Nell'articolo scritto dal Presidente della Dante Alighieri Andrea Riccardi sulla necessità di " investire sull'italiano per rilanciare il paese" si mette in rilievo come nel "Recovery plan" non sia presente il sostegno della lingua italiana per la ripresa economica dell'Italia. Questa assenza di riconoscimento per il settore della lingua italiana rappresenta una forte minaccia al bisogno di faccia negativa per coloro che si occupano di didattica della lingua italiana in Italia così come all'estero. Per Riccardi, l'italiano è una leva di sviluppo economico per il paese, un fattore di apertura del paese al mondo, con un occhio rivolto all'occupazione per chi insegna questa lingua. Per il Presidente della Dante, la lingua italiana rappresenta una chiave di accesso per entrare nell'immenso ed amatissimo panorama culturale italiano. Infatti, nel mondo l'Italia è intesa come arte, cultura e l'apprendimento dell'italiano viene percepita come un'avventura del piacere per molti stranieri. Ad esempio, si pensi agli amanti della storia antica, dell'opera, del rinascimento e del cattolicesimo. Riccardi fa emergere il ruolo del Papa Francesco come testimonial di eccezione dell'uso della lingua italiana nel mondo. Alla luce della pandemia da corona virus, con la necessaria attesa per il ritorno del turismo, la lingua italiana dovrebbe avere la funzione di mantenimento del legame con il nostro paese. L'approccio filosofico dell'intervento di Riccardi è quello di un paese che " vende" la sua lingua per agevolare la visita dell'Italia e l'acquisto del Made in Italy. In questa ottica, i prodotti italiani e la lingua italiana camminano insieme conferendo alla lingua il ruolo di "insaporire"i prodotti italiani. In questo articolo, viene evidenziato come la lingua colleghi il prodotto alla tradizione italiana nell'ambito dell'arte, la cultura, il turismo, la storia, la musica, la moda, il design e la cucina. Per fare capire l'importanza dell'industria culturale, Riccardi compie una comparazione con gli altri sistemi culturali dei paesi europei per fare comprendere i limiti della nostra politica culturale. Come prima soluzione enunciata da parte di Riccardi è quella di sostenere l'insegnamento dell'italiano a distanza per finanziare l'insegnamento come modalità di difendere l'occupazione nel comparto della docenza della lingua italiana. Questo rafforzamento della didattica a distanza deve consentire al paese di essere pronto per il dopo pandemia da corona virus. Questi provvedimenti devono essere realizzati perché la lingua italiana viene percepita all'estero come il collegamento al paese, al suo stile e alla sua qualità di vita. Da queste premesse, Riccardi vede nell'insegnamento dell'italiano la possibilità di avere una maggiore " spendibilità" del sistema Italia.
La lingua come dimensione culturale
Il concetto di lingua deve essere principalmente collegato alla dimensione culturale di tipo " collettivismo" perché la lingua rappresenta una forma di " noi coscienzioso", "enfatizzando l'appartenenza ad una famiglia allargata come una data nazione ( comunità linguistica) e dove la lingua mette al centro il ruolo delle relazioni tra le persone. La lingua rappresenta un modo per aderire ad una dimensione culturale di "basso indice di distanza sociale" perché il potere deve legittimarsi con l'ausilio di argomenti linguistici di fronte alla cittadinanza e l'utilizzo della lingua serve per avere una istruzione incentrata sullo studente. Questo maggiore uso consapevole della lingua colloca la lingua nella dimensione culturale di "forte evitamento dell'incertezza" perché la lingua richiede chiarezza e struttura. Inoltre, l'uso della lingua deve portare le persone ad una adesione alla dimensione culturale di tipo " soddisfatti" perché la libertà di parola con la lingua è un fatto importante per dirsi felice. L'utilizzo meditato della lingua spinge a ricordare le emozioni positive.
