“IO
PARLO ITALIANO”
Corso
di Italiano per Immigrati
Lezione
1 – Puntata 3
CONTENUTI LINGUISTICI
parliamo
di…
L'infinito dei verbi
I verbi italiani hanno un modo verbale che si chiama
infinito. I verbi si dividono in tre coniugazioni sulla base
di come terminano al modo infinito.
Queste tre coniugazioni sono:
- i verbi in -are (prima coniugazione)
Es.: amare
- i verbi in -ere (seconda coniugazione)
Es.: scrivere
- i verbi in -ire (terza coniugazione)
Es.: proibire
I pronomi personali
I pronomi personali servono per sostituire il nome in
una frase.
maschile
|
femminile
|
io
|
io
|
tu
|
tu
|
egli - lui - esso
|
ella - lei - essa
|
noi
|
noi
|
voi
|
voi
|
essi - loro
|
esse - loro
|
FAI ATTENZIONE: in italiano l'uso dei pronomi
è facoltativo.
Il presente
indicativo dei verbi essere, avere e fare
Presentiamo il tempo presente del modo indicativo di
tre verbi molto usati in italiano: essere, avere e
fare.
Ti consigliamo di imparare molto bene queste forme
verbali perché ti possono essere molto utili.
Indicativo presente di essere
io
|
sono
|
tu
|
sei
|
lui - lei
|
è
|
noi
|
siamo
|
voi
|
siete
|
loro
|
sono
|
Es.: io sono italiano.
Indicativo presente di avere
io
|
ho
|
tu
|
hai
|
lui - lei
|
ha
|
noi
|
abbiamo
|
voi
|
avete
|
loro
|
hanno
|
Es.: io ho dieci anni.
FAI ATTENZIONE: controlla bene l'indicativo presente di avere
e ricorda ho, hai, ha, hanno iniziano
con la lettera h.
Indicativo presente di fare
io
|
faccio
|
tu
|
fai
|
lui - lei
|
fa
|
noi
|
facciamo
|
voi
|
fate
|
loro
|
fanno
|
Es.: io faccio il medico.
chiedere e dire il
nome
Per dire il tuo nome a una persona e chiedere il nome
ad una persona devi utilizzare l'indicativo presente di chiamarsi.
Osserva la tabella.
io
|
mi chiamo
|
Mario / Maria
|
tu
|
ti chiami
|
Mario / Maria?
|
lui
|
si chiama
|
Mario / Maria
|
lei
|
|
|
noi
|
ci chiamiamo
|
Rossi
|
voi
|
vi chiamate
|
Bianchi?
|
loro
|
si chiamano
|
Rossi
|
Per chiedere il nome di una persona puoi utilizzare
questa espressione:
- Tu come ti chiami?
Es.:
Domanda: Tu come ti chiami?
Risposta: Mi chiamo Carlo.
Esistono in italiano altri modi per chiedere e dire il
nome. Questo che ti abbiamo mostrato è il più frequente.
L'alfabeto italiano
Questo sono le lettere dell'alfabeto italiano.
a, b, c, d, e, f, g, h, i, k, l, m, n, o, p, q, r, s,
t, u, w, x, y, z
Le formule di saluto
Queste sono alcune parole che puoi utilizzare per
salutare:
Quando arrivi in un luogo:
buongiorno (quando è giorno);
buonasera (quando è sera);
ciao (quando parli a persone che conosci);
salve (quando parli a persone che conosci poco o
non conosci).
Quando vai via da un luogo:
ciao (quando parli a persone che conosci);
arrivederci (puoi utilizzare questa parola
sempre);
buonanotte (quando è molto tardi).
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di Italiano per Immigrati
Lezione
2 – Puntata 4
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il presente
indicativo di venire, andare e stare
VENIRE
|
|
Io
|
vengo
|
Tu
|
vieni
|
lui - lei
|
viene
|
Noi
|
veniamo
|
Voi
|
venite
|
Loro
|
vengono
|
Es.: io vengo con te alla festa.
ANDARE
|
|
Io
|
vado
|
Tu
|
vai
|
lui - lei
|
va
|
Noi
|
andiamo
|
Voi
|
andate
|
Loro
|
vanno
|
Es.: io vado a casa.
STARE
|
|
io
|
sto
|
Tu
|
stai
|
lui - lei
|
sta
|
Noi
|
stiamo
|
voi
|
state
|
Loro
|
stanno
|
Es.: noi stiamo a casa.
L'aggettivo
maschile, femminile, singolare e plurale
Osserva la tabella:
|
singolare
|
esempio
|
plurale
|
esempio
|
maschile
|
Buon-o
|
il pane è buono
|
buon-i
|
i bambini sono buoni.
|
femminile
|
Buon-a
|
la pizza è buona.
|
buon-e
|
le bambine sono buone.
|
maschile
|
Facil-e
|
questo lavoro è facile.
|
facil-i
|
Questi lavori sono facili.
|
femminile
|
|
|
|
|
maschile
|
Giornalist-a
|
Carlo è giornalista.
|
giornalist-i
|
Franco e Pietro sono giornalisti.
|
femminile
|
Giornalist-a
|
Laura è giornalista.
|
giornalist-e
|
Laura e Carla sono giornaliste.
|
L'articolo
determinativo
L'articolo è una parte del discorso che si usa insieme
al nome.
MASCHILE SINGOLARE: il, lo, l'
il
|
Francese
|
lo
|
svizzero
|
l'
|
albero
|
|
Libro
|
|
spagnolo
|
|
olandese
|
|
Giornale
|
|
studente
|
|
italiano
|
|
Gatto
|
|
|
|
amico
|
MASCHILE PLURALE: i, gli
i
|
Francesi
|
gli
|
svizzeri
|
gli
|
alberi
|
|
Libri
|
|
spagnoli
|
|
olandesi
|
|
Giornali
|
|
studenti
|
|
italiani
|
|
Gatti
|
|
|
|
amici
|
FEMMINILE SINGOLARE: la, l'
la
|
Francese
|
l'
|
aula
|
|
Spagnola
|
|
opera
|
|
Studentessa
|
|
italiana
|
|
Gatta
|
|
amica
|
FEMMINILE PLURALE: le
le
|
Francesi
|
le
|
aule
|
|
Spagnole
|
|
opere
|
|
Studentesse
|
|
italiane
|
|
Gatte
|
|
amiche
|
Uso delle forme c'è,
ci sono
Quando vuoi esprimere l'esistenza di qualcuno o
qualcosa devi utilizzare la forma c'è (se è una sola) o ci
sono (se sono più di una).
Es.:
c'è
|
il gatto
|
|
l'amica
|
|
il libro
|
ci sono
|
i gatti
|
|
gli amici
|
|
i libri
|
La frase
interrrogativa
Per chiedere una informazione puoi usare:
- dove?
Esempio: dove è la tua casa?
- quando?
Esempio: quando arrivi a casa?
- come?
Esempio: come arrivi a casa?
FAI ATTENZIONE: in italiano la frase interrogativa nel parlato
si riconosce dalla intonazione (come hai sentito nel filmato). Nello
scritto la frase interrogativa si riconosce dal segno ? messo
al termine della frase.
Alcuni avverbi di
luogo
Qui di seguito presentiamo alcune parole che puoi
utilizzare per indicare la posizione di qualcuno e qualcosa.
- vicino lontano
*********************
sopra
•
sotto
*********************
sinistra • destra
*********************
in alto
•
in basso
*********************
fuori
Le lettere maiuscole
dell'alfabeto
Nella lingua scritta in alcuni casi le lettere devono
essere scritte in maiuscolo. Ad esempio i nomi di persona devono
essere scritti con la lettera iniziale maiuscola, oppure dopo il
punto devi scrivere la lettera iniziale della parola successiva in
maiuscolo.
Queste sono le lettere maiuscole della lingua italiana:
A, B, C, D, E, F, G, H, K, I, L, M, N, O, P, Q, R, S,
T, U, W, X, Y, Z
Vendesi e affittasi
Nella lingua scritta quando vogliamo scrivere un
annuncio su un giornale o un cartello da mettere fuori il portone per
vendere o affittare la nostra casa utilizziamo la forma vendesi
(per vendere) e affittasi (per affittare).
I numeri
Ti presentiamo i numeri in italiano da 0 a 50
1
|
Uno
|
25
|
venticinque
|
2
|
Due
|
26
|
ventisei
|
3
|
Tre
|
27
|
ventisette
|
4
|
Quattro
|
28
|
ventotto
|
5
|
Cinque
|
29
|
ventinove
|
6
|
Sei
|
30
|
trenta
|
7
|
sette
|
31
|
trentuno
|
8
|
otto
|
32
|
trentadue
|
9
|
nove
|
33
|
trentatré
|
10
|
dieci
|
34
|
trentaquattro
|
11
|
undici
|
35
|
trentacinque
|
12
|
dodici
|
36
|
trentasei
|
13
|
tredici
|
37
|
trentasette
|
14
|
quattordici
|
38
|
trentotto
|
15
|
quindici
|
39
|
trentanove
|
16
|
sedici
|
40
|
quaranta
|
17
|
diciassette
|
41
|
quarantuno
|
18
|
diciotto
|
42
|
quarantadue
|
19
|
diciannove
|
43
|
quarantatré
|
20
|
venti
|
44
|
quarantaquattro
|
21
|
ventuno
|
45
|
quarantacinque
|
22
|
ventidue
|
46
|
quarantasei
|
23
|
ventitré
|
47
|
quarantasette
|
24
|
ventiquattro
|
48
|
quarantotto
|
|
|
49
|
quarantanove
|
|
|
50
|
cinquanta
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
3 - Puntata 5
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Le frasi
interrogative con quanto e quale
Per chiedere informazioni puoi utilizzare.
- quanto?
Esempio: quanto costa
questo vestito?
- quale?
Esempio: quale è la strada
per arrivare a Roma?
Quando vuoi chiedere informazioni sul prezzo puoi usare
quanto. Ecco alcuni modi utili per chiedere il prezzo di
qualcosa:
- quanto costa?
oppure
- quanto viene?
oppure
- quanto fa?
oppure
- quant'è?
Uso di questo e
quello
Questo e quello servono per indicare
qualcuno o qualcosa.
Quando qualcuno o qualcosa sono vicini devi usare
questo.
Quando qualcuno o qualcosa sono lontani devi usare
quello.
Es.: questa pianta è bella.
Oppure
Es.: quella casa in fondo alla strada è bianca.
Uso dell'indicativo
presente della forma verbale di piacere
Per esprimere o per chiedere il gradimento su qualcuno
o qualcosa puoi utilizzare la forma verbale piacere:
mi piace mangiare il pesce.
|
Ti piace mangiare il pesce?
|
Gli piace – le piace mangiare il
pesce.
|
Ci piace mangiare il pesce.
|
Vi piace mangiare il pesce?
|
Gli piace mangiare il pesce?
|
Uso del condizionale
presente di volere
Quando vuoi chiedere qualcosa in modo cortese puoi
utilizzare questa forma del verbo volere: io vorrei.
Es.: io vorrei un piatto di spaghetti.
Uso dell'articolo
indeterminativo
SINGOLARE MASCHILE: un - uno
un
|
americano
amico
libro
francese
tedesco
giornale
|
uno
|
spagnolo
studente
scoglio
|
FEMMINILE SINGOLARE: un' - una
una
|
americana
svizzera
lavagna
francese
tedesca
giornalista
|
un'
|
amica
olandese
italiana
|
Uso di qui,
qua e lì, là
Quando vuoi collocare nello spazio qualcuno o qualcosa
puoi utilizzare qui, qua e lì, là.
Qui e qua hanno lo stesso significato e
servono per qualcuno o qualcosa che è vicino.
Es.: qui c'è la mia scuola.
Lì e là hanno lo stesso significato e
servono per qualcuno o qualcosa che è lontano.
Es.: là c'è la mia scuola.
FAI ATTENZIONE: lì e là si
scrivono con l'accento.
Il presente
indicativo di entrare, uscire, salire e scendere
Qui di seguito presentiamo il presente indicativo di
alcuni verbi irregolari molto usati.
Indicativo presente di entrare
Io
|
entro
|
Tu
|
entri
|
Lui - lei
|
entra
|
Noi
|
entriamo
|
Voi
|
entrate
|
Loro
|
entrano
|
Es.: noi entriamo in casa.
Indicativo presente di uscire
Io
|
esco
|
Tu
|
esci
|
Lui - lei
|
esce
|
Noi
|
usciamo
|
Voi
|
uscite
|
Loro
|
escono
|
Es.: voi uscite presto da casa.
Indicativo presente di salire
Io
|
salgo
|
Tu
|
sali
|
Lui - lei
|
sale
|
Noi
|
saliamo
|
Voi
|
salite
|
Loro
|
salgono
|
Es.: loro salgono le scale.
Indicativo presente di scendere
Io
|
scendo
|
Tu
|
scendi
|
Lui - lei
|
scende
|
Noi
|
scendiamo
|
Voi
|
scendete
|
Loro
|
scendono
|
Es.: io scendo le scale.
I numeri per
indicare i prezzi in lire
La moneta italiana è la Lira (£.).
Questi sono una lista di numeri espressi in Lire molto
usati:
50
|
cinquanta Lire
|
100
|
cento Lire
|
1000
|
mille Lire
|
10000
|
diecimila Lire
|
50000
|
cinquantamila Lire
|
100000
|
centomila Lire
|
500000
|
cinquecentomila Lire
|
1000000
|
un milione
|
FAI ATTENZIONE: dal primo gennaio 2001 la
moneta italiana sarà l’euro ().
Alcuni nomi di
atttività commerciali e di professioni
Nel filmato hai sentito e visto alcuni nomi che ti
servono per indicare negozi o professioni.
Ti ricordiamo che:
- il negozio dove trovi da mangiare si chiama
alimentari,
- il negozio dove trovi i vestiti si chiama
abbigliamento,
- la benzina la trovi dal benzinaio,
- i francobolli per spedire le lettere o le cartoline
li trovi dal tabaccaio.
Per ringraziare
In questa sezione ti presentiamo alcune parole o
espressioni utili per ringraziare una persona o per rispondere ad un
ringraziamento.
Per ringraziare puoi dire:
grazie
grazie mille
grazie tanto
grazie infinite
Per rispondere ad un ringraziamento puoi dire:
Prego
Alcuni colori
Qui di seguito presentiamo i nomi di alcuni colori
molto usati.
|
rosso
|
|
verde
|
|
nero
|
|
giallo
|
|
blu
|
|
bianco
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di Italiano per immigrati
Lezione
4 - Puntata 6
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Dall'infinito al
participio passato dei verbi regolari
Quando devi parlare di un'azione che si è già
conclusa puoi utilizzare il participio passato della forma verbale.
Queste sono le forme regolari del participio passato:
coniugazione
|
verbi in -are
|
verbi in -ere
|
verbi in -ire
|
Infinito
|
cambi-are
|
vend-ere
|
part-ire
|
Participio passato
|
cambi-ato
|
vend-uto
|
part-ito
|
FAI ATTENZIONE: esistono anche delle forme verbali con il
participio passato irregolare che presenteremo nelle prossime
lezioni.
Le preposizioni
semplici
Le preposizioni semplici servono per collegare le varie
componenti della frase:
- la casa di Mario è bella
- io torno a casa
- io vengo da Roma
- noi facciamo una gita in campagna
- io mangio una gelato con la panna
- io dormo su questo letto
- il treno per Milano è in ritardo
- questa è una cena fra amici
- io ascolto un dialogo tra due persone
Uso dell’aggettivo
+ nome
L'aggettivo si collega al nome. Perciò se il nome è
maschile (singolare o plurale) l'aggettivo deve essere usato al
maschile (singolare o plurale), se il nome è femminile (singolare o
plurale) l'aggettivo deve essere usato al femminile (singolare o
plurale).
Aggettivo maschile singolare -o
il museo
|
famoso
|
il vino
|
buono
|
il cane
|
nero
|
Aggettivo maschile plurale -i
i musei
|
famosi
|
i vini
|
buoni
|
i cani
|
neri
|
Aggettivo femminile singolare -a
La ragazza
|
bella
|
La macchina
|
rossa
|
La gatta
|
buona
|
Aggettivo femminile plurale -e
Le ragazze
|
belle
|
Le macchine
|
rosse
|
Le gatte
|
buone
|
Aggettivo maschile e femminile singolare -e
il lago
|
grande
|
l'attore
|
celebre
|
La macchina
|
veloce
|
Aggettivo maschile e femminile plurale -i
i laghi
|
grandi
|
Gli attori
|
celebri
|
Le macchine
|
veloci
|
alcuni usi
dell'apostrofo
Quando usi l'articolo determinativo lo e la
e dopo usi una parola che inizia con una vocale (a - e - i - o -
u) devi togliere la vocale dall'articolo. Questa cancellazione si
segnala nello scritto attraverso il segno '
(apostrofo).
Esempi:
- l'amica,
- l'uomo,
- l'articolo,
- l'angelo,
- l'erba,
- l'osteria.
Alcuni prefissi e
suffissi
In alcuni casi le parole possono essere modificate con
l'aggiunta di un suffisso alla fine o di un prefisso all'inizio.
I suffissi o i prefissi possono essere utilizzati per
stabilire il significato di una parola in relazione alla dimensione
(grande - piccolo):
Es.: paese → paesino / paesone,
o in base al valore (positivo - negativo)
Es.: paese → paesino / paesaccio.
Qui di seguito presentiamo alcuni suffissi:
-aio / -aia
-ico
-etto / -etta
-ino / -ina
-accio
Qui di seguito presentiamo alcuni prefissi:
super-
semi-
mega-
iper-
Alcuni nomi di
mestieri
Con il suffisso -aio puoi formare il nome di
molti mestieri.
Ad esempio:
orologio → orologiaio
benzina → benzinaio
forno → fornaio
fiore → fioraio
giornale → giornalaio
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di Italiano per Immigrati
Lezione
5 - Puntata 7
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Uso dei verbi
dovere, potere, volere
Quando vuoi esprimere una possibilità devi utilizzare
il verbo potere.
Es.: Sì, posso venire al cinema.
Quando vuoi esprimere una volontà devi utilizzare il
verbo volere.
Es.: Io voglio venire al cinema.
Quando vuoi esprimere una necessità devi utilizzare il
verbo dovere.
Es.: Io devo partire domani.
Adesso ti presentiamo le forme dell'indicativo presente
di questi tre verbi.
FAI ATTENZIONE: questi verbi sono molto
usati, ma sono verbi irregolari.
|
VOLERE
|
|
io
|
voglio
|
tu
|
vuoi
|
lui, lei
|
vuole
|
noi
|
vogliamo
|
voi
|
volete
|
loro
|
vogliono
|
POTERE
|
|
io
|
posso
|
tu
|
puoi
|
lui, lei
|
può
|
noi
|
possiamo
|
voi
|
potete
|
loro
|
possono
|
DOVERE
|
|
io
|
devo
|
tu
|
devi
|
lui, lei
|
deve
|
noi
|
dobbiamo
|
voi
|
dovete
|
loro
|
devono
|
Frasi interrogative
con che cosa
Quando vuoi chiedere informazioni puoi utilizzare la
forma che cosa,
Es.: che cosa vuoi per cena?
