sabato 23 marzo 2013

ANALISI DEL PENSIERO MERIDIANO CON L'UTILIZZO DELLA CORTESIA LINGUISTICA E LA NOZIONE DI CULTURA IN HOFSTEDE

Analisi pragmatica dell'intervista di Franco Cassano a proposito del pensiero meridiano

L'intervista di Franco Cassano, si è tenuta nell'estate del 2009 , ed è stata realizzata da parte di Claudio Fogu dell'università della California.


Le premesse del pensiero Meridiano di Franco Cassano vedono implicitamente la volontà del Sud di assumere una posizione di tipo anti-coloniale come modalità di uscita dall'egemonia culturale presente nello sguardo del nord-ovest.Il potere di definire la realtà permette solitamente la possibilità di organizzare il pensiero altrui adoperando la faccia collettiva ( Schwartz, 1999) dell'interlocutore dell'altro gruppo per conferire o negare tale bisogno di faccia. Lo sguardo egemonico ( Gramsci, 1933) permette sovente di negare la mia descrizione della realtà e di conseguenza di negare il mio mondo psicologica ( Hartgrave). Cassano reitera con insistenza come modalità di guadagnare faccia positiva quel bisogno di faccia implicito presente in tutte le richieste del Pensiero Meridiano. Allo stesso modo, la possibilità di proporre la propria “ prospettiva” come chiede Cassano permette un tentativo di riequilibrio della relazione con un'altra identità culturale come quella tra Nord-ovest e Sud-est della penisola.
Secondo l'apparato teorico di Cassano, il Mediterraneo ha pagato costi elevati in termini di cortesia positiva ( Goffman) intesa come bisogno di riconoscimento della propria identità territoriale e culturale. Nel pensiero di Cassano appare di fondo, a mio parere, una visione essenzialista del Sud, con l'introduzione di alcuni elementi programmatici per ottenere “faccia” e consistenza ad un territorio. Questo territorio tenta una richiesta di ascolto tramite uno sguardo autonomo dallo schema classico“dominato-dominante “ ossia tra detentori di faccia e bisognosi di faccia.
I momenti esplicativi applicati alle ragioni del Sud sembrano atti linguistici volti a giustificare un certo posizionamento da parte dell'autore in cui, mi appare, una posizione a cavallo tra essenzialismo e molteplicità nella sua definizione teorica del pensiero Meridiano.

Tale ricerca di una “ prospettiva”appare come un atto linguistico di tipo commissivo ( Searle, 1966) ossia una promessa da consegnare ad una realtà in cerca di una faccia collettiva da guadagnare.
Il sud è un territorio alla ricerca di una faccia riconoscibile e riconosciuta tramite la realizzazione di una minaccia verso la faccia positiva della modernità intesa come spazio geografico denominato dal “nord”.
Prendendo ad esempio un passaggio dall'intervista: “ … il sud è portatore di un'idea più lenta del mondo e, in genere, i cultori della velocità pensano che la lentezza sia sinonimo di arretratezza, del possesso di una dimensione culturale ancora imperfetta.

L'atto di “dare-faccia” per il sud è da intendersi per Cassano nell'accettare la sua visione lenta della storia in contrapposizione alla velocità come valore appartenente in modo unico alla realtà del Nord-ovest. In questo passaggio occorre comprendere il significato di lentezza per evitare incomprensioni: ad esempio, se parliamo di lentezza durante la costruzione di relazioni interpersonali allora si potrebbe convenire con l'autore ma se intendiamo lentezza come un tratto positivo presente ad esempio nel mondo amministrativo del Sud allora credo che il concetto di lentezza vada esplicitato meglio per evitare di fare intendere alla cittadinanza la lentezza burocratica come un atto di faccia positiva nei suoi confronti.
In Cassano vediamo come la lentezza custodisce l'esperienza mentre la velocità porterebbe all'oblio delle esperienze.
In questo passaggio Cassano compie un attacco molto deciso verso la faccia negativa del nord-ovest attraverso l'uso di sostantivi come “ velocizzazione” e “ scomparsa” per riferirsi alla modernità.
Insomma, il mediterraneo appare come un contraltare al pensiero unico neo-liberale. Per dirla alla Cassano, un mondo più ricco sarebbe un mondo dove la visione del Sud viene riconosciuta come portatrice di un pensiero ricco ed originale. In definitiva, possiamo osservare come l'approccio sia di tipo decolonizzante in quanto tramite una visione economica differente si riesce a potenziare la faccia collettiva di un territorio ampio come il Sud.