Analisi delle dimensioni culturali nell'articolo di Riccardi
Nell'articolo di Riccardi, il recovery plan è inteso come un tentativo di adesione ad una dimensione culturale con un "orientamento temporale a lungo termine" per collocare gli eventi importanti del paese nel futuro mentre i valori culturali ed economici legati al concetto di lingua italiana non vengono contemplati per via della loro rimozione dal Recovery Plan. Tale assenza è una forma di minaccia al bisogno di faccia positiva collettiva da parte di tanti settori culturali quali ad esempio il settore linguistico, artistico, umanistico ed economico. Questa assenza di riconoscimento per la faccia positiva della lingua italiana spinge nel ricercare di restituire una dimensione culturale di tipo " soddisfatti" alla lingua italiana. Per Riccardi, la lingua italiana è il modo più concreto e immediato per " vendere" l'Italia al mondo. In altri termini, la lingua italiana ricopre una funzione di utilità per il sistema Italia con un approccio legato ad una dimensione culturale di tipo "orientamento temporale a breve termine" perché essere al servizio degli altri da parte della lingua è un fatto importante e ci sono delle tradizioni del paese di tipo sacrosante da fare conoscere al mondo. Inoltre, la lingua ha la funzione di rendere orgoglioso il proprio paese. Oltre allo sviluppo economico, nella visione di Riccardi notiamo come l'insegnamento della lingua italiana serva per aprire il paese al mondo creando da una parte un'adesione ad una dimensione culturale di "debole evitamento dell'incertezza" perché ritroviamo una certta tolleranza verso le differenze, con un sentirsi a proprio agio con l'ambiguità e con una maggiore accettazione dell'incertezza della vita. In seguito, tale apertura sul mondo rappresenta un modo per aderire ad una dimensione con un "orientamento temporale a lungo termine" perché i fatti più importanti del paese possono succedere nel futuro, con un paese bravo perché capace di adattarsi alle circostanze e con la capacità di imparare dagli altri paesi come fatto positivo. Questa apertura sul mondo attraverso la lingua consente di aderire ad una dimensione culturale di tipo " soddisfatti" perché la libertà di parola è importante, il tempo libero è essenziale e con una tendenza a ricordare le emozioni positive. E poi un dato cruciale è quello di prendere consapevolezza che la lingua italiana sia fonte di occupazione per tanti insegnanti di lingua italiana e pertanto diventa un modo per aderire ad una dimensione culturale di "forte evitamento dell'incertezza" perché enfatizza il ruolo della lingua italiana come attività lavorativa come modo per combattere la precarietà nell'ambito lavorativo. Secondo il Presidente Riccardi, la conoscenza dell'italiano serve per entrare nel patrimonio italiano, ossia la lingua italiana consente a persone di tipo " out-group" di diventare membri di un nuovo " in-group" come quello della comunità linguistica italiana, con la nascita di un sentimento di appartenenza allo stesso patrimonio universale e con un mantenimento dell'armonia come tratto prevalente della lingua italiana. Questa apertura verso il proprio patrimonio è un modo per aderire ad una dimensione culturale con un "debole evitamento dell'incertezza" perché si amplia la tolleranza verso le persone e si vive con tranquillità e poco stress questa condivisione di tipo " collettivismo". L'apprendimento dell'italiano è un'avventura del piacere tramite la conoscenza della storia dell'arte, dell'opera, della storia dell'antica Roma, il Rinascimento collocando tale esperienza in sintonia con la dimensione culturale di tipo " debole evitamento dell'incertezza" perché si è tranquilli, con un controllo di sé e con poco stress, con la creazione di una tendenza al benessere personale e allo star bene e con una tolleranza verso gli altri. In seguito, il piacere per l'apprendimento della lingua italiana colloca l'esperienza nella dimensione culturale di tipo " soddisfatti" perché molte persone si dicono felici,con una sensazione di controllo della propria vita, la libertà di parola diventa importante, il tempo libero è rilevante e la tendenza a ricordare le emozioni positive sono tutti tratti cruciali dell'esperienza umana. Il fatto di menzionare il Papa come