FAI ATTENZIONE: alcune volte puoi usare la
forma più semplice cosa senza cambiare il significato
della domanda.
Es.: cosa vuoi per cena?
|
I pronomi diretti
lo, la, li, le
Lo, la, li e le sono
pronomi diretti.
Osserva questi esempi.
Conosci Francesco? Sì, lo conosco.
Conosci questo libro? Sì, lo conosco.
Conosci Maria? Sì, la conosco.
Conosci questa città? Sì, la conosco.
Conosci Marco e Pietro? Sì, li conosco.
Conosci questi paesi? Sì, li conosco.
Conosci Carla e Monica? Sì, le conosco.
Conosci queste piante? Sì, le conosco.
FAI ATTENZIONE: il pronome diretto lo può
stare anche al posto di un'intera frase. Es.: sai in quale classe
sta Mario? Sì lo so.
|
-
FAI ATTENZIONE: i pronomi diretti lo e la davanti della prima persona del presente indicativo del verbo avere diventano l'.Es.: hai letto questo libro? Sì, l'ho letto.
Alcune forme
irregolari di participio passato
Ti ricordiamo le forme regolari del participio passato
regolare:
-are / -ato; -ere / -uto; -ire / -ito
Però non tutti i verbi formano il participio passato
in questo modo.
Ad esempio il verbo essere diventa stato.
Questi sono alcuni dei verbi con il participio passato
irregolare più usati:
- aprire aperto
- bere bevuto
- chiedere chiesto
- correre corso
- dire detto
- fare fatto
- giungere giunto
- leggere letto
- nascere nato
- rispondere risposto
- prendere preso
- scegliere scelto
- scrivere scritto
- spegnere spento
- spendere speso
- succedere successo
- vedere visto
- venire venuto
- vincere vinto
- vivere vissuto
Altri usi di perché
Perché può essere utilizzato, oltre che per
fare domande o per rispondere a domande, anche quando vuoi mettere in
relazione due frasi per esprimere la causa di un fatto.
IL FATTO
|
LA CAUSA
|
Io non mangio
|
perché non ho fame
|
Io non vengo
|
perché sono stanco
|
Uso del tu e
del Lei
Quando parli con un amico o una persona che conosci
puoi utilizzare la forma verbale con il tu.
Es.: tu sei simpatico.
Quando parli con una persona che non conosci devi usare
la forma verbale con il Lei.
Es.: Lei è simpatica.
Questa distinzione è molto importante in italiano.
Alcune parole
complesse
In questa puntata hai ascoltato alcune parole complesse
come ad esempio marca da bollo.
Questi gruppi di parole sono particolari perché devono
essere considerati come un'unica parola.
Il significato di marca da bollo infatti non è
la somma dei significati delle parole marca, da e
bollo, ma è qualcosa di diverso.
Nella lingua italiana esistono molti gruppi di parole
che si comportano in questo modo.
Ad esempio: ferro da stiro, camera da letto,
titolo di viaggio ecc.
Alcune parole del
linguaggio burocratico
In questa puntata hai sentito alcune parole che
appartengono al linguaggio burocratico.
L'espressione linguaggio burocratico si usa per
indicare tutte quelle parole (nomi, verbi, modi di dire) utilizzati
prevalentemente nelle situazioni come quelle mostrate nel filmato
(uffici pubblici, comunali ecc.).
Il linguaggio burocratico è utilizzato soprattutto nel
linguaggio scritto.
Qui di seguito presentiamo una lista di alcune di
queste parole. Utilizza il dizionario per scoprire il loro
significato:
- comma
- delega
- ente
- esercente
- modalità
- norma
- obliterare
- redigere
- residenza
- stilare
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
6 - Puntata 8
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Uso del passato
prossimo indicativo
Il passato prossimo di un verbo serve per indicare
un'azione che si è svolta nel passato.
PRESENTE
|
PASSATO
|
Sono le ore 12 e Carlo mangia.
|
Ieri Carlo ha mangiato alle 12.
|
Il passato prossimo si forma con il presente dei verbi
essere o avere più il participio passato del verbo.
Es.: io ho lavorato fino a mezzanotte.
Io sono andato a
casa con la macchina.
Uso dei verbi
ausiliari essere e avere per formare il passato
prossimo dei verbi
Hanno il passato prossimo formato con il verbo essere
+ participio passato le seguenti categorie di verbi:
- i verbi che presuppongono un punto di partenza o di arrivo come:
partire - arrivare (giungere)
Es.: il treno è partito dalla stazione di Roma.
il treno è arrivato a
Milano alle sei.
andare - venire
Es.: domenica io e Antonio siamo andati allo stadio.
Franca è venuta a casa
molto tardi.
tornare
Es.: ieri sono tornato a casa molto tardi.
entrare - uscire
Es.: le ragazze sono entrate nel negozio di vestiti.
i ragazzi sono usciti da
scuola.
salire - scendere
Es.: ieri sono salito al piano di sopra di questo
negozio.
ieri sono sceso al piano
inferiore di questo negozio.
cadere
Es.: questa notte è caduta molta pioggia.
- alcuni verbi di stato in luogo come:
stare
Es.: ieri sono stato a casa di Laura.
rimanere
Es.: lei è rimasta a casa tutto il giorno.
restare
Es.: loro sono restati seduti.
- alcuni verbi intransitivi come:
essere
Sei stato fortunato.
nascere Dove
sei nato?
morire Il
personaggio di questo film è morto in guerra.
succedere Che
cosa è successo ieri?
costare Quanto
è costato questo giubbotto?
piacere Ti
è piaciuta la festa di Paolo?
riuscire Oggi
sono riuscito a venire in macchina.
sembrare Luigi
è molto preoccupato per l'esame di italiano.
diventare Carlo
è diventato molto bravo in italiano.
Gli altri verbi hanno il passato prossimo formato da
avere + participio passato.
L'indicativo
presente dei verbi sapere e dare
I verbi sapere e dare sono molto usati,
ma sono verbi irregolari.
Qui di seguito presentiamo il presente indicativo di
queste forme verbali
SAPERE
|
|
Io
|
so
|
Tu
|
sai
|
lui - lei
|
sa
|
Noi
|
sappiamo
|
Voi
|
sapete
|
Loro
|
sanno
|
Es.: tu sai molte regole dell'italiano.
DARE
|
|
Io
|
do
|
Tu
|
dai
|
lui - lei
|
da
|
Noi
|
diamo
|
Voi
|
date
|
Loro
|
danno
|
Es.: Luca da molti consigli per superare l’esame
di italiano.
Alcuni usi del se
Quando vuoi esprimere la conseguenza di un'ipotesi puoi
utilizzare l'indicativo presente dei verbi e la parola se.
|
IPOTESI = PRESENTE INDICATIVO
|
CONSEGUENZA = PRESENTE INDICATIVO
|
Se
|
parti presto,
|
non trovi traffico.
|
|
vuoi,
|
puoi venire con noi.
|
|
Dormiamo qui,
|
è più bello.
|
Gli avverbi in
-mente
La maggioranza degli avverbi si forma aggiungendo il
suffisso -mente a:
- la forma femminile degli aggettivi
Es.: vera - veramente,
certa - certamente
- l'unica forma singolare degli aggettivi in -e
Es. :
grande - grandemente, forte - fortemente
FAI ATTENZIONE: se l'ultima sillaba
dell'aggettivo contiene una l o una r, la e cade
e abbiamo ad esempio: facile - facilmente, anteriore
– anteriormente.
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
7 - Puntata 9
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Gli aggettivi
possessivi
io
|
tu
|
lui, lei
|
il mio bambino
|
il tuo bambino
|
il suo bambino
|
la mia bambina
|
la tua bambina
|
la sua bambina
|
i miei bambini
|
i tuoi bambini
|
i suoi bambini
|
le mie bambine
|
le tue bambine
|
le sue bambine
|
Lei
|
il Suo bambino
|
la Sua bambina
|
i Suoi bambini
|
le Sue bambine
|
noi
|
voi
|
loro
|
il nostro bambino
|
il vostro bambino
|
il loro bambino
|
la nostra bambina
|
la vostra bambina
|
la loro bambina
|
i nostri bambini
|
i vostri bambini
|
i loro bambini
|
le nostre bambine
|
le vostre bambine
|
le loro bambine
|
Esempi:
- Questo è il cane di Roberto. È il suo cane.
- Questo è il cane di Carla. È il suo cane.
- Questo è il cane di Roberta e Carla. È il loro cane.
L'imperfetto
indicativo
Qui di seguito presentiamo l’imperfetto indicativo
dei verbi delle tre coniugazioni.
Verbi in -are
LAVORARE
|
|
io
|
lavor-avo
|
tu
|
lavor-avi
|
lui, lei
|
lavor-ava
|
noi
|
lavor-avamo
|
voi
|
lavor-avate
|
loro
|
lavor-avano
|
Es.: io lavoravo in fabbrica.
Verbi in -ere
SAPERE
|
|
io
|
sap-evo
|
tu
|
sap-evi
|
lui, lei
|
sap-eva
|
noi
|
sap-evamo
|
voi
|
sap-evate
|
loro
|
sap-evano
|
Es.: io sapevo cucinare la pasta.
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
io
|
part-ivo
|
tu
|
part-ivi
|
lui, lei
|
part-iva
|
noi
|
part-ivamo
|
voi
|
part-ivate
|
loro
|
part-ivano
|
Es.: Io partivo sempre in treno.
Adesso presentiamo l'imperfetto indicativo dei verbi
essere, fare e dire.
FAI ATTENZIONE: L'imperfetto indicativo di
questi verbi è irregolare.
|
ESSERE
|
|
io
|
ero
|
tu
|
eri
|
lui, lei
|
era
|
noi
|
eravamo
|
voi
|
eravate
|
loro
|
erano
|
Es.: io ero molto stanco.
FARE
|
|
io
|
facevo
|
tu
|
facevi
|
lui, lei
|
faceva
|
noi
|
facevamo
|
voi
|
facevate
|
loro
|
facevano
|
Es.: io facevo il muratore.
DIRE
|
|
io
|
dicevo
|
tu
|
dicevi
|
lui, lei
|
diceva
|
noi
|
dicevamo
|
voi
|
dicevate
|
loro
|
dicevano
|
Es.: io dicevo molte cose.
Uso del pronome
partitivo ne
Ti presentiamo alcuni usi del pronome partitivo ne.
- Alberto, bevi tutta quell'acqua?
No, non la bevo tutta, ne
bevo solo un bicchiere.
- Alberto, mangi tutti quegli spaghetti?
No, non li mangio tutti, ne
mangio un piatto.
- Alberto, fai tutta la strada a piedi?
No, non la faccio tutta a
piedi, ne faccio un po' a piedi e un po' in
macchina.
- Alberto, conosci tutte queste ragazze?
No, non ne conosco
nessuna.
TUTTO UNA PARTE O NIENTE
LO bevo tutto
LA mangio tutta
LI mangio tutti
LE conosco tutte
|
|
NE bevo un bicchiere
NE mangio un po'
NE mangio un piatto
NE conosco poche
|
LO bevo tutto
|
|
|
NE bevo
|
un bicchiere
poco
molto
|
|
NON
|
NE bevo
|
per niente
|
LE conosco tutte
|
|
|
NE conosco
|
due
poche
tante
|
|
NON
|
NE conosco
|
nessuna
|
Quando usare
l'imperfetto e quando usare il passato prossimo
Si usa l'imperfetto per indicare un'azione in atto nel
passato e non conclusa.
Es.: alle otto di sera guardavo ancora la
televisione.
Si usa il passato prossimo per indicare un'azione in
atto nel passato e conclusa.
Es.: ho guardato la televisione fino alle otto
di sera.
Si usa l'imperfetto per indicare due azioni svolte nel
passato e contemporanee.
Es.: mentre lavoravo, ascoltavo musica.
Si usa il passato prossimo per indicare due azioni
svolte nel passato in successione.
Es.: prima ho studiato e poi sono uscito
con gli amici.
Si usa l'imperfetto per indicare azioni abituali del
passato.
Es.: Da bambino andavo in vacanza al mare.
Si usa contemporaneamente l'imperfetto e il passato
prossimo per indicare due azioni passate, una delle quali (espressa
al passato prossimo) è accaduta mentre l'altra (espressa
all'imperfetto) era in svolgimento.
Es.: mentre studiavo, è arrivato un mio
amico.
Gli aggettivi numerali
Qui di seguito presentiamo la lista degli aggettivi
numerali dei numeri da 1 a 20.
Per formare l'aggettivo numerale dal numero 11 in poi
devi utilizzare il suffisso
-esimo.
FAI ATTENZIONE: il numerale perde la vocale
davanti al suffisso -esimo. Es.: ventuno - ventunesimo
|
FAI ATTENZIONE: I numeri composti con il tre
non perdono la vocale. Es.: ventitre -
ventitreesimo
|
1
|
primo
|
2
|
secondo
|
3
|
terzo
|
4
|
quarto
|
5
|
quinto
|
6
|
sesto
|
7
|
settimo
|
8
|
ottavo
|
9
|
nono
|
10
|
decimo
|
11
|
undicesimo
|
12
|
dodicesimo
|
13
|
tredicesimo
|
14
|
quattordicesimo
|
15
|
quindicesimo
|
16
|
sedicesimo
|
17
|
diciassettesimo
|
18
|
diciottesimo
|
19
|
diciannovesimo
|
20
|
ventesimo
|
Questi aggettivi si usano generalmente prima del nome a
cui si riferiscono.
Es.: il primo amore.
Alcuni termini usati
alla posta
In questa lezione ti abbiamo mostrato alcuni termini
che puoi ascoltare in un ufficio postale. Ad esempio: bolletta,
telegramma, sportello ecc.
Approfondisci con l'aiuto dell'insegnante l'uso ed il
significato di queste parole.
I
nomi di parentela
Qui di seguito presentiamo alcune parole utili per
indicare i parenti.
- famiglia
- nonno
- nonna
- padre o papà
- madre o mamma
- figlio
- figlia
- fratello
- sorella
- zio
- zia
- cugino
- cugina
Alcuni prefissi
In questa sezione ti presentiamo il significato di
alcuni prefissi molto diffusi in italiano.
in-
si usa per indicare negazione di qualcosa o privazione
di qualcosa.
Es.: felice - infelice;
mini-
si usa per indicare qualcosa di piccolo formato
Es.: gonna – minigonna;
semi-
Si usa per indicare 'in parte’ o 'non completamente’.
Es.: pieno – semipieno.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
9 - Puntata 11
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Comparativi e
superlativi regolari
Il grado comparativo di un aggettivo serve a mettere in
relazione due termini, secondo l'intensità di una qualità posseduta
da entrambi,
nella stessa misura
Es.: Maria è bella come Flavia.
Oppure in misura diversa
Es.: Maria è meno bella di Flavia - Maria è più
bella di Flavia.
Comparativo di
maggioranza e di minoranza
I comparativi di maggioranza e di minoranza servono per
mettere a confronto qualità possedute in maniera diversa dai due
termini di paragone.
Il comparativo di maggioranza si forma aggiungendo
l'avverbio più all'aggettivo.
Il comparativo di minoranza si forma aggiungendo
l'avverbio meno all'aggettivo.
Il secondo termine di paragone può essere introdotto
utilizzando di, del, dell', della o che.
Es.: Giovanni è meno bello di Carlo.
Questo quaderno è più costoso del mio.
Questo regalo è più costoso che utile.
Comparativo di
uguaglianza
Il comparativo di uguaglianza serve a mettere a
confronto qualità possedute in misura uguale da entrambi i termini
di paragone.
Il secondo termine di paragone è introdotto da quanto
o come.
Es.: Giovanni è bravo quanto te.
Giovanni è bravo come te.
FAI ATTENZIONE: quando si mettono a
confronto due qualità dello stesso oggetto devi introdurre il
primo termine di paragone con tanto o con così.
Es.: questa camicia è tanto comodo quanto bella.
|
Il superlativo
relativo
Il grado superlativo relativo di un aggettivo serve per
esprimere il massimo livello possibile di intensificazione della
qualità posseduta, in relazione ad altre grandezze, persone, cose.
Nel superlativo relativo, così come abbiamo visto nei
comparativi di maggioranza e di minoranza, troviamo più e
meno per indicare la modificazione dell'aggettivo.
A differenza del comparativo di maggioranza e di
minoranza, più e meno sono preceduti dall'articolo
determinativo.
Es.: Mario è il più bello.
Carla è la meno anziana.
Quando il secondo termine di paragone è espresso, esso
è introdotto da di o, più raramente, da fra e tra.
Es.: Mario è il più bello di tutti.
Carla è la meno anziana di
tutti.
Comparativo e
superlativo relativo di buono, cattivo e molto
Gli aggettivi buono e cattivo
possono formare il comparativo di maggioranza ed il superlativo
relativo in modo irregolare.
Il comparativo di maggioranza e il superlativo relativo
dell'aggettivo molto è sempre irregolare.
In questa tabella ti presentiamo i vari modi di formare
i comparativi di maggioranza ed il superlativo relativo di questi
aggettivi.
|
COMPARATIVO DI MAGGIORANZA
|
SUPERLATIVO RELATIVO
|
buono
|
migliore
più buono
|
il migliore
il più buono
|
cattivo
|
peggiore
più cattivo
|
il peggiore
il più cattivo
|
molto
|
più
|
il più
|
Uso degli avverbi di
quantità
Gli avverbi di quantità servono per definire senza
precisione una quantità.
Essi possono indicare:
- scarsità:
- poco
- meno
- appena
- abbondanza:
- troppo
- più
- molto
Riparliamo
di…
Forme di presente
indicativo irregolare
In questa sezione presentiamo il presente indicativo di
alcuni verbi italiani molto diffusi.
FAI ATTENZIONE: questi verbi sono
irregolari.
|
DARE
|
|
Io
|
do
|
Tu
|
dai
|
Lui, lei
|
dà
|
Noi
|
diamo
|
Voi
|
date
|
Loro
|
danno
|
Es.: tu dai le chiavi di casa a Carlo.
ANDARE
|
|
Io
|
vado
|
Tu
|
vai
|
Lui, lei
|
va
|
Noi
|
andiamo
|
Voi
|
andate
|
Loro
|
vanno
|
Es.: io vado a casa.
FARE
|
|
Io
|
faccio
|
Tu
|
fai
|
Lui, lei
|
fa
|
Noi
|
facciamo
|
Voi
|
fate
|
Loro
|
fanno
|
Es.: noi facciamo una festa.
DOVERE
|
|
Io
|
devo
|
Tu
|
devi
|
Lui, lei
|
deve
|
Noi
|
dobbiamo
|
Voi
|
dovete
|
Loro
|
devono
|
Es: io devo fare i compiti.
RIMANERE
|
|
Io
|
rimango
|
Tu
|
rimani
|
Lui, lei
|
rimane
|
Noi
|
rimaniamo
|
Voi
|
rimanete
|
Loro
|
rimangono
|
Es.: loro rimangono a casa.
