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giovedì 16 aprile 2020

RIPASSO CON VERBI CON DISCORSO INDIRETTO

2  Confronta il verbo del discorso diretto con quello corrispondente del discorso indiretto e completa la frase con il verbo adeguato: credere/pensare oppure dire/sostenere.
1. “La mente umana è sfruttata solo in parte.”
Molti scienziati _______________________ che la mente umana è sfruttata solo in parte.
2. “Il venerdì 17 porta sfortuna.”
Molti italiani _______________________ che il venerdì 17 porti sfortuna.
3. “I vegetariani mangiano solo frutta e verdura.”
Molti _______________________ che i vegetariani mangino solo frutta e verdura.
4. “La televisione trasmette messaggi pericolosi.”
Renzo ______________________ che la televisione trasmette messaggi pericolosi.
5. “Marta è molto vanitosa.”
Le amiche di Marta _______________________ che lei sia molto vanitosa.
 


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soluzioni:
dicono/sostengono
credono/pensano
credono/pensano
dice/sostiene
credono/pensano

 
5 Trasforma le frasi in discorso indiretto: non cambiare il modo verbale e fai attenzione ai verbi andare e venire.

Lui le chiede: “Vuoi venire a Milano con me?”. Lei risponde: “Ci vengo molto volentieri”.
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Noi vi chiediamo: "Venite con noi al cinema?". Voi ci rispondete: “Verremmo volentieri, ma dobbiamo andare dalla zia”.
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Sergio dice: "Sto andando a casa. Vuoi venire in macchina con me?". Mirco risponde: “No, grazie, vado a piedi”.
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Io chiedo loro: “Dove state andando?”. Loro mi rispondono: “Andiamo al mercato. Vieni anche tu con noi?”.
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Ti chiedo: “A che ora vieni da me domani?”. Tu mi rispondi: “Vengo verso sera”.
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soluzioni:
Lui le chiede se vuole andare a Milano con lui e lei gli risponde che ci va molto volentieri.
Noi vi chiediamo se venite con noi al cinema e voi ci rispondete che verreste volentieri, ma dovete andare dalla zia.
Sergio dice che sta andando a casa e chiede a Mirco se vuole andare in macchina con lui. Mirco lo ringrazia e gli risponde che va a piedi.
Io chiedo loro dove stanno andando, loro mi rispondono che vanno al mercato e mi chiedono se vado anch’io con loro.
Ti chiedo a che ora vieni da me domani, tu mi rispondi che vieni verso sera.


b) Completa il discorso indiretto.


  1. Era un piccolo paese in cui tutti si conoscevano.” Parlando del suo paese, il nonno raccontava che __________________________ un piccolo paese in cui tutti __________________________.
  2. La nonna non sta bene.” Dice che la nonna non __________________________ bene.
  3. Pensavo che il mare in questa zona fosse pulito.” Pensava che il mare in quella zona __________________________ pulito.
  4. "L’importante non è vincere, ma partecipare." Il barone Pierre de Coubertin disse che l’importante non ________________________ vincere, ma partecipare.
  5. Rosa non può uscire, non perché non ne abbia voglia, ma perché ha tanti compiti.” Sua sorella al telefono mi ha appena detto che Rosa non __________________________ uscire, non perché non ne ____________________________ voglia, ma perché __________________________ tanti compiti.
  6. Per questa infezione si dovrebbe consultare il medico.” La farmacista poco fa ha detto che per questa infezione si __________________________ consultare il medico”.
  7. Se domani starà meglio, verrà in gita con voi.” Ci ha fatto sapere che se domani __________________________ meglio, suo figlio _________________________ in gita con noi.
  8. In questi anni non siete cambiati!” Di sicuro rivedendovi esclamerà che in questi anni non __________________________.
soluzioni:
  1. era, conoscevano
  2. sta
  3. fosse
  4. è
  5. può, abbia, ha
  6. dovrebbe
  7. starà, verrà
  8. siete cambiati

