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mercoledì 20 novembre 2019

Giorgio Bocca per comprendere questo paese sempre uguale a se stesso


Questo paese sempre uguale a se stesso: riflessioni tratte dalla rubrica l'antitaliano di Giorgio Bocca

Partendo dall'archivio degli articoli di Giorgio Bocca presenti nel sito del giornale Espresso, il mio intento e' quello di individuare delle linee guide per capire il nostro tempo con la speranza di trovare dei legami di continuità utili per cogliere pienamente l'apparente mutevolezza di questo periodo storico. L'acuta e critica osservazione del vivere sociale degli Italiani come tratto spesso presenti nei lavori di Bocca permette di vedere la continuità esistente con il mondo odierno dove tutto risulta difficile da capire. In un articolo intitolato " Il Bel paese dov'è difficile vivere" si mette in luce come venga sempre richiesto agli italiani di credere nel futuro soprattutto da parte delle gerarchie ecclesiali, le quali spesso lamentano una mancanza di etica della società italiana, la mancanza di buone regole, di buoni comportamenti. L'impressione di allora come quella di oggi e' che pare troppo tardi per venirne fuori, le complicità sono troppe, le malversazioni di massa soffocanti, le occasioni di riscatto sono rare. Sono le grandi dimensioni dei nostri attuali vizi, delle nostre pigrizie, delle nostre abitudini a imprigionarci. Questa volta sembrano scomparsi ' i mille" del coraggio e dell'avventura. Ogni sera gli italiani che ancora desiderano vivere in una libera democrazia si chiedono quanto durerà questo decadimento, questa resa al peggio e se questa rinascita sia realmente possibile o un vano desiderio che si rinnova di generazione in generazione. L'esperienza di Bocca e' quella di aver visto cadere i regime ma solo per autodistruzione. I grandi numeri della società impediscono che cambi veramente questo paese. Il difetto dell'Italia lo aveva colto Leopardi quando denunciava la mancanza di un'opinione pubblica capace di una scelta etica. L'ultima illusione e' stata la guerra di liberazione dall'occupante durante la seconda guerra mondiale, vale a dire una guerra di popolo per la libertà e la giustizia. Questa guerra dei partigiani ha dato per mezzo secolo un impulso riformatore al paese, una volontà di diventare un paese democratico.
Bocca e' consapevole della bellezza e ricchezza dei suoi beni naturali e artistici ma risulta difficile viverci per colpa dell'anarchia di chi ci abita. In Italia vige questa illusione permanente di potere migliorare la società senza disciplina e senza sacrifici, per l'idea assurda che esista una " stella" o un Santo in paradiso che rappresenta la garanzia della risoluzione dei problemi spontaneamente.

Da quando abbiamo celebrato i 150 anni dell'unita d'Italia, il paese sembra essersi convinto cosi come i suoi sudditi che più si e' senza governo, senza futuro, senza buon senso e più si e' adatti a questo pazzo mondo. I leghisti con i loro rappresentati sin dai tempi di Maroni fino ad oggi con Salvini hanno minacciato di lasciare l'Europa ingrata, di fare la secessione con l'Europa ricca e civile per tentare di ritrovarci ad un livello di tipo mediorientale. Bocca cerca di rispondere ad una domanda apparentemente semplice ma piena di complessità come la seguente: In che cosa consiste il governo della Repubblica italiana? Questo governare si realizza nella ripartizione di promesse che non verranno mantenute, che tutti sanno che non verranno mantenute, che nessuno chiede di mantenere: la penosa faccenda degli immigrati non affrontata dal governo, il quale si adira se il resto dell'Europa non vuole accoglierli. Le leggi e gli accordi internazionali sono parole vuote, l'Italia si e' impegnata solo sulla carta di impedire l'immigrazione di clandestini per impedirgli di raggiungere l'intera Europa. La crisi di questo mondo per Bocca e' quella di non avere un governo capace di governare, di affidarsi solo agli appetiti  del capitalismo, la programmazione della produzione e dei consumi, di non capire che questo andare verso il futuro in ordine sparso con una caotica lotta per accaparrarsi i mercati nuovi abbandonando i vecchi porta soltanto al disastro generalizzato.

