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martedì 26 maggio 2020

Strumenti per l'analisi del discorso

Capire l'analisi del discorso come approccio didattico

La lingua non è un sistema lessicale e grammaticale astratto ma è un fenomeno socioculturale dinamico soggetto a molteplici variazioni. Infatti, i parlanti di una lingua sentono determinati modi di vedere e di classificare il mondo come " logici" e " naturali" quando non lo sono affatto per altre lingue.  Oggi sappiamo che le culture non sono uniforme, coese e atemporali. Infatti nel mondo odierno, il termine cultura non ha più la forza di rappresentazione di tipo " totalità" di una data comunità. L'attuale circolazione delle persone ci porta a ripensare le culture in termini processuali e relazionali, come un sistema di narrazione simboliche ( Duranti) che gli individui usano per reinterpretare la realtà. Per comunicare oggi occorre includere anche la rappresentazione del reale e reintrodurre l'immaginario come forma di appartenenza ad un collettivo. Il mondo si realizza con la nominazione delle cose e quindi i nomi fanno il mondo come aveva detto Bourdieu.
Nell'ambito dell'analisi del discorso di Fairclough ( 2003) vengono distinte 4 strategie di legittimazione del proprio discorso\ruolo:
il discorso come autorizzazione, razionalizzazione, valutazione morale, mitopoesi ( tendenza dello spirito umano a pensare e interpretare il mondo in termini mitologici). Le categorie fondamentali sono:
-l'esclusione o l'inclusione ( con i vari livelli di formalità).
- il ruolo attivo o passivo ( si realizza con la forma attiva o passiva del partecipante, con complementi introdotti da preposizioni come " da" o " da parte di" come modalità per circostanziare il discorso e con aggettivi o pronomi possessivi ( possessivizzazione); l'impersonalizzazione e la personalizzazione con le loro sottocategorie tra cui l'astrazione e l'oggettivazione.
- per la personalizzazione abbiamo la nominazione ( con gradi diversi di formalità, titolazione)
- categorizzazione ( per funzione, identificazione, relazionale e valutazione).
- sovradeterminazione, associazione e dissociazione.
-generalizzazione ( specificazione ( individualizzazione e assimilazione come collettivizzazione o come aggregazione).
L'aspetto discorsivo delle pratiche sociali è il cuore pulsante di questo metodo analitico.
 Come viene rappresentato l'altro è un modo per capire se viene personalizzato o nominato o impersonalizzato. Nel mondo dei media in Italia ad esempio, gli stranieri sono spesso categorizzati e essenzializzati come membri di un'appartenenza etnica senza offrire la possibilità di una qualche variazione di ruolo da parte di queste persone.
L'oggettivazione è un modo per impersonalizzare l'altro sociale rappresentandolo attraverso un luogo o un oggetto molto legato alla persona o all'attività dell'altro.
- l'aggregazione, le statistiche, i numeri sono utilizzati per creare consenso.

Quali sono gli elementi lessicali valutativi: gli aggettivi, i verbi modali ( hanno molto potere nella rappresentazione della realtà, i congiuntivi fanno capire la propria posizione di fronte all'enunciato.
Quali sono i valori presupposti nel testo:
- valori positivi: si crea con l'uso di un campo semantico per avvalorare la propria testi come nel caso del tema della produttività ( usare le risorse, creare ricchezza, creare lavoro, progresso, sviluppo, crescita).
valori negativi: abbandonare le proprie origini, la propria terra, contro lo sviluppo economico.
Spesso per capire le strategie discorsive usate per legittimare le pratiche sociali abbiamo l'uso delle auto-rappresentazioni: ad esempio, il ruolo di un protagonista del testo può essere agentivato con forme passive o attive nel discorso.
Per legittimare il proprio ruolo si può essere definito in modo impersonale attraverso oggettivazioni strumentali e astratte che conferiscono un'autorità indiscutibile.
L'uso di pronomi come " noi, nostro" sottolinea l'autoreferenzialità del discorso. Inoltre, la creazione di un sistema di valori viene realizzato con una costellazione di termini per avvalorare la propria posizione.
La non rappresentazione dell'altro è un modo per delegittimare il proprio operato. Di fatto, la non categorizzazione dell'altro, né la sua funzione né la sua identificazione relazionale sono strumenti per non fare capire al lettore chi sia la controparte.
Il tempo come categoria del discorso viene assolutizzato con avverbi come " sempre, mai, definitivamente". Per alcuni attori sociali si usa " sempre" per altri " mai". Inoltre un attore più forte può essere sovradeterminato come parte in causa.
Un'altra strategia è quella di etnicizzare il conflitto come strategia di resistenza. Si legittima il reclamo presente ancorandolo al passato e assolutizzando l'identificazione del gruppo con il territorio. Per legittimare la propria causa occorre individuare una giusta sovradeterminazione come per rendere il proprio punto di vista utile anche per le altre categorie. 

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