Questo titolo scelto da Saviano, all'interno della sua rivista l'Antitaliano dell'espresso, mette in contrapposizione il concetto di " buon senso" inteso come un insieme di parametri culturali presenti storicamente nel paese come "modus operandi" per legittimare il bisogno di faccia positiva collettiva ( riconoscimento della sua antica saggezza) in opposizione al " senso comune" di una grossa parte della popolazione in termini di adesione ad una società di parte sempre più marcata sul piano della dimensione culturale di tipo " collettivismo" perché gli altri vengono quasi sempre percepiti come persone " out-group", le mie opinioni sono sempre più dettate dal mio "virtuale" in-group" di riferimento mentre il concetto di "buon senso" viene legato ad un insieme più variegato di dimensioni culturali, quali ad esempio " un forte evitamento dell'incertezza" con un bisogno di chiarezza nella vita sociale, un " noi di tipo coscienzioso" per la dimensione di tipo " collettivismo", una società legata ad un "orientamento temporale a breve termine" in cui ci sono delle linee universali a proposito di ciò che è bene o male nelle situazioni, con una ricerca di una sensazione di controllo della propria vita tramite l'adesione ad una dimensione di tipo "soddisfatti".
Nel sottotitolo dell'articolo di Saviano notiamo una serie di temi che sono molto rilevanti per cogliere gli elementi culturali del dibattito italiano: migranti, armi, droghe, aborto.
Tutti questi temi provengono direttamente dall'agenda politica della Lega di Salvini, la quale è capace di imporre sulla scena mediatica la sua visione della realtà a tutto il resto della popolazione italiana compiendo de facto un grosso attacco al bisogno di faccia negativa del resto della popolazione, la quale vorrebbe difendere il suo diritto di " privatezza". Per Saviano tutti questi temi che si possono affrontare in modo intelligente e pratico vengono invece branditi a scopo di " trend topic", ossa temi alla moda per ottenere consenso.
Questi temi riproposti in questo articolo riguardano argomenti molto discussi nei media italiani ma rimangono dei temi imposti da una sola parte della politica, ossia La Lega con la sua " hidden agenda" con lo scopo unico di rafforzamento il senso di appartenenza ad un dato " in-group" attraverso la scelta di temi molto divisivi perché riguardano i valori personali delle persone.
Ad esempio, il tema dei migranti diventato centrale nella scena politica italiana era precedentemente un grande tema solo della Lega e della destra italiana in generale. Questo tema dell'immigrazione, scelto sapientemente da parte di alcuni leader politici, ha la doppia valenza di essere un tema molto complicato da gestire, con la possibilità di mantenere il tema sul tavolo per decenni, assicurandosi in tal modo la sua posizione di leader " duraturo" su temi lunghi o impossibili da risolvere.
Quindi da un lato abbiamo l'uso di questo tema con una finalità tutta "interna" al mondo dei leader politici come abbiamo appena descritto senza cogliere la portata centrale dei "migranti" nella società italiana come uno spartiacque culturale tra una società con un profilo " a breve orientamento temporale" o una società " a lungo termine temporale". In altre parole, la possibilità di regolarizzare i migranti, con la conseguente riconoscenza di diritti, sarebbe un modo di gestire il fenomeno nella prospettiva culturale di creare un "orientamento temporale a lungo termine" all'interno del paese legale. In altre parole, l'Italia dimostrerebbe di essere capace di adattarsi alle nuove circostanze storiche, in cui il bene e il male dipendono dalle situazioni, le tradizioni sono modificabili in funzione del cambiamento e il tutto sarà utile per collocare i fatti più importanti del paese nel futuro. La regolarizzazione dei migranti, con la possibilità a breve di richiedere la cittadinanza italiana da parte dei migranti, sarebbe sicuramente un dato che porterebbe dei cambiamenti molto importanti dentro la società italiana.
A mio modo di vedere, la cittadinanza concessa ai migranti renderebbe l'Italia un paese più moderno ed efficiente poiché la società dovrebbe diminuire la sua distanza sociale storica tra i vari gruppi sociali italiani con l'arrivo di tanti nuovi italiani che non hanno la stessa storia culturale in termini di relazione tra cittadini e lo Stato. La regolarizzazione dei migranti in senso generale consentirebbe una forma di chiarezza e strutturazione dei rapporti tra italiani e nuovi italiani per creare quell'adesione ad un "forte evitamento dell'incertezza" sul piano giuridico. In seguito permetterebbe l'attivazione di parametri culturali come quelli di un " noi di tipo coscienzioso" con il mantenimento o la ricerca di una maggiore armonia all'interno della società. Infine sarebbe un tentativo per dare una sensazione di controllo della propria vita come " Stato" inteso come la faccia collettiva legale degli italiani in termini di adesione ad una dimensione culturale di tipo " soddisfatti".
