Archivio blog

sabato 2 maggio 2020

ANALISI DELLE DIMENSIONI CULTURALI PRESENTI DENTRO IL DIALOGO " CHE BELLA FESTA"

 ANALISI DELLE DIMENSIONI CULTURALI PRESENTI DENTRO IL DIALOGO " CHE BELLA FESTA"

 L'analisi di questo dialogo tra amici durante una festa ci consente di cogliere l'importanza del ruolo culturale della festa nella vita sociale delle persone. Infatti la festa diventa un sinonimo di socializzazione tramite la festa organizzata in casa o presso un locale fuori. Questa modalità è diventata una forma di rito molto diffuso tra i giovani e non solo come percorso ideale per facilitare la conoscenza di nuove persone in un contesto odierno dove diventa sempre più difficile conoscere delle nuove persone in carne ed ossa.
La festa è in definitiva un modo per rendere tutti più vicini in sintonia con una dimensione culturale di "bassa distanza sociale" tra i membri della società. Inoltre la festa risponde ad un bisogno culturale di " debole evitamento dell'incertezza" scaturito da una prevalente presenza della dimensione di tipo " individualismo" in cui tutti devono badare a se stessi e i compiti da portare avanti sono più importanti delle relazioni con le persone nel mondo contemporaneo. Per riparare a tale situazione si è costretti a rimediare con una dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" come dimensione culturale utile per rafforzare il bisogno di faccia positiva presente nelle persone che vivono in modo permanente la dimensione di tipo " individualismo" come una forma di fortezza della propria "faccia negativa" sempre sotto assedio. In sostanza, la possibilità di potenziare la propria faccia positiva è possibile tramite un "debole evitamento dell'incertezza" vivendo con poco stress e ansia, con una maggiore tendenza al benessere personale e allo star bene aumentando il proprio agio nelle situazioni ambigue e caotiche come una festa. La festa ricopre il ruolo di fare emergere una volontà di aderire ad una dimensione culturale di tipo " soddisfatti" dando importanza al tempo libero e con una maggiore sensazione di controllo della propria vita. Prendendo spunto dall'analisi conversazionale di questo dialogo alla luce degli strumenti della cortesia linguistica osserviamo nel primo turno di parola di Stefano un tentativo di potenziare la propria faccia positiva di fronte ad una ragazza di nome Rosa menzionando " che bella festa" come forma di descrizione del reale per innescare una dimensione di tipo " collettivismo" con il tentativo di aumentare l'appartenenza o la condivisione di una cornice situazionale con l'altro interlocutore. Tale condivisione viene mitigata alla fine da un riempitivo come l'avverbio "vero" in modo da non fare pagare troppi costi alla faccia negativa di Rosa nel caso non ratificasse la stessa visione dell'evento. Nella replica di Rosa vediamo la sua ratificazione del bisogno di faccia positiva di Stefano così come la propria adesione come modalità per ottenere a sua volta faccia positiva aggiungendo alla fine " ci sono un sacco di persone" come elemento di agio nella festa in sintonia con una dimensione culturale di "debole evitamento dell'incertezza" e come elemento di curiosità verso le differenti persone. Stefano continua il dialogo chiedendo " conosci la festeggiata?" come domanda che può essere percepita come una minaccia al bisogno di tutela della faccia negativa di Rosa perché non tutti i presenti sono veramente "invitati" dalla festeggiata ed è anche un modo per chiedere se la tua presenza è legittima come all'interno delle conversazioni di tipo paritetiche dentro una dimensione culturale di "bassa distanza sociale". Infatti Rosa non conosce la festeggiata e pertanto deve subire dei costi al bisogno di tutela della sua faccia negativa e poi offre una spiegazione per mitigare questi costi per ottenere dei benefici al bisogno iniziale di faccia positiva presente nel dialogo. Stefano continua la sua interazione con Rosa domandando " è da molto che sei qui?" rimanendo in adesione ad una dimensione di " forte evitamento dell'incertezza" perché ha bisogno di struttura e chiarezza per potersi dire " soddisfatti" ossia ottenendo un maggiore senso di controllo della propria vita e quella degli altri. Infatti Rosa afferma " sono appena arrivata" sottoscrivendo in questo modo al bisogno di " forte evitamento dell'incertezza" presente nella domanda di Stefano. Dopo queste prime domande "finalmente" Stefano si presenta per evitare di pagare dei costi per la mancanza della sua presentazione in termini di faccia positiva. La replica di Rosa è concisa per rimanere nella difesa della sua faccia negativa mentre la presentazione di Stefano rimane corta ma aggiunge un'altra domanda del tipo " di dove sei?" in sintonia con il suo bisogno di chiarezza e allo stesso tempo prova ad accedere a delle informazioni utili per creare o meno un "in-group" in funzione della risposta di Rosa.
