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lunedì 25 novembre 2019

Totò attore comico unico nel suo genere

Totò

Nome d'arte di Antonio De Curtis, attore teatrale e cinematografico, nato a Napoli il 15 febbraio 1898 e morto a Roma il 15 aprile 1967. Attraverso la centralità della 'maschera' (in grado di vincere sui personaggi e sulla stessa qualità dei film interpretati lasciandoli in ombra) la presenza di T. ha rappresentato, sulla scena e sullo schermo, gli esiti di un'intera tradizione, che parte dalla commedia dell'arte e passa per il varietà, la sceneggiata, l'avanspettacolo. La spinta vitale e anarcoide del sottoproletariato si intreccia in lui con la identificazione ambigua di una ridicolaggine piccolo-borghese, messa in caricatura nei suoi aspetti deteriori. In questo senso, nella sua straordinaria immediatezza recitativa Totò sapeva rovesciare la cupezza della morte e della fame sciogliendola in sberleffo, nel guizzo sintetico della maschera. Un marionettismo bizzarro spinto fino alla surrealtà parrossistica, il volto asimmetrico, sbilenco e deformato, il corpo disarticolato, svitabile, piegabile a ogni deformazione, si coniugavano in lui con un gusto per le acrobazie verbali al limite del nonsense, esprimendo spesso nella stessa comicità una modernità irreale e metafisica. Nel corso della sua carriera ottenne per due volte il Nastro d'argento come miglior attore: nel 1952 per Guardie e ladri (1951) di Steno e Mario Monicelli e nel 1967 per Uccellacci e uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini. Per la prova offerta in quest'ultimo film l'anno precedente gli era stata conferita una menzione speciale al Festival di Cannes.

 La comicità in Totò

 La sua comicità faceva leva su due costanti: una mimica corporea e facciale di inedita ricchezza (la marionetta), e un'aggressività che trovava nella parola il suo principale strumento di espressione, parodiando il linguaggio aulico della borghesia avvocatesca dell'epoca. T. fu spesso, in teatro, un 'nuovo al mondo', un ingenuo che con la sua mancanza di condizionamenti sociali e di 'buona educazione' ne svelava il funzionamento e ne distruggeva le apparenze; oppure un poveraccio (ma anche un sussiegoso piccolo-borghese) che rivendicava, senza rispetto per nessuno, la soddisfazione dei suoi istinti primari di cibo, di sesso, di spazio, di riconoscimento: un personaggio aggressivo, bugiardo, cocciuto, ipocrita, secondo lo stesso Totò.


Film di Totò
Film di Totò

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1 commento:

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