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sabato 1 febbraio 2020

TESTI CON SCENETTE corso della Rai

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 1 – Puntata 3
Input testuale prima lezione (terza puntata)
Al bar
Personaggi: Yan, Adolphe, Klaudia, barista Mario

Interno giorno: È un piccolo bar a Testaccio. Ad un tavolo due avventori sorseggiano una bibita e sfogliano un giornale. Il barista è occupato a vuotare i fondi della macchina del caffè. Entrano Yan e Adolphe chiacchierando animatamente. Hanno con sé borse e agende, come se provenissero da un incontro di lavoro. Yan si dirige subito verso il bancone sorridendo, seguita da Adolphe.

Yan: (sorridendo) Ciao Mario (poggiando sul bancone l’agenda e strofina le mani per scaldarle).

Mario (ancora indaffarato): Ciao Yan. (Rivolgendo lo sguardo sia su Yan che su Adolphe) Cosa prendete?

Yan: Per me un caffè, grazie. (rivolgendosi ad Adolphe) Tu cosa prendi?

Adolphe: Anch’io un caffè, grazie. Lungo.

Mario: Per te il solito?

Yan: Caffè macchiato caldo.

Mario (accingendosi a fare i caffè) Macchiato caldo. Ma dove lo bevi il caffè come lo faccio io, in Cina?

Yan (ridendo): Quando tornerò a Shangai ti porterò con me.

Mario: In Cina!

Yan: Sì apriamo un bar: “Da Mario e Yan: caffè al Paradiso”, però del tè me ne occupo io, perché qui in Italia lo fate veramente male.

Adolphe: Però il cioccolato “in tazza”. Si dice così? - è buonissimo!

Mario: (voltandosi e poggiando sul bancone i piattini ed i cucchiaini) È buonissimo e fa bene. (rivolgendosi a Yan) Dovresti prenderlo una cioccolata ogni tanto. (rivolgendosi a Adolphe) Beve solamente caffè.

Yan (ridendo): Non è vero, io non sono golosa.

Mario (posando i caffè sul bancone): Ecco qui, il caffè macchiato caldo per Yan e lungo per… (si ferma con fare interrogativo)

Yan: Scusate, Mario ti presento Adolph.

Adolphe (porgendo la mano a Mario): Adolphe Nzobatatyia. Piacere.

Mario (porgendo a sua volta la mano ad Adolphe dopo essersela strofinata sul grembiule): Piacere, Mario Rossi.

Adolphe: Zucchero un po’?

Yan: Grazie. (cominciando a bere il suo caffè) Se Adolphe troverà una casa, anche lui diventerà un tuo cliente.

Adolphe: Speriamo… È faticoso arrivare tutti i giorni a Roma con il pullman da Velletri. Arriva sempre in ritardo.

Dalla porta del bar entra Klaudia. Ha l’aria esausta.

Yan (voltandosi verso la porta): Ecco Klaudia… Ciao, sei arrivata finalmente!

Klaudia: (avanzando verso il bancone): Ciao Yan. (le due ragazze si baciano sulle guance) Ho aspettato l’autobus per più di mezz’ora…

Mario: Un caffè prende signorina?

Klaudia: No, grazie.(appoggiandosi al bancone). Preferisco un bicchiere d’acqua, per favore.

Yan (rivolta a Klaudia): Conosci già Adolphe?

Klaudia (sorridendo): Non ancora.

Adolphe Adolphe, piacere.

Klaudia (porgendo la mano) Piacere,

Adolphe: Piacere mio.

Klaudia: Klaudia.

Mario: mette sul bancone un bicchiere d’acqua, che Klaudia beve rapidamente: Ecco il bicchier d’acqua per lei.

Klaudia: Grazie

Yan: Avevi molta sete!

Klaudia (posando il bicchiere): Un po’…

Adolphe: (rivolto a Mario, cercando il portafoglio nella tasca): Mario, quant’è?

Mario: Due caffè sono duemilaquattrocento lire.

Mario emette lo scontrino e Adolphe paga il conto, mentre le due ragazze si staccano dal bancone.

Yan: (facendo a Mario un cenno di saluto) Ciao Mario. Ci vediamo domani

Klaudia e Adolphe: (uscendo): Arrivederci.

Mario: (occupato con la cassa) Arrivederci, ragazzi.

Adolphe: (prendendo il resto) Grazie. Ciao.

Mario: Ciao e in bocca al lupo per la casa.

Adolphe: Crepi il lupo.

I tre protagonisti escono. Mario fischietta asciugando un bicchiere.
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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 2 – Puntata 4
Input testuale seconda lezione (quarta puntata)
Klaudia cerca casa
Personaggi: Klaudia, Johann, signorina dell’agenzia (voce Fuori Campo).

Esterno giorno: strade adiacenze piazza Vescovio. Kaludia cammina fermandosi a leggere i cartelli di “Vendesi” o “Affittasi” che incontra lungo la strada. Si ferma davanti ad un cartello “Affittasi”. La ritroviamo che citofona ad un appartamento in via Vessella 18, parla brevemente al citofono e spinge il portone.

Dissolvenza

Interno giorno: il salotto della casa di Johan, giovane amico di Klaudia. Klaudia e Johan sono seduti uno vicino all'altro sul divano con un tavolino di fronte, con "Porta Portese" davanti, aperto alla sezione "Case" ed accanto, poggiata sul divano, una copia di ''Tuttocittà''. Klaudia ha in mano un pennarello con il quale sottolinea gli annunci che gli sembrano interessanti.

Johan: (sfogliando riviste) Vendesi, affarone, vendesi, vendesi ancora, certo trovare una casa da comperare è molto più facile che trovarne una da prendere in affitto.

Klaudia: … guarda: appartamenti di rappresentanza… commerciali… solo per non residenti …uso ufficio … camera in villa… locali… foresterie… residence... no. Io cerco solo una normale abitazione.

Johann: (leggendo dal giornale) Senti questo: “MONTESACRO Monte Cristallo ingresso soggiorno studio 2 camere cucina 1 bagno balconi L. 2.200.000”. Però c’è da dire una cosa, che Via Monte Cristallo è mal collegata con i mezzi pubblici.

Klaudia: Così non va, è troppo cara e io poi lavoro al centro, devo trovare una casa vicino alla linea A della metropolitana.

Klaudia: (sospirando) Certo che è proprio difficile trovare una casa in affitto a Roma. È da un mese che compro i giornali, leggo gli annunci, ma non trovo niente di interessante: case senza finestre, umide, appartamenti al quinto piano senza ascensore…

Johann: …seminterrati bui, subaffitti, proprietari che vogliono affittare solamente a non residenti… (comprensivo) Lo so, lo so, ci sono passato anch'io prima di trovare questa casa da prendere in affitto…

Klaudia (lanciando uno sguardo circolare alla stanza in cui si trova) Certo che questo è un bell'appartamento: signorile, arredato con gusto. Come hai fatto a trovarlo?

Johann: Beh, devo dire che è stato un colpo di fortuna: passavo per caso da queste parti, e ho imboccato via Vessella, ho visto il cartello ''Affittasi''. Ho chiamato e il proprietario era un mio vecchio compagno di scuola, così dopo cinque minuti l’affare è stato fatto e dopo una settimana già vivevo qua.

Klaudia: Io se continua così finirò per comprarmi una roulotte… da ristrutturare.

Johann: Non perderti d’animo: proviamo in una zona un po’ meno centrale… (lettura degli annunci e controllo dell'ubicazione delle case, scorre le colonne del giornale, fino a che trova… Porta Portese pag. 205 I colonna 10 dal basso) Mattia Battistini, secondo piano, buono stato, soggiorno 2 camere cucina bagno ripostiglio 3 balconi. 1.400.000.

Klaudia: Questo può andare… Certo è al limite delle mie possibilità economiche, ma posso arrivarci.

Johann: E anche questo non è male (Porta Portese pag. 205 IV colonna 22 dal basso). Tiburtina ad. Metro Rebibbia in villino soggiorno camera cucina abitabile bagno arredato. Solo 1.400.000.

Klaudia: Meglio il primo però eh?

Johann: (alzandosi dal divano) Allora proviamo subito a fare qualche telefonata.

Klaudia: (prende in mano il telefono appoggiato accanto al divano) Mi dici il numero?

Johann: Un attimo eh. 066381062.

Sig.na agenzia (FC al telefono): "Casafelice", buongiorno. Sono Miranda. Posso esserle utile?

Klaudia: Buongiorno. (rivolta a Johan, coprendo il microfono con una mano) È un’agenzia… Chiamo per l’annuncio su "Porta Portese" dell'appartamento a Boccea.

Sig.na agenzia (FC al telefono): Quale? Quello adiacenze Battistini?

Klaudia: Sì, quello. Vorrei sapere esattamente in che strada si trova.

Sig.na agenzia (FC al telefono): In via Bonifazi. Lasci che le dica che è una vera occasione: è un appartamento luminoso, poco rumoroso, con due piccoli terrazzini deliziosi.

Klaudia: È lontano da una fermata della metropolitana?

Sig.na agenzia (FC al telefono): Assolutamente no: c’è una fermata a due isolati. Vuole fissare un appuntamento per vederlo?

Klaudia: Sì grazie.

Sig.na agenzia (FC al telefono): Per lei va bene domani mattina alle 9?

Klaudia: D’accordo.

Sig.na agenzia (FC al telefono): Le ricordo che per l’eventuale contratto deve anticipare tre mesi di caparra e il compenso dell’agenzia è di una mensilità.

Klaudia: Sì sì, lo sapevo, mi scusi, il riscaldamento è centralizzato?

Sig.na agenzia (FC al telefono): No, è autonomo.

Klaudia: Benissimo. Allora a domani.

Sig.na agenzia (FC al telefono): Mi scusi lei è la signora?

Klaudia: Klaudia Bumci…. (spelling del nome con i nomi di città italiane) Bologna, Udine, Milano, Cosenza, Imola.

Sig.na agenzia (FC al telefono): Perfetto. Grazie.

Klaudia: Grazie a lei è stata molto gentile. (Girandosi verso Johan) Incrociamo le dita.

Johan: (incrocia le dita).
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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 3 – Puntata 5
Input testuale terza lezione (quinta puntata)
In negozio
Personaggi: Roberto Montoya; il proprietario del negozio, Stefano; il commesso, Federico; l’amica di Roberto, Luciana, al telefono.

Esterno giorno: strade di un quartiere commerciale (Tuscolano). Roberto cammina, fermandosi ogni tanto ad osservare le vetrine dei negozi, che recano vistose indicazioni di saldi.
La Telecamera inquadra in soggettiva alcuni articoli esposti e i relativi prezzi, specie di negozi di abbigliamento maschile.

Interno giorno. Negozio di gioielli in argento in Piazza S. Maria Ausiliatrice. Stefano, il proprietario, è seduto alla cassa intento ad esaminare alcune fatture. Federico, il commesso, sistema nelle vetrine alcuni oggetti.

Roberto entra nel negozio e il suo sguardo vaga all’interno.

Roberto: Buongiorno.

Stefano (alzando gli occhi dai fogli): Buongiorno, posso aiutarla?

Roberto: Sì, vorrei comperare un regalo per un’amica.

Stefano (uscendo da dietro la cassa e avviandosi verso il piccolo bancone quadrato al centro del negozio): Ha già qualche idea?

Roberto: (ponendosi di fronte a Stefano): Sì, pensavo ad un orologio o ad un paio di orecchini.

Stefano (aprendo il vetro del bancone e cominciando a tirare fuori degli oggetti, in particolare degli orologi con il cinturino di maglie d’argento): Abbiamo degli orologi molto carini, in argento. Ne stiamo vendendo moltissimi. Il regalo è per una ragazza o per una signora?

Roberto: (osservando gli orologi che intanto Stefano ha disposto sul bancone): Per una ragazza. (indicando uno degli oggetti) Questo qui mi piace molto. Il cinturino è regolabile?

Stefano: No, ma se non va bene la sua amica può riportarmelo ed io posso levare o aggiungere delle maglie.

Roberto: (prendendo in mano l’orologino ed osservandolo meglio): Mi piace molto, quanto costa?

Stefano: Centodiecimila lire. Come vede è in argento ottocento, ed è quasi tutto fatto a mano. Viene dalla Thailandia, come la maggior parte delle cose che vede qui dentro.

Roberto: (poggiando l’orologio sul bancone): È molto bello, però pensavo a qualcosa di più economico.

Stefano: Purtroppo il prezzo degli orologi è più o meno questo. Però posso farle vedere degli altri oggetti, degli orecchini o dei bracciali.

Roberto: Sì, penso che degli orecchini potrebbero andare bene.

Stefano (rivolgendosi a Federico che armeggia ancora vicino ad una vetrina): Federico, mi prendi degli orecchini con le ametiste, con i topazi e con la corniola? (rivolgendosi a Roberto) La sua amica è bionda o bruna?

Roberto: Bionda.

Stefano (riponendo gli orologi): Allora credo che degli orecchini con le pietre viola o azzurre potrebbero starle bene.

Federico (arrivando con gli orecchini e poggiandoli sul bancone): Eccoli (rivolgendosi a Roberto) Le piacciono così piccoli o ne vuole vedere di più grandi?

Roberto: Ne vorrei vedere qualche paio con il pendente.

Federico: La sua amica ha il buco alle orecchie?

Roberto: Sì, sì.

Federico si allontana per prendere altri orecchini.

Stefano: Le piacciono quelli con il topazio?

Roberto: Sì, ma preferisco questi con l’ametista.

Stefano: Il viola va molto di moda quest’anno.

Roberto: Quanto costano?

Stefano (guardando il cartellino): Sessantamila lire.

Federico (ritornando con altre due paia di orecchini): Questi sono tra i più belli che abbiamo.

Roberto (prendendo un paio di orecchini molto elaborati che gli porge Federico): Sono molto belli, ma non credo che piacerebbero alla mia amica. Sono troppo vistosi. Penso che prenderò quelli con l’ametista. (rivolgendosi a Stefano) Posso fare una telefonata?

Stefano: Urbana?

Roberto: Sì, certamente.

Stefano: Prego, si accomodi (indicandogli il telefono che si trova vicino alla cassa).

Roberto si avvicina al telefono mentre Federico e Stefano ripongono alcuni oggetti nelle vetrine. Sul bancone restano gli orecchini con l’ametista.

Roberto (al telefono): Pronto?

Amica (al telefono Fuori Campo): Pronto.

Roberto: Ciao Luciana, sono Roberto. Sto comperando il regalo per Francesca.

Luciana (al telefono FC): Ciao, Roberto. Hai trovato qualcosa di adatto?

Roberto: Sì, credo di sì. Un paio di orecchini d’argento con la pietra viola. Volevo chiederti se ne ha già un paio simili.

Luciana (al telefono FC): No, non credo. Non glieli ho mai visti indosso.

Roberto: Secondo te le piacciono?

Luciana (al telefono FC): Sì, lei porta solo gioielli d’argento. Non le piace l’oro.

Roberto: Allora li prendo. Grazie Luciana, ciao.

Luciana (al telefono FC): Ciao Roberto, a presto.

Roberto (a Stefano riagganciando): Grazie.

Stefano: Prego.

Roberto: Mi devo proprio comprare un cellulare.

Stefano: Allora gli orecchini vanno bene?

Roberto: Sì. Mi può fare un piccolo sconto?

Stefano: Veramente non sarebbe previsto.

Roberto (sorridendo): Ma siamo in periodo di saldi…

Stefano (porgendo gli orecchini a Federico che comincia ad incartarli): Sì, ma gli orecchini non seguono le stagioni. Comunque va bene, facciamo cinquantacinquemila.

Roberto: Va bene, grazie.

Federico: Pacchetto regalo, vero?

Roberto: Sì, grazie.

Stefano emette lo scontrino e porge pacchetto e scontrino a Roberto.

Stefano: Ecco a lei.

Roberto (pagando): Grazie ancora, e arrivederci.

Stefano e Federico: Arrivederla.

Roberto esce dal negozio. Stefano torna a controllare i conti alla cassa e Federico si accinge a passare un panno sulle vetrine interne.
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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 4 – Puntata 6
Input testuale quarta lezione (sesta puntata)
Cercare lavoro
Personaggi: Klaudia, Impiegata

Interno giorno: In un’agenzia di collocamento

Klaudia: Sono venuta per cercare lavoro.

Impiegata: E lei come ha saputo di noi?

Klaudia: Tramite un amico.

Impiegata: Volevo chiederle una cosa: ma lei ha il permesso di soggiorno?

Klaudia: Sì.

Impiegata: Ha portato il suo curriculum, o vuole che glielo facciamo noi?

Klaudia: No, è meglio che lo fate voi.

Impiegata: Lei che studi ha fatto al suo paese?

Klaudia: Tre anni fa ho conseguito il diploma come perito informatico, poi ho cercato lavoro, non ho potuto lavorare in Albania perciò sono venuta n Italia, dove sempre tramite un’amica, ho trovato un posto come baby-sitter.

Impiegata: Ha fatto soltanto la baby-sitter?

Klaudia: Soltanto la baby-sitter.

Impiegata: In regola?

Klaudia: Sì.

Impiegata: Si è andata già ad informare su cosa occorre qua in Italia per cercare lavoro? Se uno vuole trovare un lavoro più qualificato?

Klaudia: Sì, serve un contratto, m’hanno detto. Cioè serve praticamente qualcuno che mi dia un contratto per quel tipo di lavoro.

Impiegata: Corriamo un po’ troppo. Perché qua in Italia per lavorare in certe qualifiche ci vogliono dei diplomi che devono essere riconosciuti qui, allora prima cosa da vedere è se questo titolo che lei ha conseguito qua, qual è l’equipollenza nel sistema educativo italiano, la prima cosa. Bene, allora qua abbiamo già chiarito questa cosa della qualifica, lei adesso è iscritta al collocamento? No?

Klaudia: No.

Impiegata: No sa dove sta il collocamento?

Klaudia: No.

Impiegata: Ce l’ha il libretto di lavoro?

Klaudia: Sì.

Impiegata: Allora io la invito a frequentare i nostri corsi d’orientamento, che noi facciamo gratis, sempre, tutto gratis, dove noi spieghiamo alle persone, ai nostri utenti, quali sono le cose minime che deve sapere una persona quando va a cercare lavoro.

Klaudia: E quando si fa questo corso?

Impiegata: Lo facciamo una volta a settimana. Adesso io elaboro il suo curriculum e la invito al colloquio personalizzato. Grazie.

Si salutano stringendosi le mani con un sorriso.

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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 5 – Puntata 7
Input testuale quinta lezione (settima puntata)
Ricongiungimento familiare
Personaggi: Adolphe, Barbara e Pilar, dello sportello immigrati della UIL

Esterno giorno: Adolphe e Barbara, in campo lungo, camminano appaiati per strada, chiacchierando. Musica. Adolphe e Barbara ora sono in piano americano e la musica dissolve. Sono vicini al portone della Uil.
All’entrata, appena oltre la soglia dell’edificio.

Adolphe: Grazie Barbara, sei molto gentile ad accompagnarmi.

Barbara: Prego Adolphe. Sono felice di poterti aiutare. Sarebbe bello se tua moglie e tuo figlio potessero arrivare al più presto in Italia.

Adolphe: Sento molto la loro mancanza, sono più di sei mesi che non li vedo.

Barbara: Speriamo che oggi ci diano tutte le informazioni, così puoi iniziare a richiedere i documenti. Pensi di avere tutti i requisiti necessari per ottenere il ricongiungimento familiare?

Adolphe: Credo di sì. Sono solo preoccupato per il reddito, perché non ho capito bene quanto devo guadagnare. Fai anche tu attenzione quando ce lo diranno, così se non capisco qualcosa poi me lo spieghi.

Barbara: Certo, non ti preoccupare. Dai, entriamo.

Adolphe e Barbara entrano nel portone.
Escono di campo. Stacco
Ritroviamo Adolphe e Barbara fuori dalla stanza dove li attende Pilar.

Adolphe: Buongiorno signore. (dandogli la mano) Adolphe Nzobatinya.

Barbara: (stringendo la mano a Pilar) Buongiorno, Barbara.

Adolphe e Barbara si siedono e si svolge il colloquio

Pilar: Allora, in cosa posso esservi utile?