Rosa qualifica la sua risposta in sintonia con il bisogno di chiarezza di Stefano e replica a sua volta " e tu?" aderendo de facto al bisogno di sapere se esiste o meno la possibilità di appartenenza di tipo " in-group" o " out-group" con il suo nuovo interlocutore.  La risposta di Stefano rappresenta ormai un classico in Italia, ossia la presenza di un cittadino del sud che lavora e vive al nord. Infatti, Stefano afferma " io abito a Torino" ma " sono siciliano di Pachino", vale a dire lui abita a Torino in sintonia con una dimensione culturale di tipo " individuale" dove uso il mio diritto alla privacy,  in cui gli altri membri della società sono considerati come individui o forse nel caso peggiore come " out-group" in molti altri casi dove prevale la dimensione di tipo " collettivismo". L'affermazione di Stefano " sono siciliano, di Pachino" rappresenta un modo per enfatizzare la sua appartenenza regionale e locale soprattutto come vero " in-group" della sua persona e non tanto la Sicilia. Infatti, Stefano chiede a Rosa se conosce questo paesino con il rischio di perdere il suo bisogno di faccia positiva per il semplice fatto che non tutti sono tenuti a conoscere Pachino soprattutto quando il dialogo avviene a Torino ( come si scoprirà alla fine del dialogo). Stefano non deve pagare tali costi al suo bisogno di faccia positiva perché Rosa conosce questo paesino in Sicilia e pertanto concede dei benefici interazionali alla faccia positiva di Stefano. Tuttavia questi benefici sono mitigati dal menzionare la vicinanza di questo comune con l'Africa, la quale è solitamente percepita come un elemento di minaccia e di impedimento per la valorizzazione del bisogno di faccia collettiva presente nei cittadini siciliani e in modo particolare di Pachino. Poi Rosa menziona i pomodori come forma per ridare nuovamente faccia positiva a Stefano e alla faccia collettiva di Pachino. Stefano ratifica le parole di Rosa che sono ad ogni modo dei benefici e poi continua la conversazione chiedendo " sei da sola alla festa?" in piena sintonia con il suo bisogno di chiarezza come dimensione culturale di "forte evitamento dell'incertezza" e allo stesso momento punta ad una domanda di tipo " individualismo" per aumentare il parametro di diritto alla privacy di Rosa. In aggiunta tale domanda è una forma di minaccia per il bisogno\diritto di difendere il territorio della faccia negativa di Rosa di fronte alla possibilità di associazione o meno con l'interlocutore. Rosa replica a questa domanda in modo conciso " no" , il quale rappresenta un costo da subire per la faccia positiva di Stefano anche se tali costi sono mitigati dalla descrizione della sua situazione contestuale in cui Rosa afferma di "essere venuto con un amico che ora è andato a bere con un'altra amica"  come forma di riduzione dei costi ma anche come forma di beneficio concesso al bisogno di faccia positiva di Stefano. Stefano registra la risposta con " ah ho capito" per sottolineare la poca disponibilità a pagare dei costi in termini di faccia positiva mentre lui continua con le sue domande in sintonia con la dimensione di " forte evitamento dell'incertezza" con una domanda che solitamente non viene realizzata facilmente ad una persona dell'altro genere perché " quanti anni hai?" sono dati che spesso rimangono nella sfera della propria privacy in termini di dimensione " individualismo".  Ad ogni modo Rosa, data la giovane età, ratifica la domanda con una risposta breve ( ho 30 anni) e rivolge la stessa domanda a Stefano per ottenere una reciprocità come forma di riduzione dei costi subiti da tale domanda per il suo bisogno di tutela della sua faccia negativa cercando di fare pagare dei costi anche alla faccia negativa di Stefano. Inizialmente Stefano cerca di evitare tali costi per la sua faccia negativa in termini di volontà di mantenersi nella dimensione di tipo " individualismo" con il diritto alla privatezza tramite una richiesta di "indovinare la sua età" come modo per creare una forma di adesione ad una dimensione culturale di " debole evitamento dell'incertezza". Rosa accetta affermando che Stefano "abbia 22 anni forse" quindi è un modo per dare faccia positiva a Stefano per il semplice fatto di indicare meno anni ad un'altra persona. L'aggiunta dell'avverbio "forse" ricopre la funzione di mitigare l'eccesso di benefici offerti alla faccia positiva di Stefano. Infatti Stefano non ratifica perché sono dei benefici non ricercati quando afferma " non esagerare" e offrendo la risposta " 25 anni". In tal modo Rosa ratifica motivando la sua prima risposta per non subire altri costi per la sua faccia negativa affermando " sembri più giovane". Anche Rosa compie una domanda per continuare il dialogo in sintonia con la dimensione culturale di " forte evitamento dell'incertezza" quando chiede a Stefano " che lavoro fai?" come domanda per sottolineare il bisogno di chiarezza. Stefano registra questa modalità per ottenere dei benefici per la sua faccia positiva quando afferma di essere un " ingegnere in una multinazionale".
