TITOLO: Due di due
AUTORE: Andrea De Carlo
GENERE: romanzo
TRAMA:
E’ la storia dell’amicizia nata tra i banchi di un liceo milanese tra
Mario, il narratore, e Guido. Superate le resistenze iniziali, i due si
frequentano assiduamente e, da lì a poco, diventano inseparabili. Pur
presentando caratteri completamente diversi, hanno in comune la
precarietà del loro futuro e ciò li spinge ad avere bisogno l’uno
dell’altro per completarsi, andare avanti ed essere se stessi.
Mario è
un tipo frustrato, privo di iniziativa. Si trascina nelle sue giornate
vuote e prive di senso. Non ci sa fare con le ragazze; incapace di
suscitare emozioni, è quindi costretto ad accontentarsi degli scarti di
Guido.
Il suo ruolo è limitato ad aiutare Guido a mantenere la
traiettoria scelta, considerata la volubilità dell’amico nel passare da
un obiettivo ad un altro. Infatti Guido possiede un vero e proprio
carisma: ha talento nel cogliere i particolari, manipolare le
situazioni, amplificare i dettagli, ma non vuole sentirsi oppresso dalle
circostanze. Il suo comportamento è davvero imprevedibile. Ciò gli
garantisce il successo con le ragazze ma suscita l’invidia dei compagni
di classe. Un giorno Guido, di fronte all’ennesima incertezza
dell’amico, gli dice: “Lo so come ti senti. E’ come essere dietro un
vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi. Ho passato tre quarti
della mia vita chiuso fuori, finché ho capito che l’unico modo è
romperlo. E se hai paura di farti male, prova ad immaginarti di essere
già vecchio e quasi morto, pieno di rimpianti”.
Vivere senza
rimpianti è l’imperativo di Guido e non perde occasione per mettere in
luce il suo spirito da trascinatore: partecipa in prima linea a tutte le
manifestazioni studentesche, cambia regolarmente ragazza, tiene testa
ai professori, diventa attivista in politica, partecipa alle risse,
legge libri di storia per trovare nuovi stimoli da mettere in atto. Odia
la routine, il grigiore di Milano, la civiltà industriale in cui è
costretto a vivere. Si stanca di stare troppo tempo fermo nello stesso
posto, di parlare a lungo di un solo argomento; ama l’improvvisazione e
il divertimento.
Quando Guido decide di lasciare gli studi e di non
partecipare più alle assemblee scolastiche, si avverte il vuoto
nell’aria. Trova lavori saltuari e riesce a eludere il servizio militare
fingendosi pazzo e dando il meglio di sé nel test sulle macchie.
Successivamente
Mario e Guido decidono per una vacanza insieme in Grecia. Anche questa
si trasforma in un’occasione di amicizia, di incontri, di sensazioni
forti, di scelte, di incontri e di addii. Poi Guido si trasferisce a
Londra e Mario, che soffre dell’assenza dell’amico, si lascia trascinare
da un compagno di università in un’avventura allucinante a base di
hashish. Ricoverato in una clinica privata, Mario non ha più le forze
per affrontare la vita fino a quando un lutto in famiglia lo smuove e
finalmente per la prima volta nella sua vita, trova la voglia di
reagire, di far parte del mondo.
Finisce così la prima parte del
libro in cui le debolezze e le incertezze di Mario vengono colmate dalla
sicurezza e dalla spregiudicatezza di Guido.
La sorpresa incredibile
è che nella seconda parte si assiste ad un capovolgimento dei ruoli:
Mario diventa artefice del proprio destino mentre Guido è in balia degli
eventi. Ma procediamo con ordine. Mario perde di vista Guido e scopre
un angolo di paradiso vicino Gubbio; quindi acquista due vecchie case di
pietra e un bel po’ di terreno, deciso ad intraprendere la sua nuova
attività di agricoltore. Quando incontra Martina, decide di applicare la
tecnica del “vetro” e il risultato è garantito: vanno a vivere insieme
in campagna, lontano dalle comodità della città. Ora Mario può prendersi
finalmente cura di qualcuno. Finalmente Guido si fa vivo e va a trovare
l’amico. Gli racconta dei suoi viaggi a Londra, Boston, New York e
Oslo, sempre con ragazze diverse: un infinito peregrinare senza mettere
mai radici. Allora Mario gli propone di rimanere lì nella seconda casa,
disponibile per lui, ma Guido è già proiettato verso l’Australia. In
realtà, però, non sa veramente cosa vuole dalla vita e non riesce più a
trovare alcuna ispirazione nel paesaggio.