Barbara: Siamo qui perché Adolphe vorrebbe avere qualche informazione sui documenti che deve presentare per il ricongiungimento familiare.

Pilar: Vi dico subito che non è una cosa molto difficile. Ci sono due elementi essenziale: il reddito della persona che deve chiedere il ricongiungimento e la disponibilità di una casa di abitazione. Il reddito dev’essere rapportato al numero delle persone che devono essere ricongiunte. Adesso bisogna vedere lui (indicando Adolphe) quante persone intende far entrare in Italia per il ricongiungimento (piano d’ascolto: Adolphe annuisce), perché in base a quello si stabilisce il reddito che lui deve possedere.

Adolphe: Io ho un permesso di soggiorno regolare di validità di due anni... e ho un lavoro come interprete, ma é un lavoro part-time, quindi guadagno un milione e due al mese (piano d’ascolto: Pilar annuisce attento). Ho una casa in affitto... di due camere... abbastanza grande e volevo far venire qua in Italia mia moglie e mio figlio.

Pilar: Io penso che da quello che dici e dal reddito che dichiari, penso che sia possibile... e anche dalle dimensioni dell’abitazione che tu dici di avere, penso che si possa già avviare la procedura di ricongiungimento familiare. Procedura che va avviata nell’ufficio stranieri della questura... Ritirare lì la domanda perché va compilata con tutti gli elementi che richiede: di chi vuole ... chi chiede il ricongiungimento delle persone che devono entrare in Italia. Quindi da lì si parte per la parte che tocca all’Italia, poi in patria, i familiari che devono ricongiungersi devono procurare ... produrre la documentazione, a dimostrazione, nel caso tuo del matrimonio esistente, il certificato della nascita del bambino, dello stato di famiglia ... Tutti tradotti in lingua italiana. Portati insieme al nullaosta che dovrà rilasciare la questura. E con questa documentazione che esibiscono all’ambasciata italiana con il passaporto ottengono il visto d’ingresso che consente loro poi di avere il permesso di soggiorno della stessa tua validità, e che consente poi alla moglie, se ha volontà di lavorare, di iscriversi nelle liste di collocamento, e di poter lavorare tranquillamente in Italia. Quindi direi che non è una cosa molto difficoltosa e che si può arrivare ad una conclusione molto rapida.

Adolphe: Tutto chiaro. La ringrazio.

Pilar: Prego.

Barbara: Grazie.

Pilar: Prego.

(Adolphe e Barbara si alzano, escono dalla stanza, mentre Pilar torna alle sue carte. Stacco. Adolphe e Barbara camminano fino all’uscita)

Barbara: Ora sei più tranquillo Adolphe?

Adolphe: Non molto. Ho capito che sarà proprio difficile far venire qui la mia famiglia.

Barbara: Non ti preoccupare. Vedrai che ci riusciremo. Andiamo a casa a compilare i moduli.

(Avviandosi verso casa Adolphe e Barbara escono di campo. Nero).

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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 7 – Puntata 9
Input testuale settima lezione (nona puntata)
All’ufficio postale
Personaggi: Adolphe, impiegato/a delle poste, signora in fila

Esterno giorno: Adolphe cammina per strada con una cartellina in mano, imbocca una piccola discesa, arriva di fronte all’ufficio postale di Via Adriano Fiori a Roma, tira fuori dalla cartellina una bolletta da pagare, la guarda sospirando ed entra.

Interno giorno: L’interno di un ufficio postale con un po’ di fila agli sportelli. La TC inquadra una serie di scritte, targhe, cartelli presenti nell’ufficio postale. Adolphe si mette in fila subito dietro ad una signora con un fascio di bollette in mano.

Signora in fila: (rivolta ad Adolphe) Certo che queste bollette sono sempre più care…

Adolphe: (Mostrando alla signora la sua bolletta della luce) Guardi signora, trecentomila lire di luce. (scuotendo la testa) Non so come è possibile…

Signora in fila: A casa ha lo scaldabagno elettrico?

Adolphe: Si, ho lo scaldabagno elettrico.

Signora in fila: Ah, allora è quello. Consuma moltissimo. Le consiglio di farsi installare uno scaldabagno a gas.

Adolphe: Lo farò senz’altro. Ho bisogno di risparmiare un po’.

La signora arriva allo sportello, sbriga le sue pratiche, saluta sorridendo Adolphe.

Signora in fila: Arrivederla, e si faccia cambiare lo scaldabagno.

Adolphe: Arrivederci. Buona giornata.

Signora in fila: Grazie, anche a lei.

Adolphe allo sportello.

Adolphe: Mi scusi, dovrei pagare questa bolletta.

Impiegata: Prego.

L’impiegata esegue l’operazione e restituisce la bolletta ad Adolphe.

Impiegata: A lei

Adolphe: Grazie. Mi scusi ...

Impiegata: Dica

Adolphe: Vorrei qualche informazione su come aprire un libretto postale.

Impiegata: Guardi, è molto semplice. Dobbiamo riempire questo modulo con il suo nome, cognome e codice fiscale. Mi dovrà presentare un suo documento

Adolphe: Quale documento?

Impiegata: Il documento potrebbe essere un passaporto, una carta d’identità, una patente, e se è sprovvisto del codice fiscale, mi presenta il suo permesso di soggiorno qui in Italia.

Adolphe: (con i moduli relativi al libretto postale) Mi sembra chiaro, la ringrazio molto. Tornerò con il modulo compilato.

Impiegata: Benissimo, l’aspettiamo. Arrivederla, buongiorno.

Adolphe: Arrivederci.

Adolphe esce dall’ufficio postale.

Impiegato: Allora a presto

Adolphe esce dall’ufficio postale. Lo vediamo allontanarsi. Ultima inquadratura sull’ufficio postale.
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Lezione 8 – Puntata 10
Input testuale ottava lezione (decima puntata)
Cena tra amici
Personaggi: Roberto, Simona,   la padrona di casa  , Silvia, Emilio,   l’amico in ritardo.

Interno sera: intorno ad una tavola apparecchiata per quattro, sono sedute tre persone, Roberto, Simona e Silvia, intente ad un brindisi. Nei loro piatti c’è una fetta di dolce, sul tavolo il resto della torta, alcune bottiglie, e, in genere, i segni che indicano che si è consumato un pranzo. Il coperto del quarto posto è intatto.

Silvia: (toccando il bicchiere di Simona con il proprio) Auguri Simona, sono sicura che il tuo nuovo lavoro ti piacerà moltissimo.

Simona: Grazie, penso di aver avuto fortuna a trovarlo.

Roberto: (brindando a sua volta con le due ragazze) Auguri Simona, quando comincia esattamente il tuo nuovo impegno?

Simona: Domani, e spero di adattarmi velocemente. È la prima volta che affronto un lavoro in cui c’è il contatto diretto con il pubblico.

Silvia: (cominciando a mangiare il dolce) Sarà divertente. A te piace conoscere gente nuova.

Simona: (rivolta a Roberto) Vuoi ancora dello spumante?

Roberto: No grazie, vorrei un po’ d’acqua.

Silvia: (indicando con un cenno della testa il posto vuoto) Ma il tuo amico che fine ha fatto?

Simona: Emilio arriva tardi regolarmente, ma è così simpatico …

Silvia: (rivolta a Roberto) Tu lo conosci già?

Roberto: L’ho conosciuto qui, a casa di Simona. Veniva da un convegno di erboristi e mi ha regalato alcuni prodotti a base di erbe. È una persona molto gentile.

Simona: (guardando l’orologio) Ma adesso dovrebbe veramente essere qui.

Silvia: Certo che questo dolce è buonissimo.

Simona: (rivolta a Roberto) A te piace?
Roberto: Sì, mi piace molto. Lo fai spesso?

Simona: No, è solo la seconda volta che lo faccio.

(Si sente squillare un campanello)

Simona: (alzandosi) Forse è Emilio. Vado ad aprire. (Simona esce dalla stanza.)

Roberto: Come va il tuo corso di pittura?

Silvia: Bene grazie. È interessante e ci sono molte persone simpatiche.

Roberto: E hai più incontrato Claudia?

Silvia: Sì, la vedo quasi tutti i giorni.

(Simona ed Emilio entrano nella stanza. Emilio ha in mano una bottiglia di liquore dall’aspetto artigianale).

Emilio: (rivolto a Roberto) Ciao Roberto, come stai?

Roberto: Bene, grazie.

Emilio: (porgendo la mano a Silvia) Piacere, io mi chiamo Emilio.

Silvia: (stringendo la mano che le viene porta) Io sono Silvia, piacere.

Emilio:. Scusate il ritardo. (poggiando sul tavolo la bottiglia che ha in mano) Vi ho portato una bottiglia di limoncello veramente artigianale.

Simona: Grazie, ora lo assaggiamo. (indicandogli il posto apparecchiato) Prendi un po’ di dolce.

Emilio: (sedendosi) Sì, ne prendo volentieri una fetta.

Simona: (servendogli una fetta di dolce) Perché sei arrivato così in ritardo?

Emilio: Perché ho incontrato Adolphe. Mi ha chiesto di accompagnarlo a comprare tre CD di musica africana. E una volta entrati nel negozio, abbiamo perso tempo… (rivolto agli altri commensali) Quanto tempo è che siete arrivati?

Roberto: (ridendo e riempendogli il bicchiere di spumante) Circa due ore fa.

Silvia: Nel frattempo ci siamo mangiati anche il tuo pranzo.

Emilio: (sospirando) Peccato, questo mondo non ha comprensione per le persone sensibili all’arte…(alzando il bicchiere per brindare) Auguri per il tuo nuovo lavoro, Simona.
(Tutti alzano nuovamente il bicchiere)
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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 9 – Puntata 11
Input testuale nona lezione (undicesima puntata)
Al mercato
Personaggi: Roberto, Vittorio, Fiorella.

Esterno giorno: In un mercato rionale Roberto e Vittorio hanno fatto la spesa. Andando via dal mercato

Vittorio: Andiamo. Ah (fermandosi), abbiamo comprato tutto?

Roberto: Controlla la lista.

Vittorio: La controllo, (cercandola) dove l’ho messa? Scusami (passandogli la busta della spesa), la lista, eccola. Insalatina, mele, due chili di arance?

Roberto: Prese, anche i limoni. Hai trovato i carciofi?

Vittorio: Sì, sì, li ho trovati ma non li ho presi. Milleduecento lire l’uno!

Roberto: (incredulo) Dieci, dodicimila. Hai fatto bene a non comprarli.

Vittorio: E certo che ho fatto bene. E le uova?

Roberto: Dovevi prenderle tu.

Vittorio: No guarda scusa veramente dovevi prenderle tu. Lasciamo perdere, andiamo a cercarle.

(Mentre s’incamminano alla ricerca delle uova Vittorio urta Fiorella e le fa cadere una busta di arance)

Fiorella: Un po’ d’attenzione

Vittorio: Mi perdoni, mi scusi tanto... la distrazione. (Inginocchiandosi per aiutare Fiorella, rivolto a Roberto) Ma perché non m’aiuti?

Roberto: Aiutami prima te (indicando le buste che gli tengono occupate le mani).

(Fiorella comincia a raccogliere le sue arance, poi rivolta a Roberto)

Fiorella: Scusi, lei cosa c’entra? è lui che ha combinato questo guaio.

Roberto: (prendendo dalle mani di Fiorella un’arancia) Belle, dove le ha prese?

Fiorella: Ah, in un banco là in fondo. Io mi servo solo dalla signora Maria, ha della frutta e della verdura veramente speciali.

Vittorio: (passando le buste a Roberto e parandosi davanti a Fiorella) Ah, ma lei è una donna fedele, invece noi cambiamo sempre i banchi.

Roberto: Scegliamo quelli coi prezzi migliori.

Fiorella: Guardi la signora Maria ha le arance più belle e meno care di tutto il mercato. Pensi che queste costano solo duemila lire al chilo.

Roberto: Io queste (indicando le sue arance) le ho pagate solo mille e ottocento lire al chilo e mi sembrano belle come le altre.

Fiorella: Mah!

Vittorio: (confrontando le arance) Scusate queste mi sembrano più piccole di queste però.

Roberto: Io ho speso meno di lei.

Fiorella: Ah! Quando si tratta di spendere qualcosa di più, se la qualità c’è.

Vittorio: No, no, scusate, ma volete litigare per delle arance? Lasciamo perdere, prima presentiamoci almeno, io mi chiamo Vittorio (dando la mano a Fiorella) Piacere

Fiorella: (stringendo la mano a Vittorio) Fiorella

Roberto: (dando anche lui la mano a Fiorella) E io Roberto.

Fiorella: Piacere.

Vittorio: (rivolto a Fiorella) Ma lei viene spesso al mercato?

Fiorella: Ah, sempre. Cosa vuole è anche un’occasione per fare due passi all’aria aperta.

Roberto: Ha ragione. I supermercati sono comodi, ma manca l’aria. Qui invece...

Vittorio: Eh qui è meraviglioso, ma guardatevi intorno, ma che colori, è una gioia anche per gli occhi: il verde dell’insalata, il giallo delle banane, il giallo dei limoni, il bianco delle uova... (guardando con aria di rimprovero Roberto)

Roberto: (toccandosi la fronte) Le uova! Le avevo dimenticate. Quale banco ci consiglia?

Fiorella: Guardi...

Vittorio: (interrompendola) Scommetto che la signora ci vuole suggerire il banco della signora Maria.

Fiorella: Sì è vero, ma le uova che ha la signora Maria sono freschissime, perché lei ha le galline, vive in campagna.

Roberto: È fortunata, invece qui in città respiriamo il gas delle auto.

Fiorella: Vede che ho ragione? I prodotti delle signora Maria sono...

Vittorio: (completando la frase di Fiorella) sono i migliori di tutto il mercato!
(ridono tutti)

Fiorella: Però scusi è anche importante sapere cosa mangiamo.

Roberto: Giusto, mi ha convinto. Comprerò frutta e verdura solo dalla signora Maria.

Vittorio: (rivolto a Fiorella) Lei non si dimentichi di indicarci il banco.

Fiorella: Ha ragione. Sapete cosa faccio? Vi accompagno, perché a furia di parlare di uova, di frutta, di verdura, mi è venuta voglia di fare una bella frittata per questa sera.

(allontanandosi chiacchierando)

Vittorio: Ah, io le suggerisco una ricetta dell’Artusi... la conosce ...

Sfuma
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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 10 – Puntata 12
Input testuale decima lezione (dodicesima puntata)
Cosa facciamo domani
Personaggi: Fiorella, Yan, Vittorio, il marito di Fiorella

Interno giorno: Fiorella e Yan sono sedute sul divano del salotto, intente a chiacchierare davanti a una tazza di tè. Hanno accanto un giornale piegato.

Yan: Dov’è tuo marito?

Fiorella: È di là nel suo studio, deve finire un progetto. Senti ma questo tè che mi hai portato è squisito.

Yan: È tè verde cinese, è buono e fa bene, soprattutto al cuore.

Fiorella: (ridendo) Ah, ecco perché ti ho trovato così in forma.

Yan: Davvero? pensa che questo è il mio primo giorno di riposo dopo una settimana.

Fiorella: Certo che il tuo lavoro di giornalista è davvero pesante eh?

Yan: Vedi, ieri ho fatto un’intervista e domani inizierò una nuova inchiesta. Però il mio lavoro mi piace.

Fiorella: Questa è la cosa importante. Senti Yan, ma quando avrai una sera per venire al cinema con me?

Yan: Te lo dirò domani, perché stasera ho già una cena di lavoro. Ma c’è qualche film interessante?

Fiorella: Non lo so. Ma io ho voglia di un film romantico, una grande storia d’amore... cosa ne pensi? (ridendo)

Yan ride. Entra Vittorio, il marito di Fiorella

Vittorio: Io penso che il film romantico lo andrai a vedere con Yan, non insieme a me. Ciao Yan, come stai?

Yan: Bene grazie e tu?

Vittorio: Ah, un po’ stanco. Un po’ stanco, ho lavorato, però felice eh. Ho finito e domani consegnerò il lavoro... (rivolgendosi a Fiorella) Ah, hanno telefonato Laura e Antonio, hanno detto che arriveranno per il prossimo fine settimana e che una sera ceneranno con noi.

Fiorella: Ah, sai mi dispiace perché non troveranno delle belle giornate.

Vittorio: No? E come fai a saperlo?

Fiorella: L’ho letto sul giornale, scusate, alla pagina del tempo (aprendo il giornale) guardate qui “arriverà dell’aria fredda dal nord Europa”. Vedi è nella stessa pagina dell’oroscopo.
Ridono

Vittorio: Ah, adesso capisco eh. Yan non mi dirai che anche tu credi all’oroscopo?

Yan: Beh, io ci credo e non ci credo, comunque lo leggo sempre, non si sa mai.

Fiorella: Tu sei Acquario, vero?

Yan: Nel vostro oroscopo credo di sì. In quello cinese sono… Scimmia…

Fiorella: Scimmia? ma anch’io sono del segno della Scimmia, davvero, forse è per quello che siamo amiche.

Yan annuisce ridendo

Vittorio: Io invece sono del segno del Cavallo, splendido animale, elegante, ma sempre pronto ad abbandonare le situazioni che non gli piacciono, come questa.

Yan: Ma davvero te ne vai?

Vittorio: Ma no, sto scherzando. Vado a chiudere il computer e poi ritorno.

Fiorella: Non gli dare retta. Allora: Acquario, senti: “Vi attende una giornata fantastica. Troverete ciò che cercate da tempo. La Luna consiglia: audacia”. Non è male dai!

Yan: Beh speriamo. Ma il tuo cosa dice?

Fiorella: Scorpione: “Sarete insofferenti e desidererete modificare le vostre abitudini. La Luna consiglia: costanza”.

Yan: Allora: per migliorare devi essere costante. Vedi? Lo dice anche la Luna.

Fiorella: Lo so: ma non è la mia virtù migliore... capisci? mi chiedono sempre: (con tono canzonatorio) “devi essere costante, devi continuare a fare bene il tuo mestiere...”

Suona il telefono di Yan

Yan: (rispondendo al telefonino) Sì? ah sarà per un’altra volta. Arrivederci. (rivolta a Fiorella) Hai sempre voglia di vedere un film?

Fiorella: Ma sì certo, perché?

Yan: La cena è rimandata. Cerchiamo un bel film.

Fiorella: Ah, ma che splendida notizia. Senti (indicando il giornale), guarda questo. Questo mi hanno detto che è splendido. Cosa dici però, sarà pieno d’amore?

Yan: Certamente, s’intitola “Amore, amore”

Vittorio: (appena tornato) Ah, è perfetto (ironico).

Fiorella: Senti..., cosa dici, andiamo allo spettacolo delle otto e mezza o a quello delle dieci?

Yan: Andremo a quello delle otto e mezzo e poi andremo a prendere una pizza.

Fiorella: Ottima idea. Io ordinerò una quattro stagioni.

Yan: E io prenderò una margherita.

Fiorella: Sì però scusami, è tardi. Per arrivare in tempo al cinema dobbiamo prepararci ti pare? Andiamo? (si alzano Yan e Fiorella, poi Fiorella rivolta a Vittorio) Ciao tesoro non aspettarmi questa sera eh, ciao

Yan: Ciao, a presto eh.

Vittorio: Ciao.

Fiorella: (dalla porta. fuori campo) Ah, c’è una scatoletta di tonno nella dispensa.

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 11 – Puntata 13
Input testuale undicesima lezione (tredicesima puntata)
In cucina
Personaggi: Vittorio, Roberto e Stefania.

Interno giorno: Sul tavolo della cucina Vittorio e Roberto stanno preparando la ricetta per la cena. Stefania va e viene dai fornelli, che peraltro non vediamo.

Vittorio: Allora Roberto, mentre Stefania lessa le patate io ti detto la ricetta della torta salata, o meglio: della torta di patate ripiena. È una specialità napoletana. Scrivi.

Stefania: (si affaccia dal passavivande) Le patate sono pronte. (silenzio di Vittorio) Scommetto che devo pelarle io, vero?

Roberto: (alzandosi dalla sedia) Ti aiuto io!

Vittorio: No, no, no. No, ma figurati, ma figurati, lei pela benissimo le patate da sola. Tu mettiti qui seduto e scrivi quello che ti dico io. Allora...

