Blog dedicato alla didattica della lingua e cultura italiana in senso antropologico, pragmatico e anche tradizionale.
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marzo
(95)
venerdì 30 marzo 2018
quiz per Pasqua
http://cucina.buttalapasta.it/articolo/ti-rappresenta-piu-l-uovo-o-la-colomba-di-pasqua/48287/
Laura in Petrarca
- Pace 1 non trovo, et non ò da far guerra 2;
- e temo, et spero; e ardo, e sono un ghiaccio 3;
- et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;
- e nulla stringo, et tutto ‘l mondo abbraccio 4.
- Tal m'à in pregion, che non m'apre né serra,
- né per suo mi riten né scioglie il laccio 5;
- e non m'ancide Amore, et non mi sferra,
- né mi vuol vivo, né mi trae d'impaccio.
- Veggio senza occhi 6, e non ò lingua et grido 7;
- et bramo di perire, et chieggio aita;
- e ò in odio me stesso, et amo altrui 8.
- Pascomi di dolor 9, piangendo rido 10;
- egualmente mi spiace 11 morte e vita:
- in questo stato son, donna, per voi 12.
- Non ho pace e tuttavia non ho mezzi per combattere,
- ho paura e speranza; ardo e sono impassibile;
- e volo sopra il cielo, e mi giaccio inerte a terra;
- e non ho nulla in mano, e mi slancio ad abbracciar tutto.
- Laura mi tiene in prigione, non mi libera e non mi rinchiude,
- né mi tiene in suo possesso, né mi lascia libero;
- e non mi uccide Amore, né mi libera,
- non mi vuole vivo ma al contempo non mi salva.
- Vedo senza aver occhi, non ho lingua eppure grido;
- desidero la morte e invoco aiuto;
- e odio me stesso, e amo altri da me.
- Mi nutro della mia sofferenza, rido tra le lacrime;
- allo stesso modo ho in odio la morte e la vita:
- in questa condizione mi trovo, o Donna, a causa vostra.
La prima quartina presenta una serie di coppie in cui viene messo in luce il forte dissidio interiore del poeta che non ha la capacità di darsi pace per la sofferenza che gli provoca l’amore per Laura.
2 Pace non trovo, et non ò da far guerra: il primo verso è già significativo per le tecniche utilizzate da Petrarca nel sonetto; si noti la disposizione a chiasmo dei sostantivi (“pace” e “guerra” sono agli estremi del verso) e l’anafora della negazione “non”, che indica come la situazione del poeta si definisca più constatazioni negative che per affermazioni positive.
3 Anche qui compare un chiasmo: “temo - spero | ardo per la speranza - sono di ghiaccio per il timore”, cui si aggiunge l’antitesi tra il timore e la speranza (ovviamente rispetto alle possibilità di conquistare Laura) e tra il fuoco della passione e il ghiaccio della disillusione.
4 e nulla stringo, et tutto ‘l mondo abbraccio: Il vv. 3-4 sono ancora costruiti sull’idea dell’antitesi e del parallelismo: da un lato, Petrarca sembra abbandonarsi a slanci quasi irrazionali di entusiasmo (“volo sopra ‘l cielo”, “et tutto il mondo abbraccio”) ed altri di abbattimento e prostrazione (“giaccio in terra”, “et nulla stringo”).
5 laccio: il laccio d’amore, tradizionale strumento con cui la divinità Amore o l’amata tormentano l’io lirico. Si noti anche qui come la situazione petrarchesca sia quella dell’indecisione e dell’incertezza: egli si tormenta perché non è né libero (“non m’apre”, “né scioglie il laccio”) né definitivamente imprigionato da Laura (né serra, né per suo mi riten”). Sono concetti ed immagini che ritornano anche nella seconda parte della quartina (vv. 7-8).
6 veggio senza occhi: e cioè “vedo senza il lume della ragione, spinto solo dagli istinti e dalle passioni”.
7 non ò lingua e grido: il poeta è talmente traviato dalla forza di Amore che vorrebbe parlare, ma pur avendone la capacità fisica non riesce ad articolare una parola di senso compiuto a livello razionale, ma solamente ad esternare delle grida e delle urla. Il motivo dell’ammutolire di fronte alla donna amata è di tradizione stilnovistica (si pensi a Tanto gentile e tanto onesta pare, v. 3: “Ch’ogne lingua deven tremando muta”).
