lunedì 25 marzo 2013

GIOVANI SICILIANI E RIVOLUZIONE TUNISINA: QUALI DIMENSIONI CULTURALI IN GIOCO

E vorrebbero sfuggire anche alla fame.

Partendo dal titolo di questo articolo tratto dalla rivista " I Giovani Siciliani" scritto da Marta Bellingred nel gennaio 2012 possiamo osservare la presenza di un avverbio come “ anche “ per segnalare una certa distanza sociale forse non ricercata ma che traspare in questo titolo. Come se non fosse possibile uscire dall'impossibilità di modificare il corso storico della vita. Dalla scelta del titolo non sembra apparire questa necessità di modificare la natura degli eventi dimostrando di poter agire sul contesto.
In questo articolo si introduce il tema delle celebrazioni dalla caduta di Ben Ali mettendo in luce il ruolo delle emozioni di tipo non controllate come un elemento di lettura degli avvenimenti di Tunisi durante la presenza della giornalista a Tunisi. La nozione di "out-group" come dimensione culturale potrebbe essere adoperata per definire il ruolo dei vincitori ossia i giovani perché in questo momento i risultati della rivoluzione sono ricaduti spesso nella parte dei movimenti islamici di stampo letteralisti. Questi gruppi avevano perso la loro faccia collettiva durante il sollevamento tunisino perché i movimenti sorti dal basso erano costituiti da giovani con un approccio ideologico di tipo liberale e secolarista.
Forse in questo comportamento degli islamisti si potrebbe raffigurare l'uso della metafora del Gattopardo come capacità del gruppo più forte di aderire al meglio alle circostanze del momento storico in un dato contesto traendo profitto da questa situazione.
La loro presenza sulla scena politica rappresenta una forte minaccia per il desiderio di riconoscimento della propria faccia collettiva da parte dei giovani insorti tunisini mettendo in luce in modo severo la carenza di una proposta unitaria da parte loro.
Un elemento ricorrente nella scrittura giornalista in merito al tema del mediterraneo è la presenza costante della deissi spaziale per segnalare il ruolo pregnante del contesto. Possiamo sostenere che le società del mediterraneo sono società ad alto indice contestuale in quanto i fatti vengono interpretati in quel dato spazio e con quei dati attori sociali. In pratica viene dato per scontato la conoscenza di tutte le coordinate contestuali.
Ad esempio la manifestazione viene collocata in “ Avenue Habib Bourghiba” all'interno di uno spazio ideologico dove la manifestazione sembra essere in linea paradossalmente con l'atto culturale di andare a fare “ shopping di sabato”. Un elemento ricorrente in questo articolo è la presenza di elementi di ambiguità nelle risposte offerte dal nuovo governo tunisino di fronte alle istanze della propria popolazione. Il governo sembra aderire alla nozione di risposta a lungo termine mentre la popolazione ha palesato il suo bisogno di ottenere delle risposte di tipo “short-term oriented”.
Questo rappresenta un elemento di sicura discrepanza tra le aspettative dei cittadini e quelli dei governanti in termini di gestione del tempo. L'utilizzo dell'ambiguità resta molto elevato da parte della classe politica sia in Italia che nel contesto tunisino.
La nozione di emozione intesa come manifestazione di calore umano viene percepita soltanto all'interno del partito comunista dove la capacità di creare sentimenti di unità e quindi di “ in-group” viene ritrovata tramite i temi della questione palestinese. In pratica il riconoscimento venuto dalla Palestina conferisce un sentimento di faccia riconquistata da parte di un certo gruppo di tunisini.
Durante questa giornata di celebrazione possiamo osservare il ruolo giocato dalle associazioni delle vittime della rivoluzione per segnalare il fatto che hanno perso dei diritti durante i giorni di rivoluzione e sono alla ricerca di un risarcimento simbolico come quello dell'indennizzo oppure quello più ampio della creazione di opportunità di lavoro nelle loro realtà rurali.
