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giovedì 8 aprile 2010

esercizio di antropologia: Indovinate di chi stiamo parlando?

Usanze tribali

Usero’ a modo di racconto questo anedotto che vi potrà sembrare a prima vista distante ma che invece caretterizza molto bene un sensazione che tanti stanno vivendo. Ecco la storia:
i membri di questa tribù praticano alcuni rituali periodici finora poco intelligibili per gli osservatori esterni alla loro tribù di appartenenza. Uno di questi rituali viene celebrato in genere ad intervalli di due o quattro anni, ma avvolte succede che passa meno tempo tra un rito all’altro. Questo rito, di solito, viene celebrato durante le giornate festive o che diventeranno festive per la popolazione più giovane di quella comunità. Abbiamo la presenza di un gruppo di iniziati che viene scelto da parte di altri iniziati definiti come quelli della “prima ora” per vivere in prima persona questo evento importantissimo per questa tribù. Questi iniziati che adesso chiamero’ “privilegiati” vivono segregati e sono oggetto di omaggi ed adorazione da parte dei “fedeli” cui vengono lasciati vedere soltanto saltuariamente. Prima del rituale vivono un intenso periodo di preparazione mentale e fisica durante il quale devono aver un comportamento inappuntabile. In questo dato periodo dovranno alternare dei lunghi periodi di “orazione” ad intensi esercizi fisici che possono andare dalle strette di mano, al presenziare dei banchetti in loro omaggio oppure nel compiere dei viaggi all’interno della contea di loro appartenenza. Dopo aver osservato questo lungo periodo di preliminari arrivano i famigerati giorni del rituale che li porteranno a diventare alcuni di loro la “voce oratoria” di quei “osservatori esterni” di cui parlavo all’inizio del mio racconto.
Ecco come io ho vissuto queste elezioni campane come un racconto di Malinowski immerso tra gli abitanti del Pacifico indiano. A voi di capire i personaggi e i vari ruoli interpretati in questo racconto.

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