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mercoledì 20 maggio 2020

LA MIA DIDASSI

"All'inizio ci fu l'atto linguistico dentro una scena culturale".

Partendo da questo enunciato racconto in modo sintetico la mia visione dell'insegnamento delle lingue straniere alla luce delle mie ultime esperienze didattiche. La mia convinzione mi spinge a sostenere che senza una conoscenza del contesto extralinguistico durante l'apprendimento di una lingua, il nostro insegnamento diventa una esperienza di formalismo grammaticale, in cui gli studenti tentano di memorizzare delle categorie morfologiche senza nessuna capacità di usarle in maniera spontanea all'interno di un sapere interazionale, dialogico ed intersoggettivo come solitamente è il caso nella comunicazione interpersonale. Insomma senza capire il contesto ho sempre l'impressione di " parlare al muro". Lo studio della dimensione conversazionale, sociolinguistica e in definitiva sociopragmatica sono i miei orizzonti pedagogici per dare senso a questo insegnamento linguistico inteso come comprensione di un'altra cultura. Per cultura intendo il modo comunicativo più usato per agire linguisticamente in maniera pertinente dentro una data comunità di parlanti. Tale lavoro di comprensione extralinguistico, con l'ausilio del materiale didattico in aula, è reso possibile partendo dall'analisi del testo o del dialogo come un luogo di interpretazione di relazioni sociali presenti tra i gli interlocutori. Nell'affrontare il testo didattico adopero l'analisi degli atti linguistici con la loro forza illocutoria e perlocutoria, senza dimenticare il ruolo del piano locutorio, come prima modalità di incontro con l'unità di lavoro. Tali atti linguistici usano una certa "forza" comunicativa in sintonia con la teoria della cortesia linguistica perché la realizzazione di un atto linguistico è correlato con il grado di imposizione, la relazione tra gli interagenti così come e il potere relativo tra di loro. Inoltre, questi atti linguistici pronunciati dai parlanti sono spesso compiuti in sintonia come la tendenza o meno in una data cultura di valorizzare la faccia positiva di colui che riceve il vostro esempio oppure con l'intento di preservare la faccia negativa dell'interlocutore. La capacità di adoperare delle strategie comunicative in sintonia con questi due concetti di " face-work" sono elementi centrali per ogni analisi conversazionale per capire le relazioni presenti all'interno di un dialogo. Cercare di mettere in luce questi elementi rappresenta un modo molto fecondo, a mio modo di vedere, di avvicinarsi al testo dal punto di vista della "linguacultura" da studiare. La preoccupazione prettamente morfologica può trovare risposta tramite l'analisi linguistica delle forme verbali adoperate dagli atti linguistici costituiti principalmente intorno ad un verbo inteso nella sua capacità semantica e pragmatica di compiere un'azione linguistica. L'insegnabilità di strategie linguistiche dove vengono utilizzati atti linguistici in assonanza con la faccia negativa o positiva del parlante così come il grado di imposizione, la distanza sociale tra i partecipanti e il potere relativo tra gli interlocutori sono i miei strumenti operativi preferiti nel mio modo di intendere l'insegnamento delle lingue straniere.
In aggiunta, la possibilità di compiere un ampliamento del campo semantico presente all'interno del testo o dialogo resta un punto importante durante lo svolgimento dell'unità di lavoro.
Questo quadro metodologico per affrontare il testo in ambito didattico è correlato ad un uso sociopragmaticamente efficace della lingua tramite il riconoscimento della scena culturale in cui si svolge " il discorso". Nell'ambito della scelta dei materiali didattici da me utilizzati per compiere questo passaggio verso la dimensione culturale prediligo lavorare con i proverbi, le espressioni idiomatiche, i modi di dire, i testi pubblicitari, gli slogan ( in senso ampio), i riti e i miti presenti in quella società, i testi sul cinema, lo sport e la televisione.
Questi esempi di materiali didattici hanno la funzione di aiutare lo studente in termini di "motivazione" nell'approcciare la lingua con l'ausilio di testi significativi sul piano culturale ma anche linguistico. In questo modo dimostriamo di mantenere fede alla nostra sfida di tenere uniti la dimensione culturale con quella linguistica. Le strategie didattiche da mettere in campo sono legate alla comprensione di questi materiali culturali con degli esercizi strutturati, scelta multipla, le attività di incastro, di definizione della frase, di riformulazione del proverbio o di attività di cloze o altri giochi ludici.
Questi sono alcuni elementi di base del mio modo di intendere il lavoro di "docente di lingua straniera" con la finalità di formare dei giovani capaci di comparare i propri orizzonti culturali ed aprirsi al mondo senza paura e senza confini culturali prestabiliti.

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