Stefania: (in tono scherzoso) Vedi Roberto? Tutti i lavori più noiosi in questa casa devo farli io: pelare le patate, lavare per terra, scrostare le padelle … ah, sempre così (torna verso i fornelli).

Vittorio: (sempre in tono di scherzo) Ma perché sei bravissima a farlo. (strizzando l’occhio a Roberto) Mentre io... sono il maestro.

Roberto: Anche io me la cavo tra pentole e fornelli. Specialità peruviane.

Vittorio: Ah benissimo, allora vuol dire che dopo ci scambieremo le ricette.

Roberto: Volentieri. E so anche lavare i piatti. (indica Stefania) Mentre tu cucini io posso aiutarla.

Vittorio: No, no non avvicinarti durante la pelatura…no, no, stai qui e mettiti seduto e scrivi. Allora per un chilo di patate: due o tre uova, un etto di burro…anche un etto e mezzo; provola affumicata, che dà sapore, prosciutto cotto…eh, attenzione...

Stefania: Ecco le patate pelate, ancora caldissime.

Roberto: E le hai pelate così bollenti? Hai rischiato di scottarti.

Stefania: Oh, no, ho usato i guanti da cucina.

Vittorio: Presto, presto, presto, metti la zuppiera qui, presto, non possiamo perdere tempo, presto metti la zuppiera qui, benissimo. Passami lo schiacciapatate…, ecco molto bene, e comincia a tagliare un pezzo di burro. Non con questo, con l’altro (indicando un coltello). Ecco, così.

Stefania: (ridendo) Stai assistendo alla creazione del maestro.

Roberto: Sono emozionato.

Stefania: Che ne dite, vi porto un aperitivo?

Roberto: Si, grazie.

Vittorio: (intento ad impastare le patate) Si, si…Vedi Roberto, adesso schiacciamo le patate, va bene? anche con le mani, tanto ce le ho pulite, poi..., schiacciamo le patate, poi ci mettiamo il burro, me lo passi? ecco, poi..., ecco così, bene grazie, poi mi passi le uova, e poi versiamo tutto dentro così, ecco le uova, e poi sai..., metti a posto grazie, e poi bisogna girare, girare perché è tutto un lavoro di forza, di braccio forte. Hai capito? hai segnato questo? “Braccio forte” segnalo! Ricordati! E si gira, si gira, si gira. Allora sposta lo schiacciapatate da qualche parte e... sposta quelle uova che lì stanno in pericolo... e passami il parmigiano… parmigiano, ce ne vuole tanto di parmigiano…

Stefania: Ecco gli aperitivi (serve i bicchieri)

Vittorio: Oh...

Stefania: Prendi!

Vittorio: Ecco.

Stefania: Cincin, alla salute!

Vittorio: Cincin alla salute!

Roberto: Alla salute! Che buono, è frizzante!

(bevono)

Stefania: E secco: perché il vino frizzante deve essere secco! Io taglio la provola.

Roberto: Quanta ce ne vuole?

Stefania: Due o tre etti, credo, vero maestro?

Vittorio: (intento sempre a rimestare l’impasto) Uhm, uhm… Oh, allora Roberto scrivi che dopo metteremo prezzemolo tritato, un bel mazzetto e il prosciutto cotto tagliato. Va bene. Adesso però mettiamo il pepe. Dammi il pepe! Dov’è il pepe? Ah sta qui il pepe. Grazie, mettiamo...

Roberto: Il pepe fa male.

Vittorio: Lo so, ma ci vuole.

Stefania: Io qui ho finito eh.

Roberto: Adesso cosa facciamo, mettiamo tutto nell’impasto e mescoliamo con tanta forza?

Vittorio: Bravissimo! Un vero talento. E poi dopo il tutto andrà nel forno per circa un’ora…

Stefania: Guarda che Roberto è un cuoco eccezionale!

Vittorio: Ah si? Allora mettiti a impastare anche tu. Prendi il cucchiaio di legno e lavora!

Roberto: Ma io veramente…

Vittorio: Su, su, su, così ti rinforzi il muscolo del braccio, su. Un due, un due, forza gira...

Stefania: Mentre voi fate palestra io vado di là in cucina a condire la verdura: olio, aglio, limone e sale?

Roberto: (sbuffando) Si…a me piace molto la verdura all’agro (rimescola e sbuffa)

Vittorio: Bravissimo, gira, gira. Ma il sale l’abbiamo messo?

Roberto: Non lo so.

Vittorio: Assaggialo.

Roberto: (esegue) Uhm, è una delizia, anche così. Si sente il dolce della patata, il sapore della provola affumicata…uhm, il piccante del pepe…

Vittorio: Un vero poeta! eh?

Roberto: Però è insipido, manca il sale.

Vittorio: Va bene, ma noi ce lo mettiamo. Eccolo, pronto il sale. Gira, gira,... ecco così. Poi dopo tutto l’impasto lo mettiamo in una teglia, quella, lo copriamo con un velo di pangrattato e ci mettiamo dei fiocchi di burro in modo tale che una volta che si cuoce diventa tutto dorato, una glassa dorata, e dopo un’ora che è stato in forno, ce lo possiamo mangiare, eh?

Roberto: Buonissimo.

Vittorio: Buonissimo.

Roberto: Veramente buonissimo

Vittorio: Veramente buonissimo, prima però ritmo: gira, gira, gira, questo dentro (indicando un po’ d’impasto che esce dalla terrina).

(Dopo cena, i tre sono seduti a tavola e chiacchierano davanti a un caffè)

Roberto: Buonissima, veramente buonissima la tua ricetta.

Vittorio: Grazie. Hai segnato tutto sul quaderno?

Roberto: Si, certamente.

Stefania: Scusa, ma perché la prossima volta non ci prepari un piatto peruviano?

Roberto: Molto volentieri.

Vittorio: Ah, io adoro il Chili.

Stefania: È messicano…

Vittorio: Il pollo Tandoori...

Stefania: È indiano!

Vittorio: Gli spaghetti di soia...

Stefania: Sono cinesi!

Vittorio: Lo so, ma sono i piatti che preferisco!

Stefania: Scusa, ma Roberto viene dal Perù, preparerà una specialità del suo Paese!

Vittorio: Ah…giusto e qual è il piatto nazionale del Perù?

Roberto: Dunque, è fatto con il pesce e si mette il limone, la cipolla e il pepe...

Vittorio: Il pepe? il pepe fa male.

Roberto: Ci vuole!

Ridono
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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 12 – Puntata 14
Input testuale dodicesima lezione (quattordicesima puntata)
DAL MEDICO
Personaggi: Vittorio, il medico; Fiorella, la segretaria; Klaudia, la paziente.

Interno giorno: Studio medico. Vittorio è seduto dietro alla scrivania e sta rispondendo al telefono.

Vittorio: Cara Signora Fiore, le sue analisi sono perfette. (…) Lei ha solo bisogno di tranquillità e di molto riposo eh? e un po’ di tempo da dedicare a se stessa (…). Lo so, lo so…è faticoso fare la casalinga… lo so. Deve trovare il tempo per fare delle passeggiate nel parco, va bene? e giocare con la sua nipotina… D’accordo? Arrivederci…

Mentre posa la cornetta entra Fiorella.

Fiorella: Dottore, è arrivata la signora Claudia… per la visita di controllo. Ecco la cartella clinica.

Vittorio: Aveva l’appuntamento la signora, vero?…

Fiorella: Sì.

Vittorio: Ah, signorina, ha telefonato per le radiografie del signor Bianchi?

Fiorella: Certo. Ho preso appuntamento dal radiologo e ho anche avvisato il paziente.

Vittorio: Benissimo, grazie.

Fiorella fa passare Klaudia che va a sedersi dopo aver salutato Vittorio.

Fiorella: Prego.

Klaudia: Buongiorno.

Vittorio: Buongiorno Come sta, signora? L’attacco di gastrite è passato, non è vero?

Klaudia: Certo, dottore!

Vittorio: Ha seguito la cura che le ho prescritto?

Klaudia: Sì e i bruciori forti sono passati.

Vittorio: Bene…

Klaudia: Ma qualche volta ho ancora un po’ di mal di stomaco (si tocca lo stomaco).

Vittorio: È normale, è normale, non è nulla di preoccupante. Dunque, lei doveva prendere delle pastiglie contro l’acidità e dello sciroppo… in che dosi?

Klaudia: Due pastiglie, una alla mattina e una alla sera, e un misurino di sciroppo venti minuti prima dei pasti principali.

Vittorio: Da domani può diminuire e prendere una pastiglia al giorno, diciamo la sera, va bene? Deve invece continuare con le stesse dosi di sciroppo.

Klaudia: Per quanti giorni?

Vittorio: Venti giorni ancora. Un piccolo sforzo…

Klaudia: Adesso sto bene anche se ho sempre paura di un nuovo attacco…

Vittorio: Sono molte le persone che soffrono di gastrite… i problemi di tutti i giorni, la vita frenetica, le preoccupazioni… Tutto questo debilita il nostro fisico, ma noi non ce ne accorgiamo, non ce ne rendiamo conto.

Klaudia: (annuendo) Lo so… più riposo e meno pensieri… ma non è possibile! E se poi non guarisco?

Vittorio: Guardi, se avrà un altro attacco con dolori forti, farà delle analisi e poi la manderò da un gastroenterologo… per il momento deve continuare la cura e vedrà che guarirà completamente.

Klaudia: Un’altra cosa: in questi giorni ho mangiato poco, non avevo fame… ho mangiato poco, o nulla!

Vittorio: E ha fatto male, saltare i pasti è un errore… Da domani deve riprendere a mangiare tutto quello che vuole, tranquillamente. Deve solo dimenticare per qualche settimana gli alcolici, se li prende – non li prende, meglio - il caffè e i cibi fritti.

Klaudia: Ma la gastrite non dipende da quello che mangio?

Vittorio: (scuote il capo sorridendo) Cara signora, niente fa male se preso nella giusta quantità…

Klaudia: Lei ha ragione ma provo un senso di debolezza, sono sempre stanca…

Vittorio: Un motivo in più per non digiunare! Lei è un’ipotesa, non lo deve dimenticare questo…

Klaudia: (annuendo) Infatti, ho la pressione bassa…

Vittorio: Infatti… non deve saltare i pasti… ma mangiare un po’ di tutto. (Prende il ricettario) Le prescrivo dei sali minerali e un complesso vitaminico che la rimetteranno in forze in poco tempo.

Klaudia: Quando vanno presi?

Vittorio: Allora… la compressa di vitamine è effervescente…

Klaudia: Quindi va sciolta in acqua?

Vittorio: Esatto, e la berrà durante il pranzo, mentre la bustina dei sali minerali, sempre sciolta in poca acqua, la prenderà durante la cena. Dopo pochi giorni scomparirà quel senso di stanchezza che lei sente, stia tranquilla… ma lei deve mangiare soprattutto, mi raccomando!

Klaudia: Ha ragione, dottore, ma vede, tra il lavoro, i bambini, la scuola… e poi questo spavento che ho preso con l’attacco di gastrite… il cibo è l’ultimo dei problemi sa…

Vittorio: Anche non mangiare è un problema… (si alza e tende la mano a Klaudia che a sua volta si alza) e una signora come lei deve fare di tutto per rimanere sempre bella e in forma…

Klaudia: (sorride felice e rilassata) Seguirò il suo consiglio… sa che sto già meglio?!

Vittorio: Brava: anche un piatto di spaghetti al pomodoro, il byrek, specialità albanese, sono un’ottima cura… vede signora, il cibo è gioia, è felicità, è vita, vita!

Klaudia: Anche questo incontro è stata un’ottima cura… sa, beh io sono una persona insicura, per me è importante aver trovato un medico simpatico come lei… che calma le mie paure… ecco parlare con lei è rilassante!

Vittorio: Grazie, grazie per il complimento…nel mio lavoro vede, è importante dare fiducia al paziente…

Klaudia: (ridendo) Allora, diciamo che lei è un medico…”paziente”, perché ha la pazienza di ascoltare!

Vittorio: Diciamo così.

I due ridono.

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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 13 – Puntata 15
Input testuale tredicesima lezione (quindicesima puntata)
Arredare casa
Personaggi: Vittorio, Fiorella, Adolphe

Interno giorno: In un appartamento Vittorio sta prendendo le misure nella stanza quando entra Fiorella seguita da Adolphe.

Fiorella: Guarda chi è venuto a trovarci?

Vittorio: Adolphe! Che bella sorpresa…

Adolphe: Passavo da queste parti e ho pensato di venire a bere uno dei vostri ottimi caffè… Disturbo? (indicando Vittorio che lavora)

Fiorella: Ma no! Dobbiamo fare spazio perché domani iniziano i lavori per l’appartamento.

Vittorio: Sto prendendo le misure perché cambieremo anche diversi mobili…

Adolphe: La vostra casa mi piace: è luminosa, i locali sono ampi. Che lavori farete?

Vittorio: Ma cosa ci fai lì in piedi? una sedia, ecco, siediti, accomodati.

Fiorella: Se hai 5 minuti, adesso ti racconto cosa abbiamo in mente…

Vittorio: Allora, cominciamo dal mio studio… (si avvia brandendo un metro) vieni, così vediamo dove mettere la scrivania nuova… (la MdP lo segue)

Adolphe: D’accordo…

Fiorella: (lo trattiene per la manica) Adesso ti preparo il caffè… Ah sai, ho pensato di buttare giù questo muro… Cosa ne dici?
Vittorio: (sulla porta) Ma come? Abbiamo deciso di non toccare i muri… bisogna solo cambiare la disposizione e l’arredamento… Adolphe, questo divano non ti sembra troppo grande?

Adolphe: Certo e poi con un modello più piccolo potete guadagnare dello spazio quaggiù…

Fiorella: No, il divano è perfetto! È un regalo della mamma…

Vittorio: Appunto! no, volevo dire che ora ci sono dei modelli nuovi, più… (si rivolge a Adolphe sperando in un aiuto)

Adolphe: Funzionali. E nello stesso tempo comodi… Potete anche spostare il divano sull’altro lato della stanza…

Fiorella: (convinta) Questa è una bella idea, mi piace!

Vittorio: (rilassandosi) Perfetto… io poi volevo cambiare anche il tavolo e le sedie: ho visto diversi modelli su una rivista che ho di là nello studio… tu aspetta qua che vado a prenderla (esce seguito dalla MdP).

Fiorella: (rivolta ad Adolphe) Ti preparo il caffè... Mia madre mi regalerà il tavolo con le sedie del suo salotto…

Adolphe: Capisco!

Vittorio: (rientrando) Ma sono mobili vecchi…

Fiorella: No, sono mobili antichi!

Vittorio: No, non mi piacciono le sedie di quel tavolo…le voglio diverse…

Adolphe: Siete sicuri di cominciare i lavori domani?

Vittorio: Sì, perché lo chiedi?

Adolphe: No… mi sembra di capire che lei (indica Fiorella) ama i mobili antichi mentre tu (indica Vittorio) preferisci le linee moderne, non è vero?

Vittorio: Ah sì io adoro le linee semplici ma comode… a tale proposito ho pensato per lo studio a dei mobili svedesi…Vieni, ti prego, perché ho un'idea... (esce).

Fiorella: Adesso ti preparo il caffè… ho pensato, lassù (indica i muri), di mettere una striscia in contrasto con la carta da parati, cosa ne pensi?

Adolphe: (finge di essere interessato) Bello!

Vittorio: (rientra) La carta da parati? (rivolto ad Adolphe) Mai! Sulle pareti ci vuole la tinta! Colori forti, decisi…

Fiorella: (ad Adolphe) No, no, voglio la carta da parati… a fiori: si pensa delle rose oppure dei rami di pesco… e poi alle finestre le tende, lunghe fino a terra, di velluto blu notte…

Vittorio: (ad Adolphe) Io detesto le tende, mi opprimono. Proprio un peso qua! dalla mia stanza dello studio io ho una vista... di un panorama bellissimo… ti prego vieni a vedere (esce).

Fiorella: Sì, andiamo… Ah, poi nel bagno ho deciso di mettere delle piastrelle colorate e una vasca nuova…

Vittorio: (ad Adolphe) Io adoro la doccia, è più rapida…

Fiorella: (ad Adolphe) Ma no! non c'è niente di meglio di un bagno in una vasca avvolti nella schiuma soprattutto se hai un bagno tutto colorato…

Vittorio: Bianco e nero! Il bagno deve essere tutto bianco e nero…essenziale ma elegante!

Adolphe: Sono sicuro che almeno in questo caso troverete un accordo: avete due bagni! (guarda l’orologio) Devo andare, si è fatto tardi…

Vittorio: Ma come, non volevi un caffè?

Adolphe: Sarà per un’altra volta…

Fiorella: Vieni a trovarci quando abbiamo finito i lavori…

Adolphe: (ironico) Certo! sono proprio curioso di vedere come sarà il vostro appartamento… avete delle splendide idee!

Vittorio: Davvero? Ti sono piaciute le nostre idee?

Adolphe fa un’espressione indecifrabile e molto ironica tipo “È ovvio!”

Fiorella: L’ho sempre detto che sei un ragazzo raffinato e di buon gusto!

Vittorio: E poi grazie! Ci hai dato dei suggerimenti straordinari… Ma come ti sono venuti?

(La scena termina con uno stralunato Adolphe incapace di reagire).

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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 14 – Puntata 16
Input testuale quattordicesima lezione (sedicesima puntata)
Sul posto di lavoro
Personaggi: Vittorio, ingegnere a capo di un’impresa; Sandra, la segretaria, e Adolphe.

Interno giorno: Sala riunioni di una ditta.

Vittorio: (stiracchiandosi, mentre la segretaria gli fa firmare delle pratiche) Certo che è faticosissimo dirigere un’impresa edile. (finisce di firmare e la segretaria si siede al suo posto).

Sandra: Per due firme, ingegnere?

Vittorio: Io lavoro meglio tra appalti, banche, avvocati, affari. Mi trovo a mio agio. C’è ancora qualcosa?

Sandra: Sì. Tra poco ha un appuntamento con Adolphe il pittore. Vuole dei chiarimenti per i due giorni non pagati.

Vittorio: E cosa c’è da chiarire? non ha lavorato…

Sandra: Non ha lavorato perché pioveva.

Vittorio: Quando non si lavora non c’è retribuzione, semplice.

Sandra: Le regole non sono queste, lei lo sa…

Vittorio: Sandra, qui si fa così, a modo mio… (si sente bussare alla porta). Avanti! (entra Adolphe) Oh, il carissimo Adolphe, Vieni, vieni, vieni.

Adolphe: Ingegnere, se permette… vorrei parlarle un po’ di…

Vittorio: Sì, dimmi, coraggio! Siediti innanzi tutto, stai seduto. E dimmi pure, coraggio. Coraggio ci vuole! Noi dobbiamo parlarci chiaramente, capisci, in questo modo si lavora meglio!

Adolphe: Ingegnere, se permette, volevo parlarle di quei due giorni non pagati: non è giusto.

Vittorio: Ah, sì? E io che cosa c’entro?

Adolphe: Lei è il mio datore di lavoro. È lei che paga.

Vittorio: Secondo te, io adesso do le paghe anche quando non lavora nessuno? Allora chiudo l’impresa così voi andate tutti in mezzo ad una strada. Eh!

Adolphe: Però, i diritti che tutelano i lavoratori sono intoccabili.

Vittorio: È giusto, tu hai dei diritti perché sei il più bravo, e lo sai. Vuoi un caffè?

Adolphe: (imbarazzato) No… grazie.

Vittorio: Quando scade il tuo permesso di soggiorno?

Adolphe: Tra un mese, ingegnere.

Vittorio: Ma tu non hai problemi: sei mio dipendente, sei assunto, quindi lo rinnoverai tranquillamente.

Adolphe: Cosa c’entra il mio permesso?

Vittorio: Lo sai cosa fanno alcuni datori di lavoro con quegli immigrati a contratto giornaliero?

Adolphe: No.

Vittorio: Li assumono solo per il breve periodo del rinnovo del permesso. Così si dice.

Adolphe: Ah, lo so. Questo perché noi dobbiamo dimostrare una continuità di lavoro e un certo reddito.

