Il linguaggio nel suo contesto
socioculturale e interpersonale
1. Il lessico come porta d'accesso
alla dimensione culturale
Un approccio lessicale di tipo
innovativo dovrebbe utilizzare lo studio della dimensione
antropologica della parola. La pluralità dei discorsi e le
rappresentazioni immaginarie delle persone autorizzano un ampliamento
semantico delle parole in senso figurato. Tale studio antropologico
del lessico non serve soltanto a valutare il senso figurato delle
parole nella lingua ma di stabilire delle comparazioni con altre
lingue straniere. Windmuller sostiene che l'uso fatto di un concetto
tramite un segno linguistico non è di tipo soltanto individuale ma
anche di tipo collettivo. Queste tracce di rappresentazioni si
ritrovano nella comparazione delle connotazioni, le terminologie
lessicali di alcuni ambiti scientifici\ tecnici, i quali prendono in
prestito dei termini provenienti dal regno animale o vegetale ( un
ramo dell'autostrada, la flora intestinale); inoltre, sarebbe utile
studiare il senso culturale di parole cosiddette “ falsi amici”
presenti tra due lingue per vedere le origini delle differenze
semantiche in termini di rappresentazioni mentale dell'oggetto o del
concetto.
All'interno di un approccio di tipo
lessicale sarebbe utile poter studiare il senso figurato, le
espressioni idiomatiche presenti in una data lingua.
Infatti Windmuller ricorda che le
parole non esprimono soltanto degli oggetti ma anche la coscienza che
gli umani ne hanno. Esiste in ogni lingua una serie di parole “
testimoni” o “ parole chiave” che trasmettono delle nuove idee,
delle nuove concezioni della realtà, della storia e dunque rivelano
la dinamica insita tra la parola e il mondo. Ad esempio, lo studio
diacronico di una data parola permetterebbe di rinvenire il suo uso
in un periodo storico, capire un evento, delle pratiche sociali,
un'ideologia così come il suo ancoraggio alla mentalità.
Allo stesso modo si può parlare della
polisemia lessicale per fare emergere l'interazione tra linguaggio e
il mondo. Il collegamento tra le varie forme di significato lessicale
possibili con la polisemia consente ad un dato contesto culturale o
sociale di mettere in campo un cambiamento sul piano discorsivo e sul
piano relazionale dei vari interlocutori. Di fatto, l'uso di un dato
lessico implica una forma di riconoscimento collettivo come nel caso
delle parole di origine popolari o del linguaggio dei giovani. Questi
termini lessicali vengono accettati, tollerati o rifiutati
principalmente sul piano sociale. Sempre in ambito lessicale, in
prospettiva culturale, abbiamo la presenza dei termini commerciali
nella lingua quotidiana che sono diventati elementi centrali di una
cultura condivisa da parte di una comunità. Il riferimento alla
semantica è d'obbligo quando ad esempio Martinet sottolineava che
“l'espressione è il mezzo e il contenuto è il fine”. Infatti,
il senso di una parola dipende dalla media in termine di uso
all'interno di una comunità. In ambito lessicale abbiamo avuto lo
sviluppo degli studi di etnoscienza negli Stati-Uniti con i lavori di
Conklin sulle tassonomie. In questi lavori è stata compiuta la
classificazione delle conoscenze nelle società arcaiche: i vegetali,
gli universi non-linguistici, le cose nominabili e innominabili.
1.a Le connotazioni
Un altro punto importante riguarda la
connotazione come fenomeno che implica la varietà di sensi di una
parola come modalità per aggiungere un gran numero di informazione
sul significato denotativo. In tal modo sarà consentita la
possibilità di decodificare il suo senso tramite il suo uso
specifico.