APRIRE
|
|
Io
|
apro
|
Tu
|
apri
|
Lui, lei
|
apre
|
Noi
|
apriamo
|
Voi
|
aprite
|
Loro
|
aprono
|
Es.: lei apre la porta.
SALIRE
|
|
Io
|
salgo
|
Tu
|
sali
|
Lui, lei
|
sale
|
Noi
|
saliamo
|
Voi
|
salite
|
Loro
|
salgono
|
Es.: voi salite le scale.
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di lingua italiana per immigrati
Lezione
10 – Puntata 12
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di...
Uso del futuro
semplice
Quando vuoi parlare di un’azione che ancora si deve
svolgere puoi utilizzare il futuro.
Es.: domani pioverà.
FAI ATTENZIONE: Il futuro può essere
sostituito dal presente indicativo. Es.: domani piove.
|
Qui di seguito presentiamo il futuro regolare dei
verbi delle tre coniugazioni.
Verbi in -are
GUARDARE
|
|
io
|
Guard-ERÒ
|
tu
|
Guard-ERAI
|
lui, lei
|
Guard-ERÀ
|
noi
|
Guard-EREMO
|
voi
|
Guard-ERETE
|
loro
|
Guard-ERANNO
|
Es.: questa sera guarderò la televisione.
Verbi in -ere
LEGGERE
|
|
io
|
legg-ERÒ
|
tu
|
legg-ERAI
|
lui, lei
|
legg-ERÀ
|
noi
|
legg-EREMO
|
voi
|
legg-ERETE
|
loro
|
legg-ERANNO
|
Es.: io leggerò questo libro la prossima
settimana.
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
io
|
part-IRÒ
|
tu
|
part-IRAI
|
lui, lei
|
part-IRÀ
|
noi
|
part-IREMO
|
voi
|
part-IRETE
|
loro
|
part-IRANNO
|
Es.: noi partiremo domani mattina.
Il futuro dei verbi
essere e avere
I verbi essere e avere sono verbi che
hanno il futuro irregolare.
Qui di seguito ti presentiamo il futuro dei verbi
essere e avere.
ESSERE
|
|
io
|
sarò
|
tu
|
sarai
|
lui, lei
|
sarà
|
noi
|
saremo
|
voi
|
sarete
|
loro
|
saranno
|
Es.: io sarò al cinema alle otto di questa
sera.
AVERE |
|
io
|
avrò
|
tu
|
avrai
|
lui, lei
|
avrà
|
noi
|
avremo
|
voi
|
avrete
|
loro
|
avranno
|
Es.: noi avremo poco tempo per andare a fare
la spesa.
FAI ATTENZIONE: molti verbi formano il
futuro in modo irregolare.
|
Avverbi di tempo
Gli avverbi di tempo servono per indicare il
tempo di svolgimento di un’azione.
Ti mostriamo innanzitutto gli avverbi di tempo che
hanno come unità di misura la durata di un giorno (situando l’azione
nella giornata in corso, in quella precedente o seguente a quella in
corso ecc.).
L’altro ieri ← ieri ← →
domani → dopodomani
Per indicare azioni molto lontane nel passato puoi
usare l’espressione: … giorni fa.
Es.: tre giorni fa ho preso il treno
Quando vuoi collocare l’azione nel corso della
giornata puoi usare questi avverbi di tempo:
mattina, pomeriggio, sera, notte.
Quando si vuole parlare di azioni che si svolgono
nella giornata in corso si usa oggi, ma questa (o la
forma abbreviata sta-) in questa mattina (stamattina),
questa sera (stasera), questa notte (stanotte).
FAI ATTENZIONE: quando vuoi parlare di
un’azione che si svolge nel pomeriggio devi dire oggi
pomeriggio.
|
Per parlare di un’azione che si svolge domani puoi
dire domani mattina (oppure domattina), domani
pomeriggio, domani sera, domani notte.
Per parlare di un’azione che si è svolta ieri
puoi dire ieri mattina, ieri sera, ieri notte.
Per indicare l’anno precedente a quello in corso
puoi utilizzare l’anno scorso, un anno fa,
l’altr’anno.
Es.: io sono venuto in Italia l’anno scorso.
Per indicare un numero superiore di anni si
adoperano le espressioni con fa.
Es.: io sono venuto in Italia due anni fa.
FAI ATTENZIONE: l’espressione l’altro
giorno significa ‘qualche giorno fa’ e non ‘ieri’.
|
Es.: qualche giorno fa ho iniziato il corso di
italiano.
Per indicare l’anno successivo a quello in corso
puoi dire l’anno prossimo, fra un anno.
Es.: Fra un anno farò una bella vacanza al mare.
Altri avverbi di tempo molto utilizzati sono:
Ora: si usa per indicare
principalmente un’azione che si svolge nel tempo presente.
Es.:
che cosa fai ora?
Mai: si usa per indicare un evento che
non si svolge in nessun tempo.
Es.:
lui non è mai venuto a cena a casa mia.
Ancora: indica la continuità di
un’azione.
Es.:
ancora non ho finto di mangiare la pasta.
Spesso: si usa per indicare un evento
che si ripete in modo abbastanza frequente.
Es.:
io vado spesso in vacanza in montagna.
Sempre: si usa per indicare un’azione
che si svolge in maniera continuata e senza fine.
Es.:
io abiterò sempre a Roma.
Uso di perché e
siccome
Quando volgiamo indicare la causa che ha causato un
evento possiamo utilizzare le forme perché o siccome
usando la forma verbale che segue all’indicativo.
CONSEGUENZA |
CAUSA |
Non vengo al cinema perché
|
devo studiare. |
Perché è la forma più
utilizzata per esprimere una causa legata ad un determinato evento.
Quando vogliamo indicare prima la causa e poi la
conseguenza possiamo utilizzare siccome.
CAUSA
|
CONSEGUENZA |
Siccome devo studiare
|
non vengo al cinema.
|
Siccome è in forte espansione specialmente
nelle espressioni informali della lingua parlata.
Riparliamo
di…
Possessivi
SINGOLARE
|
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
mio
|
mia
|
tuo
|
tua
|
suo, Suo
|
sua, Sua
|
nostro
|
nostra
|
vostro
|
vostra
|
loro
|
loro
|
PLURALE
|
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
miei
|
mie
|
tuoi
|
tue
|
suoi, Suoi
|
sue, Sue
|
nostri
|
nostre
|
vostri
|
vostre
|
loro
|
loro
|
FAI ATTENZIONE: i possessivi Suo e Sua,
Suoi e Sue si scrivono con l’iniziale maiuscola nelle forme di
cortesia.
Es.: Cara professoressa la Sua lezione di italiano è
stata molto interessante.
|
In italiano si usa l’articolo anche con il
possessivo.
Es.: la mia casa.
I possessivi con i
nomi di parentela
Quando il nome di parentela è al plurale è
obbligatorio usare l’articolo prima del possessivo.
Es.: le nostre madri.
Anche con il possessivo loro è necessario
usare l’articolo.
Es.: il loro fratello.
Con padre, madre, figlia e
figlio l’articolo non si usa.
Es: mio padre è un dottore.
L’articolo si usa prima del possessivo con i nomi
di parentela alterati, come ad esempio sorellina, nonnina,
mammina, fratellino, papino ecc.
Es.: la mia sorellina è molto bella.
Con i termini che indicano un rapporto sentimentale
che non rientra ancora nei rapporti di parentela (es. fidanzato o
ragazzo, fidanzata o ragazza) si usa l’articolo prima
del possessivo.
Es.: la mia ragazza (fidanzata) è alta.
L’articolo si usa prima di un nome di parentela
preceduto da un aggettivo.
Es.: il mio caro zio.
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
11 – Puntata 13
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Uso dell’imperativo
informale positivo e negativo
L’imperativo
informale positivo
L’imperativo serve per esprimere un ordine,
un’esortazione o una preghiera.
Es.: Fermati!
Ascoltami!
L’imperativo ha solo il tempo presente.
FAI ATTENZIONE: nell’italiano scritto dopo
la forma verbale dell’imperativo devi sempre mettere il segno
“!”.
|
Qui di seguito ti presentiamo le forme di imperativo
informale e regolare delle tre coniugazioni.
|
TU
|
NOI
|
VOI
|
girare
|
gira!
|
giriamo!
|
girate!
|
leggere
|
leggi!
|
leggiamo!
|
leggete!
|
partire
|
parti!
|
partiamo!
|
partite!
|
FAI ATTENZIONE: nell’imperativo non esiste
la prima persona singolare.
|
Qui di seguito ti presentiamo le forme di imperativo
informale dei verbi essere e avere che sono due verbi
irregolari.
-
TUNOIVOIesseresii!siamo!siate!avereabbi!abbiamo!abbiate!
L’imperativo
informale negativo
L’imperativo negativo si usa per proibire o evitare
che qualcuno faccia qualcosa.
Nell’imperativo negativo non si usa la seconda
persona, ma si usa la forma verbale all’infinito.
Es.: Parla! – Non parlare!
Qui di seguito ti presentiamo le forme di imperativo
negativo dei verbi regolari delle tre coniugazioni
|
TU
|
NOI
|
VOI
|
girare
|
non girare!
|
non giriamo!
|
non girate!
|
leggere
|
non leggere!
|
non leggiamo!
|
non leggete!
|
partire
|
non partire!
|
non partiamo!
|
non partite!
|
Anche i verbi essere e avere formano
l’imperativo alla seconda persona singolare utilizzando l’infinito.
Es.: Sii buono! - Non essere cattivo!
Abbi pazienza! - Non avere fretta!
Uso di mentre,
durante, prima di + infinito
Quando vogliamo mettere in relazione due azioni che
si svolgono nello stesso momento possiamo utilizzare le forme mentre
e durante e mettere le forme verbali all’indicativo
presente.
Esempio: mentre prepari il sugo, metti il
pesce nel forno.
Durante la
lavorazione della pasta puoi apparecchiare la tavola.
Quando vogliamo indicare una relazione di
anteriorità tra la proposizione reggente e la proposizione
subordinata possiamo utilizzare l’espressione prima di e la
forma verbale all’infinito.
Es.: prima di cuocere gli spaghetti prepara
il sugo.
Superlativo assoluto
Il superlativo assoluto serve per esprimere il massimo grado di
intensificazione della qualità posseduta da qualcuno, qualcosa o da
un concetto.Il superlativo assoluto si forma aggiungendo il suffisso –issimo all’aggettivo.
Es.: bello - bellissimo
FAI ATTENZIONE: non tutti gli aggettivi possono essere
usati per formare il superlativo assoluto. In generale possono
formare il superlativo assoluto solo gli aggettivi che indicano
una qualità che può essere accresciuta o diminuita. Gli
aggettivi che hanno un significato molto preciso che non può
essere modificato intensivamente hanno solo il grado positivo. Ad
esempio: immortale, quadrato, chimico,
marmoreo ecc. |
Alcuni aggettivi molto usati possono avere il superlativo assoluto irregolare.
Qui di seguito ti presentiamo il superlativo assoluto irregolare di questi aggettivi.
GRADO POSITIVO |
SUPERLATIVO ASSOLUTO |
Buono
|
Ottimo
|
Cattivo
|
Pessimo
|
Grande
|
Massimo
|
Piccolo
|
Minimo
|
FAI ATTENZIONE: esistono altri aggettivi che hanno il
superlativo assoluto irregolare. |
Riparliamo
di…
Pronomi diretti
Molto utilizzati sono i pronomi diretti lo, la, li,
le.
Lo e li si
usano quando dobbiamo parlare di qualcuno o qualcosa di genere
maschile. Lo per il singolare e li per il plurale.
Es.: tu mangi il dolce? Sì, lo
mangio.
Lei mangia gli spaghetti? Sì, li mangia.
La e le si
usano quando dobbiamo parlare di qualcuno o qualcosa di genere
femminile. La per il singolare e le per il plurale.
Es.: voi mangiate la carne? Sì, la
mangiamo.
Lui mangia le mele? Sì,
le mangia.
Posizione dei
pronomi diretti con l’imperativo informale positivo e negativo
Nelle frasi con l’imperativo informale positivo, i
pronomi diretti (lo, la, li, le) si legano alla forma verbale
all’imperativo in posizione finale.
Es.: Prendilo! – Guardalo!
– Cercala! – Mettile!
Nelle frasi con l’imperativo informale negativo, i
pronomi diretti (lo, la, li, le) si possono mettere o dopo il
non e prima della forma verbale all’infinito (Es. Non lo
prendere!), oppure si possono legare alla forma verbale all’infinito
in posizione finale (Es. Non prenderlo!).
FAI ATTENZIONE: Quando leghiamo il pronome
diretto alla forma verbale all’infinito in posizione finale, il
verbo perde l’ultima lettera.
Es.: prendere: prenderla - prenderlo -
prenderla - prenderli - prenderle. |
Eccolo, eccola,
eccoli, eccole
L’avverbio ecco si usa per annunciare,
mostrare, indicare o presentare un evento, qualcuno o qualcosa.
Es.: ecco il treno.
Ecco si collega con i pronomi diretti lo,
la, li, le in questo modo:
eccolo
Es.: quando arriva il treno?
Eccolo.
eccola
Es.: è pronta la pasta?
Eccola.
eccoli
Es.: quando arrivano i tuoi amici?
Eccoli.
eccole
Es.: quando arrivano le tue amiche?
Eccole.
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
12 – Puntata 14
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Preposizioni
articolate
Quando una preposizione semplice (a, di,da, in, su)
incontra una articolo determinativo
(il, lo, la, l’, i, gli e le) nasce una
nuova forma detta preposizione articolata.
Qui di seguito presentiamo il quadro delle
preposizioni articolate obbligatorie.
|
ARTICOLI
|
|||||
PREPOSIZIONI
|
SINGOLARI
|
PLURALI
|
||||
|
IL
|
LO
|
LA (L’)
|
I
|
GLI
|
LE
|
A
|
al
|
allo (all’)
|
alla (all’)
|
ai
|
agli
|
alle
|
DI
|
del
|
dello (dell’)
|
della (dell’) |
dei
|
degli
|
delle
|
DA
|
dal
|
dallo (dall’)
|
dalla (dall’)
|
dai
|
dagli
|
dalle
|
IN
|
nel
|
nello (nell’)
|
nella (nell’)
|
nei
|
negli
|
nelle
|
SU
|
sul
|
sullo (sull’)
|
sulla (sull’)
|
sui
|
sugli
|
sulle
|
FAI ATTENZIONE: le preposizioni semplici fra
e per non hanno la forma articolata.
La preposizione con può formare in maniera
facoltativa le preposizioni articolate coi (oppure con
i), col (oppure con il), cogli (oppure
con gli) e colle (oppure con le).
|
Uso delle
preposizioni articolate come partitivi
Le preposizioni articolate del, dello,
della, dell’, dei, degli, delle sono
usate anche per indicare una parte o una quantità imprecisata di
qualcosa. In questo caso si chiamano partitivi.
Es.: io vorrei del pane.
Io ho dei dolori
allo stomaco.
FAI ATTENZIONE: il partitivo singolare
(del, dello, della, dell’) non può essere usato con
quei sostantivi che indicano un singolo oggetto o un concetto
indivisibile (libro, casa ecc.). Inoltre, è molto raro
con sostantivi che indicano qualcosa di astratto (es. paura,
amicizia ecc.).
|
I partitivi possono essere sostituiti con
l’espressione un po’ di.
Es.: Io vorrei un po’ di pane
Io ho un po’di
dolori allo stomaco.
Uso di per +
infinito
Quando vogliamo indicare il fine, lo scopo, l’intenzione di
un’azione o di un comportamento possiamo usare la forma per
e mettere la forma verbale all’infinito.
Es.: lui è andato dal medico per controllare il
suo stomaco.
Alle volte possiamo sostituire la costruzione per
+ infinito con a + infinito.
Es.: lui è andato dal medico a controllare il
suo stomaco.
Riparliamo
di…
Preposizioni
semplici
Le preposizioni semplici sono di, a, da, in, con,
su, per, fra, tra.
Esempi:
- Io sono fratello di Laura.
- Io vado a casa di Giovanni.
- Io vengo da Milano.
- Io sono in casa tutto il giorno.
- Io sono a cena con Maria.
- Io salgo su al piano di sopra.
- Io parto per Genova alle sette.
- Io abito tra Venezia e Mestre.
- Io vengo a casa fra le otto e le dieci.
FAI ATTENZIONE: gli usi delle preposizioni
semplici sono tanti non solo quelli mostrati negli esempi. Ti devi
esercitare molto prima di conoscere bene tutti i loro significati.
|
Uso delle
preposizioni a, da, in, di
In questa sezione mostriamo gli usi principali di
alcune preposizioni semplici molto usate.
- a
Termine
Es.: dici a me?
Moto verso luogo
Es.: io vado a Cagliari.
Stato in luogo
Es.: a Firenze ci sono molti monumenti.
Età determinata
Es.: a dodici anni sono andato in Francia.
Tempo determinato
Es.: ieri sono andato via a mezzanotte.
Prezzo e misura
Es.: io vendo tutto a mille lire.
- da
Moto da luogo
Es.: io vengo da Lecce.
Moto a luogo specie con nomi di persona
Es.: io vado da Carlo.
Stato in luogo specie con nomi di persona
Es.: stasera sto da Carlo.
Origine
Es.: Per molti studiosi l’Universo è nato da una
gigantesca esplosione.
Determinazione di tempo:
Es.: da quando? Da lunedì.
Dissomiglianza e differenza
Es.: io sono diverso da mio fratello.
Prezzo
Es.: questo è un vestito da duecentomila Lire.
- in
Stato in luogo
Es.: io lavoro in centro.
Moto a luogo specie con nomi di regione o nazione
Es.: lui è andato in America.
Moto in luogo
Es.: io entro in casa.
Tempo determinato
Es.: io sono nato in agosto.
Materia
Es.: questo è un orologio in acciaio.
Mezzo o strumento
Es.: io sono venuto in macchina.
Trasformazione o mutamento di condizione o di
stato fisico
Es.: il bruco dopo un po’ di tempo si trasforma in
farfalla.
- di
Specificazione
Es.: il mio corso di lingua è molto interessante.
Denominazione
Es.: la città di Roma è bella.
Argomento
Es.: io parlo di medicina.
Causa
Es.: io tremo di paura.
Moto da luogo
Es.: io esco di casa alle sette.
Moto a luogo
Es.: io vado di là a prendere una cosa.
Origine e provenienza
Es.: io sono di Palermo.
Determinazioni di tempo
Es.: io parto di lunedì.
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
13 – Puntata 15
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Pronomi indiretti
I pronomi indiretti si dividono in deboli e
forti.
Qui di seguito presentiamo la lista dei pronomi
indiretti deboli.
Mi piace il mare.
|
Ti piace il mare.
|
Gli piace il mare.
|
Le piace il mare.
|
Ci piace il mare.
|
Vi piace il mare.
|
Gli piace il mare.
|
FAI ATTENZIONE: i pronomi indiretti deboli possono
essere usati anche legati ad alcuni verbi in posizione finale.
