Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
giovedì 14 febbraio 2013
On Tuesday evening, Politics and Prose bookstore hosted a discussioRisposta ed analisi di “Islam and the Arab Awakening” dell'autore Tariq Ramadan
Recensione sul pensiero di Tariq Ramadan a proposito del suo libro Islam e sollevamento nel mondo arabo.
In questa intervista avvenuta a Washington nel novembre 2012, il professore Ramadan ha sostenuto che il processo di sollevamento o risveglio nella mentalità araba è irreversibile individuando i cambiamenti in corso come una rivoluzione intellettuale. Tuttavia a mio parere, in questo dato momento, interpreto come l'elemento di richiesta di lavoro e di soddisfacimento dei propri bisogni quotidiani come elemento primordiale nella realtà rivoluzionaria di questo periodo storico in quanto è la mancanza di lavoro che ha riportato molti manifestanti in strada in Tunisia nel mese di Gennaio 2013.
Nel pensiero di Tariq Ramadan, i cambiamenti non sono soltanto di tipo politico ma anche di natura culturale. ( credo che ci sia una visione di tipo antropologica della cultura come vita intellettuale dello spirito alla francese). E naturale vedere come innalzare la rivoluzione a motivi di tipo politico-culturale sia un modo di innalzare la faccia collettiva di queste popolazioni mentre il semplice discorso di sollevamento per mancanza di mezzi economici è percepito come un'argomentazione priva di consistenza accademica. Sono pienamente d'accordo con l'affermazione di Ramadan quando sostiene la necessità di accompagnare le riforme politiche ad un procedimento di stabilità economica. Questo passaggio è molto interessante in una prospettiva di ampio corso perché sarà difficile predire la scelta economica dei prossimi governi nell'area. Per mantenere vivo lo spirito della rivoluzione occorre forse un modello economico che permetta la sua presenza mentre il modello economico predominante non permette agli stati arabi come la Tunisia o l'Egitto di rimettersi in carreggiata davanti alle costrizioni del mondo finanziario mondiale.
A proposito del tema del discorso politico sono in accordo con Ramadan nel tentativo di uscire da questa dicotomia tra islamisti e secolaristi collocando temi più importanti come il bisogno di giustizia sociale, di riconoscimento della dignità delle persone, la possibilità di ottenere un lavoro in linea con le proprie aspettative, le modalità di gestione delle relazioni tra uomini e donne all'interno della famiglia, del rapporto di coppia e nella sfera pubblica. Detto in altri termini, spingere il dibattito in questo dualismo rappresenta il modo migliore per i media occidentale e arabi di proseguire il loro interesse nel seguire il cambiamento nel mondo arabo. Questo è sicuramente una vera trappola per gli esperti di questi due schieramenti politici poiché giustificano la loro presenza in opposizione all'altro schieramento piuttosto che presentare delle profonde ragioni in linea con il loro posizionamento politico. Questo è un indicatore culturale di una società dove il valore di tipo ascritto è più importante di quello di natura performativo.
Visto il mio collocamento nella sfera pubblica sembra a tutti trasparente la mia posizione anche senza compiere nessun tipo di azione. Credo che questo punto è da problematizzare dato che il fatto stesso di collocarsi rappresenta già una azione in un contesto dove l'autoritarismo ha impedito la presenza di una società civile attiva e critica. Questo punto mi vede in parziale disaccordo con Ramadan. Un elemento interessante nell'argomentazione di Ramadan sono le implicazioni presenti all'interno dei sistemi politici democratici in Europa dove le sfide maggiori sono rappresentate dalla presenza di queste multinazionali e da banche transnazionali governate da persone non elette democraticamente. Queste società non hanno nessuna responsabilità sociale con nessun tipo di territorio e governo in modo particolare. La tesi sottostante di Ramadan è che la critica del nostro modello economico sarà il modo migliore per contribuire alla costruzione di nuove democrazie. Questo punto merita maggiore approfondimento perché implica una possibilità di strumentalizzazione da parte di quei gruppi politici che intendono attaccare il modello culturale occidentale come corrotto e privo di etico ( come se il comportamento della classe politica vicina alla religione islamica non fosse stato a sua volta corrotto negli scorsi anni. Questo elemento è importante in quanto gli islamici si presentano alle popolazioni come persone oneste mentre i secolari erano presenti nel governo e pertanto sono sinonimi di corruzioni. Quindi occorre fare una distinzione tra secolari-intellettuali, censurati e auto-censurati durante il precedente regime, con gli altri secolari di natura burocratica-militare intesi come elemento di cerniera tra il potere e la popolazione.
