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giovedì 12 dicembre 2019

Il lessico come porta d'accesso alla dimensione culturale

Il linguaggio nel suo contesto socioculturale e interpersonale

1. Il lessico come porta d'accesso alla dimensione culturale

Un approccio lessicale di tipo innovativo dovrebbe utilizzare lo studio della dimensione antropologica della parola. La pluralità dei discorsi e le rappresentazioni immaginarie delle persone autorizzano un ampliamento semantico delle parole in senso figurato. Tale studio antropologico del lessico non serve soltanto a valutare il senso figurato delle parole nella lingua ma di stabilire delle comparazioni con altre lingue straniere. Windmuller sostiene che l'uso fatto di un concetto tramite un segno linguistico non è di tipo soltanto individuale ma anche di tipo collettivo. Queste tracce di rappresentazioni si ritrovano nella comparazione delle connotazioni, le terminologie lessicali di alcuni ambiti scientifici\ tecnici, i quali prendono in prestito dei termini provenienti dal regno animale o vegetale ( un ramo dell'autostrada, la flora intestinale); inoltre, sarebbe utile studiare il senso culturale di parole cosiddette “ falsi amici” presenti tra due lingue per vedere le origini delle differenze semantiche in termini di rappresentazioni mentale dell'oggetto o del concetto.
All'interno di un approccio di tipo lessicale sarebbe utile poter studiare il senso figurato, le espressioni idiomatiche presenti in una data lingua.
Infatti Windmuller ricorda che le parole non esprimono soltanto degli oggetti ma anche la coscienza che gli umani ne hanno. Esiste in ogni lingua una serie di parole “ testimoni” o “ parole chiave” che trasmettono delle nuove idee, delle nuove concezioni della realtà, della storia e dunque rivelano la dinamica insita tra la parola e il mondo. Ad esempio, lo studio diacronico di una data parola permetterebbe di rinvenire il suo uso in un periodo storico, capire un evento, delle pratiche sociali, un'ideologia così come il suo ancoraggio alla mentalità.
Allo stesso modo si può parlare della polisemia lessicale per fare emergere l'interazione tra linguaggio e il mondo. Il collegamento tra le varie forme di significato lessicale possibili con la polisemia consente ad un dato contesto culturale o sociale di mettere in campo un cambiamento sul piano discorsivo e sul piano relazionale dei vari interlocutori. Di fatto, l'uso di un dato lessico implica una forma di riconoscimento collettivo come nel caso delle parole di origine popolari o del linguaggio dei giovani. Questi termini lessicali vengono accettati, tollerati o rifiutati principalmente sul piano sociale. Sempre in ambito lessicale, in prospettiva culturale, abbiamo la presenza dei termini commerciali nella lingua quotidiana che sono diventati elementi centrali di una cultura condivisa da parte di una comunità. Il riferimento alla semantica è d'obbligo quando ad esempio Martinet sottolineava che “l'espressione è il mezzo e il contenuto è il fine”. Infatti, il senso di una parola dipende dalla media in termine di uso all'interno di una comunità. In ambito lessicale abbiamo avuto lo sviluppo degli studi di etnoscienza negli Stati-Uniti con i lavori di Conklin sulle tassonomie. In questi lavori è stata compiuta la classificazione delle conoscenze nelle società arcaiche: i vegetali, gli universi non-linguistici, le cose nominabili e innominabili.

1.a Le connotazioni

Un altro punto importante riguarda la connotazione come fenomeno che implica la varietà di sensi di una parola come modalità per aggiungere un gran numero di informazione sul significato denotativo. In tal modo sarà consentita la possibilità di decodificare il suo senso tramite il suo uso specifico.
Le connotazioni con carattere simbolico rimandano il senso di un oggetto o concetto ad una realtà extralinguistica. Questo è stato il lavoro compiuto da Barthes in Mythologies ( 1957) in cui il valore connotativo degli oggetti rivelava delle pratiche sociali, dei miti, dei valori e delle idee di società. La caratteristica principale della connotazione è quella di essere spesso condivisa all'interno di una sola comunità di parlanti. La stessa cosa vale per le connotazioni affettive, ad esempio “ campo di concentramento”, il muro di Berlino, l'affaire Dreyfus, mani pulite, wall street center” rimandono a delle reazioni, immagini mentali, vale a dire un insieme di connotazioni affettive spesso tipiche di un dato gruppo culturale ma che in alcune occasioni possono provocare delle percezioni simili in altri gruppi culturali. Queste stesse percezioni possono innescare reazioni differenti all'interno di uno stesso gruppo. Per esempio, “ je suis Charlie” o “ sto con Salvini” o “ mai con Salvini” innescano delle connotazioni differenti da una persona ad un'altra. Allo stesso modo le strategie allusive, eufemistiche utilizzate per evitare di parlare di temi delicati possono dare vita a delle reazioni molto differenti tra le persone. La connotazione autorizza una forma di complicità culturale tra i parlanti che pone molti problemi per gli stranieri. Infatti, i vari sottintesi rimangono ancora più ermetici per i non-nativi e provocano un sentimento di esclusione alla comunità in cui si trovano.
Ad esempio conoscere le citazioni presenti in una conversazione sono un ottimo esempio per capire il bisogno di padronanza della competenza culturale da parte degli interlocutori.
Stesso discorso vale per le metafore, i giochi di parole come elementi tipici di una data cultura. La presenza di materiale connotativo nel testo dovrebbe essere analizzato tramite un corpus discorsivo in una data lingua e comparato con un'altra lingua per identificare le varie connotazioni culturali, gli usi e magari una possibile classificazione.

