Il concetto di tempo in Edward Hall
Hall
e Hall (1990, p. 13-17) distinguono due sistemi diversi della
percezione del tempo, cioè il tempo monocronico e il tempo policronico.
Questi sistemi costituiscono delle visioni opposte in merito al tempo e
alle relazioni personali: le culture monocroniche sono orientate più sul
tempo, mentre le culture policroniche sono orientate più sulle
relazioni sociali.
Nelle culture monocroniche la
percezione del tempo è lineare, il tempo è suddiviso in compartimenti,
un compito viene concluso prima di iniziarne un altro e così ci si
concentra su una cosa sola. Gli impegni di tempo vengono presi sul
serio, gli appuntamenti, i programmi e la puntualità sono
importantissimi. La vita è determinata in gran parte dal tempo. In
culture policroniche, al contrario, il tempo assume un ruolo molto meno
prominente. I contatti sociali e le relazioni personali vengono
apprezzati molto più dei programmi fissati. Il tempo è flessibile e non
suddiviso in compartimenti. Al contrario del sistema monocronico, in
culture policroniche si fanno tante cose contemporaneamente
e non si considera fastidioso essere interrotti. Programmi e
appuntamenti vengono cambiati spesso e facilmente.
Così
Hall e Hall (1990, p. 19-20) sostengono che negli Stati Uniti un
appuntamento di lavoro deve essere programmato minimo due settimane in
anticipo, mentre nei paesi arabi due settimane sono troppe perché “una
data programmata così tanto di anticipo ‘sfugge la mente’”9 (Hall &
Hall, 1990, p. 20). Spencer-Oatey e Franklin (2009, p. 23)
affermano che Hall e Hall non forniscono dei dati quantitativi sulla
posizione di varie culture sulla dimensione del tempo. Il libro in cui
gli studiosi descrivono questo concetto, è stato scritto per aiutare gli
uomini d’affari americani a capire meglio il comportamento dei tedeschi
e dei francesi. Le teorie stabilite si basano su 180 interviste
condotte negli Stati Uniti, in Germania e in Francia. Hall e Hall (1990)
affermano di aver preso in considerazione in primo luogo le esperienze
dei capi esecutivi e dei direttori che hanno lavorato nell’ambito
aziendale internazionale. La conoscenza e le esperienze di questi uomini
d’affari, completati con le osservazioni di scrittori, artisti ed
educatori, hanno assistito alla composizione del libro (Hall & Hall,
1990, prefazione; introduzione).
Benché la teoria di Hall
e Hall sia stata sviluppata in prima istanza per il mondo aziendale
internazionale, i teorici affermano che può essere molto utile per
chiunque affronti delle situazioni interculturali (Hall & Hall,
1990, prefazione). In base alle interviste condotte, indicano che gli
Stati Uniti e i paesi in Nord-Europa sono più monocronici, mentre i
paesi mediterranei sono più policronici (Hall & Hall, 1990, p.
14-15). In questa ricerca ci aspettiamo dunque di trovare una differenza
fra gli italiani, che dovrebbero essere più policronici, e gli
olandesi, che pensiamo tenderanno più verso il lato monocronico della
dimensione. Tramite la ricerca empirica, che verrà introdotta nel
capitolo seguente, cercheremo di fornire dei dati statistici che
confermano le aspettative in base alla teoria di Hall e Hall (1990).
Hall
e Hall fanno una distinzione fra parole, cose materiali e
comportamento. Indicano specificamente di prestare attenzione ai
componenti non verbali della comunicazione interculturale (Hall e Hall,
1990, prefazione; p. 3). Ma anche se Hall e Hall fanno una divisione
esplicita tra comportamento e lingua, descrivono comunque la cultura,
visto che il comportamento che discutono deriva dai codici culturali con
cui la gente è stata programmata. Il concetto chiave del tempo dunque,
creando le strutture profonde della cultura, fa parte dell’ideologia in
cui cresciamo. Quest’ideologia può essere più monocronica o più
policronica.
A questo punto bisogna ricordare il termine
‘languaculture’ di Agar, con cui la lingua e la cultura sono state
connesse necessariamente. Abbiamo visto che la lingua, che Hall e Hall
dicono di non discutere, è strettamente collegata con la cultura, perché
i significati si estendono oltre il dizionario fino all’ideologia più
profonda della cultura. Questi significati sono generati in base alle
strutture profonde della cultura, cioè in base ai ‘codici culturali’
creati dal concetto del tempo. E’ la connessione necessaria tra lingua e
cultura dunque, la ‘languaculture’, che collega i significati con la
percezione del tempo.testo proveniente da tesi di ricerca intitolata:
di J Pieterse
Nessun commento:
Posta un commento