“Parla correttamente in italiano!” è il rimprovero che spesso ci fanno i nostri Professori durante le interrogazioni, quando ci capita di inserire parole o espressioni che non fanno certo parte del dizionario della lingua italiana. Parole che talvolta gli stessi insegnanti fanno fatica a comprendere perché rientrano in quel vocabolario giovanile che caratterizza il nostro modo di parlare, ricco di abbreviazioni, neologismi, termini dialettali, appellativi all’insegna dell’ironia, al quale ci piace tanto ricorrere nelle conversazioni con gli amici. Ecco allora qui di seguito un breve dizionario dei termini e delle espressioni più utilizzati da noi ragazzi.
APPICCIARE: espressione verbale da intendersi come “accendere il fuoco”.
ARIPJATE: invito a riprendersi da un atteggiamento ritenuto sbagliato.
BELLA!: saluto amichevole e confidenziale, equivalente al più comune “ciao”.
DAJE: espressione che indica un’esultanza o un sollecito.
FIGO: qualcuno o qualcosa di particolare gradimento.
M’ATTIZZI: espressione da intendersi come “mi seduci”, “mi intrighi”.
ME FAI STIRA’: espressione da intendersi come “mi fai morire dal ridere”.
ME STAI A ‘MBRUTTI’?: espressione interrogativa da intendersi come “mi stai sfidando?”, o interpretabile come una critica, un rimprovero;
-N T’ACCOLLA’ / SCOLLATE: invito a farsi da parte rivolto ad una persona particolarmente invadente o stressante.
NUN T’AREGGE: espressione di sfida da intendersi come “non hai il coraggio”.
NUN TE REGOLI: espressione da intendersi come “non sai cosa stai facendo”.
NUN ME TE COPRO: espressione da intendersi come “non ho intenzione di badare a te”.
PISCHELLO: ragazzo giovane, adolescente.
SCIALLA: è l’espressione attualmente più in voga e diffusa, da intendersi con molteplici significati, principalmente “tranquillo”, “stai calmo”, “chi se ne frega”.
SE BECCAMO: espressione da intendersi come “ci incontriamo”, “ci vediamo”.
SEI SIMPY: espressione da intendersi come “sei simpatico/a”.
SEI UN TAJO: espressione da intendersi come “sei molto divertente”, oppure “sei troppo simpatico/a”;
SEI UNA PRESA A MALE: espressione che indica uno stato d’animo di depressione indotto da qualcun altro.
SFIGATO/SOGGETTO: appellativo per persona che subisce molto spesso dei torti o che non è ritenuto per niente alla moda.
STO A FA LA SCHIUMA: espressione da intendersi come “ho molto caldo”.
TE SCAPOCCIO: espressione da intendersi come “mi arrabbio con te”.
TE SMONTO, TE SMOLECOLO, TE PISTO, TE FRULLO, TE RIAGGIUSTO, TE STRONCO: espressioni di minaccia da intendersi come “ti picchio”.
T’HO CHIUSO: espressione di soddisfazione da intendersi come “ti ho zittito”.
VIECCE: espressione di sfida da intendersi come “prova a sfidarmi”.
ZELLOSO: aggettivo riferito ad una persona sporca, trasandata.
ZI’, CI’, SGHI’, BRO’, FRATE’: appellativi amichevoli che si rivolgono a persone con cui si è in confidenza.
"Ciao Vale, ci becchiamo sul tardi, andiamo a drinkare, ti lovvo
tanto". "Ok Fede, speriamo mia mamma non svalvoli, ti lovvo anch'io".
Potrebbe essere la conversazione tra due adolescenti innamorati, secondo
il linguaggio giovanile corrente. Un colloquio che nella forma propria
della lingua italiana sarebbe così: "Ciao Valeria, ci incontriamo sul
tardi, andiamo a bere qualcosa, ti amo tanto"; "D'accordo Federico,
speriamo che mia madre non faccia storie, ti amo anch'io".