Secondo Ramadan, le sfide delle democrazie nascenti nel mondo arabo sono: la definizione della natura dello stato, creazione di piani economici per il futuro, aumentare la qualità dell'istruzione, la promozione e la protezione delle attività artistiche e l'utilizzo di modo efficaci per combattere la dilagante corruzione. A proposito del primo punto, Ramadan prende ad esempio il modello Turco definito da lui come “ uno stato civile con un riferimento islamico” sostenendo la presenza di principi fondamentali non-negoziabili all'interno dello stato come ad esempio il rispetto della legge, l'uguaglianza dei cittadini, il bilanciamento dei poteri, l'affidabilità e la separazione della religione e dello stato.
Il primo punto presentato da Ramadan è rappresentata dalla scelta di uno determinato modello con la presenza dello stato turco ( paese con una data storia politica e culturale, senza dimenticare l'odio dei paesi del Magreb verso la Turchia del periodo ottomano, in altri termini il modello turco non sarà un elemento pacifico di conversazione). Il rispetto della legge implica che la legge dello stato civile deve prevalere su quello della legge religiosa senza dimenticare che alcune leggi civili in dissonanza con la tradizione islamica presenti sia in Turchia che Tunisia de facto non sono mai state rispettate perché contro la tradizione locale. Per ciò che riguarda l'uguaglianza dei cittadini occorre capire se viene percepita come uguaglianza dei cittadini esulando della loro tradizione religiosa o se viene intesa come uguaglianza di ogni persona davanti alla legge come ad esempio la differenza tra i generi. Il bilanciamento dei poteri implica in modo implicito dire che il potere dei militari va ridimensionamento perché fuori dalla logica democratica nascente in questo dato periodo. Allo stesso modo significa dire che la magistratura dovrà avere un vero peso all'interno di questi nascenti ordinamenti democratici.
Il concetto di affidabilità o responsabilità è da intendersi come la capacità di rispondere alle promesse fatte da parte di una data istituzione con la finalità di instaurare un clima di rispetto tra le varie parti in causa. Questo concetto è intimamente legato alla nascita di una società civile critica e attenta alla vita politica del proprio paese. Questo spirito rivoluzionario invocato ad esempio da Rabab El Mahdi potrebbe tradursi nel concetto di cittadinanza attiva o nella presenza di una stampa come “cane da guardia” del processo democratico. Allo stesso tempo occorre la presenza di un sistema educativo che metta l'accento sulla necessità di pensare con la propria testa e in modo critico. Indubbiamente questo punto è controverso con la lettura “ letteralista” del messaggio coranico proposta da numerose correnti islamiche. L'ultimo punto potrebbe essere inteso come il conseguimento finale di un percorso di costruzione di una nuova statalità. Questo punto potrebbe essere collegato al primo punto dove si parla di precisare il perimetro dello stato.
Nel campo di studio della pragmatica linguistica si potrebbe argomentare che l'elenco presentato da Ramadan rappresenta in modo concreto il posizionamento delle proprie intenzionalità e pertanto alcuni elementi ci fanno pensare che questo agenda è da ritenersi come uno strumento serio di attuazione del proprio pensiero.
