Archivio blog

mercoledì 24 gennaio 2018

La protesta come atto linguistico

L'atto del protestare è un atto insieme espressivo e direttivo e la sua realizzazione necessita delle seguenti condizioni ( Olshtain e Weinbach, 1993):
- il destinatario della protesta ( D) compie un atto inaccettabile, contrario al codice comportamentale condiviso con l'autore della protesta ( A):
- A ritiene che il comportamento di D comporti conseguenze negative per sé o per gli altri;
- l'espressione verbale di A si riferisce direttamente o indirettamente al comportamento inaccettabile e ha quindi la forza illocutoria della censura;
-A ritiene che il comportamento inaccettabile di D lo legittima a chiedere una riparazione.

Le prime due condizioni sono preliminari, le altre due costituiscono l'effettiva protesta, nelle sue due componenti:
- espressiva
- direttiva

La componente espressiva corrisponde alla funzione catartica e comunicativa di esprimere lo stato psicologico del parlante ( Searle, 1976) come può essere la disapprovazione, il disappunto, il fastidio. Sono tutti sentimenti di censura che implicano censura. La componente direttiva corrisponde alla funzione comunicativa di fare in modo che il " mondo corrisponda alle parole" per usare l'espressione searliana, in modo da ottenere la riparazione per il torto subito.
Per questa seconda componente, la protesta ( direct complaint) non va confusa con la lamentela ( indirect complaint) la cui forza illocutoria si esaurisce con la sola parte espressiva, con il semplice sfogo che non chiede riparazione. La richiesta di riparazione del torto subito è parte integrante della protesta. Il valore della protesta in termini illocutori risiede nel comportamento inaccettabile del destinatario.  Dal punto di vista del destinatario della protesta, secondo George (1990), la reazione può essere strutturata nei seguenti modi:
- D esegue il direttivo senza menzionare la critica
- D accetta l'espressivo ed esegue il direttivo
- D mette in dubbio l'espressivo e non esegue il direttivo
- D rifiuta il direttivo con menzione dell'espressione della protesta.

L'atto del protestare è un macro atto strutturalmente complesso perché non si esaurisce in una coppia di atti, ma può comprendere altri necessari per esprimere la forza illocutoria desiderata e dunque cercare di ottenere la riparazione. Lo schema di realizzazione della protesta implica:
- l'espressivo e il direttivo da parte dell'autore della protesta
- la reazione da parte del destinatario
- la negoziazione da parte di tutti e due gli interagenti
- la risoluzione positiva o negativa.

L'atto della protesta non è solo complesso strutturalmente ma è anche difficile da calibrare perché è un atto che minaccia la faccia degli interagenti. Nel caso dell'autore della protesta, si minaccia la sua faccia positiva poiché deve dimostrare poca sensibilità nei confronti dell'interlocutore. Nel caso del destinatario viene minacciata sia la faccia positiva che quella negativa. La protesta censura il suo comportamento e ne degrada la sua immagine pubblica. Dall'altro deve riparare e questo limita la sua libertà di azione. Per ottenere un compromesso sorge la necessità di ridurne l'impatto negativo sul destinatario, cioè di mitigare l'atto. Nella duplice componente espressiva e direttiva del formulare una protesta incontriamo alcune varianti in termini di elementi pragmatici:
- la forza illocutoria dell'atto espressivo
- la forza illocutoria dell'atto direttivo
- la prospettiva di questi due atti
- i loro modificatori interni
- i loro modificatori esterni

L'atto espressivo può essere prodotto per mezzo di un piccolo accenno al comportamento inaccettabile, di una semplice menzione delle conseguenze negativa per quella persona. Prendiamo ad esempio il caso di proteste per avere restituito una macchina a noleggio ammaccata:

- there was nothing wrong with my car yesterday
- oh damn it. I will lose my insurance bonus now
- bloody fool! you've done it again!

