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sabato 1 febbraio 2020

LA DEISSI

LA DEISSI


La deissi costituisce l’ancoraggio dell’enunciazione a tutti gli elementi del contesto situazionale di proferimento linguistico e quindi rappresenta la maniera più evidente in cui il rapporto tra lingua e contesto è riflesso nella struttura delle lingue stesse. Infatti, ogni produzione linguistica si colloca in un determinato spazio e in un determinato tempo e si innesta entro la particolare relazione tra emit-tente e ricevente. Il termine è un prestito dal greco [deîxis] che significa “indicazione”. “Sostan-zialmente, la deissi riguarda i modi in cui le lingue codificano o grammaticalizzano i tratti del con-testo di enunciazione e dell’evento comunicativo; di conseguenza, interessa anche le modalità se-condo le quali l’interpretazione dell’enunciazione dipende dall’analisi del contesto di enunciazione. Il pronome questo, ad esempio, non denomina né si riferisce sempre alla stessa entità in tutte le oc-casioni in cui è usato; al contrario, è un segna-posto variabile per entità particolari di volta in volta fornite dal contesto (o da un gesto)” (Levinson, 1983 [1985: 83]).
L’aggancio del messaggio alle coordinate di enunciazione è un fondamentale universale pragma-linguistico. A differenza delle anafore (o delle catafore) che rinviano all’interno del discorso, i deit-tici sono elementi linguistici che fanno riferimento all’istanza dell’enunciazione e alle sue coordina-te spazio-temporali: io-qui-ora. Poiché le lingue naturali sono pervase di fenomeni deittici, la deissi rappresenta uno degli argomenti chiave nella discussione dei rapporti tra grammatica, semantica e pragmatica.
Sono qui trattate le seguenti cinque tipologie di classificazione della deissi (Levinson, 1983 [1985: 91-129]; Bertuccelli Papi, 1993: 196-201): deissi della persona, deissi temporale, deissi spaziale, deissi testuale e deissi sociale.
Dei cinque tipi di deissi, le prime tre, riguardando l’aggancio per eccellenza al locutore, ai destina-tari e al contesto crono-topologico dell’atto comunicativo, sono quelle principali ed operano solita-mente in maniera interdipendente.

DEISSI DELLA PERSONA
La deissi della persona è molto importante ed è costituita dall’insieme delle espressioni che codifi-ca il ruolo dei partecipanti nell’evento comunicativo in cui viene prodotto un enunciato (pronomi personali, aggettivi e pronomi possessivi, morfologia verbale). La deissi personale viene espressa dai pronomi personali di prima, seconda e terza persona: l’enunciatore fa riferimento a se stesso con io o con noi; all’interlocutore con tu/lei o con voi; a chi non è né emittente né ricevente tramite i pronomi personali di terza persona.
Contestualizzazioni didattiche
Il docente chiede agli allievi di riportare in poche righe una pagina di diario che descriva in prima persona una giornata particolare; tale pagina dovrà essere successivamente trasformata in una lettera indirizzata ad un amico. Dopo due giorni, l’insegnante propone lo scambio della pagina di diario con il compagno di banco, per procedere alla riscrittura in terza persona degli avvenimenti narrati. L’attenzione si sposta sul pronome personale, il pronome possessivo e sulla morfologia dei tempi verbali.
Si propone di effettuare una discussione in cerchio per l’analisi di alcune frasi in cui gli elementi della deissi di persona sono utilizzati per esprimere:
- un appellativo, una chiamata o un appello;
- saluti, addii e altre formule di cortesia;
- allocuzioni.
Infine è utile una riflessione collettiva sul luogo in cui si trovano gli interlocutori, sul mezzo che u-sano per comunicare (dialogo faccia a faccia, telefono, ecc.), su quale sia la fonte emissiva e quale sia invece il portavoce, su chi sia il destinatario o il ricevente del messaggio, su quale sia il tipo di contesto in cui si inserisce la frase. L’insegnante guiderà la discussione, intervenendo con le se-guenti domande-stimolo: chi è che parla? A chi, o a che cosa si riferisce? Quali elementi linguistici ti fanno pensare che sia corretto quello che pensi? Da quali elementi si comprende a chi è indirizza-ta la frase? A quale contesto si può riferire la frase?