8 altrui: naturalmente, Laura.
9 Pascomi di dolor: l’unico nutrimento del poeta è il dolore provocatogli da Amore.
10 piangendo rido: la presenza dell’esternazione fisica di due stati d’animo opposti serve a creare l’immagine visiva del dissidio interiore del poeta.
11 mi spiace: il verbo in Petrarca ha una connotazione assai forte, nel senso di “mi disgusta, provo odio per”.
12 L’explicit rende ulteriormente chiaro lo stato del poeta, che, rivolgendosi a Laura, rende esplicito il fatto di trovarsi in questa condizione a causa di lei. Si noti la rima siciliana “altrui - vui” (vv. 11-14).
giovedì 29 marzo 2018
il concetto di donne in D'Annunzio
http://www00.unibg.it/dati/corsi/13126/78445-Seminario%20Il%20piacere.pdf
canzone per Pasqua
Buona Pasqua a Pasqualino,
Buona Pasqua a Nicolino,
Buona Pasqua anche a Tonino,
Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua a Nicolino,
Buona Pasqua anche a Tonino,
Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua agli avvocati,
Buona Pasqua ai ragionieri,
Buona Pasqua anche agli uscieri.
“Chi è?” “L’esattore del fisco!”
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua ai ragionieri,
Buona Pasqua anche agli uscieri.
“Chi è?” “L’esattore del fisco!”
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Buone feste ai granatieri,
Buone feste ai bersaglieri,
Buone feste anche ai portieri
“Chi è?” “Lo caporale de giornata!”
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Buone feste ai bersaglieri,
Buone feste anche ai portieri
“Chi è?” “Lo caporale de giornata!”
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Vedi poi che in fondo in fondo
fa la pace tutto il mondo.
Fai i capricci,
fai i pasticci,
ma alla fine devi dir:
“Buona Pasqua a mia sorella,
Buona Pasqua a mio fratello,
Buona Pasqua ai miei cugini”.
“Chi è?” “Tua suocera!”
Uffah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
fa la pace tutto il mondo.
Fai i capricci,
fai i pasticci,
ma alla fine devi dir:
“Buona Pasqua a mia sorella,
Buona Pasqua a mio fratello,
Buona Pasqua ai miei cugini”.
“Chi è?” “Tua suocera!”
Uffah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua agli autisti
Buona Pasqua anche ai vespisti
Buona Pasqua ai lambrettisti
“Chi è?” “Il vigile urbano
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua anche ai vespisti
Buona Pasqua ai lambrettisti
“Chi è?” “Il vigile urbano
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Vedi poi che in fondo in fondo
fa la pace tutto il mondo.
Fai i Capricci,
fai i pasticci,
ma alla fine devi dir:
“Buona Pasqua a casa mia,
Buona Pasqua a papà mio,
Buona Pasqua a mamma mia”.
“Chi è?” “Il padrone di casa!”
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
fa la pace tutto il mondo.
Fai i Capricci,
fai i pasticci,
ma alla fine devi dir:
“Buona Pasqua a casa mia,
Buona Pasqua a papà mio,
Buona Pasqua a mamma mia”.
“Chi è?” “Il padrone di casa!”
Aaah! Beh! Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua al Polo Nord
Buona Pasqua al Polo Sud
Buona Pasqua all’Occidente
Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua al Polo Nord
Buona Pasqua al Polo Sud
Buona Pasqua anche all’Oriente
Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua al Polo Sud
Buona Pasqua all’Occidente
Buona Pasqua pure a te!
Buona Pasqua al Polo Nord
Buona Pasqua al Polo Sud
Buona Pasqua anche all’Oriente
Buona Pasqua pure a te!
Vedi poi che in fondo in fondo
fa la pace tutto il mondo.
Fai i capricci,
fai i pasticci,
ma alla fine devi dir:
Buona Pasqua a tutti quanti, industriali e commercianti
Buona Pasqua agli statali.
Buona Pasqua pure a me!
fa la pace tutto il mondo.
Fai i capricci,
fai i pasticci,
ma alla fine devi dir:
Buona Pasqua a tutti quanti, industriali e commercianti
Buona Pasqua agli statali.
Buona Pasqua pure a me!