La risposta di Rosa è " ah" come ratifica di sorpresa di tipo positivo ma breve per non concedere troppi benefici alla faccia positiva di Stefano. Tuttavia Rosa continua con la sua risposta invitando Stefano a conoscere i suoi amici come modo per uscire da una dimensione di tipo " individualismo" e aderire ad una dimensione di tipo " collettivismo" cercando di enfatizzare l'appartenenza ad un gruppo di amici. Questo è anche un modo per potenziare la propria faccia positiva da parte di Rosa con un'adesione ad una dimensione culturale di tipo " soddisfatti" perché è un modo per dirsi felice ed avere una maggiore sensazione di controllo nella propria vita. Le presentazioni sono semplici ed informali come avvengono in un contesto di "festa" anche se la richiesta di ripetere il proprio nome fatta da Stefano a Jean può essere percepita come una piccola minaccia alla faccia negativa di Jean, il quale potrebbe vivere questa richiesta di ripetizione come una piccola minaccia per la sua faccia negativa così come sentirsi incompetente in italiano e pertanto aderire in questa situazione ad una dimensione di " forte evitamento dell'incertezza". La replica di Jean sarà " sono Jean, sono francese" segnalando a sua volta la sua appartenenza ad un dato " in-group" in termini di "collettivismo".
Stefano, come a suo solito, continua con le sue domande " di dove?" per il suo bisogno di chiarezza e la risposta di Jean è " di Parigi ma sono un po' in Italia perché lavoro come giornalista". In questa replica Jean riesce a conferire molti benefici alla sua faccia positiva con la sua appartenenza alla città di Parigi come città mito nel mondo e creando pertanto una certa distanza sociale con l'interlocutore e poi il suo lavoro da giornalista evidenzia un'altra forma di beneficio in termine di valorizzazione della propria faccia positiva. Stefano replica con " ah giornalista" per compiere una ratifica piena di sorpresa positiva ascoltando la risposta di Jean. Stefano prosegue il dialogo cercando di ottenere maggiori informazioni sull'ambito di giornalismo di Jean per rimanere fedele al suo forte bisogno di evitamento dell'incertezza. La replica di Jean sarà " mi occupo di sport, faccio il corrispondente sportivo" come modo per fornire dettagli che valorizzano ancora di più la sua faccia positiva nei confronti di Stefano.  Quest'ultimo prende atto con un " interessante" per conferire faccia positiva a Jean ma senza pagare troppi costi per il suo bisogno di tutelare la sua faccia negativa all'interno di queste presentazioni. Infatti Jean ratifica con " sì molto" come risposta utile per aumentare a dismisura la sua faccia positiva. In seguito interviene Rosa per parlare di Christine definendola " Christine è una straniera" per spingere nuovamente nella dimensione di tipo " collettivismo" perché si enfatizza l'appartenenza ad un dato "in-group" e pertanto tale presentazione spinge Christine ad essere percepita come "out-group". Stefano prende atto chiedendo "di dov'è Christine?" e la sua replica sarà un modo per enfatizzare la sua appartenenza maggiormente nazionale di tipo tedesca come forma principale di "in-group" perché Christine viene dalla Bavaria ( sud della Germania) ma ha vissuto a lungo a Colonia ( nord della Germania) ed ora vive a Torino perché il marito è italiano. Quindi la risposta di Christine è molto strutturata e chiara in sintonia con il bisogno culturale di "forte evitamento dell'incertezza".
Stefano sorvola su questi dati e chiede di sapere cosa fa Christine a Torino anticipando nella sua domanda due opzioni possibili del tipo " lavori o studi?" In sostanza, Stefano per mantenere fede alla sua dimensione di " forte evitamento dell'incertezza" necessita di conoscere quale sia l'attività lavorativa del proprio interlocutore e il luogo di origine. Ad esempio, l'importanza del lavoro mette in luce una adesione ad una dimensione culturale di tipo " mascolinità" perché prevale il lavoro come dimensione esistenziale nella vita delle persone a discapito di famiglia, tempo libero o formazione. Christine replica alla domanda di Stefano con " insegno tedesco in una scuola privata" per segnalare la propria ratifica al bisogno di chiarezza di Stefano fornendo una risposta qualificata per ottenere a sua volta dei benefici per la valorizzazione della sua faccia positiva all'interno di queste presentazioni.
Nell'ambito di queste presentazioni è utile segnalare come come Jean e Christine non abbiano chiesto che lavoro facesse Stefano come se volessero segnalare un loro diritto di non associazione con Stefano come tipica risposta nella dimensione di tipo " individualismo" dove parlare per sé è cosa buona da tutelare e non si enfatizza l'appartenenza in nessun modo. Un'altra interpretazione potrebbe vedere Stefano come la persona che gestisce i turni di parola in questa conversazione e pertanto sembra il suo ruolo quello di compiere delle domande senza doverne subire da parte degli altri. Insomma sono tutti benefici per il suo bisogno di faccia positiva mentre sono colpi per la tutela della faccia negativa degli altri interlocutori.  Inoltre, è interessante notare come le domande di Stefano come forma di adesione culturale ad un "forte evitamento dell'incertezza" vengono quasi sempre ratificate senza grossi problemi di adesione da parte degli altri interlocutori mentre questo dato potrebbe essere fonte di grossi malintesi interculturali all'interno della stessa scena culturale " la festa" in un altro paese.




