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martedì 17 dicembre 2019

Il significato culturale nei termini di uso quotidiano: il " pranzo" per gli italiani

Quali sono le differenze di associazioni di idee tra due culture sul concetto di pranzo e sulla nozione di tempo. Queste sono le domande essenziali che troviamo in un lavoro di ricerca intitolato: Il significato culturale implicito con sottotitolo "Il legame fra lingua e cultura, le differenze fra italiani e olandesi, e i codici culturali di base" (J Pieterse - ‎2013).
La ricerca si concentra su significato connotativo che si estende oltre il dizionario riferendosi alle associazioni socioculturali e personali del segno. Questo è il significato culturale implicito che collega la lingua con la cultura per cui l'effetto di una parola varia a seconda della cultura. La teoria vuole che i paesi mediterranei come l'Italia siano policronici ed orientati sulle relazioni sociali.
Il termine di uso quotidiano preso in esame in questo lavoro riguarda il " pranzo" inteso in termini di connotazioni incentrate sull'aspetto sociale del pranzo.
Questo fenomeno della connotazione riguarda l'evocazione di varie associazioni e si riferisce a certe abitudini. Dato che tali osservazioni non sono uguali in tutto il mondo, una parola può avere degli effetti completamenti diversi in vari paesi. Se prendiamo come buono l'esempio di Eco ( 2001: p.18) si parla " ordinai un caffè, lo buttai giù in un secondo ed uscii dal bar". Eco ci dice come un termine semplice come " caffè" sia facile da tradurre in altre lingue ma che tale equivalenza linguistica non significa equivalenza culturale. Prendiamo il caffè americano che non si potrebbe mai buttare giù in un secondo " sia per la quantità che per la temperatura".
Questo fenomeno rientra nella problematica delle situazioni interculturali: il significato culturale implicito. Questo significato è implicito perché " è nascosto". I problemi sorgono quando due persone credono di capire l'un l'altro mentre contemporaneamente attribuiscono dei significati diversi alle parole usate. Questo comporta in seguito di capire quali siano le conseguenze sociali delle connotazioni ( Allan, 2007, Yamamoto e Swan 1983, Omar, 2012).
In semiotica con Barthes ( 1967, p.14), Chandler ( 1994, p24) si mette in rilievo come l'associazione  fra l'immagine acustica e il concetto esistono soltanto tramite un " contratto collettivo", ossia il consenso nella comunità in questione. Dunque, una parola significa ciò che significa soltanto perché collettivamente è stato deciso così ( Chandler, 1994, p.24). Come sappiamo per Saussure la lingua è un fatto sociale mentre la parola è un fatto individuale ed eterogeneo. Da qui l'importanza di studiare le connotazioni in modo da fare capire alle persone che una parola non ha un significato soltanto. Infatti per Omar ( 2012) molti errori in comunicazione interculturale sono il frutto della confusione nei significati attribuiti nel contesto culturale. Capire la connotazione secondo Allan ( 2007, p 1048) serve per identificare l'atteggiamento della comunità verso di esso. Prendiamo l'esempio della parola cane, la quale in inglese si traduce come " dog" e in arabo " kaleb". In Inglese il termine dog rimanda a delle connotazioni positive mentre in arabo possiede maggiormente connotazioni negative.
In sintesi si può dire che il lato denotativo di una parola e il contratto collettivo del segno mentre la connotazione di un termine non è solo il risultato individuale ma dipende in gran parte dai codici culturali ai quali l'individuo ha accesso. Pertanto ogni persona è posizionata nell'ideologia della sua cultura. Per Agar è importante fare intendere che la lingua è legata all'identità dei parlanti e non soltanto alla grammatica e al vocabolario. Nel mondo di oggi è impensabile non stare in contatto con persone " differenti" e pertanto la comunicazione nel mondo contemporaneo richiede cultura ( Agar, 1994: p.20). La visione di Agar sul rapporto tra lingua e cultura si rifà al concetto di relatività linguistica nella sua versione debole di Sapir e Whorf, vale a dire la lingua costituisce " il solito modo di vedere il mondo e di parlarne" ( Agar, 1994: p.68). In altri termini si sviluppano delle abitudini e dei modi di pensare, in base alla lingua ma non è impossibile cambiare la percezione del mondo ( Agar, p. 68-71). Agar sostiene che al momento in cui ci si rende conto che altre lingue costituiscono altre forme di consapevolezza è la cultura che entra in gioco. Di fatto, i significati che diamo alle parole nella nostra vita sono collegati all'ideologia in cui siamo cresciuti. Le persone crescono in Stati\Nazioni che spesso coincidono per molte persone ma non per tutti.
Nei lavori di Aneta Pavlenko ( 2008, p.151) vengono descritti tre possibili rapporti fra i concetti in due lingue diverse:
a. concetti simili o identici;
b. un concetto nella lingua A non trova equivalente nella lingua B; 
c. Due o più concetti si sovrappongono parzialmente.
Ad esempio i termini di uso quotidiano sembrano uguali ma ci sono tanti significati impliciti, ossia nascosti. Secondo Hall ( 1990) e Hostede si ritiene che i cittadini di ogni paese hanno il proprio modo di vedere e di fare le cose perché il loro comportamento è stato programmato dalla cultura ( Hall& Hall, 1990, prefazione). La programmazione implica la gerarchizzazione delle informazioni e delle priorità di un dato gruppo umano. Hall& Hall affermano che il comportamento umano proviene da " codici culturali" e che tale comportamento è perfino inconscio. Queste strutture culturali sono nascoste. Ad esempio per capire il concetto di " caffè" e " pranzo" occorre rifarsi al concetto chiave di tempo, il quale determina e coordina ogni cosa che facciamo, così come il modo di gestire le relazioni con gli altri in tante sottili modalità ( Spencer-Oatey, Franklin, 2009, p.24).

Tempo monocronico e tempo policronico

Hall e Hall ( 1990, p13-17) distinguono due sistemi diversi della percezione del tempo, vale a dire il tempo monocronico e tempo policronico. Questi sistemi costituiscono delle visioni opposte in merito al tempo e alle relazioni personali: le culture monocroniche sono orientate più sul tempo, mentre le culture policroniche sono orientate sulle relazioni sociali.
Nelle culture monocroniche la percezione del tempo è lineare, il tempo è suddiviso in comportamenti, un compito viene concluso prima di iniziarne un altro e così ci si concentra su una cosa sola alla volta. Gli impegni di tempo vengono presi sul serio, gli appuntamenti, i programmi e la puntualità sono importantissimi. La vita è determinata dal tempo. Nelle culture policroniche, i contatti sociali e le relazioni personali vengono apprezzati molto più dei programmi fissati. Il tempo è flessibile e pertanto si fanno molte cose contemporaneamente e non si considera fastidioso essere interrotti. Programmi e appuntamenti vengono cambiati spesso e facilmente. Il concetto di tempo così come l'adesione ad una visione monocronica o policronica è la nostra ideologia. Questi sono elementi dei codici culturali molto profondi nelle varie culture.
In modo pratico, il concetto di pranzo possiede delle connotazioni che vanno ritrovate in 4 categorie, ossia il cosa si mangia, il dove si mangia, il valore sentimentale nei confronti del termine. Per gli italiani le associazioni legate al concetto di " pranzo" riguardano in ordine di importanza secondo il campione di persone intervistate: pasta, pausa, cibo ( buono), famiglia.

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