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giovedì 14 maggio 2020

Il manifesto dei Verdi per un’Europa sociale ed ecologica

Il manifesto dei Verdi per un’Europa sociale ed ecologica

di Isabella Bufacchi

Ska Keller (a sinistra)  e Bas Eickhout, candidati capilista dei Verdi per le elezioni europee di maggio (Afp)
Ska Keller (a sinistra) e Bas Eickhout, candidati capilista dei Verdi per le elezioni europee di maggio (Afp)

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
FRANCOFORTE - Un'Europa più verde, più sociale, più unita e soprattutto democratica, libera, rispettosa dei diritti dell'uomo, attenta alla protezione dell'ambiente e dei posti di lavoro, solidale verso i Paesi deboli e lontana dall'austerità a tutti i costi: sono questi gli obiettivi dei Verdi Europei che oggi a Berlino hanno eletto la tedesca co-presidente dei Verdi al Parlamento europeo, Ska Keller (37 anni) e l'europarlamentare olandese Bas Eickhout (42 anni) come co-candidati capilista (Spitzenkandidaten) per le elezioni europee che si terranno il prossimo maggio.
«È iniziata così oggi la nostra campagna per le europee», ha detto Ska Keller dopo aver ricevuto il mandato da 99 delegati radunati in una tre-giorni berlinese e provenienti da tutta Europa. «Siamo sotto attacco, l'attacco della destra estrema che sta minacciando i valori e i principi basilari sui quali è stata costruita l'Europa», ha continuato Keller, secondo la quale “verde e sociale” vanno di pari passo, perché sono le classi più povere quelle più colpite dall'inquinamento, dagli alti costi energetici.
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Domenica 25 novembre è invece il grande giorno per presentare il Manifesto dei Verdi europei, per le elezioni del prossimo maggio: un documento sul quale i circa 100 delegati hanno discusso animatamente e che conterrà dodici punti e progetti essenziali. Stando a voci di corridoio, i Verdi europei hanno deciso di puntare molto sull'europeismo contro il nazionalismo. «Non è una questione di sì all'Europa o no all'Europa unita – ha enfatizzato Bas Eickhout – ma piuttosto dobbiamo domandarci qual è l'Europa che vogliamo». Sì dunque agli Stati federali europei, a un budget europeo più corposo per fare più investimenti nelle infrastrutture, nell'energia rinnovabile e nel sociale perché per i Verdi tutti ma proprio tutti hanno diritto all'assistenza sociale in Europa.
Sì all'Unione bancaria, a una tassazione più “equa” - e dunque più elevata - sulle grandi multinazionali e sulle tech companies. Sì al fondo di disoccupazione europeo come strumento di stabilizzazione nelle crisi economiche. Sì alla riforma delle politiche agricole.
I Verdi europei intendono dunque spingersi oltre quanto fatto finora dall'asse Francia (Macron)-Germannia (Merkel) ma impegnandosi nel mantenere un approccio concreto e realistico, portando avanti politiche facilmente comprensibili per quell'elettorato che ha perso fiducia nello Stato, nell'Europa e in quell'estabilishment colpevole di essersi allontanato dalla realtà della vita di tutti i giorni dei cittadini europei. «Serve un'Europa più forte per fronteggiare la prossima crisi», ha promesso Eickhout, secondo il quale solo con «risposte concrete» riusciremo a prendere voti.

Resta da vedere come i Verdi europei riusciranno a proporre politiche concrete per coniugare la protezione dell'ambiente con la protezione e la creazione dei posti di lavoro, con una politica sull'immigrazione rispettosa dei diritti dell'uomo. «La Germania ha un potenziale enorme, potrebbe fare molti più investimenti e non sta facendo abbastanza», ha tuonato la Keller. Anche l'Europa, per i Verdi, non ha fatto abbastanza: ha consentito che il divario tra ricchi e poveri si allargasse spianando la strada al populismo e al nazionalismo. «Il sociale e il verde sono due facce della stessa medaglia», ha chiosato Keller secondo la quale i posti di lavoro creati con le energie rinnovabili sono di lungo periodo e ci saranno per sempre, mentre quelli legati al fossile sono destinati a scomparire.

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