Analisi pragmatica dell'intervista di
Franco Cassano a proposito del pensiero meridiano
L'intervista di Franco Cassano, si è
tenuta nell'estate del 2009 , ed è stata realizzata da parte di
Claudio Fogu dell'università della California.
Le premesse del pensiero Meridiano di
Franco Cassano vedono implicitamente la volontà del Sud di assumere
una posizione di tipo anti-coloniale come modalità di uscita
dall'egemonia culturale presente nello sguardo del nord-ovest.Il
potere di definire la realtà permette solitamente la possibilità di
organizzare il pensiero altrui adoperando la faccia collettiva (
Schwartz, 1999) dell'interlocutore dell'altro gruppo per conferire o
negare tale bisogno di faccia. Lo sguardo egemonico ( Gramsci, 1933)
permette sovente di negare la mia descrizione della realtà e di
conseguenza di negare il mio mondo psicologica ( Hartgrave). Cassano
reitera con insistenza come modalità di guadagnare faccia positiva quel bisogno di faccia implicito presente in tutte le richieste del Pensiero
Meridiano. Allo stesso modo, la possibilità di proporre la propria “
prospettiva” come chiede Cassano permette un tentativo di
riequilibrio della relazione con un'altra identità culturale come
quella tra Nord-ovest e Sud-est della penisola.
Secondo l'apparato teorico di Cassano,
il Mediterraneo ha pagato costi elevati in termini di cortesia
positiva ( Goffman) intesa come bisogno di riconoscimento della
propria identità territoriale e culturale. Nel pensiero di Cassano
appare di fondo, a mio parere, una visione essenzialista del Sud,
con l'introduzione di alcuni elementi programmatici per ottenere
“faccia” e consistenza ad un territorio. Questo territorio tenta
una richiesta di ascolto tramite uno sguardo autonomo dallo schema
classico“dominato-dominante “ ossia tra detentori di faccia e
bisognosi di faccia.
I momenti esplicativi applicati alle
ragioni del Sud sembrano atti linguistici volti a giustificare un
certo posizionamento da parte dell'autore in cui, mi appare, una
posizione a cavallo tra essenzialismo e molteplicità nella sua
definizione teorica del pensiero Meridiano.
Tale ricerca di una “
prospettiva”appare come un atto linguistico di tipo commissivo (
Searle, 1966) ossia una promessa da consegnare ad una realtà in
cerca di una faccia collettiva da guadagnare.
Il sud è un territorio alla ricerca di
una faccia riconoscibile e riconosciuta tramite la realizzazione di
una minaccia verso la faccia positiva della modernità intesa come
spazio geografico denominato dal “nord”.
Prendendo ad esempio un passaggio
dall'intervista: “ … il sud è portatore di un'idea più lenta
del mondo e, in genere, i cultori della velocità pensano che la
lentezza sia sinonimo di arretratezza, del possesso di una dimensione
culturale ancora imperfetta.
L'atto di “dare-faccia” per il sud
è da intendersi per Cassano nell'accettare la sua visione lenta
della storia in contrapposizione alla velocità come valore
appartenente in modo unico alla realtà del Nord-ovest. In questo
passaggio occorre comprendere il significato di lentezza per evitare
incomprensioni: ad esempio, se parliamo di lentezza durante la
costruzione di relazioni interpersonali allora si potrebbe convenire
con l'autore ma se intendiamo lentezza come un tratto positivo
presente ad esempio nel mondo amministrativo del Sud allora credo che
il concetto di lentezza vada esplicitato meglio per evitare di fare
intendere alla cittadinanza la lentezza burocratica come un atto di
faccia positiva nei suoi confronti.
In Cassano vediamo come la lentezza
custodisce l'esperienza mentre la velocità porterebbe all'oblio
delle esperienze.
In questo passaggio Cassano compie un
attacco molto deciso verso la faccia negativa del nord-ovest
attraverso l'uso di sostantivi come “ velocizzazione” e “
scomparsa” per riferirsi alla modernità.
Insomma, il mediterraneo appare come un
contraltare al pensiero unico neo-liberale. Per dirla alla Cassano,
un mondo più ricco sarebbe un mondo dove la visione del Sud viene
riconosciuta come portatrice di un pensiero ricco ed originale. In
definitiva, possiamo osservare come l'approccio sia di tipo
decolonizzante in quanto tramite una visione economica differente si
riesce a potenziare la faccia collettiva di un territorio ampio come
il Sud.