Le variegate richieste di “autonomie” citate nell'intervista da parte di Franco Cassano sono i segni di atti linguistici di tipo performativi perché cercano il diritto di descrivere il mondo secondo la sua visione della realtà.

In breve possiamo affermare che gli spazi di autonomia sono spazi di negoziazione della propria faccia. Cassano afferma l'assenza di correlazione tra patrimonio culturale del sud e varie forme di arretratezza presenti sul territorio come intende fare credere una certa meta-rappresentazione del sud-est da parte dello sguardo dominante del nord-ovest. Questa meta-rappresentazione si colloca tra il paradiso turistico e l'inferno mafioso. In altri termini possiamo sostenere che il bisogno di faccia positiva da parte del turista nordico viene ripagato dalla località turistica mentre il suo bisogno di preservare la sua faccia negativa viene contemplato tramite il mio bisogno sociale di preservare la mia faccia negativa da quel dato territorio turistico. Il sud è funzionale per complimentare la mia faccia non certo per conferire faccia collettiva al territorio.
In una prospettiva più ampia, questa procedura viene denominata come orientalismo ossia la prassi di anteporre una certa distanza sociale e psicologica tra il luogo di provenienza del vacanziere e il luogo di villeggiature con la finalità di rafforzare il suo punto di vista su quella data realtà geografica e culturale. Da segnalare la presenza di “molto” come intensificatore avverbiale con l'intento di segnalare la forza dell'enunciato del prof Cassano.
La mancanza di autonomia fa capire che il sud ha perso la faccia per la sua non autonomia economica.
In questa intervista appare come il mediterraneo possa riguadagnare la sua faccia quando viene a ricollocarsi con il mare inteso come pensiero fluido, mobile e non rigido. In pratica per conferire faccia al mediterraneo si utilizza la metafora della faccia per dire che l'Europa dovrebbe pensare alla sua dimensione marittima e quindi al mediterraneo. Il pensiero meridiano esiste con il mare come elemento portatore di faccia e di perdita di faccia.
L'Europa ha negato e tuttora nega la sua identità mediterranea fatta di discussione e di riflessione secondo Cassano. Forse i valori impliciti insiti in questa richiesta non sono in linea con il pensiero economico dominante in Europa mentre il mediterraneo nella visione di Cassano tenderebbe ad una coesistenza dei pensieri con la finalità di “dare e ricevere faccia” durante l'interazione interpersonale. Nel pensiero di Cassano viene collocato in modo centrale il posizionamento del mare come elemento programmatico del suo pensiero Meridiano. Anche in questo caso sarebbe cosa giusta poter indagare in maniera sistematica le motivazioni che hanno tenuto lontano il mare da una prospettiva di crescita economica e culturale di un dato territorio.
Nella prospettiva marittima del mediterranea possiamo scorgere due necessità di facce differenti presenti nell'animo dell'uomo del sud, vale a dire un bisogno di radicamento e un bisogno di partenza. Anche in questo dualismo interiore possiamo scorgere degli elementi di negoziazione presenti in modo costitutivo nel mediterraneo.
L'eroe mediterraneo Ulisse parte con l'idea di ritornare ed è un eroe scisso per questo dato motivo.
Nell'impianto teorico di Cassano, il tema del mare sembra essere un atto linguistico di tipo assertivo con la finalità di rafforzare il proprio impianto teorico con il rischio di apparire forse un po' troppo enfatici, vale a dire sembrare distanti dalla verità effettuali delle cose.
