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venerdì 6 dicembre 2019

IL MITO DI ROBERTO BAGGIO

La leggenda di Roberto Baggio

Roberto Baggio è uno dei migliori giocatori della storia del calcio, uno dei cinque italiani ad aver vinto un pallone d’oro, idolo incontrastato di tantissimi amanti del pallone, in particolare dei tifosi viola, ed è arrivato vicinissimo al successo mondiale trascinando la nostra nazionale a suon di gol nella finale di USA ‘94. Non tutti sanno che, da quando è iniziata la sua leggenda nei campi della Serie A, ha sempre giocato con una “gamba e mezzo”, la gamba destra più piccola dell’altra, che gli procura dolore ogni volta che corre per calciare un pallone.
La sua odissea inizia il 5 maggio del 1985, due giorni dopo aver firmato un contratto importante per la Fiorentina. Baggio aveva portato avanti la sua squadra e stava andando in contrasto a un avversario quando la gamba destra ha una rotazione anomala che gli comportò una lesione del legamento crociato anteriore, legamento collaterale, capsula articolare e menisco. Infortuni di questo genere negli anni ’80 avevano già causato la fine anticipata della carriera ad altri giocatori, ma Roberto, appena 18enne, ha voluto provare a rialzarsi. Un mese dopo in Francia, a Saint-Étienne, si operò quando l’artroscopia iniziava ad essere praticata e le tecniche rispetto ad oggi erano piuttosto obsolete. Tuttavia l’intervento andò a buon fine. Baggio in seguito dirà di aver visto al risveglio la sua gamba destra così piccola che sembrava un braccio e pensava di aver subito una mutazione genetica: tre braccia e una gamba. Nell’operazione fu necessario l’utilizzo di ben 220 punti di sutura. Il dolore fu lancinante e l’allergia agli antidolorifici del giocatore aggravò la situazione. Fu uno dei periodi più bui del calciatore: dormire era impossibile, la sensazione di dolore intensa non permise nemmeno un’adeguata nutrizione, Baggio perse più di dieci kili durante quel calvario. Nel primo periodo Roberto Baggio raccontò che arrivò persino a chiedere alla madre di porre fine alle sue sofferenze, ma successivamente la voglia di ricalpestare i campi da gioco prese il sopravvento e si disse <<Adesso torno a giocare e li stendo tutti.>>.

Il presidente della Fiorentina Pier Cesare Baretti pur potendo rescindere il contratto decise di puntare sul giovane talento e attendere il suo recupero. Più di un anno dopo Roberto Baggio torna sui campi, ma nel Settembre 1986 durante il riscaldamento rimedia una lesione del menisco sempre del ginocchio destro. Un ginocchio in queste condizioni comporta ulteriori e anormali sollecitazioni ai distretti scheletrici e muscolari rispetto a un arto sano, questo causò un’instabilità dell’articolazione in tutta la carriera del giocatore che fu costretto a fermarsi negli anni successivi anche per tendiniti, pubalgia, lesione del tendine rotuleo destro. Ciò nonostante Baggio non si arrese mai, eseguiva allenamenti extra e terapie durante la sua vita da calciatore e le continua tuttora per evitare l’instaurarsi di una patologia artrosica. Ritornò a vestire la maglia viola nel finale di stagione segnando una perfetta punizione al San Paolo, al cospetto di Maradona, che permise alla Fiorentina di salvarsi.
Se non fosse stato per l’incidente a inizio carriera Baggio sarebbe stato il miglior giocatore di tutti i tempi, traguardo ugualmente sfiorato dal calciatore che ha saputo rimettersi in piedi in un momento di estrema difficoltà e a dimostrare al mondo tutto il suo valore. In una dichiarazione ha svelato il suo segreto: <<L’atteggiamento di fondo della mia vita è stata la passione. Per realizzare i miei sogni ho agito sempre spinto solo dalla passione. La passione muove ogni cosa, è una forza davvero straordinaria>>. Terminata la carriera la passione di Baggio, buddista dal 1988, è aiutare il prossimo, in particolare i bambini e gli indifesi. La sua vocazione è stata riconosciuta nel 2010 con il premio Nobel per la pace gli assegnarono il Peace Summit Awards 2010 per l’aiuto alle organizzazioni benefiche e questa volta il suo ginocchio destro non potrà fare nulla per contrastare il talento naturale di Roberto Baggio nel sostenere l’umanità.

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