Es.: guardami, parlaci ecc.
Qui di seguito presentiamo la lista dei pronomi
indiretti forti.
A
|
Me
|
piace
|
il mare
|
|
Te
|
|
|
|
Lui
|
|
|
|
Lei
|
|
|
|
Noi
|
|
|
|
Voi
|
|
|
|
Loro
|
|
|
FAI ATTENZIONE: nella lingua parlata si usano quasi sempre i
pronomi indiretti deboli. I pronomi indiretti forti si usano quando
si vuole sottolineare maggiormente a chi è rivolta l’azione.
Es.: il professore parla a te e non a me.
Alcuni avverbi di
luogo specie quelli composti
Gli avverbi di luogo possono essere usati per
specificare il luogo di un’azione, la collocazione di una persona o
di un oggetto nello spazio e la distanza di una persona o di un
oggetto rispetto a chi parla o a chi ascolta.
Rispetto ad un luogo conosciuto, o anche sconosciuto,
gli avverbi di luogo possono indicare ad esempio se qualcosa o
qualcuno si trovano dentro o fuori, sopra o
sotto, dietro o davanti vicino o lontano ecc.
Qui di seguito presentiamo una lista dei principali
avverbi di luogo.
Fuori
Sopra
●
Sotto
● Vicino Lontano
Sinistra ● Destra
- Via
L’avverbio di luogo via serve per indicare in
modo generico l’allontanamento da un luogo.
Esempio: è in casa Luigi?
No, è andato via.
- In giro
L’avverbio di luogo in giro serve per indicare
un luogo in maniera indeterminata.
Esempio: ho visto molta gente in giro.
Alcuni avverbi di luogo sono usati per evidenziare
quale è la distanza di un luogo o di un oggetto rispetto a chi parla
o a chi ascolta. Essi sono:
- qui e qua
servono per indicare un luogo vicino a chi parla e meno
vicino o lontano a chi ascolta.
Quaggiù, qui sotto, qua sotto, qui sopra, qua
sopra, sono avverbi di luogo composti con qui e qua e
sono usati sempre per indicare un luogo vicino a chi parla e meno
vicino o lontano a chi ascolta.
FAI ATTENZIONE: qui (e i suoi composti) è usato
preferibilmente per indicare un luogo ben definito, mentre qua (e
i suoi composti) è usato preferibilmente per indicare un area senza
una determinazione precisa.
- lì e là
servono per indicare un luogo lontano da chi parla e da
chi ascolta.
FAI ATTENZIONE: lì e là si
scrivono con l’accento.
laggiù, lassù, lì giù, li su sono
avverbi di luogo composti con li e là e sono usati
sempre per indicare un luogo lontano da chi parla e da chi ascolta.
FAI ATTENZIONE: lì (e i suoi composti) è usato
preferibilmente per indicare un luogo ben definito, mentre là (e
i suoi composti) è usato preferibilmente per indicare un area o un
punto non precisati.
La posizione
dell’aggettivo
Un aggettivo che esprime una qualità particolare
(l’aspetto, il colore, la forma, la grandezza ecc.) del nome a cui
si riferisce appartiene alla categoria degli aggettivi
qualificativi.
L’aggettivo qualificativo si colloca di norma
immediatamente vicino del nome a cui si riferisce.
La posizione più naturale di un aggettivo
qualificativo è subito dopo il nome a cui si riferisce.
Es.: lei è una ragazza con gli occhi neri.
In alcuni casi possiamo usare l’aggettivo
qualificativo prima del nome. Quando un aggettivo qualificativo
precede il nome esso indica di solito una maggiore soggettività di
giudizio da parte di chi parla o di chi scrive o una particolare
enfasi nell’esprimere il giudizio.
Es.: i neri occhi di quella ragazza mi hanno
fatto impazzire.
In alcuni casi il cambiamento di posizione di un
aggettivo può comportare il suo cambiamento di significato.
Ad esempio nella frase:
diverse ragioni mi hanno spinto a comprare questo
tavolo,
l’aggettivo diverse significa “varie” “più
di una” ecc.
Mentre nella frase:
ragioni diverse mi hanno spinto a comprare questo
tavolo,
l’aggettivo diverse significa “altre”.
Riparliamo
di…
Il passato prossimo
Il passato prossimo indica un’azione del passato, ma
che perdura anche nel presente. Il passato prossimo si forma con il
presente del verbo ausiliare essere o avere e il
participio passato della forma verbale.
Esempio: Io ho comprato la casa da poco tempo.
Qui di seguito presentiamo il passato prossimo regolare
delle tre coniugazioni costruito con l’ausiliare avere
Io
|
ho
|
amato – ricevuto - capito
|
Tu
|
hai
|
amato – ricevuto - capito
|
Lui, lei
|
ha
|
amato – ricevuto - capito
|
Noi
|
abbiamo
|
amato – ricevuto - capito
|
Voi
|
avete
|
amato – ricevuto - capito
|
Loro
|
hanno
|
amato – ricevuto - capito
|
Qui di seguito presentiamo il passato prossimo
costruito con l’ausiliare essere
Io
|
sono
|
andato/a – seduto/a - partito/a
|
Tu
|
sei
|
andato/a – seduto/a - partito/a
|
Lui, lei
|
è
|
andato/a – seduto/a - partito/a
|
Noi
|
siamo
|
andati/e – seduti/e - partiti/e
|
Voi
|
siete
|
andati/e – seduti/e - partiti/e
|
Loro
|
sono
|
andati/e – seduti/e - partiti/e
|
Ricordiamo che si usa l’ausiliare essere con
- i verbi che hanno un punto di partenza o di arrivo
(es. arrivare, tornare, partire ecc.).
Esempio: ieri io sono tornato alle sette di sera.
- i verbi essere, stare e rimanere.
Esempio: ieri io sono stato a casa tutto il giorno.
- i verbi nascere, vivere, morire, diventare.
Esempio: io sono nato a Roma.
- i verbi piacere, sembrare, succedere.
Esempio: ieri io sono sembrato scortese perché ero
molto stanco.
- i verbi riflessivi e pronominali (es. alzarsi,
chiamarsi).
Esempio: io mi sono alzato alle sette.
Si usa l’ausiliare avere con gli altri verbi.
Concordanza del
participio passato con il soggetto
Se il passato prossimo è costruito con l’ausiliare
essere allora il participio passato si accorda con il soggetto
in genere e numero e prende le terminazioni –o, -a, -i, -e.
Esempi: io sono andato al cinema – io sono
andata al cinema
lei è andata al cinema – lui è andato
al cinema
noi siamo andati al cinema – noi siamo
andate al cinema
In alcuni casi il participio passato non si accorda con
il soggetto della frase, ma si accorda con il genere ed il numero
dell’oggetto.
Ad esempio, con il verbo piacere il participio
passato si accorda con il genere ed il numero della cosa che piace.
Esempi: ti è piaciuta la casa?
ti sono piaciuti i mobili della
casa?
ti è piaciuto il salotto della
casa?
ti sono piaciute le tende della
casa?
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
14 – Puntata 16
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Forme impersonali
In alcuni casi non esiste un soggetto specifico della
frase e il verbo non si riferisce ad una persona determinata.
Per esprimere la forma impersonale si può utilizzare
il pronome si con un verbo utilizzato alla terza
persona.
Es.: si dice – si giunge ecc.
Oppure si può utilizzare un pronome indefinito (vedi
più avanti) come soggetto generico con un verbo alla terza persona.
Es.: uno non può mai stare tranquillo.
FAI ATTENZIONE: alcuni verbi sono sempre
impersonali e non presentano generalmente nessun costrutto.
Questi verbi sono soprattutto quelli che indicano un fenomeno
atmosferico.
Es.: oggi piove molto.
|
Pronomi indefiniti
I pronomi indefiniti servono per indicare qualcuno o
qualcosa in modo non specifico e non determinato.
Qui di seguito presentiamo la lista dei pronomi
indefiniti più diffusi
MASCHILI
|
FEMMINILI
|
MASCHILI E FEMMINILI
|
NEUTRI
|
Uno
|
una
|
chiunque
|
tutto
|
Ognuno
|
ognuna
|
qualunque
|
niente
|
Nessuno
|
nessuna
|
qualsiasi
|
qualsiasi
|
Qualcuno
|
qualcuna
|
|
|
- I pronomi indefiniti niente e qualcosa sono
di solito seguiti dalle preposizioni di e da.
Es.: c’è niente di nuovo?
c’è qualcosa da fare?
- Il pronome indefinito tutto può essere usato
anche come aggettivo. In questo caso è seguito dall’articolo
determinativo (il, lo, la, le).
Es.: io lavoro tutto il giorno.
- I pronomi indefiniti niente, nessuno e
nessuna seguono il verbo che è preceduto da non.
Es.: non ti ha cercato nessuno.
- I pronomi indefiniti niente, nessuno e
nessuna precedono il verbo alla forma affermativa
Es.: nessuno ti ha cercato
Riparliamo
di…
Imperfetto
L’imperfetto serve per indicare un’azione passata le cui
coordinate (momento di inizio, conclusione ecc.) restano non
espresse.
Es.: io fumavo molto.
Qui di seguito presentiamo la coniugazione regolare
dell’imperfetto delle tre coniugazioni.
Verbi in –are
PARLARE
|
|
Io
|
parl-AVO
|
Tu
|
parl-AVI
|
Lui, lei
|
parl-AVA
|
Noi
|
parl-AVAMO
|
Voi
|
parl-AVATE
|
Loro
|
parl-AVANO
|
Es.: ieri io e Carlo parlavamo di te.
Verbi in -ere
SCRIVERE
|
|
Io
|
scriv-EVO
|
Tu
|
scriv-EVI
|
Lui, lei
|
scriv-EVA
|
Noi
|
scriv-EVAMO
|
Voi
|
scriv-EVATE
|
Loro
|
scriv-EVANO
|
Es.: quando ero giovane io scrivevo molte
lettere.
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
Io
|
part-IVO
|
Tu
|
part-IVI
|
Lui, lei
|
part-IVA
|
Noi
|
part-IVAMO
|
Voi
|
part-IVATE
|
Loro
|
part-IVANO
|
Es.: loro partivano tutte le estati.
Qui di seguito presentiamo le coniugazioni irregolari
di tre verbi molto usati.
Questi verbi sono fare, dire e porre.
FAI ATTENZIONE: con il verbo porre (che
significa “mettere”) si possono costruire molti altri
verbi diffusi in italiano.
|
Es.: comporre, disporre, imporre
|
FARE |
DIRE
|
PORRE
|
Io
|
facevo
|
dicevo
|
ponevo
|
Tu
|
facevi
|
dicevi
|
ponevi
|
Lui, lei
|
faceva
|
diceva
|
poneva
|
Noi
|
facevamo
|
dicevamo
|
ponevamo
|
Voi
|
facevate
|
dicevate
|
ponevate
|
Loro
|
facevano
|
dicevano
|
ponevano
|
- Per esprimere la presenza o l’assenza di qualcuno o
qualcosa è molto usata la forma verbale essere preceduta da
ci.
FAI ATTENZIONE: il verbo essere è un
verbo irregolare. Inoltre, quando utilizziamo ci prima
delle forme di essere che cominciano con una vocale
dobbiamo usare l’apostrofo ed eliminare la lettera i.
Es.: c’erano.
|
Qui di seguito presentiamo la coniugazione
dell’imperfetto del verbo essere che è irregolare.
ESSERE
|
|
Io
|
ero
|
Tu
|
eri
|
Lui, lei
|
era
|
Noi
|
eravamo
|
Voi
|
eravate
|
Loro
|
erano
|
Es.: io c’ero.
Alla festa non c’era nessuno.
Uso dell’imperfetto
per esprimere un desiderio
L’imperfetto può essere utilizzato per esprimere
azioni che non sono state realizzate e sono rimaste un desiderio o un
progetto.
Es.:
ieri volevo andare al mare, ma non ho potuto.
“IO PARLO ITALIANO”
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
15 – Puntata 17
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Uso di che
La parola che è una delle parole più usate in
italiano e può avere molti valori. È una parola invariabile.
- Che può essere usato come pronome relativo.
I pronomi relativi, come tutti i pronomi, si
usano al posto di un nome ed inoltre servono a mettere in relazione
due frasi facendole diventare un’unica frase.
Es.: sono andato da Antonio che abita in
campagna.
In questo esempio, il pronome che è usato per
sostituire il nome Antonio, in modo da non ripeterlo due
volte, e per unire le frasi:
Sono andato da Antonio.
Antonio abita in campagna.
Il pronome relativo che può essere utilizzato
sia come soggetto che come complemento oggetto della frase.
Es.: Karl è un ragazzo che segue il corso di
italiano (soggetto).
Karl è un ragazzo che
ho conosciuto oggi (complemento oggetto).
Il pronome relativo che non può essere mai
preceduto da preposizioni e quindi nei complementi indiretti è
sostituito da cui o dalle forme giuste di quale.
Es.: la ragazza a cui ho dato il libro è mia sorella.
La ragazza alla quale ho dato il libro è mia
sorella.
Inoltre, che non può seguire subito la parola
tutto. Tra le parole tutto e che dobbiamo usare
quello o ciò.
Es.: tutto quello che mi dici è vero.
Tutto ciò che mi dici è vero.
Quando non è sufficientemente chiaro a quale nome si
riferisce il pronome relativo che, dobbiamo usare i
pronomi relativi il quale, la quale, i quali, le quali.
Osserva questa frase:
ho visto il figlio di Piero che vive a Genova.
In questo caso non è chiaro chi vive a Genova: Piero o
suo figlio?
Allora è meglio dire:
ho visto il figlio di Piero, il quale vive a Genova.
-
FAI ATTENZIONE: il pronome quale è variabile:il quale – maschile singolarela quale – femminile singolarei quali – maschile pluralele quali – femminile plurale
- Che può essere usato per introdurre una frase
interrogativa
Es.: che treno prendi?
- Che può essere usato per fare una
esclamazione. In questi casi si usa specialmente davanti ad un
aggettivo.
Es.: che bello!
Uso di ne
Ne è un pronome di terza persona singolare e
plurale e significa:
- “di lui”
Es.: Giovanni ha un cane e ne parla spesso.
- “di lei”,
Es.: Giovanni ha un’amica e ne parla spesso
- “di loro”,
Es.: Giovanni ha 3 figli e ne parla spesso.
- “di questo – questa – questi - queste”,
Es.: io non ne so niente.
- “da qui”,
Es.: io me ne vado perché è tardi.
-
FAI ATTENZIONE: mi importa di questo → me ne importaparlo di questo → ne parlo
Ricorda, Ne può essere usato anche con valore
di partitivo.
Es.: tu mangi tutta quella pasta? No, ne mangio
solo un po’.
Tu quante lingue conosci? Ne conosco tre.
Riparliamo
di…
Uso degli articoli
determinativi e indeterminativi
Ricordiamo che l’articolo è la parte del discorso
che si associa al nome con il quale concorda in genere e numero.
L’articolo può essere determinativo o
indeterminativo.
Si usa l’articolo determinativo per indicare una
classe di persone, oggetti o animali, mentre si usa l’articolo
indeterminativo per indicare il singolo individuo, oggetto o animale
che fa parte di quella classe.
Inoltre, si usa l’articolo determinativo in una frase
per indicare ciò che è noto, mentre si usa l’articolo
indeterminativo per indicare ciò che è nuovo.
Qui di seguito presentiamo le forme dell’articolo
determinativo e indeterminativo.
|
DETERMINATIVO
|
INDETERMINATIVO
|
||
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
SINGOLARE
|
il, lo, l’
|
la, l’
|
un, uno
|
una, un’
|
PLURALE
|
i, gli
|
le
|
|
|
Uso degli articoli
determinativi
Gli articoli determinativi il e i
si usano davanti a sostantivi di genere maschile che cominciano
per consonante (tranne x, y, z, gn, ps, s + consonante).
Es.: il campo, i campi ecc.
Gli articoli determinativi la, le
si usano davanti a tutti i sostantivi di genere femminile
singolare (la) e plurale (le).
Es.: la figlia, le bambine ecc.
Gli articoli determinativi lo e gli
si usano davanti a sostantivi maschili singolari (lo)
e plurali (gli) che cominciano con i+vocale (Es.:
lo iugoslavo) o con gn, ps, s+consonante, x, y, z.
L’articolo determinativo l’ si usa
davanti a sostantivi maschili e femminili che cominciano per vocale.
Es.: l’orso, l’erba ecc.
-
FAI ATTENZIONE: gli articoli determinativi non si usano davanti ai nomi di città.Es.: Genova è una bella città.
Uso degli articoli
indeterminativi
L’articolo indeterminativo un si
usa davanti a sostantivi maschili e singolari che iniziano per
consonante (tranne x, y, z, gn, ps, s+consonante) e per vocale
(tranne i+vocale).
Es.: un cantante, un amico ecc.
L’articolo indeterminativo uno si
usa davanti a sostantivi maschili che cominciano per i+vocale, gn,
ps, s+consonante, x, y, z.
L’articolo indeterminativo una si
usa davanti a tutti i sostantivi femminili singolari che iniziano per
consonante.
Es.: una casa, una giacca ecc.
L’articolo indeterminativo un’
si usa davanti a tutti i sostantivi femminili singolari che
iniziano per vocale.
Es.: un’amica.
FAI ATTENZIONE: come hai visto nella
tabella l’articolo indeterminativo non ha plurale.
|
Per fare il plurale degli articoli indeterminativi
puoi:
- usare dei per i sostantivi maschili (Es.: io ho dei biglietti del treno) e delle per i sostantivi femminili (Es.: io ho delle amiche italiane).
- usare alcuni per i sostantivi maschili (Es.: io ho alcuni biglietti del treno) e alcune per i sostantivi femminili (Es.: io ho alcune amiche italiane).
- non usare l’articolo indeterminativo davanti al sostantivo (Es.: io ho biglietti del treno)
Forme di quello
e bello anteposte ai nomi
Osserva il comportamento di quello e bello
davanti ai nomi
SINGOLARE
|
PLURALE
|
||
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
Il cane
Un bel cane
Quel cane
|
La casa
Una bella casa
Quella casa
|
I cani
Dei bei cani
Quei cani
|
Le stazioni
Delle belle stazioni
Quelle stazioni
|
Lo scaffale
Un bello scaffale
Quello scaffale
|
La stazione
Una bella stazione
Quella stazione
|
Gli scaffali
Dei begli scaffali
Quegli scaffali
|
|
L’accendino
Un bell’accendino
Quell’accendino
|
L’idea
Una bell’idea – Una bella idea
Quell’idea
|
Gli accendini
Dei begli accendini
Quegli accendini
|
|
FAI ATTENZIONE: l’aggettivo bello dopo
il nome ha solo le forme bello e belli (maschile
singolare e plurale) e bella e belle (femminile
singolare e plurale).
Es.: il cane bello – i cani belli
la casa bella –
le case belle.
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
16 - Puntata 18
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Verbi riflessivi
I verbi riflessivi sono quei verbi dove soggetto e
oggetto dell'azione coincidono.
Es.: io mi lavo.