Uova di Pasqua come si preparano
Uova di Pasqua: curiosità e sorprese
Con l’approssimarsi della Pasqua, il pensiero corre a una dolce seduzione pagana, le uova di cioccolato. Dipinto o intagliato, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, l’uovo è parte integrante della tradizione pasquale con il significato di “vita”: è immediato, infatti, il paragone tra Gesù che risorge e il pulcino che esce dal guscio.
Simbolo della vita che nasce, quindi, e sempre associato alla primavera e alla rinascita della natura, l’uovo vanta un’origine antichissima: la tradizione di scambiarsi uova dipinte nelle feste propiziatorie della fertilità risale agli egiziani e ai persiani. “Giocando in casa” ecco gli antichi romani, che usavano seppellire nei loro campi uova dipinte di rosso per tenere lontani influssi malefici e per propiziarsi un buon raccolto. Con il passare dei secoli l’uovo assume valenze ludiche diventando un colorato trofeo al centro di gare e giochi di piazza o un dono fra innamorati, probabilmente come buon auspicio di fertilità.
Dopo le uova a tinte vivaci viene il turno delle uova-gioiello inventate da Peter Carl Fabergé che nel 1883 alla corte dei Romanoff ricevette dallo zar Alessandro la commissione per la creazione di un regalo speciale per la zarina Maria. Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d’oro che a sua volta conteneva un pulcino – sempre del prezioso metallo giallo - e una miniatura della corona imperiale. Dalle uova impreziosite da smalti e pietre preziose si arriva infine – finalmente! – a quelle di cioccolato, magico oggetto del desiderio dal valore aggiunto: la sorpresa. Solo in Italia la sorpresa è elemento imprescindibile dell’uovo di Pasqua: in altri paesi le uova all’interno sono vuote o, al massimo, contengono altri dolci. Nella Penisola, invece, la fantasia si è scatenata e ha dato origine a numerosissime possibilità di regalo.
fiabe di pasqua
C'era una volta un coniglietto che voleva
regalare a due bambini suoi amici tante uova di Pasqua. Per far loro una
sorpresa, cercava un posto dove nascondere le uova. All'alba si
avvicinò alla casa dei bambini col suo sacchetto rigonfio. Il prato Iì
davanti era tutto coperto di fiori di croco, bianchi, gialli e azzurri,
che somigliavano a tante uova colorate. Il coniglietto nascose le uova
tra i fiori e se ne tornò a casa. AI sorgere del sole avvenne un fatto
straordinario: i fiori del prato diventarono uova di Pasqua. Una colomba
se ne accorse e andò in giro a spargere la notizia. Presto il prato fu
pieno di bambini, mentre le uova di cioccolato continuavano a fiorire.
Ancora oggi i vecchi del paese raccontano che quella sia stata la Pasqua
più dolce di tutte.
dialogo cercasi casa
Pe
Claudia
Personaggi:
Claudia, Gianni, signorina dell’agenzia (voce
Fuori Campo).
Esterno giorno: strade adiacenze
piazza Vescovio. Claudia cammina fermandosi a leggere i cartelli di “Vendesi” o “Affittasi”
che incontra lungo la strada. Si ferma davanti ad un cartello “Affittasi”. La
ritroviamo che citofona ad un appartamento in via Vessella 18, parla brevemente
al citofono e spinge il portone.
Dissolvenza
Gianni: (sfogliando
riviste) Vendesi, affarone, vendesi, vendesi ancora, certo trovare una casa
da comperare è molto più facile che trovarne una da prendere in affitto.
Claudia: …
guarda: appartamenti di rappresentanza… commerciali… solo per non residenti
…uso ufficio … camera in villa… locali… foresterie… residence... no. Io cerco
solo una normale abitazione.
Gianni: (leggendo
dal giornale) Senti questo: “MONTESACRO Monte Cristallo ingresso
soggiorno studio 2 camere cucina 1 bagno balconi 1100 euro”. Però c’è da dire
una cosa, che Via Monte Cristallo è mal collegata con i mezzi pubblici.
Claudia: Così
non va, è troppo cara e io poi lavoro al centro, devo trovare una casa vicino
alla linea A della metropolitana.
