimostrativi ( questo, quello).
La deissi personale codifica il ruolo dei parlanti all'evento comunicativo in cui viene prodotto un enunciato. In sostanza bisogna identificare il parlante tramite:
pronomi personali di 1 e 2 persona
( io, tu, me, te)
Flessione verbale della persona:
parto, vuoi, ecc
Possessivi
mio, tuo
Infatti quando parlo non posso scegliere tra qui inteso come ora e domani.
Fenomeni pragmatici molto diffusi sono le presupposizioni e l'ironia, i quali sono soggetti a discrezionalità contestuale, come nei seguenti casi:
- atti linguistici
-principi di cooperazione
- cortesia
- organizzazione della conversazione
La pragmatica come ambito di ricerca viene suddiviso in due macro-aree di ricerca, vale a dire la pragmalinguistica e la sociopragmatica.
La sociopragmatica analizza le norme culturali che regolano l'uso linguistico in una determinata cultura.
La pragmalinguistica studia le forme linguistiche associate alle molteplici manifestazioni dell'uso linguistico in quella stessa cultura.
Se analizziamo tre modalità diverse per chiedere una cosa notiamo come:
1. Mi dai un passaggio
2. se non e troppo disturbo ti chiederei un passaggio.
3. com'è tardi. Mi sa che ho perso l'ultima corsa della metro.
Nel primo esempio possiamo dire che tale enunciato non è molto adatto se non abbiamo confidenza con l'interlocutore.
Il secondo esempio è fuori luogo se si ha confidenza con l'interlocutore. Infatti per mitigare una richiesta risulta possibile presentare la richiesta come lontana dalla realtà mediante l'uso del condizionale o giustificare un possibile rifiuto mostrando di essere consapevole delle difficoltà che l'azione richiesta implica.
Nel terzo esempio viene richiesto di inferire l'intento comunicativo del parlante, vale a dire ottenere un passaggio.
Nell'ambito dello studio della pragmatica abbiamo la pragmatica intraculturale, ossia la pragmatica di una data lingua/cultura, ad esempio come viene adoperata la deissi spaziale in italiano.
In ambito della pragmatica contrastiva si studia ad esempio il modo di adoperare la deissi spaziale tra italiani e inglese, francesi, ecc.
La pragmatica interculturale studia i fenomeni pragmatici nell'interazione tra parlanti nativi e non nativi di una lingua.
Ad esempio: si può studiare l'uso dell'ironia da parte di italiani che vivono a Londra.
La pragmatica interlinguistica si occupa invece di capire come imparano l'ironia gli apprendenti dell'italiano LS
Le metodologie di ricerca adoperate per la ricerca in pragmatica linguistica possono essere di tre tipi in funzione dei punti di vista:
- il singolo momento ( osservazione simultanea di due gruppi di parlanti)
- longitudinale ( osservazione periodica di uno o più soggetti lungo un arco temporale di varia estensione).
- Traversale, vale a dire osservazione simultanea di più soggetti che si trovano a diversi stadi di sviluppi linguistici.)
I dati possono essere ottenuti tramite:
Dati naturali .....................................................................................dati manipolati
interazioni spontanee, task comunicativi, role-play aperti o chiusi, questionari, diari
Ad esempio nelle interviste e narrazioni possiamo chiedere:
che cosa significa protestare secondo te? Ti e capitato di dovere protestare recentemente? Ti ricordi che cosa hai detto?
Questo metodo risulta utile per ottenere delle informazioni sui significati culturali che i membri di una comunità attribuiscono a certe pratiche comunicative e a certi aspetti dell'agire linguistico.
Questo metodo è inutile per ottenere delle informazioni sulle pratiche comunicative e sull'agire linguistico nella realtà o per ottenere delle informazioni sugli aspetti interazionali.
Come attività di ricerca si possono elencare alcuni esempi:
- riportare la propria esperienza come studente di corsi di lingue
- cosa dici ad un amico che dovrebbe restituirti un libro.
