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giovedì 5 dicembre 2019

La competenza culturale: acquisizione reale o pia illusione?



La competenza culturale: acquisizione reale o pia illusione?

Prendendo spunto dal lavoro di Florence Windmuller intitolato " Apprendre une langue, c’est apprendre une culture. Leurre ou réalité ?" del 2015 ho voluto prendere in rassegna alcuni teorici di lingua francese interessati al concetto di competenza culturale nell'insegnamento delle lingue straniere. In un lavoro di Debyser del 1981 denominato "L’étude de la  civilisation, principes et méthodes" viene messo in rilievo l'importanza della spiegazione delle connotazioni culturali insite nelle parole di una altra lingue come ambito fondamentale per evitare le interferenze linguistiche e lessicali tra parlanti provenienti da due culture diverse.
In una prospettiva d'insegnamento di natura linguistica, l'approccio lessicale di tipo tematico viene suggerito come utile per fare emergere le differenze semantiche presenti con parole molto simili sul piano sociale: ad esempio cosa vuole dire vivere in una casa, un appartamento, vivere in una camera doppia, vivere in provincia o in città. Quali sono le rappresentazioni culturali presenti dietro alle parole legate alla casa in ambito cittadino o in provincia.
Allo stesso tempo risulta molto utile lavorare sulle espressioni che possono conferire un certo "status sociale" all'interno di una data cultura, ad esempio avere vini d'annata in casa, avere il forno in casa per fare le pizze, andare in certi locali sono tutti modi per esplicitare linguisticamente la propria adesione ad un dato orizzonte culturale.
In questo articolo di Debyser si mette in rilievo particolarmente la rilevanza di ricercare una correlazione tra comportamenti sociali e vita quotidiana, ad esempio in Italia il concetto di fretta nello spazio sociale si può tradurre come comportamento legato all'incertezza dei mezzi pubblici o alla possibilità d'imprevisto dell'ultimo minuto. Le espressioni del tipo: essere di fretta, essere puntuale, essere in ritardo, faccio tardi al lavoro sono tutte espressioni da calare in un dato spazio culturale per capire le reazioni degli italiani di fronte a tali circostanze. L'analisi di tali espressioni in chiave contrastiva avrebbe sicuramente un suo senso all'interno della prassi didattica.
Tra le proposte viene indicata di studiare la storia, vale a dire per lo studente straniero la storia italiana con i suoi momenti più importanti quali ad esempio: Il Risorgimento, il Fascismo, il brigantaggio, Caporetto ma anche personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, Mussolini come momenti della storia utili per capire la realtà italiana.
Sempre nella stessa direzione sono lo studio di miti  funzionali per capire la cultura italiana quali ad esempio: Celentano, Benigni, Baggio, Totti, Gianni Morandi, Valentino Rossi, il Papa.
La decodifica di questi miti può risultare molto utile per capire il contesto culturale poiché questi miti sono spesso portatori di un legame tra connotazione e sistema culturale.
L'analisi delle situazioni di conflitto sono sicuramente altri momenti "ricchi" dal punto di esplicativo delle situazioni sociali. Ad esempio possiamo citare il rispetto della fila negli uffici postali, in banca, dal medico o in stazione. Sono tutti momenti in cui si può osservare come reagiscono le persone in una data cultura e come reagirebbero in termini contrastivi in un altro contesto culturale.
Sempre con l'intento di avere un approccio utile per identificare la competenza culturale, l'analisi dei conflitti tra personaggi famosi in una data cultura potrebbe essere un modo per riflettere sulle ragioni, i sentimenti, le attitudini e i punti di vista che hanno spinto a questo genere di disaccordo o polemica tra le persone.
Sempre per analizzare la competenza culturale si può pensare di preparare un modulo con vari documenti che parlino dello stesso tema in prospettiva differente: ad esempio il tema della gastronomia in Italia potrebbe essere affrontato attraverso un approccio di tipo regionale, internazionale, identitario, contrastivo tra gastronomie famose, opinioni di italiani su cucina straniera o opinione di stranieri sulla cucina italiana.