Il passaggio in cui Ramadan sostiene la presenza dell'elemento religioso come elemento etico è da prendere in considerazione: ad esempio Ramadan dice “ separating religion from the state does not necessarily mean the removal of ethics from politics” .Questo enunciato ci permette di osservare come la religione viene percepita in modo sinonimico all'etica nella sfera politica. La religione si trasforma in etica nella politica diventando la guida spirituale dei nostri comportamenti nella sfera pubblica collocandosi in tal modo in contraddizioni con il primato della legge. Questo è il punto di maggiore attrito dato che Ramadan vede in ogni fede una capacità di portare maggiori valori etici nella gestione della cosa politica. Questo punto merita di essere approfondito alla luce delle varie tradizioni storiche ossia l'elemento religioso è stato a lungo percepito come un elemento non favorevole alla nascita di uno stato forte come nel caso italiano mentre nel caso francese la religione è stata combattuta per ottenere uno stato forte. Questi problemi di non conoscenza della storia di alcune nazioni non permette di capire il senso profondo di alcune parole che sembrano chiare e trasparenti ma che di fatto ci conducono a significati diversi. Prendiamo ad esempio il termine laicità dove in Francia implica lotta ed impedimento dello sviluppo della presenza della religione cattolica all'interno della vita sociale del paese nel passato del paese mentre in Italia la parola laicità significa neutralità e non impedimento della vita religiosa all'interno del paese. Laicità forse nel mondo arabo significa secolarizzati o regimi laici e quindi implica l'idea di regime voluti e appoggiati dal mondo occidentale e quindi in definitiva significa dilagante corruzione.
Affrontando la questione della visione economica del futuro, Ramadan prende il caso del presidente Morsi il quale è favorevole all'accettazione di un prestito da parte del fondo mondiale internazionale e pertanto accetta de facto il modello economico neo-liberale con la conseguenza di alleviare momentaneamente i problemi della popolazione ma di spingere il paese a problemi economici ancora più difficili da affrontare in una prospettiva più ampia per l'ottenimento di maggiore giustizia sociale tra le persone.
Il terzo punto menzionato da Ramadan si concentra sull'impossibilità di avere profondi cambiamenti di lungo corso senza compiere dei profondi sforzi nell'ambito dell'istruzione e soprattutto permettendo alle donne di ottenere un maggiore accesso all'istruzione e al mondo del lavoro. Questo passaggio è cruciale per ottenere un vero potenziamento della cittadinanza.
Un ulteriore punto importante nel ragionamento di Ramadan è costituito dal valore della cultura troppe volte misconosciuto durante gli eventi accaduti nel mondo arabo. La piena democrazia non si riduce soltanto alla presenza dei diritti ma nella creazione di un ambiente che ci conduca all'espressione libera del proprio pensiero e alla nostra realizzazione personale attraverso il compimento di attività artistiche.
L'ultima sfida per il mondo arabo è costituita dal modo di combattere efficacemente la corruzione che pervade ad ogni livello molte società arabe. In questi contesti, Ramadan sostiene che la religione islamica potrebbe giocare un ruolo positivo come riferimento etico a cui ispirarsi per motivare questa lotta necessaria contra la corruzione. Inutile dire che questo punto potrebbe essere in contraddizioni con il principio che vuole il primato della legge come punto cruciale dello stato.
In definitiva, Ramadan sostiene che il mondo occidentale non deve credere in modo cieco nelle rivoluzione arabe così come non deve credere nelle parole dei islamisti adesso al potere ma piuttosto deve provare a contribuire con un supporto critico a queste transizioni in linea con i nostri principi ed evitando forme di stereotipizzazioni nel nostro modo di interpretare i cambiamenti in queste società complesse. Inoltre, occorre pensare che tutti i leader politici al potere in questo momento hanno un approccio guidato dalla volontà di essere rieletti e quindi hanno visioni parziali della realtà in transizioni.
Secondo Ramadan occorre una jihad intellettuale per promuovere l'etica/disciplina e per resistere a questa politica emozionale che viene utilizzata da parte dei populisti occidentali e da alcuni gruppi salafisti nel mondo arabo.
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