Le connotazioni con carattere simbolico
rimandano il senso di un oggetto o concetto ad una realtà
extralinguistica. Questo è stato il lavoro compiuto da Barthes in
Mythologies ( 1957) in cui il valore connotativo degli oggetti
rivelava delle pratiche sociali, dei miti, dei valori e delle idee di
società. La caratteristica principale della connotazione è quella
di essere spesso condivisa all'interno di una sola comunità di
parlanti. La stessa cosa vale per le connotazioni affettive, ad
esempio “ campo di concentramento”, il muro di Berlino, l'affaire
Dreyfus, mani pulite, wall street center” rimandono a delle
reazioni, immagini mentali, vale a dire un insieme di connotazioni
affettive spesso tipiche di un dato gruppo culturale ma che in alcune
occasioni possono provocare delle percezioni simili in altri gruppi
culturali. Queste stesse percezioni possono innescare reazioni
differenti all'interno di uno stesso gruppo. Per esempio, “ je suis
Charlie” o “ sto con Salvini” o “ mai con Salvini”
innescano delle connotazioni differenti da una persona ad un'altra.
Allo stesso modo le strategie allusive, eufemistiche utilizzate per
evitare di parlare di temi delicati possono dare vita a delle
reazioni molto differenti tra le persone. La connotazione autorizza
una forma di complicità culturale tra i parlanti che pone molti
problemi per gli stranieri. Infatti, i vari sottintesi rimangono
ancora più ermetici per i non-nativi e provocano un sentimento di
esclusione alla comunità in cui si trovano.
Ad esempio conoscere le citazioni
presenti in una conversazione sono un ottimo esempio per capire il
bisogno di padronanza della competenza culturale da parte degli
interlocutori.
Stesso discorso vale per le metafore,
i giochi di parole come elementi tipici di una data cultura. La
presenza di materiale connotativo nel testo dovrebbe essere
analizzato tramite un corpus discorsivo in una data lingua e
comparato con un'altra lingua per identificare le varie connotazioni
culturali, gli usi e magari una possibile classificazione.
1.b La pubblicità e le immagini
come veicoli di informazioni culturali
Un altro ambito molto ricco di
implicazioni didattiche è quello della pubblicità come messaggio
portatore di informazioni culturali specifiche. Per potere
decodificare una pubblicità occorre possedere il codice di
comunicazione adoperato in quel messaggio, in altre parole i simboli
collegati ad una data cultura implicano la conoscenza di tratti e
fatti percettibili dentro il segno, i quali consentono al ricevente
di capire immediatamente il messaggio trasmesso. In questi messaggi
pubblicitari spesso il testo rinvia a degli indizi contestuali che
sono presenti in una data cultura. Questi indizi sono generalmente di
tipo psicologici o sociali e nella teoria del segno di Barthes
troviamo degli oggetti, vestiti, romanzi, cinema, comportamenti
sociali come segni rivelatori di fattori sociologici reali. In
questa visione del segno rientra lo studio degli stemmi, blasoni,
acconciature come funzioni portatrici di marcatori d'identità o di
appartenenza sociale.
Nell'ambito della comprensione delle
culture straniere, il ruolo delle immagini è molto palese, infatti
queste rivelano delle rappresentazioni iconiche, metaforiche,
allegoriche che si rifanno a tutto un insieme di riti e miti
collettivi. Queste forme simboliche connotano dei fatti, dei valori
ma anche dei sentimenti, delle rappresentazioni di fenomeni culturali
ma anche naturali quali ad esempio la concezione e interpretazione in
una data cultura dell'aria, fuoco, acqua.
Nel nostro mondo contemporaneo, tutti
questi messaggi “ segnici” vengono prevalentemente trasmessi
tramite i media.
In definitiva, utilizzando le parole di
Lambert ( 1994:36) : “ leggere un'immagine significa interrogare la
sua leggibilità e le sue dimensioni simboliche che consentono la sua
interpretazione” capiamo ancora meglio del bisogno di una vera
educazione all'immagine all'interno del mondo educativo.