 
13 Riscrivi l’intervista nella forma del discorso indiretto, introducendolo con verbi al presente.

Intervista a Paul Auster, scrittore di New York. - 07.01.2010
I.: “Se dovesse lasciare New York, dove andrebbe a vivere?”
P.A.: “Andrei a Parigi. Se dovessi scegliere un luogo negli Stati Uniti, sceglierei il Vermont, ma in campagna, mai un’altra città americana”.
I. _______________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
P.A. _____________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
I.: “Usa Internet?”
P.A.: “Non ho il computer. Uso una macchina da scrivere. Mia moglie usa Internet, quindi, quando ho bisogno di qualcosa, chiedo a lei. Ho anche un assistente al quale posso chiedere di fare una ricerca in rete”.
I. _______________________________________________________________________________________
P.A. _____________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
I.:”Teme che il computer possa inquinare il suo lavoro o la sua vena creativa?”
P.A.: “Osservo i miei amici che fanno uso di e-mail. La sensazione che ho è che vengano travolti dalle mail che ricevono. Io non voglio essere tanto raggiungibile quanto lo sono loro. Non ho neppure un cellulare e mi rendo conto che assomiglio sempre di più a un dinosauro”.
I. _______________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________
P.A. ______________________________________________

soluzioni: 
L’intervistatore chiede a Paul Auster dove andrebbe a vivere, se dovesse lasciare New York.
Lo scrittore risponde che andrebbe a Parigi e che, se dovesse scegliere un luogo negli Stati Uniti, sceglierebbe il Vermont, ma in campagna, mai un’altra città americana.
L’intervistatore gli chiede se usa/usi il computer e lo scrittore risponde che non ha il computer e che usa una macchina da scrivere. Sua moglie usa Internet, quindi, quando ha bisogno di qualcosa, chiede a lei. Inoltre dice che ha anche un assistente al quale può chiedere di fare una ricerca in rete.
L’intervistatore gli chiede se teme che il computer possa inquinare il suo lavoro o la sua vena creativa e lo scrittore risponde* che osserva i suoi amici che fanno uso di e-mail e dice che ha la sensazione che vengano travolti dalle mail che ricevono. Lui, invece, non vuole essere tanto raggiungibile quanto lo sono loro. Infine, lo scrittore aggiunge/afferma che non ha neppure un cellulare e si rende conto che assomiglia sempre di più a un dinosauro.
Con i verbi evidenziati è possibili usare di + infinito:
risponde di non avere il computer e di usare una macchina da scrivere
dice di avere anche un assistente
dice di avere la sensazione
aggiunge/afferma di non avere neppure un cellulare e di rendersi conto di assomigliare sempre di più a un dinosauro.
* In questa frase è meglio evitare di + infinito;“lo scrittore risponde di osservare” sembrerebbe un ordine.
 
15 Riscrivi il testo nella forma del discorso indiretto, introducendolo con verbi al passato: ha detto/disse, ha raccontato/raccontò...