Al contrario la visione " segregazionista" tra italiani e migranti colloca ampiamente il paese in una dimensione di tipo " orientamento a breve termine" perché il paese è sempre uguale a se stesso, le tradizioni non si modificano e i fatti del paese sono tutti da collocare nel paese. Inoltre, il mantenimento dei migranti in situazione di precarietà giuridica, lavorativa ed esistenziale non consente come propaganda la Lega di avere una società più sicura ma al contrario abbiamo una società che si abitua a vivere nell'ambiguità e nel caos delle relazioni non chiare e pertanto si è costretti a vivere con poco stress in queste circostanze. Al contrario, la società italiana complessivamente vive queste situazioni con una piena adesione ad un " forte evitamento dell'incertezza", ossia con stress, ansietà ed intolleranza verso i comportamenti divergenti. Inoltre la presenza di migranti non regolari fa diminuire la possibilità della costruzione di un " in-group" più inclusivo, spingendo al contrario le persone ad aderire ad un " individualismo" inteso come necessità di badare solo a se stessi, con scarsa enfatizzazione dell'appartenenza e con l'aumento di opinioni dettate dal mio " in-group" originario senza concedere la possibilità di riconoscere i bisogni dell'altro. In definitiva, tale non riconoscimento dei diritti dei migranti come cittadini diventa un modo per aderire in pieno ad una dimensione culturale del tipo " vincolata" perché le cose non dipendono dal mio volere, la libertà di parola non è più di prima importanza e poche persone in questo quadro possono dirsi felici. Praticamente è una totale minaccia per il bisogno di potenziare la faccia collettiva del paese per rimanere imprigionati nella illusione di una qualche difesa del proprio spazio personale inteso come una cortesia negativa da difendere ad oltranza come nel catenaccio ma senza avere nessuna prospettiva di contrattacco purtroppo in questo caso.
Il tema delle armi è ancora un tema imposto dalla Lega, il quale non dovrebbe neanche fare parte dell'agenda politica italiana per tanti motivi storici e culturali. Invece, questo tema viene utilizzato perché rappresenta un'ottima modalità per creare adesione ad un certo " in-group" che intende difendersi da solo in quanto lo Stato non sembra capace di compiere tale funzione di protezione della "faccia collettiva" negativa degli Italiani. Una società che accetta l'uso dell'armi diventa in termini culturale una società che implementa una maggiore distanza sociale tra i suoi membri perché le sorti dei più deboli interessano sempre meno e un marcato bisogno di " individualismo". Tale uso delle armi trova spesso risoluzione nella violenza in senso ampio collocando molta parte della sua esperienza di vita nella dimensione di " forte evitamento dell'incertezza" perché combatte la minaccia con ansia e nervosismo, cerca la chiarezza con l'uso delle armi tramite un forte bisogno emotivo di sicurezza anche se sarà difficile ottenerlo in un quadro sociale di totale precarietà per tante persone.
Le armi spingono ad una forte dimensione di tipo " individualismo" perché tutti sono tenuti a badare a se stessi, mettendo a rischio il principio di lealtà alla società, parlare per sé diventa essenziale con il diritto di proteggere la propria "privacy" ad ogni costo per ottenere una possibilità di controllo della propria vita in termini culturali del tipo " soddisfatti". Tuttavia, tale possibilità viene accompagnata allo stesso tempo da una scarsa propensione a ricordare le emozioni positive per via della volontà di affrontare situazioni molto spiacevoli. In sostanza, la dimensione di tipo " vincolati" sarebbe comunque presente all'interno di questa adesione alle armi e pertanto rimangono alti i costi da subire per un ipotetico potenziamento della faccia positiva dei partigiani dell'uso delle armi.
La maggior parte degli italiani intesi come la maggioranza silenziosa preferisce rilegare l'uso della violenza alle forze dell'ordine come protettori della faccia collettiva negativa degli italiani perché l'idea sarebbe quella di non essere la persona più competente per risolvere un problema personale di natura giustiziale. Con questa attitudine maggioritaria nel paese si ritorna ad una dimensione di " debole evitamento dell'incertezza"così come ad una ritrovata dimensione di tipo " collettivismo"con il fatto che la popolazione aderisce ad uno Stato definito come "faccia collettiva" in cambio di protezione anche in assenza di lealtà nel caso italiano. Inoltre, l'uso delle armi contiene delle ripercussioni sulla dimensione culturale di tipo " mascolinità" e " femminilità" perché l'uso delle armi è sostanzialmente all'appannaggio degli uomini e pertanto sarebbe una modalità per spingere gli uomini ad essere assertivi e gestire questi fatti ( le armi) mentre le donne avrebbero un ruolo di gestioni delle emozioni principalmente.
