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Totò, mito di sempre
Non finisce mai di essere d'attualità, Nessun altro come il principe De Curtis: maschera di tutta l'Italia
Totò e Aldo Fabrizi |
La sua complessità, a volte lunare e surreale a volte lancinante e metafisica, lo ha reso «contemporaneo» a ben più di una generazione, ognuna riconoscendovi quello di cui aveva bisogno: nell'immediato dopoguerra la forza di rivendicare i bisogni per troppi anni repressi, negli anni Cinquanta la capacità di irridere le due grandi «chiese» del Paese — Dc e Pci —, nei Sessanta la capacità eversiva di chi non si fa mai ingabbiare da nessun potere, nei Settanta il distacco ironico dalla cupezza del pensiero dominante. E poi ancora la rivolta contro i «caporali» di ogni tempo, i supponenti, i tracotanti, i furbi, i prepotenti...
In ognuno dei suoi cento e passa film ci sono una pillola di saggezza, una gemma di intelligenza, un giacimento di ironia. E naturalmente una montagna di risate. Perché far ridere, in un mondo che per troppo tempo aveva dimenticato come si faceva, diventò per Totò una specie di missione umanitaria, un imperativo categorico, un obbligo morale. Per questo è impossibile fare a meno di rivedere e rivedere ancora la dettatura della lettera in Totò, Peppino e la malafemmina, il numero del finto morto in Napoli milionaria, il furto della valigia di De Sica nei Due marescialli, la lezione di scasso con destrezza (e col buzzichino) nei Soliti ignoti, la costruzione del busto in mollica del commissario in Totò e Carolina, la vendita della fontana di Trevi in Tototruffa '62, lo spaccio delle diecimila lire false/vere in La banda degli onesti, il direttore d'orchestra-fuoco d'artificio di Totò a colori (e il numero del wagon lit e quello degli esistenzialisti di Capri, e il Pinocchio disarticolato e le composizioni di Aristarco Scannagatti...) e poi l'imitazione della gallina che ha fatto l'uovo in Totò cerca casa, il proclama agli italiani mammoni e sessuofobi in Arrangiatevi!, le battute in arabo- napoletano di Totò sceicco, gli sguardi alle forme procaci delle sue partner, dalla Loren alla Pampanini, i duetti con Peppino, con Fabrizi, con Castellani, con chiunque gli capitasse a tiro.
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