I verbi riflessivi si formano con i pronomi riflessivi
(la lista dei pronomi riflessivi è presentata più avanti).
Qui di seguito presentiamo un esempio di presente
indicativo e di passato prossimo fatto con il verbo riflessivo
alzarsi.
PRESENTE
|
||
io
|
mi
|
alzo
|
tu
|
ti
|
alzi
|
lui, lei
|
si
|
alza
|
noi
|
ci
|
alziamo
|
voi
|
vi
|
alzate
|
loro
|
si
|
alzano
|
PASSATO PROSSIMO
|
||
io
|
mi sono
|
alzato, alzata
|
tu
|
ti sei
|
alzato, alzata
|
lui, lei
|
si è
|
alzato, alzata
|
noi
|
ci siamo
|
alzati, alzate
|
voi
|
vi siete
|
alzati, alzate
|
loro
|
si sono
|
alzati, alzate
|
FAI ATTENZIONE: nelle forme verbali al
passato prossimo la forma verbale al participio passato varia a
seconda se il soggetto è maschile o femminile.
|
Altri verbi riflessivi molto usati sono lavarsi,
vestirsi, sedersi.
Verbi riflessivi
reciproci
I verbi riflessivi reciproci esprimono un'azione che due o più
persone compiono nello stesso momento e la subiscono
contemporaneamente.
Es.: Giovanni e Franco si salutano.
Pronomi riflessivi
I pronomi riflessivi si usano per indicare che l'azione
compiuta dal soggetto si riflette sul soggetto stesso.
Es.: io mi vesto.
Qui di seguito presentiamo la lista dei pronomi
riflessivi.
Io
|
mi
|
Tu
|
ti
|
Lui, lei
|
si
|
Noi
|
ci
|
Voi
|
vi
|
Loro
|
si
|
I pronomi riflessivi hanno un'unica forma per il
maschile e per il femminile.
Quando vuoi dare un particolare risalto al pronome si,
singolare o plurale, è possibile sostituirlo con la forma sé
(puoi anche aggiungere stesso).
Es.: Giovanni difende con forza sé e i miei
amici.
Giovanni difende con forza
sé stesso e i miei amici.
FAI ATTENZIONE: il passato prossimo dei
verbi preceduti da un pronome riflessivo si forma sempre con
l'ausiliare essere.
|
Es.: Luca si è alzato.
I pronomi ci, vi e si quando si
uniscono con certi verbi possono avere anche valore reciproco.
Es.: ho parlato con Luca e dopo ci siamo
salutati.
Uso di anche se +
indicativo
Quando vogliamo introdurre un elemento inatteso nel
rapporto tra una causa ed un effetto si può utilizzare anche se e
mettere la forma verbale che segue all'indicativo.
Es.: domani è il mio compleanno anche se non
tutti lo sanno.
Riparliamo
di…
Usi di mi, ti, ci,
vi
Le forme mi, ti, ci, vi sono pronomi che possono
essere usati per indicare sia l’elemento su cui termina l’azione
espressa dal verbo (complemento di termine) che l’elemento della
frase che subisce l’azione espressa dal verbo (complemento
oggetto).
Es.: ti devo dire una cosa (complemento di
termine).
Ti
ama (complemento oggetto).
Questi pronomi presentano un’unica forma sia per il
maschile che per il femminile.
Quando si vuole dare maggiore rilievo al pronome (usato
come complemento di termine) nella frase si deve utilizzare la
preposizione a + le forme me (al posto di mi) –
te (al posto di ti) – noi (al posto di ci)
– voi (al posto di vi).
Es.: devo dire una cosa a te.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
17 - Puntata 19
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il condizionale
semplice dei verbi regolari e modali, di essere e avere
Il modo condizionale serve per:
- esprimere un desiderio
Esempio: mi piacerebbe
tanto andare al cinema.
- chiedere qualcosa in modo gentile
Esempio: mi scusi,
aprirebbe la finestra?
- dare consigli
Esempio: io ti
consiglierei di vedere questo film perché è molto bello.
Il condizionale dei
verbi regolari
Qui di seguito presentiamo il condizionale semplice
regolare delle tre coniugazioni.
Verbi in -are
PARLARE
|
|
io
|
Parl-EREI
|
tu
|
Parl-ERESTI
|
lui, lei
|
Parl-EREBBE
|
noi
|
Parl-EREMMO
|
voi
|
Parl-ERESTE
|
loro
|
Parl-EREBBERO
|
Verbi in -ere
SCRIVERE
|
|
io
|
Scriv-EREI
|
tu
|
Scriv-ERESTI
|
lui, lei
|
Scriv-EREBBE
|
noi
|
Scriv-EREMMO
|
voi
|
Scriv-ERESTE
|
loro
|
scriv-EREBBERO
|
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
io
|
part-IREI
|
tu
|
part-IRESTI
|
lui, lei
|
part-IREBBE
|
noi
|
part-IREMMO
|
voi
|
part-IRESTE
|
loro
|
part-IREBBERO
|
Il condizionale dei
verbi modali
I verbi potere, volere, dovere, sapere sono
molto usati al condizionale.
FAI ATTENZIONE: i verbi potere,
volere, dovere e sapere sono irregolari.
|
Qui di seguito ti presentiamo il condizionale semplice
dei verbi modali.
POTERE
|
|
io
|
potrei
|
tu
|
potresti
|
lui, lei
|
potrebbe
|
noi
|
potremmo
|
voi
|
potreste
|
loro
|
potrebbero
|
Es.: tu potresti accompagnare mio fratello a
casa con la macchina?
VOLERE
|
|
Io
|
vorrei
|
Tu
|
vorresti
|
lui, lei
|
vorrebbe
|
Noi
|
vorremmo
|
Voi
|
vorreste
|
Loro
|
vorrebbero
|
Es.: loro vorrebbero venire al cinema con voi.
DOVERE
|
|
Io
|
dovrei
|
Tu
|
dovresti
|
lui, lei
|
dovrebbe
|
Noi
|
dovremmo
|
Voi
|
dovreste
|
Loro
|
dovrebbero
|
Es.: voi dovreste studiare di più.
SAPERE
|
|
Io
|
saprei
|
Tu
|
sapresti
|
lui, lei
|
saprebbe
|
Noi
|
sapremmo
|
Voi
|
sapreste
|
Loro
|
saprebbero
|
Es.: loro saprebbero come aiutare te.
Il condizionale di
essere e avere
I verbi essere e avere sono verbi irregolari.
Qui di seguito presentiamo il condizionale di questi
due verbi.
ESSERE
|
|
Io
|
sarei
|
Tu
|
saresti
|
lui, lei
|
sarebbe
|
noi
|
saremmo
|
voi
|
sareste
|
loro
|
sarebbero
|
AVERE
|
|
io
|
avrei
|
tu
|
avresti
|
lui, lei
|
avrebbe
|
noi
|
avremmo
|
Voi
|
avreste
|
Loro
|
avrebbero
|
Riparliamo
di…
Volere,
potere, dovere
I verbi volere, potere e dovere si
usano insieme ad un altro verbo, usato all’infinito, aggiungendo a
questo verbo alcune sfumature di significato.
Il verbo potere serve per esprimere vari
significati:
- avere la possibilità di fare qualcosa.
Es.: io posso aiutare tuo
fratello.
- riuscire a fare qualcosa.
Es.: io posso correre per
ore senza stancarmi mai.
- avere il diritto di fare qualcosa.
Es.: qui possiamo parlare
liberamente.
- avere o dare il permesso per fare qualcosa.
Es.: tu puoi
entrare.
Il verbo volere serve per esprimere vari
significati:
- avere la volontà di fare qualcosa.
Es.: io voglio finire i
compiti prima di andare in discoteca.
- avere il desiderio di fare qualcosa.
Es.: io voglio andare in
vacanza perché sono molto stanco.
Il verbo dovere serve per esprimere vari
significati:
- avere l’obbligo di fare qualcosa.
Es.: io devo fare i
compiti.
- avere la necessità di fare qualcosa.
Es.: io devo andare a letto
perché sono stanchissimo.
Uso di volere,
dovere, potere con pronomi diretti e indiretti
Osserva la posizione dei pronomi diretti e indiretti
con i verbi modali:
- Mi puoi dire cosa ti ha detto Carlo?
- Puoi dirmi cosa ti ha detto Carlo?
- Lo vuoi prendere il gelato?
- Vuoi prenderlo il gelato?
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
18 - Puntata 20
CONTENUTI LINGUISTICI
In questa lezione non vengono presentati nuovi
contenuti linguistici (e relativi esercizi di rinforzo). L’insegnante
è invitato a riprendere quelli presentati nelle lezioni di questo
secondo modulo e riproporli in classe sulla base delle esigenze
relative ai propri corsisti.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
19 - Puntata 21
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Imperativo formale
L’imperativo si usa per esprimere un ordine, un
invito, un’esortazione, una preghiera o una proibizione.
Es.: ascolta!
Quando vogliamo usare l’imperativo in contesti
formali (ad esempio, quando ci rivolgiamo ad una o più persone che
non conosciamo bene o non conosciamo per niente) dobbiamo usare la
terza persona singolare (lui, lei), la terza plurale (loro). In
questi casi l’imperativo si definisce formale.
Qui di seguito presentiamo l’imperativo formale
regolare delle tre coniugazioni.
FAI ATTENZIONE: l’imperativo formale si
costruisce con le forme verbali al congiuntivo.
|
Verbi in -are
GUARDARE
|
|
lui, lei
|
guard-I
|
essi
|
guard-INO
|
Verbi in –ere
PRENDERE
|
|
lui, lei
|
prend-A
|
essi
|
prend-ANO
|
Verbi in –ire
SERVIRE
|
|
lui, lei
|
serv-A
|
essi
|
serv-ANO
|
In alcuni verbi il congiuntivo serve anche per formare
l’imperativo della seconda persona singolare (tu) e della seconda
persona plurale (voi).
Qui di seguito presentiamo l’imperativo di sapere
e volere che sono due verbi molto usati e usano il congiuntivo
per fare l’imperativo.
SAPERE
|
|
tu
|
Sappi
|
voi
|
Sappiate
|
VOLERE
|
|
tu
|
Voglia
|
voi
|
Vogliate
|
Ti ricordiamo che anche essere e avere formano
l’imperativo in modo irregolare.
Qui di seguito presentiamo l’imperativo della seconda
persona singolare (tu) e della seconda persona plurale (voi) di
questi due verbi.
ESSERE
|
|
tu
|
Sii
|
voi
|
Siate
|
AVERE
|
|
tu
|
Abbi
|
voi
|
Abbiate
|
Chi
interrogativo e chi relativo
Chi è un pronome che, a seconda dei contesti,
può essere usato come pronome interrogativo o come pronome
relativo.
chi interrogativo
Chi può essere usato per fare una domanda.
Es.: chi parla?
Il pronome interrogativo chi si riferisce solo a
essere animati.
FAI ATTENZIONE: in alcuni casi chi
può essere rafforzato con mai o diavolo. Es.: chi
mai sarà?
Es.: chi diavolo sarà?
L’espressione chi diavolo è molto
colloquiale e può essere usata solo in contesti informali.
|
chi relativo
Il pronome relativo chi è solo maschile
singolare.
Es.: chi mangia troppo ingrassa.
Questo pronome può essere preceduto da una
preposizione, ma non dall’articolo.
Es.: il voto più alto andrà a chi farà il
compito migliore.
FAI ATTENZIONE: il pronome relativo chi
non segue mai un nome o un altro pronome.
|
Spesso il pronome relativo chi si trova nei
proverbi.
Es.: chi dorme non piglia pesci.
Chi va piano, va sano e va lontano.
Ride bene chi ride per ultimo.
Riparliamo
di…
L’imperativo
informale con le forme tronche
Alcuni verbi molto diffusi hanno la seconda persona
dell’imperativo irregolare.
Qui di seguito presentiamo i verbi andare, dare,
dire, fare, stare che sono molto usati, ma sono irregolari perché
hanno la forma tronca dell’imperativo.
INFINITO
|
IMPERATIVO 2A PERSONA SINGOLARE
|
andare
|
va’, vai, va
|
dare
|
da’, dai, dà
|
dire
|
di, di’
|
fare
|
fa’, fa, fai,
|
stare
|
sta, stai, sta’
|
-
FAI ATTENZIONE: puoi scegliere qualsiasi forma di imperativo tra quelle che ti abbiamo presentato. Sono tutte valide.
"IO
PARLO ITALIANO"
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di italiano per immigrati
Lezione
20 - Puntata 22
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Stare +
gerundio
Quando si vuole parlare di un'azione che è in corso di
svolgimento possiamo usare il verbo stare (coniugato alle
forme di tempo e persona adeguate) + il gerundio del verbo.
Es.: mi dispiace non posso venire perché sto
mangiando.
Qui di seguito presentiamo il gerundio regolare delle
forme verbali delle tre coniugazioni.
Verbi in -are
CANTARE
|
|
INFINITO
|
cant-ARE
|
GERUNDIO
|
cant-ANDO
|
Verbi in -ere
LEGGERE
|
|
INFINITO
|
legg-ERE
|
GERUNDIO
|
legg-ENDO
|
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
INFINITO
|
part-IRE
|
GERUNDIO
|
part-ENDO
|
FAI ATTENZIONE: esistono alcuni gerundi
irregolari.
|
Qui di seguito presentiamo una lista di alcune forme verbali molto usate che hanno il gerundio irregolare:
fare dire bere tradurre condurre ritrarre |
-
-
-
-
-
-
|
facendo
dicendo
bevendo
traducendo
conducendo
ritraendo |
Il verbo stare è un verbo irregolare.
Qui di seguito presentiamo le forme di presente
indicativo (utile per descrivere un'azione al presente) e di
imperfetto indicativo (utile per descrivere un'azione al passato) di
questo verbo.
PRESENTE INDICATIVO
|
|
io
|
sto
|
tu
|
stai
|
lui, lei
|
sta
|
noi
|
stiamo
|
voi
|
state
|
loro
|
stanno
|
Es.: la riunione sta iniziando in questo
momento.
IMPERFETTO INDICATIVO
|
|
io
|
stavo
|
tu
|
stavi
|
lui, lei
|
stava
|
noi
|
stavamo
|
voi
|
stavate
|
loro
|
stavano
|
Es.: loro stavano facendo i compiti quando io
sono entrato nella stanza.
La costruzione con stare + gerundio può essere
sostituita dalla forma semplice del presente o dell'imperfetto
indicativo.
Es.: la riunione inizia in questo momento.
Es.: loro facevano i compiti quando io sono
entrato nella stanza.
Se si sceglie di usare la costruzione stare +
gerundio si sottolinea maggiormente che l'azione si svolge proprio
in quel momento e non in un momento successivo.
Stare per +
infinito
Quando si vuole parlare di un'azione che è in
preparazione possiamo usare il verbo stare (coniugato alle
forme di tempo e persona adeguate) + la preposizione per + la
forma verbale all'infinito del verbo.
Es.: sbrigati perché il treno sta per partire.
Oppure,
Es.: ci siamo sbrigati perché il treno stava per
partire.
Ce l'ho, ce li ho
ecc.
Quando si vuole rispondere a domande che chiedono il
possesso di qualcosa, si può usare le espressioni ce + i
pronomi diretti lo, la, li e le + la
forma adeguata del verbo avere.
Quando si parla di una cosa singola bisogna usare il
pronome diretto lo (per il maschile) e la (per il
femminile).
FAI ATTENZIONE: i pronomi diretti lo
e la davanti al verbo avere perdono la lettera "o"
o "a" e prendono l'apostrofo.
Es.: hai il biglietto per il treno? Sì ce l'ho.
avete il biglietto per
il treno? Sì ce l'abbiamo.
|
Quando si parla di più cose bisogna usare i pronomi
diretti li (per il maschile) o le (per il femminile).
Es.: hai i biglietti per il teatro? Sì ce li ho.
avete le macchinette
fotografiche? Si ce le abbiamo.
Riparliamo
di…
Usi di ci
La particella ci può essere usata per esprimere
diversi significati.
- avverbio di luogo
Ci può essere usato come avverbio di luogo
specie con verbi tipo andare, venire, stare,
essere.
- Stato in luogo
Es.: io vivo a Roma e ci
sto bene.
- Moto a luogo
Es.: al mare ci vado
domani perché oggi devo lavorare.
- Moto attraverso luogo
Es.: in ufficio ci
passo domani.
Con il verbo essere la particella ci serve
per esprimere l'esistenza di qualcuno o qualcosa.
Es.: ci sono le sedie per tutti gli ospiti?
FAI ATTENZIONE: ricorda che davanti alle
forme di essere che iniziano con una vocale la
particella ci perde la lettera "i" e prende
l'apostrofo.
Es.: c'è molta neve sulla strada.
|
La particella ci esprime anche il significato di
“a questo”, “su questo”, “in questo”.
Es.: chi pensa ai biglietti per il concerto? Ci
penso io.
Es.: tu credi a quello che ha detto Giovanni? Sì ci
credo.
Es.: ho letto le spiegazioni grammaticali, ma non ci
ho capito niente.
La particella ci è usata anche con i verbi tipo
vederci, sentirci, parlarci ecc.
Es.: mi avvicino all’insegnante perché da questo
posto non ci vedo molto bene.
La particella ci è molto usata con i verbi
volerci, metterci e impiegarci per indicare il
tempo necessario per fare qualcosa.
Es.: per andare da Roma a Milano ci metto circa
cinque ore.
FAI ATTENZIONE: per motivi stilistici la
particella ci può essere sostituita in alcuni casi dalla
particella vi.
Es.: in questa città vi sono molte cose da
vedere.
|
Il ne, in
particolare nell’uso partitivo.
La particella ne può essere usata per indicare una parte o
niente in relazione ad una quantità. Può essere usata sia per il
maschile che per il femminile e sia per il singolare che per il
plurale.
Es.: quanto vino bevi a cena? Ne bevo un
bicchiere.
Es.: quanto vino bevi a cena? Non ne bevo.
Altri usi di ne sono:
- con il significato di “moto da luogo”:
Es.: è entrato in casa e
ne è uscito dopo un’ora.
- con il significato di “di lui”, “di lei”, “di loro” o “di esso” e “di essi”:
Es.: la mia amica è
partita ed io ne sento già la mancanza.
- con il significato di “di questo”, “di ciò”:
Es.: Alberto è un
appassionato di calcio e ne parla in continuazione.
FAI ATTENZIONE: insieme alla particella ne
bisogna usare me come pronome personale di prima persona
singolare.
Esempio: mi interesso molto di cinema, invece di
teatro non me ne importa niente.
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
21 - Puntata 23
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il trapassato
prossimo
Il trapassato prossimo si usa per parlare di un’azione
passata rispetto ad altri fatti già passati.
Esempio: ieri ero stanco perché avevo lavorato
molto.
Il trapassato prossimo può essere usato insieme
all’imperfetto o al passato prossimo.
Il trapassato prossimo si forma con la forma al
participio passato del verbo più gli ausiliari essere o avere
coniugati all’imperfetto.