Sfogo di uno studente
Sono in terza superiore, ma non studio, non mi impegno, perdo tempo e per questo sono in contrasto con i miei genitori. Mia madre vuole l‘impegno, so che lei ci tiene al mio futuro, ma a me viene voglia di fare il contrario. Più mi dicono di impegnarmi e meno lo faccio.
Non voglio che i genitori pensino che studio perché me lo dicono loro. Provo un fastidio insopportabile: se un giorno mi alzo e mi metto a studiare, loro pensano che finalmente sono riusciti a farmelo capire. Ma io non voglio che sia merito loro... Mi dà l’idea di essere sotto il loro controllo.
Vorrei che se ne andassero in ferie, mi lasciassero da solo e che tornassero vedendomi impegnato e studioso. Non potrebbero pensare che sia merito loro e delle loro insistenze, ma che l’abbia deciso io. Non voglio fare ciò che piace a loro, ma fare ciò che sembra giusto a me.
Non mi lasciano da solo a casa perché non si fidano di me, pensano che studierei ancora meno. In questo modo non usciamo più dal circolo vizioso: più mi stanno addosso, meno mi impegno. Meno studio, più loro continuano a chiedermi se oggi ho studiato, quante pagine ho fatto e mi dicono di guardare mio fratello che è bravo e responsabile e di pensare al mio futuro. Cose che mi irritano e mi fanno passare la voglia di fare sul serio.”
soluzioni: 
Lo studente raccontò che era in terza superiore, ma non studiava, non si impegnava, perdeva tempo e per questo era in contrasto con i suoi genitori. / Lo studente raccontò di essere in terza superiore, ma di non studiare, di non impegnarsi, di perdere tempo e di essere, per questo, in contrasto con i suoi genitori.
Sua madre voleva l‘impegno e lui sapeva che lei ci teneva al suo futuro, ma a lui veniva voglia di fare il contrario. Più gli dicevano di impegnarsi e meno lo faceva.
Non voleva che i genitori pensassero che studiava perché glielo dicevano loro. Provava un fastidio insopportabile: se un giorno si alzava e si metteva a studiare, loro pensavano che finalmente erano riusciti a farglielo capire. Ma lui non voleva che fosse merito loro... Gli dava l’idea di essere sotto il loro controllo.
Avrebbe voluto che se ne fossero andati in ferie, lo avessero lasciato da solo e che fossero tornati vedendolo impegnato e studioso. Non avrebbero potuto pensare che fosse merito loro e delle loro insistenze, ma che l’avesse deciso lui. Non voleva fare ciò che piaceva a loro, ma fare ciò che sembrava giusto a lui.
Non lo lasciavano da solo a casa perché non si fidavano di lui, pensavano che avrebbe studiato ancora meno. In questo modo non uscivano più dal circolo vizioso: più gli stavano addosso, meno si impegnava. Meno studiava, più loro continuavano a chiedergli se quel giorno aveva/avesse studiato, quante pagine aveva/avesse fatto e gli dicevano di guardare suo fratello che era bravo e responsabile e di pensare al suo futuro. Cose che lo irritavano e gli facevano passare la voglia di fare sul serio.

 
17 Riscrivi l’intervista nella forma del discorso indiretto, introducendolo con verbi al passato.
Intervista a Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986.
I.: “A cosa attribuisce il suo brillante stato mentale, all'età di 100 anni?”
R.L.M.: “Mantengo sempre attivo il mio cervello, tuttavia non sono preoccupata per me stessa. Mi interesso del mondo che mi circonda e mi preoccupo in modo particolare di aiutare, combattendo l'ignoranza e i privilegi, quelle decine di milioni di persone che ancora muoiono di fame ogni giorno”.
I._______________________________________________________________________________________
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R.L.M.____________________________________________________________________________________
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I.: “È lei a tenere vivo il suo cervello o è il suo cervello a tenere viva lei?”
R.L.M.: “In realtà, non è così facile distinguere tra l'influenza che la mente ha sul corpo e viceversa. Il cervello non è in grado di funzionare se il corpo non è in salute: non sarei in grado di lavorare se soffrissi di qualche malattia”.
I._______________________________________________________________________________________
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R.L.M.____________________________________________________________________________________
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I.: “Quali sono a suo giudizio i lavori scientifici più promettenti?”
R.L.M.: “È difficile dire quali siano i campi di ricerca più promettenti. Il nostro cervello non è programmato geneticamente come quello degli insetti. Gli esseri umani si trovano continuamente sotto l'influenza dell'ambiente. Studiare il ruolo dell'ambiente sul nostro cervello è certamente un campo di estremo interesse, oggi”.
I._______________________________________________________________________________________
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R.L.M.____________________________________________________________________________________
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I.: “Se iniziasse oggi la sua carriera, cosa studierebbe?”
R.L.M.: “Cercherei sostanzialmente di migliorare le capacità cognitive del nostro cervello, diminuendo al contempo le capacità arcaiche di natura affettivo - limbica, essendo la prevalenza di queste ultime responsabile di così tante tragedie nel mondo”.
I._______________________________________________________________________________________
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R.L.M.____________________________________________________________________________________
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 soluzioni:
L’intervistatore chiese a Rita Levi Montalcini a cosa attribuisse il suo brillante stato mentale all'età di 100 anni e il premio Nobel per la medicina gli rispose che manteneva sempre attivo il suo cervello. Aggiunse che, tuttavia, non era preoccupata per se stessa, che si interessava del mondo che la circondava e si preoccupava in modo particolare di aiutare, combattendo l'ignoranza e i privilegi, quelle decine di milioni di persone che ancora morivano di fame ogni giorno.
L’intervistatore le chiese se fosse lei a tenere vivo il suo cervello o fosse il suo cervello a tenere viva lei. Rita Levi Montalcini rispose che, in realtà, non è così facile distinguere tra l'influenza che la mente ha sul corpo e viceversa e precisò che il cervello non è in grado di funzionare se il corpo non è in salute e lei non sarebbe stata in grado di lavorare se avesse sofferto di qualche malattia.
L’intervistatore le chiese quali fossero a suo giudizio i lavori scientifici più promettenti e la scienziata rispose che era difficile dire quali fossero i campi di ricerca più promettenti e spiegò che il nostro cervello non è programmato geneticamente come quello degli insetti perché gli esseri umani si trovano continuamente sotto l'influenza dell'ambiente. La Montalcini concluse affermando che studiare il ruolo dell'ambiente sul nostro cervello era certamente un campo di estremo interesse, in quel momento.
Infine, l’intervistatore chiese a Rita levi Montalcini cosa avrebbe studiato, se avesse iniziato la sua carriera in quel momento. Lei rispose che avrebbe cercato sostanzialmente di migliorare le capacità cognitive del nostro cervello, diminuendo al contempo le capacità arcaiche di natura affettivo - limbica, essendo la prevalenza di queste ultime responsabile di così tante tragedie nel mondo.