Queste persone radunate in piccoli gruppi sembrano interessare poco anche i governanti. Questo sarebbe la dimostrazione che il tema dell'uguaglianza sociale in una società con scarso senso dell'uguaglianza rappresenta la vera dimensione culturale da modificare nel contesto del mediterraneo allargato. In altre parole come diminuire questo orientamento alla non uguaglianza tra membri percepiti come esterni. Il tema cruciale è la ridistribuzione di dignità tra le persone sia sul piano economico ma soprattutto sul piano dell'agire collettivo. Il ruolo della manifestazione serve per rendere collettivo un fatto precedentemente vissuto e sentito come fenomeno individuale.
Allo stesso modo serve per dare visibilità ad una certa faccia collettiva che prende forma uscendo dall'invisibilità come indice della debolezza della propria persona.
L'espressione presente nel titolo “ sfuggire alla fame” segnala una minaccia severa per la faccia collettiva di quelle territorialità dove le dinamiche "centro-periferie" sono state il vero detonatore della crisi. La città rappresenta la modernità e lo stile di vita in linea con quest'atteggiamento mentre la periferia rappresenta il mondo arcano del passato fatto con i suoi tempi e con le sue prassi. Insomma questo mondo non sembra degno delle nostre attenzioni mentre il mondo cittadino rappresenta il futuro della nazione. La dinamica "centro-periferie" potrebbe essere la spia del bisogno di modernità presenti nelle società della riva sud del mediterraneo per coloro che avessero dei dubbi in quanto se il contrario fosse vero i partiti politici più conservatori cercherebbero di favorire il ritorno nei villaggi locali per ripristinare un modo di vita più tradizionale e quindi forse più legato ad alcuni valori religiosi presenti nella religione musulmana.
In maniera costante sembra apparire una crisi forte dell'orientamento a lungo termine nel prendere le decisioni, praticato come consuetudine in tutte le aree del mediterraneo, oggi, sembra essere privato di ogni validità. La sua prassi sembra un atto infelice per dirla alla Searle.
Un tratto culturale che rimane forte è la tendenza ad accettare l'incertezza o l'ambiguità nei confronti della classe al potere. Questa dimensione culturale rappresenta un elemento che potrebbe sancire forti rallentamenti verso la strada di una effettiva riduzione della distanza sociale presente tra membri denominati come " in-group" ed "out-group". Nell'articolo viene affrontato il tema delle violenze sessuali subite dalle donne da parte dei poliziotti durante i giorni della rivoluzione mettendo in luce il rapporto asimmetrico presente tra chi detiene il potere effettivo e compie atti di
Da notare il ruolo giocato dalla “piazza” come spazio culturale dove si occupa lo spazio pubblico per rendere di pubblico dominio quello che precedentemente rimaneva come questione di ordine individuale. In altre parole, i margini di operazione del collettivismo sono aumentati durante il periodo di sollevamento delle popolazioni più marginalizzate dalla crisi.
I gruppi che sono stati molto attivi durante la fase rivoluzionaria come ad esempio i tunisini residenti all'estero, collocati di fatto all'esterno della comunità, cercano di ottenere forme di riconoscimento alla loro faccia collettiva presso le nuove autorità tunisine. Anche in questo caso specifico, il governo è stato molto vago nel rispondere alle aspettative dei membri di questi gruppi di cittadini.
Questi gruppi residenti all'estero, con il loro impegno e con i sacrifici compiuti da parte dei tanti cittadini di attraversare le frontiere, hanno pagato un costo alla loro faccia collettiva molto elevato e sono alla ricerca di benefici alla loro condizione specifica.
Interessanti vedere come il governo, a sua volta, cercherà di potenziare il suo bisogno di faccia positiva di fronte alle autorità italiane, cercando di mettere sul tavolo il tema dei clandestini denominati Harraga da parte dell'articolista come modo di cambiare il modo di indessicalizzare la persona, togliendo quella connotazione culturale di tipo negativo presente nella stampa occidentale.
Il tema degli Harraga così come quelli dei profughi libici come temi centrali dell'agenda politica del ministero dell'immigrazione tunisino servono per collocare all'esterno delle sue funzioni le possibilità di ottenimento dei risultati.
In definitiva, dalla lettura complessiva dell'articolo emerge la necessità per la società civile di essere promotrice in prima persona dei cambiamenti che intende vedere all'interno dello spazio pubblico

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