Attività didattica: “ sai che cosa significa?”
Tipologia didattica: quiz o brainstorming
Tema: consapevolezza interculturale, stereotipi
Materiale: un orologio, matita e penne
Studenti: almeno 5 studenti di differenti nazionalità
Livello: A2-C2
Tempo: 5 minuti per ciascun studente
Finalità: alla fine dell’attività gli studenti potranno avvicinarsi al modo di pensare degli altri studenti partendo dalla propria cultura e potranno anche conoscere nuovi aspetti culturali presenti in altre culture.
Sfida: superare il fatto che gli studenti non si conoscono molto bene
Preparazione: classe con sedie e tavoli
Procedimento dell’attività didattica:
1. Ogni studente deve pensare ad un aspetto tipico della propria cultura (es: “fika” è il nome della pausa caffè della mattina in Svezia).
2. Questo termine “fika” deve essere scritto su un foglio in modo nascosto in modo tale che nessuno possa vederlo.
3. ogni studente ha 10 domande o 5 minuti per indovinare il tema. (es: è una cosa conosciuta in tutto il mondo? Viene fatta da adulti o da bambini, ecc).
4. le risposte devono aiutare gli altri studenti ad avere maggiori informazioni prima di fare la prossima domanda a proposito del comportamento delle persone mentre fanno questo “evento culturale”.
5.Dopo 10 domande o 5 minuti sarà il turno di un altro studente.
NB: per motivare gli studenti si può dare un piccolo premio (caramelle o frutta) al vincitore del gioco.
Tratto da “Teaching Culture!” progetto didattico europeo
Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
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lunedì 10 maggio 2010
quadro di riferimento per le lingue
un livello in base al Quadro Comune di Riferimento Europeo, di cui si riporta il Cap. 8.4.3, Tabella 6
Livello Base
A1 Comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su particolari personali come dove abita, le persone che conosce e le cose che possiede. Interagisce in modo semplice purché l'altra persona parli lentamente e chiaramente e sia disposta a collaborare.
A2 Comprende frasi ed espressioni usate frequentemente relative ad ambiti di immediata rilevanza (Es. informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l'occupazione). Comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti del suo background, dell'ambiente circostante sa esprimere bisogni immediati.
Livello Autonomo
B1 Comprende i punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero ecc. Sa muoversi con disinvoltura in situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel paese in cui si parla la lingua. E' in grado di produrre un testo semplice relativo ad argomenti che siano familiari o di interesse personale. E' in grado di descrivere esperienze ed avvenimenti, sogni, speranze e ambizioni e spiegare brevemente le ragioni delle sue opinioni e dei suoi progetti.
B2 Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche nel suo campo di specializzazione. E' in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un'interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l'interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un'ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.
Livello Padronanza
C1
Comprende un'ampia gamma di testi complessi e lunghi e ne sa riconoscere il significato implicito. Si esprime con scioltezza e naturalezza. Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, professionali e accademici. Riesce a produrre testi chiari, ben costruiti, dettagliati su argomenti complessi, mostrando un sicuro controllo della struttura testuale, dei connettori e degli elementi di coesione.
C2 Comprende con facilità praticamente tutto ciò che sente e legge. Sa riassumere informazioni provenienti da diverse fonti sia parlate che scritte, ristrutturando gli argomenti in una presentazione coerente. Sa esprimersi spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso, individuando le più sottili sfumature di significato in situazioni complesse.
Livello Base
A1 Comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su particolari personali come dove abita, le persone che conosce e le cose che possiede. Interagisce in modo semplice purché l'altra persona parli lentamente e chiaramente e sia disposta a collaborare.
A2 Comprende frasi ed espressioni usate frequentemente relative ad ambiti di immediata rilevanza (Es. informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l'occupazione). Comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti del suo background, dell'ambiente circostante sa esprimere bisogni immediati.
Livello Autonomo
B1 Comprende i punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero ecc. Sa muoversi con disinvoltura in situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel paese in cui si parla la lingua. E' in grado di produrre un testo semplice relativo ad argomenti che siano familiari o di interesse personale. E' in grado di descrivere esperienze ed avvenimenti, sogni, speranze e ambizioni e spiegare brevemente le ragioni delle sue opinioni e dei suoi progetti.
B2 Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche nel suo campo di specializzazione. E' in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un'interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l'interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un'ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.
Livello Padronanza
C1
Comprende un'ampia gamma di testi complessi e lunghi e ne sa riconoscere il significato implicito. Si esprime con scioltezza e naturalezza. Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, professionali e accademici. Riesce a produrre testi chiari, ben costruiti, dettagliati su argomenti complessi, mostrando un sicuro controllo della struttura testuale, dei connettori e degli elementi di coesione.
C2 Comprende con facilità praticamente tutto ciò che sente e legge. Sa riassumere informazioni provenienti da diverse fonti sia parlate che scritte, ristrutturando gli argomenti in una presentazione coerente. Sa esprimersi spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso, individuando le più sottili sfumature di significato in situazioni complesse.
Idee per la classe
Cosa ne sai?Cultura, affari e negoziazione
1. Se compariamo gli americani ad altri popoli, essi sembrano apprezzare delle argomentazioni di tipo:
A. Basate sulle emozioni
B. Basate sulla logica e il ragionamento
C. Basate su statistiche e dati di fatto
2. Il concetto di “faccia”, ossia l’immagine pubblica di una persona di fronte agli altri è importante in Cina e per via di questo fatto spesso:
a. Si preferisce fare affari con piccole aziende sconosciute
b. Non fare affari con amici o famigliari perché può causare una brutta reputazione
c. Non dire direttamente di “no” anche quando è veramente quello che si intende dire
3. Quando si tratta con un subordinato tedesco la nostra prima offerta deve essere generalmente:
a. Alta perché essi sono molto competitivi e vogliono vincere la negoziazione
b. Ragionevole perché non amano discutere troppo a lungo
c. Molto bassa, e solo in secondo tempo proveranno ad ottenere un prezzo migliore
4. Quale di queste affermazioni non è vera a proposito di “ricevere un regalo” in Colombia?
a. Non si apre il regalo di fronte alla persona che fa il regalo ( può sembrare come avaro di regalo).
b. Non fanno troppi ringraziamenti ( questione di orgoglio)
c. Non è cosa buona offrire della birra straniera ( producono un’eccellente birra in Colombia)
5. Vero o falso? È possibile che in Spagna le indiscrezioni e i pettegolezzi possono avere maggiore peso che le conversazioni formali? Devi dare importanza a queste conversazioni se vuoi avere una buona relazione con le persone.
6. Indica con una X quale di questi paesi ha la percentuale più elevata di donne come direttore di azienda:
a. Grecia
b. Giappone
c. Norvegia
d. Spagna
e. Stati Uniti
Risposta: Greece 0.4 (23rd of 23 countries) Japan 3.8 (20th) Norway 6.5 (12th , between Germany and France)
Spain 12,8 (4th) US 21,1 (1st)
7. In Giappone viene considerato come maleducazione scrivere su:
a. Un fazzoletto
b. Un biglietto da visita
c. Un orario di lavoro
d. Un giornale
8. Non fare complimenti ad un arabo sui propri beni personali potrebbe essere fonte di:
a. Pensare che sei invidioso
b. Pensare che stai cercando di lusingare la sua persona
c. Obbligare l’ospite ad offrire qualcosa a voi
d. Porta sfortuna fare questo tipo di complimenti
9. Se sei invitato ad una cena in una casa spagnola quali di questi due fiori non devono mai essere portati come regalo? Sai di quali fiori sto parlando?
A. Rose
B. Crisantemi
C. Dalia
D. Fiori di Lila
10.Conosci il significato di questi gesti presenti in queste fotografie? Discutete il significato di questi gesti con il vostro compagno di banco oppure all’interno del vostro gruppo di lavoro?
1. Se compariamo gli americani ad altri popoli, essi sembrano apprezzare delle argomentazioni di tipo:
A. Basate sulle emozioni
B. Basate sulla logica e il ragionamento
C. Basate su statistiche e dati di fatto
2. Il concetto di “faccia”, ossia l’immagine pubblica di una persona di fronte agli altri è importante in Cina e per via di questo fatto spesso:
a. Si preferisce fare affari con piccole aziende sconosciute
b. Non fare affari con amici o famigliari perché può causare una brutta reputazione
c. Non dire direttamente di “no” anche quando è veramente quello che si intende dire
3. Quando si tratta con un subordinato tedesco la nostra prima offerta deve essere generalmente:
a. Alta perché essi sono molto competitivi e vogliono vincere la negoziazione
b. Ragionevole perché non amano discutere troppo a lungo
c. Molto bassa, e solo in secondo tempo proveranno ad ottenere un prezzo migliore
4. Quale di queste affermazioni non è vera a proposito di “ricevere un regalo” in Colombia?
a. Non si apre il regalo di fronte alla persona che fa il regalo ( può sembrare come avaro di regalo).
b. Non fanno troppi ringraziamenti ( questione di orgoglio)
c. Non è cosa buona offrire della birra straniera ( producono un’eccellente birra in Colombia)
5. Vero o falso? È possibile che in Spagna le indiscrezioni e i pettegolezzi possono avere maggiore peso che le conversazioni formali? Devi dare importanza a queste conversazioni se vuoi avere una buona relazione con le persone.
6. Indica con una X quale di questi paesi ha la percentuale più elevata di donne come direttore di azienda:
a. Grecia
b. Giappone
c. Norvegia
d. Spagna
e. Stati Uniti
Risposta: Greece 0.4 (23rd of 23 countries) Japan 3.8 (20th) Norway 6.5 (12th , between Germany and France)
Spain 12,8 (4th) US 21,1 (1st)
7. In Giappone viene considerato come maleducazione scrivere su:
a. Un fazzoletto
b. Un biglietto da visita
c. Un orario di lavoro
d. Un giornale
8. Non fare complimenti ad un arabo sui propri beni personali potrebbe essere fonte di:
a. Pensare che sei invidioso
b. Pensare che stai cercando di lusingare la sua persona
c. Obbligare l’ospite ad offrire qualcosa a voi
d. Porta sfortuna fare questo tipo di complimenti
9. Se sei invitato ad una cena in una casa spagnola quali di questi due fiori non devono mai essere portati come regalo? Sai di quali fiori sto parlando?