Anche l'atto direttivo può essere espresso in modo indiretto come in questi due esempi:

- un compagno di viaggio a un altro che fuma in uno scompartimento dove è vietato
" this is a non-smoker

- viene rubato un registratore in un negozio
" now give me back what you have stolen or I shall have to call the police

La prospettiva della protesta prevede anche la possibilità di essere dirette con l'uso di " you" per esempio per esempio con la focalizzazione sul destinatario della protesta. Con l'uso della forma passiva o di un pronome indefinito, la risulta defocalizzata sulla regola:

- unpunctuality is not tolerate in this office
- one shouldn't take other people things without asking their permission first.

I modificatori interni includono gli attenuatori, i quali hanno il compito di diminuire il peso del contenuto proposizionale degli atti espressivi e direttivi, e i rafforzativi che invece lo appesantiscono. Tra i primi troviamo richieste di accordo come ( don't you think? o I'm afraid; tra i secondi troviamo avverbi come "really".
I modificatori esterni di Trosborg ( 1995) sono atti di supporto che servono soprattutto per giustificare il diritto alla critica dell'espressivo e il diritto alla richiesta del direttivo. Questi modificatori esterni possono diminuire o aumentare il peso del contenuto proposizionale sul piano del discorso, sul piano interpersonale o sul piano del contenuto.

- Well, look, I might as well start right out
- look, I don't want to be horrible about it
- it's not a copy, look. I signed it, the signature is in ink, see.

Per analizzare il seguente scambio ( Trosborg, 1995) sarà molto utile fare ricorso al contesto linguistico ed extralinguistico per defnire meglio la forza della protesta.

A: well, ahm you promised actually to have a reference ready for me today
D: a reference?
A: yes I m going for a job interview
D I see yes that's jolly good, isn't it
A do you remember it, don't you?
D yes of course yes it's
A have you got ready then?
D what?
A the  reference, the reference for the job, I'm going for job interview in an hour
D I'm sorry but I m not, ahm the job, eh reference.
A yes you promised to have a reference ready for me for the job interview

In questo scambio è la posizione nella sequenza che permette di interpretare il pezzo " you promises to have a reference ready inizialmente come accenno e alla fine come biasimo. Infatti la menzione della promessa non costituisce di per sé biasimo finché non c'è indicazione che la promessa non è stata mantenuta. Durante lo scambio le domande di A consentono delle risposte positive e così lasciano la possibilità che D abbia in effetti scritto la lettera di referenza.
Per l'aspetto del contesto sociopragmatico, anche la protesta attenta alla faccia e l'entità della minaccia dipende dall'interazione di alcuni fattori, individuati in Brown e Levinson ( 1987) con:

- la distanza sociale tra il parlante e l'ascoltatore
- il potere relativo del parlante sull'ascoltatore
- il livello assoluto di imposizione

Il primo fattore è costituito dalla familiarità tra i parlanti. Wolfson ( 1988) ha stabilito che le persone tra loro intime, tra status disuguali e tra estranei usano lo stesso livello di cortesia. Un livello meno cortese di quello usato invece tra interlocutori non intimi, tra amici di uguale status sociale, e tra colleghi di lavoro e conoscenti. Ai due estremi della distanza sociale, la presenza di cortesia è maggiore perché riscontriamo minore spazio di negoziazione della relazione.
Il secondo fattore che determina la minaccia è il potere relativo del parlante sull'ascoltatore, e riguarda la misura in cui uno può imporre i propri piani e l'attenzione alla propria faccia sull'altro.
Per esempio, un genitore ha più potere di un figlio, un datore di lavoro dell'impiegato, il medico con il paziente. Il terzo fattore riguarda il livello di imposizione dell'atto. Nel caso della protesta, l'intensità della sua imposizione sul destinatario varia in funzione della gravità del comportamento censurato, sia con l'impegno profuso per compiere la riparazione.
In modo sintetico possiamo dire che risulta difficile protestare in modo efficace in un'altra lingua e cultura perché occorre stabilire se quel  comportamento sia inaccettabile sul piano culturale e poi calibrare le diverse componenti pragmalinguistiche con le parole giuste, metterle nel modo giusto per esprimere la loro forza illocutoria senza offendere l'ascoltatore in modo da ottenere la riparazione desiderata. 

Nessun commento:

Posta un commento