- Come interpretare un enunciato del tipo:
- oggi fa freddo
- Siamo in Agosto
Role-play:
Personaggio A: il tuo vicino di casa la sera lascia il sacchetto dei rifiuti fuori dalla porta della sua casa. Quando torni a casa la sera ce sempre molta puzza. Un giorno incontri il tuo vicino mentre sta mettendo il sacchetto fuori dalla porta. Cosa dici?
Le richieste come atto direttivo
Le richieste come atto linguistico hanno come scopo quello di un parlante P di indurre un altro partecipante A a fare qualcosa. In questo modo la richiesta è una forma di adattamento del mondo di fronte alle nostre parole. Lo stato psicologico è quello del desiderio o volere che si traduce tramite l'uso di performativi ( comando, chiedo, consiglio, invito, supplico).
Questi atti direttivi corrispondono a diversi costi e benefici per gli interlocutori. Secondo Lakoff ( 1973) ci sono due regole della competenza pragmatica:
1. sii chiaro ( principio di cooperazione di Grice)
2. sii cortese
La cortesia comporta tre regole di cortesie secondo Lakoff,
R1: tieni le distanze, non importi
R2: mostra deferenza offrendo delle alternative
R3: sii amichevole, metti l'altro a suo agio.
Tuttavia il prevalere dell'una o dell'altra massima dipende da un insieme di fattori, come la distanza sociale tra gli interlocutori e il loro potere relativo.
Nella pragmatica riveste un ruolo importante la nozione di "Faccia", ossia l'immagine sociale dei partecipanti.
La faccia positiva è quella che riguarda il bisogno di dare e ricevere approvazione con giudizi positivi tra gli interlocutori; fare appello al terreno in comune, evitare le contrapposizioni dirette, sottolineare la cooperatività e l'intesa reciproca ( Bazzanella, 2005: 185); la nozione di faccia negativa riguarda la necessità di rispettare la libertà d'azione degli interlocutori, non forzare l'interlocutore, mantenere una distanza rituale ( Andorno, 2005).
In pragmatica si è passati dalle nozioni di faccia positiva e negativa alle nozioni di cortesia positiva e negativa.
La cortesia linguistica o politeness si intende come incessante lavoro di tutela della faccia, propria e altrui da parte di tutti i membri di una comunità. ( Nuzzo, 2007).
Un altro concetto molto importante in pragmatica risulta essere il concetto di FTA ( face threatening acts) atti di minaccia alla faccia in italiano.
In questa prospettiva FTA entrambi gli aspetti della faccia rischiano di essere minacciati nelle interazioni verbali, soprattutto nel caso di atti "pericolosi".
Per analizzare i fattori che determinano la gravita della minaccia possiamo elencare:
- la distanza sociale tra gli interlocutori
- la relazione di potere tra gli interlocutori
- la valutazione del grado di imposizione dell'atto stesso.
Da tenere sempre in mente che tali fattori sono sempre soggetti a variazione contestuale.
Criticità rivolte al concetto di faccia di Brown e Levinson ( 1987) sono da collocare nella pretesa universalità delle strategie di cortesia nelle varie lingue e culture, predominanza della cortesia negativa e visione minacciosa dell'atto linguistico.
La cortesia/scortesia di un enunciato va valutata in merito:
all'atto in questione e alle norme di una determinata cultura/ società.
In maniera generale possiamo osservare nell'uso delle richieste da parte di parlanti nativi italiani un uso della strategia di verifica e della giustificazione come strategie pragmatiche più diffuse. Spesso le due strategie vengono adoperate insieme.
Nella produzione di questi atti di richieste notiamo spesso l'uso di modificatori nelle situazioni a bassa distanza sociale mentre in altri situazioni abbiamo un maggiore ricorso a modificatori discorsivi e in misura più lieve di modificatori lessicali per avanzare le richieste con interlocutori con maggiore distanza sociale.
Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
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