Claudia: (sospirando)
Certo che è proprio difficile trovare una casa in affitto a Roma. È da un mese
che compro i giornali, leggo gli annunci, ma non trovo niente di interessante:
case senza finestre, umide, appartamenti al quinto piano senza ascensore…
Gianni: …seminterrati
bui, subaffitti, proprietari che vogliono affittare solamente a non residenti…
(comprensivo) Lo so, lo so, ci sono passato anch'io
prima di trovare questa casa da prendere in affitto…
Claudia (lanciando
uno sguardo circolare alla stanza in cui si trova) Certo che questo è un
bell'appartamento: signorile, arredato con gusto. Come hai fatto a trovarlo?
Gianni: Beh,
devo dire che è stato un colpo di fortuna: passavo per caso da queste parti, e
ho imboccato via Vessella, ho visto il cartello ''Affittasi''. Ho chiamato e il
proprietario era un mio vecchio compagno di scuola, così dopo cinque minuti
l’affare è stato fatto e dopo una settimana già vivevo qua.
Claudia: Io
se continua così finirò per comprarmi una roulotte… da ristrutturare.
Gianni: Non
perderti d’animo: proviamo in una zona un po’ meno centrale… (lettura
degli annunci e controllo dell'ubicazione delle case, scorre le colonne del
giornale, fino a che trova… Porta Portese pag. 205 I colonna 10 dal basso)
Mattia Battistini, secondo piano, buono stato, soggiorno 2 camere cucina bagno ripostiglio
3 balconi. 700 euro.
Claudia: Questo
può andare… Certo è al limite delle mie possibilità economiche, ma posso
arrivarci.
Gianni: E
anche questo non è male (Porta Portese pag.
205 IV colonna 22 dal basso). Tiburtina ad. Metro Rebibbia in
villino soggiorno camera cucina abitabile bagno arredato. Solo 700 euro.
Claudia: Meglio
il primo però eh?
Gianni: (alzandosi
dal divano) Allora proviamo subito a fare qualche telefonata.
Claudia: (prende
in mano il telefono appoggiato accanto al divano) Mi dici il numero?
Gianni: Un
attimo eh. 066381062.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): "Casafelice",
buongiorno. Sono Miranda. Posso esserle utile?
Claudia: Buongiorno.
(rivolta a Johan, coprendo il microfono con una mano)
È un’agenzia… Chiamo per l’annuncio su "Porta Portese"
dell'appartamento a Boccea.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): Quale?
Quello adiacenze Battistini?
Claudia: Sì,
quello. Vorrei sapere esattamente in che strada si trova.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): In
via Bonifazi. Lasci che le dica che è una vera occasione: è un appartamento luminoso,
poco rumoroso, con due piccoli terrazzini deliziosi.
Claudia: È
lontano da una fermata della metropolitana?
Sig.na
agenzia (FC al telefono): Assolutamente
no: c’è una fermata a due isolati. Vuole fissare un appuntamento per vederlo?
Claudia: Sì
grazie.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): Per
lei va bene domani mattina alle 9?
Claudia: D’accordo.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): Le
ricordo che per l’eventuale contratto deve anticipare tre mesi di caparra e il
compenso dell’agenzia è di una mensilità.
Claudia: Sì
sì, lo sapevo, mi scusi, il riscaldamento è centralizzato?
Sig.na
agenzia (FC al telefono): No,
è autonomo.
Claudia: Benissimo.
Allora a domani.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): Mi
scusi lei è la signora?
Claudia: Claudia
Bumci…. (spelling del nome con i nomi di città italiane)
Bologna, Udine, Milano, Cosenza, Imola.
Sig.na
agenzia (FC al telefono): Perfetto.
Grazie.
Claudia: Grazie
a lei è stata molto gentile. (Girandosi
verso Johan) Incrociamo le dita.
Gianni: (incrocia
le dita).
I Cento Passi - La mafia e' una montagna di merda
- [A notte fonda, sotto casa]
Peppino Impastato: Sei andato a scuola, sai contare?
Giovanni Impastato: Come contare?
Peppino Impastato: «Come contare», uno, due, tre, quattro... sai contare?
Giovanni Impastato: Sì, so contare.
Peppino Impastato: E sai camminare?
Giovanni Impastato: So cammina'.
Peppino Impastato: E contare e camminare insieme, lo sai fare?
Giovanni Impastato: Sì, penso di sì...
Peppino Impastato: Allora forza. Conta e cammina. Dai. [prende il fratello per il braccio e comincia a camminare] Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto..
Giovanni Impastato: Dove stiamo andando?