Un altro tema manicheo messo in luce da Saviano riprendendo i temi cari alla Lega è quello dell'uso delle droghe in modo legale o illegale nella società italiana. Sicuramente in ambito internazionale il tema della legalizzazione delle droghe leggere è andato crescendo nel tempo con una declinazione di tipo " terapeutico" in giro per il mondo. Nel contesto italiano, il tema delle droghe è necessariamente unito al tema delle organizzazioni criminali, le quali sono i maggiori produttori e rivenditori di droghe leggere e pesanti sul territorio nazionale. La possibilità di legalizzare le droghe sarebbe sicuramente una possibilità per non vedere più lo Stato come "ente etico" ma invece come un regolatore dei processi sociali presenti nella società. La posizione della Lega sulle droghe è di tipo proibizionista con il vantaggio di giovare molto alle mafie e pertanto dimostrerebbe l'affidabilità della Lega come partito amico del mondo delle "mafie" come tipica pratica per accreditarsi i loro voti. Tutte queste considerazioni rimangono ovviamente nella cosiddetta " hidden agenda" della Lega. In termini più analitici potremmo dire che l'uso legale delle droghe consentirebbe di avere una società con una maggiore adesione ad una dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" perché aumenterebbe la tolleranza verso le persone che fanno uso " pubblico" di droghe leggere, si aumenterebbe una tendenza a vivere con meno stress e ansietà questi comportamenti. Di fatto si creano le premesse per una adesione ad un "orientamento temporale a lungo termine" perché ciò che è bene o male dipende dalle circostanze e le tradizioni sono modificabili in funzione dei cambiamenti nella società. La legalizzazione delle droghe consentirebbe una maggiore tendenza a ricordare le emozioni positive, aumentando la libertà di parola di tutti coloro che hanno subito i costi per l'impossibilità di avere "faccia positiva" durante questi anni di proibizionismo. Tale pratica rappresenta un modo per ridare " faccia" positiva a coloro che usano in modo ricreativo e non pubblico le droghe leggere mentre sarebbe un colpo molto forte alla faccia negativa per tutti coloro che non vogliono questa legalizzazione. Per lo Stato, la legalizzazione sarebbe un modo per aumentare la sua capacità fiscale e allo stesso tempo sarebbe un colpo molto forte alle " mafie". Questi sono due benefici che porterebbero dei vantaggi elevati al bisogno di faccia negativa dello Stato italiano dopo aver subito dei costi per la perdita di faccia positiva per l'incapacità di contrastare lo "spaccio" nella sua veste di "stato etico" voluto principalmente dal mondo cattolico, dalle destre ( Lega e fratelli d'Italia) ma anche da molta parte della politica tradizionale.
Al contrario, la proibizione delle droghe nello spazio territoriale italiano consente la vendita in modo illegale da parte di piccoli venditori ( spacciatori) riforniti spesso dalle mafie consentendo a loro di potenziare la loro faccia positiva ( essere apprezzate per il loro servizio alla comunità) facendo pagare dei costi molto elevati al bisogno di tutela della faccia negativa del cittadino\consumatore che viene criminalizzato per il semplice uso di droghe leggere. Questa " criminalizzazione", in sintonia con una dimensione culturale di " forte evitamento dell'incertezza", da parte dello Stato, costringe il cittadino a vivere in ambiguità, con tolleranza la presenza delle mafie, ossia in ampia sintonia con la dimensione di " debole evitamento dell'incertezza". Questo tipo di proibizionismo spinge ad aderire ad una cultura con un "orientamento temporale a breve termine" perché il paese è sempre uguale a se stesso e la vita legale del paese è guidata da imperativi morali. In sostanza, le mafie vivono il proibizionismo in ampia sintonia con una dimensione di tipo " soddisfatti" perché hanno un controllo del proprio operato e soprattutto quello degli altri, consentendo a loro di creare una dimensione temporale a lungo termine poiché il proibizionismo aumenta la loro disponibilità economica. I consumatori, l'erario, la polizia vivono nella dimensione culturale di tipo " vincolati" perché le cose non dipendono dal loro volere, con un orizzonte temporale a " breve termine" perché queste mancate risorse spingono il paese dentro un percorso di bassa crescita economica.
Un altro tema ancora più manicheo e addirittura fuori moda come il tema dell'aborto ha il pregio di fare vedere come le tematiche possono essere importate da altri contesti culturali per manipolare la vita politica di un paese. In Italia, il tema dell'aborto può avere una sua rilevanza collegandolo al tema della scarsa natalità del paese, ossia la possibilità di abortire costituisce una minaccia per il bisogno di faccia collettiva di una parte di elettorato che vive molto male la propria denatalità come spesso sottolineato dalla Lega. In definitiva, la Lega cerca di guadagnare "faccia positiva" da questo tema facendo pagare dei costi molto alti alla difesa della faccia negativa ( bisogno di riservatezza) di coloro che intendono abortire come unica soluzione praticabile per loro. Tale comportamento rappresenta una minaccia per quel tipo di elettorato che pretende difendere una "faccia collettiva" positiva del paese senza cogliere il rischio di finire in piena adesione ad una dimensione di "forte evitamento dell'incertezza" per queste persone, le quali non vedono aiuti alla maternità, né asili nidi per tutti, né aiuti concreti per mettere al mondo un bambino in Italia.
Le rivendicazioni di Salvini possono essere un "boomerang" molto forte per la sua ricerca "spasmodica" di faccia positiva tramite l'adesione alla sua dimensione culturale preferita, vale a dire una " dimensione di debole evitamento dell'incertezza" perché il leader della Lega si trova a proprio agio nell'ambiguità, vive il tutto con poco stress poiché l'unico scopo è quello di enfatizzare e dettare la linea di appartenenza del suo fedele " in-group". L'appartenenza è molto più importante che la realtà o dei compiti da portare avanti come leader politico. Il suo operato politico si potrebbe collocare in bilico tra due dimensioni culturali, ossia quella di un "orientamento a breve termine così come a lungo termine".
Infatti, per Salvini è importante da un lato ribadire che le tradizioni del paese sono importanti, il bisogno di essere orgogliosi del proprio paese e il bisogno di imperativi per guidare la vita del paese. Tutti questi parametri presenti nella dimensione " a breve termine temporale" si possono ottenere non tramite la costanza ma soltanto con l'abilità "mediatica" di tipo "individualistica" del leader della Lega, il quale si mostra abile ad adattarsi alle circostanze mostrando come il bene di un paese dipenda dalle situazioni del momento. Tutto questo è possibile perché i politici e il mondo dei media aderiscono ad una società con " alta distanza sociale" in cui legittimare il proprio operato è irrilevante e di fondo i cittadini sono percepiti come " incompetenti" da parte dei politici e media. Quest'ultimi sono abituati a nascondere da sempre i fatti alla pubblica opinione in sintonia in questo preciso caso con una dimensione di " forte evitamento dell'incertezza".