2. Problemi comunicativi: la natura
“fatica” del linguaggio e gli stili comunicativi
Nell'ambito dell'apprendimento di una
lingua straniera viene totalmente ignorato come la lingua sia fondata
su un gioco di regole conversazionali che parlanti utilizzano e
gestiscono intenzionalmente o involontariamente. Da qui la necessità
di creare un apprendimento delle lingue straniere di tipo
conversazionale. Di fatto, ogni atto linguistico è un atto
individuale e sociale, in cui un parlante straniero sarà confrontato
ai pericoli di una cattiva interpretazione dell'enunciato. Pertanto,
il problema nell'apprendente si colloca sul piano della ricezione ed
interpretazione. Questi malintesi comunicativi possono causare
blocchi, delusioni, frustrazioni, incomprensioni che non aiutano di
certo i rapporti sociali tra gli interlocutori. Pertanto occorre
fornire agli studenti la possibilità di comunicare in modo
appropriato, ossia offrire la possibilità di fare e agire in
situazioni comunicative. Durante le comunicazioni orali esistono
molti elementi di tipo “ fatico” come viene menzionato da
Malinoski che possiamo riassumere in questo modo: marcatori verbali,
termini allocutivi, legami familiari, relazioni sociali, affettive,
cognitive. E poi ci sono gli elementi di tipo paralinguistici: la
distanza corporale e psico-sociale, i gesti, contatto fisico,
postura, mimica facciale. I marcatori para-verbali sono prosodici,
vocali, intensità articolatoria, bisbiglio, timbro vocale, potenza
vocale.
Questi elementi rientrano in uno studio
accurato delle interazioni verbali incentrato maggiormente gli stili
comunicativi presenti in una data cultura, così come i valori
culturali che i membri di una comunità offrono ad alcuni usi
sociali. Si potrebbe pertanto comparare gli atti linguistici e le
strategie comunicative nelle varie culture. Inoltre esistono molti
fenomeni conversazionali utili da analizzare per un apprendimento di
tipo culturale delle lingue.
a. Lavorare sulle modalità di
interruzione della parola, modificare le proprie parole, esprimere la
propria incomprensione.
b. la nozione di ruolo sociale della
persona è molto importante perché il ruolo di una persona non
coincide sempre all'interno di un'altra società.
c. imparare a riformulare il proprio
pensiero, l'autocorrezione e la riformulazione dei propositi
dell'altro interlocutore sono strategie comunicative molto importanti
da sviluppare nell'insegnamento delle lingue straniere.
d. impliciti culturali, ovverosia le
conoscenze e saperi condivisi, il peso culturale delle parole e il
modo di esprimerle. Da qui ritroviamo il concetto di connotazione, i
modi di parlare, la dimensione delle restrizioni e degli impliciti
discorsivi come tematiche centrali da affrontare in aula.
e. I segnali di presenza, vale a dire
quei marcatori di attenzione durante l'interazione verbale: sì,
certo, sul serio, ma dai, davvero, ma che dici. Inoltre sono molto
importanti i sorrisi, annuire all'interlocutore, uso dei gesti.
2.b Sociolinguistica interazionale
Nei lavori di Gumperz in
sociolinguistica interazionale si è costato che i parlanti adottano
delle strategie di comportamento linguistico che variano in funzione
di molti fattori quali ad esempio:
le relazioni interpersonali,
l'interpretazione dei messaggi verbali, l'interpretazione della
situazione comunicativa e dei presupposti culturali e individuali.
Per Gumperz è necessario considerare
le interazioni come dei fattori collettivi in cui le dinamiche sono
sottoposte a cambiamenti constanti causati dalle convenzioni
socioculturali, le cui origini si collocano nelle modalità
interpretative dei parlanti.
L'approccio di Gumperz mette in chiaro
come l'essenza del problema comunicativo sia quello evidenziato anni
fa da Bakhtine ( 1977: 36), vale a dire che “la vera sostanza della
lingua non è costituita da un sistema astratto di forme linguistiche
ma dal fenomeno sociale dell'interazione verbale”.
Sitografia
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