A. Rose
B. Crisantemi
C. Dalia
D. Fiori di Lila
10.Conosci il significato di questi gesti presenti in queste fotografie? Discutete il significato di questi gesti con il vostro compagno di banco oppure all’interno del vostro gruppo di lavoro?
Idee per la classe
Modi di essere differenti
1. Che cosa sia educato o maleducato e come definiamo un comportamento appropriato
2. I giorni di feste e come vengono festeggiati
3. Come si mostra rispetto e come si mostra disprezzo per qualcuno
4. Cosa sia un comportamento umile o rischioso
5. Cosa ci rende orgogliosi e cosa ci mette in imbarazzo o ci causa un senso di vergogna
6. Cosa, quando e come mangiamo e beviamo
7. Cosa indossiamo, quando e dove li indossiamo
8. Cosa troviamo divertente o triste
9. Cosa vendiamo o compriamo,quando, come e con chi lo facciamo
10. Come vediamo e ci comportiamo di fronte alla malattia e alla salute
11. Quanto stiamo vicini fisicamente l’uno dall’altro
12. Come e quando ci tocchiamo l’uno con l’altro ( se si toccano le persone)
13. Come e quando si salutano le persone
14. Quante volte sorridiamo, a chi sorridiamo e cosa significa il nostro sorriso
15. Come, con chi e quante volte usciamo fuori per divertirci
16. Come e in quale situazioni dobbiamo fare la coda o aspettare il proprio turno
17. Quante volte cambiano lavoro o facciamo un trasloco e dove e perché
18. Come parliamo con una persona straniera, con un superiore o con un nostro subordinato, ecc.
19. Quale tipo di comportamento può dirsi etico e quale tipo di comportamento non è etico
20. Cosa significa essere amichevoli o non amichevoli
21. Il ruolo conferito alle tradizioni e ai riti
22. In cosa crediamo
23. Quali sono i nostri valori
24. Il nostro senso comune delle cose
25. Quali sono gli scopi della vita
26. Il ruolo di Dio e delle altre religioni
27. La capacità di una persona di dirigere la propria vita o se manca di determinazione
28. Il ruolo positivo o non positivo della “privacy”
29. Cosa e chi sono puliti o sporchi
30. Cosa è bello o brutta
31. Il ruolo della propria individualità
32. Il ruolo dell’uomo e della donna e come si devono comportare tra di loro
33. Il ruolo dell’armonia all’interno di un gruppo
34. La relazione e gli obblighi verso i membri della nuova famiglia e tra amici
35. Il ruolo della competitività tra le persone
36. Le classi sociali di appartenenza
37. I livelli di istruzioni
38. La gerarchia professionale nel lavoro
39. Chi decide e in quali circostanze
40. Come viene vissuto il tempo e utilizzato
41. La pianificazione del tempo è importante o non importante
42. L’importanza di pensare/preparare il futuro
43. Come viene vissuta l’anzianità e come viene valutata
44. Cosa si dovrebbe dire in modo diretto e cosa in modo indiretto
45. Quale tono di voce dobbiamo avere
46. Con chi parliamo e con chi non parliamo
47. L’espressione della faccia e i comportamenti non verbali e i gesti
48. Il tipo di conversazione in termini di formalità o informalità
49. Cosa si dovrebbe dire e cosa deve rimanere non detto
50. Quanto siamo aperti o chiusi a diffondere delle informazioni
Esistono tantissimi modo di differire l’uno con l’altro senza per forza appartenere ad un gruppo culturale differente.
Adattato da Global Competence: 50 training activities for succeeding in international business, Jonamay Lambert, Selma Myers and George Simons Editors Amherst, Mass.: HRD Press, 2000
1. Che cosa sia educato o maleducato e come definiamo un comportamento appropriato
2. I giorni di feste e come vengono festeggiati
3. Come si mostra rispetto e come si mostra disprezzo per qualcuno
4. Cosa sia un comportamento umile o rischioso
5. Cosa ci rende orgogliosi e cosa ci mette in imbarazzo o ci causa un senso di vergogna
6. Cosa, quando e come mangiamo e beviamo
7. Cosa indossiamo, quando e dove li indossiamo
8. Cosa troviamo divertente o triste
9. Cosa vendiamo o compriamo,quando, come e con chi lo facciamo
10. Come vediamo e ci comportiamo di fronte alla malattia e alla salute
11. Quanto stiamo vicini fisicamente l’uno dall’altro
12. Come e quando ci tocchiamo l’uno con l’altro ( se si toccano le persone)
13. Come e quando si salutano le persone
14. Quante volte sorridiamo, a chi sorridiamo e cosa significa il nostro sorriso
15. Come, con chi e quante volte usciamo fuori per divertirci
16. Come e in quale situazioni dobbiamo fare la coda o aspettare il proprio turno
17. Quante volte cambiano lavoro o facciamo un trasloco e dove e perché
18. Come parliamo con una persona straniera, con un superiore o con un nostro subordinato, ecc.
19. Quale tipo di comportamento può dirsi etico e quale tipo di comportamento non è etico
20. Cosa significa essere amichevoli o non amichevoli
21. Il ruolo conferito alle tradizioni e ai riti
22. In cosa crediamo
23. Quali sono i nostri valori
24. Il nostro senso comune delle cose
25. Quali sono gli scopi della vita
26. Il ruolo di Dio e delle altre religioni
27. La capacità di una persona di dirigere la propria vita o se manca di determinazione
28. Il ruolo positivo o non positivo della “privacy”
29. Cosa e chi sono puliti o sporchi
30. Cosa è bello o brutta
31. Il ruolo della propria individualità
32. Il ruolo dell’uomo e della donna e come si devono comportare tra di loro
33. Il ruolo dell’armonia all’interno di un gruppo
34. La relazione e gli obblighi verso i membri della nuova famiglia e tra amici
35. Il ruolo della competitività tra le persone
36. Le classi sociali di appartenenza
37. I livelli di istruzioni
38. La gerarchia professionale nel lavoro
39. Chi decide e in quali circostanze
40. Come viene vissuto il tempo e utilizzato
41. La pianificazione del tempo è importante o non importante
42. L’importanza di pensare/preparare il futuro
43. Come viene vissuta l’anzianità e come viene valutata
44. Cosa si dovrebbe dire in modo diretto e cosa in modo indiretto
45. Quale tono di voce dobbiamo avere
46. Con chi parliamo e con chi non parliamo
47. L’espressione della faccia e i comportamenti non verbali e i gesti
48. Il tipo di conversazione in termini di formalità o informalità
49. Cosa si dovrebbe dire e cosa deve rimanere non detto
50. Quanto siamo aperti o chiusi a diffondere delle informazioni
Esistono tantissimi modo di differire l’uno con l’altro senza per forza appartenere ad un gruppo culturale differente.
Adattato da Global Competence: 50 training activities for succeeding in international business, Jonamay Lambert, Selma Myers and George Simons Editors Amherst, Mass.: HRD Press, 2000
Idee per la classe
Continuità di valori
(proveniente dal lavoro di Robert Kohls)
Dove pensi che la tua cultura si colloca su questa linea di continuità? Dove tu ti collochi all’interno di questa linea di continuità dei valori?
Compito/tempo ……………..… relazioni
Controllo personale ……………..… destino/fede
Fare da sé ……………..… eredità/diritto di famiglia
(il successo si guadagna sul campo) ( il successo viene dalla famiglia)
Cambiamento ……………..…… tradizione
Futuro ……………..… passato
Individualismo/privacy ……………..… benessere del gruppo
Competizione ……………..… cooperazione
Uguaglianza ……………..… gerarchia
Informalità ……………..… formalità
Praticità/efficienza ……………..… idealismo
( i fini giustificano i mezzi) (fare è sempre la cosa buona)
Essere diretti ……………..… indiretti
Agire/fare ……………..… essere
(orientamento al risultato)
Materialismo ……………..… spiritualità
(successo esteriore) (successo interiore)
(proveniente dal lavoro di Robert Kohls)
Dove pensi che la tua cultura si colloca su questa linea di continuità? Dove tu ti collochi all’interno di questa linea di continuità dei valori?
Compito/tempo ……………..… relazioni
Controllo personale ……………..… destino/fede
Fare da sé ……………..… eredità/diritto di famiglia
(il successo si guadagna sul campo) ( il successo viene dalla famiglia)
Cambiamento ……………..…… tradizione
Futuro ……………..… passato
Individualismo/privacy ……………..… benessere del gruppo
Competizione ……………..… cooperazione
Uguaglianza ……………..… gerarchia
Informalità ……………..… formalità
Praticità/efficienza ……………..… idealismo
( i fini giustificano i mezzi) (fare è sempre la cosa buona)
Essere diretti ……………..… indiretti
Agire/fare ……………..… essere
(orientamento al risultato)
Materialismo ……………..… spiritualità
(successo esteriore) (successo interiore)
Idee per la classe
Consenso
Leggi ogni frase e se sei completamente d’accordo con la frase scrivi una “V” vicino al numero mentre se non sei completamente d’accordo scrivi una “X”. Confronta le tue risposte con il tuo gruppo di lavoro. Dove ci sono disaccordi con gli altri studenti provate a modificare la frase con lo scopo di raggiungere un accordo con tutti gli studenti.
__1. È cosa possibile fare delle generalizzazioni a proposito delle persone di altre culture.
__2. Gli europei del nord e gli americani rispettano le scadenze più facilmente delle persone provenienti dal sud europeo e dal Sud America.
__3. È veramente cosi: in molte situazioni, i francesi sono snob, i tedeschi troppo meccanici, i giapponesi indecifrabili, gli americani arroganti, spagnoli e sudamericani pigri, i catalani non amichevoli e di poche maniere.
__4. È il compito degli immigrati di adattarsi completamente al nuovo contesto culturale. La popolazione locale non ha nessuna obbligazione di adattarsi verso gli immigrati.