 
20 Completa il testo con le parti mancanti trasformate in discorso indiretto.
La Verità e la Fiaba
Si racconta che in un tempo ormai lontano la Verità indossasse un abito modesto e vivesse tutta sola. Un giorno decise di andare fra la gente. Non l'avesse mai fatto! Nessuno voleva accoglierla: quelli che la incontravano se la davano a gambe e le chiudevano la porta in faccia. Umiliata e delusa, la Verità si avviò per una solitaria strada di campagna, quando ecco venirle incontro una bella signora vestita di sete e merletti e ornata di tanti gioielli sfavillanti! Era la Fiaba che la salutò cordialmente e le chiese (1) _______________________________
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1. “Dove vai sola soletta e così triste?”
La Verità: “Tutti scappano sempre da me e nessuno vuole mai ascoltarmi”.
La Fiaba: “Tu sbagli perché ti presenti ‘nuda e cruda’, sei troppo disadorna! Io invece con questi bei vestiti variopinti sono accolta bene dappertutto. Ho un'idea! Nasconditi sotto il mio mantello e andiamo insieme per il mondo come due sorelle. Converrà a tutte e due. I saggi, capendo che nascondo la Verità, mi accoglieranno e gli sciocchi ti accetteranno, vedendoti luccicante dei miei gioielli e dei miei vestiti”.

soluzioni:
 
1. dove andava/andasse sola soletta e così triste.
La Verità (malinconicamente) le spiegò che tutti scappavano sempre da lei e che nessuno voleva mai ascoltarla.
La Fiaba le disse che sbagliava perché si presentava “nuda e cruda” ed era troppo disadorna. Lei invece con quei bei vestiti variopinti era accolta bene dappertutto. Poi la Fiaba esclamò che aveva un’idea / la Fiaba ebbe un’idea e suggerì alla Verità di nascondersi sotto il suo mantello e di andare insieme per il mondo come due sorelle. Le spiegò che sarebbe convenuto a tutte e due perché i saggi, capendo che nascondeva la Verità, l’avrebbero accolta e gli sciocchi avrebbero accettato la Verità, vedendola luccicante dei suoi gioielli e dei suoi vestiti / vedendola luccicante dei gioielli e dei vestiti della Fiaba.

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