Le variegate richieste di “autonomie”
citate nell'intervista da parte di Franco Cassano sono i segni di
atti linguistici di tipo performativi perché cercano il diritto di
descrivere il mondo secondo la sua visione della realtà.
In breve possiamo affermare che gli
spazi di autonomia sono spazi di negoziazione della propria faccia.
Cassano afferma l'assenza di correlazione tra patrimonio culturale
del sud e varie forme di arretratezza presenti sul territorio come
intende fare credere una certa meta-rappresentazione del sud-est da
parte dello sguardo dominante del nord-ovest. Questa
meta-rappresentazione si colloca tra il paradiso turistico e
l'inferno mafioso. In altri termini possiamo sostenere che il bisogno
di faccia positiva da parte del turista nordico viene ripagato dalla
località turistica mentre il suo bisogno di preservare la sua faccia
negativa viene contemplato tramite il mio bisogno sociale di
preservare la mia faccia negativa da quel dato territorio turistico.
Il sud è funzionale per complimentare la mia faccia non certo per
conferire faccia collettiva al territorio.
In una prospettiva più ampia, questa
procedura viene denominata come orientalismo ossia la prassi di
anteporre una certa distanza sociale e psicologica tra il luogo di
provenienza del vacanziere e il luogo di villeggiature con la
finalità di rafforzare il suo punto di vista su quella data realtà
geografica e culturale. Da segnalare la presenza di “molto” come
intensificatore avverbiale con l'intento di segnalare la forza
dell'enunciato del prof Cassano.
La mancanza di autonomia fa capire che
il sud ha perso la faccia per la sua non autonomia economica.
In questa intervista appare come il
mediterraneo possa riguadagnare la sua faccia quando viene a
ricollocarsi con il mare inteso come pensiero fluido, mobile e non
rigido. In pratica per conferire faccia al mediterraneo si utilizza
la metafora della faccia per dire che l'Europa dovrebbe pensare alla
sua dimensione marittima e quindi al mediterraneo. Il pensiero
meridiano esiste con il mare come elemento portatore di faccia e di perdita di faccia.
L'Europa ha negato e tuttora nega la
sua identità mediterranea fatta di discussione e di riflessione
secondo Cassano. Forse i valori impliciti insiti in questa richiesta
non sono in linea con il pensiero economico dominante in Europa
mentre il mediterraneo nella visione di Cassano tenderebbe ad una
coesistenza dei pensieri con la finalità di “dare e ricevere
faccia” durante l'interazione interpersonale. Nel pensiero di
Cassano viene collocato in modo centrale il posizionamento del mare
come elemento programmatico del suo pensiero Meridiano. Anche in
questo caso sarebbe cosa giusta poter indagare in maniera sistematica
le motivazioni che hanno tenuto lontano il mare da una prospettiva di
crescita economica e culturale di un dato territorio.
Nella prospettiva marittima del
mediterranea possiamo scorgere due necessità di facce differenti
presenti nell'animo dell'uomo del sud, vale a dire un bisogno di
radicamento e un bisogno di partenza. Anche in questo dualismo
interiore possiamo scorgere degli elementi di negoziazione presenti
in modo costitutivo nel mediterraneo.
L'eroe mediterraneo Ulisse parte con
l'idea di ritornare ed è un eroe scisso per questo dato motivo.
Nell'impianto teorico di Cassano, il
tema del mare sembra essere un atto linguistico di tipo assertivo con
la finalità di rafforzare il proprio impianto teorico con il rischio
di apparire forse un po' troppo enfatici, vale a dire sembrare
distanti dalla verità effettuali delle cose.
Alla luce della cortesia linguistica
posso sostenere che il mare ricalca il bisogno di dare peso alla
propria faccia nel pensiero di Cassano. Alla luce dell'enfasi posta
da parte di Cassano sul ruolo del “mare” forse occorre
sottolineare le difficoltà nel compiere un tale dialogo tra persone
molto attente alla difesa elevata della propria faccia negativa. Ogni
atto linguistico proteso alla rimessa in discussione può apparire
una minaccia insostenibile per la faccia dell'altro interlocutore nel
contesto del mediterraneo. Nell'ambito di un approccio di tipo
negoziale, il pensiero Meridiano potrebbe fungere da stimolo alla
creazione di uno spazio di fiducia tra interlocutori provenienti da
orizzonti culturali differenti. Un altro elemento per conferire
faccia positiva al pensiero Meridiano è da intendersi la volontà di
superare un certo spirito d'antagonismo tra pensiero oceanico e
pensiero meridiano. Questa operazione di mitigazione viene compiuta
da Cassano per ribadire l'importanza del pensiero del nord-ovest
verso il pensiero meridiano. Un altro punto importante in Cassano
viene rivestito dalla località o location come strumento critico di
tipo post-coloniale segnalando in tal modo una questione di natura
coloniale de facto. Nella critica post-coloniale, gli elementi
geografici e culturali legati al mio contesto formano il mio modo di
posizionarmi nella realtà.