__5. Sono fortunato di essere nato in un paese ricco e con una lingua importante.
__6. La maggioranza dei paesi poveri potrebbe migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini.
__7. Tutte le culture sono sullo stesso piano. Nessuna cultura è migliore di un’altra.
__8. Tutti siamo sempre uguali,in ogni momento e circostanze.
Adattato da : Developing Intercultural Awareness, Robert Kohls e John Knight
Leggi ogni frase e se sei completamente d’accordo con la frase scrivi una “V” vicino al numero mentre se non sei completamente d’accordo scrivi una “X”. Confronta le tue risposte con il tuo gruppo di lavoro. Dove ci sono disaccordi con gli altri studenti provate a modificare la frase con lo scopo di raggiungere un accordo con tutti gli studenti.
__1. È cosa possibile fare delle generalizzazioni a proposito delle persone di altre culture.
__2. Gli europei del nord e gli americani rispettano le scadenze più facilmente delle persone provenienti dal sud europeo e dal Sud America.
__3. È veramente cosi: in molte situazioni, i francesi sono snob, i tedeschi troppo meccanici, i giapponesi indecifrabili, gli americani arroganti, spagnoli e sudamericani pigri, i catalani non amichevoli e di poche maniere.
__4. È il compito degli immigrati di adattarsi completamente al nuovo contesto culturale. La popolazione locale non ha nessuna obbligazione di adattarsi verso gli immigrati.
__5. Sono fortunato di essere nato in un paese ricco e con una lingua importante.
__6. La maggioranza dei paesi poveri potrebbe migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini.
__7. Tutte le culture sono sullo stesso piano. Nessuna cultura è migliore di un’altra.
__8. Tutti siamo sempre uguali,in ogni momento e circostanze.
Adattato da : Developing Intercultural Awareness, Robert Kohls e John Knight
domenica 9 maggio 2010
Idee per la classe
Città e campagna
Lavorate in coppia.
Identificate delle fotografie di città e di campagne e descrive al vostro compagno queste fotografie. Chiedete al vostro compagno se preferisce vivere in città o in campagna? E indovinate dove preferiscono vivere i vostri compagni di classe.
Leggi il testo a proposito di Città del Mexico e rispondi a queste domande.
a) Pensi che l’autore dell’articolo ami questa città?
b) Quante persone vivono in questa città?
c) Dove si trova questa città?
d) Cosa rende speciale questa città?
e) Cosa si può trovare intorno alla città?
f) Che cosa troviamo nel centro?
g) Quali sono i mezzi pubblici presenti i questa città?
h) A cosa dovete fare attenzione quando siete a città del Messico?
Testo
Città del Messico è una città piena di vita durante tutto la giornata. Anche le persone che amano vivere in campagna non possono resistere davanti al fascino di questa città brulicante di vita dove vivono più di 17 milioni di abitanti. La capitale del Messico è stata costruita 400 anni fa nel posto dove si trovava la città azteca, collocata in pieno centro del paese. È una città particolare perché è la città più in altura al mondo. La sua altitudine è di 2239 metri ed è circondata nei suoi tre lati dalla montagna . La crescita molto rapida della popolazione ha creato dei problemi di alloggio, di trasporto e di inquinamento. Inoltre, esiste un forte rischio di terremoto come l’ultimo terremoto avvenuto nel 1989. Nel centro della città si trova Zocalo, ossia la vecchia ubicazione del governo e del ministero spirituale degli Aztechi. Nelle vicinanze, possiamo vedere dei viali alberati in contrasto con le strade strette e i palazzi coloniali spagnoli. Al sud est , si trova il famoso giardino di Xochimilco dove ci sono i resti dell’antico lago. Ci sono dei parchi e piazze in tutte le zone limitrofe della città, nelle quali le popolazioni locali e le tradizioni europei si sono mescolate con la cultura contemporanea.
La maggioranza della città è costruito a modo di rete, con delle strade provenienti da nord a sud e da est ad ovest. I numeri delle case e delle strade possono cambiare da un vicinato all’altro.
Andare in giro per la città con la metropolitana e l’autobus è economico ed efficiente.
Molti taxi sono delle automobili Volkswagen beetles di colore giallo e ci sono anche dei mini-bus che possono prenderti e portarti ovunque tu voglia andare all’interno di una direzione di una tratta. Tuttavia devi stare attenti al furto di portafoglio all’interno degli autobus e per strada.
Rispondete alle domande riferite a Città del Messico pensando alla vostra città o regione.
Lavorate in coppia e discutete delle vostre risposte in merito a queste domande.
A) Dove vive la maggioranza della popolazione nel tuo paese?
B) Le persone vogliono vivere in campagna o in città?
C) Le persone che vivono in campagna vivono in piccoli villaggi oppure in comunità isolate?
D) Come riescono a guadagnarsi da vivere le persone che vivono in campagna?
E) Nel tuo paese è più rilevante il settore dell’agricoltura o dell’industria?
F) Nel tuo paese le persone cambiano spesso città? Oppure rimangono sempre nella stessa città?
G) Ci sono molti parchi nella tua città? Cosa fanno nei parchi? A te piace andare nei parchi?
Produzione orale
Lavorate in coppia. Discutete quali sono i vantaggi e gli svantaggi del vivere in città e in campagna. Potete utilizzare queste parole
Assenza di vita notturna pace e calma molti negozi industrie inquinamento brutti odori
Molte persone sicurezza personale case più economiche case folkloristiche
Lavorate in coppia.
Identificate delle fotografie di città e di campagne e descrive al vostro compagno queste fotografie. Chiedete al vostro compagno se preferisce vivere in città o in campagna? E indovinate dove preferiscono vivere i vostri compagni di classe.
Leggi il testo a proposito di Città del Mexico e rispondi a queste domande.
a) Pensi che l’autore dell’articolo ami questa città?
b) Quante persone vivono in questa città?
c) Dove si trova questa città?
d) Cosa rende speciale questa città?
e) Cosa si può trovare intorno alla città?
f) Che cosa troviamo nel centro?
g) Quali sono i mezzi pubblici presenti i questa città?
h) A cosa dovete fare attenzione quando siete a città del Messico?
Testo
Città del Messico è una città piena di vita durante tutto la giornata. Anche le persone che amano vivere in campagna non possono resistere davanti al fascino di questa città brulicante di vita dove vivono più di 17 milioni di abitanti. La capitale del Messico è stata costruita 400 anni fa nel posto dove si trovava la città azteca, collocata in pieno centro del paese. È una città particolare perché è la città più in altura al mondo. La sua altitudine è di 2239 metri ed è circondata nei suoi tre lati dalla montagna . La crescita molto rapida della popolazione ha creato dei problemi di alloggio, di trasporto e di inquinamento. Inoltre, esiste un forte rischio di terremoto come l’ultimo terremoto avvenuto nel 1989. Nel centro della città si trova Zocalo, ossia la vecchia ubicazione del governo e del ministero spirituale degli Aztechi. Nelle vicinanze, possiamo vedere dei viali alberati in contrasto con le strade strette e i palazzi coloniali spagnoli. Al sud est , si trova il famoso giardino di Xochimilco dove ci sono i resti dell’antico lago. Ci sono dei parchi e piazze in tutte le zone limitrofe della città, nelle quali le popolazioni locali e le tradizioni europei si sono mescolate con la cultura contemporanea.
La maggioranza della città è costruito a modo di rete, con delle strade provenienti da nord a sud e da est ad ovest. I numeri delle case e delle strade possono cambiare da un vicinato all’altro.
Andare in giro per la città con la metropolitana e l’autobus è economico ed efficiente.
Molti taxi sono delle automobili Volkswagen beetles di colore giallo e ci sono anche dei mini-bus che possono prenderti e portarti ovunque tu voglia andare all’interno di una direzione di una tratta. Tuttavia devi stare attenti al furto di portafoglio all’interno degli autobus e per strada.
Rispondete alle domande riferite a Città del Messico pensando alla vostra città o regione.
Lavorate in coppia e discutete delle vostre risposte in merito a queste domande.
A) Dove vive la maggioranza della popolazione nel tuo paese?
B) Le persone vogliono vivere in campagna o in città?
C) Le persone che vivono in campagna vivono in piccoli villaggi oppure in comunità isolate?
D) Come riescono a guadagnarsi da vivere le persone che vivono in campagna?
E) Nel tuo paese è più rilevante il settore dell’agricoltura o dell’industria?
F) Nel tuo paese le persone cambiano spesso città? Oppure rimangono sempre nella stessa città?
G) Ci sono molti parchi nella tua città? Cosa fanno nei parchi? A te piace andare nei parchi?
Produzione orale
Lavorate in coppia. Discutete quali sono i vantaggi e gli svantaggi del vivere in città e in campagna. Potete utilizzare queste parole
Assenza di vita notturna pace e calma molti negozi industrie inquinamento brutti odori
Molte persone sicurezza personale case più economiche case folkloristiche
petite reflexion etnophraseologique
“On va s'arranger” “ poi vedremo” o “si vedrà”: uno studio etnofraseologico
l'espressione italiana cosi come quella francese vede un elemento di impersonalità con il pronome”on” come anche il caso di “vedremo” che racchiude un noi generico oppure un io nascosto dietro il noi maiestatis cosi come il “si” rappresenta un elemento impersonale e quindi di deresponsabilizzazione del parlate di fronte al suo ascoltatore. Inoltre entrambe le forme italiane rimandano ad un tempo indeterminato la risoluzione del problema, in altri termini dal punto di vista della pragmatica potremmo suggerire una lettura di questo tipo:
si vedrà:
adesso non ho soluzione a questo problema
per me questo problema non è urgente o importante
penso che non sono io la persona che debba risolvere questo problema
forse non si parlerà più di questo problema
On va s'arranger:
so che esiste questo problema
so che tu vorresti risolverlo subito
so che adesso non abbiamo la possibilità di trovare una soluzione
sai che io ti offro la mia solidarietà nella futura risoluzione di questo problema
Quindi nella comparazione di questi due elementi fraseologici ricchi dal punto di vista della rilevanza culturale in quanto hanno una certa frequenza nella conversazione di queste due comunità linguistiche.