FAI ATTENZIONE: la scelta tra l’uso
dell’ausiliare essere o avere è la stessa che si
deve fare per le forme verbali al passato prossimo.
|
Qui di seguito presentiamo le forme di trapassato
prossimo con il verbo ausiliare essere e con il verbo
ausiliare avere.
Verbi che richiedono l’uso del verbo ausiliare essere
(ad esempio andare).
ANDARE
|
|
io
|
ero andato/a
|
tu
|
eri andato/a
|
lui, lei
|
era andato/a
|
noi
|
eravamo andati/e
|
voi
|
eravate andati/e
|
loro
|
erano andati/e
|
Verbi che richiedono l’uso del verbo ausiliare avere
(ad esempio dormire).
DORMIRE
|
|
io
|
avevo dormito
|
tu
|
avevi dormito
|
lui, lei
|
aveva dormito
|
noi
|
avevamo dormito
|
voi
|
avevate dormito
|
loro
|
avevano dormito
|
Uso degli ausiliari
nei tempi composti dei verbi modali
I verbi modali sono volere, potere, dovere.
Volere, potere e dovere possono
coniugare i tempi composti (passato prossimo e trapassato prossimo)
sia con il verbo ausiliare essere che con il verbo ausiliare
avere.
L’uso dell’ausiliare essere o avere
dipende dal verbo all’infinito che segue.
Alcuni verbi tollerano sia la forma con essere
che quella con avere.
Qui di seguito presentiamo le coniugazioni dei tempi
composti di questi tre verbi.
VOLERE
PASSATO PROSSIMO
|
|
io
|
ho voluto - sono voluto/a
|
tu
|
hai voluto - sei voluto/a
|
lui, lei
|
ha voluto – è voluto/a
|
noi
|
abbiamo voluto – siamo voluti/e
|
voi
|
avete voluto – siete voluti/e
|
loro
|
hanno voluto – sono voluti/e
|
TRAPASSATO PROSSIMO
|
|
io
|
avevo voluto – ero voluto/a
|
tu
|
avevi voluto – eri voluto/a
|
lui, lei
|
aveva voluto – era voluto/a
|
noi
|
avevamo voluto – eravamo voluti/e
|
voi
|
avevate voluto – eravate voluti/e
|
loro
|
avevano voluto – erano voluti/e
|
POTERE
PASSATO PROSSIMO
|
|
io
|
ho potuto - sono potuto/a
|
tu
|
hai potuto - sei potuto/a
|
lui, lei
|
ha potuto - è potuto/a
|
noi
|
abbiamo potuto - siamo potuti/e
|
voi
|
avete potuto – siete potuti/e
|
loro
|
hanno potuto – sono potuti/e
|
TRAPASSATO PROSSIMO
|
|
io
|
avevo potuto – ero potuto/a
|
tu
|
avevi potuto – eri potuto/a
|
lui, lei
|
aveva potuto – era potuto/a
|
noi
|
avevamo potuto – eravamo potuti/e
|
voi
|
avevate potuto – eravate potuti/e
|
loro
|
avevano potuto – erano potuti/e
|
DOVERE
PASSATO PROSSIMO
|
|
io
|
ho dovuto - sono dovuto /a
|
tu
|
hai dovuto - sei dovuto/a
|
lui, lei
|
ha dovuto - è dovuto/a
|
noi
|
abbiamo dovuto - siamo dovuti/e
|
voi
|
avete dovuto – siete dovuti/e
|
loro
|
hanno dovuto – sono dovuti/e
|
TRAPASSATO PROSSIMO
|
|
io
|
avevo dovuto – ero dovuto/a
|
tu
|
avevi dovuto – eri dovuto/a
|
lui, lei
|
aveva dovuto – era dovuto/a
|
noi
|
avevamo dovuto – eravamo dovuti/e
|
voi
|
avevate dovuto – eravate dovuti/e
|
loro
|
avevano dovuto – erano dovuti/e
|
Con le forme composte (passato prossimo e trapassato
prossimo) dei verbi volere, potere e dovere la
posizione dei pronomi personali atoni o deboli mi, ti,
ci, gli - lo, le - la, vi,
li – le può variare.
FAI ATTENZIONE: quando colleghi il pronome
personale atono o debole alla forma verbale all’infinito devi
usare il verbo ausiliare avere per formare la forma
composta del verbo modale. Quando usi il pronome personale atono o
debole prima della forma composta del verbo modale devi usare il
verbo ausiliare essere.
Osserva.
Questa mattina ho dovuto comprarmi un
nuovo paio di pantaloni.
Questa mattina mi sono dovuto
comperare un nuovo paio di pantaloni.
|
Riparliamo
di…
Relazione tra
passato prossimo e imperfetto
Qui di seguito presentiamo alcune indicazioni utili per
conoscere quando usare l’imperfetto e quando usare il passato
prossimo.
Quando si parla di un’azione che si è svolta nel
passato ed è stata conclusa si deve usare il passato prossimo.
Es.: ieri ho lavorato tutta la mattina.
Quando si parla di un’azione in corso di svolgimento
nel passato si deve usare l’imperfetto.
Es.: alle sette lavoravo ancora.
Quando si parla di due o più azioni compiute
contemporaneamente nel passato si usa l’imperfetto.
Es.: ieri mentre lavoravo, ascoltavo un
po’ di musica dalla radio.
Quando si parla di azioni svolte una dopo l’altra nel
passato si usa il passato prossimo.
Es.: ieri prima ho lavorato e dopo ho
ascoltato un po’ di musica dalla radio.
Quando si parla di due azioni svolte nel passato, una
delle quali si è svolta mentre l’altra era in già in svolgimento
si usa l’imperfetto (per quella già in svolgimento) e il passato
prossimo (per quella che si svolge dopo).
Es.: ieri mentre lavoravo, è arrivato
Pietro.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
22 - Puntata 24
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Cenni sulla
concordanza dei tempi all’indicativo
In questa sezione presentiamo alcune indicazioni per la
concordanza di tempi verbali tra due frasi.
Sono sicuro che Franco
|
(domani) viene
|
|
(domani) verrà
|
|
(oggi) viene
|
|
(oggi) verrà
|
|
(ieri) è venuto
|
Ero sicuro che Franco
|
(il giorno dopo) veniva
|
|
(il giorno dopo) sarebbe venuto
|
|
(quel giorno) veniva
|
|
(quel giorno) sarebbe venuto
|
|
(il giorno prima) era venuto
|
Futuro composto
Il futuro composto serve per indicare un’azione
futura ipotizzata come già avvenuta in relazione ad un’altra
azione sempre collocata al futuro.
Esempio: quando sarai arrivato mi chiamerai.
Il futuro composto si forma con il futuro semplice dei
verbi ausiliari essere e avere più il participio
passato del verbo.
Qui di seguito presentiamo due esempi di futuro
composto. Uno con il verbo ausiliare essere e l’altro con il
verbo ausiliare avere.
ANDARE
|
||
io
|
sarò
|
andato/a
|
tu
|
sarai
|
andato/a
|
lui, lei
|
sarà
|
andato/a
|
noi
|
saremo
|
andati/e
|
voi
|
sarete
|
andati/e
|
loro
|
saranno
|
andati/e
|
CANTARE
|
||
io
|
avrò
|
cantato
|
tu
|
avrai
|
cantato
|
lui, lei
|
avrà
|
cantato
|
noi
|
avremo
|
cantato
|
voi
|
avrete
|
cantato
|
loro
|
avranno
|
cantato
|
Qui di seguito presentiamo il futuro composto delle
forme verbali essere e avere.
ESSERE
|
||
io
|
sarò
|
stato/a
|
tu
|
sarai
|
stato/a
|
lui, lei
|
sarà
|
stato/a
|
noi
|
saremo
|
stati/e
|
voi
|
sarete
|
stati/e
|
loro
|
saranno |
stati/e
|
AVERE
|
||
io
|
avrò
|
avuto
|
tu
|
avrai
|
avuto
|
lui, lei
|
avrà
|
avuto
|
noi
|
avremo
|
avuto
|
voi
|
avrete
|
avuto
|
loro
|
avranno
|
avuto
|
FAI ATTENZIONE: l’uso del futuro composto non è
obbligatorio e può essere sostituito dal futuro semplice.
Esempio: quando arriverai mi chiamerai.
Come il futuro semplice, anche il futuro composto può
essere usato per esprimere un’ipotesi.
Es.: Dov’è Marco? Sarà andato al cinema.
Uso di appena e non
appena
Appena e non appena possono essere usati
per indicare che l’azione espressa dalla frase principale è
posteriore rispetto all’azione espressa dalla frase secondaria.
Es.: arriverò a casa non appena avrò
terminato.
Es.: appena arrivi chiamami.
FAI ATTENZIONE: l’uso di appena e non appena
sottolinea che le due azioni avvengono o devono avvenire in maniera
molto ravvicinata.
Riparliamo
di…
Futuro semplice,
anche nel senso ipotetico
Il futuro semplice serve per parlare di un’azione che
non è ancora avvenuta.
Es.: Carlo arriverà domani a Napoli.
Qui di seguito presentiamo le forme di futuro semplice
regolare dei verbi delle tre coniugazioni.
Verbi in –are
ARRIVARE
|
|
io
|
arriv-erò
|
tu
|
arriv-erai
|
lui, lei
|
arriv-erà
|
noi
|
arriv-eremo
|
voi
|
arriv-erete
|
loro
|
arriv-eranno
|
Verbi in -ere
PRENDERE
|
|
io
|
prend-erò
|
tu
|
prend-erai
|
lui, lei
|
prend-erà
|
noi
|
prend-eremo
|
voi
|
prend-erete
|
loro
|
prend-eranno
|
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
io
|
part-irò
|
tu
|
part-irai
|
lui, lei
|
part-irà
|
noi
|
part-iremo
|
voi
|
part-irete
|
loro |
part-iranno
|
FAI ATTENZIONE: al posto del futuro semplice può essere usato
il presente indicativo. Es.: Carlo arriva domani a Napoli.
Il futuro semplice può essere usato anche per
esprimere un’ipotesi.
Es.: dov’è Marco? Starà al cinema con gli
amici.
FAI ATTENZIONE: quando il futuro semplice è usato per
esprimere un’ipotesi non può essere sostituito con il presente
indicativo.
Altre forme
irregolari di futuro
Alcuni verbi hanno il futuro semplice irregolare.
Qui di seguito presentiamo il futuro semplice di alcuni
verbi irregolari molto usati.
FARE
|
|
io
|
farò
|
tu
|
farai
|
lui, lei
|
farà
|
noi
|
faremo
|
voi
|
farete
|
loro
|
faranno
|
DARE
|
|
io
|
darò
|
tu
|
darai
|
lui, lei
|
darà
|
noi
|
daremo
|
voi
|
darete
|
loro
|
daranno
|
STARE
|
|
io
|
starò
|
tu
|
starai
|
lui, lei
|
starà
|
noi
|
staremo
|
voi
|
starete
|
loro
|
staranno
|
BERE
|
|
io
|
berrò
|
tu
|
berrai
|
lui, lei
|
berrà
|
noi
|
berrete
|
voi
|
berremo
|
loro |
berranno
|
SAPERE
|
|
io
|
saprò
|
tu
|
saprai
|
lui, lei
|
saprà
|
noi
|
sapremo
|
voi
|
saprete
|
loro
|
sapranno
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
23 - Puntata 25
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Pronomi combinati
I pronomi sono la parte variabile del discorso che
sostituisce un nome o un altro elemento usato come nome.
Es.: ieri ho conosciuto Isabella. Tu la conosci?
= conosci Gabriella.
In alcuni casi possiamo usare più di un pronome nella
stessa frase. In questo caso si definiscono pronomi combinati.
Es.: ti ricordi che domani è il mio compleanno?
Sì me lo ricordo.
Qui di seguito presentiamo il quadro generale dei
pronomi combinati.
mi
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
me lo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
me la
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
me li
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
me le
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
me ne
|
Es.: Giuseppe mi compra il giornale =
Giuseppe me lo compra
ti
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
te lo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
te la
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
te li
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
te le
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
te ne
|
Es.: Ti consiglio una gita = Te la
consiglio
ci
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
ce lo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
ce la
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
ce li
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
ce le
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
ce ne
|
Es.: Andrea ci compra alcuni biglietti =
Ce ne compra alcuni
vi
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
ve lo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
ve la
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
ve li
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
ve le
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
ve ne
|
Es.: Luca vi compra i libri = Luca ve
li compra
FAI ATTENZIONE: i pronomi diretti mi, ti, ci,
vi cambiano la vocale “i” in “e” quando si uniscono ai
pronomi diretti lo, la, li, le e alla
particella ne.
(a lui) gli
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
glielo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
gliela
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
glieli
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
gliele
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
gliene
|
Es.: a lui gli regalo un libro = a lui
glielo regalo
FAI ATTENZIONE: il pronome le si trasforma in glie
quando si unisce ai pronomi diretti lo, la, li,
le e alla particella ne.
(a lei) le
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
glielo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
gliela
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
glieli
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
gliele
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
gliene
|
Es.: a lei le compro una borsa = a lei
gliela compro
(a Lei) Le
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
glielo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
gliela
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
glieli
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
gliele
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
gliene
|
Es.: a Lei professoressa Le presto la penna =
a Lei professoressa gliela presto
FAI ATTENZIONE: il pronome gli si trasforma in glie
quando si unisce ai pronomi diretti lo, la, li,
le e alla particella ne formando con essi una sola
parola.
(a loro) gli
|
+
|
oggetto maschile singolare
|
=
|
glielo
|
|
|
oggetto femminile singolare
|
|
gliela
|
|
|
oggetto maschile plurale
|
|
glieli
|
|
|
oggetto femminile plurale
|
|
gliele
|
|
|
oggetto indefinito
|
|
gliene
|
Es.: a loro gli presto alcuni dischi
= a loro gliene presto alcuni
Riparliamo
di…
I pronomi diretti e
indiretti
I pronomi diretti
I pronomi diretti sono:
lo (maschile singolare),
Es.: conosci questo paese? Sì lo conosco.
la (femminile singolare),
Es.: conosci questa città? Sì la conosco.
FAI ATTENZIONE: il pronome diretto la si usa anche
nelle forme di cortesia quando ci rivolgiamo con rispetto ad una
persona. In questi casi il pronome vale sia per il maschile che per
il femminile. In questi casi si scrive con la lettera iniziale
maiuscola.
Es.: signora professoressa La prego di ripetere quello che ha
detto.
Oppure
Es.: signor professore La prego di ripetere quello che ha
detto.
li (maschile plurale)
Es.: conosci questi libri? Sì li conosco.
le (femminile
plurale)
Es.: conosci queste ragazze ? Sì le
conosco.
FAI ATTENZIONE: i pronomi diretti lo e la di
fronte alle forme verbali del verbo avere perdono la vocale
“o” o “a” e prendono l’apostrofo.
Es.: l’ho comprato - l’avevo vista ecc.
I pronomi indiretti
I pronomi indiretti possono essere atoni (deboli)
o tonici (forti).
I pronomi indiretti atoni sono:
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
I persona singolare
|
mi
|
mi
|
II persona singolare
|
ti
|
ti
|
III persona singolare
|
gli, lo
|
le, la
|
I persona plurale
|
ci
|
ci
|
II persona plurale
|
vi
|
vi
|
III persona plurale
|
loro, gli, li
|
loro, gli, le
|
I pronomi atoni si usano spesso per anticipare il
complemento oggetto.
Es.: lo vuoi il gelato?
Il pronome loro è generalmente usato dopo il
verbo a cui si riferisce.
Es.: non devi giudicare loro.
I pronomi indiretti tonici sono:
|
MASCHILE
|
FEMMINILE
|
I persona singolare
|
me
|
me
|
II persona singolare
|
te
|
te
|
III persona singolare
|
lui
|
lei
|
I persona plurale
|
noi
|
noi
|
II persona plurale
|
voi
|
voi
|
III persona plurale
|
loro
|
loro
|
Quando il pronome è in funzione di complemento oggetto
o complemento di termine si può usare sia la forma atona che quella
tonica.
Es.: Roberto mi ha salutato.
Oppure
Es.: Roberto ha salutato me.
La forma tonica però si usa per dare maggiore rilievo
al pronome.
Es.: Roberto ha salutato me = Roberto ha
salutato proprio me e non un’altra persona.
Quando il pronome è preceduto da una preposizione, la
forma tonica è obbligatoria.
Es.: ho fatto tutto questo per te.
La forma di cortesia è Lei (forma tonica) e Le
(forma atona) per il singolare, sia maschile che femminile, e Voi
(forma tonica) e Vi (forma atona) per il plurale.
FAI ATTENZIONE: nello scritto i pronomi nelle forme di
cortesia sono scritti con la lettera iniziale maiuscola.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
24 - Puntata 26
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il pronome relativo
cui
Il pronome relativo cui è un pronome
invariabile per genere (maschile e femminile) e numero (singolare e
plurale).
Es.: il treno in cui viaggiavo era pieno di
gente.
I treni in cui viaggiavamo erano pieni di
gente.
Cui è generalmente preceduto da una
preposizione (di, a, da, in, con,
su, per, tra, fra).
FAI ATTENZIONE: davanti al pronome cui
usato come complemento di termine la preposizione “a” è
facoltativa.
Es.: quella è la persona a cui sono più
legato.
Oppure
Es.: quella è la persona cui sono più
legato.
|
Il pronome relativo
il quale
Il quale è un pronome variabile per genere (il
quale, la quale) e numero (i quali, le quali).
Può essere usato al posto dei pronomi relativi che e cui.
Es.: ieri ho incontrato Maria, la quale vuole
partire per la montagna.
Oppure
Es: ieri ho incontrato Maria, che vuole partire
per la montagna.
Es.: ci sono fatti sui quali è meglio
riflettere.
Oppure
Es.: ci sono fatti su cui è meglio riflettere.
FAI ATTENZIONE: quando il pronome relativo variabile il
quale sostituisce il pronome relativo cui, deve variare
anche la preposizione che precede il pronome.
Qui di seguito presentiamo la tabella riassuntiva delle
varie forme di il quale.
-
singolareplurale
maschilefemminilemaschilefemminileaal qualealla qualeai qualialle qualididel qualedella qualedei qualidelle qualidadal qualedalla qualedai qualidalle qualiinnel qualenella qualenei qualinelle qualiconcon il qualecon la qualecon i qualicon le qualisusul qualesulla qualesui qualisulle qualiperper il qualeper la qualeper i qualiper le qualifra o tra
fra (tra) i qualifra (tra) le quali
Riparliamo
di…
Il pronome relativo
che
Che è il pronome relativo più usato, tanto
nella lingua scritta quanto in quella parlata.
È una delle parole italiane più usate.
Che è invariabile per genere e numero; si usa
per persona, animale o cosa. Si usa al posto del soggetto o del
complemento oggetto.
la donna che mangia (femminile, singolare,
soggetto);
le donne che ho conosciuto (femminile, plurale,
complemento oggetto);
l’animale che mangia (maschile, singolare,
soggetto);
gli animali che vedi (maschile, plurale,
complemento oggetto).