Il mediterraneo da intendersi come
spazio che dona e ritrae faccia durante l'operazione molto complessa
dell'interazione dialogica tra persone provenienti da contesti
allargati diversi.
Il dialogo delle lingue inteso come
plurilinguismo del mediterraneo rappresenta una ricchezza per la
faccia collettiva delle popolazioni che circondano questo spazio
geografico e culturale.
Un punto che merita maggiore attenzione
è il punto che riguarda la nozione di molteplicità e
l'essenzialismo insita dentro la cornice del pensiero meridiano.
Cassano compie all'interno della sua intervista alcuni attacchi molto
severi verso la faccia del pensiero nord-ovest definito come
fondamentalista per via del suo pensiero unico nel campo
dell'economia. Tuttavia, l'elemento di mitigazione è presente con
l'auto-definizione di fondamentalista per altre correnti di pensiero
come il fondamentalismo islamico o i valori asiatici come pensiero
totale.
Da notare come le rappresentazioni
mediatiche sul Sud del mondo e in modo particolare del sud italiano
rimangono un costo molto elevato in termini di faccia collettiva per
un dato territorio.
Tali rappresentazioni del sud hanno
ottenuto un grosso successo mediatico ed intellettuale perché erano
in consonanza con il desiderio volontà di dominare culturalmente un
certo spazio geografico e culturale. Come ridare faccia al sud resta
la domanda centrale insita nel lavoro di Cassano il quale propone in
modo implicito la possibilità di una nuova narrazione del territorio
autonoma dalla visione nordica del sud. Il tentativo di Cassano è di
compiere una forma di risarcimento e di ristabilire un certo
equilibrio davanti ai costi elevati subiti per la faccia collettiva
di una data comunità.
Una sfida rilevante nel paradigma
teorico di Cassano è da ricercare nella capacità di definire la
cultura per porre questo elemento in discussione con i membri di
altre culture. La cultura intesa secondo Wittgenstein come il nostro
modo pratico di fare le cose incontra delle ragioni differenti nella
sua realizzazione pratica durante l'incontro con persone di altre
comunità.
Un elemento caratteristico del pensiero
Meridiano è certamente il dialogo come portatore di faccia ma anche
come distributore di faccia e quindi trovarsi nella posizione di
gestire la faccia altrui.
con la possibilità di essere in
posizione di dominio dopo essere stato a lungo estromesso da queste
possibilità.
La prospettiva di Cassano intende il
mediterraneo come un medicinale contro la tentazione dei vari
fondamentalismi intesi come pensiero totalizzante che nega
l'esistenza del punto di vista dell'altro interlocutore.
Prendendo ad esempio un passo tratto
dall'intervista di Cassano: “ … perché l'integralismo è quello
che ritiene che l'altro sia il male, che debba essere ridotto
all'identico e quindi vada cancellato.”
All'interno di questo passaggio
possiamo scorgere delle categorie come quelle religiose quando si
citano le categorie come integralismo e male, mentre le categorie
delle parole come altro e identico appartengono alle categorie del
mondo filosofico-culturale.
Pertanto possiamo fare emergere una
forma di contesa o confusione ideologica tra questi due ambiti
conoscitivi.
L'idea di Cassano si colloca
nell'accettazione del fatto che il mio punto di vista rappresenta
soltanto una porzione di quello che storicamente viene innalzato a
condizione ontologica dell'uomo.
Invece notiamo come il fondamentalismo
del mercato e dell'economia nonostante la crisi persistente in grossa
parte del mondo sviluppato abbia condotto ad un individualismo
radicale, il quale ritiene come inaccettabile i costi impliciti nella
nozione di interesse collettivo.
In questo passaggio vediamo come la
nozione di costi e benefici sia centrale nel capire meglio il
pensiero Meridiano perché ogni volta che accettiamo di dialogare
rischiamo di pagare dei costi per la nostra faccia positiva perché
dobbiamo accettare un altro punto di vista. Il dialogo implica in
maniera implicita il rischio di perdere la faccia se rimaniamo
ancorata ad una visione del diaologo come elemento fuorviante
dell'essere umano. Il dialogo non è un elemento di stortura allo
svolgimento della vita ma rappresenta un elemento costitutivo e
quindi sempre ricco di benefici per il portatore di questa istanza
dialogica con sé.