Saviano parlando di questi temi fa appello alla necessità di essere "intelligenti e pratici", vale a dire aderire ad una dimensione culturale di " debole evitamento dell'incertezza" come avviene tra persone intelligenti che accettano la differenza di idee con curiosità e non come una minaccia. Il senso "pratico" invocato da Saviano aderisce ad una dimensione di tipo " orientamento temporale a lungo termine" perché ciò che è bene o male dipende dalle nuove circostanze e le regole si modificano in funzione del cambiamento. Insomma serve un paese che voglia investire in se stesso e cerchi di migliorare se stesso con un vero confronto con gli altri paesi. Saviano osserva come tale approccio non trova spazio in Italia perché tutti questi temi menzionati precedentemente sono tutti utilizzati soltanto come tanti temi " alla moda" per aumentare il proprio bisogno di appartenenza ad un dato " in-group" mostrandosi in tal modo come un " noi di tipo incosciente" di fronte al bisogno di faccia collettiva positiva del paese Italia. Questi elenchi di temi fanno parte dell'agenda di destra e pertanto sono già una minaccia per il bisogno di tutelare la faccia negativa collettiva del cosiddetto " pd" italiano.
Per Saviano la realtà di questi temi si affronta in due modi: uno di buon senso ( spiegato ampiamente precedentemente) e uno stupido ( da incompetenti e pertanto a breve termine). L'affermazione molto corretta di Saviano ma non completa ( secondo me) è la seguente: Salvini affronta temi importanti in modo stupido. Certamente si deve concordare con tale affermazione ma occorre aggiungere in modo manipolatorio. Infatti Salvini sembra felice di essere il campione di questo metodo secondo Saviano, facendogli pagare dei costi elevati alla sua faccia negativa di Salvini ma allo stesso tempo concedendo benefici alla sua volontà di potenziare la sua faccia positiva come politico scaltro.
Saviano parla di " armi e farsi giustizia da sé" come modo stupido di affrontare la presunta " emergenza" sicurezza. In questo modo viene ratificato l'accettazione dell'agenda politica della Lega pur facendo pagare dei costi alla faccia positiva della Lega con l'uso dell'aggettivo " stupido" e " presunta". Infatti l'emergenza è presunta perché i dati sono in calo e pertanto è un modo per conferire faccia positiva alle forze dell'ordine di fronte al loro tentativo di ridurre questi atti di criminalità, i quali rappresentano una minaccia al bisogno di faccia negativa degli italiani, vale a dire nel loro bisogno di autonomia e di non impedimento. Saviano spiega come il meccanismo utilizzato da molti politici è quello di prendere un episodio singolo e di farne una regola generale, ossia un fatto che potrebbe essere visto come un fatto di tipo " individualismo" dove parlare per sé è cosa buona e " io" è una parola importante diventa invece una strategia per dettare appartenenza tramite l'adesione ad una visione della realtà di tipo " in-group".
Per Saviano, un politico normale dovrebbe incitare i cittadini a fidarsi delle forze dell'ordine e di " denunciare" e non chiedere di prendersi il porto d'armi come soluzione. Per l'autore di Gomorra appare chiaro come il politico debba spingere le persone ad aderire a questa " famiglia allargata" delle forze dell'ordine in cambio di lealtà da parte loro come indica la dimensione di tipo " collettivismo" e in seguito diventa " individualismo" con l'atto di esporre denuncia come adesione ad un " io di tipo coscienzioso" dove parlare per sé è cosa buona. Invece la Lega chiede di sorvolare il primo passaggio di tipo " collettivismo" per avere una visione di tipo " diritto alla privacy" o alla violenza come valore presente nella direzione di una cultura del tipo " individualismo". Le conseguenze di questo comportamento sono spiegato da Saviano in questo modo: " se spari e uccidi la tua vita cambia per sempre" e " non vale la pena rischiare la vita per la propaganda stupida ma fatta per calcolo, di un politico incosciente.
Quindi " se spari e uccidi" inteso come totale adesione ad una dimensione culturale di " forte evitamento dell'incertezza" collochi la tua vita in seguito in modo permanente ad aderire ad una dimensione di tipo " vincolati" dove è difficile dirsi felice e sarà ancora più difficile ricordare delle emozioni positive dopo tale atto. Pertanto il suggerimento di Saviano è quello di aderire ad una dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" piuttosto che dare peso alle strategie di tipo " individualismo" di ma solo di facciata di un politico come Salvini.
Sul tema delle droghe abbiamo la presenza di slogan politici della Lega come " nessuna tolleranza verso gli spacciatori di morte" e " li andremo a prendere casa per casa".