Quando si deve usare
che, il quale e quando cui?
Come soggetto e, soprattutto, come complemento oggetto
il pronome relativo che è molto più frequente della forma il
quale.
Il pronome relativo il quale è più usato,
generalmente, nei contesti formali e nell’italiano scritto.
Il pronome relativo il quale può essere
preferito alla forma che nei casi in cui è utile eliminare
possibili equivoci sul genere grammaticale.
Es.: ho parlato con la sorella di Giuseppe che
ha una laurea in lettere.
In questo caso chi è che ha una laurea in lettere?
Giuseppe o sua sorella? Per chiarire, allora, è meglio usare la
forma variabile il quale (se la laurea è di Giuseppe) o la
quale (se la laurea è della sorella di Giuseppe).
Cui è molto più usato della forma variabile il
quale nel linguaggio giuridico.
Es.: il giudice ha imputato il signor Rossi del reato
di cui all’articolo 10 del Codice Civile.
FAI ATTENZIONE: la tendenza attuale della
lingua italiana è quella di usare sempre il pronome relativo che
riducendo al minimo l’uso degli altri pronomi relativi.
|
"IO
PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
25 - Puntata 27
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Condizionale
composto
Il condizionale si forma unendo il condizionale
semplice del verbo essere o avere con il participio
passato del verbo.
Qui di seguito ripresentiamo il condizionale semplice
delle forme verbali essere e avere.
ESSERE
|
|
io
|
sarei
|
tu
|
saresti
|
lui, lei
|
sarebbe
|
noi
|
saremmo
|
voi
|
sareste
|
loro
|
sarebbero
|
AVERE
|
|
io
|
avrei
|
tu
|
avresti
|
lui, lei
|
avrebbe
|
noi
|
avremmo
|
voi
|
avreste
|
loro
|
avrebbero
|
FAI ATTENZIONE: il condizionale composto si usa per esprimere
azioni non realizzate o non realizzabili per motivi reali e
oggettivi. Serve anche, però, per esprimere azioni che per motivi
soggettivi vogliamo presentare come non realizzate o non
realizzabili.
Qui di seguito presentiamo i vari contesti dove
possiamo usare il condizionale composto.
Azione voluta ma non realizzata nel passato
Es.: io sarei partito in treno, ma c’era lo
sciopero.
Azione non realizzabile sia nel passato che nel
futuro
Es.: ieri sera sarei andato al cinema, ma
purtroppo dovevo studiare.
Oppure
Es.: stasera sarei andato volentieri al cinema,
ma purtroppo devo studiare.
Azione che si è svolta al passato e successiva ad
un’altra azione sempre passata. In pratica è un modo per esprimere
il futuro nel passato
FAI ATTENZIONE: in questo caso il condizionale composto è
presente in una frase dipendente e dipende sempre da una forma
verbale al passato non legato al presente. Es.: ho saputo con moto
ritardo che Carlo non sarebbe venuto alla festa ieri sera.
Riparliamo
di…
Condizionale
semplice, anche nell’uso giornalistico di notizia non confermata
Qui di seguito ricordiamo gli usi del condizionale
semplice.
Fare richieste, rispondere o dare consigli in modo
gentile
Es.: scusa, potresti aprire la finestra?
Oppure
Es.: secondo me dovresti telefonare a tua
sorella.
Fare supposizioni
Es.: a quest’ora il treno dovrebbe stare in
stazione.
Esprimere incertezze
Es.: non saprei cosa scegliere.
Esprimere un desiderio o un intenzione
Es.: per andare alla festa di Paola mi piacerebbe
comperare un vestito nuovo.
Oppure
Es.: quest’anno vorrei fare un corso di
italiano.
Il condizionale semplice o composto è molto usato nei
titoli dei giornali per presentare una notizia non confermata.
Il condizionale semplice si usa per azioni che
potrebbero avvenire in futuro.
Es.: il calciatore brasiliano
firmerebbe un
contratto con il Napoli per due anni.
Il condizionale composto,
invece, si usa per azioni che dovrebbero essere già avvenute.
Es.: il calciatore brasiliano
avrebbe firmato già il contratto
con il Napoli.
Qui di seguito presentiamo il condizionale semplice
regolare delle tre coniugazioni.
Verbi in -are
CHIAMARE
|
|
Io
|
chiam-EREI
|
Tu
|
chiam-ERESTI
|
lui, lei
|
chiam-EREBBE
|
Noi
|
chiam-EREMMO
|
Voi
|
chiam-ERESTE
|
Loro
|
chiam-EREBBERO
|
Verbi in –ere
CORRERE
|
|
Io
|
corr-EREI
|
Tu
|
corr-ERESTI
|
lui, lei
|
corr-EREBBE
|
Noi
|
corr-EREMMO
|
Voi
|
corr-ERESTE
|
Loro
|
corr-EREBBERO
|
Verbi in –ire
PARTIRE
|
|
Io
|
part-IREI
|
Tu
|
part-IRESTI
|
lui, lei
|
part-IREBBE
|
Noi
|
part-IREMMO
|
Voi
|
part-IRESTE
|
Loro
|
part-IREBBERO
|
Qui di seguito presentiamo le forme di condizionale
semplice di alcuni verbi irregolari molto usati.
Dire
|
io
tu
lui, lei
noi
voi
loro
|
di-
|
rei
resti
rebbe
remmo
reste
rebbero
|
Dare
|
|
da-
|
|
Fare
|
|
fa-
|
|
Stare
|
|
sta-
|
|
Potere
|
|
pot-
|
|
Sapere
|
|
sap-
|
|
Dovere
|
|
dov-
|
|
Vedere
|
|
ved-
|
|
Andare
|
|
and-
|
|
Bere
|
io
tu
lui, lei
noi
voi
loro
|
be-
|
rrei
rresti
rrebbe
rremmo
rreste
rrebbero
|
Tenere
|
|
te-
|
|
Venire
|
|
ve-
|
|
Volere
|
|
vo-
|
|
Rimanere
|
|
rima-
|
|
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
26 - Puntata 28
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Alcuni usi
dipendenti del congiuntivo (penso che…, mi sembra che…)
Quando vogliamo esprimere una preghiera,
un’aspettativa, un’opinione, una speranza, un desiderio,
un’emozione dobbiamo usare il congiuntivo.
Es.: io penso che tu abbia
ragione.
Qui di seguito presentiamo il
congiuntivo presente regolare dei verbi delle tre coniugazioni.
Verbi in –are
CANTARE
|
||
che
|
io
|
cant-i
|
|
tu
|
cant-i
|
|
lui, lei
|
cant-i
|
|
noi
|
cant-iamo
|
|
voi
|
cant-iate
|
|
loro
|
cant-ino
|
Verbi in -ere
PERDERE
|
||
che
|
io
|
perd-a
|
|
tu
|
perd-a
|
|
lui, lei
|
perd-a
|
|
noi
|
perd-iamo
|
|
voi
|
perd-iate
|
|
loro
|
perd-ano
|
Verbi in -ire
PARTIRE
|
||
che
|
io
|
part-a
|
|
tu
|
part-a
|
|
lui, lei
|
part-a
|
|
noi
|
part-iamo
|
|
voi
|
part-iate
|
|
loro
|
part-ano
|
Qui di seguito
presentiamo il congiuntivo presente irregolare di essere e
avere.
ESSERE
|
||
che
|
io
|
sia
|
|
tu
|
sia
|
|
lui, lei
|
sia
|
|
noi
|
siamo
|
|
voi
|
siate
|
|
loro
|
siano
|
AVERE
|
||
che
|
io
|
abbia
|
|
tu
|
abbia
|
|
lui, lei
|
abbia
|
|
noi
|
abbiamo
|
|
voi
|
abbiate
|
|
loro
|
abbiano
|
Qui di seguito presentiamo una serie di situazioni
comunicative che richiedono l’uso del congiuntivo.
Per esprimere una OPINIONE
|
Io credo che tu …
Io penso che tu …
Io immagino che …
Io suppongo che …
Io direi che …
|
Per esprimere una IPOTESI
|
Può darsi che …
Pare che …
Sembra che …
|
Per esprimere una SPERANZA
|
Io mi auguro che …
Io spero che …
Io mi aspetto che …
|
Per esprimere un DESIDERIO
|
Io voglio che …
Io preferisco che …
Io pretendo che …
Io desidero che …
Bisogna che …
|
Per esprimere una EMOZIONE
|
Io ho paura che …
Io sono contento che …
Io temo che …
|
FAI ATTENZIONE: quando il soggetto della
frase principale è lo stesso della frase secondaria possiamo
evitare l’uso del congiuntivo e possiamo usare di +
infinito.
Es.: io penso di partire domani mattina
presto.
|
Riparliamo
di…
Comparativi e
superlativi irregolari
Alcuni aggettivi formano il grado comparativo e
superlativo in modo irregolare.
Qui di seguito presentiamo il quadro dei più diffusi
comparativi e superlativi irregolari.
|
COMPARATIVO DI MAGGIORANZA
|
SUPERLATIVO RELATIVO
|
SUPERLATIVO ASSOLUTO
|
buono
|
migliore
|
il migliore
|
ottimo
|
cattivo
|
peggiore
|
il peggiore
|
pessimo
|
grande
|
maggiore
|
il maggiore
|
massimo
|
piccolo
|
minore
|
il minore
|
minimo
|
molto
|
più
|
il più
|
il più
|
FAI ATTENZIONE: questi aggettivi mantengono
anche la forma regolare con più per il comparativo di
maggioranza (es.: più buono), il più per il
superlativo relativo (es.: il più buono) e l’aggiunta di
-issimo (per il maschile singolare), -issima (per il
femminile singolare), -issimi (per il maschile plurale) e
-issime (per il femminile plurale) per il superlativo
assoluto (es.: buonissimo).
|
Insieme al superlativo assoluto formato aggiungendo
all’aggettivo il suffisso –issimo, possiamo usare altri
modi:
L’aggettivo può essere preceduto da un avverbio di
quantità (soprattutto molto e assai).
Es.: lui è molto bello (= bellissimo).
L’aggettivo può essere ripetuto.
Es.: ho sentito un grido forte forte (=
fortissimo).
L’aggettivo può essere preceduto dagli avverbi
davvero, veramente, proprio. In questo caso solo il contesto
ci può dire se gli avverbi sono usati con il significato letterale
di “realmente”, “veramente”, o se invece hanno la funzione di
segnali del superlativo (con il significato di “in massimo grado”).
Es.: lei è veramente bella (= bellissima).
L’aggettivo può essere usato insieme ai prefissi
arci-, stra-, super-, extra- ecc.
Es.: quella donna è straricca (= ricchissima).
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
27 - Puntata 29
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Forme verbali al
passivo
Quando vogliamo mettere in risalto l’elemento che
subisce l’azione possiamo usare la forma passiva.
Es.: il corso di italiano è seguito da molti
studenti.
Per fare la forma passiva dei verbi si usa l’ausiliare
essere (coniugato nel modo, tempo e persona della
corrispondente forma attiva) con il participio passato del verbo.
Es.: Carlo mangia gli spaghetti → gli
spaghetti sono mangiati da Carlo.
In alcuni casi l’ausiliare essere può essere
sostituito dal verbo venire.
Es.: il gelato è mangiato da tutti → il
gelato viene mangiato da tutti.
Non sempre il significato della forma passiva è uguale
a quello della corrispondente forma attiva.
FAI ATTENZIONE: l’uso della forma passiva è obbligatorio
quando non viene indicato chi fa o chi ha fatto l’azione.
Es.: il cantante è stato applaudito per molto tempo.
Qui di seguito presentiamo il quadro riassuntivo della
forma passiva.
FORMA PASSIVA AL SINGOLARE
|
|||
Il campo
|
è
viene
|
arato
|
dal contadino
|
|
Sarà
Verrà
|
|
|
La pianta
|
|
potata
|
|
|
Fu
Venne
|
|
|
|
è stato/a
|
|
|
FORMA PASSIVA AL PLURALE
|
|||
I campi
|
sono
vengono
|
arati
|
dai contadini
|
|
saranno
verranno
|
|
|
Le piante
|
|
potate
|
|
|
furono
vennero
|
|
|
|
sono stati/e
|
|
|
Il si
passivante
La forma passiva può essere realizzata anche con l’uso
del pronome atono (o debole) si combinato con la terza persona
singolare o plurale di un verbo.
Es.: in questo palazzo si affitta un
appartamento = in questo palazzo è (viene)
affittato un appartamento.
Oppure
Es.: in questo quartiere si affittano molti
magazzini = in questo quartiere sono (vengono)
affittati molti magazzini.
FAI ATTENZIONE: il si passivante si usa soprattutto
quando non è espresso chi fa o ha fatto l’azione e anche quando il
soggetto è un essere non animato.
Riparliamo
di…
Altri usi di si
Il si può essere usato anche in questi casi.
- Quando vogliamo esprimere un’azione che non rimanda ad una persona determinata.
Es.: con questa strada si
arriva vicino Roma.
Oppure
Es.: senza lavorare non
si può vivere.
FAI ATTENZIONE: in
questi casi si può essere sostituito da uno.
Es.:
con questa strada uno arriva vicino Roma
Oppure
Es.:
senza lavorare uno non può vivere.
- Quando vogliamo indicare che l’azione è rivolta verso il soggetto della frase.
Es.: ogni mattina mia
moglie si alza prima delle sette.
I verbi riflessivi
Quando soggetto e oggetto dell’azione coincidono
abbiamo le forme di verbo riflessivo.
Es.: io mi lavo.
Il verbo riflessivo si coniuga insieme al pronome
personale atono (o debole).
Qui di seguito ripresentiamo il quadro dei pronomi
personali atoni (o deboli) insieme alle corrispondenti forme del
pronome personale soggetto.
Pronome personale
|
Pronome personale atono o debole
|
io
|
mi
|
tu
|
ti
|
lui, lei
|
si
|
noi
|
ci
|
voi
|
vi
|
loro
|
si
|
Una categoria di verbi riflessivi sono i verbi
riflessivi reciproci.
I verbi riflessivi reciproci esprimono un’azione
che due o più soggetti compiono nello stesso momento e
contemporaneamente subiscono.
Es.: Luca e Carla si telefonano tutte le sere.
FAI ATTENZIONE: i verbi riflessivi reciproci
ammettono solo l’uso del plurale.
Forma impersonale
La forma impersonale si usa per indicare un’azione
compiuta da un soggetto non determinato.
La forma impersonale si costruisce così:
uno + verbo alla terza persona singolare
Es.: in casa propria uno mangia meglio.
Oppure
si + verbo alla terza persona singolare
Es.: in casa propria si mangia meglio.
FAI ATTENZIONE: con la forma impersonale e il si il
passato prossimo di tutti i verbi si costruisce con l’ausiliare
essere.
Es.: la scorsa settimana si è lavorato molto.
Forma impersonale
con un verbo riflessivo
La forma impersonale con un verbo riflessivo si forma
in questo modo:
uno + si + verbo alla terza persona
singolare.
Es.: al cinema uno si diverte sempre.
Oppure
ci + si + verbo alla terza persona
singolare.
Es.: al cinema ci si diverte sempre.
FAI ATTENZIONE: anche in questi casi il passato prossimo di
tutti i verbi si costruisce con l’ausiliare essere.
Es.: la scorsa settimana ci si è divertiti molto.
"IO
PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
29 - Puntata 31
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il gerundio semplice
Il gerundio è un modo verbale che può avere molte
funzioni.
In genere il gerundio è collegato ad una frase
principale che ha un verbo di modo finito e con essa condivide il
soggetto.
Es.: entrando in casa ho salutato tutti.
Qui di seguito presentiamo il gerundio semplice
regolare delle tre coniugazioni.
Verbi in –are
-are → -ando
Es.: abitare → abitando
Verbi in –ere
-ere → -endo
Es.: vedere → vedendo
Verbi in –ire
-ire → -endo
Es.: partire → partendo
Qui di seguito presentiamo il gerundio semplice
irregolare di alcuni verbi molto usati:
avere → avendo
essere → essendo
dire → dicendo
fare → facendo
Qui di seguito presentiamo alcuni usi del gerundio
semplice.
- Modale (come?)
Es.: parlando s’impara.
- Causale (poiché…)
Es.: avendo il passaporto francese siamo venuti
in Italia senza problemi.
- Temporale (quando…, mentre…)
Es.: tornando a casa comprerò il latte.
- Condizionale (se…)
Es.: conoscendo l’italiano troverai più
facilmente lavoro.
Il gerundio usato insieme alla congiunzione pur ha
il significato di “anche se…”, “nonostante…”.
Es.: pur conoscendo l’italiano non ho trovato
lavoro.
- L’uso della particella ci e dei pronomi
atoni (o deboli) con il gerundio
Il gerundio si lega direttamente alla particella ci
e ai pronomi atoni (o deboli) formando con loro una sola parola.
Es.: andandoci spesso
conosco molto bene Milano.
Oppure
Es.: conoscendolo non mi sono
mai preoccupato per lui.
Il gerundio composto
Il gerundio composto si forma con il gerundio
semplice dei verbi ausiliari essere o avere + il
participio passato del verbo.
Con l’ausiliare essere
Es.: andare → essendo andato/a/i/e
Con l’ausiliare avere
Es.: abitare → avendo abitato
Il gerundio composto si usa per indicare un’azione
anteriore rispetto all’azione principale.
Anche il gerundio composto condivide generalmente il
soggetto con l’azione principale.
Es.: essendo uscito tardi non sono potuto
passare a trovare mio padre.
L’uso principale del gerundio composto è:
- causale (poiché…, a causa del fatto che …)
Es.:
essendo arrivati in ritardo non potremo scegliere i posti
migliori per vedere il film.
FAI ATTENZIONE: l’uso del gerundio composto è oggi molto
raro e limitato soprattutto alla lingua scritta.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
30 - Puntata 32
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il congiuntivo
imperfetto
Il congiuntivo è un modo verbale che serve per
presentare come incerto, sperato, ipotizzabile, dubbio ciò che è
espresso dal verbo.
Es.: vorrei che tu studiassi di più.
Qui di seguito presentiamo il congiuntivo imperfetto
regolare delle tre coniugazioni.
Verbi in –are
CANTARE
|
|
io
|
cant-ASSI
|
tu
|
cant-ASSI
|
lui, lei
|
cant-ASSE
|
noi
|
cant-ASSIMO
|
voi
|
cant-ASTE
|
loro
|
cant-ASSERO
|
Es.: Giovanni vorrebbe che lei cantasse una
bella canzone.
Verbi in -ere
PRENDERE
|
|
io
|
prend-ESSI
|
tu
|
prend-ESSI
|
lui, lei
|
prend-ESSE
|
noi
|
prend-ESSIMO
|
voi
|
prend-ESTE
|
loro
|
prend-ESSERO
|
Es.: mia madre vorrebbe che voi prendeste il
treno per venire da noi.
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
io
|
part-ISSI
|
tu
|
part-ISSI
|
lui, lei
|
part-ISSE
|
noi
|
part-ISSIMO
|
voi
|
part-ISTE
|
loro
|
part-ISSERO
|
Es.: Luca vorrebbe che noi partissimo prima di
cena.