I costi per il pensiero Meridiano
possono essere molto elevati se si attacca il mercato senza aver una
reale proposta alternativa alla luce del punto di vista di chi
sostiene la sua necessità.
Sicuramente questi sono costi da
sostenere se il pensiero Meridiano intende ottenere un qualche
beneficio pur dovendo prendere in considerazione il fatto che il Sud
non possa essere inteso in modo essenzialistico come luogo di
collettività ma piuttosto come luogo della famiglia. Il concetto di
famiglia non può essere esteso in maniera indiscriminata al concetto
di collettività.
La tesi di Cassano vede lo stato in
crisi di fronte alla globalizzazione perché lo stato sarebbe in
difficoltà davanti al modello di tipo oceanico della
globalizzazione. Una premessa sarebbe da fare in quanto è proprio
l'elemento di statualità ad essere stato in difficoltà nel
mediterraneo come istituzione incapace di difendere i propri
cittadini. Se lo Stato rappresenta la faccia collettiva di un
territorio possiamo forse sostenere che questo stato non ha fatto
niente per ridurre le minacce alle persone provenienti da questi
spazi geografici e umani.
L'intervista di Cassano mette in luce
la formazione di due fondamentalismi che possiamo definire uno di
tipo oceanico come risultato della globalizzazione che sottende un
livello di sradicamento e un altro modello di tipo comunitario dove
l'individuo si riconosce nel suo territorio.
Il pensiero Meridiano cerca di ottenere
il suo bisogno di faccia con la sua capacità di decostruire questi
due pensieri in conflitto tra di loro. Di fatto questa modalità
rappresenta una minaccia alla faccia negativa dei difensori di questi
due pensieri. Il fondamentalismo islamico così come il pensiero
Meridiano per motivi divergenti sono entrambi alla ricerca di faccia
intesa come riconoscimento del proprio modo di pensare e sentire la
realtà dopo tanti anni di occultamento del loro pensiero.Cassano
mette in guardia di fronte ad un altro tipo di fondamentalismo come
quello dei cosiddetti “ valori asiatici” come richiesta di
riconoscenza della faccia. Cassano propone di mantenere una propria
specificità per guadagnare faccia di fronte al proprio
interlocutore. Questo potrebbe essere un atto di mitigazione verso il
pensiero dell'altro poiché per molti anni il pensiero Meridiano ha
perso la faccia per la sua non realizzazione effettiva. Secondo
Cassano, il mondo occidentale, in consonanza con il pensiero Meridiano,
dovrebbe provare a costruire dei legami sociali per ridare un peso
alla sua faccia collettiva. L'elemento problematico resta il “
codice” da adoperare per compiere questa operazione intellettuale.
Ad esempio, il concetto di “ cittadinanza” potrebbe essere un
campo di ricerca utile per il conferimento di faccia positiva ad un
territorio.
La critica da sottoporre a Cassano
sarebbe quella di sostenere la tesi che la debolezza del pensiero
meridiano consiste proprio nella difficoltà di realizzare questo
concetto di cittadinanza perché il ruolo della famiglia,
dell'appartenenza a certi gruppi sociali impedisce di fatto una
effettiva solidarietà tra membri di una stessa territorialità.
La nozione di diritti e doveri è molto
difficile da implementare all'interno del spazio geografico
mediterraneo perché deve sconfiggere ostacoli di natura culturali
come quello di in-group o out-group, clanismo.
Il pensiero Meridiano di Cassano
intende conferire faccia positiva al lettore italiano evidenziando la
sua collocazione geografica come occasione politica, culturale ed
economica. Per ottenere faccia dobbiamo essere quello che la
geografia ci ha donato ossia una posizione di collegamento tra nord e
sud del mediterraneo. Il pensiero Meridiano rappresenta sicuramente
il tentativo di un programma politico per una intera zona geografica.
Cassano mette al centro del suo pensiero il bisogno di “gioco di
faccia” come elemento costitutivo del mediterraneo perché in
questo dato spazio geografico occorre opporsi alla tentazione della
verità assoluta come forma di minaccia severa per la faccia
dell'interlocutore. Gli altri interlocutori sono altri punti di vista
per arricchire il mio orizzonte culturale e per sfuggire alla
tentazione di adoperare la figura di “Dio” come elemento
argomentativo per difendere la mia faccia positiva. Cassano intende
promuovere un ideale di “universale a più mani” come strumento
di lotta contro ogni forma di fondamentalismo.