Questi slogan della Lega di Salvini cercano di coinvolgere il suo "in-group" di riferimento con l'uso di una dimensione di " forte evitamento dell'incertezza" perché la minaccia deve essere combattuta ( a parole) perché implica una presenza di stress e nervosismo insopportabile per quel gruppo di appartenenza che sempre " a parole" non vuole pagare tali costi al suo bisogno di faccia positiva. L'altro slogan del tipo " li andremo a prendere casa per casa" rappresenta una forte minaccia per il diritto delle persone alla loro "privacy" nella propria abitazione come possiamo trovare nella dimensione di tipo " individualismo" come per dire esiste un " noi di tipo coscienzioso" salviniano che vuole fare pagare dei costi al bisogno di faccia negativa degli spacciatori di droga tramite questa adesione alla dimensione di tipo " collettivismo". In definitiva, la propaganda di Salvini è quella di attaccare lo " status quo" culturale in cui il debole evitamento dell'incertezza è di regola nello spazio sociale per spingere il paese verso un "forte bisogno di evitamento dell'incertezza". Queste parole definite come una "buffonata" da Saviano rappresentano una minaccia alla faccia collettiva di tanti italiani che si sentono presi in giro dalle sue parole, minacciando il loro diritto all'autonomia in termini di faccia negativa. La soluzione per " ridare" potenziamento alla faccia positiva degli italiani, dopo il commento di Saviano sarebbe di seguire questo percorso: la legalizzazione delle droghe per aumentare la qualità del prodotto venduto e chiudere il rubinetto di soldi alle organizzazioni criminali. Le parole di Saviano fanno capire bene come la legalizzazione sia un modo per fare rientrare in una dimensione di tipo " collettivismo" tutti quei comportamenti che erano rimasti ai margini tramite il parametro " parlare per sé è cosa buona" per ogni individuo coinvolto in questa pratica. La legalizzazione offre un bisogno di chiarezza ai tanti cittadini e genitori come forma di risposta del tipo " forte evitamento dell'incertezza" per i cittadini coinvolti in questo fenomeno.
In aggiunta, tale provvedimento significa una capacità di creare un orientamento temporale a lungo termine con la capacità di modificare il comportamento in funzione del cambiamento messo in atto. In pratica, è un modo importante per riprendere una sensazione di controllo della propria vita. Per Saviano, i venditori di droghe offrono sul mercato dei prodotti di bassa qualità ai ragazzi e questo diventa una grossa minaccia al bisogno di faccia negativa del consumatore, al contrario la legalizzazione dovrebbe evitare di fare pagare tali costi alla faccia negativa del cliente. Tuttavia il punto principale nella proposta di Saviano è quello di tagliare i soldi alle mafie con i proventi delle droghe, in altri termini è un modo per fare pagare costi molti elevati alla faccia negativa delle mafie che fanno affari in silenzio in sintonia con la dimensione di tipo " individualismo", perché i clienti vanno da soli ( parlare per sé è cosa buona), il tutto in un contesto culturale e giuridico in cui prevale sempre il bisogno di aderire ad una " dimensione di debole evitamento dell'incertezza" funzionale alle mafie così come ai tanti addetti della giustizia italiana perché entrambi vivono ad agio nell'ambiguità e nel caos accettando di vivere ogni giorno così come viene. Inoltre, la criminalità e gli operatori della giustizia prediligono una dimensione culturale di tipo " individualismo" perché ambedue si rivolgono al cittadino privato nel suo " io di tipo (in)-coscienzioso" così come nel suo bisogno di privatezza. Di fatto non hanno nessun interesse nello sviluppare una dimensione di tipo " collettivismo" in questo ambito sociale particolare. Per Saviano la possibilità di rifornirsi di droghe dopo la legalizzazione sul mercato illegale può susssistere ma lo scrittore si domanda retoricamente chi avrebbe voglia di subire una tale minaccia di perdita di faccia negativa se tale droga si trova anche legalmente. Saviano spinge alla chiarezza piuttosto che al pericolo dell'ambiguità secondo le giuste parole di Saviano.
Questa legalizzazione darebbe la possibilità di " sbugiardare" le parole di Salvini per ridurre i tanti benefici ottenuti per la sua faccia positiva negli ultimi anni. L'immigrazione per Salvini è stato un tema di comunicazione non di "gestione del fenomeno" come avrebbe dovuto fare il " decreto sicurezza". Per Salvini la comunicazione sull'immigrazione rappresenta soltanto il bisogno di enfatizzare la propria faccia positiva e quella di una parte dell'elettorato, mentre il dato più importante della "gestione" intesa come capacità di legittimare il proprio operato come succederebbe in una società a " basso indice di distanza sociale" rimane disatteso. Questo comportamente è totalmente logico perché Salvini aderisce ampiamente ad una dimensione culturale in cui non si sente il bisogno di legittimare ilproprio operato e di fondo la gerarchia sociale è sempre sinonimo di ineguaglianza esistenziale.I suoi decreti sicurezza sono un tentativo di aderire pienamente ad una dimensione di " forte evitamento dell'incertezza" con intolleranza verso le esigenze delle persone e pertanto facendo aumentare l'ambiguità e il caos per tutti coloro che devono gestire l'immigrazione come fenomeno composto da " persone" e non da numeri. Questo decreto doveva fare aderire il paese ad una dimensione di tipo " soddisfatti" con un aumento della sensazione di controllo nella propria vita politica invece l'impossibilità di attivare molte parti di questi decreti spinge " de facto" gli operatori sul terreno ad aderire ad una dimensione di tipo " vincolati" perché le cose non dipendono da loro e hanno poca libertà di parola in questo clima politicamente "amico" per le forze dell'ordine. Per riparare a tutti questi costi subiti da parte della faccia collettiva negativa degli italiani, la nuova maggioranza oggi al potere deve riuscire a mantenere una tutela della sua faccia negativa durante l'operazione di fare pagare dei costi molto elevati ad una parte della maggioranza attuale e precedente ancora molto sensibile alle istanze " poco realistiche" del capo politico della Lega. Per Saviano è importante smascherare le parole di Salvini per ridurre in modo drastico i tanti benefici alla sua faccia positiva provenienti dalla sua perenne propaganda, per la sola "qualità" di essere stato scelto come il nemico perfetto da parte di molta politica italiana.