Alla luce della cortesia linguistica posso sostenere che il mare ricalca il bisogno di dare peso alla propria faccia nel pensiero di Cassano. Alla luce dell'enfasi posta da parte di Cassano sul ruolo del “mare” forse occorre sottolineare le difficoltà nel compiere un tale dialogo tra persone molto attente alla difesa elevata della propria faccia negativa. Ogni atto linguistico proteso alla rimessa in discussione può apparire una minaccia insostenibile per la faccia dell'altro interlocutore nel contesto del mediterraneo. Nell'ambito di un approccio di tipo negoziale, il pensiero Meridiano potrebbe fungere da stimolo alla creazione di uno spazio di fiducia tra interlocutori provenienti da orizzonti culturali differenti. Un altro elemento per conferire faccia positiva al pensiero Meridiano è da intendersi la volontà di superare un certo spirito d'antagonismo tra pensiero oceanico e pensiero meridiano. Questa operazione di mitigazione viene compiuta da Cassano per ribadire l'importanza del pensiero del nord-ovest verso il pensiero meridiano. Un altro punto importante in Cassano viene rivestito dalla località o location come strumento critico di tipo post-coloniale segnalando in tal modo una questione di natura coloniale de facto. Nella critica post-coloniale, gli elementi geografici e culturali legati al mio contesto formano il mio modo di posizionarmi nella realtà.
Il mediterraneo da intendersi come spazio che dona e ritrae faccia durante l'operazione molto complessa dell'interazione dialogica tra persone provenienti da contesti allargati diversi.
Il dialogo delle lingue inteso come plurilinguismo del mediterraneo rappresenta una ricchezza per la faccia collettiva delle popolazioni che circondano questo spazio geografico e culturale.
Un punto che merita maggiore attenzione è il punto che riguarda la nozione di molteplicità e l'essenzialismo insita dentro la cornice del pensiero meridiano. Cassano compie all'interno della sua intervista alcuni attacchi molto severi verso la faccia del pensiero nord-ovest definito come fondamentalista per via del suo pensiero unico nel campo dell'economia. Tuttavia, l'elemento di mitigazione è presente con l'auto-definizione di fondamentalista per altre correnti di pensiero come il fondamentalismo islamico o i valori asiatici come pensiero totale.
Da notare come le rappresentazioni mediatiche sul Sud del mondo e in modo particolare del sud italiano rimangono un costo molto elevato in termini di faccia collettiva per un dato territorio.
Tali rappresentazioni del sud hanno ottenuto un grosso successo mediatico ed intellettuale perché erano in consonanza con il desiderio volontà di dominare culturalmente un certo spazio geografico e culturale. Come ridare faccia al sud resta la domanda centrale insita nel lavoro di Cassano il quale propone in modo implicito la possibilità di una nuova narrazione del territorio autonoma dalla visione nordica del sud. Il tentativo di Cassano è di compiere una forma di risarcimento e di ristabilire un certo equilibrio davanti ai costi elevati subiti per la faccia collettiva di una data comunità.
Una sfida rilevante nel paradigma teorico di Cassano è da ricercare nella capacità di definire la cultura per porre questo elemento in discussione con i membri di altre culture. La cultura intesa secondo Wittgenstein come il nostro modo pratico di fare le cose incontra delle ragioni differenti nella sua realizzazione pratica durante l'incontro con persone di altre comunità.
Un elemento caratteristico del pensiero Meridiano è certamente il dialogo come portatore di faccia ma anche come distributore di faccia e quindi trovarsi nella posizione di gestire la faccia altrui.
con la possibilità di essere in posizione di dominio dopo essere stato a lungo estromesso da queste possibilità.
La prospettiva di Cassano intende il mediterraneo come un medicinale contro la tentazione dei vari fondamentalismi intesi come pensiero totalizzante che nega l'esistenza del punto di vista dell'altro interlocutore.
Prendendo ad esempio un passo tratto dall'intervista di Cassano: “ … perché l'integralismo è quello che ritiene che l'altro sia il male, che debba essere ridotto all'identico e quindi vada cancellato.”