DEISSI TEMPORALE
La deissi temporale è costituita dall’insieme di quelle espressioni la cui interpretazione richiede il riferimento all’asse temporale dell’evento comunicativo. Con la cronodeissi viene codificata la rela-zione fra il momento dell’enunciazione e il tempo dell’evento, o della situazione che viene descritta. La deissi temporale viene veicolata dagli avverbi di tempo (oggi, ieri, ora, allora, domani, ecc.), o da quei sintagmi (fra due ore, un mese fa, tra un anno, ecc.), da quegli aggettivi deittici (scorso, prossimo, questo, ecc.) che accompagnano unità di tempo, nonché dai tempi della flessione verbale nell’uso deittico.

Contestualizzazioni didattiche

Si suggerisce all’insegnante di lavorare su un qualunque testo narrativo, il cui focus dominante è rappresentato dal tempo e dalle percezioni che permettono di cogliere le interrelazioni e le differen-ze delle azioni lungo l’asse temporale. Di tale testo, ovviamente adeguato alle competenze lessico-semantiche degli studenti, si richiede il riconoscimento degli indicatori linguistici della deissi tem-porale, la suddivisione sequenziale e il successivo riordino della macro-struttura semantica. Se si ri-tiene utile, si possono anche utilizzare delle immagini per costruire una storia o una favola, oppure un semplice gioco in cui gli allievi sono invitati a riordinare coerentemente una storia data in se-quenze, utilizzando i connettivi temporali.

DEISSI SPAZIALE
La deissi spaziale è costituita dall’insieme di quelle espressioni la cui interpretazione richiede il ri-ferimento alle coordinate spaziali dell’enunciazione. Con la topodeissi vengono codificate le rela-zioni spaziali ed i punti di ancoraggio (riferimento spaziale) determinati nell’enunciazione, le posi-zioni di vicinanza-prossimità o di lontananza di persone o di altre entità rispetto al luogo in cui si trova chi parla. È generalmente espressa da alcuni avverbi di luogo (qui/qua, là/lì, ecc.), da preposi-zioni (sotto/sopra, ecc.), da verbi deittici di movimento (andare/venire, ecc.), da aggettivi e i pro-nomi dimostrativi (questo/quello, ecc.).

Contestualizzazioni didattiche
Nell’ambito di un gruppo di tre allievi, uno di loro dà istruzioni per circa tre minuti ai suoi compa-gni-robot, i quali devono seguire lentamente tutte le seguenti indicazioni: andate verso la sedia – stop; venite qui – stop; girate attorno alla lavagna – stop; prendete queste (penne) e così via.
Si propone poi di effettuare una discussione in cerchio per l’analisi di alcune frasi in cui gli avverbi deittici qui-qua sono utilizzati per esprimere:
- la coincidenza rispetto al centro di orientamento: non mi muovo da qui.
- l’inclusione rispetto al centro di orientamento: qui fa freddo: chiudiamo la finestra.
Si ritiene proficuo infine riflettere sul luogo in cui si trovano gli interlocutori e sul mezzo che usano per comunicare (dialogo faccia a faccia, telefono, ecc.). L’insegnante guiderà la discussione inter-venendo con le seguenti domande-stimolo: chi parla è vicino o lontano dalla persona a cui rivolge l’invito? Quali componenti vi fanno pensare che sia così? Quali sono i fattori necessari per com-prendere la frase?
In una fase successiva l’insegnante sceglie un testo di tipo descrittivo, che ha come focus dominante lo spazio e le percezioni che permettono di cogliere le differenze e le interrelazioni tra i fenomeni nel contesto spaziale. In un tempo limite assegnato, lo studente deve leggere il testo e sottolineare gli elementi deittici utilizzando un colore diverso: cioè gli avverbi di luogo, i verbi di movimento, gli aggettivi e i pronomi dimostrativi. Si può, ad esempio, chiedere ai discenti di focalizzare l’attenzione su uno specifico connettivo topodeittico da riconoscere nel testo.