Questo metodo di lavoro si rifà all'etnopragmatica ed etnosintassi di Wierzbicka e Goddard e Peeters. Questo metodo intende esplicitare il senso di una o più espressione idiomatica appartenente ad universi linguistici distinti in vista di scoprire dietro l'uso di queste espressioni la presenza o meno di valori culturali tipici di una data società.
Potrebbero essere dei valori da scoprire in quanto del tutto insospettati oppure di valori culturali già ben conosciuti dove occorre soltanto capirli meglio.
On va s'arranger
Per cogliere al meglio il senso di questa espressione occorre ricorre al lavoro della lessicografia.
Interessante è capire il senso del pronome “on” prima di compiere delle ipotesi sul valore culturale di questa data espressione.
L'espressione francese “on va s'arranger” si adopera in determinate situazioni che meritano di essere analizzate. Ricordiamoci che On non rinvia ad una situazione oppure ad uno stato di cose personificate e mettere in rilievo l'uso del futuro immediato che può essere posto in contrasto con il futuro semplice ( on s'arrangera). La descrizione del senso di questa espressione sarà ricercato con l'aiuto di esempi concreti e non dall'ausilio di dizionari.
1. Il riferimento del pronome “on”
Il pronome “On” non riporta all'idea di un soggetto inanimato. Nella lingua di ogni giorno, “on” a invaso il campo del noi ed è diventato un vero pronome personale. Il valore indefinito tradizionale di questo pronome si è ritrovato molto indebolito
l'espressione italiana cosi come quella francese vede un elemento di impersonalità con il pronome”on” come anche il caso di “vedremo” che racchiude un noi generico oppure un io nascosto dietro il noi maiestatis cosi come il “si” rappresenta un elemento impersonale e quindi di deresponsabilizzazione del parlate di fronte al suo ascoltatore. Inoltre entrambe le forme italiane rimandano ad un tempo indeterminato la risoluzione del problema, in altri termini dal punto di vista della pragmatica potremmo suggerire una lettura di questo tipo:
si vedrà:
adesso non ho soluzione a questo problema
per me questo problema non è urgente o importante
penso che non sono io la persona che debba risolvere questo problema
forse non si parlerà più di questo problema
On va s'arranger:
so che esiste questo problema
so che tu vorresti risolverlo subito
so che adesso non abbiamo la possibilità di trovare una soluzione
sai che io ti offro la mia solidarietà nella futura risoluzione di questo problema
Quindi nella comparazione di questi due elementi fraseologici ricchi dal punto di vista della rilevanza culturale in quanto hanno una certa frequenza nella conversazione di queste due comunità linguistiche.
Questo metodo di lavoro si rifà all'etnopragmatica ed etnosintassi di Wierzbicka e Goddard e Peeters. Questo metodo intende esplicitare il senso di una o più espressione idiomatica appartenente ad universi linguistici distinti in vista di scoprire dietro l'uso di queste espressioni la presenza o meno di valori culturali tipici di una data società.
Potrebbero essere dei valori da scoprire in quanto del tutto insospettati oppure di valori culturali già ben conosciuti dove occorre soltanto capirli meglio.
On va s'arranger
Per cogliere al meglio il senso di questa espressione occorre ricorre al lavoro della lessicografia.
Interessante è capire il senso del pronome “on” prima di compiere delle ipotesi sul valore culturale di questa data espressione.
L'espressione francese “on va s'arranger” si adopera in determinate situazioni che meritano di essere analizzate. Ricordiamoci che On non rinvia ad una situazione oppure ad uno stato di cose personificate e mettere in rilievo l'uso del futuro immediato che può essere posto in contrasto con il futuro semplice ( on s'arrangera). La descrizione del senso di questa espressione sarà ricercato con l'aiuto di esempi concreti e non dall'ausilio di dizionari.
1. Il riferimento del pronome “on”
Il pronome “On” non riporta all'idea di un soggetto inanimato. Nella lingua di ogni giorno, “on” a invaso il campo del noi ed è diventato un vero pronome personale. Il valore indefinito tradizionale di questo pronome si è ritrovato molto indebolito
Idee per la classe
Simulazione culturale “ dentro il gruppo e esterni al gruppo”
Istruzioni (durata di 10-15 minuti per questa attività didattica)
Chiedi ad un numero preciso di ragazzi e ragazze di uscire dalla classe (metà classe rimane in classe). Nella classe formate due gruppi con due uomini per gruppi.
Manda fuori gli esterni al gruppo e spiega le regole del gioco
Gli interni al gruppo fanno parte di una cultura falsa. Hanno due norme da rispettare. Il vostro compito è quello di scoprire queste due norme culturali tramite:
a) L’osservazione e facendo delle domande soltanto di tipo vero o falso.
b) Facendo delle domande soltanto ad una persona (mai all’intero gruppo)
Quando pensate di avere capito la norma andate dal vostro Insegnante (arbitro) e chiedete a lui se la risposta è giusta. L’obiettivo è quello di porre il maggiore numero di domande.
Spiega le “norme culturali” agli interni al gruppo:
1) Un uomo può rispondere soltanto ad uomo e una donna può rispondere soltanto ad una donna.
2) Se la persona a chi fai la domanda risponde con il sorriso la risposta è negativa, se la persona a chi fai la domanda non sorride significa che la risposta è positiva.
( l’insegna prepara alcuni esempi per gli studenti per facilitare l’uso della norma nel gruppo).
Fai tornare dentro il gruppo esterno
Durata dell’interazione tra i membri interni al gruppo di 10/15 minuti. Se il tuo gruppo pensa di aver trovato le norme in questioni, i giocatori devono conservare nella loro testa la risposta fin quando non finisca il gioco.
Discussione all’interno dei gruppi diretta dall’insegnante
Interni al gruppo/esterni al gruppo
Se c’è uno studente che ha identificato le norme, occorre dirgli di non dire niente agli altri perché ci sono ancora molti studenti che non hanno capito quali siano le norme di questo gruppo.
Chiedi al gruppo esterno:
come si sente? (frustrato, annoiato, confuse, indeciso). (scrivi le risposte nella lavagna).
Come hai sentito di essere trattato dalla cultura dell’altro gruppo? (servizievoli, freddi, contenti di vederti soffrire, distanti, gentili, indifferente). (scrivi le risposte nella lavagna).
Come ti saresti sentito se tu fossi stato all’interno del gruppo? (rilassato, più sicuro, tranquillo).
Chiedi ai membri “interni” del gruppo:
cosa avete pensate di questi stranieri? (scrivi le risposte nella lavagna). Ad esempio: vi dispiace per loro
come vi sentite sul vostro modo di trattarli? ( li avete aiutati o li avete allontanati).
Come ti saresti sentito se tu fossi stato un membro esterno del gruppo? (confuso, ansioso, depresso).
Discussione in plenaria
Il compito di questo esercizio è di imparare a capire la cultura di un gruppo che cerca di comunicare con i membri di un altro gruppo.
L’insegnante potrebbe chiedere:
cosa vi è sembrato non realistico di questo esercizio? ( i membri interni del gruppo rispondono con un si o un no.
Cosa vi è sembrato reale in questo gioco?
Realistico potrebbe essere: un sentimento di frustrazione, isolamento dagli altri
Chiedi conferma agli studenti.
Chiedete agli studenti stranieri quale sarebbe stata la risposta culturalmente più accettabile quando si invita una persona a cena o per ricevere un regalo.
Esempi: dire di si in Korea per mantenere un rapporto di armonia con gli altri
In Francia si accetta subito l’invito dell’altro oppure negli Stati Uniti si dice “I’ll call you.” “Let’s get together soon.” per indicare la vera volontà di continuare questa conversazione.
Chiedete: Cosa modificate del tuo modo di comunicare quando dovete parlare con una persona di un’altra cultura?
Fatte maggiore attenzione alla comunicazione verbale o non verbale?
Cosa avete osservate durante questo esercizio che vi è sembrato differente?
Parlate con i membri esterni del gruppo per avere delle risposte alle vostre domande.
Trovate un membro dell’altro gruppo capace di spiegare le norme culturali del proprio gruppo e le aspettative presenti in quella società.
Esercizio: Crea una mappa della cultura nella quale vivi:
Cerca di capire quali sono i suoi divertimenti?
come si chiamano le strade vicine all’università per capire il valore dato all’università. Come si chiamano i nomi delle strade di questa città?
Spiega lo shock culturale scrivendo o disegnando sulla lavagna le cose che ti danno maggiore o minore ansietà.
Cosa pensi dell’adattamento culturale? è una cosa facile/difficile/utile/inutile
Istruzioni (durata di 10-15 minuti per questa attività didattica)
Chiedi ad un numero preciso di ragazzi e ragazze di uscire dalla classe (metà classe rimane in classe). Nella classe formate due gruppi con due uomini per gruppi.
Manda fuori gli esterni al gruppo e spiega le regole del gioco
Gli interni al gruppo fanno parte di una cultura falsa. Hanno due norme da rispettare. Il vostro compito è quello di scoprire queste due norme culturali tramite:
a) L’osservazione e facendo delle domande soltanto di tipo vero o falso.
b) Facendo delle domande soltanto ad una persona (mai all’intero gruppo)
Quando pensate di avere capito la norma andate dal vostro Insegnante (arbitro) e chiedete a lui se la risposta è giusta. L’obiettivo è quello di porre il maggiore numero di domande.
Spiega le “norme culturali” agli interni al gruppo:
1) Un uomo può rispondere soltanto ad uomo e una donna può rispondere soltanto ad una donna.
2) Se la persona a chi fai la domanda risponde con il sorriso la risposta è negativa, se la persona a chi fai la domanda non sorride significa che la risposta è positiva.
( l’insegna prepara alcuni esempi per gli studenti per facilitare l’uso della norma nel gruppo).
Fai tornare dentro il gruppo esterno
Durata dell’interazione tra i membri interni al gruppo di 10/15 minuti. Se il tuo gruppo pensa di aver trovato le norme in questioni, i giocatori devono conservare nella loro testa la risposta fin quando non finisca il gioco.