All'interno di questo passaggio possiamo scorgere delle categorie come quelle religiose quando si citano le categorie come integralismo e male, mentre le categorie delle parole come altro e identico appartengono alle categorie del mondo filosofico-culturale.
Pertanto possiamo fare emergere una forma di contesa o confusione ideologica tra questi due ambiti conoscitivi.
L'idea di Cassano si colloca nell'accettazione del fatto che il mio punto di vista rappresenta soltanto una porzione di quello che storicamente viene innalzato a condizione ontologica dell'uomo.
Invece notiamo come il fondamentalismo del mercato e dell'economia nonostante la crisi persistente in grossa parte del mondo sviluppato abbia condotto ad un individualismo radicale, il quale ritiene come inaccettabile i costi impliciti nella nozione di interesse collettivo.
In questo passaggio vediamo come la nozione di costi e benefici sia centrale nel capire meglio il pensiero Meridiano perché ogni volta che accettiamo di dialogare rischiamo di pagare dei costi per la nostra faccia positiva perché dobbiamo accettare un altro punto di vista. Il dialogo implica in maniera implicita il rischio di perdere la faccia se rimaniamo ancorata ad una visione del diaologo come elemento fuorviante dell'essere umano. Il dialogo non è un elemento di stortura allo svolgimento della vita ma rappresenta un elemento costitutivo e quindi sempre ricco di benefici per il portatore di questa istanza dialogica con sé.
I costi per il pensiero Meridiano possono essere molto elevati se si attacca il mercato senza aver una reale proposta alternativa alla luce del punto di vista di chi sostiene la sua necessità.
Sicuramente questi sono costi da sostenere se il pensiero Meridiano intende ottenere un qualche beneficio pur dovendo prendere in considerazione il fatto che il Sud non possa essere inteso in modo essenzialistico come luogo di collettività ma piuttosto come luogo della famiglia. Il concetto di famiglia non può essere esteso in maniera indiscriminata al concetto di collettività.
La tesi di Cassano vede lo stato in crisi di fronte alla globalizzazione perché lo stato sarebbe in difficoltà davanti al modello di tipo oceanico della globalizzazione. Una premessa sarebbe da fare in quanto è proprio l'elemento di statualità ad essere stato in difficoltà nel mediterraneo come istituzione incapace di difendere i propri cittadini. Se lo Stato rappresenta la faccia collettiva di un territorio possiamo forse sostenere che questo stato non ha fatto niente per ridurre le minacce alle persone provenienti da questi spazi geografici e umani.
L'intervista di Cassano mette in luce la formazione di due fondamentalismi che possiamo definire uno di tipo oceanico come risultato della globalizzazione che sottende un livello di sradicamento e un altro modello di tipo comunitario dove l'individuo si riconosce nel suo territorio.
Il pensiero Meridiano cerca di ottenere il suo bisogno di faccia con la sua capacità di decostruire questi due pensieri in conflitto tra di loro. Di fatto questa modalità rappresenta una minaccia alla faccia negativa dei difensori di questi due pensieri. Il fondamentalismo islamico così come il pensiero Meridiano per motivi divergenti sono entrambi alla ricerca di faccia intesa come riconoscimento del proprio modo di pensare e sentire la realtà dopo tanti anni di occultamento del loro pensiero.Cassano mette in guardia di fronte ad un altro tipo di fondamentalismo come quello dei cosiddetti “ valori asiatici” come richiesta di riconoscenza della faccia. Cassano propone di mantenere una propria specificità per guadagnare faccia di fronte al proprio interlocutore. Questo potrebbe essere un atto di mitigazione verso il pensiero dell'altro poiché per molti anni il pensiero Meridiano ha perso la faccia per la sua non realizzazione effettiva. Secondo Cassano, il mondo occidentale, in consonanza con il pensiero Meridiano, dovrebbe provare a costruire dei legami sociali per ridare un peso alla sua faccia collettiva. L'elemento problematico resta il “ codice” da adoperare per compiere questa operazione intellettuale. Ad esempio, il concetto di “ cittadinanza” potrebbe essere un campo di ricerca utile per il conferimento di faccia positiva ad un territorio.
La critica da sottoporre a Cassano sarebbe quella di sostenere la tesi che la debolezza del pensiero meridiano consiste proprio nella difficoltà di realizzare questo concetto di cittadinanza perché il ruolo della famiglia, dell'appartenenza a certi gruppi sociali impedisce di fatto una effettiva solidarietà tra membri di una stessa territorialità.
La nozione di diritti e doveri è molto difficile da implementare all'interno del spazio geografico mediterraneo perché deve sconfiggere ostacoli di natura culturali come quello di in-group o out-group, clanismo.
