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lunedì 14 dicembre 2020

Passiamo ora alle 5W, con qualche esempio. Cosa (What): definisci qual’è il problema che vuoi affrontare. Cosa vuoi migliorare? Quale aspetto crea problemi? Cosa funziona? Perchè (Why): cerca di capire o immaginare i motivi che causano un problema, o generano una situazione, così come perché si usano già certe soluzioni. Perchè si è sempre fatto così? Perchè succede A dopo B? Perchè questo funziona in certe situazioni e in altre no? Chi (Who): definisci chi si può occupare del problema. Tu? Un tuo socio? Qualcuno che conosci a cui proporre una collaborazione? Se stai valutando 2 idee alternative, chi fa cosa? Dove (Where): considera il luogo dove si colloca il tuo problema. Dove accade quella situazione che vuoi risolvere? Dove la si può risolvere? Quando (When): considera anche le variabili temporali. Quando succede quello che osservi? Quando può essere risolto? Quando si creano determinate condizioni?

 

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Il metodo “5W1H” viene anche chiamato metodo Kipling perché il famoso scrittore lo memorizzò nel 1902 con un breve componimento poetico (I keep six honest serving-men / (They taught me all I knew); /Their names are What and Why and When/And How and Where and Who). È un metodo di problem solving che utilizza queste domande (Cosa? Perché? Quando? Come? Dove? Chi?) per superare delle sfide.

Joseph Rudyard Kipling (Bombay, 30 dicembre 1865 – Londra, 18 gennaio 1936) è stato uno scrittore e poeta britannico.

Fra le sue opere più note: la raccolta di racconti Il libro della giungla (The Jungle Book, 1894), i romanzi Kim (1901), Capitani coraggiosi (1897), i componimenti in versi Gunga Din (1892), Se (If, 1895) e Il fardello dell’uomo bianco (The White Man’s Burden, 1899).

Le domande di Kipling si possono usare in qualsiasi momento o quando c’è bisogno di ricevere uno stimolo extra. Sono perfetti per una sessione creativa non sincronizzata, quando le persone si prosciugano e rimangono senza idee. Sono anche utili per aiutare a prendere punti di vista diversi nella definizione del problema. Si possono utilizzare per fare domande quando selezioni un’idea da portare avanti per ulteriori sviluppi.

Rudyard Kipling ha usato una serie di domande per aiutare a far scattare idee e risolvere problemi e immortalarle nel poema:

Ho sei onesti servitori.
Mi hanno insegnato tutto ciò che sapevo
li chiamavo cosa e dove e quando
e come e perché e chi

Queste domande possono essere utilizzate come stimoli per pensare a andare in molte situazioni.

Fai una domanda
L’approccio semplice è quello di prendere una delle domande, a caso o con uno scopo più particolare in mente e chiedere la situazione.

Quindi, ad esempio, se stavi organizzando una festa in ufficio, potresti chiedere “Perché lo stiamo facendo? Quanto ci divertiamo? Che musica piace alla gente? Chi verrà? e così via.

Estendi le domande
Puoi anche estendere l’uso delle domande di parole singole grezze in frasi di domande, ad esempio:

Quanto?
Perchè no?
A che ora?
Quale luogo?
Chi può?
Dove altro?
Quando ?

Chiedi una sequenza di domande pianificata
Un approccio con questo è usare le domande in un ordine particolare per guidare l’utente attraverso una sequenza di pensieri verso una risposta completa, come ad esempio:

Qual è il problema?
Dove sta succedendo?
Quando sta succedendo?
Perché sta succedendo?

Come puoi superare questo problema?
Di chi hai bisogno per essere coinvolto?
Quando saprai di aver risolto il problema?

Esempio
Qual è il problema? La mia valigia è troppo pesante
Dove sta succedendo? All’aeroporto
Quando sta succedendo? In serata, di ritorno dalla Francia
Perché sta succedendo? Perché ho comprato vino

Come puoi superare questo problema? Ricevi il vino spedito
Di chi hai bisogno per essere coinvolto? La cantina lo farà per me
Quando saprai di aver risolto il problema? Quando arriva a casa

Come funziona
Tutte le domande funzionano perché siamo condizionati a rispondere alle domande che ci vengono poste. Ci sfidano e le regole sociali dicono che è scortese non rispondere.

Le domande di Kipling funzionano perché sono brevi e dirette. Sono anche in genere generici e “Cosa” può essere applicato a molte situazioni diverse, rendendoli una risorsa flessibile.

 

 

Passiamo ora alle 5W, con qualche esempio.

  1. Cosa (What): definisci qual’è il problema che vuoi affrontare. Cosa vuoi migliorare? Quale aspetto crea problemi? Cosa funziona?
  2. Perchè (Why): cerca di capire o immaginare i motivi che causano un problema, o generano una situazione, così come perché si usano già certe soluzioni. Perchè si è sempre fatto così? Perchè succede A dopo B? Perchè questo funziona in certe situazioni e in altre no?
  3. Chi (Who): definisci chi si può occupare del problema. Tu? Un tuo socio? Qualcuno che conosci a cui proporre una collaborazione? Se stai valutando 2 idee alternative, chi fa cosa?
  4. Dove (Where): considera il luogo dove si colloca il tuo problema. Dove accade quella situazione che vuoi risolvere? Dove la si può risolvere?
  5. Quando (When): considera anche le variabili temporali. Quando succede quello che osservi? Quando può essere risolto? Quando si creano determinate condizioni?

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