Vittorio: Bravo. Però, quei datori di lavoro, in cambio, vogliono soldi… così si dice.

Adolphe: Dagli immigrati? Ma è una ingiustizia questa!
Vittorio: Esattamente. E tu adesso vieni qui a fare una questione su due giornate di pioggia…

Adolphe: Io ho spese di affitto, di gas, di luce. Ho anche bisogno della paga di due giorni.

Vittorio: Basta così, io adesso devo andare. Ho da fare, non posso perdere tempo. Parla con Sandra e chiarirai tutto. (esce)

Adolphe: (si guardano per un attimo interdetti) Io mi licenzio.

Sandra: Lascialo fare, è tutta scena.

Adolphe: Purtroppo non posso neanche licenziarmi.

Sandra: Perché?

Adolphe: Perché il mio libretto di lavoro è affidato a voi.

Sandra: E allora?

Adolphe: Se io vado via, lo dovete ridare al Dipartimento del Ministero. E senza il libretto, lo sai, è complicatissimo trovare un nuovo lavoro.

Sandra: Ma no, Adolphe, adesso non è più così.

Adolphe: Ah, no?

Sandra: C’è una circolare della Direzione Generale del Ministero del Lavoro del… ecco la dovrei avere proprio qui… del 28 febbraio 2001. Ed è sulla parità di trattamento.

Adolphe: Che vuole dire?

Sandra: Che non c’è più differenza tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri. Cioè quando il rapporto di lavoro si interrompe, d’ora in poi, le ditte devono restituire il libretto anche al lavoratore immigrato.

Adolphe: Ah, questa è una buona notizia. Invece, come faccio per le due giornate di lavoro non pagate?

Sandra: È semplice: tu vai al cantiere e lì troverai sicuramente gli RSU.

Adolphe: Cosa?

Sandra: Le RSU cioè i Rappresentanti Sindacali Unitari. Sono lavoratori sindacalisti che ti indicheranno gli uffici competenti della Camera del Lavoro.

Adolphe: Ho capito, sono quelli del sindacato unitario. Ma io non sono iscritto al sindacato.

Sandra: Non fa nulla, loro assistono tutti i lavoratori senza distinzione.

Adolphe: Ti ringrazio molto, Sandra, mi sei stata di grande aiuto. Speriamo di vincere questa… come si dice? Vertenza?

Sandra: Ma ci riuscirai sicuramente anche perché l’ingegnere, in fondo, è uno che rispetta le regole. Senti Adolphe, ma da voi come si usa augurare buona fortuna?

Adolphe: A casa mia, qui in Italia, si dice in bocca al lupo! (ridono e si danno il “cinque”)

Sandra: In bocca al lupo allora (ridono intrecciando le mani)

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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 15 – Puntata 17
Input testuale quindicesima lezione (diciassettesima puntata)
In viaggio
Personaggi: Fiorella, Vittorio e Adolphe.

Interno giorno: Marito e moglie (Vittorio e Fiorella), un po’ provincialotti sono in una agenzia di viaggi davanti all’impiegato, Adolphe.

Adolphe: Benvenuti nella nostra agenzia di viaggio, signori. Io sono Adolphe, che cosa posso fare per voi?

Fiorella: Vede… abbiamo un problema… (commuovendosi)

Adolphe: (non capendo) Me ne parli, signora.

Vittorio: Eh… Nostra figlia, Elvira, si sposa.

Adolphe: Non mi sembra un problema. Che cosa posso fare per voi?

Vittorio: Vede, noi siamo venuti in questa agenzia di viaggi eh... perché ce ne hanno parlato molto bene, Dottore.

Adolphe: Grazie…Allora?

Fiorella: (Quasi piangendo) Dobbiamo organizzare il viaggio di nozze di nostra figlia.

Adolphe: (c.s.) Perfetto, parliamone! Che cosa ne dite di un bel viaggio all’estero?

Vittorio: (spaventato) No! No. Una cosa più semplice.

Fiorella: Ci scusi, Dottore ma non ne vediamo la necessità.

Adolphe: Se lo dite voi…Allora, rimaniamo in Italia.

Vittorio: Mhhh!! Si, è meglio.

Fiorella: Sa, il sogno di mia figlia è di andare a Venezia.

Vittorio: È una fissazione che ha da bambina.

Fiorella: Mia figlia, vede Dottore, è una ragazza all’antica, sentimentale, e dice che Venezia è una città molto molto romantica… lei che cosa ne pensa?

Adolphe: Ah, Venezia è molto bella, è stupenda, è fantastica. È la prima città che ho visitato quando sono arrivato dal Burundi.

Vittorio: Burundi... e dove si trova?

Adolphe: Burundi si trova in Africa centrale.

Fiorella: Ah, caspita! lei viene da così lontano e ha già visto Venezia? Io invece no, lui non mi ha mai portato da nessuna parte.

Vittorio: (come se fosse un vanto) Mai!

Adolphe: Peccato!

Vittorio: Eh... adesso per curiosità Dottore... quanto costa una settimana per due persone a Venezia?

Adolphe: Andiamo con ordine: come viaggeranno? In aereo?

Vittorio: (spaventato) No, no, eh...abbiamo paura! Ma... Dottore, ma a Venezia non si va con la nave?

Adolphe: Sì, anche. Si può fare una bella crociera nel Mediterraneo ma costa molto.

Vittorio: Ah no no no no no no! Non se ne parla, allora non se ne parla nemmeno!

Fiorella: (preoccupata) No, no no no con la nave no: in mezzo al mare 2 settimane! no no no no!

Adolphe: Allora col treno… oltretutto, è un viaggio bellissimo.

Vittorio: Mhh! E quanto dura il viaggio in treno? due giorni buoni eh?

Adolphe: No, che dice… da Roma a Venezia sono… un attimo solo... consultiamo l’orario (prende un orario dei treni) ecco: con l’Eurostar sono quattro ore e mezzo, invece con l’interregionale sono circa sei ore.

Vittorio: Eh che... Che ne dici?

Fiorella: È buono. è buono sì! e scusi Dottore, si viaggia solo la notte?

Adolphe: No, signora, di giorno. Il viaggio che ho fatto io è stato un viaggio bellissimo. Dal finestrino ho visto ho visto dei paesaggi stupendi.

Fiorella: Ah... è sì eh? e quali?

Adolphe: Le dolci colline dell’Umbria, la verde campagna toscana, le montagne dell’Appennino… fino ad arrivare all'Adriatico.

Vittorio: Mhh! Scusi, ma non ho capito niente.

Adolphe: Ecco, questa è la cartina dell’Italia. Siamo qui a Roma (indica) dobbiamo andare a Venezia ecco il viaggio che si fa. (a soggetto si indicheranno parole e luoghi)

Vittorio: Sempre per... quanto costa questo viaggio?

Fiorella: Ma sono cose da chiedere in questo momento? È il matrimonio di mia figlia eh... e faremo dei sacrifici.

Adolphe: Comunque esistono delle buone occasioni.

Fiorella: E a Venezia, che cosa c’è, cosa si vede?

Adolphe: (esperto) Eh, Venezia è tutta bella: Piazza San Marco, il ponte di Rialto, il Canal Grande, il Ponte dei sospiri…

Fiorella: Ah... è una città romantica... invece Andrea, il fidanzato di mia figlia, tuo genero, vuole andare a Firenze.

Adolphe: Anche Firenze è una città meravigliosa!

Vittorio: Ha visto anche Firenze?

Fiorella: Ma... ma quante città ha visto lei?

Adolphe: Ne ho visitate molte. Sia per lavoro che per curiosità, piacere.

Vittorio: E che cosa c’è a Firenze?

Adolphe: Anche quella è una città d’arte, ricca di monumenti… il Ponte Vecchio... gli Uffizi... la Piazza della Signoria…
Vittorio: Ah... e chi è questa signorina che sta negli uffici?

Fiorella: Sei sempre lo stesso! È una signorina che non ti riguarda.

Adolphe: Ma che cosa avete capito? (sillabando) Si-gno-ri-a.

Vittorio e Fiorella: Ahhhh!!!

Adolphe: È un’antica forma di governo di Firenze.

Vittorio: Oh! e... sempre per chiarire perché io sono uno preciso e lei lo sa... eh... quanto costa questo viaggio?

Adolphe: Un po’ meno che per Venezia: bastano due ore di treno e si possono trovare degli alberghi più economici.

Vittorio: Mi dispiace dirlo ma tuo genero Andrea ha ragione!

Fiorella: No no no è il viaggio di nozze di mia figlia: facciamo dei sacrifici ma deve andare a Venezia perché è romantica.

Vittorio: A Firenze! perché è economica!

Fiorella: (piangendo) È sempre stato un insensibile, non ha mai capito niente dei sentimenti.

Vittorio: E meno male! meno male! Chissà se no qua dove si va a finire!… e smetti di piangere!

Fiorella: Comunque ho deciso! La mia bambina andrà a Venezia!

Vittorio: La vede? Si fa sempre come dice lei! Va bene! a Venezia. Comunque grazie, grazie tante Dottore.

Adolphe: Non sono Dottore.

Fiorella e Vittorio: Non è Dottore? La faranno!!!!

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 16 – Puntata 18
Input testuale sedicesima lezione (diciottesima puntata)
La scuola dei figli
Personaggi: Fiorella, Vittorio e Klaudia.

Interno giorno: In un’aula scolastica Fiorella controlla dei fogli, Vittorio scrive seduto dietro alla scrivania.

Klaudia: (entrando) Eh... Scusate, devo essermi persa… ma è la prima volta che vengo nella scuola di mio figlio… Sono la mamma di Anton della terza C…

Fiorella: Ma certo, il nuovo arrivato… Prego signora, si accomodi. Buongiorno, io sono l’insegnante d’italiano e di educazione musicale.

Vittorio: Buongiorno, io sono invece l’insegnante di geometria, matematica e scienze. Molto piacere!

Klaudia: (rivolta a F) Mio figlio mi parla sempre di lei… anche se ha solo otto anni, ma da grande vuol fare il musicista!

Fiorella: Ma in effetti, è sempre molto attento durante le lezioni e mi pone delle domande interessanti.

Klaudia: Ah! Allora va bene a scuola ?

Vittorio: Certo, è anche molto simpatico! Comunque mi ricordo di aver letto che anche nell’altra scuola aveva delle buone valutazioni eh?

Klaudia: (prendendo posto) Sì, ma io mi preoccupo perché da poco abbiamo cambiato molte cose nella nostra vita e quindi Anton ha cambiato casa e scuola.

Fiorella: Già, mi ha detto che adesso ha una stanza tutta per sé.

Klaudia: Ma il bambino è anche passato al tempo pieno e quindi io volevo chiedere come si trova… ha dei problemi con i nuovi compagni...

Fiorella: Direi di no. Si è già fatto molti amici. Mi scusi, a proposito come mai questo trasferimento dai moduli al tempo pieno?

Klaudia: Perché fino all’anno scorso lavoravo solo la mattina e potevo passare tutto il resto della giornata con lui…

Vittorio: In effetti la sezione a moduli impegna i bambini tutte le mattine e solo due pomeriggi a settimana.

Klaudia: Eh infatti! Pero' è successo che dopo l’estate ho trovato un nuovo lavoro che mi occupa tutto il giorno.

Fiorella: Ah ora capisco! Così adesso lei può stare tranquilla perché suo figlio segue le lezioni della mattina, poi pranza alla mensa della scuola e nel pomeriggio continua le attività didattiche.

Klaudia: Certo e poi con il tempo pieno il sabato è libero e quindi possiamo andare a divertirci insieme al parco o alle giostre.

Fiorella: Ah! ma quindi lei non conosce neppure il terzo insegnante di base?

Klaudia: Eh no, e siccome lavoro... allora mi impegna molto questo lavoro e non ho mai potuto partecipare alle assemblee dei genitori. Pero' viene mio marito no?

Vittorio: Sì sì sì sì! e ci ha sempre dato degli ottimi suggerimenti! mi ricordo.

Klaudia: Eh sì, purtroppo è fuori per lavoro anche lui e così sono venuta io ma ho dovuto prendere un giorno di ferie.

Vittorio: Vede? Si capisce che Anton è un ragazzino molto seguito in famiglia eh ?, forse è per questo che nella nuova scuola non ha avuto problemi e si è subito...

Fiorella: Integrato!

Vittorio: Integrato ecco!

Fiorella: Sì sì

Klaudia: Beh veramente mi preoccupa un po’ la matematica. (ride) Anche per me era così alla sua età!

Vittorio: Bah! questo non è un problema! Forse è più portato per le materie letterarie, e va bene così.

Fiorella: (sfogliando un incartamento) Ma infatti! infatti guardi qui leggo che il terzo insegnante di base, quello che lei ancora non conosce e cioè l'insegnante di storia, geografia e studi sociali, scrive che suo figlio è un bambino attento, preciso.

Vittorio: Io direi che è anche molto sincero eh? perché in classe non si fa problemi... alza sempre la mano per chiedere delle spiegazioni.

Klaudia: Anche a casa fa sempre domande a me e a suo padre… Io però mi preoccupo perché non fa mai i compiti… lo scorso anno studiava tanto!

Fiorella: Ma signora i bambini iscritti al tempo pieno stanno a scuola tante ore… certo perché nel pomeriggio approfondiscono le materie studiate alla mattina e fanno le esercitazioni…

Vittorio: E poi non è logico che anche la sera si mettano a fare i compiti! Scusi eh? Vogliamo lasciargli il tempo di rilassarsi, giocare, divertirsi? eh?

Fiorella: E poi non dimentichiamoci che quest’anno hanno anche iniziato lo studio della lingua straniera…

Klaudia: Eh.... È vero, ma la scuola non deve diventare un incubo! Allora posso stare tranquilla?

Vittorio: Ma certamente cara signora . E poi vede Anton è un ragazzo vivace, intelligente

Fiorella: E portato per lo studio, anche quello della lingua straniera. Io lo so perché quest'anno insegno inglese e i bambini si divertono molto perché imparano le parole ascoltando le canzoni dei Beatles!

Klaudia: Ah... Adesso mi spiego perché mio figlio canta sempre “Yesterday”!

Vittorio: Vede, vede che non c'è da preoccuparsi, E poi le dirò di più, tra poco finisce il quadrimestre e lei leggerà nel documento di valutazione una serie di “buono” e “distinto”.

Fiorella: Già! Ma in educazione musicale avrà uno splendido “ottimo”.

Vittorio: E certo. È il suo cocco!

Klaudia: Non glielo dite ma vado a comprargli un regalo. La raccolta dei successi dei Beatles vi sembra una buona idea?

Fiorella: Ottima! Ma non è una scusa così, insieme ad Anton, si divertono anche i suoi genitori?

Klaudia: Eh! direi proprio di sì!

Vittorio: Perché scusate, diciamolo... Ci piacciono i Beatles eh ? No, vogliamo mettere "Yellow submarine"?

Fiorella: Ah! stupenda !

Klaudia:... we are living in a Yellow submarine

Fiorella, Vittorio e Klaudia: Yellow submarine

Vittorio: Eh direttore buongiorno scusi... no stavamo ripetendo la lezione d'inglese per... la signora per il bambino così a casa fa le ripetizioni...

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 17 – Puntata 19
Input testuale diciassettesima lezione (diciannovesima puntata)
In circoscrizione
Personaggi: Due impiegati: Vittorio e Fiorella; un utente: Adolphe.

Interno giorno: In circoscrizione un uomo parla con qualcuno al telefono, mentre accanto una donna pulisce gli occhiali

Vittorio: (al telefono) No! Ha partorito mia moglie? Non ancora… Non sono agitato, sono agitatissimo: dopo sette figlie femmine io vorrei un figlio maschio… eh! No no, non è possibile: sono qui in circoscrizione a lavorare, ti chiamerò io per avere notizie… Ciao, ciao, ciao… (termina la telefonata).

Fiorella: Scusa, ma potevate fare l’ecografia per sapere il sesso del bambino.

Vittorio: Non l’abbiamo fatta per avere il piacere della sorpresa. E poi, dopo sette figlie femmine deve essere maschio!

Fiorella: Va bene, va bene. Io comincerei la giornata di lavoro visto che fuori gli utenti aspettano.

Vittorio: Avanti. Avanti il primo! (entra Adolphe)

Adolphe: Buongiorno. Scusate, io abito in via Giuseppe Verdi, è questa la mia circoscrizione di riferimento?

Fiorella: Sì, sì, sì, dica pure.

Adolphe: Bene, io dovrei fare la domanda per un posto all’asilo nido. È questo l’ufficio?

Fiorella: Sì. Lei è fortunato perché di solito bisogna aspettare il bando per presentare la domanda.

Adolphe: Ah… e invece?

Fiorella: Il bando è già uscito, anzi sta per scadere… Suo figlio quanto tempo ha?

Adolphe: Tre anni e mezzo.

Fiorella: No, guardi è già troppo grande. Potrebbe iscriverlo alla scuola dell'infanzia. Per andare all’asilo nido dovrebbe avere meno di tre anni.

Vittorio: Mi scusi, sarebbe così gentile da dirmi una cosa: suo figlio è maschio o femmina?

Adolphe: Perché?… Ci potrebbero essere delle possibilità diverse?

Vittorio: No no no, assolutamente. È una mia curiosità.

Adolphe: È maschio.

Vittorio: Ah! E figlie, ne ha?

Adolphe: No, ma ne stiamo aspettando un altro: mia moglie è al settimo mese.

Vittorio: E aspettate una femmina chiaramente, no?

Adolphe: No… un altro maschio…

Vittorio: Un altro maschio? (rivolto a Fiorella) Ma non è possibile, a chi tanto e a chi niente! Io sbatterei la testa al muro!

Fiorella: Non esagerare. Aspetti, lei diceva che sua moglie è al settimo mese di gravidanza, vero?

Adolphe: (intimidito) Sì, perché?

Fiorella: Perché possono presentare la domanda per l’asilo nido anche quelle donne che sono già al settimo mese di gravidanza.

Adolphe: Ma che combinazione! Quindi potrei farlo già stamattina?

Fiorella: Certo, così può entrare subito in graduatoria, in lista.

Adolphe: E… cosa dovrei fare?

Fiorella: Lei deve compilare questo modulo. Poi allega l’autocertificazione dove specifica: che in data odierna sua moglie è al settimo mese; la composizione del nucleo familiare; il reddito della sua famiglia; la residenza e la sede del lavoro.

Adolphe: Anche la sede del lavoro?

Fiorella: Sì, perché lei potrà scegliere l’asilo nido o nella zona dove abita o nella zona dove sta il posto di lavoro di uno dei genitori.

Adolphe: Beh, mia moglie dovrebbe lavorare vicino casa, quindi…

Vittorio: Io, invece, vorrei sapere se mia moglie ha partorito o no. Sto fremendo…

Adolphe: E… quanto si paga l’asilo nido?

Vittorio: Una piccola quota mensile ma se avete un’assistenza da qualche ente pubblico l’asilo è gratuito.

Adolphe: Allora… a questo punto… vorrei fare la domanda… per iscrivere mio figlio all’asilo nido.

Vittorio: Vorrebbe o vuole?

Adolphe: (più intimidito) Vorrei nel senso che desidero fare la domanda!

Vittorio: E allora dica voglio, dica voglio, lei che può! … (tra sé o a tutti) Io, invece, dopo sette figlie femmine, vorrei un maschio. Anzi, lo voglio. Deve, essere maschio. (abbranca il telefono).

Adolphe: E io che posso fare?

Fiorella: Lo scusi è un po’ nervoso. Lei compili la domanda.

Vittorio: Pronto, sono io…allora ? È nato!…

Fiorella: È nato!

Adolphe: È nato!

Vittorio: È maschio?… no!

Fiorella: No!

Adolphe: No!

Vittorio: È femmina!… no?

Fiorella e Adolphe: No !

Vittorio: E che cos’è?… Due gemelle? Altre due femmine!! Sette e due?

Fiorella e Adolphe: Nove!

(Vittorio sviene)

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 18 – Puntata 20
Input testuale diciottesima lezione (ventesima puntata)
La galleria interculturale
Personaggi: Fiorella; Adolphe e Vittorio.

Esterno giorno: Fiorella aspetta Adolphe davanti ad un portone. Quando Adolphe arriva i due si salutano ed entrano nella galleria.