Discussione all’interno dei gruppi diretta dall’insegnante
Interni al gruppo/esterni al gruppo
Se c’è uno studente che ha identificato le norme, occorre dirgli di non dire niente agli altri perché ci sono ancora molti studenti che non hanno capito quali siano le norme di questo gruppo.
Chiedi al gruppo esterno:
come si sente? (frustrato, annoiato, confuse, indeciso). (scrivi le risposte nella lavagna).
Come hai sentito di essere trattato dalla cultura dell’altro gruppo? (servizievoli, freddi, contenti di vederti soffrire, distanti, gentili, indifferente). (scrivi le risposte nella lavagna).
Come ti saresti sentito se tu fossi stato all’interno del gruppo? (rilassato, più sicuro, tranquillo).
Chiedi ai membri “interni” del gruppo:
cosa avete pensate di questi stranieri? (scrivi le risposte nella lavagna). Ad esempio: vi dispiace per loro
come vi sentite sul vostro modo di trattarli? ( li avete aiutati o li avete allontanati).
Come ti saresti sentito se tu fossi stato un membro esterno del gruppo? (confuso, ansioso, depresso).
Discussione in plenaria
Il compito di questo esercizio è di imparare a capire la cultura di un gruppo che cerca di comunicare con i membri di un altro gruppo.
L’insegnante potrebbe chiedere:
cosa vi è sembrato non realistico di questo esercizio? ( i membri interni del gruppo rispondono con un si o un no.
Cosa vi è sembrato reale in questo gioco?
Realistico potrebbe essere: un sentimento di frustrazione, isolamento dagli altri
Chiedi conferma agli studenti.
Chiedete agli studenti stranieri quale sarebbe stata la risposta culturalmente più accettabile quando si invita una persona a cena o per ricevere un regalo.
Esempi: dire di si in Korea per mantenere un rapporto di armonia con gli altri
In Francia si accetta subito l’invito dell’altro oppure negli Stati Uniti si dice “I’ll call you.” “Let’s get together soon.” per indicare la vera volontà di continuare questa conversazione.
Chiedete: Cosa modificate del tuo modo di comunicare quando dovete parlare con una persona di un’altra cultura?
Fatte maggiore attenzione alla comunicazione verbale o non verbale?
Cosa avete osservate durante questo esercizio che vi è sembrato differente?
Parlate con i membri esterni del gruppo per avere delle risposte alle vostre domande.
Trovate un membro dell’altro gruppo capace di spiegare le norme culturali del proprio gruppo e le aspettative presenti in quella società.
Esercizio: Crea una mappa della cultura nella quale vivi:
Cerca di capire quali sono i suoi divertimenti?
come si chiamano le strade vicine all’università per capire il valore dato all’università. Come si chiamano i nomi delle strade di questa città?
Spiega lo shock culturale scrivendo o disegnando sulla lavagna le cose che ti danno maggiore o minore ansietà.
Cosa pensi dell’adattamento culturale? è una cosa facile/difficile/utile/inutile
Regard ouvert sur les cultures
Regard ouvert sur les cultures (extrait de Miroirs et fenêtres –
Manuel de communication interculturelle)
Martina Huber-Kriegler, Ildikó Lázár et John Strange
Adaptation française: Ildikó Lázár et Efrosyni Tofaridou
Nous appartenons tous à plusieurs cultures imbriquées les unes dans les autres, qui
nous forment et influent sur notre vision personnelle du monde, nos décisions et nos
interactions avec notre entourage. Cet approche interculturelle a pour objectif de vous aider à réfléchir sur votre propre culture et sur celle des autres, ainsi que sur leurs rapports mutuels; en
d'autres termes, vous devriez tout d'abord regarder votre propre culture dans un miroir
avant d'observer par la fenêtre les autres cultures qui vous intéressent ou avec lesquelles vous désirez entretenir des échanges.
Il serait trop facile d'imaginer que les cultures changent nécessairement au passage des
frontières nationales. Par le passé, l'Etat-nation avait bien plus d'influence qu'il n'en a
aujourd'hui. A en croire les cartes et les atlas, il était clair que votre pays et votre
continent étaient au centre du monde, et que tous les autres n'en formaient que la
périphérie. Il y a trente ans seulement, les différences apparentes et évidentes entre les
cultures nationales européennes étaient énormes. La façon de s'habiller, de manger et
de faire les courses était tellement caractéristique qu'elle permettait de reconnaître
immédiatement la nationalité. Cependant, il faut bien réaliser que, notamment au
contact des autres, les cultures changent parfois bien vite, et ceci à une vitesse et à une
fréquence jamais connues jusqu'à présent.
De nos jours, l'aménagement intérieur d'un McDonald’s est pratiquement toujours le
même où que vous vous trouviez; les clients sont habillés de la même façon, écoutent
en grande partie la même musique, utilisent les mêmes ordinateurs, se rendent sur les
mêmes sites Internet, et ils regardent les mêmes programmes de télévision (dans leurs
langues respectives, évidemment). Mais en fait, ces similitudes ne vont pas bien loin.
Aujourd'hui, les différences culturelles plus profondes sont aussi fortes et leur influence
est aussi capitale que par le passé, notamment pour ce qui est des attitudes, des
croyances et des comportements. Sans aucun doute, l'Europe développe sa propre
culture « internationale » dans certains domaines, mais heureusement, les cultures
conservent toutes leurs particularités distinctives. Dans ces restaurants rapides qui se
ressemblent comme deux gouttes d'eau sur toute notre planète, les gens continuent à
faire la queue, à passer des commandes, à discuter, à se plaindre et à nouer des amitiés
dans leur style bien à eux. Les histoires, les tâches et les exercices de ce livre entendent
illustrer et étudier en profondeur ce phénomène.
Dans la plupart des régions du monde, les normes culturelles varient considérablement
selon la position sociale affichée ou le niveau de richesse et de revenus manifestes.
Mais ces différences sont souvent insignifiantes, et les personnes qui se creusent la tête
pour savoir quelle tenue porter à un mariage ou quel couteau et fourchette utiliser ont
des soucis plutôt superficiels. De même, il importe vraiment peu qu'un ami hollandais
du sexe opposé vous donne trois bises alors que votre ami français ne vous en fait que
deux. Aussi superficielles qu'elles soient, ces habitudes ont toutefois leur fonction
comme moyen de différenciation entre les groupes. Une école, une famille, une
profession ou un club peuvent même tous avoir des normes et des valeurs culturelles
internes qui influent sur le comportement et les réactions des membres, à la fois à
l'intérieur et à l'extérieur de ces groupes.
Les cultures nationales marquent de leur empreinte les valeurs, les attitudes et les
comportements, et la plupart des exercices suivants pourront être abordés à ce niveau.
De nos jours, les personnes issues de cultures différentes doivent négocier, interagir,
comprendre et accepter le comportement et les réactions des autres. Et malgré tout, la
prise de conscience des différences culturelles revêt une importance cruciale, puisque
les groupes multiculturels sont de plus en plus fréquents dans les milieux
professionnels et aux quatre coins de la terre.
Lorsque vous émettez un avis sur les cultures, il vous faut bien sûr généraliser. Sans
cela, aucune discussion n'est possible. Vous devez, au départ, vous baser sur des
stéréotypes pour apprendre à découvrir le monde, mais il est important de poser sans
cesse des questions et d'accepter des informations qui pourraient venir contredire les
stéréotypes. Cet approche est fermement convaincus qu'il n'existe
absolument pas de valeurs ou de normes « justes » ou « fausses », du moins tant que les
droits de l'Homme sont respectés. Tous les exercices dans le blog vous encourageront à
réfléchir sur les différences culturelles dans le cadre de la préparation à des rencontres
interculturelles. Aucune rencontre ne ressemblera jamais à l'autre et que vous vous
adaptiez aux normes culturelles de la personne avec laquelle vous négociez ou à celles
d'une culture tierce, ou encore que vous fassiez des compromis, tout dépendra de votre
personnalité et de votre expérience, ainsi que de celles de votre interlocuteur.
L'essentiel, c'est que vous soyez conscient des différences culturelles et que vous soyez
préparé à les rencontrer sans porter de jugement. Il est tout naturel que vous vous
sentiez plus à l'aise dans votre propre culture. Mais ce qui est valable pour vous, l'est
également pour les autres; une fois que vous l'aurez réalisé, vous devriez bien vous
garder de rejeter leur culture.
Il est pratiquement sûr que vous ne serez pas capable de répondre à toutes les questions.
Ne vous découragez pas, elles sont là pour vous aider à découvrir et à
réfléchir sur les aspects de votre propre culture et de celle des autres, dont vous n'aviez
peut-être pas conscience jusqu'à maintenant. L'objectif n'est pas de trouver toutes les
réponses, mais de prendre plaisir aux images fascinantes que pourrait vous renvoyer
votre miroir et que vous pourriez intercepter aux nombreuses fenêtres ouvertes sur le
monde.
Manuel de communication interculturelle)
Martina Huber-Kriegler, Ildikó Lázár et John Strange
Adaptation française: Ildikó Lázár et Efrosyni Tofaridou
Nous appartenons tous à plusieurs cultures imbriquées les unes dans les autres, qui
nous forment et influent sur notre vision personnelle du monde, nos décisions et nos
interactions avec notre entourage. Cet approche interculturelle a pour objectif de vous aider à réfléchir sur votre propre culture et sur celle des autres, ainsi que sur leurs rapports mutuels; en
d'autres termes, vous devriez tout d'abord regarder votre propre culture dans un miroir
avant d'observer par la fenêtre les autres cultures qui vous intéressent ou avec lesquelles vous désirez entretenir des échanges.
Il serait trop facile d'imaginer que les cultures changent nécessairement au passage des
frontières nationales. Par le passé, l'Etat-nation avait bien plus d'influence qu'il n'en a
aujourd'hui. A en croire les cartes et les atlas, il était clair que votre pays et votre
continent étaient au centre du monde, et que tous les autres n'en formaient que la
périphérie. Il y a trente ans seulement, les différences apparentes et évidentes entre les
cultures nationales européennes étaient énormes. La façon de s'habiller, de manger et
de faire les courses était tellement caractéristique qu'elle permettait de reconnaître
immédiatement la nationalité. Cependant, il faut bien réaliser que, notamment au
contact des autres, les cultures changent parfois bien vite, et ceci à une vitesse et à une
fréquence jamais connues jusqu'à présent.