1.b La pubblicità e le immagini come veicoli di informazioni culturali


Un altro ambito molto ricco di implicazioni didattiche è quello della pubblicità come messaggio portatore di informazioni culturali specifiche. Per potere decodificare una pubblicità occorre possedere il codice di comunicazione adoperato in quel messaggio, in altre parole i simboli collegati ad una data cultura implicano la conoscenza di tratti e fatti percettibili dentro il segno, i quali consentono al ricevente di capire immediatamente il messaggio trasmesso. In questi messaggi pubblicitari spesso il testo rinvia a degli indizi contestuali che sono presenti in una data cultura. Questi indizi sono generalmente di tipo psicologici o sociali e nella teoria del segno di Barthes troviamo degli oggetti, vestiti, romanzi, cinema, comportamenti sociali come segni rivelatori di fattori sociologici reali. In questa visione del segno rientra lo studio degli stemmi, blasoni, acconciature come funzioni portatrici di marcatori d'identità o di appartenenza sociale.
Nell'ambito della comprensione delle culture straniere, il ruolo delle immagini è molto palese, infatti queste rivelano delle rappresentazioni iconiche, metaforiche, allegoriche che si rifanno a tutto un insieme di riti e miti collettivi. Queste forme simboliche connotano dei fatti, dei valori ma anche dei sentimenti, delle rappresentazioni di fenomeni culturali ma anche naturali quali ad esempio la concezione e interpretazione in una data cultura dell'aria, fuoco, acqua.
Nel nostro mondo contemporaneo, tutti questi messaggi “ segnici” vengono prevalentemente trasmessi tramite i media.
In definitiva, utilizzando le parole di Lambert ( 1994:36) : “ leggere un'immagine significa interrogare la sua leggibilità e le sue dimensioni simboliche che consentono la sua interpretazione” capiamo ancora meglio del bisogno di una vera educazione all'immagine all'interno del mondo educativo.

2. Problemi comunicativi: la natura “fatica” del linguaggio e gli stili comunicativi

Nell'ambito dell'apprendimento di una lingua straniera viene totalmente ignorato come la lingua sia fondata su un gioco di regole conversazionali che parlanti utilizzano e gestiscono intenzionalmente o involontariamente. Da qui la necessità di creare un apprendimento delle lingue straniere di tipo conversazionale. Di fatto, ogni atto linguistico è un atto individuale e sociale, in cui un parlante straniero sarà confrontato ai pericoli di una cattiva interpretazione dell'enunciato. Pertanto, il problema nell'apprendente si colloca sul piano della ricezione ed interpretazione. Questi malintesi comunicativi possono causare blocchi, delusioni, frustrazioni, incomprensioni che non aiutano di certo i rapporti sociali tra gli interlocutori. Pertanto occorre fornire agli studenti la possibilità di comunicare in modo appropriato, ossia offrire la possibilità di fare e agire in situazioni comunicative. Durante le comunicazioni orali esistono molti elementi di tipo “ fatico” come viene menzionato da Malinoski che possiamo riassumere in questo modo: marcatori verbali, termini allocutivi, legami familiari, relazioni sociali, affettive, cognitive. E poi ci sono gli elementi di tipo paralinguistici: la distanza corporale e psico-sociale, i gesti, contatto fisico, postura, mimica facciale. I marcatori para-verbali sono prosodici, vocali, intensità articolatoria, bisbiglio, timbro vocale, potenza vocale.

Questi elementi rientrano in uno studio accurato delle interazioni verbali incentrato maggiormente gli stili comunicativi presenti in una data cultura, così come i valori culturali che i membri di una comunità offrono ad alcuni usi sociali. Si potrebbe pertanto comparare gli atti linguistici e le strategie comunicative nelle varie culture. Inoltre esistono molti fenomeni conversazionali utili da analizzare per un apprendimento di tipo culturale delle lingue.

a. Lavorare sulle modalità di interruzione della parola, modificare le proprie parole, esprimere la propria incomprensione.
b. la nozione di ruolo sociale della persona è molto importante perché il ruolo di una persona non coincide sempre all'interno di un'altra società.
c. imparare a riformulare il proprio pensiero, l'autocorrezione e la riformulazione dei propositi dell'altro interlocutore sono strategie comunicative molto importanti da sviluppare nell'insegnamento delle lingue straniere.
d. impliciti culturali, ovverosia le conoscenze e saperi condivisi, il peso culturale delle parole e il modo di esprimerle. Da qui ritroviamo il concetto di connotazione, i modi di parlare, la dimensione delle restrizioni e degli impliciti discorsivi come tematiche centrali da affrontare in aula.
e. I segnali di presenza, vale a dire quei marcatori di attenzione durante l'interazione verbale: sì, certo, sul serio, ma dai, davvero, ma che dici. Inoltre sono molto importanti i sorrisi, annuire all'interlocutore, uso dei gesti.

2.b Sociolinguistica interazionale

Nei lavori di Gumperz in sociolinguistica interazionale si è costato che i parlanti adottano delle strategie di comportamento linguistico che variano in funzione di molti fattori quali ad esempio:
le relazioni interpersonali, l'interpretazione dei messaggi verbali, l'interpretazione della situazione comunicativa e dei presupposti culturali e individuali.
Per Gumperz è necessario considerare le interazioni come dei fattori collettivi in cui le dinamiche sono sottoposte a cambiamenti constanti causati dalle convenzioni socioculturali, le cui origini si collocano nelle modalità interpretative dei parlanti.
L'approccio di Gumperz mette in chiaro come l'essenza del problema comunicativo sia quello evidenziato anni fa da Bakhtine ( 1977: 36), vale a dire che “la vera sostanza della lingua non è costituita da un sistema astratto di forme linguistiche ma dal fenomeno sociale dell'interazione verbale”.

Sitografia


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