La tabella seguente riporta un riassunto dei segnali discorsivi indicati da Bazzanella (1995).
FUNZIONE SEGNALI DISCORSIVI
Presa di turno Allora, dunque, ecco, ma, e, pronto, sì (al telefono), ma, beh, vedo
Riempitivi Ehm, ee, mmm, non so, come (posso) dire? Che dire? Per così dire, diciamo
Indicatori di
correzione
Cioè, voglio dire
Richiesta di
attenzione
Senti, senti un po’, mi segui, dimmi, dica, ehi, guarda, guardate, vedi, vedete,
senta, ma
Fatismi Vocativi parentetici e allocutivi: caro ragazzo, signorina mia, caro mio, capo
Sai, come sai, lo sapete, lei dice, come dice lei, eh
Meccanismi di
modulazione
Praticamente, circa, in qualche modo, in un certo senso, a dire poco,
diciamo, per così dire, come la volete chiamare, appunto, davvero, proprio,
sì, secondo me, per conto mio, direi, mi sembra, forse, magari, se non
sbaglio, penso io, dicono, certamente, naturalmente, come tutti sanno, lo
dicono tutti, se lei mi permette, se mi consente, se mi è consentito, vero,
ecco, se vuole, un po’, insomma, nah, bè, oh
Controllo della
ricezione
Eh, capisci, capito
Richiesta di accordo
o conferma
No? Vero? Non è vero? Ti pare? Non è così? Dico male? Eh? Ne-?
Cedere il turno No? Prego
Demarcativi Apertura: allora
Proseguimento: allora
Ma insomma, insomma, a proposito, senti, comunque
Focalizzatori Se nell’uso correlativo (se palazzo chigi piange il quirinale non ride)
Ma, sì, proprio, appunto, ecco dico, voglio dire
22
Indicatori di
riformulazione
Parafrasi: quando si mantiene la corrispondenza tra i due elementi
interessati
Correzione: quando si mantiene la corrispondenza
Esemplificazione: quando un elemento è sovraesteso rispetto a quello uato
per esemplificarlo
Alcuni segnali discorsivi come cioè, diciamo, anzi, insomma, beh,... possono
funzionare da indicatori di questi processi e quindi esplicitarli
Indicatori di
parafrasi
Cioè, diciamo, voglio dire, in altre parole
Indicatori di
correzione
Anzi, insomma, cioè, non so, no, voglio dire, diciamo, quelle cose lì
Indicatori di
esemplificazione
Mettiamo, facciamo, prendiamo, diciamo, ecco, per esempio
Tabella 1. Riassunto dei segnali discorsivi indicati da Bazzanella (1995).
Malgrado la diversità nelle teorie e classificazioni sui segnali discorsivi, esiste tuttavia un certo
accordo su alcune proprietà di base che li caratterizzano.
Nel testo Segnali discorsivi e sviluppi
conversazionali, Bazzanella (2005b: 138-139) li riassume nei seguenti quattro punti:
1. Non incidono sulle condizioni di verità della proposizione, e non contribuiscono al contenuto
proposizionale;
2. Sono strettamente correlati alla situazione enunciativa;
3. Servono a indicare tratti ed atteggiamenti modali ed emozionali;
4. Sono tendenzialmente polifunzionali (o multifunzionali)
Viene anche precisato che l’intera varietà dei tratti propri della classe non è sempre condivisa da tutti
i membri che ne fanno parte. In altre parole, mentre alcuni marcatori discorsivi possiedono un
rilevante numero di queste caratteristiche specifiche, altri le possiedono tutte.
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