De nos jours, l'aménagement intérieur d'un McDonald’s est pratiquement toujours le
même où que vous vous trouviez; les clients sont habillés de la même façon, écoutent
en grande partie la même musique, utilisent les mêmes ordinateurs, se rendent sur les
mêmes sites Internet, et ils regardent les mêmes programmes de télévision (dans leurs
langues respectives, évidemment). Mais en fait, ces similitudes ne vont pas bien loin.
Aujourd'hui, les différences culturelles plus profondes sont aussi fortes et leur influence
est aussi capitale que par le passé, notamment pour ce qui est des attitudes, des
croyances et des comportements. Sans aucun doute, l'Europe développe sa propre
culture « internationale » dans certains domaines, mais heureusement, les cultures
conservent toutes leurs particularités distinctives. Dans ces restaurants rapides qui se
ressemblent comme deux gouttes d'eau sur toute notre planète, les gens continuent à
faire la queue, à passer des commandes, à discuter, à se plaindre et à nouer des amitiés
dans leur style bien à eux. Les histoires, les tâches et les exercices de ce livre entendent
illustrer et étudier en profondeur ce phénomène.
Dans la plupart des régions du monde, les normes culturelles varient considérablement
selon la position sociale affichée ou le niveau de richesse et de revenus manifestes.
Mais ces différences sont souvent insignifiantes, et les personnes qui se creusent la tête
pour savoir quelle tenue porter à un mariage ou quel couteau et fourchette utiliser ont
des soucis plutôt superficiels. De même, il importe vraiment peu qu'un ami hollandais
du sexe opposé vous donne trois bises alors que votre ami français ne vous en fait que
deux. Aussi superficielles qu'elles soient, ces habitudes ont toutefois leur fonction
comme moyen de différenciation entre les groupes. Une école, une famille, une
profession ou un club peuvent même tous avoir des normes et des valeurs culturelles
internes qui influent sur le comportement et les réactions des membres, à la fois à
l'intérieur et à l'extérieur de ces groupes.
Les cultures nationales marquent de leur empreinte les valeurs, les attitudes et les
comportements, et la plupart des exercices suivants pourront être abordés à ce niveau.
De nos jours, les personnes issues de cultures différentes doivent négocier, interagir,
comprendre et accepter le comportement et les réactions des autres. Et malgré tout, la
prise de conscience des différences culturelles revêt une importance cruciale, puisque
les groupes multiculturels sont de plus en plus fréquents dans les milieux
professionnels et aux quatre coins de la terre.
Lorsque vous émettez un avis sur les cultures, il vous faut bien sûr généraliser. Sans
cela, aucune discussion n'est possible. Vous devez, au départ, vous baser sur des
stéréotypes pour apprendre à découvrir le monde, mais il est important de poser sans
cesse des questions et d'accepter des informations qui pourraient venir contredire les
stéréotypes. Cet approche est fermement convaincus qu'il n'existe
absolument pas de valeurs ou de normes « justes » ou « fausses », du moins tant que les
droits de l'Homme sont respectés. Tous les exercices dans le blog vous encourageront à
réfléchir sur les différences culturelles dans le cadre de la préparation à des rencontres
interculturelles. Aucune rencontre ne ressemblera jamais à l'autre et que vous vous
adaptiez aux normes culturelles de la personne avec laquelle vous négociez ou à celles
d'une culture tierce, ou encore que vous fassiez des compromis, tout dépendra de votre
personnalité et de votre expérience, ainsi que de celles de votre interlocuteur.
L'essentiel, c'est que vous soyez conscient des différences culturelles et que vous soyez
préparé à les rencontrer sans porter de jugement. Il est tout naturel que vous vous
sentiez plus à l'aise dans votre propre culture. Mais ce qui est valable pour vous, l'est
également pour les autres; une fois que vous l'aurez réalisé, vous devriez bien vous
garder de rejeter leur culture.
Il est pratiquement sûr que vous ne serez pas capable de répondre à toutes les questions.
Ne vous découragez pas, elles sont là pour vous aider à découvrir et à
réfléchir sur les aspects de votre propre culture et de celle des autres, dont vous n'aviez
peut-être pas conscience jusqu'à maintenant. L'objectif n'est pas de trouver toutes les
réponses, mais de prendre plaisir aux images fascinantes que pourrait vous renvoyer
votre miroir et que vous pourriez intercepter aux nombreuses fenêtres ouvertes sur le
monde.
martedì 4 maggio 2010
Idee per la classe
Se (poesia di Kipling)
Analizzate questo testo, con l’ausilio del materiale tratto da Hofstede sulle quattro dimensioni della cultura, per scoprire l’orientamento culturale della poesia Se di Kipling. Dovete citare i brani della poesia per motivare le vostre ragioni.
• Se riesci a mantenere il controllo quando tutti intorno a te
• Perdono la testa e dicono che è colpa tua,
• Se ti fidi soltanto di te stesso quando tutti dubitano di te,
• Ma se tieni conto anche dei loro dubbi;
• Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
• Non farti ingannare e tieniti lontano dalle bugie;
• Non farti odiare e non lasciarti trascinare dall'odio,
• Non apparire troppo buono e non fare il furbo:
•
• Se riesci a sognare… e a non fare del sogno il tuo padrone;
• Se riesci a pensare… e a non fare delle parole la tua meta
• Se puoi incontrare il Trionfo e il Disastro
• E trattare questi due impostori esattamente allo stesso modo;
• Se riesci a sopportare che il peso della tua verità
• Venga contorto da persone spregevoli che cercano di imbrogliare i più sciocchi,
• O guardare le cose cui hai donato la vita spezzarsi
• e piegarsi e ricostruirle con attrezzi sgangherati:
•
• Se riesci a mettere insieme tutte le tue vittorie
• E rischiarle in un colpo azzardato,
• e perdere, e ricominciare daccapo
• senza mai accennare alle tue sconfitte;
• Se riesci a dar forza al tuo cuore, ai tuoi nervi e alla tua tenacia
• Quando, dopo che gli altri hanno rinunciato, tocca a te,
• E tieni duro quando non ti è rimasto nient'altro
• Che la Volontà di dire:—Tieni duro!
•
• Se riesci a parlare alle folle e a mantenere la tua onestà
• O a passeggiare con i Re senza perdere la tua semplicità
• Se i nemici e nemmeno gli amici più cari possono ferirti,
• Se tutti contano su di te, ma nessuno oltre misura;
• Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
• Con una corsa di sessanta secondi,
• Tua è la Terra e tutto quello che esiste
• E—ancor più—tu sei un uomo, figlio mio!
Analizzate questo testo, con l’ausilio del materiale tratto da Hofstede sulle quattro dimensioni della cultura, per scoprire l’orientamento culturale della poesia Se di Kipling. Dovete citare i brani della poesia per motivare le vostre ragioni.
• Se riesci a mantenere il controllo quando tutti intorno a te
• Perdono la testa e dicono che è colpa tua,
• Se ti fidi soltanto di te stesso quando tutti dubitano di te,
• Ma se tieni conto anche dei loro dubbi;
• Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
• Non farti ingannare e tieniti lontano dalle bugie;
• Non farti odiare e non lasciarti trascinare dall'odio,
• Non apparire troppo buono e non fare il furbo:
•
• Se riesci a sognare… e a non fare del sogno il tuo padrone;
• Se riesci a pensare… e a non fare delle parole la tua meta
• Se puoi incontrare il Trionfo e il Disastro
• E trattare questi due impostori esattamente allo stesso modo;
• Se riesci a sopportare che il peso della tua verità
• Venga contorto da persone spregevoli che cercano di imbrogliare i più sciocchi,
• O guardare le cose cui hai donato la vita spezzarsi
• e piegarsi e ricostruirle con attrezzi sgangherati:
•
• Se riesci a mettere insieme tutte le tue vittorie
• E rischiarle in un colpo azzardato,
• e perdere, e ricominciare daccapo
• senza mai accennare alle tue sconfitte;
• Se riesci a dar forza al tuo cuore, ai tuoi nervi e alla tua tenacia
• Quando, dopo che gli altri hanno rinunciato, tocca a te,
• E tieni duro quando non ti è rimasto nient'altro
• Che la Volontà di dire:—Tieni duro!
•
• Se riesci a parlare alle folle e a mantenere la tua onestà
• O a passeggiare con i Re senza perdere la tua semplicità
• Se i nemici e nemmeno gli amici più cari possono ferirti,
• Se tutti contano su di te, ma nessuno oltre misura;
• Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
• Con una corsa di sessanta secondi,
• Tua è la Terra e tutto quello che esiste
• E—ancor più—tu sei un uomo, figlio mio!
Spencer-Oatey : Relazione interpersonale e cultura
Spencer-Oatey : Relazione interpersonale e cultura
Nei lavori di Spencer-Oatey (2002) emerge l’idea che il rapporto idealmente armonioso tra le persone può essere minacciato da due fattori: il primo fattore si associa ad un comportamento minaccioso per la faccia e l’altro è un comportamento minaccioso per i nostri diritti. Quando le persone minacciano i nostri diritti, essi infrangono le nostre prerogative sociali; questo succede quando qualcuno ci spinge a fare qualcosa ma avvertiamo che non ha il diritto di chiederci di fare questo. In quel caso, l'altra persona sta minacciando i nostri diritti di uguaglianza. Allo stesso modo, se qualcuno ci parla in un modo troppo personale secondo il nostro giudizio, noi ci sentiamo come minacciati nel nostro diritto di associazione con gli altri.
Il risultato è che ci sentiamo offesi, in imbarazzo, irritati o arrabbiati, anche se non sentiamo necessariamente di aver perso la faccia. Appare come fondamentale nell'approccio di Spencer-Oatey il suo credere che la cortesia riguarda la (dis)-armonia nelle relazioni sociali e che la percezione di questo fenomeno è soggetto ai giudizi sociali.