Il pensiero Meridiano di Cassano intende conferire faccia positiva al lettore italiano evidenziando la sua collocazione geografica come occasione politica, culturale ed economica. Per ottenere faccia dobbiamo essere quello che la geografia ci ha donato ossia una posizione di collegamento tra nord e sud del mediterraneo. Il pensiero Meridiano rappresenta sicuramente il tentativo di un programma politico per una intera zona geografica. Cassano mette al centro del suo pensiero il bisogno di “gioco di faccia” come elemento costitutivo del mediterraneo perché in questo dato spazio geografico occorre opporsi alla tentazione della verità assoluta come forma di minaccia severa per la faccia dell'interlocutore. Gli altri interlocutori sono altri punti di vista per arricchire il mio orizzonte culturale e per sfuggire alla tentazione di adoperare la figura di “Dio” come elemento argomentativo per difendere la mia faccia positiva. Cassano intende promuovere un ideale di “universale a più mani” come strumento di lotta contro ogni forma di fondamentalismo.
Di fatto nella prospettiva contemporanea la minaccia forte viene indirizzata in modo preponderante verso il fondamentalismo islamico il quale rappresenta in termini di faccia la minaccia più forte al bisogno di faccia insito nel gruppo umano abitante l'altra sponda del mediterraneo.
L'autore del Pensiero Meridiano cita come esempio del nostro fondamentalismo il caso di Cristoforo Colombo come portatore unilaterale di una visione della storia dove il progresso e la civiltà si collocano sempre dalla stessa parte in opposizione alle altre civiltà.
Tale comportamento ha collocato il mondo occidentale e di conseguenza la globalizzazione come fonte di minaccia per l'altra sponda del mediterraneo. Quindi una prima lezione da trarre sarebbe di potenziare la faccia di gruppi umani che si sono visti esclusi dal nostro sguardo conoscitivo per attribuire una parità storica tra tutte le culture.
Dobbiamo perdere la nostra faccia positiva come occidente riconoscendo il fondamentalismo ricoperto dal capitalismo nella vita di milioni di abitanti. Ulteriori fondamentalismi vengono rinvenuti nella nozione di progresso così come nella nozione di rivoluzione. Questi due fondamentalismi citati da Cassano sono a mio parere alquanto controversi perché nella retorica quotidiana risulta molto difficile sentire parlare di progresso mentre la nozione costituisce un tema ricco di fascinazione data la difficoltà d'attuazione nel mondo reale. Il progresso costituisce un modo di conferire faccia positiva alla parte ricca del mediterraneo mentre rinunciare alla rivoluzione rappresenta un attacco violente alla faccia collettiva dei tanti giovani scesi in piazza per ottenere il cambiamento nella vita del loro paese.
L'approccio del pensiero Meridiano potrebbe essere percepito in una posizione di minaccia per la faccia positiva delle altre popolazioni alla ricerca di un riequilibrio di potere tra le due sponde del mediterraneo. Questo punto è di vitale importanza per permettere l'insorgere di un dialogo vero.
Un punto che meriterebbe maggiore attenzione riguarda la costatazione che la via laica è fallita in molti paesi del mondo arabo. Questa affermazione come dato di fatto può essere letta come una minaccia alla faccia negativa dei tanti giovani che sono scesi in piazza per rivendicare giustizia e dignità i quali vengono annoverati come valori di tipo universalistici e non certamente di natura confessionale. Un punto importante da tenere in mente è rappresentata dalla connotazione negativa della parola secolaristi presso molta popolazione musulmana per via della sua vicinanza con i tanti governi detti laici di Tunisia e Egitto ma che di fatto erano delle oligarchia al potere scelte dai governanti occidentali e quindi di fondo sorde alle richieste delle loro popolazioni.
Franco Cassano sottolinea come l'integralismo abbia una forma di egemonia dopo i fatti avvenuti del 11 settembre facendo di fatto pagare dei costi molto elevati alla faccia positiva dell'impianto teorico del pensiero Meridiano ricollocando in modo preponderante la necessità di affrontare questa asimmetria nei rapporti tra le due sponde del mediterraneo.
Nel mondo musulmano la nozione di integralismo viene rinominato come la forma di “letteralisti” poiché hanno lettura “alla lettera” del messaggio coranico e vivono la globalizzazione come minaccia molto severa per la faccia collettiva del mondo arabo e scelgono di proteggersi rimanendo all'interno della cornice islamica ponendo di fatto in conflitto la nozione di modernità e religione musulmana.
L'approccio di Cassano auspica il superamento della sua dimensione soltanto culturale per potere agire come bussola nella politica culturale ed economica dell'Italia per rendere effettivamente vicini coloro che sono vicini ma che per ora sono distanti in termini logistici.
In estrema sintesi, il pensiero Meridiano di Cassano vuol essere una occasione di crescita culturale ed economica per il sud dell'Europa perché rappresenta un modo concreto di costruire dei legami tra sud e sud.
Per fare tutto questo occorre un ruolo attivo della figura dell'intellettuale come ponte tra comunità accademica e il mondo esterno. Allo stesso modo occorre uscire da una debolezza psicologica e strutturale dove non si è capaci di immaginarsi come soggetti del proprio tempo storico.
Questa debolezza è il risultato di secoli di mancanza di fiducia nella propria faccia collettiva.
Il Sud come entità culturale deve guadagnare faccia per risollevarsi.

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