In un altro articolo di Bocca denominato L'Italia, il paese delle storie eterne, sempre le stesse, ossia la scoperta che lo Stato e' la vera banca dei ladroni, la grande cassaforte da cui possono tirare fuori i soldi a palate. Basta trovare un capo cordata, un ducetto di turno, dell'uomo di fortuna e tutte le porte del tesoro si aprono, anche quelle delle sciagure e dei disastri dove si rallegrano per i futuri affari da compiere come nel caso del terremoto in Abruzzo.
Nell'articolo Credetemi ci sono due Italie, Bocca mette in rilievo la presenza di due Italie che non si incontrano mai; infatti ogni mattina bocca si domanda ma chi sono, dove stanno, dove abitano tutti questi ladri senza vergogna, questi cortigiani che si arricchiscono con le cricche? Dove si nasconde il paese dei farabutti?
Queste due Italie separate e incomunicanti. L'Italia della casta e delle cricche e quella che si guadagna onestamente la vita. Lontane una dall'altra anni luce, nel modo di pensare, vivere, nei modelli di morale e di estetica. Come sia possibile la loro convivenza senza una dura resa dei conti resta un mistero. Forse per istinto di sopravvivenza, di stare comunque sulla stessa barca, nello stesso mare infido. Ogni mattina giornali, televisioni informano gli italiani onesti, rispettosi delle leggi, attenti alla morale e al giudizio del prossimo che nell'altra Italia centinaia , migliaia hanno sfidato le prigioni, il disonore, i Carabinieri per arricchirsi a mezzo della politica e ai danni dello Stato e lo hanno fatto senza provare vergogna o rimorso, anzi con il compiacimento di chi si sente parte della classe ladrona che finge di essere classe dirigente. Per questa convivenza delle due Italie, l'Italia vive in stato di schizofrenia, la coesistenza delle due Italie e' permessa dalla naturale ritrosia degli onesti a frequentare i ladri, una scelta spesso a fiuto, ad istinto, e viceversa la diffidenza e ancora il fastidio dei ladri per le persone oneste. La possibilità di incontrare queste persone avviene principalmente a coloro che hanno bambini piccoli che vanno a scuola e hanno molti amici, pertanto devi andare alle loro feste con i parenti dei loro compagni e in quelle occasioni non puoi non riconoscerli questi ladroni e cortigiani. Andando avanti con gli anni, il rischio di incontrarli si riduce notevolmente perché la tua cerchia di amici diventa sempre più ridotta ai pochi e fidati amici. E questo il paese dove si e' perso ogni senso di vergogna, di pentimento e disagio. L'Italia dei ladri non solo e' priva di vergogna, ma proterva e protetta. Il noto imprenditore si avvarrà della facoltà di non rispondere di fronte a magistrati 'comunisti' e minacceranno querelle miliardarie a quei pochi coraggiosi giornalisti che oseranno occuparsi di queste faccende giuridiche.
In questa Italia, i datori di lavoro non si giovano piu del lavoro e dei talenti dei loro dipendenti, ma sono benefattori che accusano i loro dipendenti di sputare nel piatto in cui mangiano.
Spesso gli Italiani dell'Italia onesta vivono nel loro paese come in un paese straniero, cercando di passare inosservati, di non incorrere nelle ire e ricatti dei padroni che al minimo dissenso li accusano di essere dei sovversivi, iscritti al partito dell'odio.

In un quadro contestuale come quello italiano, il compito principale dei politici e' quello di trasferire il denaro pubblico nelle tasche dei produttori e dei costruttori per fare muovere il mattone e gli appalti, distribuire i finanziamenti pubblici. Con queste faccende le diversità politiche, gli ideali, la visione del futuro cedono il passo agli affari. Anche la protezione civile, nata come provvida organizzazione per sopportare le popolazioni durante le calamita' naturali, diventa una grossa macchina da affari più o meno puliti in cui un deputato di sinistra vale come un deputato di destra come faccendiere.  La politica come olio per ungere i meccanismi amministrativi: questo "difficile" mestiere del politico non e' sempre presentabile perché deve far funzionare lo Stato, la sua economia, i suoi servizi spesso in concorrenza con i produttori e con i commercianti. Il motore dello Stato, la cooperazione dei politici e degli imprenditori e' spesso simile ad uno sciame d'api alla ricerca del loro miele. Questo comportamento preoccupa molto Bocca e coloro che hanno dovuto fare una guerra per liberare l'Italia dall'occupazione, in altre parole questa costruzione statale appesa a fili cosi fragili reggerà? O ci sarà un ritorno ai regimi autoritari capaci di risolvere con la forza i contrasti. Questo millennio sembra aprirsi come i precedenti nella loro incertezza e casualità. Riuscire a comporre le nuove profonde contraddizioni del vivere sociale sembra il compito della politica di questo periodo. Tutti siamo allo stesso tempo per la conservazione e per le riforme, per la legge, l'ordine e l'innovazione di tipo shumpeteriana.  La società di oggi e di domani sarà una società nevrotica alle prese con i mille rischi del mondo ricco insediato dalla marea dei poveri che si ammassano alle sue frontiere e dentro le sue frontiere come una minaccia ( aggiungo io come un'opportunità per altri)