In seguito vediamo come Salvini abbia menzionato con la solita leggerezza del proprio " in-group" un tema come l'aborto come se fosse uno stile di vita sbagliato del tipo "fai tardi la sera, bevi troppo spritz o ti va di abortire". Per Saviano, l'operazione messa in atto da Salvini è quella di mettere sullo stesso piano delle pratiche di vita molto differenti come se fossero delle possibilità di aderire ad una dimensione di tipo " soddisfatti", ovverosia delle pratiche che consentono di dirsi felice, dando importanza al proprio tempo libero come modalità per vivere delle emozioni da ricordare. Al contrario bisognerebbe segnalare come la difficoltà di vivere una pratica come l'aborto in un contesto italiano in cui molti medici si dicono " obiettori di coscienza" fa capire bene la situazione di adesione ad una dimensione di tipo " vincolati" nel compiere tale pratica in cui mi sento abbandonato dalla sanità pubblica e pertanto sono poco propenso ad immaginare tale pratica come un'emozione positiva. Questa pratica dell'aborto può rientrare nella dimensione di tipo " forte evitamento dell'incertezza" perché la possibilità di una gravidanza per alcune persone è vissuta come una minaccia da combattere, con molto stress e ansietà perché sono costretti a vivere questo aborto come un fatto di tipo " individualistico" poiché devo badare a me stesso con un "io di tipo coscienzioso". L'intento di Salvini è quello di collocare l'aborto come se fosse un elemento di discussione presente nella dimensione " collettivismo" del paese per creare un " noi di tipo coscienzioso" dei nostri atti di fronte al resto della faccia collettiva negativa della nazione. Al contrario, la dimensione di tipo " collettivismo" è rilevante in questo caso ma per mettere in luce la perdita di faccia collettiva positiva dell'Italia per l'assenza di servizi sul territorio creando automaticamente un " out-group" per coloro che non possono permettersi di aver un figlio. In molte occasioni si potrebbe parlare di un'adesione ad una dimensione di tipo " individualismo" malgré moi nel caso di molte donne costrette ad abortire. Purtroppo questo tema dei servizi non presenti sul territorio sarebbe un tema di poco interesse per il deputato Salvini.
Saviano spiega come il meccanismo di Salvini sia quello di occupare lo spazio mediatico non dicendo la verità, vale a dire a ritrovarsi in totale dissonanza con la massima di sincerità ( non dire ciò che non puoi provare) di Grice in ambito comunicativo. Insomma in Italia per esistere occorre "dirla grossa" nello spazio mediatico altrimenti non interessa mai niente alla stragrande maggioranza della popolazione per via di una totale assenza di dibattito argomentato e serio nel panorama mediatico italiano. Questo concetto di "dirla grossa" significa creare spettacolo e quindi aderire sempre di più ad una dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" come tratto essenziale e vitale per compiere queste operazioni di totale ambiguità e caos nella vita politica del paese. Peraltro, questo è possibile perché i cittadini sono visti come incompetenti per via di una grossa distanza sociale tra l'odierno sistema mediatico e la vita reale della gente. Inoltre la grossa contraddizione risiede nel forte bisogno di evitamento dell'incertezza da parte della popolazione nel suo complesso che non trova riscontro nei bisogni da soddisfare da parte della politica, i media, il mondo della giustizia e la criminalità organizzata. Tutti questi attori diversi tra di loro hanno in comune di aderire ad una dimensione di " debole evitamento dell'incertezza" perché trovano vantaggi nel vivere nell'ambiguità come eterno modo per non risolvere i problemi della gente.
Per Salvini, lo scopo è quello di mettere sul tavolo dei "temi" che possono dividere la società in modo da aumentare il bisogno di faccia positiva da parte del proprio "in-group" elettorale facendo pagare senza scrupoli costi molto elevati a tutti coloro che vogliono avere la propria opinione sulle cose e che preferiscono parlare per se stessi. Infatti, la prova di questa volontà di spingere la propria appartenenza con personaggi " sempreverdi" come Mussolini sono delle modalità per compiere anche degli attacchi al bisogno di faccia negativa da parte di leader come Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, la quale deve vedere Salvini come un concorrente molto agguerrito nel suo desiderio di prendersi tutta la leadership della destra italiana. Salvini potenzia la sua faccia positiva facendo pagare dei costi a tutti gli altri senza distinzione con la conseguenza che la parte " molle" del paese si è " salvinizzata" identificandosi con i temi di facile comprensione offerti dal leader della Lega. Per Saviano, la domanda essenziale è di capire come mai il buon senso sia una strada percorsa da poca gente, ossia perché l'intelligenza non arriva mai ad avere dei temi " trend topic (alla moda)" nel paese mentre i temi cari alla destra riescono facilmente a fare breccia nella società italiana.