 DEISSI TESTUALE

La deissi testuale, o del discorso, è costituita dall’insieme delle espressioni attraverso le quali il parlante fa, appunto nel discorso, riferimento al discorso stesso, al discorso in atto, per orientare il lettore/ascoltatore nella comprensione del testo (Conte, 1988). A tal fine vengono impiegati termini cronodeittici e topodeittici (es. qui, nel capitolo precedente, nel paragrafo successivo, sopra, prima, in precedenza, avanti), in qualità di espressioni che, all’interno di un testo o di un discorso, si riferi-scono a segmenti di quel testo o di quel discorso già proferiti o da proferire. Questo tipo di deissi, peraltro piuttosto complessa, ha una natura decisamente “metatestuale”.

Contestualizzazioni didattiche
Si invita il docente a scegliere un testo di tipo espositivo (atti espositivi), che lo studente deve leg-gere e di cui deve sottolineare gli elementi indicatori della deissi testuale, utilizzando un colore di-verso: cioè gli avverbi, le locuzioni avverbiali, gli aggettivi e pronomi dimostrativi. Si consiglia di focalizzare l’attenzione soprattutto sull’elemento deittico che nel testo assume la valenza semanti-co-pragmatica più marcata rispetto agli altri.

 DEISSI SOCIALE
La deissi sociale è costituita dagli elementi che manifestano il tipo di relazione sociale che governa il rapporto tra gli interlocutori dell’evento comunicativo. Essa concerne quindi la codifica delle dif-ferenze sociali sia in ordine ai ruoli dei partecipanti, sia in ordine alla particolare configurazione delle relazioni che legano l’istanza emissiva e quella ricettiva. Un esempio è l’utilizzo dei pronomi di cortesia (tu/lei) nelle varie lingue, o l’impiego di titoli per rivolgersi a qualcuno, cioè di “onorifi-ci” che, in alcune lingue, specialmente quelle asiatiche, sono molto numerosi e registrano sistemati-camente distinzioni di grado molto sottili tra le posizioni sociali che legano il parlante e il destinata-rio.
I tipi fondamentali di deissi sociale codificati in tutte le lingue del mondo sembrano essere due: re-lazionale e assoluta. La deissi sociale più frequente è quella relazionale, in quanto è espressa nella maggior parte dei rapporti tra parlante e interlocutore, tra parlante e astante, tra parlante e situazio-ne. Invece la deissi sociale assoluta è etnograficamente adottata da certi particolari parlanti che ne hanno facoltà e in contesti molto ufficiali e ritualizzati (es. Signor Presidente, Vostro Onore, Eccel-lenza, ecc.).

Contestualizzazioni didattiche

L’insegnante è invitato a scegliere, eventualmente insieme ai discenti, delle situazioni comunicative tipo, cioè delle relazioni simmetriche/asimmetriche, dei contesti d’interazione formale/informale molto convenzionali, dove si rende necessario l’uso di diversi titoli appellativi associati con certi gradi di rispetto codificati dal sistema socio-culturale italiano.
Analogamente si predispongono anche situazioni di role-play, in cui la specificità sociolinguistica e interculturale del sistema allocutivo italiano dei pronomi di cortesia è evidente e marcato.
Queste proposte operative consentono anche di far esperire alla classe le varietà diastratiche e diafa-siche della lingua italiana insieme a proficue osservazioni di natura interculturale, etnografica e so-cio-comunicativa.


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