Ma poi danno il meglio di se' e' il titolo di un articolo in cui si descrivono gli italiani capace di dare il meglio di loro nei momenti di difficoltà, mentre nei giorni di pace e abbondanza mostrano delle differenze abissali tra di loro. E da qui risulta difficile dire se toccheranno giorni felici o nuove sventure a questo popolo italiano?
Per rispondere a questa domanda bisogna porsi una altra domanda, ossia chi sono gli italiani? Basta superare il trentino e l'Alto Adige per capire che si e' in mondi diversi, fra popoli diversi per lingue, costumi, senso del paesaggio, disegno dei campi, dei boschi, dei campanili, delle case, insomma un po' tutto. Non sapere cosa siano gli italiani rende poi difficile rispondere sul loro futuro e sulle loro sorti sociali e politiche. Il futuro del paese sarà possibile in sintonia con un ritrovato senso di appartenenza, solidarietà, affinità o perché alla fine c'è' sempre un ' santo in paradiso' per offrire protezione a questo paese?  Per Bocca, l'italiano e' sicuramente diverso da quello di Goebbels che definiva con disprezzo l'Italia come un popolo di camerieri e di zingari, o La Martine con la sua celebre ' espressione geografica', cosi come Mussolini disse che ' l'Italia e' un popolo inutile da governare'. In pratica milioni di persone con la stessa lingua ma incapaci insieme di diventare societa', Stato. Per Bocca, gli italiani sono quelli stimati per i loro imperativi categorici come Bobbio, Gobetti, Foa e i tanti poveri montanari e contadini che ti offrivano il vino mentre le loro case bruciavano. Nei momenti difficili gli italiani ti danno quello che non ti aspetti, per cui all'improvviso lo stesso che era pronto per ucciderti e venderti per un interesse banale in difesa della 'roba', ora e' pronto a perdere tutto contro l'occupante. Più gli italiani erano umili, poveri e abbandonati e maggiore era la capacita di privarsi del poco per aiutarti, durante i rastrellamenti ti ospitavano nonostante le minacce di fucilazione. In questa nazione che chiamiamo Italia ci sono differenze abissali tra gli italiani: ci sono i faccendieri amici dei politici al potere, i cortigiani del capo di turno, gli amministratori delle furbizie e dell'inganno che vediamo in TV. In questo paese si scopre che il peccato originale e il demonio non sono un'invenzione dei preti ma la realtà incancellabile del mondo. Davanti a tanti interrogativi bisognerebbe chiedersi per quale motivo la gente ha deciso di rivolgersi alla Lega. La lega ha vinto perché si e occupata di questi territori dell'hinterland milanese e della provincia lombarda. La buona borghesia milanese non si era accorta che nessun partito di sinistra era rimasto sul territorio. Queste anime belle della borghesia erano poco attenti di fronte al fatto che molti sindaci di provincia in Lombardia erano finiti in carcere ed erano stati sostituiti da leghisti incolti ma non ladri. La sinistra colta non si e' resa conto che il paese era molto diviso, la costituzione veniva violata quotidianamente e che la Lega era in crescita sotto i nostri occhi per nostra manifesta incapacità o volontà di fare del nostro paese un paese dei diritti ma anche dei doveri civili. La borghesia ha consentito questa regressione della politica. La Lega ha mostrato come obiettivo quello di sostenere una democrazia autoritaria che sembra propensa al tanto peggio tanto meglio. Alla politica italiana incapace di provvedere agli interessi nazionali abbiamo di fronte una Lega che antepone il loro localismo o ormai il loro localismo nazionale di fronte al macro-continente dell'Europa. Come disse Cota: A me di Termini Imerese non importa niente. Un bel esempio di pietra tombale del nostro Risorgimento, ora abbiamo Salvini che propone un modello del tipo' a me di Bruxelles non importa niente' evidenziando un bel esempio di sepoltura dell'orizzonte europeo come vocazione naturale per l'Italia inteso come paese fondatore dell'Europa e come paese culla della civiltà europea.

