I complimenti nella cortesia linguistica italiana
Nella tradizione di Brown e Levinson ( 1987), i complimenti sono principalmente atti che minacciano la faccia negativa del destinatario perché denoterebbe una forma di invidia o di debito per chi lo riceve, costringendolo a cedere l'oggetto lodato o fare qualcosa per proteggerlo. Ai complimenti inopportuni, il destinatario nel corpus di Alfonzetti reagisce tacendo o cambiando discorso. In questi casi, il complimento viene percepito e trattato dal destinatario come una minaccia per la propria faccia.
La seconda concezione vede nei complimenti atti di cortesia positiva, volti a soddisfare il bisogno esistenziale di essere notati, apprezzati e ammirati ( Holmes 1986: 485) proferiti in linea con la Massima di approvazione nel modello di cortesia di Leech ( 1983). In questo modello, i complimenti si vedono come delle carezze o regali verbali. Per Kebrat-Orecchioni, i complimenti gratificano il destinatario, e come i regali hanno la funzione di mantenere e alimentare l'amicizia. Il complimento è un atto linguistico simile all'atto di offrire fisicamente qualcosa ed è un'azione di sostegno come un invito, un dono, lodare e un lubrificante sociale utile per creare e mantenere i rapporti perché rappresenta un gesto affettivo e di benevolenza verso l'altro.
Questa visione dei complimenti come " face enhancing act" trova conferma empirica nella risposta più frequente, cioè il ringraziamento con cui il destinatario mostra compiacimento e gratitudine, con formule convenzionali, con lo sguardo, il sorriso, il rossore. Il ringraziamento si accompagna alla restituzione, con cui si contraccambio il regalo ricevuto, complimentando a sua volta l'interlocutore di solito sullo stesso oggetto linguistico.
In altre situazioni, i complimenti possono svolgere una funzione riparatoria ed essere utilizzati per mitigare atti linguistici che minacciano la " faccia" del destinatario, come ad esempio le critiche, le richieste, i rimproveri, i rifiuti ( vuoi altra pasta? è buonissima ma basta così).
I complimenti possono essere concepiti come atti rituali compiuti in linea con delle convenzioni sociali. I complimenti sono spesso categorizzati come atti espressivi ( Searle) o comportativi ( Austin). Per alcuni sono degli atti linguistici verdettivi ( il complimento implica una valutazione, un giudizio di segno positivo sul destinatario).
Per quale ragione si fanno i complimenti
Le persone rispondono a questa domanda sostenendo che sia:
1) per fare piacere al destinatario, ossia suscitare piacere nel destinatario, gratificandolo, rendendolo felice.
2) per esprimere amicizia e giudizi positivi o entrambe le cose nell'espressione del complimento.
3) per risultare simpatici e ammaliare l'interlocutore
4) si fanno i complimenti come forma di atto manipolativo, opportunistico che mira a raggiungere un secondo fine come raggiungere determinati obiettivi, predisporre positivamente l'interlocutore da cui si vuole ottenere qualcosa tramite l'adulazione.
5) per essere cortesi, ovvero è un modo per mostrare cortesia e gentilezza come sinonimi di educazione e rispetto verso l'interlocutore.
6) per convenzioni sociali il complimento è visto come un atto rituale che in alcune situazioni è d'obbligo come forma di deferenza e rispetto verso il destinatario.
7) per avvicinarsi all'interlocutore, il complimento serve per creare un rapporto di ravvicinamento, per alimentare una relazione, per coprire l'imbarazzo o riempire i silenzi.
8) per spronare l'interlocutore, vale a dire il complimento ha la funzione di spronare, motivare o incoraggiare il destinatario nel fare qualcosa. Ad esempio, nelle relazioni asimmetriche, come tra studenti-docenti, figli-genitori, i complimenti possono svolgere il ruolo di atti direttivi poiché è un modo indiretto per far sì che vengano fatte delle cose.
Che cosa suscita ricevere un complimento ?
In questo lavoro di Alfonzetti viene chiesto cosa susciti come sensazione ricevere un complimento. Le sensazioni possono essere di piacere, imbarazzo\disagio, irritazione\fastidio.
Nel 82% dei casi, le persone dichiarano di provare piacere quando ricevono un complimento, il 28% è imbarazzato, mentre il 5% prova fastidio. I complimenti che possono creare imbarazzo riguardano l'aspetto fisico, le abilità, il carattere o gli oggetti posseduti. Tra le ragioni dell'imbarazzo ritroviamo la timidezza o l'insicurezza, vale a dire non si ritiene di meritare il complimento per il 53%. Segue per il 20% la presenza di un complimento che non sia sincero o disinteressato ma abbia un secondo fine. Ci sono delle persone ( 8%) che si imbarazzano perché non sanno come rispondere ad un complimento e poi ci sono coloro che non amano apparire presuntuoso o immodesto (5%).
In quali situazioni ci si sente obbligati a fare un complimento?
Soltanto il 27% risponde di non sentirsi mai costretto ma di compiere un complimento solo se sente di farlo spontaneamente. La netta maggioranza ( 73%) indica una o più circostanze: matrimoni, lauree, nascite, feste, cerimonie, situazioni formali e importanti, vincite, promozioni, esami, conferenze, mostre.
- sollecitazioni da parte del destinatario
- oggetti nuovi del destinatario ( look, abiti, gioielli, automobili, case, ecc).