Nel frattempo la famiglia di Guido si allarga; nascono due gemelli e lì si trasferisce anche Chiara, la sorella di Martina.
Dallo
scambio epistolare con Guido, Mario comprende che il suo amico è in
preda alla depressione e, tra l’altro, le droghe che assume lo stanno
trascinando inevitabilmente nell’abisso. Quando si rincontrano, Guido è
ridotto davvero male: gli sembra che niente abbia più il minimo
significato. Prima di ripartire, Guido affida a Mario un manoscritto di
200 pagine in cui ha sfogato tutta la sua rabbia contro Milano e contro
la civiltà industriale. Grazie a Mario, Martina e Chiara, il libro viene
pubblicato, Guido recupera un po’ del suo sguardo vigile e trova anche
l’amore di Chiara. Diventa persino padre, ma purtroppo non si tratta di
una rinascita, bensì di una brevissima parentesi positiva. In breve
tempo Guido diventa schiavo dell’alcool, lascia Chiara e vive nella più
totale apatia. L’ultimo tentativo per vincere la malinconia e
riaffacciarsi alla vita è scrivere un altro libro. Poi un giorno giunge
la notizia della morte di Guido in un incidente stradale e Mario si
sente completamente svuotato, come se una parte di sé se ne fosse andata
per sempre. Allora Mario, in preda alla disperazione, ha un impulso da
piromane e dà fuoco alla seconda casa: lo scopo è di vedere una casa
sola, là dove ce n’erano state due.
Mario e Guido sono “due di due”,
come dice il titolo, e in termini matematici dire “2 di 2” vuol dire
considerare l’intero. Quindi, loro due insieme sono complementari.
COMMENTO:
Tutto
il romanzo ruota intorno alla profonda amicizia fra Guido e Mario. E’
un rapporto profondo, sincero, tra due personalità molto diverse: al
carisma eccezionale di Guido, si contrappone l’insicurezza di Mario;
alla sua voglia di evasione dagli schemi e dalle scelte obbligate, si
contrappone la ricerca di stabilità da parte di Mario.
Sinceramente
sono rimasto affascinato da tutti e due: obiettivamente mi riconosco nel
carattere impenetrabile di Guido, nella sua capacità di essere efficace
con poche parole dette al momento opportuno e nei suoi momenti di
totale chiusura verso il mondo.
Non condivido la scelta iniziale di
Mario di limitarsi ad essere l’ombra di Guido solo perché molto sicuro
di sé e dal temperamento vulcanico: non ci si può annullare così, non è
giusto. Credo che ognuno di noi abbia delle attitudini, una vocazione,
un sogno nel cassetto e reputo giusto che esca allo scoperto e trovi un
proprio equilibrio.
Secondo me è stato molto bravo l’autore nel non
far prevalere un personaggio sull’altro; infatti, di solito, quando si
legge un libro, ci si innamora di un personaggio in particolare e tutti
gli altri fanno da sfondo. In questo caso, invece, si rimane affascinati
sia dall’imprevedibilità di Guido che dall’atteggiamento metodico di
Mario, sia dalla vita alternativa dell’uno che dalla ricerca di
stabilità dell’altro. A tale proposito, rende bene la frase di Mario:
"Pensavo a quanto le nostre vite erano state diverse in questi anni, e
anche simili in fondo, due di due possibili percorsi iniziati dallo
stesso bivio...".
Questo libro mi ha portato a riflettere sulle
infinite occasioni che si presentano nella vita e che, a volte, vanno
colte al volo, mentre altre volte, con le dovute considerazioni. Inoltre
mi ha insegnato che le cose non sono mai quello che sembrano. Infatti
Guido sembrerebbe un vero e proprio modello di ragazzo vincente, mentre
Mario un perdente. In realtà, io credo che non si nasca vincenti o
perdenti, ma che ognuno di noi sia un po’ dell’uno e un po’ dell’altro e
che ciò dipenda dallo stato d’animo del momento e dalla situazione che
si sta vivendo. E questo libro ne è l’esempio.
Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
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