Galleria. Interno giorno: Il pubblico ammira i quadri. Fiorella e Adolphe, con in mano dei depliant, davanti ad una tela. Un po’ defilato, Vittorio scruta la tela con aria arcigna.

Adolphe: (rivolto a Fiorella) È un artista del Venezuela… Cosa ne pensi?

Fiorella: Mi piace… è interessante, bello!

Vittorio: (scuote la testa sempre guardando il quadro)

Fiorella: (rivolta a Vittorio timidamente) No? Lei non è d’accordo?

Vittorio: Non è bello… è bellissimo, meraviglioso! Guardate! (indica la parte alta del quadro) Quassù… la macchia di colore… questo giallo puro, essenziale!

Fiorella: (fa per intervenire ma Vittorio riprende, infervorato)

Vittorio: E quaggiù invece il segno grafico parte deciso ma poi si spezza!

Adolphe: (rivolto a Vittorio) Ci scusi se la lasciamo, ma vorremmo vedere il resto della mostra (prende F per un braccio e la porta via)

(Fiorella e Adolphe si avvicinano al quadro successivo)

Fiorella: (indicando Vittorio, ammirata) Quello è un critico d’arte!

Adolphe: (scettico) Come fai a dirlo?

Fiorella: Perché basta sentirlo parlare…

Adolphe: (ironico) Ah! Se qualcuno usa dei paroloni, allora è un critico d’arte!

Fiorella: Non volevo dire questo… ma siccome usa dei termini precisi …

Adolphe: Secondo me, quel tipo vuole solo far colpo su di te!

Vittorio: (si avvicina e comincia ad osservare il quadro, questa volta annuendo)

Fiorella: (rivolta a Vittorio indicando il quadro) Questo è bellissimo, vero?

Vittorio: (perplesso) Sì… ma qui l’artista si è fermato… la sua forza espressiva è stata interrotta… da qualcosa…

Fiorella: (con l’aria di chi capisce) Sono d’accordo: infatti qui il pittore ha usato solo colori scuri, bui, pessimisti! (annuisce ai due, soddisfatta).

Vittorio: (ammirato) Anche lei è critico d’arte?

Adolphe: (sbotta in una risata e si allontana, andando verso una scultura) Lo sapevo!

Fiorella: (imbarazzata rivolta a Vittorio) No, ma si figuri!

Vittorio: Ma non è possibile! Perché lei è così sensibile, conosce così bene il significato dei colori su una tela…

(Fiorella e Vittorio camminano e vanno verso la scultura, raggiungendo Adolphe)

Fiorella: Non sono un’esperta, però mi piace frequentare le mostre e vengo spesso in questa galleria…

Vittorio: Ma che combinazione! Anch’io amo queste mostre, come si può dire, etniche no? Io qui sono venuto per caso… non conoscevo questo spazio: è splendido!

Fiorella: Beh è anche un posto speciale (ai due, sfogliando i depliant che ha in mano): ascoltate! (legge) La Galleria Interculturale Permanente nasce dal desiderio di dar voce e, soprattutto, spazio ad espressioni artistiche di altre popolazioni. Qui si valorizzano i giovani e gli artisti del Sud del mondo che studiano e operano in Italia.

Adolphe: E poi questo spazio è aperto a tutti ed è gratis!

Vittorio: Sì insomma ho capito… questo è un luogo di incontro tra culture di diverse nazionalità…
Fiorella: Già e oltre le mostre vede, qui si svolgono seminari, dibattiti…per esempio, domani un giornalista presenterà il libro di un giovane scrittore straniero…

Vittorio: E lei ci verrà?

Adolphe: (fa a Fiorella l’occhiolino o un’espressione del tipo “Avevo ragione, no?”)

Fiorella: Sì… sono molto interessata alla letteratura contemporanea…

Vittorio: Ma che combinazione… ma ha notato quanti interessi in comune abbiamo: la pittura, i libri…

Adolphe: Eh, quando si dice il caso!

Vittorio: Vabbè io credo... Perché non prendiamo qualcosa al bar eh? Così ci mettiamo anche d’accordo per domani…

Fiorella: Sì, grazie! Ho proprio voglia di un caffè…

(Vittorio fa per parlare ma Adolphe lo interrompe)

Adolphe: Scommetto che anche lei adora il caffè, vero? (Vittorio annuisce, imbarazzato ) Che combinazione!

Vittorio: Per prendere uno buono, però, bisogna andare qui accanto, al Bar degli Artisti: fanno un caffè che è un vero capolavoro!

Fiorella: Grazie.

(Vittorio prende sotto braccio Fiorella e si avvia. Adolphe li segue imbronciato).

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 19 – Puntata 21
Input testuale diciannovesima lezione (ventunesima puntata)
Corso di formazione professionale
Centri di orientamento
Formazione superiore
Riconoscimento titoli di studio
prima parte

Personaggi: Adolphe, Fiorella, Vittorio

Interno giorno: Ufficio di un centro di orientamento e di formazione al lavoro. Fiorella è l’assistente sociale. Entra Adolphe per cercare lavoro. È seguito da Vittorio, misterioso figuro in occhiali neri e cappello.

Adolphe: Buongiorno.

Fiorella: Buongiorno, benvenuto al centro di orientamento e di formazione al lavoro. Io sono Fiorella, dica pure.

Adolphe: (parlando in francese) Buongiorno. Io mi chiamo Adolphe e cerco un lavoro.

Fiorella: Lei non parla italiano?

Adolphe: Si, lo parlo. Io mi chiamo Adolphe. È che... mi scusi tanto… sa, è che in famiglia…

Vittorio: (intromettendosi) Sì, sì, lo conosce benissimo. Ma è abituato in famiglia: l’italiano c’è chi lo conosce e chi no. Comunque, Adolphe, Adolphe eh? se permetti posso parlare io alla signora al posto tuo.

Fiorella: Lei chi è, scusi? State insieme?

Adolphe: Beh, veramente…

Vittorio: Beh, veramente ci siamo incontrati prima sulle scale e l’ho portato qui. E appena l’ho visto ho capito subito...

Fiorella: (interrompendolo) Va bene, va bene! Lei stia al suo posto e mi lasci parlare col signore.

Vittorio: Prego, prego, prego, Adolphe, di’ tu alla signora di che cosa hai bisogno, coraggio!

Adolphe: (a Vittorio) La ringrazio signore. (a Fiorella) Senta, signora, io…

Fiorella: (cercando di “generalizzare” il tu…)… Diamoci pure del tu, Adolphe… visto che qui ci conosciamo tutti, mi pare.

Adolphe: Grazie, non sopporto chi mi da subito del tu.

Fiorella: Ti capisco. Comunque volevo dirti, guarda che è importante per un immigrato conoscere e parlare l’italiano, perché così si possono trovare lavori migliori, si possono leggere i contratti ed evitare raggiri…

Vittorio: Ah, per questo ci sono qui io.

Fiorella: (fulminando con lo sguardo Vittorio)… evitare raggiri… e leggere come si deve la busta paga… perché in giro ci sono molti imbroglioni… (guardando Vittorio)

Adolphe: Meno male che ci sono i corsi di italiano gratuiti per stranieri.

Fiorella: Pensa, però, che c’è un filippino… cinquantenne, credo, che viene qui tutti i giorni a cercare lavoro…perché ne ha bisogno certo…ma non parla per niente l’italiano.

Adolphe: M’immagino che sia un problema di testa, soprattutto.

Fiorella: È chiaro. Ma noi del centro non diamo lavoro: noi informiamo, orientiamo: cioè insegniamo come si fa per trovare un lavoro. Per questo è necessario conoscere la nostra lingua.

Vittorio: È appunto in questi casi che intervengo io col mio aiuto, col mio supporto e le mie conoscenze.

Fiorella: Mi perdoni, si può sapere lei chi è?

Vittorio: Io sono un consulente.

Fiorella: Faccia il favore, si scosti. Per i supporti e le consulenze ci pensiamo noi. Dimmi pure Adolphe.

Vittorio: Va bene, va bene. Adolphe, di’ tu, di’ tu alla signora, di’. Noi poi ci parliamo, dopo.

Adolphe: Di che cosa dobbiamo parlare io e lei, non capisco?

Vittorio: Dopo… dopo, con calma, dopo. Adesso va’, va’. (si scosta)

Adolphe: Senti, Fiorella, io ho appena finito un lavoro e vorrei trovarne al più presto un altro.

Fiorella: Quando hai fatto l’ultimo giorno di lavoro?

Adolphe: L’altro ieri, lunedì

Fiorella: E cosa facevi?

Adolphe: Ho fatto il lavapiatti in un ristorante ma è durato solo i quattro giorni del ponte festivo, e poi…

Fiorella: Ascolta, sai fare qualcos’altro? Hai un curriculum?

Adolphe: Sì, eccolo (porgendole il curriculum).

Fiorella: Perfetto, così lo comunichiamo alle agenzie di collocamento, ti pare? Ah, senti, sei stato nella stanza di autoconsultazione?

Adolphe: Sì, e ho visto diverse offerte.

Fiorella: Bene, adesso compila questa scheda…

Adolphe: Grazie.

Fiorella: Senti, ma quel tipo inquietante chi è?

Adolphe: Non lo so. Anch’io me lo chiedo… Chi è?

Primo piano sul misterioso Vittorio intento a leggere il giornale, o così sembra, con gli occhiali scuri e il cappello. Musica da giallo.


Fine prima parte…

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 20 – Puntata 22
Input testuale ventesima lezione (ventiduesima puntata)
Corso di formazione professionale
Centri di orientamento
Formazione superiore
Riconoscimento titoli di studio
seconda parte


Personaggi: Adolphe, Fiorella, Vittorio

Interno giorno: Ancora nelle stanze dell’Ufficio del centro di orientamento e di formazione al lavoro, dove Adolphe sta compilando una scheda secondo le indicazioni di Fiorella, l’assistente sociale (vedi prima parte, lezione 19 – puntata 20). Primo piano sul tipo misterioso. Si avvicina ad Adolphe che compila la scheda.

Vittorio: Cosa stai facendo?

Adolphe: Sto per compilare questa scheda.

Vittorio: La penna ce l’hai?

Adolphe: Ce l’ho.

Vittorio: Ce li hai i documenti in regola? Perché io potrei aiutarti.

Adolphe: Ce li ho.

Vittorio: Il permesso di soggiorno?

Adolphe: Lei cosa sta tentando di fare?

Vittorio: Aiutarti, solo aiutarti.

Fiorella: (Arrivando al tavolo. Ha in mano dei fogli, o bollettini) Senti Adolphe, qui, ad esempio cercano un imbianchino.

Vittorio: Il mio assistito, qui, è un imbianchino specializzato.

Adolphe: Beh veramente…

Vittorio: Lascia fare a me, sei in mani sicure.

Fiorella: In verità nel curriculum di Adolphe, questo non è scritto.

Vittorio: ... Ha dimenticato di inserirlo ma lui ha una vasta esperienza.

(Fiorella e Adolphe si guardano perplessi)

Adolphe: Ma cosa sta dicendo? Guardi che io spero di fare qualcos’altro.

Fiorella: Qui, invece, cercano un elettricista.

Vittorio: (indicando Adolphe) Eccolo, è lui! Il migliore che ci sia sulla piazza, il più richiesto. Pensi che a volte dobbiamo addirittura rifiutare le offerte.

Fiorella: Ma sta scherzando? Prima ha detto che era un imbianchino professionista.

Vittorio: Sto per farle una rivelazione: Adolphe ha più qualifiche. Non lo dice per modestia.

Adolphe: Io la ringrazio dell’interessamento, ma a me ci penso da solo.

Vittorio: Bravo! (a Fiorella) Ha visto che personalità possiede?

Fiorella: In quest’altro avviso cercano un pizzaiolo… cosa mi dice?

Vittorio: E cosa le dico? No dico, eccolo qua il maestro della pizza!

Fiorella: Imbianchino, elettricista e…pizzaiolo?

Vittorio: In confidenza: lui ha un cugino napoletano.

Fiorella: Adolphe? Ma che mi sta dicendo?

Adolphe: (a Vittorio) Un momento! Fiorella se hai letto il mio curriculum avrai visto che sono laureato in ingegneria aeronautica, mi può servire a qualcosa?

Vittorio: Certo! Ci penso io: ti procuro subito un posto da dirigente in una grande ditta.

Fiorella: Per favore, stia zitto. Lei sta dicendo solo un sacco di sciocchezze!

Adolphe: Mi lasci parlare con la signora, la prego.

Fiorella: Allora, Adolphe, innanzitutto già possiamo indirizzarti verso i corsi di formazione superiore.

Adolphe: Che vuol dire?

Fiorella: Che frequentando questi corsi potrai avere una preparazione tecnico scientifica e quindi una qualifica elevata.

Adolphe: E i miei titoli di studio?

Fiorella: Per quelli dovrai richiedere una Dichiarazione di valore attestata dal Consolato italiano nel tuo paese.

Adolphe: Questo è un vero problema perché io sono un rifugiato politico e nel mio paese non posso tornare.

Fiorella: Capisco. E non c’è nessuno che possa farlo per te, anche di nascosto?

Adolphe: Eh, no: ci vorrebbe un agente segreto.

Vittorio: Eccomi qua. Sono qui per questo. Piacere, io mi chiamo Bondi. Giacomo Bondi. Agente segreto.

Fiorella: Sa cosa sto facendo? Sto per chiamare la polizia. Se ne vada o è peggio per lei.

Adolphe: Se ne vada, per favore.

Vittorio: Noi agenti segreti siamo degli incompresi…

(Fiorella e Adolphe lo guardano truci)

Fiorella: Allora?

Vittorio: … me ne vado, me ne vado… (a Adolphe)… amico, piacere... c’ha mille lire, perché c’ho famiglia numerosa: c’ho sei mogli e due figli... c’ho una moglie e sei figli…

Fiorella: Se ne vada!

Vittorio: Me ne vado... una sigaretta almeno...

Fiorella e Adolphe: Se ne vada!

Vittorio: Me ne vado... e che...


FINE

IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 21 – Puntata 23
Input testuale ventunesima lezione (ventitreesima puntata)
La cooperativa sociale
Personaggi: Adolphe, Fiorella, Vittorio

Interno giorno: Fiorella seduta sul divano, sta lavorando al portatile, Vittorio, seduto accanto a lei legge dei documenti. mentre Adolphe è seduto sul divano di fronte a loro.

Fiorella: (a Adolphe) Scusa, Adolphe, finisco di scrivere queste due ultime righe e sono da te. (finisce di scrivere) Ecco! Allora… hai fatto bene a passare: è un po’ che non ci vedevamo!

Vittorio: Abbiamo provato a telefonarti ma rispondeva sempre la segreteria telefonica, ma dov’eri?

Adolphe: In questo periodo ho lavorato parecchio…

Fiorella: Ah. e così hai preso una giornata di vacanza…

Adolphe: Magari! Purtroppo oggi non lavoro. Il mio lavoro di interprete è discontinuo: o si lavora come pazzi o si sta fermi, e non si guadagna. Voi, invece, cosa state facendo? (indica i fogli che invadono il tavolo)

Vittorio: Noi stiamo per cambiare vita… ci buttiamo negli affari!

Fiorella: (a Vittorio) No no, aspetta… non è proprio così. (a Adolphe) Devo presentare un progetto per aprire un asilo nido…

Vittorio: No, ancora l’asilo nido… ma no! ma non si fanno i soldi così… (a Adolphe) la mia idea è quella di aprire un bel negozio di telefonini…

Fiorella: Guarda, tu fai quello che vuoi, io continuo con la mia idea. (a Adolphe) Sai che molte madri hanno dovuto lasciare il posto di lavoro perché non sapevano a chi affidare i loro bambini?

Adolphe: Lo so, trovare un posto all’asilo nido è più difficile che vincere al lotto!

Vittorio: Vedi?

Fiorella: Esatto, esatto. Allora mi sono informata e ho scoperto che bastano pochi soci per fondare una cooperativa sociale…

Vittorio: Ma che cooperativa… che cooperativa... un bel negozio di telefonini, quello è il futuro. Basta andare in banca, chiedere un prestito e tutto è risolto…

Fiorella: (ridendo) Spiritoso! andare in banca... Ti ricordi quando abbiamo voluto acquistare l’auto quanti problemi ci fecero in banca per pochi milioni?

Vittorio: Ma questa volta io mi presento in veste di imprenditore… Vado lì con un bel sorriso, vestito elegante, cravatta in tinta, scarpe inglesi…

Fiorella: Guarda che per le banche non ha importanza “la veste” ma quello che uno già possiede: cioè nel nostro caso poco o nulla!

Adolphe: (a Fiorella) Scusa ma anche tu hai lo stesso problema: chi ti dà i soldi per avviare il progetto dell’asilo nido?

Fiorella: Una finanziaria…

Vittorio: (interrompendola) Giusto, giusto, non ci avevo pensato! Potrei rivolgermi a una finanziaria.

Adolphe: (stupito) Ma sono come le banche: vogliono garanzie!

Fiorella: No, no! Fatemi finire: allora una cooperativa si può rivolgere ad una finanziaria etica, che elargisce crediti specializzati per il no profit.

Adolphe: Molto interessante… ma cosa bisogna fare?

Fiorella: Ah dunque, ho preso informazioni. Dunque: la finanziaria etica verifica il progetto e se lo considera di interesse sociale anticipa alla cooperativa i soldi per avviarlo.

Vittorio: È tutto qui? E allora io butto giù subito un progetto per un negozio…

Adolphe: … di telefonini, abbiamo capito!

Fiorella: (a Vittorio) No, no, no. Sei tu che non hai capito: perché io parlavo di imprenditoria, sì ma di imprenditoria sociale, cioè quelle imprese senza fini di lucro che nascono per migliorare la qualità della vita di persone deboli e sole.

Vittorio: Ah, io ho sempre voluto migliorare la qualità della vita! Cominciando dalla mia.

Adolphe: (a Fiorella) Ripensavo a quello che hai detto… Senti, il mio lavoro di interprete e traduttore nelle carceri e nei tribunali è socialmente utile, no?

Fiorella: Direi proprio di sì!

Adolphe: Quindi potrei convincere i miei colleghi a unirci in una cooperativa… così possiamo gestire noi stessi il lavoro.

Fiorella: Ma certo, è una splendida idea! E poi, vuoi mettere? È di grande soddisfazione riuscire a realizzare un tuo progetto che è anche un servizio sociale…

Vittorio: (serio) Queste sono parole sante! e a tal proposito io ho trovato il mio slogan: il telefonino logora chi non ce l’ha! (Fiorella ride).

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Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 22 – Puntata 24
Input testuale ventiduesima lezione (ventiquattresima puntata)
Assistenza domiciliare e collaborazione familiare
Personaggi: Adolphe, Fiorella, Vittorio

Interno giorno: Vittorio, in pigiama, seduto sul divano, con una coperta sulle gambe, un po’ intontito osserva Klaudia che rassetta la stanza.

Vittorio: Ah Klaudia..., tu come ti trovi in questa casa? Bene no?

Klaudia: (sbrigativa) Non lo so, in queste due settimane ho talmente lavorato che non ho avuto il tempo di pensare.

Vittorio: Sei un’ottima cuoca, fai bene pulizie… resterai?

Klaudia: Devo ancora parlare con sua nipote del contratto. Non appena l’avrò fatto, prenderò una decisione.

Fiorella: (entrando) Zio…

Vittorio: Eccola!

Fiorella: È l’ora della passeggiatina. (a Klaudia con tono di comando) Katia, preparalo e portalo fuori.

Klaudia: Mi scusi ma le ho già detto che mi chiamo Klaudia.

Fiorella: (sbrigativa) Sì, sì va bene…

Klaudia: Signora, dobbiamo prima parlare del mio contratto…

Fiorella: Giusto, appena torni ne parleremo.

Klaudia: Preferirei adesso…

Fiorella: Va bene, allora siediti.

Klaudia: Anche perché è da due settimane che lei continua a rimandare.

Fiorella: (scocciata) Sì ma non ho certo perso tempo sai… (sventola dei fogli) Vedi? Ho preso informazioni sulle paghe del lavoro domestico e, ovviamente, ho ragione io. Allora Katia…

Vittorio: Klaudia!