In  chiave sempre prettamente operativa si può sottoporre gli apprendenti all'osservazione di un dialogo con materiale audiovideo per capire il comportamento sociale da tenere in un ristorante, in osteria, pizzeria o trattoria.
Tutte queste scene possono essere utili per capire il livello di lingua adoperato in queste situazioni cosi come il grado di "appropriatezza".
In altro ambito ricco di implicazioni didattiche risulta essere l'analisi di fotografie pubblicitarie in merito alla gastronomia come strumento utile per capire gli indizi culturali usati dalla pubblicità per incentivare l'acquisto di un dato prodotto gastronomico.
Dal punto di vista dell'antropologia contrastiva si possono analizzare dei termini che non hanno la stessa rilevanza o presenza nello spazio culturale dell'altra cultura: ad esempio ci sono delle parole come portiere di palazzo, custode, usciere, sacrestano che possono essere alcuni esempi interessanti da analizzare in chiave comparativa.
La comprensione di due sistemi istituzionali tra le culture e' molto interessante. Ad esempio, il sistema scolastico con la sua relativa rappresentazione sono sicuramente un campo di riflessione in prospettiva culturale molto ricco di implicazione. Pensiamo come attività didattica quella dell'analisi di alcuni film in merito alla vita liceale tra due sistemi culturali.
Altre attività didattiche possono essere concentrate sulla comprensione culturale di attività sociali quali ad esempio " prendere un caffè o fare una pausa caffè, facciamo una pizza dopo la palestra. Queste espressioni hanno una rilevanza sociale importante perché consentono alle persone di condividere pettegolezzi o fatti salienti con gli altri. Banalmente si può immaginare che " prendere un te in Inghilterra" abbia delle altre valenze e ricopre un'altra funzione sociale.
Nell'ambito dello sviluppo della competenza culturale, la comprensione di un immaginario collettivo come quello italiano rappresenta una chiave di ingresso molto utile per gli apprendenti. Possiamo elencare a mo' di esempio nel caso della cultura italiana: il calcio, le donne, le feste locali, la famiglia, i figli, la televisione, l'arte, la storia.
La capacità di decodificare questi segni culturali riveste un ruolo essenziale per realizzare una vera comprensione culturale di un altro popolo. Ad esempio, la comprensione degli slogan pubblicitari più famosi in una data cultura sono un altro modo molto efficace di conseguire una profonda conoscenza di un'altra cultura.
In un lavoro di  Reboullet (1973) viene proposto un altro approccio nel quale la somministrazione di documenti in cui gli stranieri esplicitano quello che pensano sugli italiani rappresenta un modo cruciale per capire i propri impliciti culturali.
Sempre nel lavoro di Debyser ( 1985) possiamo mettere l'accento sull'approccio semiologico per cogliere i segni culturali utili per interpretare i significati culturali insiti nei documenti proposti.
Ad esempio, capire il ruolo degli sportivi e soprattutto delle star dello sport nel contesto italiano per comprendere come venga raccontato il mito dello sportivo nella cultura italiana: per esemplificare prendiamo il caso di Bartali e Coppi, il mitico Baggio, Valentino Rossi detto " il dottore", Il Milan di Sacchi, i mondiali Italia 90.
Questi sono alcuni esempi utili per capire il ruolo dello sport nella vita culturale italiana.

Per arricchire il concetto di competenza culturale ho ripreso un lavoro di Benadava (1984) in cui si mette in evidenza come la dimensione culturale sia insita all'interno della stessa comunicazione durante le interazioni interpersonali.
Per l'autrice sono fondamentali avere delle minime conoscenze storiche per creare un retroterra culturale con l'interlocutore, delle conoscenze minime sulle convenzioni semiotiche per capire e interpretare i segni culturali. Inoltre, le conoscenze delle regole sociolinguistiche e socio-culturali che sottendono alle interazioni verbali sono molto importanti. Benadava menziona come capire la relazione tra gli interlocutori, i luoghi dove avvengono gli scambi, gli argomenti ammessi nelle conversazioni o nelle trattative, le strategie comunicative da adoperare, le forme di cortesie richieste, le norme di comportamento sono tutte competenze che rientrano nella sfera del sapere culturale legato all'uso consapevole della lingua.
Molto utile è la conoscenza delle rappresentazioni collettive tramite l'analisi di proverbi, modi di dire e slogan pubblicitari.
Questa competenza culturale ha la funzione nella sua globalità di migliorare l'intercomprensione tra membri di culture differenti duranti le possibili situazioni di comunicazione.
Pertanto il ruolo dell'insegnante diventa quello di sapere spiegare come entrare in contatto con i parlanti dell'altra cultura, come congedarsi, come prendere la parola all'interno di un gruppo. Queste conoscenze implicano una profonda padronanza degli aspetti contemporanei del modo di vivere della cultura da insegnare. In altri termini, la competenza sociolinguistica e l'analisi dei registri linguistici riveste un ruolo vitale nell'analisi delle varie situazioni comunicative.
Un altro autore menzionato è Pochet (1986) con la sua idea della competenza culturale molto vicina alla nozione di " campo" presa in prestito da Bourdieu. La comprensione di questi " campi" nella vita sociale di una comunità sono utili per capire le sottostanti rappresentazioni sociali. Prendiamo il caso del museo in Italia, il quale può essere visto come il luogo del tempo libero, della storia, del turismo, della formazione personale o affettiva.
I lavori molto noti di Zarate (1986) mettono l'accento sul bisogno di capire la propria cultura, intesa come la capacita di esplicitare il funzionamento delle regole del gioco sociale della propria comunità di parlanti. Queste conoscenze sono un prerequisito per adattarsi naturalmente al contesto sociale ed interazionale. Per Zarate, l'acquisizione delle competenze culturali devono compiersi tramite la scoperta dei meccanismi che generano l'adesione ai propri valori culturali insiti nella propria lingua-cultura materna. La ridefinizione della propria cultura, i propri giudizi di valore sulla superiorità o inferiorità di un'altra cultura passano attraverso un apprendimento continuo della dimensione del relativismo culturale.

Queste parole di Zarate possono essere un buon punto di partenza per introdurre dei criteri culturali empirici per la definizione di obiettivi didattici.