Di fatto nella prospettiva
contemporanea la minaccia forte viene indirizzata in modo
preponderante verso il fondamentalismo islamico il quale rappresenta
in termini di faccia la minaccia più forte al bisogno di faccia
insito nel gruppo umano abitante l'altra sponda del mediterraneo.
L'autore del Pensiero Meridiano cita
come esempio del nostro fondamentalismo il caso di Cristoforo Colombo
come portatore unilaterale di una visione della storia dove il
progresso e la civiltà si collocano sempre dalla stessa parte in
opposizione alle altre civiltà.
Tale comportamento ha collocato il
mondo occidentale e di conseguenza la globalizzazione come fonte di
minaccia per l'altra sponda del mediterraneo. Quindi una prima
lezione da trarre sarebbe di potenziare la faccia di gruppi umani che
si sono visti esclusi dal nostro sguardo conoscitivo per attribuire
una parità storica tra tutte le culture.
Dobbiamo perdere la nostra faccia
positiva come occidente riconoscendo il fondamentalismo ricoperto dal
capitalismo nella vita di milioni di abitanti. Ulteriori
fondamentalismi vengono rinvenuti nella nozione di progresso così
come nella nozione di rivoluzione. Questi due fondamentalismi citati
da Cassano sono a mio parere alquanto controversi perché nella
retorica quotidiana risulta molto difficile sentire parlare di
progresso mentre la nozione costituisce un tema ricco di fascinazione
data la difficoltà d'attuazione nel mondo reale. Il progresso
costituisce un modo di conferire faccia positiva alla parte ricca del
mediterraneo mentre rinunciare alla rivoluzione rappresenta un
attacco violente alla faccia collettiva dei tanti giovani scesi in
piazza per ottenere il cambiamento nella vita del loro paese.
L'approccio del pensiero Meridiano
potrebbe essere percepito in una posizione di minaccia per la faccia
positiva delle altre popolazioni alla ricerca di un riequilibrio di
potere tra le due sponde del mediterraneo. Questo punto è di vitale
importanza per permettere l'insorgere di un dialogo vero.
Un punto che meriterebbe maggiore
attenzione riguarda la costatazione che la via laica è fallita in
molti paesi del mondo arabo. Questa affermazione come dato di fatto
può essere letta come una minaccia alla faccia negativa dei tanti
giovani che sono scesi in piazza per rivendicare giustizia e dignità
i quali vengono annoverati come valori di tipo universalistici e non
certamente di natura confessionale. Un punto importante da tenere in
mente è rappresentata dalla connotazione negativa della parola
secolaristi presso molta popolazione musulmana per via della sua
vicinanza con i tanti governi detti laici di Tunisia e Egitto ma che
di fatto erano delle oligarchia al potere scelte dai governanti
occidentali e quindi di fondo sorde alle richieste delle loro
popolazioni.
Franco Cassano sottolinea come
l'integralismo abbia una forma di egemonia dopo i fatti avvenuti del
11 settembre facendo di fatto pagare dei costi molto elevati alla
faccia positiva dell'impianto teorico del pensiero Meridiano ricollocando in modo preponderante la necessità di affrontare
questa asimmetria nei rapporti tra le due sponde del mediterraneo.
Nel mondo musulmano la nozione di
integralismo viene rinominato come la forma di “letteralisti”
poiché hanno lettura “alla lettera” del messaggio coranico e
vivono la globalizzazione come minaccia molto severa per la faccia
collettiva del mondo arabo e scelgono di proteggersi rimanendo
all'interno della cornice islamica ponendo di fatto in conflitto la
nozione di modernità e religione musulmana.
L'approccio di Cassano auspica il
superamento della sua dimensione soltanto culturale per potere agire
come bussola nella politica culturale ed economica dell'Italia per
rendere effettivamente vicini coloro che sono vicini ma che per ora
sono distanti in termini logistici.
In estrema sintesi, il pensiero
Meridiano di Cassano vuol essere una occasione di crescita culturale
ed economica per il sud dell'Europa perché rappresenta un modo
concreto di costruire dei legami tra sud e sud.
Per fare tutto questo occorre un ruolo
attivo della figura dell'intellettuale come ponte tra comunità
accademica e il mondo esterno. Allo stesso modo occorre uscire da una
debolezza psicologica e strutturale dove non si è capaci di
immaginarsi come soggetti del proprio tempo storico.
Questa debolezza è il risultato di
secoli di mancanza di fiducia nella propria faccia collettiva.
Il Sud come entità culturale deve
guadagnare faccia per risollevarsi.