Fiorella: … intanto ti elenco le tue mansioni (legge): dovrai spazzare, pulire con l’aspirapolvere, dovrai lavare e incerare i pavimenti, i mobili…

Vittorio: (indicando Klaudia) Lei sì che è una vera donna di casa, non come te!

Fiorella: Zio, per favore, non ti ci mettere anche tu! (fa per leggere) Dunque allora, poi dovrai lavare, stirare e rammendare…

Klaudia: (ironica) So bene quali sono i miei doveri di collaboratrice domestica, vorrei sapere invece se saranno riconosciuti i miei diritti!

Vittorio: Cioè la paga!

Fiorella: Lo so, zio, lo so! Ma, cara Katia, anche…

Klaudia: Klaudia!

Vittorio: Klaudia!

Fiorella: (li fulmina con lo sguardo) Dicevo che anche per la paga ovviamente ho ragione io. Perché vedi, (indica un altro foglio) qui è scritto che la paga oraria è di £10435 (lire diecimila quattrocento trentacinque) all’ora, che noi, ovviamente, arrotondiamo a 10000 (diecimila)…

Klaudia: No, guardi, quella cifra è sbagliata…

Fiorella: No carina, no, no. Leggi, leggi… (le passa il foglio)

Klaudia: È sbagliata perché riguarda una colf che lavora in una famiglia a ore… Lei invece mi ha chiesto di stare qui a tempo pieno.

Vittorio: (annuendo) Pienissimo.

Klaudia: Vede, in questa colonna ci sono i salari minimi di una collaboratrice convivente, cioè fissa.

Fiorella: Sì ma parliamo di 10.000 (diecimila) lire all'ora... quante ore lavorerai in una giornata? (minimizza) Due, tre? Bene, facciamo tre. Allora tre ore al massimo, fanno trentamila… Io ti darò settecentomila lire al mese e così saremo tutti contenti…

Vittorio: Sì, sì, io sono contentissimo… Mi farai compagnia?

Klaudia: Signora, il fatto che io debba lavorare non vuol dire accettare queste condizioni.

Fiorella: O, insomma, ma cosa pretendi? Hai la tua stanza, vitto e alloggio…

Klaudia: Lei mi deve mettere in regola. Legga bene…

Vittorio: Questa qui (indica Fiorella) legge solo quello che le fa comodo, “ovviamente”!

Klaudia: (legge) “Una colf deve essere assunta indipendentemente dall’orario di lavoro che effettua, anche per un’ora al giorno o alla settimana o al mese”.

Fiorella: (gelida) No, no, no. Mi costerebbe troppo… D’accordo, fai quello che vuoi, sai quante ne troverò come te

Klaudia: Non ho dubbi, il mondo è pieno di disperati. Vado a fare le valigie. (esce)

Vittorio: No! No! (Rivolto a Fiorella) Ricordati che i soldi sono i miei! Appena sarà uscita di casa, la rimpiangeremo.

Fiorella: Parla per te, zio. Io vado dal parrucchiere… (si avvia)

Vittorio: E la mia passeggiatina?

Fiorella: (fuori campo) Vorrà dire che oggi ne farai a meno.

Vittorio: E tu farai a meno dei miei soldi! Ti diseredo… ti toglierò dal testamento… (fa per alzarsi ma non ci riesce) Appena avrò trovato qualcuno che mi accompagni dal notaio! Katia? Klaudia? Eh... Madonna...

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Corso di Italiano per immigrati
Lezione 23 – Puntata 25
Input testuale ventitreesima lezione (venticinquesima puntata)
L’edilizia
Personaggi: Fiorella ,Adolphe e Vittorio.

Interno giorno: Casa di Fiorella - Fiorella e Adolphe sono seduti - Adolphe (operaio edile) è dolorante ad una spalla ma non ha niente di grave. Hanno ambedue un’aria drammaticamente afflitta.

Adolphe: È stato tremendo, è stato tremendo!

Fiorella: Ma adesso come va il dolore alla spalla?

Adolphe: Mi fa male ma non è un problema.

Fiorella: Se mi dici così mi fai preoccupare di più.

Adolphe: (pensando ad altro) No, no , te lo giuro, non mi fa tanto male…

Fiorella: Senti, fra poco arriva Giorgio… ti fiderai almeno del tuo medico curante, no? Ti controllerà la spalla e poi decideremo cosa fare… Adolphe, ma mi stai ascoltando?

Adolphe: Sì, sì… sono in ansia per il mio compagno Andres. Vorrei sapere come sta…

Fiorella: Ma insomma, com'è successo questo maledetto incidente, me lo vuoi spiegare?

Adolphe: Sai come sono i cantieri edili, no? Norme di sicurezza poche.

Fiorella: Diciamo pure che a volte mancano del tutto.

Adolphe: Appunto! Era circa mezzogiorno, un po’ prima della pausa. Andres stava sull’impalcatura del quinto piano, io stavo giù.

Fiorella: Ma l’impalcatura, era a norma di sicurezza? Aveva la ringhiera di protezione?

Adolphe: No. Andres ad un certo punto mi ha chiesto l’ultimo carico di sabbia, io gliel'ho mandato su…

Fiorella: Con la carrucola?

Adolphe: Sì.

Fiorella: E tu, avevi il casco?

Adolphe: Io sì. Gli altri non l’avevano messo.

Fiorella: (fa una smorfia di disapprovazione) Ah, me lo immaginavo. E allora?

Adolphe: (commosso per il ricordo della tragedia)… e allora… Andres ha fatto un movimento brusco… ha messo un piede nel vuoto… (non ha la forza di continuare)

Fiorella: Mio Dio… ed è… caduto… giù?

Adolphe: Sì… però nel cumulo di sabbia… che dici?… Forse la sabbia ha ammorbidito il colpo: respirava ancora…

Fiorella: (tesa, al limite della commozione) Sì, certo… è possibile… e tu?

Adolphe: Nella caduta, il secchio della sabbia mi è arrivato addosso, qui sulla spalla… poi abbiamo soccorso Andres… è arrivata l’ambulanza… e adesso sta al pronto soccorso.

Fiorella: (accorata) Ma perché tu non sei andato al pronto soccorso?

Adolphe: Visto che il tuo ufficio è qui, vicino al cantiere, ho preferito venire da un’amica.

Fiorella: Sì, certo capisco, ma, scusa se te lo dico, hai fatto una sciocchezza. Voi, sul lavoro dovreste essere assicurati, no? Avete diritto a un assistenza. (suonano alla porta) Questo è Giorgio, avanti!

Vittorio: (entrando assieme a Fiorella) Ciao Maria, ciao, Adolphe. Eccomi, allora Adolphe, Maria mi diceva per telefono che forse hai una spalla rotta.

Adolphe: No, non è rotta! Dimmi invece di Andres.

Fiorella: No, senti Giorgio, guardagli la spalla: secondo me gli fa molto male!

Vittorio: (Giorgio, con perizia esegue la visita)… Te la controllo io, è questa? Allora fa male? Dai vediamo… alza il braccio… Riesci ad alzarlo?… Fai questo movimento, quest’altro ancora… Va bene, va bene metti pure giù. Non mi sembra che ci siano fratture. Comunque, dopo ti porterò al pronto soccorso, va bene?

Fiorella: Allora, Giorgio… Andres? (attesa. Giorgio fa segno con la testa che non c’è stato nulla da fare) Oh, Dio mio, no! (si mette le mani sul viso)

Adolphe: (sconvolto) No, no! Aveva solo ventotto anni… aveva due bambine piccole… maledetti! (mani sul volto. Durante il racconto di Giorgio, la commozione, la pietà, la costernazione si disegnano sui volti di Fiorella e Adolphe).

Vittorio: È morto alle tre. Poi si è posto il problema di avvisare la moglie e ho dovuto incaricarmene io… ci sono andato… non abita lontano. Oggi è sabato e Andres avrebbe dovuto fare mezza giornata… la moglie era in pensiero; l’aspettava perché dovevano uscire per comprare un regalo alla figlia più grande: è il suo compleanno. Quando mi ha visto, ha capito qualcosa… io le ho detto che Andres era caduto… dal primo piano, non dal quinto… che era ferito… e che stava al pronto soccorso… le ho detto che l’avrei accompagnata all’ospedale… le bambine piccole… non capivano. Lei le ha chiuse a chiave dentro casa e siamo scesi per le scale… c’era tutta la gente del palazzo e lei strepitava in lacrime, a raccontare, disperata, che il marito era ferito… non ho potuto mentire più… e le ho detto: il cantiere… il quinto piano… il movimento brusco… lei si è asciugata le lacrime e mi ha chiesto: è morto?… Coraggio, le ho detto… è morto… è svenuta. È svenuta lì, sulle scale… non so… come se qualcuno, lassù forse, chi lo sa? avesse voluto dare una pausa, una pausa alle sue sofferenze…

"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per immigrati
Lezione 24 – Puntata 26
Input testuale ventiquattresima lezione (ventiseiesima puntata)
La ristorazione
Personaggi: Fiorella; Klaudia e Vittorio.

Esterno giorno: Fiorella e Klaudia sono sedute ad un tavolo di ristorante. Vittorio è il cameriere.

Fiorella: Sai, mentre ti aspettavo all’aeroporto ho incontrato la moglie di mio cugino, la quale stava partendo per Atene… non ci vedevamo da mesi!

Klaudia: Una bella combinazione!

Fiorella: Davvero, guarda!

Vittorio: (arrivando) Buongiorno, gentili signore. Benvenute al ristorante "La Terrazza". Scusate se vi ho fatto aspettare un po'...

Klaudia: Si figuri… Buon giorno a lei…

Fiorella: Buongiorno.

Vittorio: (guardando sul tavolo) Allora, vi leggo subito la lista dei menù.

Klaudia: Non importa. Non ci servirà, vero Fiorella?

Vittorio: (sorridendo) Perché? Conoscete già tutti i piatti che serviamo?

Fiorella: Le spiego: ho dei carissimi amici che mi hanno detto di aver mangiato qui la vera pizza napoletana.

Vittorio: Grazie per il complimento!

Fiorella: La mia amica Klaudia è appena arrivata dall’Albania e come benvenuto le voglio far gustare la specialità che ha reso Napoli famosa nel mondo.

Klaudia: Allora, mi volete spiegare qual è il segreto di questo piatto?

Vittorio: Cara signora... beh, comunque, prima di tutto gli ingredienti, che devono essere di qualità: l’olio…

Fiorella: La mozzarella…

Vittorio: … che deve essere di bufala, napoletana naturalmente.

Fiorella: I pomodori…

Vittorio: …I pomodori... che devono essere dei veri pelati, maturati al sole del Sud.

Fiorella: E ottima farina cui va aggiunta la giusta quantità d’acqua…

Vittorio: … in modo che l’impasto sia soffice. Intanto è stato preparato il forno…

Fiorella: … Che deve essere a legna, vero?

Vittorio: Rigorosamente… E qui entra in gioco l’arte del vero pizzaiolo perché la cottura determina il successo o l’insuccesso di tutto il lavoro…

Klaudia: Insomma, non è un semplice piatto… ma arte pura! Arte italiana…

Vittorio: Scusi ma in quale altro paese lei trova la mozzarella? O il basilico?

Fiorella: ( a Vittorio) Il basilico! Allora, siamo psicologicamente pronte per due meravigliose "Margherite".

Vittorio: Perfetto, le ordino a Yussuf, al quale riferirò che la sua fama di pizzaiolo si sta espandendo (fa per andarsene)

Klaudia: Yussuf? Non mi pare un nome tipicamente italiano!

Vittorio: Infatti è egiziano. Viene dal Cairo…

Fiorella: (ride) Straordinario! La pizza più buona della città viene preparata e infornata da un cuoco egiziano!

Klaudia: Sono ancora più curiosa di assaggiarla…

Vittorio: Quando Yussuf è arrivato in Italia era già un ottimo cuoco, poi qui ha seguito un corso per pizzaioli. È uno a cui piace sperimentare nuove ricette… è ricco di fantasia.

Fiorella: Insomma, lui è un vero e proprio artista dei fornelli!

Vittorio: Può ben dirlo… la sua pasta al forno è un vero capolavoro, al quale manca solo… la parola!

Fiorella: (sognante) Ecco una cosa cui non rinuncio: il buon cibo! Solo a sentire descrivere certi piatti, mi sento sazia…

Klaudia: Io invece ho una fame…

Vittorio: Scusate, corro in cucina per le ordinazioni. Vi servo degli antipasti…

Klaudia: … che sono stati preparati da Yussuf, scommetto!

Vittorio: Certo! Certamente! Vi servo le olive ascolane… (fa per andare poi torna) degli involtini di melanzane, alla cui ricetta lui aggiunge una fogliolina di menta, di mentuccia, che dà quel tocco di sapore… (vede lo sguardo affamato delle due). Basta, vado subito in cucina… altrimenti svenite qui per la fame!
"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per immigrati
Lezione 25 – Puntata 27
Input testuale venticinquesima lezione (ventiseiesima puntata)
L’artigianato
Personaggi: Klaudia, Vittorio e Fiorella

Interno giorno: In un negozio di artigianato etnico Klaudia e Fiorella discutono sull'acquisto da fare.

Klaudia: Ti vedo indecisa, Fiorella…

Fiorella: (guarda gli oggetti) Beh, questi oggetti di artigianato etnico sono meravigliosi… non potresti aiutarmi a scegliere?

Klaudia: Ma devi fare un regalo?

Fiorella: Uno dei regali, vorrai dire… già il mese scorso avrei dovuto comperare il regalo per l'onomastico di mia madre, poi c’è stato l’anniversario di nozze dei miei suoceri e oggi è il compleanno di mia nipote…

Klaudia: Beh, non dovresti preoccuparti: questo è il negozio che fa per te…

Vittorio: (arrivando) Non c'è che l’imbarazzo della scelta! Buongiorno, signorina Klaudia, buongiorno, io sono Vittorio…

Le due amiche salutano Vittorio, che si presenta.

Fiorella: Piacere io sono Fiorella. Da dove arrivano questi oggetti?

Vitttorio: Questi vengono tutti dal cosiddetto Terzo Mondo…

Fiorella: Perché “Il cosiddetto terzo Mondo”?

Vittorio: Vede, perché, in genere, noi occidentali abbiniamo questa espressione al sottosviluppo, mentre io vedo che osservando la bellezza di questi oggetti si intuisce l’alto grado di civiltà e cultura di queste popolazioni.

Fiorella: La ringrazio: se non me l’avesse fatto notare, non ci avrei mai pensato.

Vittorio: Ma, un momento, guardi per esempio questi gioielli in argento, questi sono lavorati a mano. Questo viene dall’India… questo dal Pakistan…

Klaudia: Che lavorazione raffinata. Bella questa pietra…

Vittorio: Ah sì questo è un cristallo di rocca e secondo gli esperti dovrebbe allontanare da chi lo indossa le energie negative.

Fiorella: È mio! Lo prendo …

(Vittorio si allontana)

Klaudia: È il regalo per tua suocera?

Fiorella: Direi che è il regalo “contro” mia suocera, sai a proposito di energie negative…

Klaudia: Sei una nuora senza cuore… la nostra amica Luisa dice che tua suocera è adorabile…

Fiorella: Ci credo, la sua è tremenda! Ma lo sai che mi hanno raccontato che il giorno del matrimonio quella strega si sarebbe avvicinata a Luisa che, ti puoi immaginare, stava entrando in chiesa al braccio del padre…

Klaudia: Tutta emozionata…

Fiorella: Appunto, si sarebbe avvicinata e la suocera le avrebbe sussurrato all’orecchio: “Guarda che oggi la persona più importante qua dentro è la madre dello sposo, cioè io”…

Klaudia: Ma dai…

Vittorio: (tornando) Io se permettete vorrei invitarvi ad ammirare questi oggetti in terracotta che vengono dal Messico, per la precisione dallo Yucatan.

Klaudia: Che blu luminoso…

Vittorio: Questo è il tipico colore dell’artigianato messicano.

Klaudia: (a Fiorella) Secondo me, come regalo per tua madre andrebbe bene.

Fiorella: Assolutamente no. Lei detesta tutte le tonalità del blu… Invece senta questo portacandele da dove viene?

Vittorio: Questo viene dall’Indonesia: ed è in ferro battuto, come può vedere.

Klaudia: Sarebbe un regalo perfetto per tua nipote…

Fiorella: Hai ragione, che bella idea... sì, sì…

Klaudia: Lei è davvero gentile Vittorio... Grazie per tutto il tempo che ci dedica…
Vittorio: Ma si figuri... ma guardi, è il mio lavoro! (a Fiorella) Mi piace farlo così... con amore. Invece, signora Fiorella le volevo far vedere questa maschera in legno d'ebano.

Fiorella: Ma sa che io so tutto di queste maschere: vengono usate nelle cerimonie, aiutano a scacciare gli spiriti maligni…

Vittorio: Guardi che si sta sbagliando.

Fiorella: Ma l’ho letto su un libro!

Vittorio: No, guardi oggi queste maschere hanno solo un uso decorativo… servono solo per arredamento…

Fiorella: Lei dice? Peccato…

Vittorio: Perché?

Fiorella: Avrei voluto appendere in casa una maschera anti - suocera!

"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per immigrati
Lezione 26 – Puntata 28
Input testuale ventiseiesima lezione (ventottesima puntata)
In fabbrica
Personaggi: Adele (Fiorella); Adolphe e Esposito (Vittorio).

Interno giorno: Nell'ufficio della loro azienda Adolphe e Adele parlano soddisfatti del loro lavoro.

Adele: Senti, nel verbale avrei aggiunto anche questa cosa, ascolta e dimmi se va bene.(leggendo un verbale) … e la Ditta AD&AD è anche specializzata in impianti elettrici ad energia alternativa… AD&AD: Adolphe e Adele (indicandosi e indicando Adolphe)… ancora non mi sembra vero che abbiamo messo su da soli quest’impresa. Quanti sacrifici, però…

Adolphe: … e domani festeggeremo il quinto anniversario della ditta!

Adele: Eh, in verità, sarebbe anche il decimo anniversario del nostro matrimonio!

Adolphe: (fingendo di non ricordare) Ah, Solo dieci? Mi sembrava che fossero di più. (ride)

Adele: Spiritoso! Allora sai cosa faccio scriverò sul verbale che sono dieci anni di matrimonio, così te ne ricorderai.

Adolphe: Va bene, va bene, andiamo avanti…

Adele: Allora senti: La Ditta AD&AD è pronta ad iniziare i lavori come da contratto e a terminarli nella data prestabilita… ecco, credo che così vada bene…

Adolphe: Ma non avevamo l’incontro con l’operaio specializzato che abbiamo richiesto?

Adele: E sì, hai ragione, il signor Esposito. In effetti, è in ritardo.

Adolphe: Ho letto le sue referenze mi pare che siano ottime. È proprio quello che ci serve.

Adele: Speriamo che decida di trasferirsi qui al nord. Sai viene dalla Campania, ha moglie e tre figli…
Adolphe: Beh, gli abbiamo promesso una paga superiore al suo livello e una casa per la famiglia.

Adele: Anche io ritengo che sia una giusta offerta, sai cosa faccio? Vado a far stampare il verbale. (va verso la porta, apre e si trova davanti Esposito). Desidera?

Esposito: Buongiorno, scusi, io sono Esposito avevo un colloquio con…

Adele: Prego, si accomodi e mi aspetti, torno subito. (va via e richiude la porta. Esposito entra discreto. Si siede accanto a Adolphe).

Adolphe: Salve!

Esposito: Chiudete… ciao!. Che faccio mi seggo qua… mi seggo così stiamo più vicini. Sono stanco, il treno… il viaggio... Tu pure aspetti per il colloquio?

Adolphe: Sì, da un bel po’. C’è un ritardo.

Esposito: Anch’io sono in ritardo… Io mi chiamo Esposito, tu come ti chiami?

Adolphe: Adolphe.

Esposito: Ah, Adolphe, bravo… ma tu capisci l’italiano? …

Adolphe: Sì!.

Esposito: Io vengo dalla provincia di Napoli, tu?

Adolphe: Da Milano.

Esposito: Come da Milano? Ma come fai a venire da Milano … Ah, o capito, nel senso che sei arrivato da Milano.