Il compito centrale di questo approccio non è solo concentrato sulle strategie linguistiche ma anche nell’esplorare le basi sulle quali poggiano i giudizi sociali delle persone durante l'interazione.
Questo lavoro suggerisce che, mentre la faccia rimane un fattore cruciale, dobbiamo estendere la nostra comprensione della teoria di Brown e Levinson concettualizzando e aggiungendo altri elementi. In merito alla concettualizzazione della faccia, Spencer-Oatey ha messo in rilievo l'importanza di incorporare sia una prospettiva “personale/indipendente”e“sociale/interdipendente”, traducendosi in due diverse tipologie di facce: qualità della faccia e identità sociale della faccia (2000,2002). Per svolgere questo lavoro, Spencer-Oatey si è ricollegata al lavoro sui valori personali di Shalom Schwartz (1992,2001) collegandoli alla comprensione della faccia. La definizione di Goffman si rifà alla faccia come “ un valore sociale positivo che una persona effettivamente afferma per se stesso nei riguardi degli altri durante un particolare contatto”, in tal modo ci sarebbe da aumentare la nostra conoscenza tentando di esplorare la nostra comprensione dei valori. Schwartz ha sviluppato un quadro di riferimento per esplorare i valori delle persone che è stato testato su 44 diversi gruppi culturali. Alcuni dei valori incontrati sono basati sull'indipendenza, come la competenza, intelligenza, autonomia di iniziativa, libertà; altri valori sono tipicamente interdipendenti come lealtà, l’essere servizievole, giustizia, obbedienza. Altri valori sono un insieme di questi due gruppi di valori. Questo modello disegnato da Schwartz può aiutarci a concettualizzare le varie facce che le persone hanno in diversi contesti, in momenti diversi e ci permette di ottenere un quadro più completo di quello di Brown e Levinson.
Un ulteriore punto da ricordare è che le persone possono avere “faccia” non solo in relazione con se stessi come individui ma anche in relazione al gruppo di appartenenza. Ad esempio, maggiore sarà il mio senso di vicinanza con il “gruppo attaccato” più forte sarà il mio senso di minaccia per la mia faccia. Un elemento che colpisce le persone dal punto di vista del giudizio sociale nell'interazione è la percezione che le persone hanno dei diritti sociali e la distinzione tra questi diritti dalla loro faccia. L'obiettivo di questo approccio è di identificare i fattori chiavi che le persone utilizzano per compiere dei giudizi in riferimento all'armonia o al conflitto presente nella relazione interpersonale.
Questo approccio non si concentra soltanto sull'ascoltatore ma su entrambi i partecipanti dell'interazione. Infatti bisogna tenere presente nell'interazione non soltanto i propri diritti ma anche i diritti interazionali dell'interlocutore, così come i nostri doveri verso il nostro interlocutore.
Una buona gestione relazionale dipende dalla reciproca sensibilità e da un appropriato equilibrio tra gli interlocutori sui propri bisogni e quelli dell'altro interlocutore.
4.7.1 g) Che senso dare alla parola “cultura”?
La definizione della cultura secondo Spencer-Oatey è intesa come un insieme di attitudini, credenze, convenzioni comportamentali, supposizioni di base e valori che sono condivisi da un dato gruppo di persone e che influenza il comportamento di ogni membro così come l'interpretazione del “significato” del comportamento di altri gruppi di persone.
Spencer-Oatey afferma che per definizione la cultura si occupa delle regolarità all'interno di un gruppo di persone; tuttavia queste regolarità vanno di pari passo con la variabilità.
Le regolarità che costituiscono la cultura di un gruppo secondo Spencer-Oatey possono variare e includere i seguenti elementi:
- supposizioni di base e valori
- credenze, attitudini e ideologie
- leggi, regole, regolamenti
- scopi e missione
- obiettivi e strategie
- percezione del proprio ruolo nell'interazione, includendo i diritti e doveri collegati con loro
- riti comportamentali, le convenzioni, le routine (linguistiche e non linguistiche), la loro comprensione e interpretazione
- artefatti e prodotti
Nei lavori di Spencer-Oatey (2002) emerge l’idea che il rapporto idealmente armonioso tra le persone può essere minacciato da due fattori: il primo fattore si associa ad un comportamento minaccioso per la faccia e l’altro è un comportamento minaccioso per i nostri diritti. Quando le persone minacciano i nostri diritti, essi infrangono le nostre prerogative sociali; questo succede quando qualcuno ci spinge a fare qualcosa ma avvertiamo che non ha il diritto di chiederci di fare questo. In quel caso, l'altra persona sta minacciando i nostri diritti di uguaglianza. Allo stesso modo, se qualcuno ci parla in un modo troppo personale secondo il nostro giudizio, noi ci sentiamo come minacciati nel nostro diritto di associazione con gli altri.
Il risultato è che ci sentiamo offesi, in imbarazzo, irritati o arrabbiati, anche se non sentiamo necessariamente di aver perso la faccia. Appare come fondamentale nell'approccio di Spencer-Oatey il suo credere che la cortesia riguarda la (dis)-armonia nelle relazioni sociali e che la percezione di questo fenomeno è soggetto ai giudizi sociali.
Il compito centrale di questo approccio non è solo concentrato sulle strategie linguistiche ma anche nell’esplorare le basi sulle quali poggiano i giudizi sociali delle persone durante l'interazione.
Questo lavoro suggerisce che, mentre la faccia rimane un fattore cruciale, dobbiamo estendere la nostra comprensione della teoria di Brown e Levinson concettualizzando e aggiungendo altri elementi. In merito alla concettualizzazione della faccia, Spencer-Oatey ha messo in rilievo l'importanza di incorporare sia una prospettiva “personale/indipendente”e“sociale/interdipendente”, traducendosi in due diverse tipologie di facce: qualità della faccia e identità sociale della faccia (2000,2002). Per svolgere questo lavoro, Spencer-Oatey si è ricollegata al lavoro sui valori personali di Shalom Schwartz (1992,2001) collegandoli alla comprensione della faccia. La definizione di Goffman si rifà alla faccia come “ un valore sociale positivo che una persona effettivamente afferma per se stesso nei riguardi degli altri durante un particolare contatto”, in tal modo ci sarebbe da aumentare la nostra conoscenza tentando di esplorare la nostra comprensione dei valori. Schwartz ha sviluppato un quadro di riferimento per esplorare i valori delle persone che è stato testato su 44 diversi gruppi culturali. Alcuni dei valori incontrati sono basati sull'indipendenza, come la competenza, intelligenza, autonomia di iniziativa, libertà; altri valori sono tipicamente interdipendenti come lealtà, l’essere servizievole, giustizia, obbedienza. Altri valori sono un insieme di questi due gruppi di valori. Questo modello disegnato da Schwartz può aiutarci a concettualizzare le varie facce che le persone hanno in diversi contesti, in momenti diversi e ci permette di ottenere un quadro più completo di quello di Brown e Levinson.
Un ulteriore punto da ricordare è che le persone possono avere “faccia” non solo in relazione con se stessi come individui ma anche in relazione al gruppo di appartenenza. Ad esempio, maggiore sarà il mio senso di vicinanza con il “gruppo attaccato” più forte sarà il mio senso di minaccia per la mia faccia. Un elemento che colpisce le persone dal punto di vista del giudizio sociale nell'interazione è la percezione che le persone hanno dei diritti sociali e la distinzione tra questi diritti dalla loro faccia. L'obiettivo di questo approccio è di identificare i fattori chiavi che le persone utilizzano per compiere dei giudizi in riferimento all'armonia o al conflitto presente nella relazione interpersonale.
Questo approccio non si concentra soltanto sull'ascoltatore ma su entrambi i partecipanti dell'interazione. Infatti bisogna tenere presente nell'interazione non soltanto i propri diritti ma anche i diritti interazionali dell'interlocutore, così come i nostri doveri verso il nostro interlocutore.
Una buona gestione relazionale dipende dalla reciproca sensibilità e da un appropriato equilibrio tra gli interlocutori sui propri bisogni e quelli dell'altro interlocutore.
4.7.1 g) Che senso dare alla parola “cultura”?
La definizione della cultura secondo Spencer-Oatey è intesa come un insieme di attitudini, credenze, convenzioni comportamentali, supposizioni di base e valori che sono condivisi da un dato gruppo di persone e che influenza il comportamento di ogni membro così come l'interpretazione del “significato” del comportamento di altri gruppi di persone.
Spencer-Oatey afferma che per definizione la cultura si occupa delle regolarità all'interno di un gruppo di persone; tuttavia queste regolarità vanno di pari passo con la variabilità.
Le regolarità che costituiscono la cultura di un gruppo secondo Spencer-Oatey possono variare e includere i seguenti elementi:
- supposizioni di base e valori
- credenze, attitudini e ideologie
- leggi, regole, regolamenti
- scopi e missione
- obiettivi e strategie
- percezione del proprio ruolo nell'interazione, includendo i diritti e doveri collegati con loro
- riti comportamentali, le convenzioni, le routine (linguistiche e non linguistiche), la loro comprensione e interpretazione
- artefatti e prodotti
La cultura secondo Sapir
La cultura secondo Sapir
Sapir (1929) nell'ambito della riflessione sul rapporto tra lingua e cultura ha definito la lingua come il tramite per penetrare il legame tra l'individuo e la sua cultura. Il mondo reale non è interamente dato in maniera obiettiva, ma è “in gran parte costruito a partire dalle abitudini linguistiche del gruppo”. Sapir (1929) ha sostenuto che “non esistono due lingue tanto simili da poter esser considerate rappresentanti di una stessa realtà sociale. I mondi in cui vivono società diverse sono mondi diversi e non semplicemente lo stesso mondo con differenti etichette”.
Sulla stessa lunghezza d'onda ritroviamo il pensiero di Whorf (1941) che ha difeso l’idea che la lingua che parliamo modifica e modella interamente il nostro comportamento. Whorf cita l'esempio del fusto di benzina vuoto che non viene considerato da noi come pericoloso proprio perché è “vuoto”, anche se potrebbe esplodere per i vapori che contiene.