Questa domanda, con la possibilità di trovare una risoluzione, è di fondamentale importanza per capire meglio il concetto che vede molti italiani avere delle opinioni soltanto in funzione del proprio "in-group" di appartenenza, senza dare troppo peso a coloro che difendono delle opinioni di "buon senso" ma che possono apparire come di tipo " individualismo" perché non appare nessun gruppo dietro a tale richiesta. La risposta ricercata da Saviano può trovare degli elementi di risposta nel mondo della scuola, nel quale è stato insegnato ad imparare spesso a memoria senza insegnare un metodo di lavoro, dove si è insegnato un linguaggio distante dalla realtà e dove si è insegnato la formalità come unico modo di gestire il reale. Per fortuna possiamo dire che la storia culturale italiana è stata fatta da persone come Gramsci, Pasolini, Salvemini, Laura Morante, Pirandello e tante e tanti altri, i quali attestano la possibilità ( sempre ardua) di rovesciare l'impoverimento culturale nel quale è caduto il paese.
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Il buon senso ucciso dal senso comune
Migranti, armi, droghe, aborto. Tutti temi che si possono affrontare in modo intelligente e pratico. E che invece vengono branditi a scopo di “trend topic”
Non esistono tanti modi
per affrontare temi importanti, ma solo due: uno di buonsenso e uno
stupido. Salvini affronta tempi importanti in modo stupido. Non è
l’unico, ovviamente, ma oggi è il campione. Consapevole, felice e
orgoglioso di esserlo.
Parlare di armi e invitare le persone a farsi giustizia da sé è un modo stupido di affrontare la presunta emergenza sicurezza. Presunta perché i dati, che tutti possiamo leggere facendo una rudimentale ricerca in rete, dicono chiaramente che i reati predatori sono in diminuzione. Cosa significa questo? Che non ci sono più ladri, scippatori, rapinatori? No, certo che ci sono, ma significa che c’è una tendenza alla costante diminuzione perché evidentemente le forze dell’ordine lavorano meglio di quanto l’ex ministro voglia farci credere. E significa anche che un episodio singolo non può essere preso a regola generale. L’invito di un politico non dico serio, ma normale, dovrebbe essere quello a fidarsi delle forze dell’ordine, a sporgere denuncia e non a prendere il porto d’armi per eventualmente sparare a chi ti entra in casa. Anche perché, mi è capitato di scriverlo, se spari e uccidi, la tua vita cambia irrimediabilmente. Anche perché, mi è capitato di viverlo, se reagisci a una rapina non sai come va a finire e non vale davvero la pena rischiare la vita per la propaganda stupida, ma fatta per calcolo, di un politico incosciente.
E poi ancora sulle droghe: nessuna tolleranza verso gli spacciatori di morte!, dice Salvini: li andremo a prendere casa per casa. Quante volte l’ho sentita questa cosa del “casa per casa”! Che enorme buffonata. Possibile ci sia ancora chi ci crede? Le droghe vanno legalizzate, subito e vanno legalizzate tutte perché è l’unico modo per raggiungere due obiettivi che considero rivoluzionari. Il primo è che a circolare siano sostanze controllate e non la merda che oggi “i nostri ragazzi”, come amano chiamarli i politici più inconsistenti, si iniettano nelle vene, sniffano o fumano. Perché anche qui, basta davvero fare una banalissima ricerchina in rete: se le droghe sono legali non aumentano i consumatori; che aumentino con la legalizzazione è leggenda metropolitana come quella dello spinello anticamera dell’eroina. Il secondo è prosciugare la prima voce di guadagno delle organizzazioni criminali, ovvero i proventi del narcotraffico. Chiudere quel rubinetto significa dare alle mafie un colpo da cui difficilmente si rialzeranno. Anche se le sostanze stupefacenti venissero legalizzare, ci sarebbe ancora un mercato parallelo e illegale, obbiettano alcuni. Può darsi, ma chi rischierebbe sanzioni e un processo se può procurarsi hashish, erba e magari anche cocaina ed eroina in maniera legale? Abbiamo davvero tutti gli strumenti per sbugiardare chi si presenta, come farebbe il condomino più rompipalle del quartiere, al citofono di una famiglia di immigrati per disturbare a ora di cena.
Che dire poi sul come ha comunicato, più che gestito, l’immigrazione. Gli effetti dei decreti sicurezza sono disastrosi e oggi bisogna correre ai ripari provando a non far fare al Presidente del Consiglio e agli ex alleati di governo la figura degli scendiletto di un buffone. Sarà difficile.
Ma veniamo all’ultima: Salvini ha parlato di aborto e ne ha parlato come se abortire fosse una cattiva abitudine, uno stile di vita sbagliato. Fai tardi la sera? Bevi uno spritz di troppo? Abortisci? Ecco, il piano è lo stesso. Ma cosa sto qui a dire che l’aborto, in verità, in Italia è un diritto negato… Cosa sto qui a dire che ci sono regioni in cui mancano medici abortisti negli ospedali pubblici…
Parliamoci chiaro, il gioco orma è scoperto: dico una cazzata, occupo tutti gli spazi possibili, tutti replicano perché le sparo davvero grosse e così do l’impressione di esistere. Anzi, esisto.
Il giochino dura qualche giorno: sono sempre primo in trend topic, me la gioco con Mussolini, un giorno lui, un giorno io: bene, altro “padre nobile”, un sempreverde.