Peppino Impastato [alza la voce]: Forza, conta e cammina! [...] ottantanove, novanta, novantuno, novantadue,
Giovanni Impastato: Peppino...
Peppino Impastato: Novantatré, novantaquattro, novantacinque, novantasei, novantasette, novantotto, novantanove e cento! Lo sai chi c'abita qua?
Giovanni Impastato: Ammuninne... [sottovoce, intimorito]
Peppino Impastato [inizia a urlare]: Ah, u' zu Tanu c'abita qua! Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi! Vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar, alla fine ti sembrano come te! «Salutiamo zu' Tanu!» «I miei ossequi, Peppino. I miei ossequi, Giovanni.» E invece sono loro i padroni di Cinisi! E mio padre, Luigi Impastato, gli lecca il culo! Come tutti gli altri! Non è antico, è solo un mafioso, uno dei tanti!
Giovanni Impastato: È nostro padre...
Peppino Impastato: Mio padre! La mia famiglia! Il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente![1]
mercoledì 28 marzo 2018
Giochi di parole: gli indovinelli
Giochi di parole: gli indovinelli (3) https://www.adgblog.it/2014/03/16/giochi-di-parole-gli-indovinelli-3/
1. Cosa fanno due bicchieri in auto?
2. Che mestiere fanno i componenti della coppia di tennis più forte del paese?
3. Qual è la differenza tra un ciclista e il fuoco?
4. Sul tavolo ci sono dieci mosche. Con uno scacciamosche ne uccido 3, quante mosche rimangono sul tavolo?
5. Quando serve viene buttata e quando non serve più viene recuperata. Che cos’è?
6. Entri in una camera e vedi che ci sono 2 cani e 4 gatti sdraiati sul letto, 1 giraffa e 5 ippopotami in piedi e 3 galline e una papera che svolazzano. Quanti piedi stanno in piedi nella camera?
7. È vero che ci sono tre erreri in questo frase?
8. Qual è quella cosa che appartiene solo a te, ma che gli altri usano più di te?
9. In un pino ci sono quattro rami, ogni ramo ha due rametti e su ogni rametto ci sono tre ciliegie. Quante ciliegie ci sono in tutto?
10. Qual è la differenza fra un pesce e una palla?
Risposte:
a. Il ciclista scatta e il fuoco scotta!
b. Nessuna, tutte e due finiscono in rete!
c. Il tuo nome.
d. 3 perché le altre volano via!
e. Vanno a Brindisi.
f. Uno è un avvocato, perché ci sa fare con i diritti, l’altro è un meteorologo, perché è esperto di rovesci!
g. No, sono 2.
h. L’ancora.
i. 6, 2 tuoi e 4 del letto.
j. Nessuna! Il pino non fa ciliegie!
1. _e_ 2. __ 3. __ 4. __ 5.__ 6. __ 7. __ 8. __ 9. __ 10. __
italiano con gioco enigmistico
L’italiano con un gioco enigmistico
PAROLE:
a) G . . . . ttolo
b) Ma . . . feri
c) . . tevole
d) O . . . rosa
e) Com . . ne
f) Bom . . la
g) A . . . ltatore
h) Co . . ce
i) Ma . . . . a
l) Ma . . lenta
m) Id . . . ramma
o) Omo . . . . a
p) Eur . . .
q) Pa . . ato
r) C . . . ione
s) Pas . . ia
t) Va . . . zione
DEFINIZIONI:
1. È un oggetto creato per divertire soprattutto un bambino.
2. Lo sono anche gli esseri umani.
3. Degno di attenzione.
4. Si dice di una persona dinamica e laboriosa.
5. Aggettivo che definisce essere di più cose o persone.
6. È un contenitore per gas compressi.
7. Persona che sta attento a quello che si dice.
8. L’insieme di regole comuni a emittente e ricevente.
9. Malattia trasmessa dalla zanzara anofele.
10. Di persona magrissima e smunta, specialmente dopo una lunga malattia.
11. Simbolo grafico rappresentante un concetto.
12. L’avere lo stesso nome di un’altra persona.
13. Il continente in cui si trova anche l’Italia.
14. Avvenuto, trascorso.
15. Attrazione molecolare.
16. Così si chiama la fune con cui si legano le zampe degli animali al pascolo. Anche vincolo, impedimento.
17. Cambiamento, modificazione.
indovinelli per ragazzi barzellette
Barzellette imparando l’italiano: i dottori
Barzelletta 1
Un signore viene investito da un’auto in corsa guidata da una bella signorina che si china sul malcapitato e gli dice: “Lei è proprio fortunato! è stato investito proprio di fronte all’ambulatorio di un medico”
Barzelletta 2
“Dottore, quando tocco qui mi fa male”
Barzelletta 3
Il dottore incontra il sig. Rossi: “Sig. Rossi, come sta?”