Traduction
Compliments dans la courtoisie linguistique italienne
Dans
la tradition de Brown et Levinson (1987), les compliments sont
principalement des actes qui menacent la face négative du
destinataire, car ils trahissent une forme d'envie ou de dette envers
lui, le forçant à abandonner l'objet loué ou à agir pour le
protéger. Dans le corpus d'Alfonzetti, le destinataire réagit aux
compliments inappropriés en se taisant ou en changeant de sujet.
Dans ces cas, le compliment est perçu et traité par le destinataire
comme une menace pour sa propre face.
La deuxième conception
considère les compliments comme des actes de courtoisie positive,
visant à satisfaire le besoin existentiel d'être remarqué,
apprécié et admiré (Holmes 1986 : 485), exprimés
conformément à la maxime d'approbation du modèle de courtoisie de
Leech (1983). Dans ce modèle, les compliments sont perçus comme des
caresses ou des cadeaux verbaux. Pour Kebrat-Orecchioni, les
compliments gratifient le destinataire et, comme les cadeaux, ils ont
pour fonction de maintenir et d'entretenir l'amitié. Le compliment
est un acte linguistique similaire à l'acte d'offrir physiquement
quelque chose. Il constitue un acte de soutien, au même titre qu'une
invitation, un cadeau, un compliment et un lubrifiant social utile
pour créer et entretenir des relations, car il représente un geste
affectueux et bienveillant envers l'autre.
Cette vision du
compliment comme « acte de mise en valeur » trouve une
confirmation empirique dans la réponse la plus fréquente, à savoir
le remerciement, par lequel le destinataire exprime sa satisfaction
et sa gratitude, avec des formules conventionnelles : un regard,
un sourire, un rougissement. Le remerciement s'accompagne d'une
restitution, par laquelle le cadeau reçu est réciproque,
complimentant ainsi l'interlocuteur généralement sur le même objet
linguistique.
Dans d'autres situations, les compliments peuvent
avoir une fonction réparatrice et servir à atténuer les actes
linguistiques qui menacent la « visage » du destinataire,
tels que les critiques, les demandes, les réprimandes, les refus
(vous voulez encore des pâtes ? C'est délicieux, mais ça
suffit).
Les compliments peuvent être conçus comme des actes
rituels accomplis conformément aux conventions sociales. Les
compliments sont souvent classés comme des actes expressifs (Searle)
ou des actes comportementaux (Austin). Pour certains, il s'agit
d'actes de langage de type verdict (le compliment implique une
évaluation, un jugement positif sur le destinataire).
Pourquoi
fait-on des compliments ?
On répond à cette
question en argumentant que c'est :
1) pour faire plaisir
au destinataire, c'est-à-dire pour susciter du plaisir chez lui, le
gratifier, le rendre heureux.
2) pour exprimer de l'amitié et
des jugements positifs, ou les deux, par le compliment.
3) pour
paraître aimable et charmer son interlocuteur.
4) les
compliments sont une forme d'acte manipulateur et opportuniste visant
à atteindre un objectif secondaire, comme la réalisation de
certains objectifs, prédisposant positivement l'interlocuteur de qui
l'on souhaite obtenir quelque chose par la flatterie.
5) pour
être poli, c'est-à-dire pour faire preuve de courtoisie et de
gentillesse, synonymes d'éducation et de respect envers son
interlocuteur.
6) pour les conventions sociales, le compliment
est considéré comme un acte rituel qui, dans certaines situations,
est obligatoire, en tant que forme de déférence et de respect
envers le destinataire. 7) Pour se rapprocher de l'interlocuteur, le
compliment sert à créer un rapprochement, à nourrir une relation,
à masquer une gêne ou à combler des silences.
8) Pour
stimuler l'interlocuteur, le compliment a pour fonction d'inciter, de
motiver ou d'encourager le destinataire à agir. Par exemple, dans
les relations asymétriques, comme celles entre élèves et
enseignants, enfants et parents, les compliments peuvent jouer le
rôle d'actes directifs, car ils constituent un moyen indirect de
s'assurer que les choses sont faites.
Que suscite un compliment ?
Dans cette étude
d'Alfonzetti, la question est posée : quelles sensations
suscite un compliment ? Ces sensations peuvent être du plaisir,
de la gêne/inconfort, de l'irritation/agacement.
Dans
82 % des cas, les personnes déclarent ressentir du plaisir
lorsqu'elles reçoivent un compliment, 28 % sont gênées,
tandis que 5 % se sentent agacées. Les compliments susceptibles
de créer de la gêne concernent l'apparence physique, les
compétences, le caractère ou les objets possédés. Parmi les
raisons de gêne, on trouve la timidité ou l'insécurité :
53 % estiment ne pas mériter le compliment. Viennent ensuite,
dans 20 % des cas, la présence d'un compliment qui n'est ni
sincère ni désintéressé, mais qui a une arrière-pensée.
Certaines personnes (8 %) se sentent gênées parce qu'elles ne
savent pas comment répondre à un compliment, et d'autres n'aiment
pas paraître présomptueuses ou immodestes (5 %).
Dans
quelles situations vous sentez-vous obligé de faire un
compliment ?
Seuls 27 % déclarent ne jamais se
sentir obligés, mais seulement faire un compliment s'ils en ont
envie spontanément. La grande majorité (73 %) mentionne une ou
plusieurs circonstances : mariages, remises de diplômes,
naissances, fêtes, cérémonies, occasions formelles et importantes,
victoires, promotions, examens, conférences, expositions.
-
demandes du destinataire
- nouveaux objets du destinataire
(look, vêtements, bijoux, voitures, maisons, etc.).
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