Conciliare socialismo e liberalismo
Rosselli
parte dalla critica della concezione politica marxista per approdare a
un’idea di società in cui la libertà dell’individuo e l’autonoma
iniziativa delle parti sociali si concilino nella comunità politica con
la giustizia sociale. Nella costruzione di una
società nuova, indirizzata a riposizionare l’uomo come soggetto
politico al suo centro senza cedere alle lusinghe del liberalismo
individualista e ai miraggi del collettivismo egualitario, Rosselli
esalta la dignità della persona, la natura relazionale
dell’uomo e la necessità di esprimersi e realizzarsi nella comunità
in cui si vive con libertà e creatività . Nel pensiero di Rosselli è
quindi possibile trovare le radici socialiste e liberali della sussidiarietà
e una certa convergenza ideale su questo principio, seppur partendo da
presupposti diversi, con quella parte della cultura cattolica italiana
che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa.
Sussidiarietà e solidarietà per la dignità dell’uomo
Un altro motivo di convergenza si ha intorno all’idea della ” solidarietà ” , principio indispensabile alla corretta interpretazione e alla migliore applicazione della sussidiarietà . Basti pensare a Giuseppe Dossetti e all’insistenza con cui difese il nesso tra sussidiarietà orizzontale e solidarietà , portando il suo contributo alla formulazione degli articoli 2 e 3 della costituzione repubblicana.
Il metodo democratico può funzionare solo se una società si mostra
solidale e responsabile di fronte alle sue parti più deboli e attenta
alle sue esigenze. Per Rosselli la condizione necessaria è la conquista
di un ” grado relativo di benessere ” perché ” la miseria è la gran
nemica ” del consorzio civile cosìcome ” la ricchezza privilegiata ” .
Solo una prospettiva che rispetti l’uguaglianza sostanziale può ” riaffermare le irrinunciabili esigenze dei principi fondamentali del liberalismo ” e permettere all’uomo l’emancipazione.
In altri termini, per Rosselli, il socialismo può portare alla ”
attuazione progressiva della idea di libertà e di giustizia fra gli
uomini ” a patto che l’uomo e la vita associata non vengano compresse
dallo Stato e che la libertà si accompagni ” con la riaffermazione dei
valori dello spirito ” e con ” una più equa distribuzione delle ricchezze ” .
Verso una società libera tesa alla felicità dell’uomo
Sussidiarietà
e solidarietà quindi cooperano sul piano sociale e politico per
assicurare la dignità della persona; entrambi i principi restano
fondamentali valori nell’orizzonte di uno Stato che si ponga l’obiettivo
di realizzare una ” società felice
” . Per Rosselli ” l’emancipazione o sarà integrale – corpo e anima –
o non sarà ” . Benché egli nel saggio non citi espressamente la
sussidiarietà , tutta la sua riflessione tesa a conciliare gli opposti
di libertà e socialità vanno in questa direzione. Egli contesta le
ideologie che fanno dello Stato ” l’amministratore, il gerente
universale, il controllore dei diritti e delle libertà ” dei cittadini
e auspica un capovolgimento di prospettiva in cui l’individuo e la
società organizzata precedano lo Stato, volendolo piuttosto garante del
bene comune cui tendono le componenti sociali.
Riferendosi
allo Stato socialista-marxista, cui implicitamente affianca anche
quello autoritario fascista, Rosselli mette in guardia dagli eccessi dell’autorità politica e dal peso dell’amministrazione pubblica
che si sostituiscono alla società nella pretesa di indicare la strada
verso il benessere comune che necessariamente diviene collettivo e
pianificato. A tutti appaiono chiari, scrive Rosselli ” i pericoli
della elefantiasi burocratica, della invadenza statale,
della dittatura dell’incompetenza, dello schiacciamento d’ogni
autonomia e libertà individuale, del venir meno dello stimolo dei
dirigenti come negli esecutori”.
La tendenza predominante nel campo socialista-liberale
Rosselli pensa a una società costruita dal basso con al centro la persona
con i suoi bisogni e intuisce che la corrente socialista volta al
progresso civile ” è in favore di forme di conduzione per quanto
possibili autonome, sciolte correlative ai vari tipi di impresa, che ne
rispettino le tanto varie esigenze ” . La società si costituisce ” di
forme miste, con innesto dell’interesse generale sul particolare, forme
individuali e familiari, a seconda delle tradizioni, della tecnica,
dell’ambiente ” ; di forme, in breve, che scaturiscono dalla libera
volontà degli uomini che si associano generando verso l’alto lo Stato,
articolato nelle sue diverse formazioni sociali e ad esse funzionale.
D’altronde egli è convinto che la libertà sia una conquista, ” che si
conserva solo col continuo esercizio delle proprie facoltà , delle
proprie autonomie ” . Nello sviluppare questa riflessione, Rosselli si
rifà anche all’esperienza di Proudhon, dal quale il principio di sussidiarietà è più volte richiamato nel suo federalismo integrale.
Metodo liberale, partecipazione e sussidiarietà
Per Rosselli il ” metodo liberale e democratico ” è l’autogoverno che
invita ” i popoli e le classi, al pari degli individui ” ad
amministrarsi ” da sé, con le loro forze, senza interventi coercitivi o
paternalistici ” . Esso deve sospingere ” gli uomini a esercitare le
loro più alte facoltà nell’approntare istituti che li inducano a partecipare attivamente alla vita sociale ” . Le parole d’ordine del metodo liberale diventano cosìpartecipazione, responsabilità e reciprocità .
E alla domanda di chi si chiede dove si manifesti il liberalismo,
Rosselli risponde che esso è vivo ” in tutte le forze attive ” e
rivoluzionarie della storia; ” in tutte le forze sociali che – sia pure
senza averne sempre piena consapevolezza – esercitano una funzione
rinnovatrice, in tutte le forze che intendono superare lo stato sociale
attuale e aprire alla libertà e al progresso ” nuove vie.
Per
questo liberalismo e socialismo sono ben lungi dall’opporsi, ma
appaiono, secondo Rosselli, ” legati da un intimo rapporto di
connessione ” , secondo cui la libertà è ” la forza ideale ispiratrice
” , mentre l’azione sociale ” la forza pratica realizzatrice ” .
L’equilibrio tra queste due forze è dato proprio dai principi di
sussidiarietà e solidarietà che regolano la partecipazione dei cittadini
e dei corpi intermedi nella vita dello Stato e garantiscono l’uso ”
funzionale ” dei pubblici poteri. In questo modo l’azione sociale
assume un valore morale che trova fondamento nell’autonoma iniziativa e
nella responsabilità dei cittadini, singoli e associati, che, nel
quadro della comunità politica, si attivano per realizzare il bene comune nell’interesse generale.
https://www.labsus.org/2017/07/la-ricerca-della-sussidiarieta-rileggere-socialismo-liberale-di-carlo-rosselli/
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