Guardate che il problema non è il fesso che occupa il segmento del fesso; il problema, riflettiamoci, non è Salvini, che ogni questione importante la affronta alla maniera del giullare cattivello, un po’ pignolo ma comunque perdigiorno, inconcludente, come quegli studenti impreparati che per far passare l’ora dell’interrogazione fanno ammuina. Il problema è che l’opzione di buonsenso non sia percorsa da nessuno: una strada deserta, vento, qualche rotolacampo. Mi perdoni Emma Bonino, che ha sempre un’opinione pragmatica, ma da sola, a bilanciare, non può farcela. Allora non chiediamoci perché ci sia stupidità nella politica, ma dove sia il suo contrario e perché in trend topic non ci arrivi mai.
Parlare di armi e invitare le persone a farsi giustizia da sé è un modo stupido di affrontare la presunta emergenza sicurezza. Presunta perché i dati, che tutti possiamo leggere facendo una rudimentale ricerca in rete, dicono chiaramente che i reati predatori sono in diminuzione. Cosa significa questo? Che non ci sono più ladri, scippatori, rapinatori? No, certo che ci sono, ma significa che c’è una tendenza alla costante diminuzione perché evidentemente le forze dell’ordine lavorano meglio di quanto l’ex ministro voglia farci credere. E significa anche che un episodio singolo non può essere preso a regola generale. L’invito di un politico non dico serio, ma normale, dovrebbe essere quello a fidarsi delle forze dell’ordine, a sporgere denuncia e non a prendere il porto d’armi per eventualmente sparare a chi ti entra in casa. Anche perché, mi è capitato di scriverlo, se spari e uccidi, la tua vita cambia irrimediabilmente. Anche perché, mi è capitato di viverlo, se reagisci a una rapina non sai come va a finire e non vale davvero la pena rischiare la vita per la propaganda stupida, ma fatta per calcolo, di un politico incosciente.
E poi ancora sulle droghe: nessuna tolleranza verso gli spacciatori di morte!, dice Salvini: li andremo a prendere casa per casa. Quante volte l’ho sentita questa cosa del “casa per casa”! Che enorme buffonata. Possibile ci sia ancora chi ci crede? Le droghe vanno legalizzate, subito e vanno legalizzate tutte perché è l’unico modo per raggiungere due obiettivi che considero rivoluzionari. Il primo è che a circolare siano sostanze controllate e non la merda che oggi “i nostri ragazzi”, come amano chiamarli i politici più inconsistenti, si iniettano nelle vene, sniffano o fumano. Perché anche qui, basta davvero fare una banalissima ricerchina in rete: se le droghe sono legali non aumentano i consumatori; che aumentino con la legalizzazione è leggenda metropolitana come quella dello spinello anticamera dell’eroina. Il secondo è prosciugare la prima voce di guadagno delle organizzazioni criminali, ovvero i proventi del narcotraffico. Chiudere quel rubinetto significa dare alle mafie un colpo da cui difficilmente si rialzeranno. Anche se le sostanze stupefacenti venissero legalizzare, ci sarebbe ancora un mercato parallelo e illegale, obbiettano alcuni. Può darsi, ma chi rischierebbe sanzioni e un processo se può procurarsi hashish, erba e magari anche cocaina ed eroina in maniera legale? Abbiamo davvero tutti gli strumenti per sbugiardare chi si presenta, come farebbe il condomino più rompipalle del quartiere, al citofono di una famiglia di immigrati per disturbare a ora di cena.
Che dire poi sul come ha comunicato, più che gestito, l’immigrazione. Gli effetti dei decreti sicurezza sono disastrosi e oggi bisogna correre ai ripari provando a non far fare al Presidente del Consiglio e agli ex alleati di governo la figura degli scendiletto di un buffone. Sarà difficile.
Ma veniamo all’ultima: Salvini ha parlato di aborto e ne ha parlato come se abortire fosse una cattiva abitudine, uno stile di vita sbagliato. Fai tardi la sera? Bevi uno spritz di troppo? Abortisci? Ecco, il piano è lo stesso. Ma cosa sto qui a dire che l’aborto, in verità, in Italia è un diritto negato… Cosa sto qui a dire che ci sono regioni in cui mancano medici abortisti negli ospedali pubblici…
Parliamoci chiaro, il gioco orma è scoperto: dico una cazzata, occupo tutti gli spazi possibili, tutti replicano perché le sparo davvero grosse e così do l’impressione di esistere. Anzi, esisto.
Il giochino dura qualche giorno: sono sempre primo in trend topic, me la gioco con Mussolini, un giorno lui, un giorno io: bene, altro “padre nobile”, un sempreverde.
Guardate che il problema non è il fesso che occupa il segmento del fesso; il problema, riflettiamoci, non è Salvini, che ogni questione importante la affronta alla maniera del giullare cattivello, un po’ pignolo ma comunque perdigiorno, inconcludente, come quegli studenti impreparati che per far passare l’ora dell’interrogazione fanno ammuina. Il problema è che l’opzione di buonsenso non sia percorsa da nessuno: una strada deserta, vento, qualche rotolacampo. Mi perdoni Emma Bonino, che ha sempre un’opinione pragmatica, ma da sola, a bilanciare, non può farcela. Allora non chiediamoci perché ci sia stupidità nella politica, ma dove sia il suo contrario e perché in trend topic non ci arrivi mai.
https://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2020/02/20/news/il-buon-senso-ucciso-dal-senso-comune-1.344690
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