Barzelletta 4
“Dottore, soffro di continue amnesie”
Barzelletta 5
“Dottore un cane mi ha morso un dito”
“E l’ha disinfettato?”
Barzelletta 6
Un carabiniere dal dottore: “Dottore, se mi tocco qui ho male (indicando il fegato). Pure se mi tocco qui ho male (indicando la testa). E anche se mi tocco qui (indicando il gomito). Cosa può essere?”.
Barzelletta 7
“Dottore io non sono un uomo ma un cane…”
“Si stenda sul lettino…”
Barzelletta 8
“Buongiorno dottore! Dove va di bello?”
“In nessun posto, passeggio per ammazzare il tempo.”
Barzelletta 9
“Dottore, salgo le scale e mi stanco, scendo le scale e mi stanco… Che cosa devo fare?”
Barzelletta 10
“Dottore, dottore! Sto perdendo i capelli!”
Finale A
“Oh! Grazie! A casa non mi fanno mai salire sul divano!”
Finale B
Il dottore: “Mi sa che lei ha un dito fratturato!”
Finale C
“Le spiace pagarmi la visita in anticipo?”
Finale D
“Molto bene, mi dispiace!”
Finale E
“È rimasto senza clienti?”
Finale F
“E lei non si tocchi!”
Finale G
E il signore: “Guardi, signorina, che il medico sono io!”
Finale H
“Allora se ne vada: ho appena spazzato!”
Finale I
“No è scappato subito!”
Finale J
“Ha provato a prendere l’ascensore?”
martedì 27 marzo 2018
Il Re Leone Il cerchio della vita
Il Re Leone Il cerchio della vita
Un bel giorno ti accorgi che esisti
che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui, per volere di chi
Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingono blu
E ti basta così
Ogni dubbio va via
E i tuoi perché
Non esistono più
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
Che fine non ha
che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui, per volere di chi
Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingono blu
E ti basta così
Ogni dubbio va via
E i tuoi perché
Non esistono più
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
Che fine non ha
Un bel giorno ti accorgi che esisti
che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui, per volere di chi
Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingono blu
E ti basta così
Ogni dubbio va via
E i tuoi perché
Non esistono più
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
Che fine non ha
che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà e ti chiedi chissà
Siamo qui, per volere di chi
Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingono blu
E ti basta così
Ogni dubbio va via
E i tuoi perché
Non esistono più
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
È una giostra che va
Questa vita che
gira insieme a noi
E non si ferma mai
E ogni vita lo sa
che rinascerà
In un fiore
Che fine non ha
Che fine non ha
Simba e Mufasa - I grandi re del passato
Mufasa: Simba, mi hai molto deluso
.
Simba: Lo so
.
Mufasa: Avrebbero potuto ucciderti. Hai disobbedito
a tuo padre, e hai messo in pericolo la vita di Nala.
Simba: Stavo solo cercando di essere coraggioso come te.
Mufasa: Io sono coraggioso solo quando è necessario esserlo.
Simba... essere coraggiosi non significa andare in cerca di guai.
Simba: Ma tu non hai mai paura.
Mufasa: Oggi l'ho avuta.
Simba: Davvero?
Mufasa:Si.Temevo di perderti.
Simba: Oh Allora, anche i re hanno paura.
Mufasa:huh?
Simba: La sai una cosa?
Mufasa: Cosa?
Simba: Penso che quelle iene avessero più paura di te.
Mufasa: Non si scherza con il tuo babbo.
Simba: Papà ?
Mufasa: Hmm?
Simba: Siamo amici, vero?
Mufasa: Certo.
Simba: E staremo sempre insieme, vero?
Mufasa: lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me.
... Guarda le stelle. I grandi re del passato ci guardano da quelle stelle.
Simba: Davvero?
Mufasa: Si ... Perciò quando ti senti solo, ricorda che quei re
saranno sempre li per guidarti.E ci sarò anch'io.
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