Adolphe: …Sì.

Esposito: Ah sì, sai io devo fare il colloquio perché sono operaio specializzato, settimo livello… tu invece sei manovale, no?

Adolphe: Beh, in un certo senso…

Esposito: E fanno il colloquio anche con te pure se sei manovale?

Adolphe: Perché no? Penso che sia giusto.

Esposito: (dopo una pausa di imbarazzo) E questo è il Nord!. Senti, ti volevo dire una cosa. Ma qui, chi comanda è una donna, quella signora?

Adolphe: Sì.

Esposito: Ah! Questo è il Nord… io credo che a volte le donne dirigenti siano meglio… e a volte siano peggio, però!

Adolphe: Uhm, Uhm …

Adele: (entrando) Eccomi, allora vi siete presentati? (si siede)

Esposito: Sì, sì. Mi scusi... Lei è la titolare della ditta AD&AD?

Adele: Si. AD sta per Adele e lui è mio marito, l'ingegnere Adolphe. L’altro AD.

Esposito: (assolutamente sorpreso, farfuglia) Ah… cioè… oh… mi scusi tanto, non volevo offenderla.

Adolphe: Non c’è problema. Allora, signor Esposito, noi abbiamo bisogno di lei, del suo prezioso lavoro. E conosce le nostre offerte. Cosa ne pensa?

Esposito: Buone sono buone, solo penso che il fatto che io mi debba trasferire qua… al nord… con la famiglia e lasciare il calore del sud… diciamo…

Adele: Senta, signor Esposito, noi stasera festeggiamo il quinto anno della nostra ditta, perché non viene anche lei?

Esposito: Ma, su due piedi… Veramente… scusate… avevo pensato di tornare subito… ho il treno prenotato…

Adele: Così conoscerà tutti i nostri dipendenti. Dieci sono del nord, ma tre vengono dal sud e si sono trasferiti qui con le loro famiglie.

Esposito: Va bene, mi avete convinto, accetto volentieri grazie, solo chiedo di fare una telefonata a mia moglie, altrimenti si preoccupa, sono meridionale, sa ci sono anche i bambini, ha capito… Senta, ingegnere, ma come ha fatto lei ad aprire un’impresa, qui?

Adolphe: Come abbiamo fatto Adele ed io! Adesso le racconto tutta la storia…


IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 27 – Puntata 29
Input testuale ventisettesima lezione (ventinovesima puntata)
Lavori stagionali
Personaggi: Fiorella; Adolphe e Vittorio.

Interno giorno: Adolphe è tornato nel Centro d’orientamento. Parla e chiede informazioni a Fiorella. Dietro Adolphe, un po’ staccato, si muove, sornione, il misterioso personaggio col cappello e gli occhiali scuri: Vittorio …

Adolphe: Ciao Fiorella, si può?

Fiorella: Al Centro d’orientamento si può sempre. Ciao Adolphe, come stai?


Adolphe: Eh, “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.


Fiorella: Complimenti! Vedo che sei preparato anche sulla poesia italiana…

Adolphe: Ė di Ungaretti. L’ho letta ieri sera e mi è piaciuta tanto.

Fiorella: Ma sbaglio, o sei un po’ giù di morale?

Adolphe: Eh, sì: sono di nuovo senza lavoro.

Fiorella: Mi spiace, ma sai che ho saputo che il tuo curriculum è stato ritenuto molto interessante, potrebbero chiamarti al più presto per un colloquio.

Adolphe: Questa è una buona notizia. Invece, che offerte ci sono in questo momento?

Fiorella: C’è richiesta di lavori stagionali.

Vittorio: Eccomi qua, pronti, a proposito! Salve!

Fiorella: È ancora qui lei?

Adolphe: Ma cosa vuole da me?

Vittorio: Tu sei un ragazzo in gamba e vai indirizzato. Io ti propongo un pacchetto di lavori stagionali: un mese di raccolta delle mele, un mese di raccolta delle pere, un mese di raccolta delle fragole…

Fiorella: Sì, certo... solo che ci si deve guardare dal caporale.

Adolphe: Ah già, il caporale.

Vittorio: Ma che caporale, io ti faccio colonnello! Tu vieni assunto da me per la raccolta dei pomodori. Mi porti una squadra di raccoglitori per i quali sarai pagato ottomila lire l’ora ciascuno.

Adolphe: E poi?

Vittorio: E poi... tu a loro gli dai quello che vuoi e quello che rimane è tutto guadagno tuo.

Adolphe: Ma sono ammesse tutte queste cose?

Fiorella: Certo, non sono cose regolari ma purtroppo è quello che accade.

Vittorio: Ma è così che si fa carriera e si fanno i soldi!

Fiorella: Senta, questa è istigazione a delinquere. Caro signore, se ne vada!

Vittorio: Me ne vado… me ne vado perché sono stato offeso…

Fiorella: Allora Adolphe, dunque se vai nella sala di autoconsultazione dovresti trovare delle richieste di lavoro come cameriere negli alberghi-ristoranti.

Adolphe: A questo sono interessato.

Vittorio: … un mio assistito, tunisino, mi ha raccontato che d’estate fa il cameriere sulla costa adriatica…

Fiorella: Uffa!

Vittorio: … lui è molto stimato e perciò lo pagano bene.

Fiorella: Uffa!

Vittorio: Io posso procurarti un lavoro come cameriere nel ristorante-albergo “Due stelle del mare”... Orario dalle cinque del mattino a mezzanotte. Dopo scendi nella discoteca adiacente, la famosa discoteca “Sabbia negli occhi”, servi ai tavoli, il lunedì e il mercoledì sostituisci il Disc Jockey e ti diverti pure! Fino alle cinque del mattino e poi torni su… il tutto per tre milioni al mese… esentasse… per quattro mesi. A me dai il venti per cento.

Fiorella: Uffa!

Adolphe: Uffa!

Vittorio: Sei interessato, eh? Ah, ho capito subito, te l'ho letto negli occhi che sei interessatissimo... Anch’io, al posto tuo, pensaci, lo sarei…

(Fiorella e Adolphe si guardano sconcertati e sconsolati)

FINE PRIMA PARTE
IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 28 – Puntata 30
Input testuale ventottesima lezione (trentesima puntata)
Lavori stagionali
Seconda parte
Rapporti di lavoro e tutela dei lavoratori
Personaggi: Fiorella; Adolphe e Vittorio.

Interno giorno: Sempre al banco del Centro (vedi lezione precedente). Adolphe sta consultando un foglio con le offerte di lavoro. Vittorio, circospetto, gli si avvicina…

Vittorio: Che cosa stai facendo?

Adolphe: Sto consultando le offerte di lavoro.

Vittorio: Mah! Chi vuole fare carriera non guarda quelle offerte…

Adolphe: Io sarei felice se lei mi lasciasse fare.

Vittorio: Ah, no una cosa cui non rinuncio è aiutare chi ha delle ottime qualità... e tu ce l'hai!

Adolphe: Sia serio, almeno una volta.

Vittorio: Io sono serissimo.

Fiorella: (arrivando con della documentazione) Ecco qua, vedi? I rapporti di lavoro tra le parti sono stati concordati tra imprese e sindacati: le regole esistono. Tieni, Adolphe…

Adolphe: Grazie!

Vittorio: Sinceramente? Penso che non servano a niente.

Fiorella: Me lo dimostri, caro signore!

Vittorio: Certamente, guardi che io sono stato in una ditta con un contratto di lavoro a tempo indeterminato ma non ero adatto per il lavoro fisso… eh, come dire, soffrivo troppo...

Fiorella: Ah, sì? E come è finita?

Vittorio: Mi hanno licenziato. Da allora ho cominciato la mia attività di lavoro autonomo, da libero professionista.

Fiorella: E lei sarebbe un libero professionista? Ma mi faccia il piacere!

Vittorio: Certamente: consulente del lavoro.

Fiorella: Ah sì. E cosa suggerisce ad Adolphe?

Vittorio: Niente contratti a tempo indeterminato…

Fiorella: Eh, certo... ormai sono diventati una rarità…

Vittorio: … solo contratti di lavoro interinali…

Adolphe: Sono gli unici che sto trovando!

Vittorio: … o giornalieri…

Adolphe: Non ne parliamo…

Vittorio: … o contratti di lavoratore autonomo con l'iva al dodici per cento.

Fiorella: Tutto questo lo sapevamo già.

Vittorio: … in modo che si possa cambiare spesso attività: sei tu che cerchi il lavoro e non è il lavoro che cerca te!

Adolphe: Guardi che lei non ci dice nulla di nuovo.

Fiorella: Prima di firmare un contratto, l'importante è capire chi rispetta le leggi e chi no.

Vittorio: E qui intervengo io, il consulente. Adolphe affidati a me: io ti proteggerò.

Fiorella: Ma per la tutela dei lavoratori, esistono i sindacati.

Vittorio: Sì, i sindacati… per piacere... Caro Adolphe, io ti tutelo, ti proteggo, ti faccio cambiare vita… basta soltanto che mi dai una piccola percentuale… fissa, mensile… io sono d'accordo...

Fiorella: Sì?

Vittorio: Sì?

Fiorella: Col lavoro interinale?

Vittorio: No, io gli faccio fare il caporale, ma che dico, il colonnello… ma che dico l’imprenditore…

Adolphe: … il presidente! Oh!

Vittorio: … pensa che il cugino della moglie del benzinaio che lavora sotto casa di un mio lontano parente, il quale… il quale mio cugino… sta nei servizi segreti, mi ha promesso un appalto per la costruzione di un capannone…

Fiorella: Adesso basta! Si tolga dai piedi!

Adolphe: Le posso dare del tu?

Vittorio: Sicuramente, devi!

Adolphe: Vattene! Va, va! Via!

Fiorella: Altrimenti chiamo la polizia!.

Vittorio: Questa è la riconoscenza, eh?… Tengo sempre due mogli e sei figli… cioè sei mogli e... ho due mogli e sei figli… se almeno …

Fiorella: E allora?

Vittorio: Me ne vado, me ne vado... no... cento lire... una sigaretta? Per mio cugino che stai ai servizi segreti e gli hanno impedito di fumare perché in ufficio non si può fumare, poi in servizio... me ne vado, basta dirlo. Però io al posto tuo ci penserei.

Adolphe: Vai, vai, vai...

Vittorio: L'imprenditore... me ne vado...

FINE
IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 29 – Puntata 31
Input testuale ventinovesima lezione (trentunesima puntata)
IL TURISMO
Personaggi: Vittorio, Fiorella e Adolphe.

Interno giorno: Fiorella e Vittorio sono seduti nella hall di un albergo in cerca di un cameriere per ordinare un aperitivo.

Fiorella: … Ma hai visto che in spiaggia c'era anche la signora Emma?

Vittorio: Eh… l'ho visto e sentito! Tutti quei bambini: insopportabili…

Fiorella: … la signora Emma è l'amante del cuoco dell'albergo e non solo… lo sanno tutti. E ha il coraggio di farsi vedere in spiaggia!

Vittorio: …tutti quei bambini che urlano, che schizzano acqua, che tirano sabbia…

Fiorella: Abbiamo proprio fatto bene a tornarcene in albergo. Che ore sono?

Vittorio: È mezzogiorno… prendiamo l'aperitivo?

Fiorella: Sì, sì… arriva il cameriere, chiedilo a lui. (entra Adolphe, i due lo scambiano per un cameriere).

Vittorio: Scusa… ma tu sei nuovo?

Adolphe: Sì, sono appena arrivato.

Vittorio: Ah, bravissimo, senti dobbiamo chiederti una cosa.

Adolphe: Arrivo subito, sto scaricando le valige. (Adolphe riesce dalla hall)

Fiorella: Ah, è il facchino. Chiamiamo un cameriere.

Vittorio: E perché? Anche lui ci può portare gli aperitivi. Aspettiamo che abbia scaricato…

Fiorella: (seccata) Scusa, ma questo albergo è proprio decaduto. Scusa, dai un facchino che serve al bar, ma si è mai visto?… Dove siamo arrivati?…

Vittorio: Cara mia, guarda che i proprietari non sono mica dei benefattori. Avranno ridotto il personale, fatto tagli, licenziamenti e quindi ognuno di loro fa più mansioni. Sai quanto gli costa uno di questi qua?… I contributi e le assistenze, la paga mensile… questi costano, pretendono anche… e allora ci vuole la flessibilità, la mobilità…

Fiorella: Speriamo almeno che faccia in fretta… (Adholphe rientra nella saletta e si accomoda in poltrona)

Adolphe: Eccomi. Volevate chiedermi qualcosa?

Fiorella: (sconcertata) Ma cosa fa?… Si siede?!

Vittorio: Non capisco… l'anno prossimo qui non si vede più, eh! … Ehm, giovanotto, noi vogliamo due aperitivi: uno alla frutta e l'altro un po' più tonico… frizzante… insomma alcolico.

Adolphe: Veramente dovreste rivolgervi al cameriere.

Fiorella: Ah, te l'avevo detto io, bisogna chiamare il cameriere, lui è il facchino.

Vittorio: Allora va bene, chiamaci il cameriere.

Adolphe: Gentili signori, forse c'è un equivoco. Io non sono il facchino.

Fiorella: Va bene, va bene… chiunque tu sia, per favore, portaci questi due aperitivi.

Adolphe: Io sono un cliente. Come voi. Sono qui in vacanza con la mia famiglia.

Fiorella: (molto sorpresa)… Ah! E come mai?…

Adolphe: Io lavoro qui in Italia come tecnico specializzato di una ditta. Ho voluto regalare una vacanza a mia moglie e ai miei bambini.

Fiorella: Al giorno d'oggi si vedono certe cose…

Vittorio: E tu… cioè, lei… da dove viene?

Adolphe: Dal Kenia.

Fiorella: Ah, i nostri amici Russi hanno una tenuta in Kenia. Li conosce… "Russi"…

Adolphe: Sa signora, il Kenia è abbastanza grande…

Vittorio: Eh, L'Africa, l'Africa… io trovo l'Africa un paese molto… molto affascinante, sa? Un paese ricco di… avventura,… mistero…

Adolphe: Lei c'è stato?

Vittorio: No, no. Ma ho visto il film "La mia Africa" e lì, le confesso, mi è venuto il mal d'Africa.

Adolphe: Capisco. Però "La mia Africa" è innanzitutto un libro di una famosa scrittrice danese.

Fiorella: Veramente? … E chi l'avrebbe mai detto…

Adolphe: Che l'autrice fosse danese?

Fiorella: No, che fosse un libro. Incredibile, nel film sembrava tutto così vero…

Adolphe: Signora, ma è tutto vero…

Vittorio: Ah, in questi giorni io non la lascerò un momento: dobbiamo raccontarci tutto dell'Africa.

Adolphe: Va bene, va bene… la ascolterò molto volentieri.

Fiorella: Ehm, senta: una cosa importante visto che è appena arrivato, stia attento alla signora Emma, è l'amante del cuoco dell'albergo!… Un tipino quella lì…

Vittorio: Oh, ma veniamo a noi… ma la capitale del Kenia è sempre… quella…la…

Fiorella: Bella donna eh… No perché bella donna é bella donna… (Fiorella continua a spettegolare).
IO PARLO ITALIANO”
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 30 – Puntata 32
Input testuale trentesima lezione (trentaduesima puntata)
IL MONDO DELL’ARTE
Personaggi: Vittorio, Fiorella e Adolphe.

Interno giorno: Adolphe sembra abbastanza spaesato dietro la scrivania di un ufficio casting. Dall’altra parte Vittorio e Fiorella sono seduti, il primo parla al telefono concitatamente.

Vittorio: … No Martin, non insistere… Bob non è disponibile, sta già girando un altro film… Eh, … lo so che è un bravo attore, è il migliore della nostra agenzia, scusa ma… dice che pur di avere Bob è disposto a pagarlo trecento milioni al giorno… Nooo…

Fiorella: Nooo… è già occupato…

Vittorio: Ehh, no, no, no, hai sentito? È già occupato… no, no… niente, no Martin, niente da fare… sarà per un'altra volta. Va bene… ciao, ciao. Era Scorsese… Certo che questi registi quando si mettono in testa un'idea… Voleva Bob a tutti i costi…

Adolphe: Bob De Niro?

Vittorio: Bob Serravalle. Strepitoso, straordinario, una faccia che buca lo schermo. E' un attore famoso, eh… in tutto il mondo!…

Adolphe: Strano, non l'ho mai sentito nominare.

Fiorella: Comunque, ti dicevo che potresti recitare in tantissimi ruoli. Guarda, sceneggiati televisivi, telenovelas, quiz, serate particolari… Ma con quel fisico che ti ritrovi, quella faccia… perfetto, sei perfetto…

Adolphe: In effetti una volta ho fatto la comparsa.

Fiorella: Tutti i grandi cominciano dal basso!

Adolphe: Stavano girando un film in mezzo alla strada e io passavo di là per caso.

Vittorio: (esageratamente entusiasta) Ma vedi?… Vedi?! Questo è il destino, è il tuo destino!

Adolphe: Io non sono un attore… non so recitare!

Fiorella: È qui che interveniamo noi, cioè la nostra agenzia.

Vittorio: Tu sei in ottime mani con noi. Io già ti vedo a Hollywood, capisci?… Villa con la piscina, premio Oscar. Ma guarda, già mi vengono i brividi solo a pensarci, i brividi c'ho, guarda…

Fiorella: E poi andiamo, chi non possiede almeno una dote artistica. Sai cantare, vero?

Adolphe: No, sono stonato.

Fiorella: Bene, sai ballare…

Adolphe: Affatto.

Fiorella: Benissimo! E sai suonare almeno uno strumento musicale, vero?

Adolphe: Assolutamente no.

Vittorio: Ma vedi?… Vedi?! Hai davanti a te un futuro artistico! Stupendo, sublime, di successo! Ma te lo dico io, che ho fatto debuttare gente ma molto, molto, molto meno dotata di te!

Adolphe: Ma io non so fare assolutamente nulla nello spettacolo.

Vittorio: Bene! E' per questo che sei perfetto. E poi conta la faccia. Conta la faccia. Io già ti vedo protagonista di una serie, eh… di uno sceneggiato di cinquecento puntate…

Fiorella: Almeno, ah… come minimo…

Vittorio: Pure cinquecentocinquanta…. settecento

Fiorella: E allora, cosa ne dici?

Adolphe: Bello, ma il vostro guadagno?…

Fiorella: (quasi offesa) Ah, no!… ah, no… non parliamo di soldi…. Ah, l'arte non ha prezzo! Basta la gioia di un complimento…

Vittorio: Un complimento e l'artista è soddisfatto, contento, realizzato. Eh? … Se allora ci lasci le tue foto…

Adolphe: Ma io non ho foto, tranne quella sui documenti. (Fiorella e Vittorio si guardano complici, hanno trovato il pollo da spennare…)

Fiorella: Ah, e questo è un problema…. Eh, eh, eh, eh… non ha foto…

Vittorio: Non ha foto…

Fiorella: E come si fa?…

Vittorio: Come si fa?….

Fiorella: Non ha foto…

Vittorio: Come si fa?

Adolphe: Come si fa?

Vittorio: Non ha foto… Tu capisci che senza foto non si lavora… sai, questa è la società dell'immagine e quindi immagine… l'immagine è tutto! Eh…

Adolphe: Mi dispiace, io non conosco nessun fotografo…

Fiorella: Beh, senti, ho come un'idea… in via del tutto eccezionale potremmo aiutarlo noi…

Vittorio: …In via del tutto eccezionale…

Fiorella: Ma perché è lui…

Vittorio: Perché sei tu…

Fiorella: Con quella faccia… eh…

Vittorio: Con quella faccia lì, perché se fosse stato un altro…. nisba…

Fiorella: …Nisba… nisba…

Vittorio: Eh, vabbe’… vabbe’, facciamo così, proprio perché sei tu… diciamo un milione?…

Fiorella: …E mezzo

Vittorio: …E mezzo, eh? Appunto. Il servizio fotografico te lo facciamo noi… (Vittorio tira fuori una macchina fotografica)

Adolphe: Ma… vorrei pensarci… e poi non ho neppure il vestito adatto…

Vittorio: Il vestito? E conta il vestito?… Cosa c'entra il vestito?… A Hollywood stanno aspettando la tua faccia! Eh… non c'è il rullino…

Fiorella: Manca il rullino?… Noo…

Vittorio: Manca il rullino, ma come si fa?