La considerazione di criteri culturali empirici per la definizione di obiettivi didattici 

Se consideriamo che l'acquisizione di una cultura straniera sia la condizione sine qua non per comprendere i membri di una cultura straniera allora risulta importante compiere una distinzione tra cultura come oggetto e cultura come espressione di un particolare gruppo sociale.
 Queste due realtà devono essere considerate separatamente sul piano didattico, perché dovranno basarsi su approcci metodologici differenziati. Windmuller si limita a una presentazione schematica al fine di mostrare le "forme" culturali più ovvie di contatto interculturale.

 La cultura come oggetto 

Questa concezione della cultura si ritrova nel contatto con la lingua straniera attraverso la lettura semiotica intesa come comprensione di parole, segni, simboli, disegni, immagini, caricature. È presente anche attraverso la lettura di discorsi emanati all'interno di una cultura straniera, come pure la percezione orale e visiva attraverso i media di quella cultura.
 È presente nell'ambiente immediato attraverso percezione uditiva, visiva, ma anche olfattiva e gustativa. Queste percezioni pongono lo studente al centro delle realtà a cui partecipa o meno: incontra oggetti sconosciuti o la cui funzione non riconosce, si avvicina a un fatto visto o vissuto a un significato (o non rileva alcuna relazione). Il contatto visivo è la forma preliminare dell'esperienza dell'alterità in molti casi.
In entrambi i casi, se lo studente si dimostra curioso e interessato a ciò che scopre, è necessaria un'interpretazione dell'esperienza vissuta per interpretare la situazione culturale. Questo sforzo può essere fatto dalla ricerca personale (accesso alle informazioni tramite documenti) o dalla ricerca interattiva attraverso la comunicazione e la mediazione (richiesta di informazioni, spiegazioni a un membro della cultura- target).

 In quest'ultimo caso, come in qualsiasi situazione interattiva, entrano in gioco criteri diversi dell'interpretazione nel contatto interculturale. 

 Invece se parliamo di "Cultura" come espressione di un gruppo sociale si  ritrova nella lingua attraverso la comunicazione non verbale (gesti, espressioni facciali, comportamento, contatto fisico, distanza corporea ...) 
 È presente nella lingua attraverso la comunicazione verbale e va distinto  su due livelli di contatto: linguistico e comunicativo: 
• livello linguistico: connotazioni culturali, espressioni idiomatiche, nozioni denotative e polisemia semantica, lessico soggetto a variazioni sociolinguistiche, nozioni grammaticalmente influenzate da valori sociali (femminile, maschile ), prestiti stranieri e falsi amici correlati alla diversità interculturale di rappresentazioni culturali o sociali, uso delle variazioni linguistiche, ecc.

- livello comunicativo: implicazioni conversazionali (giochi di parole, insinuazioni, eufemismi, metonimie ...), implicazioni convenzionali (adattamento ai parametri del contesto comunicativo e uso di messaggi impliciti), linguaggio analogico (messaggi denotativi che coinvolgono un ampio margine di interpretazioni), discorsi, strategie di comunicazione, implicazioni dei rituali negli scambi, discorsi formali e informali, ecc. 

In entrambi i livelli, lo studente deve interpretare e produrre dati culturali.
 La cultura come caratteristica dell'identità di un gruppo sociale si ottiene attraverso il contatto culturale attraverso l'uso della lingua straniera o in assenza di essa tramite l'analisi di comportamenti sociali nella vita quotidiana in situazioni di comunicazione faccia a faccia o attraverso un canale di comunicazione, uso di riti sociali tra persone dello stesso gruppo sociale, segni di differenziazione nelle relazioni gerarchiche, presenza di rituali sociali tra uomini e donne, manifestazioni di opinioni e rappresentazioni collettive legate alle varie identità del gruppo, relazioni sociologiche del gruppo attraverso i suoi comportamenti culturali e i suoi segni di solidarietà o complicità, presenza di abitudini culturali legate a valori e credenze del gruppo, scoperta di creazioni di atti culturali (di tipo tecnico, scientifico, culturale, sociologico, storico ...).


Bibliografia

Benadava, S. (1984). La civilisation dans la communication. Dans : Le Français dans le monde n° 184, 79-86.

Debyser, F. (1981). Lecture des civilisations et des documents écrits. Dans : Lieutaud, S & Beacco, J. C. Moeurs et mythes, Paris : Hachette/Larousse, 9-21.

Reboullet, A. (1973). Pour un enseignement comparatif en civilisation. Dans : Reboullet, A. (Dir.). L’enseignement de la civilisation française. Paris : Hachette.

 Porcher, L. (1986). Remises en question. Dans : Porcher, L. (coord.). La civilisation. Paris : Clé international, 11-57.

Florence Windmüller «Apprendre une langue, c’est apprendre une culture.» Leurre ou réalité ? Giessener Elektronische Bibliothek 201

Zarate, G. (1986). Enseigner une culture étrangère. Paris : Hachette.


Sitografia

http://geb.uni-giessen.de/geb/volltexte/2015/11642/pdf/GiFon_4.pdf




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