Qui di seguito presentiamo il congiuntivo imperfetto di
alcuni verbi irregolari molto usati.
ESSERE
|
|
io
|
fossi
|
tu
|
fossi
|
lui, lei
|
fosse
|
noi
|
fossimo
|
voi
|
foste
|
loro
|
fossero
|
Es.: Marco credeva che io fossi al concerto.
AVERE
|
|
io
|
avessi
|
tu
|
avessi
|
lui, lei
|
avesse
|
noi
|
avessimo
|
voi
|
aveste
|
loro
|
avessero
|
Es.: Antonia sperava che tu avessi i biglietti
per il concerto.
FARE
|
|
io
|
facessi
|
tu
|
facessi
|
lui, lei
|
facesse
|
noi
|
facessimo
|
voi
|
faceste
|
loro
|
facessero
|
Es.: loro pensavano che io facessi meno cose
durante il giorno.
DIRE
|
|
io
|
dicessi
|
tu
|
dicessi
|
lui, lei
|
dicesse
|
noi
|
dicessimo
|
voi
|
diceste
|
loro
|
dicessero
|
Es.: ero convinto che voi diceste sempre la
verità ed invece mi sbagliavo.
Usi del congiuntivo
imperfetto
Con gli indefiniti
Es.: nessuno sapeva che tu cantassi così
bene.
Con alcuni verbi
Es.:
Credevo
|
che tu giocassi bene a pallone.
|
Pensavo
|
|
Ritenevo
|
|
Con alcune locuzioni o forme verbali seguite da che
Es.:
Sarebbe utile
|
che
|
studiasse di più.
|
Bisognerebbe
|
|
|
Sarebbe il caso
|
|
|
Con alcune congiunzioni (es.: nonostante, a
patto che ecc.)
Es.: Luigi ha lavorato nonostante avesse
la febbre.
FAI ATTENZIONE: il congiuntivo imperfetto ha
gli stessi usi del congiuntivo presente, ma in dipendenza di un
verbo al tempo passato o condizionale.
Es.: pensavo che tu fossi alla festa.
|
Il periodo ipotetico
Il periodo ipotetico serve per esprimere la condizione
da cui dipende o potrebbe dipendere ciò che viene espresso nella
frase reggente.
Il periodo ipotetico viene generalmente introdotto
dalla parola se.
Es.: se gli affitti fossero meno cari, cambierei
casa volentieri.
Il periodo ipotetico può esprimere:
Un ipotesi reale. In questo caso si usano le
forme verbali all’indicativo.
Es.: se ami il teatro guarda questo
spettacolo.
Oppure
Es.: se verrai domani da me ti porterò
ad uno spettacolo teatrale molto bello.
Un ipotesi possibile o immaginaria. In
questi casi si usa il congiuntivo imperfetto per indicare l’ipotesi
e il condizionale per indicare la conseguenza.
Es.: se venissi presto potremmo fare una
passeggiata insieme. (ipotesi possibile)
Oppure
Es.: se io fossi un grande attore reciterei
in un grande teatro. (ipotesi irreale)
La costruzione se + congiuntivo imperfetto +
condizionale oltre a esprimere ipotesi possibili o irreali serve
anche per esprimere:
Suggerimenti
Es.: se fossi in te prenderei l’autobus
per andare al lavoro.
Rimproveri
Es.: se leggessi il giornale sapresti
molte più cose.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
31 - Puntata 33
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Il passato remoto
Il passato remoto serve per indicare un’azione
collocata nel passato e priva di legami, obiettivi o psicologici, con
il presente.
Es.: il grande poeta Dante nacque a Firenze nel
1265.
Il passato remoto si usa non solo per indicare
un’azione lontana ma anche per indicare un’azione vicina nel
tempo che, però, si vuole presentare come un evento compiuto e
guardato con distacco.
Es.: ieri sera ricevemmo la visita di alcuni
amici.
Qui di seguito presentiamo il passato remoto regolare
delle tre coniugazioni.
FAI ATTENZIONE: in alcuni casi della seconda coniugazione
(verbi in –ere) le forme esatte sono più di una.
Verbi in –are
RECITARE
|
|
io
|
recit-ai
|
tu
|
recit-asti
|
lui, lei
|
recit-ò
|
noi
|
recit-ammo
|
voi
|
recit-aste
|
loro
|
recit-arono
|
Es.: alla festa di Paolo, tanti anni fa, recitai
una bella poesia di un poeta del mio paese.
Verbi in –ere
CREDERE
|
|
io
|
cred-etti (-ei)
|
tu
|
cred-esti
|
lui, lei
|
cred-ette (-é)
|
noi
|
cred-edemmo
|
voi
|
cred-edeste
|
loro
|
cred-ettero
( - erono)
|
Es.: egli credette (o credé) di non
arrivare in tempo allo spettacolo teatrale.
Verbi in -ire
PARTIRE
|
|
io
|
part-ii
|
tu
|
part-isti
|
lui, lei
|
part-ì
|
noi
|
part-immo
|
voi
|
part-iste
|
loro
|
part-irono
|
Es.: quel giorno Luca partì per le vacanze.
Qui di seguito presentiamo il passato remoto dei verbi
essere e avere.
ESSERE
|
|
io
|
fui
|
tu
|
fosti
|
lui, lei
|
fu
|
noi
|
fummo
|
voi
|
foste
|
loro
|
furono
|
Es.: dieci anni fa noi fummo assunti in una
compagnia teatrale.
AVERE
|
|
io
|
ebbi
|
tu
|
avesti
|
lui, lei
|
ebbe
|
noi
|
avemmo
|
voi
|
aveste
|
loro
|
ebbero
|
Es.: quando ero giovane ebbi la fortuna di
vedere un concerto dei Beatles.
Qui di seguito presentiamo il passato remoto di alcuni
verbi irregolari molto usati.
|
STARE
|
DARE
|
VEDERE
|
RIPONDERE
|
BERE
|
DIRE
|
io
|
stetti
|
diedi (detti)
|
vidi
|
risposi
|
bevvi
|
dissi
|
tu
|
stesti
|
desti
|
vedesti
|
rispondesti
|
bevesti
|
dicesti
|
lui, lei
|
stette
|
diede (dette)
|
vide
|
rispose
|
bevve
|
disse
|
noi
|
stemmo
|
demmo
|
vedemmo
|
rispondemmo
|
bevemmo
|
dicemmo
|
voi
|
steste
|
deste
|
vedeste
|
rispondeste
|
beveste
|
diceste
|
loro
|
stettero
|
diedero (dettero)
|
videro
|
risposero
|
bevvero
|
dissero
|
|
CHIUDERE
|
FARE
|
METTERE
|
LEGGERE
|
VENIRE
|
CORRERE
|
io
|
chiusi
|
feci
|
misi
|
lessi
|
venni
|
corsi
|
tu
|
chiudesti
|
facesti
|
mettesti
|
leggesti
|
venisti
|
corresti
|
lui, lei
|
chiuse
|
fece
|
mise
|
lesse
|
venne
|
corse
|
noi
|
chiudemmo
|
facemmo
|
mettemmo
|
leggemmo
|
venimmo
|
corremmo
|
voi
|
chiudeste
|
faceste
|
metteste
|
leggeste
|
veniste
|
correste
|
loro
|
chiusero
|
fecero
|
misero
|
lessero
|
vennero
|
corsero
|
Quando usare il
passato prossimo e quando il passato remoto?
Il passato prossimo si usa per esprimere
un’azione passata che però ha ancora effetti sul presente.
Es.: ieri ho studiato molto per questo adesso
posso andare al concerto.
Il passato remoto si usa per indicare un’azione
passata che non ha più nessun legame, obiettivo o psicologico, con
il presente.
Es.: dieci anni fa vidi un bellissimo concerto
di musica classica nel teatro della mia città.
FAI ATTENZIONE: la tendenza attuale è quella di usare sempre
il passato prossimo anche nei casi dove è previsto l’uso del
passato remoto.
Es.: mio nonno nacque nel 1898.
Oppure
Es.: mio nonno è nato nel 1898.
Il passato remoto è ancora molto usato nella lingua
scritta.
"IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
32 - Puntata 34
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
L’uso dei
connettivi causali, finali, concessivi, temporali
I connettivi sono parole o espressioni che servono per
legare insieme elementi o blocchi di testo per esprimere legami
logici o sintattici di vario tipo.
CAUSALI
Quando vogliamo indicare la causa, il movente o la
ragione che determina il fatto espresso dalla frase principale
possiamo usare i connettivi causali.
I connettivi causali sono:
- Perché
Es.: vado a casa perché
sono stanco.
- Poiché
Es.: vado a casa poiché
sono stanco.
- Siccome
Es.: siccome sono
stanco vado a casa.
- Dato che
Es.: dato che sono
stanco vado a casa.
- Visto che
Es.: visto che
sono stanco vado a casa.
- Dal momento che
Es.: dal momento che
sono stanco vado a casa.
FINALI
Quando vogliamo indicare il fine, lo scopo della frase
principale possiamo usare i connettivi finali.
I connettivi finali sono:
Perché
Es.: ti lascio i soldi perché tu faccia il
regalo per papà.
Affinché
Es.: ti lascio i soldi affinché tu faccia il
regalo per papà.
FAI ATTENZIONE: come hai visto, i connettivi
finali perché e affinché devono essere seguiti
dalla forma verbale al congiuntivo presente.
|
CONCESSIVI
Quando vogliamo introdurre un elemento non atteso
rispetto al logico rapporto di causa-effetto tra la frase principale
e la frase secondaria possiamo usare i connettivi concessivi.
I connettivi concessivi sono:
- Anche se
Es.: anche se è
tardi, non ho voglia di andare a casa.
- Sebbene
Es.: sebbene sia
tardi, non ho voglia di andare a casa.
- Benché
Es.: benché sia
tardi, non ho voglia di andare a casa.
- Quantunque
Es.: quantunque sia
tardi, non ho voglia di andare a casa.
FAI ATTENZIONE: come hai visto, i connettivi
sebbene, benché, quantunque devono essere
seguiti da una forma verbale al congiuntivo presente.
|
TEMPORALI
Quando vogliamo indicare la relazione di tempo
esistente tra la frase principale e la frase secondaria possiamo
usare i connettivi temporali.
Per indicare un’azione contemporanea a quella
espressa dalla secondaria possiamo usare:
- Quando
Es.: quando vai a
casa passa a fare il regalo per Paola.
- Mentre
Es.: mentre vai a
casa passa a fare il regalo per Paola.
- Durante
Es.: durante il tuo
ritorno a casa passa a fare il regalo per Paola.
Per indicare un’azione posteriore a quella espressa
dalla secondaria possiamo usare:
- Quando
Es.: quando avrai
fatto il regalo per Antonio torna a casa.
- Dopo
Es.: dopo aver fatto
il regalo per Antonio torna a casa.
- Dopo che
Es.: dopo che
hai fatto il regalo per Antonio torna a casa.
Per indicare un’azione anteriore a quella espressa
dalla secondaria possiamo usare:
- Prima di
Es.: prima di andare
a casa passa a fare il regalo per Luca.
- Prima che
Es.: prima che il
negozio chiuda passa a fare il regalo per Luca.
-
FAI ATTENZIONE: come hai visto, il connettivo prima che deve essere seguito dalla forma verbale al congiuntivo presente.
IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
33 - Puntata 35
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
L’uso dei
connettivi che e di.
I connettivi che e di possono essere
usati per introdurre le frasi oggettive.
Le frasi oggettive svolgono la funzione di complemento
oggetto della frase principale.
Possono avere forma esplicita o forma implicita.
Le oggettive esplicite sono introdotte da che e
il verbo può essere, a seconda dei casi, all’indicativo o al
congiuntivo.
Es.: ti dico che non lo conosco.
Oppure
Es.: credo che sia partito per Palermo.
Richiedono il congiuntivo soprattutto i verbi che
esprimono un ordine, una preghiera, un permesso un desiderio, un
timore, un sospetto, un’opinione o un convincimento.
Ad esempio: accettare, amare, aspettare, credere,
chiedere, desiderare, immaginare, negare, ordinare, preferire,
pregare, ritenere, sospettare, sperare, temere, volere.
Richiedono l’indicativo soprattutto i verbi di
giudizio o di percezione.
Ad esempio: accorgersi, affermare, dire, dimostrare,
dichiarare, insegnare, promettere, ricordare, riflettere, rispondere,
sapere, scoprire, sostenere, spiegare, vedere.
FAI ATTENZIONE: in alcuni casi un oggettiva
esplicita si può costruire con il condizionale. Es.: penso che
faresti bene a parlare con il tuo amico.
|
Le oggettive implicite sono introdotte da di e
hanno il verbo all’infinito.
Es.: penso di venire a cena da te.
FAI ATTENZIONE: in alcuni casi il di
può mancare. Es.: sento squillare il telefono.
|
L’uso di il che
e di il cui
L’espressione il che può essere usata con il
significato di “questo fatto”, “questo” o “ciò”.
Es.: domani devo partire per Milano, il che mi
dispiace.
il pronome relativo il (la, i, le)
cui può avere il valore di possessivo. In questo caso può
essere usato come sinonimo del pronome del (della, dei,
delle) quale.
Qui di seguito ti diamo alcuni esempi di uso dei due
pronomi:
Luigi, la cui macchina (la macchina del
quale) è rotta, viene in autobus.
Maria, il cui figlio (il figlio della quale)
si chiama Antonio, viene al parco con me.
Le famiglie, le cui case (le case delle
quali) sono vicine, spesso diventano amiche.
I ragazzi, i cui genitori (i genitori dei
quali) sono stranieri, spesso capiscono poco l’italiano.
Come hai visto, il pronome il (la, i,
le) cui precede il nome dell’oggetto mentre il
pronome del (della, dei, delle) quale
segue il nome dell’oggetto.
Inoltre, nel pronome il (la, i,
le) cui l’articolo si accorda nel genere e nel numero
con l’oggetto mentre nel pronome del (della, dei,
delle) quale l’articolo si accorda nel genere e nel
numero con il soggetto della frase.
“IO PARLO ITALIANO"
Corso
di italiano per immigrati
Lezione
34 - Puntata 36
CONTENUTI LINGUISTICI
Parliamo
di…
Dal discorso diretto
al discorso indiretto
Quando in un discorso si vuole riferire il pensiero o
le parole pronunciate da noi o da un’altra persona si può usare o
il discorso diretto o il discorso indiretto.
Il discorso diretto è la riproduzione fedele (o che si
vuole presentare come fedele) di quel che è, è stato o sarà detto
da noi o da altre persone.
Es.: Pietro disse all’improvviso: “Vado via”.
Oppure
Es.: a un certo punto ho detto: “Vado via”.
FAI ATTENZIONE: nella lingua scritta le parole pronunciate
dalla persona e riportate nel discorso diretto devono essere
racchiuse tra virgolette e precedute dai due punti.
Il discorso indiretto riferisce il pensiero o le parole
di una persona (o le nostre) attraverso il racconto fatto da un
narratore.
Es.: Pietro disse all’improvviso che voleva andare
via.
Per passare dal discorso diretto al discorso indiretto
si devono eseguire delle trasformazioni di tempo, e qualche volta di
modo, della la forma verbale.
Qui di seguito presentiamo alcune trasformazioni della
forma verbale nel passaggio dal discorso diretto al discorso
indiretto.
Alcune trasformazioni con il verbo principale al
presente
DISCORSO DIRETTO
|
DISCORSO INDIRETTO
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La ragazza dice: “L’italiano è
una lingua facile”.
|
La ragazza dice che l’italiano è
una lingua facile.
|
La ragazza dice: “Ho bisogno di
lezioni di italiano”.
|
La ragazza dice che ha bisogno di
lezioni di italiano.
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La ragazza dice: “Ho fatto
l’esercizio di italiano”.
|
La ragazza dice che ha fatto
l’esercizio di italiano.
|
La ragazza dice: “Farei volentieri
un'altra lezione di italiano”.
|
La ragazza dice che farebbe volentieri
un’altra lezione di italiano.
|
La ragazza dice: “Farò un’altra
lezione di italiano”.
|
La ragazza dice che farà ancora
un’altra lezione di italiano.
|
Alcune trasformazioni con il verbo principale al
passato
DISCORSO DIRETTO
|
DISCORSO INDIRETTO
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La ragazza disse: “L’italiano è
una lingua facile”.
|
La ragazza disse che l’italiano era
una lingua facile.
|
La ragazza disse: “Ho bisogno di
lezioni di italiano”.
|
La ragazza disse che aveva bisogno di
lezioni di italiano.
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La ragazza disse: “Ho fatto
l’esercizio di italiano”.
|
La ragazza disse che aveva fatto
l’esercizio di italiano.
|
La ragazza disse: “Farei un'altra
lezione di italiano”.
|
La ragazza disse che avrebbe fatto
un’altra lezione di italiano.
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La ragazza ha detto: “Farò un’altra
lezione di italiano”.
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La ragazza ha detto che farà (avrebbe
fatto) ancora un’altra lezione di italiano.
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La ragazza disse: “Aspetta!”
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La ragazza disse di aspettare.
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Qui di seguito presentiamo alcuni esempi di passaggi
dal discorso diretto al discorso indiretto con trasformazione di
altri elementi oltre al verbo.
Trasformazione dei pronomi personali
DISCORSO DIRETTO
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DISCORSO INDIRETTO
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Il ragazzo disse: “Questo l’ho fatto io”.
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Il ragazzo disse che questo lo aveva fatto lui.
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Trasformazione dell’avverbio di luogo
DISCORSO DIRETTO
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DISCORSO INDIRETTO
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Il ragazzo disse: “Resta qui”.
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Il ragazzo disse di restare lì.
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Trasformazione dell’avverbio di tempo
DISCORSO DIRETTO
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DISCORSO INDIRETTO
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Il ragazzo disse: “Torno tra poco”.
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Il ragazzo disse che sarebbe tornato poco
dopo.
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Trasformazione dell’aggettivo dimostrativo e
dell’aggettivo possessivo
DISCORSO DIRETTO
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DISCORSO INDIRETTO
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Il ragazzo disse: “Questo quaderno è
mio”.
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Il ragazzo disse che quel quaderno era
suo.
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FAI ATTENZIONE: le formule di saluto (es.: buon giorno,
ciao, buonanotte ecc.) sono intraducibili nel passaggio
dal discorso diretto al discorso indiretto.
Es.: il ragazzo disse: “Buon giorno” → il ragazzo salutò.
Dal discorso diretto al discorso indiretto di una
frase interrogativa
DISCORSO DIRETTO
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DISCORSO INDIRETTO
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Il ragazzo mi disse: “Sei stanco?”
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Il ragazzo mi disse se ero stanco.
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Dal discorso diretto al discorso indiretto di una
frase esclamativa
Con la frase esclamativa il passaggio dal discorso
diretto al discorso indiretto non è automatico e si devono fare
alcune trasformazioni più o meno ampie.
Es.: il ragazzo urlò: “Vieni con me!” → il ragazzo mi
ordinò di andare con lui.
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