Nell'articolo Meno male che Silvio c'è' Bocca cerca di spiegare le ragioni del successo politico di Berlusconi in Italia. Partendo dall'amara costatazione che il segreto del consenso di Berlusconi risiede nella scarsa educazione civile e democratica degli italiani, cui va bene il partito della democrazia autoritaria purché non ci siano tasse da pagare.
Molti Italiani si chiedono come mai non passi mai di moda il berlusconismo, vale a dire che cosa non abbiamo capito di questo fenomeno? Berlusconi e' un maestro nel gioco delle parole che da Giolitti, Crispi o Mussolini ha sempre incantato gli italiani, e' un uomo ricco come ogni italiano vorrebbe essere, e' un abile populista perché dice agli italiani ciò che vogliono sentirsi dire: che sono belli, intelligenti, simpatici, furbi. E' un grande venditore che racconta storie ed e' pieno di ottimismo anche quando c'è il terremoto o un vulcano islandese a ricordarci che non ci sono motivi per sfoggiare tutto questo ottimismo. Il suo ottimismo fa rima con attivismo e con il mitico ' faccio tutto io' ma non dimentica di ricordare il suo lato cattivo di dover richiamare all'ordine i critici e gli indisciplinati.
Per capire il suo successo ci sono due elementi molto importanti presenti nel comportamento degli italiani, ovverosia la ritrosia a pagare le tasse e la propensione ad 'aggiustarci' presenti in tutti gli italiani. Questo e' il grande partito trasversale su cui Berlusconi ha galleggiato e che dentro di se' diceva: meno male che Silvio c'è come moto di salvezza.
La maggioranza degli italiani cui il berlusconismo tutto sommato va bene sono: i commercianti che quando arrivo' l'euro capirono che gli italiani continuavano a ragionare in vecchie lire e ci guadagnavano su, i liberi professionisti che possono denunciare la meta' o la meta' della meta' del reddito. E anche i ceti emergenti, cioè coloro che frodano il pubblico impiego, timbrano il cartellino dell'ufficio e poi vanno a fare la spesa o le commissioni. Il segreto del berlusconismo e' un segreto di Pulcinella ed e' la scarsa educazione civile degli italiani che naturalmente si giustificano dicendo che l'Italia e' troppo 'lunga' per non dire troppo diversa, per clima, storia, troppo bella o calda per aver voglia di lavorare. Cosi anche gli operai sono finiti per votare il partito della libertà perche dentro di loro hanno gli stessi sogni e desideri del Cavaliere. E poi il Cavaliere ha rappresentato il migliore divertimento in un periodo storico dominati dalla politica come unica forma di 'divertissement' per la gente.
La vittoria di Berlusconi dimostra che il voto e la scelta del candidato seguono spesso dei criteri irrazionali, misteriosi conformismi che producono successi miracolosi. Come succede con i libri, film, le canzoni, gli abiti, il voto popolare non si basa sul migliore programma, ma anche sulla capacita carismatica del candidato, la sua capacita' di seduzione presso l'elettorato, la quale spesso non c'entra niente con i suoi meriti. Gli elettori sentono spesso la voglia di cambiare di fronte al vecchio politico e il suo personale politico con la speranza che il nuovo sia migliore del passato. Insomma notiamo una serie di misteriosi conformismi che hanno prodotti successi miracolosi.
Oggi la moda e' quella di essere leghista o grillino, inoltre tornano di moda i fascisti consci o inconsci. Questi partiti che predicano ossessivamente il fare a danno del pensare, questo correre alla cieca verso un futuro che sarà quel che sarà. La politica non e' sempre razionalità ma e' moda e conformismo. Per Bocca l'unico modo per evitare il peggio resta quello dei reciproci controlli anche se difficili e stancanti.
Questo breve viaggio negli articoli di Giorgio Bocca consegnano un quadro lucido e spietato della situazione dell'Italia di questi primi vent'anni del millennio. Prendere spunto dagli scritti di Bocca può essere un esercizio utile per identificare le ragioni storiche recenti dei nostri mali per uscire da questo stato di paralisi permanente e muovere verso un orizzonte fatto di impegno, sacrificio e realismo.


Webgrafia

Archivio degli articoli di Giorgio Bocca rintracciabile con il seguente collegamento ipertestuale:

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio?page=4

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2010/10/22/news/ma-poi-danno-il-meglio-di-se-1.25031

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2011/01/21/news/la-festa-e-finita-1.27604

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2011/03/04/news/cosa-fa-oggi-chi-fa-politica-1.29145

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2011/04/21/news/150-anni-per-ridurci-cosi-1.30698

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2011/07/28/news/che-fatica-capire-l-italia-br-1.33688

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2011/10/27/news/il-bel-paese-dov-e-difficile-vivere-1.36706

http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2010/06/04/news/meno-male-che-silvio-c-e-1.21240


http://espresso.repubblica.it/opinioni/archivio/2011/10/27/news/il-bel-paese-dov-e-difficile-vivere-1.36706


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