Parlato informale e spesso scherzoso, forme dialettali, forestierismi, frasi prese in prestito dalla pubblicità, dal cinema o dai media, espressioni gergali tradizionali e innovative si fondono tra loro nel "giovanilese", il linguaggio proprio dei giovani, spesso di difficile comprensione immediata per gli adulti. Più di 500 parole e molte locuzioni informali di questo linguaggio sono state raccolte in un glossario preparato da un gruppo di studenti della facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università Lumsa. Il volume, dal titolo "Bella ci! Piccolo glossario di una lingua sbalconata" (Edicions de l'Alguer per la collana Alba Pratalia) - già in fase di ristampa, con numerosi aggiornamenti - è stato sottoposto all'esame di Michele Cortellazzo, ordinario di Linguistica italiana all'Università di Padova e uno dei massimi esperti italiani di linguaggio giovanile, che ne ha parlato di recente a Roma in un incontro pubblico con gli studenti dell'ateneo.
Muovendo dal fortunatissimo "postare" (pubblicare qualcosa online, derivato dall'inglese "to post", mettere nella posta, imbucare) e ormai entrato nell'uso comune - sottolinea, nella prefazione, Marzia Caria, docente di Linguistica italiana, che con la collega Patrizia Bertini Malgarini ha coordinato il lavoro degli studenti - il glossario propone numerose espressioni proprie del parlare dei giovani tra loro: da "beccarsi" (incontrarsi) a "bordello" (confusione), da "clannare" (far entrare qualcuno in un clan, in un gruppo) a "svalvolare" (uscire di senno), da "ciorro" (persona di brutto aspetto) a "ciospa" (sigaretta) a "scialla" (tranquillo). E poi varie locuzioni, come "essere fuori come un balcone" (essere fuori di testa) o "ma che ne sanno i 2000" (per indicare l'ignoranza dei nati nel 21/o secolo). E, infine, alcuni acronimi: "da Omw (sto arrivando: "Omw, aspetta 3 secondi") a W8 (aspettare: "W8, vado al bagno"). Molto amati anche i suffissi -oso e -ata: da "palloso" (noioso) a "morbidoso" (delicato), da "gufata" (frase che porta sfortuna) a "cinesata" (oggetto di scarsa qualità).
- Leggi anche Lo slang dei ragazzini, 25 vocaboli da sapere
Anche le forme dialettali sono molto frequenti e variano da territorio a territorio: dai romaneschi "piottare" (correre a cento all'ora, derivato da 'piotta', moneta da cento lire) e "mortazza" (mortadella), al nordico "burdél" (chiasso), al napoletano "frisco" (per indicare un giovane vigoroso), ai toscani "bischero" (sciocco) e "boscare" (mancare un appuntamento).
Alcuni termini stranieri, adattati all'italiano, sono perfino abusati: "drinkare" (per bere; dall'inglese "to drink"), "lovvare (per amare, da "to love"), googlare (per 'fare una ricerca su Google'). Altre locuzioni sono tratte dalla televisione, dalle canzoni o dalla pubblicità: "Anto', fa caldo!", oppure: maglia nuova? "no lavata con perlana"; e ancora: "Andiamo a comandare". Molto amati sono i troncamenti, sia di nomi comuni ("bici", per bicicletta; "raga" o "rega", per ragazzi), sia di nomi propri (Fede, Vale, Nico).
Altre parole sono proprie del gergo tradizionale: "gasato" (euforico), "toppare" (sbagliare), "ganzo" (scaltro); altre di carattere innovativo: "spaccare" (avere successo), "bidonare" (mancare un appuntamento), "bangladino" (rivendita gestita da un uomo del Bangladesh); altre ancora, infine, prese in prestito dalla medicina: "sclerare" (impazzire); o dalla scienza: "atomico" (eccezionale). Molti si chiedono se esista una qualche relazione tra i nuovi strumenti della comunicazione e il più moderno linguaggio giovanile? Cortellazzo, luminare di linguistica, ne è convinto. "Concisione nell'esprimersi, velocità che implica trascuratezza di pronuncia e scrittura, colloquialità sono le caratteristiche della 'comunicazione digitata', quella delle chat, degli sms e dei messaggi sui social network. Ma sono anche caratteristiche del linguaggio giovanile, soprattutto quelle che si incentrano sulla brevità".