testimone prestigioso dell'utilizzo della lingua italiana nel mondo ha la funzione di conferire prestigio al bisogno di faccia positiva di tutti coloro implicati nell'insegnamento e promozione della lingua italiana ma raffigura anche un modo per segnalare il ruolo di prestigio nel parlare italiano in sintonia con una dimensione culturale di " alta distanza sociale" in cui la gerarchia è di tipo esistenziale e non si è costretti a legittimare la propria scelta. Nel discorso del Presidente della Dante, la lingua italiana ricopre la funzione di agevolare la visita del paese Italia e di conoscere il suo Made in Italy. In pratica, la lingua viene usata per combattere l'incertezza della vita economica del paese facendo prevalere un orientamento temporale a breve termine perché la lingua è al servizio della comunità in funzione di fare spendere dei soldi a membri " out-group" all'interno del Bel Paese ma con l'intento di ridurre il sentimento di " out-group" con l'avvicinamento di un nuovo " in-group" con una enfatizzazione dell'appartenenza ad un patrimonio dell'umanità come quello italiano. La lingua enfatizza il collegamento tra cultura e prodotti del Made in Italy con l'intento di enfatizzare l'appartenenza e con l'aumento di un senso di un " noi di tipo coscienzioso". Nell'articolo di Riccardi viene menzionato come gli elementi della tradizione italiana siano l'arte, la cultura, il turismo, la storia, la musica, la moda, il design e la cucina. Da qui, questa tradizione si lega ad una dimensione culturale di tipo " orientamento temporale a breve termine" perché le tradizioni sono sacrosante per capire l'identità culturale italiana in cui si è orgogliosi del proprio paese. In aggiunta, Riccardi mette in rilievo una comparazione per fare pagare dei costi al bisogno di tutelare la faccia negativa del sistema culturale italiano. Questa comparazione spinge l'industria culturale legata alla lingua italiana nell'accettare una dimensione culturale di tipo " vincolati" perché il sistema politico italiano non è propenso nell'investire sul piano culturale come volano della crescita economica e sociale del paese perché manca una dimensione culturale incentrata sull' "orientamento temporale a lungo termine" poiché la politica è ancorata quasi sempre ad un "orientamento temporale a breve termine" perché i fatti più importanti per la vita sociale e politica italiana sono sempre incentrati sul passato. In questo articolo, una prima soluzione offerta da Riccardi è in sintonia con la tradizionale onnipresenza della dimensione culturale di "breve orientamento temporale" con l'introduzione di una grossa piattaforma digitale per diffondere l'insegnamento della lingua italiana all'estero in attesa della fine della pandemia. In definitiva, l'aumento della dimensione culturale di tipo " collettivismo" tra i membri " out-group" interessati all'Italia è una prassi per rendere il paese più " vendibile" per Riccardi in assonanza con la dimensione culturale di tipo " orientamento temporale a breve termine" e di " forte evitamento dell'incertezza" come tratti sempre presenti nell'agire della politica italiana.
Investire sull’italiano per rilanciare il Paese
Nel Piano nazionale di ripresa e
resilienza (PNRR), colloquialmente chiamato Recovery, dove sta il
sostegno alla lingua italiana? Eppure si tratta di un’ottima leva di
sviluppo, estroversione del paese e occupazione, se solo si tiene conto
che l’italiano è una delle prime lingue studiate al mondo, nonostante i
solo sessanta milioni di cittadini italiani. L’attrazione
della nostra lingua dipende dal fatto che è una chiave per entrare in
un universo culturale immenso e molto apprezzato: il patrimonio
italiano di arte e cultura. Questo patrimonio è una parte importante
della cultura occidentale, verso cui c’è un interesse globale.
Apprendere l’italianoè un’avventura che appassiona milioni di persone:
questo è un fatto. Si pensi ai cultori di storia antica o dell’arte o
dell’opera, agli entusiasti del Rinascimento e così via, senza
dimenticare quelli che guardano a Roma come centro del cattolicesimo.
D’altra parte il testimonial più eccellente della nostra lingua è
l’argentino papa Francesco.
Le cifre parlano chiaro: a oggi vi sono all’estero più di due milioni di persone che studiano italiano.