Stefano: Ciao! Bella festa, vero?
Rosa: Sì, è davvero bella e poi c’è un sacco di gente!
Stefano: Conosci la festeggiata?
Rosa: No, non la conosco, ma sono venuta con un amico che la conosce bene.
Stefano: Mhm. È da molto che sei qui?
Rosa: No, no. Sono appena arrivata. Saranno 10 minuti.
Stefano: E come ti chiami?
Rosa: Mi chiamo Rosa. Piacere.
Stefano: Io sono Stefano, ciao. Di dove sei?
Rosa: Abito in provincia di Biella, a Cossato. E tu?
Stefano: Io abito a Torino da qualche anno, perché lavoro in una Società di Torino, ma sono siciliano, di Pachino, che è un piccolo paese: l’hai mai sentito?
Rosa: Ah, certo! Non è il paese della Sicilia che è più vicino all’Africa? Quello dei famosi pomodori?
Stefano: Sì, brava! Hai indovinato. Sei qui da sola?
Rosa: No, sono venuta appunto con questo mio amico che è un ragazzo francese che abita nel mio
stesso palazzo. Però adesso è andato a bere qualcosa con un’altra amica e non lo vedo.
Stefano: Ah, ho capito. E quanti anni hai?
Rosa: Ho trent’anni. E tu?
Stefano: Prova a indovinare.
Rosa: Ventidue forse.
Stefano: No, non esagerare, venticinque.
Rosa: Ah, sembri più giovane. E che lavoro fai?
Stefano: Sono ingegnere in una multinazionale.
Rosa: Ah, ecco che arrivano i miei amici; vieni che te li presento. Allora, questo è Jean e lei è Christine.
Stefano: Piacere, Stefano.
Jean: Ciao, sono Jean.
Stefano: Scusa, puoi ripetere il tuo nome? Non ho capito!
Jean: Sono Jean! Sono francese.
Stefano: Di dove?
Jean: Di Parigi, ma sono qui per un po’ in Italia perché lavoro come giornalista.
Stefano: Ah, giornalista. Di cosa ti occupi in particolare? Sport, musica…
Jean: Mi occupo di sport, faccio il corrispondente sportivo.
Stefano: Interessante!
Jean: Sì, molto.
Rosa: Anche Christine è straniera.
Stefano: Ah sì? Di dove sei?
Christine: Sono tedesca. Sono nata in Baviera, ma ho vissuto per tanti anni a Colonia e adesso sono
qui a Torino perché mio marito è italiano.
Stefano: E tu lavori o studi?
Christine: Insegno tedesco in una scuola privata.

Nessun commento:

Posta un commento