http://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/teen/2018/12/16/da-ti-lovvo-a-drinkare-il-linguaggio-dei-giovani-_9cffac4e-d3ff-43fb-8b82-77e49f370b38.html
Parlato informale e spesso scherzoso, forme dialettali, forestierismi, frasi prese in prestito dalla pubblicità, dal cinema o dai media, espressioni gergali tradizionali e innovative si fondono tra loro nel "giovanilese", il linguaggio proprio dei giovani, spesso di difficile comprensione immediata per gli adulti. Più di 500 parole e molte locuzioni informali di questo linguaggio sono state raccolte in un glossario preparato da un gruppo di studenti della facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università Lumsa. Il volume, dal titolo "Bella ci! Piccolo glossario di una lingua sbalconata" (Edicions de l'Alguer per la collana Alba Pratalia) - già in fase di ristampa, con numerosi aggiornamenti - è stato sottoposto all'esame di Michele Cortellazzo, ordinario di Linguistica italiana all'Università di Padova e uno dei massimi esperti italiani di linguaggio giovanile, che ne ha parlato di recente a Roma in un incontro pubblico con gli studenti dell'ateneo.
Muovendo dal fortunatissimo "postare" (pubblicare qualcosa online, derivato dall'inglese "to post", mettere nella posta, imbucare) e ormai entrato nell'uso comune - sottolinea, nella prefazione, Marzia Caria, docente di Linguistica italiana, che con la collega Patrizia Bertini Malgarini ha coordinato il lavoro degli studenti - il glossario propone numerose espressioni proprie del parlare dei giovani tra loro: da "beccarsi" (incontrarsi) a "bordello" (confusione), da "clannare" (far entrare qualcuno in un clan, in un gruppo) a "svalvolare" (uscire di senno), da "ciorro" (persona di brutto aspetto) a "ciospa" (sigaretta) a "scialla" (tranquillo). E poi varie locuzioni, come "essere fuori come un balcone" (essere fuori di testa) o "ma che ne sanno i 2000" (per indicare l'ignoranza dei nati nel 21/o secolo). E, infine, alcuni acronimi: "da Omw (sto arrivando: "Omw, aspetta 3 secondi") a W8 (aspettare: "W8, vado al bagno"). Molto amati anche i suffissi -oso e -ata: da "palloso" (noioso) a "morbidoso" (delicato), da "gufata" (frase che porta sfortuna) a "cinesata" (oggetto di scarsa qualità).
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Anche le forme dialettali sono molto frequenti e variano da territorio a territorio: dai romaneschi "piottare" (correre a cento all'ora, derivato da 'piotta', moneta da cento lire) e "mortazza" (mortadella), al nordico "burdél" (chiasso), al napoletano "frisco" (per indicare un giovane vigoroso), ai toscani "bischero" (sciocco) e "boscare" (mancare un appuntamento).
Alcuni termini stranieri, adattati all'italiano, sono perfino abusati: "drinkare" (per bere; dall'inglese "to drink"), "lovvare (per amare, da "to love"), googlare (per 'fare una ricerca su Google'). Altre locuzioni sono tratte dalla televisione, dalle canzoni o dalla pubblicità: "Anto', fa caldo!", oppure: maglia nuova? "no lavata con perlana"; e ancora: "Andiamo a comandare". Molto amati sono i troncamenti, sia di nomi comuni ("bici", per bicicletta; "raga" o "rega", per ragazzi), sia di nomi propri (Fede, Vale, Nico).
Altre parole sono proprie del gergo tradizionale: "gasato" (euforico), "toppare" (sbagliare), "ganzo" (scaltro); altre di carattere innovativo: "spaccare" (avere successo), "bidonare" (mancare un appuntamento), "bangladino" (rivendita gestita da un uomo del Bangladesh); altre ancora, infine, prese in prestito dalla medicina: "sclerare" (impazzire); o dalla scienza: "atomico" (eccezionale). Molti si chiedono se esista una qualche relazione tra i nuovi strumenti della comunicazione e il più moderno linguaggio giovanile? Cortellazzo, luminare di linguistica, ne è convinto. "Concisione nell'esprimersi, velocità che implica trascuratezza di pronuncia e scrittura, colloquialità sono le caratteristiche della 'comunicazione digitata', quella delle chat, degli sms e dei messaggi sui social network. Ma sono anche caratteristiche del linguaggio giovanile, soprattutto quelle che si incentrano sulla brevità".
http://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/teen/2018/12/16/da-ti-lovvo-a-drinkare-il-linguaggio-dei-giovani-_9cffac4e-d3ff-43fb-8b82-77e49f370b38.html
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