Con i suoi 400 centri nel mondo, la Società Dante Alighieri è uno dei
principali strumenti attraverso cui avviene tale insegnamento, assieme
alle scuole italiane all’estero, agli enti gestori e agli istituti di
cultura. Si tratta di un mondo che può fare ancora meglio, se solo lo si
fornisce dei sostegni adeguati. In attesa della ripresa del turismo,
insegnare la lingua prepara il futuro e tiene vivo l’interesse per tutto
quello che è italiano. «Vendere» la lingua equivale a investire in
cultura in senso ampio: chi oggi apprende l’italiano a distanza sarà
pronto a visitare l’Italia appena sarà possibile, ma anche a comprare il
made in Italy. La lingua apre l’accesso al «mondo italiano». Prodotti
italiani e lingua italiana camminano insieme. La lingua dà sapore al
prodotto e lo collega a una tradizione. L’arte, la cultura, il turismo,
la storia, la musica, la moda, il design, la cucina crescono con la
lingua. E l’italiano cresce con queste realtà nazionali.
L’esempio
dei partner europei è eloquente: inglesi, francesi, spagnoli e
portoghesi hanno fatto dell’apprendimento delle loro lingue una vera
industria culturale. Non si capisce perché tale settore sia stato
dimenticato dal PNRR, considerando anche l’apporto in termini di
occupazione immediata che offre. È indispensabile che il Recovery
riconsideri la lingua finanziando la creazione di un grande sistema
d’insegnamento dell’italiano online all’estero, supportando quanto la
Dante Alighieri già si appresta a fare con la piattaforma di e-learning
ad alta qualità, fruibile a vari livelli, adattata alle regioni del
mondo e alla loro base linguistico-culturale. Ne abbiamo urgente bisogno
anche perché ciò significherebbe offrire occupazione non soltanto agli
insegnanti di lingua ma anche di altre materie culturali, come
letteratura o storia dell’arte.
Prima
del Covid-19 l’intera filiera della cultura in Italia valeva circa 92
miliardi cioè il 6% del PIL. Con l’indotto si arrivava fino a oltre 250
miliardi, cioè il 16% del PIL. Eppure l’appoggio dato
all’insegnamento della lingua era minimo: qualche milione di euro che
impallidivano di fronte alle centinaia di milioni annui britannici,
francesi o tedeschi e addirittura alle decine di milioni dei portoghesi.
Con il Recovery si può cambiare marcia. Il crollo del settore
culturale,dovuto alla pandemia, è molto pesante per l’economia: una
perdita di un milione e mezzo di posti di lavoro. Dobbiamo intervenire
al più presto. Uno dei mezzi più rapidi è proprio l’insegnamento della
lingua a distanza che può essere messo in campo in poco tempo.
Distanziamento
sociale, nuove norme sulla mobilità, divieti di assembramento e
impossibilità di viaggiare impediranno ancora per mesi -forse di più- al
turismo di ripartire appieno, così come agli studenti stranieri
di venire in Italia per accedere alle università e alle scuole di alta
formazione culturale (restauro, archeologia ecc.). Rafforzare in tempi
brevi l’insegnamento della lingua online è un modo per colmare un vuoto e
prepararsi a rafforzare domani tutto il settore della cultura.
Non è possibile né auspicabile distaccare la lingua italiana dalla cultura, considerandola una parte ancillare e secondaria.
È un errore corrente che mostra una scarsa comprensione di come
l’Italia sia percepita nel mondo. La lingua italiana è legata al paese,
al suo stile e alla sua qualità di vita molto più di quanto si pensi.
Non è un caso che i brand nella nostra lingua siano secondi solo a
quelli in inglese. Insegnare più italiano significa a termine «vendere»
più Italia in tutti i sensi. Il Recovery dovrebbe sostenere la creazione
di piattaforme digitali di didattica e offerta culturale a distanza.
Oggi il settore più qualificato e meglio adattato a tale immediata
sperimentazione è certame
14 gennaio 2021, 21:49 - modifica il 14 gennaio 2021 | 22:14
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https://www.corriere.it/opinioni/21_gennaio_14/investire-sull-italiano-rilanciare-paese-1794ad74-568f-11eb-a149-06fa3816b199.shtml
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