Fiorella: Come si fa?

Vittorio: Si va a comprarlo, eh… Cosa si fa?… Quando mancano i rullini si vanno a comperare. E allora… senti, mi fai un piacere? Qua sotto proprio, c'è un negozietto… sì, qua sotto, se tu scendi un attimo, mi comperi… dieci rullini?

Fiorella: Dieci?…

Vittorio: Dieci rullini… venti, venti rullini…

Fiorella: … Venti…

Vittorio: Poi, quello è pure tabaccheria, comprami due pacchetti di sigarette… tu… per te le vuoi?

Fiorella: Nooo, no, fumo le tue.

Vittorio: Le sigarette non le vuoi, fuma le mie… se anticipi tu i soldi intanto, gentilmente, no? Poi intanto… poi dopo… corri! Corri che Hollywood ti aspetta… aspetta la faccia… ho i brividi… guarda, c'ho i brividi…

Fiorella: Hollywood…. Hollywood… (Fiorella e Vittorio continuano nella loro pantomima per illudere Adolphe)
"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 31 – Puntata 33
Input testuale trentunesima lezione (trentatreesima puntata)
La poesia
Personaggi: Adolphe, Fiorella e Bondi, un esperto di poesie etniche.

Interno giorno: In biblioteca il professor Bondi, Adolphe e Fiorella consultano dei libri. Il professor Bondi legge ad alta voce.
Fiorella e Adolphe sono seduti ad un tavolo di biblioteca. Più in là Bondi legge e farfuglia.

Bondi: Bla, bla, bla… (partono) (resta)


Fiorella: (a Bondi) Schh… schh!

Bondi: (guarda Fiorella ma poi continua imperterrito) Bla, bla, bla… senti… terra

Fiorella: Schhh!

Bondi: (c.s.) Bla, bla, bla… lontani

Fiorella: Mi scusi, potrebbe leggere sottovoce, siamo tutti qua, in una biblioteca e anche noi stiamo consultando dei testi, non bisogna far rumore, abbia pazienza.

Bondi: Mi scusino, loro, io consulto per lavoro.

Fiorella: Anche noi, se è per questo!

Bondi: Ma, scusi, io sono il professor Bondi, uno dei più grandi esperti di cultura etnica e antropologica.

Fiorella: È davvero un piacere conoscerla, professore. Però, mi scusi, anche noi abbiamo diritto di studiare no… e se lei parla ad alta voce…

Bondi: Scusi, voi forse, non vi rendete conto che io devo scrivere il mio trentesimo saggio antologico: un’opera di sicura risonanza mondiale!

Fiorella: (rassegnata…) Ah! E a che cosa sta lavorando, professore?


Bondi: (pieno di sussiego, pedante) Vede, cara ragazza, sto preparando una raccolta di poesie etniche, praticamente sconosciute, che io devo tradurre in italiano, il mio lavoro è questo.

Fiorella: Ma pensa che coincidenza… sì perché anche noi stiamo leggendo un’antologia di poesie e di poeti bosniaci… Croazia, Serbia.

Bondi: (seccato) Serbia, sì, sì, va bene… La mia attenzione è rivolta verso il basso Mediterraneo.

Adolphe: (interessato) Ah, sì? Poesia del Nord Africa o del Magreb?


Bondi: Più a nord, a sud… ma comunque a sud… in sintesi: il nord del sud. Approfitto così vi rendete conto. Voglio leggere dei versi…

Fiorella: Molto volentieri…

Bondi: Ascoltate questi versi, ascoltate questa poesia, tradotta da me:“Che bella cosa è una giornata di sole, un’aria serena dopo una tempesta…”

Fiorella: Che strano, è come se già li conoscessi…

Adolphe: Anch’io ho questa sensazione.

Fiorella: Incredibile!

Bondi: Eh, perché è la forza di questi versi, è come se ci fossero degli antichi ricordi, un ricordo dell’anima, in ognuno vi è il ricordo dell’anima, è l’origine della nostra specie. Ascoltate questi: “Ma un altro sole…” qui vola alta la poesia, si alza in volo “Ma un altro sole più bello, o ragazza, il sole mio sta in fronte a te…”

Adolphe: Ma questo è “O sole mio”!

Fiorella: Cosa fa professore, lei traduce in italiano le canzoni napoletane più famose nel mondo?

Bondi: Va bene, sempre poesie etniche sono!

Adolphe: Ma mi faccia il piacere!.

Fiorella: Ma sia serio, professore, andiamo, io stavo leggendo questa antologia di poeti balcanici che vivono e scrivono in Italia. È talmente interessante! Senta la prefazione: “Esistono degli emigranti felici? Io non ne ho mai conosciuti, ma ne ho incontrati molti, felici di poter emigrare: è uno dei paradossi dell’emigrazione, forse il principale”.

Adolphe: Sapete cosa si dice delle popolazioni balcaniche? Che ogni tre persone, due sono poeti.

Fiorella: Beh a giudicare dai versi di questa giovanissima poetessa albanese (legge) “Stanno cambiando le stagioni // in questa città straniera // dove i sogni sono stracciati // dalle campane // e seguono i cortei // delle stagioni. // Come posso accorgermene? Come? // Sul mio corpo sento ancora i morsi // delle stagioni della mia terra”…

Adolphe: È commovente… noi tutti abbiamo dei “sogni stracciati”.

Bondi: Mi scusi, ma chi ha fatto la traduzione?

Fiorella: Questa è la cosa incredibile! Non sono tradotte.

Bondi: In che senso?

Fiorella: Nel senso che questi poeti hanno scelto di scrivere in italiano. Capisce, professore, la cosa incredibile è che la nostra lingua è diventata la loro lingua adottiva.

Bondi: Immagino quanto sia stata dolorosa per loro questa scelta…

Fiorella: Dolorosa ma vitale, e sì perché sono sicura che ovunque nel mondo la poesia è vita.

Bondi: È molto giusto quello che lei dice!

Adolphe: E in qualunque parte del mondo si trovi, un poeta è sempre un poeta.

Fiorella: Già, ascoltate! (legge) Cosa resta a colui che decide di andarsene in un altro paese, verso un altro mondo? Una vita alle spalle. Tutto il resto bisogna conquistarselo: “FARSI UN’ALTRA VITA”.

Bondi: Molto bello, questo!

(Bondi, Fiorella e Adolphe restano assorti nella lettura dei libri che stanno consultando)

"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 32 – Puntata 34
Input testuale trentaduesima lezione (trentaquattresima puntata)
I riti
Personaggi: Due titolari di agenzia, Vittorio e Fiorella; un potenziale cliente: Adolphe.

Interno giorno: In un’agenzia di servizi Vittorio e Fiorella parlano con Adolphe per convincerlo ad usufruire delle loro offerte.

Fiorella: Allora, signor Adolphe, come mai si è rivolto alla nostra agenzia?

Adolphe: Ho letto sul giornale che voi organizzate feste e ricevimenti.

Fiorella: Certamente! Noi siamo famosi per questo.

Vittorio: Guardi che noi siamo gli unici del settore. Anzi dicono che non c’è nessun altro come noi, ma proprio nessuno…

Adolphe: E organizzate anche matrimoni?

Fiorella: Ora vado a leggerle l’elenco sul nostro depliant di tutto ciò che possiamo organizzare, ascolti! Noi organizziamo: feste per matrimoni, battesimi, fidanzamenti…

Vittorio: … Compleanni, onomastici, feste di laurea, di diploma, di licenza media…

Adolphe: Di licenza media?

Vittorio: Sissignore, certo sono feste un po’ più modeste perché, cosa vuole, la licenza media…

Fiorella: Si sa… poi possiamo organizzare feste dei diciotto anni, feste per il primo impiego…

Vittorio: … feste per il primo licenziamento, feste per la prima pensione…

Fiorella: … per il primo marito, per la prima moglie, per la prima gravidanza, per il primo figlio…

Vittorio: … feste di nascita, feste di morte...

Adolphe: Feste… di morte?

Vittorio: Sì… cioè… i funerali no?!.

Adolphe: Ah, però!

Vittorio: Noi ai nostri clienti offriamo un servizio completo: dal concepimento all’aldilà.

Fiorella: Il nostro motto è: “Vieni, ti aggiustiamo noi per le feste!”

Adolphe: (perplesso) Capisco…

Vittorio: La scorsa settimana abbiamo organizzato un magnifico funerale per un insigne Cavaliere del Lavoro… Per il corteo funebre, abbiamo fornito una bellissima carrozza nera con un tiro di diciotto cavalli: frisoni neri, diciotto bellissimi frisoni neri!.

Fiorella: Sa, dal numero dei cavalli si capisce l’importanza del morto.

Vittorio: E vogliamo spiegare l’allestimento della camera ardente?

Fiorella: Prego!

Vittorio: L’allestimento della camera ardente è stato un capolavoro: il morto, elegantissimo, era steso sul letto in frac; attorno quattro ceri alti due metri; ma cosa dico, alti due metri e mezzo e poi i fiori, quintali di fiori di tutte le specie… ortensie, soprattutto…

Fiorella: … ma fra le mani gli abbiamo messo un semplice mazzetto di fiori di campo… perché sa, il morto era un uomo molto modesto.

Vittorio: E infine… una dozzina di prefiche attorno alla salma…

Adolphe: Prefiche? E cosa sono?

Vittorio: Cosa sono le ragazze prefiche? Sono donne, delle ragazze, in questo caso fornite dalla nostra agenzia, che per tutto il tempo piangono e lodano il morto… si immagini la scena… più gente c’è più il morto è importante. Lei capisce in questo caso era un Cavaliere del Lavoro!

Adolphe: Ma non sono i parenti a doverlo fare?

Fiorella: Sì, anche i parenti. Vede questa è un’antichissima usanza, che purtroppo ormai nessuno segue più…

Vittorio: Lei pensi che oggi si fanno i funerali solo con quattro persone, ma si può?

Fiorella: A proposito lei si è rivolto a noi per una cerimonia di nozze, è vero?

Adolphe: (a questo punto è più che titubante) Beh, veramente…

Fiorella: Allora pensiamo a tutto noi, in chiesa e al ristorante: fiori.

Vittorio: Fiori, ortensie, a noi piacciono tanto.

Fiorella: Tanto sì, in mano alla sposa però un semplice e umile mazzetto di fiori di campo…

Vittorio: Per il corteo matrimoniale abbiamo pensato ad una bellissima carrozza, bianca. Con sei cavalli? Sei frisoni bianchi? Sa, dipende dalla sua disponibilità economica.

Fiorella: … e poi nella chiesa mettiamo ceri alti diciamo, due metri, due metri e mezzo… e un coro di donne.

Vittorio: Le prefiche… cioè le ragazze, e poi al ricevimento le ragazze faranno le cantanti.

Fiorella: Certo, non le costeranno molto perché le abbiamo ancora sotto contratto dal funerale del Cavaliere… dell’altra settimana…

Vittorio: Allora che ne dice?

Adolphe: (esterrefatto) Veramente, io devo proprio andare… (si alza per uscire)

Vittorio: Dove va, no… stia qua… parliamone…

(Vittorio e Fiorella parlano fra di loro e Adolphe li guarda sempre più perplesso).


"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 33 – Puntata 35
Input testuale trentatreesima lezione (trentacinquesima puntata)
Il contratto d’affitto e la giustizia
Personaggi: Bondi Fiorella, e Adolphe.

Interno giorno: In un ufficio legale il signor Bondi e Adolphe parlano con una avvocatessa (Fiorella) del contratto di affitto di Adolphe.

Bondi: … Però io francamente, non capisco perché lei mi abbia scritto questa lettera e perché mi abbia costretto a venire a questo incontro.

Fiorella: Signor Bondi, io l’ho convocata qui nel mio studio per cercare una transazione con il mio assistito, il signor Adolphe, qui presente, in modo da superare il contenzioso in atto.

Bondi: Sì, ma veda, avvocato…

Fiorella: Avvocatessa, prego.

Bondi: … sì, avvocatessa… guardi, che non c’è alcun contenzioso: è tutto chiaro.

Adolphe: (trattiene a stento un nervosismo) Invece, c’è molto da chiarire…

Fiorella: Si tranquillizzi, Adolphe, lasci parlare me. Dunque, signor Bondi, lei ha affittato un appartamento di due stanze al mio assistito e alla sua famiglia, è vero?

Bondi: … Sì, diciamo così…

Adolphe: No: è così!

Fiorella: Adolphe, la prego… scusi, Bondi, questo è un contratto, vero?

Bondi: Sì.

Fiorella: E questo contratto prevede un affitto di quattro anni a trecentomila lire al mese, vero?

Bondi: Sì, certamente.

Fiorella: Con un deposito cauzionale di tre mensilità, conferma?

Bondi: Bè, c’è scritto…

Fiorella: In realtà, il mio assistito le versa, per l’affitto, un milione al mese. Quindi settecentomila lire sono in nero, non le pare?

Adolphe: Anche per il deposito di tre mesi ha fatto così.

Bondi: Va bene, e allora? Fanno tutti così…

Fiorella: E fanno tutti male, signor Bondi. Questo si chiama reato.

Bondi: Eh, che parole grosse, adesso! Mi volete condannare a morte per questa cosa… Mah?!

Fiorella: Non faccia lo spiritoso. Lei non si rende conto a cosa va incontro.

Bondi: Ma qui si esagera, caro avvocato!

Fiorella: Avvocatessa, prego!

Bondi: Sì, avvocatessa… In fin dei conti io, al signore qui presente, ho fatto un piacere! Lui poteva anche rifiutarsi invece di accettare il contratto ma poi l’accordo gli è andato bene, invece.

Fiorella: Un attimo mi lasci finire… perché poi, dopo solo un mese che il suo affittuario si era domiciliato nella casa lei gli ha intimato lo sfratto.

Bondi: Ebbene, sì: la casa mi serve… il contratto me lo permette… e poi, scusate, delle mie proprietà faccio quello che mi pare.

Fiorella: Eh, no, signor Bondi: perché ci sono delle regole che vanno rispettate, lei non può fare come le pare.

Adolphe: E non vuole nemmeno restituirmi le tre mensilità anticipate!

Bondi: Certamente! Ti ho anche detto, però, che le potevi scontare rimanendo tre mesi nell’appartamento senza pagare l’affitto. Questo non lo puoi negare, non lo puoi negare!.

Fiorella: Le consiglio, signor Bondi, di restare calmo, di non rivolgersi col tu al mio assistito e di telefonare subito al suo avvocato, soprattutto!.

Bondi: All’avvocato?! Io se permette sono avvocato e mi difendo da solo!.

Fiorella: Mi sorprende molto che lei sia un collega perché sta letteralmente facendo a pezzi le leggi per modificarle a modo suo.

Adolphe: Io la trascinerò in tribunale, davanti al giudice, e il giudice mi darà ragione!

Bondi: E io ricorrerò in appello!

Adolphe: E io alla Corte d’Assise e poi in Cassazione

Bondi: Sì, e io andrò alla Corte Costituzionale, al Ministero, al Presidente della Repubblica, al tribunale della Corte Europea, al tribunale dell’Aia… al tribunale dei diritti dell’uomo… mi appellerò alla Convenzione di Ginevra!

Adolphe: BUM!!!

Fiorella: Insomma, silenzio signori! O faccio sgombrare l’aula!

(Fiorella si rivolge a Bondi sempre più convinta che abbia qualcosa da nascondere).

"IO PARLO ITALIANO"
Corso di Italiano per Immigrati
Lezione 34 – Puntata 36
Input testuale trentaquattresima lezione (trentaseiesima puntata)
L’assistenza legale gratuita e i corpi di polizia
Personaggi: L’affittuario della casa, signor Bondi, Fiorella e Adolphe.

Interno giorno: Nello studio legale continua la disputa tra Adolphe e il signor Bondi.

Bondi: Vostro onore, mi oppongo!…

Fiorella: Insomma la smetta! Vogliamo proseguire?

Bondi: Va bene, vede avvocato…

Fiorella: Avvocatessa…

Bondi: Sì, avvocatessa… io, qui, sono un perseguitato.

Adolphe: Ma come? Lei prima va contro la legge e poi dice che è un perseguitato?

Bondi: Anche tu mi parli di leggi e di regole? Hai imparato subito, eh!

Adolphe: Io sono straniero ma so bene che cosa è un contratto. E mi dia del lei.

Fiorella: Gli dia del lei.

Bondi: … A lui?

Fiorella: A tutti. Signor Bondi.

Bondi: Avvocato…

Fiorella: Ah già, mi scusi avvocato…

Bondi: Avvocato… sì mi scusi, avvocatessa…

Fiorella: Mi dica, lei ha depositato il contratto all’Ufficio del Registro?

Bondi: no … sì… no… cioè… lo stavo per fare proprio in questi giorni…

Fiorella: E l’ha portato in questura?

Bondi: Ehm… sa… no… le spiego, io non ho un rapporto molto felice con le forze dell’ordine… diciamo… e poi in verità ho pensato che sarebbe convenuto anche ad Adolphe non denunciare il contratto d’affitto.

Adolphe: E perché no? Io non ho nulla da temere.

Bondi: Sì ?

Adolphe: Ho tutto in regola.

Bondi: Va bene, si dice così poi c’è sempre qualche magagna da nascondere da qualche parte… soprattutto voi. (indicando Adolphe)

Fiorella: Se continua così, avvocato... potremmo anche denunciarla per calunnia… oltre che per mancata registrazione di contratto d’affitto, omessa denuncia alla questura ed evasione fiscale.

Bondi: (a Adolphe) Ma dove l’hai trovato… scusa dove… dove l’ha trovato un avvocato così?

Adolphe: Ci sono delle organizzazioni che offrono un’assistenza legale gratuita agli stranieri e gli avvocati sono volontari.

Fiorella: A proposito, avvocato... lei dove si è laureato?

Bondi: Ah sì, Alla scuola di coso…

Fiorella: Alla scuola? Non all’università?

Bondi: Sì, cioè volevo dire… appunto la scuola… nel senso di università di… quella città… adesso mi sfugge …

Fiorella: Ah! Non ricorda dove si è laureato… bene. E su cosa ha fatto la tesi?

Bondi: Ah!, Diritto…

Fiorella: Diritto? Quale diritto?

Bondi: Come quale diritto… Il diritto… come si può dire… diciamo… diritto costituzionale.

Fiorella: Non ne è sicuro?

Bondi: Sì, sì, costituzionale.

Fiorella: Allora una domanda semplice: saprebbe dirmi quanti corpi di polizia abbiamo nel nostro paese?

Bondi: Eh, domanda semplice! La dovrei sapere, le ho già detto che non ho un rapporto felice con le forze dell’ordine… comunque l’ho studiato, la Polizia… la stradale… che è poi la stessa cosa… i Carabinieri…

Adolphe: (suggerendo come a scuola) La guardia…?

Bondi: Ah! La guardia...

Fiorella: La guardia fo...

Bondi: La guardia fo… la guardia Forestale, la so! Poi c’è la Guardia di Finanza, la conosco…

Adolphe: E la polizia pe…?

Bondi: Pe… pericolosa?

Fiorella: No.

Bondi: Scusa, ho sbagliato!

Adolphe: Penitenzia…?

Bondi: La so: penitenziaria.

Adolphe: Bravo!

Bondi: Madonna, bravo! Sono stato bravo! Sono stato promosso?

Fiorella: Ah, sì. E ora cosa facciamo col contratto del signor Adolphe? Troviamo un accordo?

Bondi: Sì, sì, troviamo un accordo, certamente. Visto che Adolphe mi ha aiutato a superare quest’esame, sto ancora sudando, io gli faccio subito un contratto, regolare! Per otto anni... per sedici… mi voglio rovinare per trentadue anni…

Adolphe: Va bene, va bene, è più che sufficiente!

Fiorella: Ma senta, mi dica: lei non è avvocato, vero?

Bondi: … No… non sono avvocato sono ragioniere, perché si vede?… cioè quasi perché sono arrivato al quarto anno poi…

(Il signor Bondi, sempre più in difficoltà, tenta di convincere Fiorella della sua buona fede).

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