Analogie tra lingua e culture nel pensiero di Sapir
Dal lavoro di ricerca svolto da Sapir viene elencata una lista di analogie che possiamo ritrovare nel rapporto tra lingua e cultura. Ecco la lista prodotta dai lavori di Sapir:
a) la lingua e la cultura sono fenomeni selettivi in quanto la lingua utilizza solo certi suoni e la cultura solo certi tipi di comportamenti.
b) sia la lingua che la cultura hanno un'organizzazione fatta di strutture e di modelli (patterns).
c) molti di questi “patterns” sono inconsci;
d) ogni lingua, proprio come ogni cultura, costituisce una configurazione unica.
e) lingue e culture mutano secondo un “drift” (componenti);
f) non vi sono culture e lingue migliori e peggiori, sviluppate o primitive; le une e le altre sono sempre adeguate alle necessità di quel gruppo umano;
g) la grammatica è l'insieme dei modelli linguistici condivisi dalla comunità ( “shared speech-patterns”); così come la cultura è l'insieme dei comportamenti condivisi.
Sapir (1929) nell'ambito della riflessione sul rapporto tra lingua e cultura ha definito la lingua come il tramite per penetrare il legame tra l'individuo e la sua cultura. Il mondo reale non è interamente dato in maniera obiettiva, ma è “in gran parte costruito a partire dalle abitudini linguistiche del gruppo”. Sapir (1929) ha sostenuto che “non esistono due lingue tanto simili da poter esser considerate rappresentanti di una stessa realtà sociale. I mondi in cui vivono società diverse sono mondi diversi e non semplicemente lo stesso mondo con differenti etichette”.
Sulla stessa lunghezza d'onda ritroviamo il pensiero di Whorf (1941) che ha difeso l’idea che la lingua che parliamo modifica e modella interamente il nostro comportamento. Whorf cita l'esempio del fusto di benzina vuoto che non viene considerato da noi come pericoloso proprio perché è “vuoto”, anche se potrebbe esplodere per i vapori che contiene.
Analogie tra lingua e culture nel pensiero di Sapir
Dal lavoro di ricerca svolto da Sapir viene elencata una lista di analogie che possiamo ritrovare nel rapporto tra lingua e cultura. Ecco la lista prodotta dai lavori di Sapir:
a) la lingua e la cultura sono fenomeni selettivi in quanto la lingua utilizza solo certi suoni e la cultura solo certi tipi di comportamenti.
b) sia la lingua che la cultura hanno un'organizzazione fatta di strutture e di modelli (patterns).
c) molti di questi “patterns” sono inconsci;
d) ogni lingua, proprio come ogni cultura, costituisce una configurazione unica.
e) lingue e culture mutano secondo un “drift” (componenti);
f) non vi sono culture e lingue migliori e peggiori, sviluppate o primitive; le une e le altre sono sempre adeguate alle necessità di quel gruppo umano;
g) la grammatica è l'insieme dei modelli linguistici condivisi dalla comunità ( “shared speech-patterns”); così come la cultura è l'insieme dei comportamenti condivisi.
articolo di societa'
Il male francese: accettare che la sua identità passa attraverso un fantasma tutto africano
La Francia ha bisogno dell’Africa per riprodurre la sua idea di “potenza” modello nel campo sociale e culturale. Questa affermazione nasconde una verità scomoda per la Francia, ossia che la riproduzione del modello politico e culturale passa attraverso il riconoscimento implicito o esplicito da parte dei migranti africani intesi come maghrebini e africani sub-sahariani. Questi stranieri hanno in comune la conoscenza della lingua francese (almeno delle buone nozioni) ma soprattutto sono attratti dal modello sociale ed implicitamente culturale della Francia di stampo protettore in ambito sociale ed assimilazionista nel campo culturale. La presenza di persone straniere in Francia, di cultura non francofona, rende chiaro il senso di estraneità di queste persone al sistema sociale e culturale francese, basti pensare ai tanti portoghesi o polacchi (senza citare i tanti studenti stranieri che non fanno la CAF perché non la conoscono) che non sono certamente in Francia per godere delle prestazioni sociali del paese. All'opposto, le popolazione migranti provenienti dall’Africa francofona sembrano essere attratti da questo modello di vita come l’unico paradigma degno di interesse in Francia. Ovviamente la storia pregressa di assistenzialismo come nel caso algerino o di desiderio di ricongiungimento alla Francia “metropolitaine” da parte dei cittadini dell’Africa sub-sahariani sono tutte spiegazioni logiche e parzialmente corrette. Parzialmente corrette perché solo dall’affrancamento da questi sentimenti di infantilismo culturale e sociale ci sarà una via di uscita sia per questi migranti cosi come per le proprie patrie perdute.
La mia riflessione nasce dall’osservazione di un comportamento sociale presente in molti francesi, vale a dire di un sentimento “di ferita” quando non si era a conoscenza a del “loro” sistema sociale, in quanto i francesi continuano a pensare che il modello francese sia conosciuto fuori dal loro paese. Purtroppo, questa situazione di non conoscenza del contesto sociale e culturale francese è sempre più ricorrente in Francia data la presenza di cittadini europei non francofoni sul suolo francese e con lo sforzo- tentativo di impedire l’arrivo dei tanti migranti africani francofoni, i quali sono gli unici rimasti legati al concetto di modello sociale francese. Da questa contraddizione nasce il sentimento di ambiguità presente in Francia, in altri termini, da una parte coesiste un sentimento di “accoglienza” naturale di quella che venne denominata come la “miseria” del mondo mentre è presente un altrettanto sentimento di superiorità verso le popolazioni che usufruiscono di questo sistema protettivo voluto dai francesi per i francesi (?). Da qui il bisogno dei francesi di avere culturalmente ma anche sul piano economico la necessità identitaria dei migranti africani francofoni per riprodurre degli schemi culturali presenti dentro al paese, ossia l’idea di nazione potente, la specificità francese in termini di immigrazione e di accoglienza. Tutta questa attrezzatura ideologica e retorica, tuttavia, non rappresenta certamente la realtà effettiva del paese ma solo il “desiderabile” per una nazione con la storia francese che non sa apparentemente e culturalmente il “come” adeguarsi a questa nuova realtà socio-economica chiamata “globalizzazione”. Come conciliare questo paese tra il suo bisogno di splendore storico, culturale e sociale, ricercabile nei migranti francofoni come unico spazio reale per un tale sentimento di riconoscimento con le necessità dell’economia liberale (che ha già mostrato tutti i suoi limiti ma che rimane l’unico modello presente in Francia) e il bisogno di controllare il numero di ingresso di immigrati. Questa rimane una domanda di difficile risposta in un contesto come quello francese.
La Francia ha bisogno dell’Africa per riprodurre la sua idea di “potenza” modello nel campo sociale e culturale. Questa affermazione nasconde una verità scomoda per la Francia, ossia che la riproduzione del modello politico e culturale passa attraverso il riconoscimento implicito o esplicito da parte dei migranti africani intesi come maghrebini e africani sub-sahariani. Questi stranieri hanno in comune la conoscenza della lingua francese (almeno delle buone nozioni) ma soprattutto sono attratti dal modello sociale ed implicitamente culturale della Francia di stampo protettore in ambito sociale ed assimilazionista nel campo culturale. La presenza di persone straniere in Francia, di cultura non francofona, rende chiaro il senso di estraneità di queste persone al sistema sociale e culturale francese, basti pensare ai tanti portoghesi o polacchi (senza citare i tanti studenti stranieri che non fanno la CAF perché non la conoscono) che non sono certamente in Francia per godere delle prestazioni sociali del paese. All'opposto, le popolazione migranti provenienti dall’Africa francofona sembrano essere attratti da questo modello di vita come l’unico paradigma degno di interesse in Francia. Ovviamente la storia pregressa di assistenzialismo come nel caso algerino o di desiderio di ricongiungimento alla Francia “metropolitaine” da parte dei cittadini dell’Africa sub-sahariani sono tutte spiegazioni logiche e parzialmente corrette. Parzialmente corrette perché solo dall’affrancamento da questi sentimenti di infantilismo culturale e sociale ci sarà una via di uscita sia per questi migranti cosi come per le proprie patrie perdute.
La mia riflessione nasce dall’osservazione di un comportamento sociale presente in molti francesi, vale a dire di un sentimento “di ferita” quando non si era a conoscenza a del “loro” sistema sociale, in quanto i francesi continuano a pensare che il modello francese sia conosciuto fuori dal loro paese. Purtroppo, questa situazione di non conoscenza del contesto sociale e culturale francese è sempre più ricorrente in Francia data la presenza di cittadini europei non francofoni sul suolo francese e con lo sforzo- tentativo di impedire l’arrivo dei tanti migranti africani francofoni, i quali sono gli unici rimasti legati al concetto di modello sociale francese. Da questa contraddizione nasce il sentimento di ambiguità presente in Francia, in altri termini, da una parte coesiste un sentimento di “accoglienza” naturale di quella che venne denominata come la “miseria” del mondo mentre è presente un altrettanto sentimento di superiorità verso le popolazioni che usufruiscono di questo sistema protettivo voluto dai francesi per i francesi (?). Da qui il bisogno dei francesi di avere culturalmente ma anche sul piano economico la necessità identitaria dei migranti africani francofoni per riprodurre degli schemi culturali presenti dentro al paese, ossia l’idea di nazione potente, la specificità francese in termini di immigrazione e di accoglienza. Tutta questa attrezzatura ideologica e retorica, tuttavia, non rappresenta certamente la realtà effettiva del paese ma solo il “desiderabile” per una nazione con la storia francese che non sa apparentemente e culturalmente il “come” adeguarsi a questa nuova realtà socio-economica chiamata “globalizzazione”. Come conciliare questo paese tra il suo bisogno di splendore storico, culturale e sociale, ricercabile nei migranti francofoni come unico spazio reale per un tale sentimento di riconoscimento con le necessità dell’economia liberale (che ha già mostrato tutti i suoi limiti ma che rimane l’unico modello presente in Francia) e il bisogno di controllare il numero di ingresso di immigrati. Questa rimane una domanda di difficile risposta in un contesto come quello francese.
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