Oggi siamo tutti d'accordo con l'idea di insegnare una lingua per poterla usare nella vita quotidiana. Il ruolo della pragmatica consiste nel provvedere una risposta al " come" insegnare la lingua.
Prendiamo degli esempi provenienti da Liddicoat e Crozet ( 2001) che esaminano i piccoli incidenti tra parlanti di diverse lingue e culture. L'antropologo Agar ( 1996) ha definito questi incidenti " rich points" perché sono portatori di un " alto contenuto culturale". In questo esempio, il punto è sapere come rispondere alla domanda semplice " T'as passé un bon weekend?" da parte di un gruppo di studenti australiani. Questa domanda è stata analizzato in un lavoro di Béal ( 1992) perché sembra che la routine per rispondere a questa domanda sia differente in termini di diverse norme di contenuto, di sequenziazione e di stile interazionale. In inglese australiano, la domanda è di tipo formulaica e riceve una risposta formulaica:
Woman: did you have a pleasant weekend?
man: I did. what about you?
woman: I did too.
A questo punto la conversazione può dirsi conclusa o se continua sarà con breve descrizione altamente prevedibile piuttosto che con dettagli specifici di quel dato weekend.
Nel contesto culturale francese, la domanda non è di routine e non funziona come un saluto, ma è l'inizio di un argomento da svolgere, con la conseguente aspettativa che la conversazione lo svolgerà e perciò diventerà lunga e dettagliata:
F: le week-end a été bon?
h très bon très bon on a fait du train
f du train?
h du petit train a vapeur qui se ballade dans les dandenongs
ah dans les dandenongs oui c'est sympa ça!
h une bonne partie de le retour on s'est retrouvé entre deux wagons, sur le marche-pied
f tellement y avait de monde?
h tellement y avait de monde
f mais c'est fou le dimanche soir?
H non si capisce
f parce que c'était dimanche soir?
....... ( la conversazione continua ancora abbondantemente)+
Le differenze tra i due comportamenti conversazionali australiani e francesi si possono riassumere con un differente canovaccio presente nella realizzazione di questo scambio linguistico.
Per gli australiani la domanda viene fatta a tutti ed è una routine conversazionale del lunedì mattina. La risposta è corta, cordiale e reciprocata. In Francia, la domanda non viene fatta a tutti; non fa parte dei saluti di routine.
Per gli australiani sembra importante essere positivo senza eccedere nell'entusiasmo. Per un francese se la domanda viene posta, aspettati una risposta dettagliata.
L'australiano menziona solo attività tipiche del weekend. Il francese vuole mostrare la sua sincerità offrendo la sua opinione su quello che ha fatto il fine settimana con la descrizione dei suoi sentimenti inclusi quelli negativi.
L'australiano menziona fatti piuttosto che opinione. Il francese vuole essere divertente o vivace nella sua descrizione e drammatizza quello che ha fatto.
L'australiano tende a dire solo quello che è utile per l'interlocutore. Il francese deve mostrare di conoscere i luoghi e le persone che vengono nominati; parla della famiglia e degli amici.
L'australiano usa uno stile conversazionale che prende cura dell'interlocutore: - non interrompendo la persona che parla, ascolta con attenzione e aspetta il suo turno.
Il francese usa uno stile conversazionale che mostri che sei interessato a quello che viene detto: ripeti e aggiungi qualcosa a quello che viene detto, interrompi la persona che parla, sovrapponetevi l'uno con l'altro.
Nell'esperimento di Liddicoat e Crozet ( 2001), l'insegnamento di queste differenze pragmatiche agli studenti australiani avviene in quattro fasi ( consapevolezza, sperimentazione, produzione, riflessione) con attività come i giochi di ruolo, spiegazione, analisi).
In termini didattici sarebbe molto utile imparare quando e come ringraziare e accettare il ringraziamento vuole dire sapere imparare delle procedure generalizzabili di negoziazione conversazionale che riguardano sia il contenuto referenziale sia il rapporto tra i ruoli degli interagenti. L'insegnamento deve mirare sulle regolarità delle norme ma anche sulle possibilità del rimedio quando lo scambio diventa problematico. Questo implica l'esposizione a tante interazioni meno lisce della classica routine " grazie - prego".
La selezione dei contenuti pragmatici per un programma può prendere due direzioni. Da una parte si può lavorare sulla varietà, il registro o lo stile.
Una seconda direzione interessa principalmente il materiale linguistico per mettere in rilievo le specificità di una data società e del suo ethos in senso generale. Inoltre questi punti devono trovare una sequenza di lavorazione che segua due criteri quali:
- l'elaborabilità delle procedure grammaticali
- l'elaboralità delle implicature
In pratica le sequenze pragmatiche vanno dunque graduate nel rispetto della processabilità degli elementi linguistici che le realizzano.
L'obiettivo del nostro insegnamento non è quello di imparare soltanto dei copioni ma lo sviluppo di strategie per l'elaborazione del discorso e la negoziazione del significato degli enunciati.
La graduazione del materiale da insegnare deve essere fondato sul processo graduale di incremento della inferibilità del significato, dal letterale e diretto all'indiretto convenzionale a quello di tipo indiretto non convenzionale.
Il metodo d'insegnamento non deve puntare all'insegnante che informi ma all'apprendente che interpreta. L'insegnamento deve spingere alla sensabilizzazione dei fenomeni d'apprendere, in modo che lo studente possa diventare lui stesso analisti del discorso e possa incominciare a porsi come suggerisce Gumperz ( 1982) con una serie di domande di questa natura:
- che cosa sta cercando di ottenere A parlando in questo modo?
_ che cosa c'è nel modo in cui lo dice che ti fa....?
- potrebbe cercare di..?
- Come avrebbe dovuto dirlo se avesse voluto ...?
- Come ha interpretato B quello che ha detto A?
- Come puoi dire che B ha frainteso?
- Come avrebbe dovuto rispondere B per mostrare di aver capito?
Questa consapevolezza è fondamentale per potere passare dal " fare" un qualcosa con le parole ad " ottenere" qualcosa con le parole. L'obiettivo dell'insegnamento del comportamento linguistico culturale appropriato alla vita reale passa attraverso l'utilizzo di materiale autentico e la presenza dell'insegnante parlante nativo della lingua competente in ambito glottodidattico. Infatti, le scuole internazionali, europee e private rinunciano raramente alla figura dell'insegnante nativo.
In modo pratico, gli aspetti pragmatici in stretto collegamento con la grammatica rientrano nel curricolo grammaticale, mentre gli altri aspetti pragmatici vengono presentati come incidenti tratti da materiale ad hoc, libro di testo o da aneddoti portati in classe. Il ruolo della pragmatica è sicuramente una disciplina di grossa importanza per un curriculum scolastico che intende mettere al centro l'appredente, con la sua capacità di azione sul mondo, come interazione tra interlocutori, come affermazione della propria identità e come interprete dei propri valori.
Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
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